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martedì 18 novembre 2008

Sanità, Politica, Università, Rifiuti: Malanni della mia Bella Sicilia

Palermo, 15 nov. - (Adnkronos) - I pazienti erano deceduti a volte da anni, ma i medici di famiglia continuavano a percepire le indennita' mensili erogate dalle Ausl. Accade in Sicilia, dove i pazienti assistiti anche se passati a miglior vita sono oltre 51mila per un danno alle casse erariali di circa 14 milioni di euro. La scoperta e' arrivata dopo un'intensificazione dei controlli su tutto il territorio regionale della Guardia di Finanza, che gia' lo scorso anno aveva accertato una truffa di 5 milioni di euro per la corresponsione a medici di base della prevista indennita' anche per assistiti gia' morti. Intanto sono gia' state avviate le procedure per recuperare le somme incassate indebitamente.Voglio vedere chi ha ancora il coraggio di dire che la Sanita', in Sicilia, non funziona. Gli amici di Cuffaro curano anche i deceduti, nemmeno in Lombardia ci riescono. Anzi in Lombardia, per fare soldi, li facevano morire, vedi al S. Rita. Naturalmente in galera non ci va nessuno, questo non e' un problema di sicurezza, non e' accattonaggio. E' rapina ed assassinio, si puo' fare.Formigoni ci e' rimasto male, si vanta che la sanita' lombarda e' la migliore d' Italia ma qui l'hanno fregato, sono andati oltre le operazioni inutili producendo qualita' e profitti, a costo zero.

Solo un mese fa avevo postato la notizia della lottizzazione delle dirigenze siciliane. Posti assicurati a parenti, amici, ex autisti e amici di amici. Tutti assunti alla Regione per chiamata diretta. Senza concorso pubblico.
Per fortuna l’università di Palermo si distingue dagli uffici della Regione Sicilia. Qui i concorsi li fanno. Ci sono le graduatorie. Tutto legale. Poi, si cerca di capire, si solleva il tappeto che copre le vergogne e si scopre che sono sempre i soliti noti. Anche qui amici e parenti che arrivano primi a tutti i concorsi. Sarà a causa della vicinanza con i luminari di cui godono o sarà che…
I numeri, comunque, parlano chiaro. Cento famiglie spadroneggiano nelle varie facoltà. La medaglia d’oro, però spetta alla facoltà di agraria che tra i 129 docenti vanta 23 parenti.


Nel silenzio più totale, mentre ci sentiamo tutti americani, in Sicilia accadono cose che ci fanno capire perchè noi non avremo mai un Obama, perchè non saremo mai americani. Nella mia Sicilia c'è un parlamento regionale, l'Assemblea Regionale Siciliana, popolata da parecchi disonorevoli, che hanno pure guadagnato un posto d'onore nel mio libro. Dopo le ultime elezioni in cui il Pd è riuscito a farsi doppiare da Raffaele Lombardo, Anna Finocchiaro, come ampiamente previsto ed anticipato, ha deciso di lasciare la Sicilia per tornare a fare il capogruppo in Senato. Lascia quindi un posto vacante all'Assemblea Regionale che secondo la legge deve essere assegnato al "candidato alla presidenza miglior perdente". Ora, siccome le leggi sono interpretabili ma non prostituibili, i candidati erano i seguenti: Anna Finocchiaro (Pd) appoggiata dal centrosinistra, Raffaele Lombardo (Mpa) appoggiato dal centrodestra, Ruggero Razza (La Destra), Sonia Alfano (Amici di Beppe Grillo), Giuseppe Bonanno Conti, 6.606 (0,23%). Ora, seguendo alla lettera la legge, se il primo vince e diventa presidente, e lo chiamiamo Lombardo, se la seconda lascia per andare al Senato, e la chiamiamo Finocchiaro, chi è la terza miglior perdente candidata presidente? O è Sonia Alfano o sono io. Di certo non è Rita Borsellino, che non era candidata alla presidenza quindi non è nemmeno contemplata tra le possibilità. Ma se proprio dovevano accordarsi tra di loro per lasciar fuori Sonia Alfano, potevano almeno ridare un minimo di dignità all'Assemblea e a quella scelta vergognosa assegnando a Rita Borsellino quel seggio, come richiesto peraltro da tanti intellettuali siciliani. Quello che certo non potevano fare era dare il seggio ad un semplice candidato alla carica di deputato regionale, come Bernardo Mattarella. Chiaramente lo hanno fatto. Yes, loro can. La proposta di attribuzione del seggio a Mattarella è stata approvata con voto segreto, naturalmente: 40 si, 20 no e 2 astenuti. Benvenuto deputato Mattarella. L'assemblea regionale approva la proposta della commissione verifica poteri, relatore Rudy Maira, e dico tutto. Loro si riuniscono, si accordano tra partiti e poi decidono autonomamente, infischiandosene della legge che era fin troppo chiara. Fila come discorso. Comprensibile il comunicato di Rita Borsellino: "Tale decisione non è supportata, come è noto, da elementi giuridici fondati, ma appare frutto di una scelta politica miope e dissennata di cui principale responsabile è lo stesso Partito Democratico. Quest’ultimo, infatti, non tenendo conto della più che significativa affermazione di Rita Borsellino in occasione delle elezioni regionali del 2006, ha voluto imporre una propria candidatura alle recenti elezioni regionali del 2008 con i risultati a tutti noti". La pensiamo tutti come lei. Ma c'è un però. Perchè il suo staff non ha ascoltato i ragazzi di Rita, quelli veri, quelli che la supplicavano di non allearsi con Anna Finocchiaro e con il Pd, che come avevamo previsto, l'avrebbe poi deliberatamente bruciata? Perchè non allearsi invece con Sonia Alfano, e scavalcare agevolmente lo sbarramento del 5%? Rita avrebbe dovuto fare semplicemente quello che fa da una vita oramai: ascoltare la sua gente. E invece la storia è andata diversamente. Ora, paradossalmente, si ritrova a reclamare un posto all'Ars, dalla stessa parte della barricata in cui si trova Sonia Alfano. E la rabbia è tanta, per chi, come me, ha chiesto fino alla fine a Rita Borsellino di mandare a quel paese il Pd e gli uomini indegni che oggi lo compongono e correre da sola, da sola con noi.

