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domenica 30 novembre 2008

Mobilitazione per far tornare l'Acqua Pubblica - Rimborsare Canoni di depurazione non dovuti

Acqua: torna pubblica a Parigi, in Italia si privatizza

"Oggi, lunedì 24 novembre, il Consiglio Comunale di Parigi approverà la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato, mandando a casa 25 anni di gestione privata affidata a Veolia e Suez, le due più grandi multinazionali mondiali dell'acqua". Lo riporta Marco Bersani di Attac Italia a margine del 'Secondo Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua' che si è tenuto lo scorso weekend a Aprilia (LT). "Mentre in Italia destra di governo e opposizione moderata fanno a gara per la messa sul mercato dei servizi pubblici locali - e la sinistra spesso assiste impotente - la giunta municipale parigina osa pensare l'impensabile e praticare l'alternativa: dal 1 gennaio 2010, un ente di diritto pubblico, nel cui comitato di gestione siederanno anche i rappresentanti dei lavoratori e degli utenti, gestirà l'intero ciclo dell'acqua della città di Parigi" - aggiunge Bersani. Nei giorni scorsi a Genova l'assessora all'acqua della municipalità di Parigi, Anne Le Strat ha mostrato la delibera che il Consiglio municipale voterà oggi per non riconfermare i contratti con i due giganti privati dell'acqua, Veolia e Suez, in scadenza per fine 2009, passando ad una gestione pubblica che gestirà dalla produzione, alla distribuzione, alla tariffazione - con la municipalizzazione, la città di Parigi ha calcolato che risparmierà 30 milioni di euro l'anno, e come ha sottolineato l'assessora alla fine del suo intervento: "Se siamo riusciti a farlo noi con la presenza delle due multinazionali dell'acqua più importanti del mondo, credo propria che sia possibile ovunque" - riporta Maurizio Gubbiotti su Aprileonline. In Italia, invece, il 6 agosto scorso, il Parlamento italiano ha votato con l'appoggio dell'opposizione - e in particolare del Pd - il disegno di legge che prevede la privatizzazione dell'acqua pubblica in Italia entro il 2010. Si tratta, nello specifico, dell'articolo 23bis della legge numero 133/2008 (già decreto legge 112 - la cosidetta 'finanziaria triennale' del ministro Tremonti) che affida "il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali, in via ordinaria, a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica". Ciò al fine - afferma il decreto - "di favorire la più ampia diffusione dei principi di concorrenza, di libertà di stabilimento e di libera prestazione dei servizi di tutti gli operatori economici interessati alla gestione di servizi di interesse generale in ambito locale". In altre parole si spalanca la via alla privatizzazione dell'acqua pubblica. Una legge approvata nonostante lo scorso anno siano state presentate dal 'Coordinamento nazionale per l'acqua pubblica' oltre 400mila firme per una Proposta di legge di iniziativa popolare per "la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e dispozioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico". Una proposta di legge che - come ricordava sul quotidiano 'La Repubblica' il giornalista Paolo Rumiz- è stata depositata in parlamento nel luglio 2007 ma "sia sotto il governo Prodi che sotto quello di Berlusconi non s'è trovato uno straccio di relatore, nemmeno d'opposizione, capace di esaminare e illustrare la volontà dei cittadini così massicciamente espressa". Il problema della privatizzazione dell'acqua pubblica e le iniziative per la ripubblicizzazione del servizio idrico sono state al centro anche del Forum Sociale Europeo tenutosi lo scorso settembre a Malmoe dove è nata la 'Rete europea dei movimenti per l'acqua. Ma tra le maggiori pressioni per la liberalizzaione dell'acqua pubblica vengono anche dalla Commissione Europea - dove la lobby delle multinazionali del settore sa far valere i propri interessi - sulla base dell'assunto, fondamentalmente ideologico e nella maggior parte dei casi smentito dai fatti, che la privatizzazione dei servizi pubblici garantirebbe "migliori servizi a minor costo". "Ad Aprilia, che ha ospitato il Forum, sanno bene che significa affrontare un colosso delle dimensioni della multinazionale Veolia" - riportava ieri Andrea Palladino su 'il manifesto'. Settemila ricorsi, settemila famiglie che continuano da due anni a pagare le bollette al comune, mantenendo la tariffa pubblica e respingendo le fatture di Acqualatina, la spa mista controllata dall'azienda francese. «Noi cerchiamo di far capire alle persone cosa sia la privatizzazione - ha detto Alberto De Monaco del comitato di Aprilia - partendo proprio dalle bollette che le famiglie ricevono». Di fronte ad aumenti che arrivano anche al 300% appare chiaro a tutti cosa intenda per servizio pubblico una società privata, con sede a migliaia di chilometri" - concludeva Palladino. Il 'Secondo Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua', che si è tenuto lo scorso weekend, ha inteso perciò riportare all'attenzione il problema della privatizzazione e rilanciare le mobilitazioni territoriali e di una forte vertenza nazionale che consenta il rafforzamento delle lotte territoriali e la riapertura di una capacità di incidere sull'agenda politica nazionale per aprire la strada alla legge di iniziativa popolare.