Bellolampo non c'è ma è già celebre. E' uno dei quattro inceneritori che il piano per i rifiuti prevede in Sicilia. Quattro camini inquinanti, rispetto a comuni come Vedelago che ricicla il 99% dei rifiuti. A far tornare alla ribalta Bellolampo, che sembra il nome del protagonista di una novella di Verga, e invece è solo un tumorificio, è un magistrale pezzo sul Sole24 ore di Roberto Galullo e Giuseppe Oddo, che parte da un esposto anonimo che denuncia irregolarità nell'affaire inceneritori. E naturalmente, dove c'è da lucrare, Cosa Nostra non manca mai. Ma in questo caso, pare che Cosa Nostra sia davvero il male minore. Sono i politici, la burocrazia che fa molta più paura. Già tempo fa Gioacchino Genchi, responsabile del servizio per la tutela e l'inquinamento atmosferico, parente e omonimo del vicequestore aggiunto di Palermo, aveva denunciato tutte le irregolarità, pagando con il licenziamento (poi reintegrato) e con un mobbing spietato. Ma Genchi è un osso dure e fino ad adesso ha sempre dimostrato tutte le sue accuse tramite rapporti e memoriale depositati presso la Procura di Palermo e la Corte dei Conti. Genchi si era opposto al via libera alle emissioni degli inceneritori. Era convinto, chissà perchè, che quei tumorifici facessero male. E se questo voleva dire annullare un progetto-banchetto miliardario, doveva pagarla. Sorvolando sul fatto che Bruxelles abbia bocciato i quattro progetti per grossolani errori nelle gare d'appalto, l'articolo, che riassumo, riporta anche che alcuni aspetti importanti dell'esposto anonimo che non sono mai stati smentiti; come quello che due dei tre componenti della commissione che si era pronunciata positivamente sui progetti erano incompatibili perchè in passato consulenti delle ditte che poi si erano aggiudicate gli appalti. Roba da pazzi. Al di là di ogni diatriba e di ogni omissione vergognosa, Bellolampo e affini sono opere che non si dovrebbero nemmeno pensare. I futuri inceneritori, secondo i dati di Wwf Sicilia, brucerebbero circa il 65% dei rifiuti, più il 20% di frazione organica. Totale, se non sbaglio, 85%. In Danimarca, dove si bruciano più rifiuti, la quota di incenerimento è del 38%, in Germania del 22%, in Austria del 10%. Bellolampo avrà una capacità di 546 mila tonnellate, Vienna, che è il doppio di Palermo, ha un impianto da 250 mila tonellate e una raccolta differenziata del 60%. Palermo il 3,4%. E' sempre la solita storia. Ci pisciano in testa e ci dicono che piove. A questo si aggiungono i 430 milioni di euro di debiti dei 27 Ato siciliani, carrozzoni clientelari concepiti, parlando i dati e i debiti, per piazzare elettorato illustre. Meglio incenerire loro che i rifiuti. (prima parte)
Avevo già riassunto la prima parte dell'inchiesta degli ottimi Galullo ed Oddo sull' "affaire" dei rifiuti in Sicilia. La seconda parte non si può riassumere o raccontare, va trascritta pari pari, per capire come Cosa Nostra sia già dentro agli inceneritori non ancora costruiti.di Roberto Galullo e Giuseppe OddoCosa nostra punta al controllo dell'intero ciclo economico dello smaltimento dei rifiuti in Sicilia. Roberto Scarpinato, procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, non ha usato mezzi termini davanti alla Commissione parlamentare d'inchiesta sui rifiuti. Nell'audizione del 12 ottobre 2007 ha denunciato l'esistenza di un patto scellerato: una «cooperazione tra mafiosi, politici, professionisti e imprenditori anche non siciliani per aggiudicarsi il monopolio degli appalti della discarica di Bellolampo, per la progettazione e la realizzazione di un inceneritore». Quello di Palermo-Bellolampo è uno dei quattro termovalorizzatori che saranno realizzati nell'Isola. Gli altri sorgeranno ad Augusta, Casteltermini-Castelfranco e Paternò. Gli attori di questo patto avrebbero «progettato d'intervenire sull'intero piano regionale d'organizzazione dei servizi di smaltimento dei rifiuti urbani, per plasmarlo secondo i propri interessi». Progetti e piani, secondo Scarpinato, sono stati «accettati a scatola chiusa dagli enti pubblici e fatti propri». Il riferimento è al piano per il ciclo integrato dei rifiuti che fu messo a punto dall'allora presidente della Regione Sicilia, Totò Cuffaro, in veste di commissario straordinario per l'emergenza. Un altro segnale dell'interesse di Cosa nostra viene dalle dichiarazioni di Maurizio Di Gati, il boss dell'Agrigentino oggi collaboratore di giustizia. Di Gati ha parlato delle estorsioni e delle minacce della mafia contro il gruppo Catanzaro per la gestione della discarica di Siculiana. Ma ha anche riferito la confidenza di un altro boss, Leo Sutera, secondo il quale sarebbe stato «necessario» votare Cuffaro alle regionali del 2001 per «avere un presidente della Regione a disposizione» per la discarica di Aragona e l'inceneritore di Casteltermini-Campofranco. Come faceva Di Gati a sapere già nel 2001, prima che fosse indetta la gara, che a Casteltermini-Campofranco avrebbe dovuto sorgere un impianto del genere? La vicenda rientra nel processo "talpe in Procura" che vede Cuffaro imputato per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra. Non è più solo al "pizzo" che puntano i mafiosi, ma all'intero business: raccolta, trasporto, discarica, incenerimento. La relazione finale della citata Commissione parlamentare, approvata il 27 febbraio 2008, parla chiaro a questo proposito: «Vi è da parte di Cosa nostra l'assunzione in proprio dell'attività d'impresa, senza, peraltro, l'assunzione del connesso rischio potendo contare sulle tecniche di dissuasione proprie dell'affermazione mafiosa. Il dato relativo all'aumento dei sequestri di imprese specializzate per infiltrazione mafiosa è indicativo». Le cosche stanno cercando di aggredire anche i settori a monte dell'incenerimento. Per la Corte dei conti siciliana si corre il rischio che queste attività vengano «delegate» dalle imprese aggiudicatarie «a soggetti terzi, fuori dal controllo pubblico e, quindi, ancora più esposti alle pressioni delle ecomafie». È in questo senso indicativo il passaggio di molte imprese siciliane di movimento terra (campo tipico d'interesse mafioso) all'Albo dei trasportatori di rifiuti: fenomeno già segnalato dalla stessa Commissione bicamerale nel 2005. D'altro canto, l'intero affare è stimato intorno ai 6 miliardi nei prossimi venti anni: 1,2 destinati ai quattro termovalorizzatori e ai 34 impianti di raccolta e smistamento e una previsione di spesa di 210 milioni l'anno da parte degli Ato (gli Ambiti territoriali ottimali) per l'acquisto di tutti i servizi. Aggiungiamo a questi numeri 392 milioni di fondi europei provenienti da Agenda 2000 per il finanziamento delle opere infrastrutturali per la raccolta differenziata. Stiamo parlando del maggiore afflusso di denaro pubblico in Sicilia degli ultimi vent'anni. Pesano poi come macigni le considerazioni della stessa Corte dei conti nella relazione dell'aprile 2007. La magistratura contabile siciliana sostiene che le imprese aggiudicatarie delle gare che erano state indette nel 2002, dall'allora commissario Cuffaro, per la costruzione dei quattro termovalorizzatori, erano sostanzialmente a conoscenza dei bandi prima ancora che fossero pubblicati e alcune addirittura già in possesso di impianti e studi di fattibilità. La Corte denuncia in sostanza l'esistenza di un tavolo di spartizione tra politici e imprese cui era stata invitata persino l'Altecoen, un'azienda «infiltrata dalla criminalità mafiosa», si legge nella relazione, facente capo all'imprenditore Francesco Gulino. Questa circostanza, scrivono i