Erano agguerriti i sindaci e gli assessori riuniti a Roma il 21 novembre nella sala della Pace della Provincia per dar vita alla costituzione del Coordinamento nazionale degli enti locali per l'acqua pubblica. Rappresentano centinaia di migliaia di cittadini che da Castellammare di Stabia ad Aprilia, città dove si è dato appuntamento il Secondo Forum italiano dei movimenti per l'acqua (22-23 novembre), dall'agrigentino all'area dell'astigiano, formano comitati civici e aprono vertenze sul territorio per contrastare il passo all'incedere della privatizzazione del servizio idrico. Così il conflitto sull'acqua in Italia comincia a mostrare proporzioni rilevanti ed implicazioni inedite. L'oggetto della contestazione e della mobilitazione straordinaria è un articolo, il 23bis, inserito come modifica apportata in sede di conversione al decreto legge 25 giugno 2008 n. 112, e approvato dalla Camera il 5 agosto scorso (legge 133/2008). La norma in questione se da un lato ribadisce il regime di proprietà pubblica delle reti, dall'altro conferma la possibilità di affidamento a soggetti privati della gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, nel cui quadro è fatto rientrare il servizio idrico, introducendo l'obbligo del ricorso in via ordinaria alla procedura di evidenza pubblica. D'altro canto, si prescrive che le concessioni rilasciate non mediante gara cessino entro il 31 dicembre del 2010. Viene infine ad essere sottoposta a condizioni restrittive, anche se fatta salva, la possibilità di affidamenti diretti a favore di società in house, cioè a capitale totalmente pubblico. In sostanza, nel nuovo contesto normativo predisposto dal governo diventa più difficile contenere e limitare il processo di privatizzazione in corso che ha preso le mosse a partire dalla legge Galli del 1994. Ma l'opposizione, fuori dalle aule parlamentari, non si placa e tende a compattarsi coinvolgendo vari soggetti, per giunta assumendo diversi profili ed iniziative. Tre Regioni, Piemonte, Liguria e Emilia Romagna hanno impugnato per incostituzionalità l'art. 23 bis. Nei prossimi mesi è atteso lo svolgimento del referendum promosso da ben 144 comuni della Lombardia per l'abrogazione di alcuni articoli della legge regionale 18/2006 grazie a cui si è stabilita la consegna ai privati dell'erogazione dell'acqua. Nella zona di Latina, gli abitanti contro le superbollette imposte da Acqualatina, controllata per il 49% dalla multinazionale francese Veolia, moltiplicano i loro sforzi per evitare gli esosi aumenti e denunciare l'illegittimo distacco dei contatori. Nello stesso tempo, in Sicilia, i sindaci della provincia di Agrigento si coalizzano per rescindere il contratto con la Girgenti Acque Spa, responsabile di gravi disservizi, e fanno fronte comune con le associazioni di base onde impedire che la società privata imposta dal commissario ad acta della Regione s'impossessi dell'acquedotto. Il baricentro di questa radicata protesta consiste nella proclamazione del principio che l'acqua è un bene comune nonché diritto inalienabile e inviolabile di ogni persona. Deve perciò ritornare interamente nelle mani dell'autorità pubblica, seguendo l'esempio di Parigi, che si appresta a ristabilire la gestione municipale del servizio idrico, togliendola a Suez e Veolia, i due più importanti operatori privati del settore esistenti al mondo. Quello che si chiede, insomma, è una gestione razionale, solidale e non speculativa delle risorsa acqua che deve essere sottratta alla logica del mercato. Sotto l'egida del profitto, come dimostrano gli studi di Water remunicipalisation tracker, le tariffe vengono gonfiate, cresce inefficienza e obsolescenza dei servizi. A rimetterci è l'utenza, soprattutto la parte della popolazione con minor reddito. Nel 2007 le famiglie italiane, secondo un dossier dell'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, hanno speso in media circa 230 euro in più, mentre l'Istat, nel rapporto sullo stato degli acquedotti 2008, segnala un regresso nella capacità di distribuzione della rete idrica confrontata con i livelli del 1999. Sicché il "business dell'acqua" non produce miglioramento ed efficienza ma evidenzia vizi congeniti e spreco di denaro. Avvantaggia pochi manager e alimenta inutili e costose consulenze tecniche. Inoltre, di frequente i grandi gruppi agiscono con condotte illecite per falsare e distorcere il meccanismo concorrenziale, cosa che ha portato l'Antitrust ad applicare pesanti sanzioni pecuniarie nei riguardi di Acea spa e Suez Environnement S.A. Il sistema di privatizzazione dell'acqua sembra dunque irrimediabilmente entrare in rotta di collisione con l'interesse generale di molte comunità italiane che rivendicano, a giusto titolo, il primato del pubblico, vicino ai bisogni fondamentali dei cittadini senza distinzione di censo. (Carlo Lavalle)



Lunedì sera, Consiglio Comunale di Sciacca. All’ordine del giorno, tra le altre questioni, ce n’era una particolarmente a noi de L’ALTRASCIACCA cara: i canoni di depurazione. Finalmente se n’è parlato anche nel civico consesso ed era ora, dopo ben sei settimane dalla pubblicazione della sentenza della Corte Costituzionale n.335/2008. Sei settimane in cui noi abbiamo cercato di sostituirci a chi doveva far chiarezza e fornire le giuste indicazioni ai cittadini che, in mancanze delle quali o in presenza di messaggi fuorvianti, potrebbero continuare a pagare ingiustamente quanto non più dovuto. E molti lo stanno facendo.
Ruolo importante di “supplenza” svolto dalle associazioni, come la nostra, in merito alla questione, riconosciuto pubblicamente dai Consigliere Giuseppe Bono e Paolo Mandracchia e stigmatizzato invece negativamente da altri, quasi come se la nostra fosse stata una vera e propria azione di disturbo della quiete pubblica.
Ci aspettavamo tanto dalla seduta consiliare del 24 Novembre (e lo avevamo anche scritto) ma quello che è avvenuto nel pubblico dibattito di ieri sera ha dell’incredibile, dello stupefacente, dell’incomprensibile.Certo, la mozione approvata ieri chiede di fatto un atteggiamento maggiormente deciso, ma il messaggio finale che comunque nel complessivo è scaturito è quello di un ingiustificabile “incertezza” dell’amministrazione comunale, certamente più “fuorviante” degli interventi delle associazioni in proposito nell’ultimo periodo. Tutto ciò va nella direzione esattamente opposta alla chiarezza.
Invece di entrare nel merito della questione e degli inoppugnabili dati di certezza circa la RETROATTIVITA’ degli effetti della sentenza, e di conseguenza del diritto dei cittadini di vedersi rimborsati i canoni pagati “irragionevolmente” negli ultimi dieci anni (per i quali si aspettano ancora altri “pareri”) si è voluto far trapelare quell’incertezza, mista a non chiarezza o, peggio ancora, disinformazione nei confronti dei contribuenti.
Se tutto ciò non bastasse, il Sindaco e i consiglieri Comunali tutti, hanno approvato una mozione d’indirizzo sulla legittimità del diritto dei cittadini a NON PAGARE quello che è stato dichiarato ILLEGITTIMO, cioè i canoni di depurazione nelle bollette in scadenza.
Grazie, grazie ed ancora grazie per essere arrivati ad una tale e articolata conclusione che ratifica un diritto SACROSANTO sancito dalla Legge, cioè quello di non pagare un corrispettivo di un servizio non goduto. Ci rammarichiamo ancora una volta che la maggioranza dei Consiglieri (tranne il Consigliere Paolo Mandracchia) non si sia posto il problema di chiedere all’EAS la restituzione dei soldi dei cittadini incassati e non riversati o di chiedere il conguaglio con i crediti per oltre SEI MILIONI DI EURO vantati dal nostro Comune e a tutt’oggi non restituiti.
Si è preferito, ancora una volta, far finta di nulla e considerare l’EAS (questo si che è scandaloso) un’ente in regolare attività anziché un’ente in LIQUIDAZIONE avanzata, arrivando a sostenere che i soldi eventualmente pagati oggi, per canoni di depurazione, saranno “conguagliati” nella prossima bolletta. Scusate, ma se dal 27 maggio 2008 è subentrata all’EAS la Girgenti Acque S.p.A., ci sarà una prossima bolletta EAS ?Noi crediamo di NO e per questo motivo non riusciamo a comprendere quale ragionamento trasversale abbiano fatto i nostri rappresentanti istituzionali per giungere ad una tale conclusione.
Non è bastata la chiarezza della sentenza n. 335/2008 della Corte Costituzionale, né il parere di una miriade di avvocati che si sono espressi CHIARAMENTE sulla retroattività, né le decine diautorevoli Associazioni di Consumatori che hanno promosso, come Noi, moduli per la richiesta di rimborso, né, infine, centinaia di Enti Locali che stanno già predisponendo la restituzione dei canoni pagati illegalmente.
Non fare chiarezza giova a qualcuno ? Trincerarsi dietro ad una nota (non parere) dell’ANCI (istituzione di parte) e proficuo ? o semplicemente dobbiamo dire : C’E’ PEGGIOR SORDO DI CHI NON VUOL SENT……CAPIRE ?
Ai cittadini il giudizio . (http://www.laltrasciacca.it/)




Difendere i Beni Comuni come l'acqua è una battaglia a cui nessuno può e deve rinunciare, è fondamentale per il nostro futuro di cittadini e di essere umani, per le nostre tasche... rimborsare i canoni di depurazione è un altro diritto sancito dalla Legge, è un istanza retroattiva e dalle ultime bollette siamo in diritto di detrarre le quote di depurazione ancora erroneamnete riportate, questa sentenza ha valenza nazionale e riguarda tutti i Comuni di Italia che non hanno gli impianti di depurazione.... l'Acqua deve tornare in mano Pubblica, non ha senso privatizzare un bene comune, fare arricchire poche multinazionali ed essere costretti a pagare per bere dalle nostre fonti e dalle nostre risorse idriche... ACQUA PUBBLICA: PER TUTTI, DI TUTTI


Nel 2000 la Bechtel Corporation di San Francisco, con l'appoggio della Banca Mondiale che aveva promesso un prestito alla Bolivia, ottenne dal governo boliviano la privatizzazione di tutte le risorse idriche di Cochabamba, la terza città del paese.E' una storia che può avvenire anche da noi...anzi...stà già avvenendo!

Cittadini: Diritto al Lavoro, alla Legalità ed alla Giustizia

(ANSA) - ROMA, 26 NOV - Nella mappa delle paure dei giovani che navigano sui blig la parola Aids non emerge ne' come tema d'attualita', ne' come area di allarme sociale intorno alla salute; si pensa al massinmo che riguardi solo l'Africa o le persone che hanno uno stile di vita 'sbagliato'''. Ad affermarlo e' l'antropologa Cristina Cenci, dell'istituto Eikon che ha curato una ricerca sulla presenza dell'Aids su Internet, presentata durante la cerimonia di premiazione del premio giornalistico Riccardo Tomassetti. ''Si e' creata una sorta di opacita' sociale attorno alla malattia - ha aggiunto Cenci - che genera un effetto paradossale: non si parla di Aids perche' si assume che rientri nella responsabilita' del singolo e non della collettivita'. Gli individui, non piu' esposti ad una comunicazione sociale diffusa, 'si dimenticano' dell'Aids. Il risultato e' l'aumento della diffusione e delle diagnosi tardive''. Dai dati della ricerca emerge che dei 4.127 messaggi dedicati all'Aids, la grande maggioranza (3.393) e' concentrata nei forum, e in particolare in quelli specializzati delle associazioni di riferimento (il 79% del totale), dove spesso coloro che pensano di avere avuto comportamenti a rischio esprimono la propria ansia e confusione. Nei blog invece l'Aids e' citato in misura nettamente inferiore rispetto al cancro: 600 sono i post che trattano di Aids-Hiv contro gli oltre 3.500 dedicati al cancro. Il riconoscimento per ricordare il giornalista scientifico Riccardo Tomassetti scomparso lo scorso anno all'eta' di 39 anni e' andato ad Andrea Vignolini per la categoria agenzie e quotidiani, Eros Fabrizi e Caterina Lucchini per la categoria periodici, Alessio Lasta per la categoria radio e tv e Francesco Maggi per la categoria web.(ANSA).