giudici contabili, «non poteva essere ignorata da Cuffaro dal momento che la stessa impresa era coinvolta nell'esperienza sulla raccolta dei rifiuti nel Comune di Messina». Altecoen, promotrice di Messinambiente – società tuttora attiva, nonostante le inchieste ne abbiano prospettato il controllo diretto da parte della mafia – era entrata nella gestione dei rifiuti nella città dello Stretto con l'aiuto del boss catanese Nitto Santapaola e di altri elementi di spicco della mafia. E figurava in due dei quattro raggruppamenti d'imprese ai quali sono state aggiudicate le gare per i temovalorizzatori (gare poi annullate dall'Unione Europea, che dovranno essere bandite per la seconda volta). La difesa di Cuffaro è stata che Altecoen è poi uscita dai due raggruppamenti, tra cui quello per l'impianto palermitano di Bellolampo, cedendo le proprie quote agli altri soci. Ma, come rileva la Corte, la cessione è stata un affare per Altecoen perché l'aggiudicazione delle gare aveva nel frattempo aumentato il valore delle azioni cedute. La società di Gulino ha in sostanza incassato svariati milioni senza aver speso un centesimo. «E non risulta che gli altri soci del raggruppamento aggiudicatario gli abbiano fatto azione di responsabilità», dichiara Domenico Fontana, presidente di Legambiente Sicilia. Tra gli altri soci ritroviamo Actelios (famiglia Falck), Amia (Comune di Palermo) ed Emit, la società di Giuseppe Pisante attiva, in Sicilia, anche nei servizi idrici. La presenza di Emit non è un caso: come ha dichiarato in Commissione parlamentare antimafia il pm Enzo Arcadi, il gruppo di Giuseppe Pisante ha avuto contatti operativi e d'interesse con il gruppo Gulino. A ulteriore conferma dell'esistenza di un tavolo parallelo di spartizione degli affari tra politici e imprese, la Corte dei conti indica «la discutibile opzione d'attribuire agli operatori privati la facoltà di scegliere i siti dove ubicare i vari impianti» di incenerimento. La Regione ha così rinunciato a una funzione pubblica primaria: la scelta delle aree più adatte, dal punto di vista economico, sociale e ambientale, a ospitare gli impianti. Per di più è emerso che nessuno dei raggruppamenti aggiudicatari aveva la disponibilità fisica delle aree (secondo quanto previsto nel bando) al momento della presentazione delle offerte. Si è arrivati all'assurdo che la società Platani Energia e Ambiente (anch'essa del gruppo Falck), aggiudicataria dell'inceneritore di Casteltermini-Campofranco, ha ottenuto solo il 7 maggio 2007 la "sdemanializzazione" dei terreni su cui dovrà sorgere l'impianto e il loro passaggio dal demanio al patrimonio dello Stato. L'aggiudicazione della gara risale invece all'agosto 2002 e il giudizio di compatibilità ambientale, firmato da Cuffaro, all'aprile 2005 nonostante l'opposizione del dirigente regionale responsabile, Gioacchino Genchi, rimosso dal servizio e tuttora in attesa di essere reintegrato. Un Governo regionale che volesse smantellare questo tavolo affaristico-mafioso dovrebbe cambiare di sana pianta l'approccio politico alla gestione dei rifiuti, e la pubblicazione dei nuovi bandi prevista entro fine mese potrebbe dargliene l'opportunità. Anche il Governo nazionale potrebbe fare la sua parte non reintroducendo i contributi statali "Cip 6" che consentirebbero alle società di gestione dei termovalorizzatori di vendere elettricità alla rete pubblica di trasporto dell'energia a prezzi incentivati. Il che porterebbe il contribuente a pagare due volte: la prima con la tassa sui rifiuti e la seconda con gli aggravi in bolletta previsti nella normativa Cip 6. Saranno il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, e il capo del Governo, Silvio Berlusconi, a scrivere il finale di questa storia. (seconda parte)
(da fai.informazioni.it)