Ventiquattro esponenti del clan Santapaola-Ercolano di Catania sono stati arrestati nell'ambito di una vasta inchiesta su intrecci tra mafia, imprenditoria e politica. I reati contestati sono di associazione mafiosa finalizzata a estorsioni, rapine, furti, al controllo di attività economiche e appalti e a ostacolare il libero esercizio del voto in occasione di competizioni elettorali.
L'inchiesta di Catania avrebbe fatto luce anche su una serie di tangenti imposte a imprenditori edili che erano costretti a comprare il cemento da imprese 'amiche' della cosca. Le indagini dei carabinieri, durate due anni, avrebbero accertato anche i collegamenti tra la frangia del clan Santapaola che opera nella provincia e Cosa nostra di Catania. I provvedimenti restrittivi, in corso di esecuzione da parte di oltre 200 militari dell'Arma, sono stati emessi dal gip Antonino Fallone su richiesta del procuratore aggiunto Giuseppe Gennaro e dei sostituti della Dna, Carmelo Petralia, e della Dda, Agata Santanocito.
Presi a Palermo i broker della mafia
La polizia di Stato ha arrestato cinque professionisti accusati di aver utilizzato, per conto di boss palemritani, somme di denaro di provenienza illecita per investirli in attività imprenditoriali e in borsa. Si tratta di un'indagine che secondo l'accusa fa luce su una zona grigia del mondo della finanza siciliana che sarebbe stata a disposizione, in particolare del capomafia Antonino Rotolo, per riciclare denaro. I provvedimenti cautelari sono stati emessi dal gip del tribunale su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Palermo
L'omicidio di due "cani sciolti"
Roberto Faro, 19 anni, e Giuseppe Salvia, 29, furono assassinati l'11 giugno del 2006 a Paternò perché erano due ladri non 'inquadrati' nelle cosche locali che avevano messo a segno dei furti di materiale edile e di carburanti in cantieri 'tutelati' da Cosa nostra. E' quanto emerge dall'operazione 'Padrini' dei carabinieri di Catania. I sicari non esitarono a sparare contro gli obiettivi dell'agguato nonostante la presenza del figlio di Salvia, che allora aveva 7 anni, e che rimase gravemente ferito. Per quell'episodio sono indagate, tra mandanti ed esecutori, quattro persone, arrestate nei giorni successivi dai carabinieri: Salvatore Assinata, di 36 anni, figlio del presunto boss Domenico, Alfio Scuderi, di 35 anni, Giovanni Messina, di 44, e Benedetto Beato, di 26. Durante i due anni di indagini sulla cosca gli investigatori hanno anche impedito una vendetta trasversale nei confronti di un proprio affiliato 'colpevole' di avere un fratello collaboratore di giustizia. (http://www.tgcom.it/)

La Dia di Roma ha posto sotto sequestro società, aziende, ville, terreni, conti correnti ed auto per valore complessivo di 5 milioni di euro riconducibili a clan mafiosi italo-canadesi che collaboravano con Cosa nostra. Il provvedimento è stato emesso dal gip di Roma su proposta della procura distrettuale antimafia della capitale ed ha riguardato Giuseppe Spagnolo, imprenditore di Cattolica Eraclea di 53 anni e Beniamino Gioiello Zappia, ingegnere di 70 anni originario della Calabria ma per anni in Canada e Stati Uniti. Il sequestro fa parte dell'inchiesta che vede coinvolti gli esponenti di spicco del clan mafioso dei Rizzuto, organico, spiegano gli investigatori della Dia, alla storica famiglia di narcotrafficanti Cuntrera-Caruana che hanno il loro raggio d'azione tra Montreal, Roma, Milano, Bari Reggio Calabria e Agrigento.L'indagine ha consentito di alzare il velo sui beni riconducibili alle 'cellule' operative italiane del clan Rizzuto che, nel 2005, aveva tentato di inserirsi nel mega appalto per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina.Tra i destinatari dei provvedimenti di sequestro, quattro esponenti dell'organizzazione mafiosa già indagati o arrestati durante l'operazione "Orso Bruno", conclusa ad ottobre del 2007. (da agrigentonotizie.it)

(AGI) - Palermo, 25 nov. - I carabinieri del Nas di Palermo hanno proceduto alla sospensione del numero di riconoscimento Ce per 15 stabilimenti ittico-conservieri nella zona di Sciacca (Agrigento). Il provvedimento cautelare, che comporta il fermo dell'attivita' di trasformazione e distribuzione degli opifici, si lega a precedenti accertamenti condotti dallo stesso Nas, che aveva riscontrato irregolarita' autorizzative in materia di scarichi e di prevenzione all'inquinamento ambientale. Sempre i militari del Nas di Palermo, in analoga attivita' di vigilanza sanitaria presso un deposito all'ingrosso in Mazara del Vallo (Trapani), hanno sequestrato 3 impianti di refrigerazione, contenenti 10 quintali di prodotti ittici, detenuti in carente stato di conservazione e prive di indicazioni di provenienza e varieta' del pescato. Insieme al sequestro operato a Giarre (Catania) dal Nas di Catania di oltre 300 quintali di prodotti ittici e contestuale chiusura del deposito irregolare, tali specifiche attivita' condotte dai Nas siciliani nell'ultimo mese hanno contribuito a sottrarre dal mercato complessivamente oltre 27 tonnellate di pescato e prodotti ittici non regolamentari. Gli alimenti sequestrati, per un valore stimato di oltre 300.000 euro, sarebbero stati destinati al circuiti distributivi dell'isola e del restante territorio nazionale.
Le paure dei bloggers in tema di salute,la lotta alla mafia che continua con arresti e sequestri in tutta Italia ma soprattutto al sud, la crisi delle industrie ittico-conserviere con posti di lavoro a rischio, impianti di depurazione inesistenti o non ancora a norma ed impianti chiusi per inadempienze varie... si cerca con volontà e nel rispetto delle istituzioni di risolvere le questioni che maggiormente ci riguardano... è una lotta lunga e difficile... lamafia esiste ancora purtroppo ma le forze dell'ordine fanno con serietà ed efficacia il loro dovere, speriamo che i tagli in materia di sicurezza non intacchino il loro lavoro... che il cittadino venga protetto e rispettato nella sua persona e nel suo lavoro, con la giustizia sempre vigile e solerte nell'intervenire. E' un diritto, è un dovere.

sabato 29 novembre 2008

E' tornato il Voto di Scambio palese! (Quello tacito non se n'era mai andato...)

Silvio Berlusconi nel fine settimana si è divertito a prendere per i fondelli i cittadini abruzzesi e gli italiani tutti. Le sue balle hanno riempito giornali e Tg locali e nazionali generando l’indignazione di giovani, famiglie e degli abruzzesi. Oltre agli attacchi rivolti al sottoscritto, che mi rendono orgoglioso di essere ostile ad un plurindagato, le sue offese hanno raggiunto un po’chiunque. Ha chiesto al Vescovo di L’Aquila di aiutare il suo candidato nelle elezioni d’Abruzzo alludendo forse ad una sorta di voto di scambio che ha ormai sdoganato nella coscienza del suo governo. Il Vescovo gli ha semplicemente ricordato che lui “è il pastore di tutti e che deve vincere il migliore”. Ha detto che le famiglie devono consumare di più, altrimenti le aziende si fermano. Quelle famiglie a cui la sua politica dissennata sta sfilando gli ultimi centesimi di tasca e che stanno finendo per le strade a migliaia perdendo i posti di lavoro ogni giorno. Il tutto mentre i suoi parlamentari bocciano gli emendamenti dell’Italia dei Valori per eliminare i doppi rimborsi elettorali e i doppi stipendi per Parlamentari e Ministri e Sottosegretari. Ha dichiarato che il crollo della scuola è stata una “tragica fatalità”, quando sa benissimo che i suoi tagli al personale previsti nella scuola produrranno il moltiplicarsi di questi fenomeni. Caro Berlusconi non è una tragica fatalità, ma scelleratezza della classe dirigente politica. Nel gennaio '96 è stata approvata la legge 23. Il ministero avrebbe dovuto realizzare un'anagrafe con cui «accertare consistenza, funzionalità e sicurezza di tutto il patrimonio di edilizia scolastica». Sono passati 13 anni. Sono stati spesi dei soldi. Ma dell'anagrafe non c'è traccia come recita un articolo del Corriere della Sera di ieri. Ha dichiarato che farà arrivare soldi per le infrastrutture perché sa che gli abruzzesi ne hanno profondamente bisogno. Ma i suoi soldi sono balle, balle colossali. Gli unici investimenti per le infrastrutture saranno quelli allocati dal precedente governo, di cui facevo parte in qualità di Ministro delle Infrastrutture, ai quali la sua finanziaria non ha aggiunto un centesimo. In Abruzzo ha preso in giro gli abruzzesi, evitando di parlare di proposte concrete, del loro futuro, sfoggiando show, battute e barzellette e rispolverando i sondaggi inesistenti che danno il suo dipendente candidato alla Presidenza della Regione, neanche a dirlo, in vantaggio. Falso. Gli abruzzesi sanno che Carlo Costantini, il candidato dell’Italia dei Valori, ed il dipendente di Berlusconi sono alla pari e che Carlo vincerà le elezioni. E dall’Abruzzo cambierà il Paese.
Silvio Berlusconi mente imbonendo le coscienze e lo fa utilizzando le sue televisioni, e quelle di Stato, di cui ora Villari è suo garante.


In Abruzzo c´è bisogno di una politica seria e onesta. Non servono certo le vane promesse elettorali che sta facendo la coalizione di centrodestra, attraverso l'ennesimo dipendente di Silvio Berlusconi. E' di pochi giorni fa un video spot che sta spopolando in Rete nel quale viene sostanzialmente lanciata una campagna di "censimento": ai giovani viene fatta la promessa di procedere, una volta ricevuti i curricula, alle selezioni per un fantomatico impiego a partire dal 31 gennaio. Questo non è nient'altro che un voto di scambio.
Questo episodio umilia i giovani abruzzesi e, più in generale, i giovani, che ripudiano questo tipo di politica, fondata sul clientelismo di cui è solito servirsi il centrodestra. Il partito di Berlusconi è abituato a comprare il consenso. L’Italia dei Valori non chiede i curricula, ma propone e promuove politiche per i giovani, non solo per una parte di essi, rilanciando l’occupazione, incentivando l’imprenditoria, riducendo la pressione fiscale.
Il lavoro non può essere creato dal nulla con ruoli fantasma e poltrone inventate. È chiaro che tali promesse vengono amplificate poiché Berlusconi ha al suo servizio le Tv private che può utilizzare a proprio piacimento per diffondere i suoi spot elettorali. Ma i giovani, che l'informazione se la sanno cercare attraverso la Rete, quelli non li ingannerete caro Silvio Berlusconi, che da corruttore politico ti stai rivelando anche corruttore economico.

(da antoniodipietro.it)

Ho comprato due lavatrici, tre frigoriferi e uno schermo al plasma. Ingombrano un po’, ma non potevo ignorare l’appello di Testa d’Asfalto dall'Abruzzo. La colpa della recessione è di chi non consuma. Dei finti disoccupati. Le aziende non producono e la Fiat ha i piazzali pieni di auto. E’ una legge di natura. Se non compri, azienda chiude.Italiani, tirate fuori i soldi dal materasso, siete peggio di un genovese. Pensate a quell’uomo. A ciò che ha dovuto patire per il nostro Paese divenuto di sua proprietà. Alle sue ville in Sardegna. Ai suoi mille e mille miliardi. I danèe li ha meritati. Lo sapete, è ricco sfondato grazie a voi. Con il meccanismo dei soldi comunicanti. La pubblicità è il pizzo che pagate su ogni acquisto. Quando comprate una merendina o una scatola di pomodori finanziate Mediaset. La pubblicità fa parte del prezzo del prodotto e la pagate tutti i giorni. Quando voi consumate, lui incassa. Se l’Italia è più povera e lui ricchissimo una ragione ci sarà. Chiamala, se vuoi, P2.Se non consumate, lui diventa triste e non ascolteremo più le sue famose barzellette su Obama abbronzato come Naomi Campbell e su Mangano eroe di Forza Italia. Se la raccolta pubblicitaria di Publitalia crolla, il titolo di Mediaset soffre peggio di Veltroni quando fa opposizione. Se va sotto l’euro chi lo racconta a Confalonieri?Ci sono voluti vent’anni per consumare l’Italia, ma lui ci è riuscito. Ha avuto l’appoggio dei collaborazionisti Bossi, D’Alema e Violante, è vero. Centinaia di giornalisti si sono venduti, è vero. Ma lo sfascio, diciamocelo, è soprattutto merito suo. I 400.000 precari che perderanno il lavoro entro Natale non deludano lo psiconano. Si rechino con le famiglie alla sede più vicina della Mediolanum, la banca intorno a loro. Chiedano del signor Ennio Doris. Dicano che li manda Berlusconi, il coproprietario della banca, e che devono consumare. Un prestito, un mutuo a tasso agevolato e via verso il più vicino centro commerciale per una sveltina tra gli scaffali.La cura per il rilancio dei consumi comunque c’è. Tremonti è al lavoro per una manovra di 80 miliardi di euro che saranno investiti in opere pubbliche. Gli 80 miliardi verranno prelevati dalle tasse degli italiani. Ci arricchiamo e ci indebitiamo da soli. Un giro conto sul conto degli altri. Togliere ai contribuenti per dare alla Confindustria.Lasciate la luce accesa anche di giorno, l’acqua del rubinetto aperta, i caloriferi a tutta manetta. Usate tre preservativi alla volta, uno sull’altro, e due scatole di Viagra per sera. Consumate, consumatevi. L’ottimismo del coglione genera mostri. (da beppegrillo.it)