6 commenti:

Ale ha detto...

ho letto la notizia qualche giorno fa..che cosa triste..:(
negli ultimi giorni forse si pensa un po' troppo all'america di obama, e si lasciano da parte questi problemi..

Calogero Parlapiano ha detto...

occorre notare le differenze e prenderne non solo atto ma compiere i passi necessari per far sì che il sistema italico e siciliano possa davvero migliorare... ciao Ale.. a presto

Anonimo ha detto...

Questa della Finocchiaro la dice lunga sul senso morale e di opportunità che si respira nei piani "alti" del PD.
Una volta si diceva "hai voluto la bicicletta, adesso pedala"; la sen. Finocchiaro ci ha spiegato che esiste un'altra via: lasciarla quando diventa difficile pedalare.
Quello che ha fatto è stato assolutamente indecoroso ed irrispettoso verso quelli che, più o meno volentieri, l'anno votata: mi auguro che ce ne ricorderemo la prossima volta che vedremo il suo nome su una scheda elettorale

Calogero Parlapiano ha detto...

in effetti anch'io da spettatore non pagante non ho apprezzatogranchè la sua scelta ma potrei dire la stessa cosa di molte delle scelte che gli attuali dirigenti di destra e manca stanno assumendo..
staremo a vedere le news

Anonimo ha detto...

Per quanto riguarda l'esposto anonimo sono portato ad essere scettico verso chi non ha il coraggio di sottoscrivere ciò che afferma neanche con il nome di battesimo. D'altra parte c'è un magistrato molto consapevole dell'importanza e della delicatezza suo lavoro che se ne sta occupando. Mi interesserebbe invece di più avere ulteriori dettagli su questa ennesima vergognosa vicenda in merito ai dati da fonte Wwf. Il 65% destinato all'incenerimento non solo è eccessivo ma anche irragionevole se si tratta di rifiuti da cassonetto perché si ripeterebbe l’amara esperienza di Napoli. Possibile che il progetto non contempli una selezione preventiva all'incenerimento? Possibile che non si ricicli la frazione umida per restituire fertilità ai terreni a dare ossigeno all’economia? Possibile che i livelli di raccolta differenziata restino irrisori mentre continua la truffa ai danni dell'Unione Europea? Le istituzioni siciliane non possono calpestare impunemente la legalità sprofondando la regione nel disordine e nella rissa. Occorre riparare i guasti provocati dal ricorso irresponsabile a comportamenti illegali cominciando dalla revoca immediata delle gare aggiudicate in palese difformità

profondosud1 ha detto...

Per quanto riguarda l'esposto anonimo sono portato ad essere scettico verso chi non ha il coraggio di sottoscrivere ciò che afferma neanche con il nome di battesimo. D'altra parte c'è un magistrato molto consapevole dell'importanza e della delicatezza suo lavoro che se ne sta occupando. Mi interesserebbe invece di più avere ulteriori dettagli su questa ennesima vergognosa vicenda in merito ai dati da fonte Wwf. Il 65% destinato all'incenerimento non solo è eccessivo ma anche irragionevole se si tratta di rifiuti da cassonetto perché si ripeterebbe l’amara esperienza di Napoli. Possibile che il progetto non contempli una selezione preventiva all'incenerimento? Possibile che non si ricicli la frazione umida per restituire fertilità ai terreni a dare ossigeno all’economia? Possibile che i livelli di raccolta differenziata restino irrisori mentre continua la truffa ai danni dell'Unione Europea? Le istituzioni siciliane non possono calpestare impunemente la legalità sprofondando la regione nel disordine e nella rissa. Occorre riparare i guasti provocati dal ricorso irresponsabile a comportamenti illegali cominciando dalla revoca immediata delle gare aggiudicate in palese difformità.
Giuseppe Maritati Palermo