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Bocchino. Cicchitto. Gasparri. Quagliariello.
Le cose sono 2: o questi hanno un tale disprezzo verso l'intelligenza del cittadino, una tale sicurezza nel ritenerci degli analfabeti totali o di ritorno, oppure semplicemente hanno seri problemi cerebrali.Io non mi so decidere. Ho trovato una loro lettera, scritta ad 8 mani, 4 lenti e mezzo cervello, inviata al Corriere della Sera per cercare di fare Chiarezza sul caso della Vigilanza Rai. Ma è la ripetizione esasperante del seguente concetto che mi fa dannare:
" (...) In occasione dell'elezione del Giudice Costituzionale l'opposizione ha preteso che il centrodestra ritirasse la candidatura di GAETANO PECORELLA, personalità di PRESTIGIO conclamato, per ragioni del tutto PRETESTUOSE, o comunque da NOI NON CONDIVISE. Pur di arrivare ad una soluzione, si è chiesto al prof. Pecorella di fare un passo indietro, NONOSTANTE FOSSE UN'INGIUSTIZIA (...) ".
Pecorella: Personalità di Prestigio?? Ragioni Pretestuose?? Non Condivise?? Un'Ingiustizia??Bocchino, Cicchitto, Gasparri e Quagliariello, mi rivolgo a Voi: ma vi rendete conto di quello avete scritto? Capisco i problemi di Bocchino, che per sostenere la Minchiata Esistenziale secondo cui "avendo il Centrodestra rinunciato alla Pecorella anche il Centrosinistra avrebbe dovuto sacrificare l'Orlando Deluso", ha bisogno di DRITTE SOTTOBANCO di ogni tipo. Forse avrà scambiato la Lettera Gaspare/Cicchittesca per un Pizzino Latorriano, firmando ad occhi chiusi. Ma almeno Voi, basta!Primo: Orlando è una persona valida, uno dei pochi che ancora parlano di Etica e Legalità. Lo so, avrebbe "Vigilato", e questo per voi sarebbe stato letale.Secondo, fondamentale: ora ditemi con quale Fantasia Morbosa continuate a sostenere che Pecorella avrebbe rappresentato un'ottima soluzione per una poltrona in Consulta.Gaetano Pecorella: avvocato, negli anni '80 difende il P2uista Bruno Tassan Din, dagli anni '90 il P2uista Silvio Berlusconi. Pecorella, che di Leggi Ad-Personam è sempre incinto, ammette lui stesso di aver lavorato su provvedimenti "Funzionali a Determinati Processi" ... il "Lodo Schifani", "l’inappellabilità da parte del Pm delle sentenze di proscioglimento", il "Lodo Alfano", giudicati tutti Anticostituzionali (tranne l'Alfanicus, in trepidante attesa).Ma non finisce qui: Pecorella è imputato per favoreggiamento nelle Stragi di Piazza Fontana e della Loggia. Avrebbe corrotto il Pentito Martino Siciliano perché ritrattasse alcune accuse contro Delfo Zorzi. Aspettiamo. Dimenticavo: Pecorella avrebbe dovuto prendere il posto del Giudice dimissionario Vaccarella, già civilista di Previti e Berlusconi. Tutto in "famigghia" ...Eccolo insomma il Candidato Ideale. Per fortuna la nomina di Pecorella è implosa, tanto imponente era l'incongruenza con il ruolo Altissimo, Candido ed Innevato di Membro della Consulta. E tra "Moral Suasion" deVoiAltri e "Villari Abusivi", la seguente avrebbe suonato benissimo: un Giudice della Corte Costituzionale, gran Visir di Leggi Incostituzionali.

No Medaglia alla Memoria per Biagi. No Cittadinanza Onoraria per Saviano.
Noi, che dei Premi ce ne freghiamo e sappiamo benissimo che a volte dietro di essi si nascondono solo Ipocrisia e Taciti Accordi, non possiamo passare sopra i fatti di ieri.Perché stavolta non è il "Riconoscimento" in sé ad interessarci. Ma l'atteggiamento della Maggioranza di CentroDestra che governa Milano. Letizia Moratti, la donna dalla Catastrofe Facile, liquida con l'appoggio compatto della Giunta la nomina di Enzo Biagi agli "Ambrogini d'Oro", le massime onorificenze civiche del Comune Milanese. Possono infatti essere assegnati solo a "Persone Straordinarie, per senso civico, capacità professionale, coraggio o forza morale". Stesso discorso per la cittadinanza onoraria negata a Saviano. Indagata per "abuso d'ufficio" riguardo ai famosi "incarichi d'oro" (63 Persone, 8 milioni di euro l'anno), Suor Letyz tentò nella scorsa legislatura Berlusconica di azzoppare la scuola italiana, preparando di fatto il terreno per l'attuale "School'Killa" Gelmini (feat. Tremonti). Oggi, dopo le dichiarazioni dello scorso anno in cui affermava che a Biagi sarebbe spettato un "Riconoscimento doveroso", e che la mancata assegnazione del premio '07 era dovuta solamente a ragioni di tempistica, ecco come ri-boccia la candidatura di Enzo:
"Lasciamo che queste divergenze si dimentichino, la memoria va onorata anche con la PACIFICAZIONE ... ".La PACIFICAZIONE?? Il Silenzio quindi? Il Seppellire? Il Dimenticare? E' giusto premiare solo chi non contesta la Leadership Politica, chi fa gli affari propri?No, non è questa la Via. La Via è l'esaltazione della Memoria. Premiare, mettere al centro dell'attenzione, coinvolgere i Meritevoli. E se ancora in vita, tanto meglio.Il Centrodestra vuole scordare "l'Uso Criminoso" della Tv ... "tipico" di Enzo Biagi. Lui, che fece l'errore madornale di rappresentare l'antitesi Ragionata dell'Ascesa Polis/Mediatica Arcoriana. Ci volle un "Editto Bulgaro" per umiliare il Giornalista, e macchiarlo dopo una carriera stupenda, riconosciuta anche a livello internazionale.Biagi è Morto, Saviano è Vivo. La costante di questo Patetico Paese? Il non saper abbracciare, coccolare, far crescere o ricordare i propri Talenti Eccelsi.
(da Wil Non Leggerlo Blog)

E' Ufficiale! Rallegratevi tutti... è tornato il Voto di Scambio ufficiale, come sapete.. quello tacito, nascosto, invisibile, piegato alle regole del bisogno, non se n'era mai andato in realtà... certo, se ad reistituirlo ci pensa il nostro attuale Premier, non è che poi ci sia tanto da stare allegri. Quantomeno salviamo le apparenze! Non facciamoci prendere per i fondelli ancora una volta da tutta la stampa estera del globo terrestre.. che ride delle nostre italiche vicende, tra lodi anticostituzionali, comma nascosti che decidono segretamente le nostre vite senza che ce ne facciano accorgere, Saviano che è costretto a fuggire dall'Italia perchè la protezione comincia a mancare, la commissione di vigilanza RAI divenuta solo un manipolo per gli uomini del presidente... e poi ci scandalizziamo e facciamo i falsi moralismi, quando si parla di deriva democratica nel nostro paese... basta urlare che va tutto bene per stare davvero bene? far evidenti i timori di tutto un popolo è creare inutili allarmismi o avere ancora il diritto di fiatare (tanto per dire qualcosa) ed essere realisti?
Vogliamo ancora credere nella Costituzione e nei suoi articoli, è questo il vero patto con gli italiani che tutti i parlamentari, i ministri, i premier, i presidenti della Repubblica, dovrebbero sottoscrivere prima di venire eletti...

Molecole di Vita n°39 - Riflessioni sparse...

Uno scrittore non dimentica mai la prima volta che accetta qualche moneta o un elogio in cambio di una storia. Non dimentica mai la prima volta che avverte nel sangue il dolce veleno della vanità e crede che, se riuscirà a nascondere a tutti la sua mancanza di talento, il sogno della letteratura potrà dargli un tetto sulla testa, un piatto caldo alla fine della giornata e soprattutto quanto più desidera: il suo nome stampato su un miserabile pezzo di carta che vivrà sicuramente più a lungo di lui. Uno scrittore condannato a ricordare quell’istante, perché quel punto è già perduto e la sua anima ha un prezzo. (Carlos Ruiz Zafon - da "Il gioco dell'Angelo")




Certe notti come questa è come se avessi un grosso zaino sulle spalle, quel grosso zaino in cui ogni giorno metto qualcosa, chissà perché! E la notte che tiro fuori tutti i miei pensieri, li ritaglio cercando di incollare un grosso aquilone leggero, leggero, per farlo volare alto e con lui i miei desideri. E anche stanotte ero qui a guardare la luce delle stelle che fa brillare i miei sogni più di tutti gli altri, sto bene, questa notte entra un’aria fresca dalla finestra e mi da una sensazione meravigliosa. Devo scegliere il vento per il mio aquilone, per farlo volare, ma non c’è fretta perché è una notte fantastica questa, da vivere. Qualche volta salgo su uno dei miei sogni, metto in moto e volo in una notte come questa, nel mare delle stelle, tra il miele lunare come se fosse lì solo per me. Mi manca il respiro, e allora do più gas, chiudo gli occhi e vado a planare dolcemente sulla radura. Sai non me ne accorgo ed è l’alba. Raccolgo le mie cose, i miei pensieri, le mie emozioni stropicciate dal vento e rimetto tutto nello zaino.
Poi vado a letto... ma si chissà, magari alla fine tornerà la notte e con lei le stelle.

(Riflessione di una notte - Calogero Parlapiano)


Ho sognato che camminavo in riva al mare con il Signore e rivedevo sullo schermo del cielo tutti i giorni della mia vita passata. E per ogni giorno trascorso apparivano sulla sabbia due orme: le mie e quelle del Signore. Ma in alcuni tratti ho visto una sola orma, proprio nei giorni più difficili della mia vita. Allora ho detto: "Signore io ho scelto di vivere con te e tu mi avevi promesso che saresti stato sempre con me. Perchè mi hai lasciato solo proprio nei momenti più difficili?" E lui mi ha risposto: "Figlio, tu lo sai che io ti amo e non ti ho abbandonato mai: i giorni nei quali c’è soltanto un’orma sulla sabbia sono proprio quelli in cui ti ho portato in braccio" (Storia fantastica per me)

Si dovrebbe scegliere con il cuore non con la ragione, non a convenienza . Non si dovrebbe parlare di amore, se amore non si prova. Non si dovrebbero dire parole a caso, tanto per usare parole mai usate. Bisogna essere coerenti con se stessi, se amo amo, se odio odio. Se una persona ama, lo deve fare anche senza la persona amata, anche senza il consenso delle persone che la circondano. Non bisogna nascondere cosa si prova, in nessun caso. E’ facile amare quando una persona ce l’hai, è facile dire ti amo quando stai con lei; è difficile amare e continuarlo a fare quando sai che l’altra persona non ricambia e quando diceva di ricambiare... in realtà mentiva. (dal blog di Stefi)

Aristofane intendeva giustificare quello che appare una caratteristica essenziale di ogni esperienza amorosa: desiderio di riccongiungersi all’altro in esso si racconta che un tempo la natura umana comprendeva tre sessi:il maschile,il femminile e l’androgino.... quest’ultimo era partecipe sia della natura del maschio che della femmina. La forma di questo essere androgeni era una totalità piena e rotonda, dotata di quattro gambe e braccia, di due sessi,di due volti su un’ unica testa.per quanto mostruosi, essi erano completi, forti e vigorosi, tanto da tentare la scalata al cielo e suscitare la preoccupazione di Zeus che, per indebolirli, pensò bene di tagliarli esattamente in due metà. Secondo il mito, dunque, gli uomini di oggi derivano da questo essere straordinario e sono costituiti dalle metà di ciò che essi erano in origine: per questo provano una forte nostalgia dell’unità perduta e della completezza di cui potevano godere un tempo. Il desiderio imperioso dell’altro, dell’anima gemella, che connota ogni esperienza amorosa, deriva proprio da questa “perdita” originaria, chee per tutta la vita rappresenta uno stimolo alla ricerca di qualcuno o qualcosa che possa colmare il vuoto. Il mito, che racchiude una sapienza antica e profonda, ci spiega il perchè di tale desiderio,sostenendo che esso dipende dal fatto che l’uomo aspira a ricomporre un’antica unità perduta.
L’amore è il sintomo di una debolezza e di una punizione. Un tempo gli umani erano completi, nella loro robusta rotondità di esseri androgeni ed erano una minaccia per gli Dei:la loro perfezione era vissuta, infatti, come superbia. Un giorno essi tentarono di ribellarsi alla divinità, la quale per cui pensò di punirli per bene e indebolirli.... dividendoli in due....
L’amore è dunque quel sentimento “ontologico” (che tocca le fibre più profonde dell’essere) di ricomposizione dell’unità perduta. In questo senso esso è sentito come un grande rimedio alla povertà e alla debolezza umana. Quando si ama e ci si ricongiunge al proprio amato, ecco l’essenza del mito, si è felici, perchè si è di nuovo perfetti e completi. (Filosofia e Miti)



La saggezza non è sapere. Colui che è colto non può vederla, è cieco. Solo colui che è innocente può vedere la saggezza, solo un bambino, solo colui che non sa niente e le cui azioni nascono da uno stato di non sapere; solo costui può conoscere la saggezza. La saggezza non ha niente a che fare con il sapere, nulla di nulla: ha a che fare con l’innocenza. Per crescere la saggezza ha bisogno di una certa purezza di cuore, di un certo vuoto dell’essere. "Solo coloro che sono simili ai bambini potranno entrare nel regno di Dio, mio Padre." Certo, Gesù aveva ragione. Il sapere proviene dall’esterno, la saggezza affiora interiormente. Il sapere è fatto di nozioni prese in prestito, la saggezza è originale. Quando sarai in grado di vedere, senza che la polvere del sapere offuschi lo specchio della tua anima, quando la tua anima sarà priva della polvere del sapere e sarà solo uno specchio, rifletterà ciò che è. Questo e la saggezza. Il riflesso di ciò che è, è saggezza. Il sapere gratifica l’ego, la saggezza accade solo quando l’ego è scomparso, quando è dimenticato. Il sapere può essere insegnato, le università esistono per insegnarlo. La saggezza non può essere insegnata, è simile a un contagio: devi stare vicino a un saggio, solo così comincerà a muoversi qualcosa in te. Il movimento dell’interiorità del discepolo non è causato dal Maestro, non segue la legge di causa ed effetto. E’ ciò che Jung chiama "sincronicità". Il maestro è talmente colmo di silenzio, talmente traboccante di innocenza, che la sua presenza scatena in te un processo, si limita a stimolare dentro di te un processo. Il Maestro non ti trasmette nulla: è il tuo essere interiore che comincia a ricordare: "Ho anch’io lo stesso tesoro che ha il Maestro. L’avevo semplicemente dimenticato. Mi ero rivolto tutto all’esterno, tenendo l’interiorità al secondo posto. Quel tesoro non l’avevo perso, l’avevo solo dimenticato, ero caduto in un sonno profondo". Chi è addormentato, al massimo può sognare di essere sveglio. Ma anche questo è un sogno. Quel sogno è il sapere: è la persona addormentata che crede di conoscere... ecco cos’è la cultura. Ma colui che si è realmente risvegliato, è saggio. Il sapere è un sostituto della saggezza, falso come un fiore di plastica. La saggezza è vera conoscenza, è conoscenza e non sapere, perchè non ha un limite. Continua a crescere, continua a fluire. L’uomo saggio continua a imparare, il suo apprendimento non si fermerà mai. Non essere colto, sii saggio. (Osho - Sulla coscienza e la saggezza)

3 Doors Down - Here without you

venerdì 28 novembre 2008

"C6" - "PostIt" del 7 novembre 2008 con il mio Intervento in diretta


(www.c6.tv - www.c6postit.blogspot.com )
Lo scorso 7 novembre sono stato ospitato in diretta dall'importante programma "PostIt" del canale web "C6"... è stata un importante occasione per segnalare i miei post di questo blog "Molecole di Vita" ma anche per parlare in maniera approfondita di alcune delle tematiche più serie di questi giorni... di scuola ed università, dell'impatto della Rete e dei bloggers in particolare sul mondo dell'informazione, per parlare dell'Associazione L'AltraSciacca e di alcune battaglie molto significative come quella dell'acqua e dei canoni di depurazione e per segnalare alcuni tra i miei blogs e bloggers amici... ringrazio pubblicamente la redazione del Programma ed in particolare l'amico Daniel Enrique per lo spazio concessomi e per aver recuparato con pazienza e volontà il link di questa puntata registrata. Grazie!
L'idea, come quella di "PostIt" di realizzare un programma fondato sull'informazione data dai blogs mi piace e mi stuzzica parecchio, è come se fosse un "TG Web" ma fondato sulle parole e sui post (che gli internauti decideranno se e quanto più liberi rispetto ai tg della tv) dei bloggers.
A tutti voi una Buona Visione....


La Riserva Naturale del Cansalamone


C’è un posto a Sciacca dove la natura cresce ancora rigogliosa ed è libera di far bella mostra di sé senza rischiare né di essere intaccata dall’uomo, né di essere sistemata secondo i più normali criteri di decoro urbano. C’è un posto a Sciacca dove gli animali sono ancora in grado di procreare e di vivere tranquilli e beati, liberi di scorazzare tra il verde delle piante e le abitazioni dei cittadini, gli insetti svolazzano tra le erbacce, i topi si fanno strada tra la natura incontaminata e trovano spazi enormi per sistemare i loro nidi, i cani randagi possono scorazzare senza impedimento alcuno e grandi branchi passeggiano nella zona, felici dell’ultimo paradiso non artificiale della città.
C’è un posto a Sciacca dove tutti noi siamo liberi di gettare l’immondizia senza rischiare nulla, possiamo liberarci del superfluo e nessuno si accapiglierà per indicarci di seguire un minimo comune senso civico, nessuno proverà ad indicarci l’importanza della raccolta differenziata, in quell’area ma non solo lì, tutti possiamo sbarazzarci di tutto: chi troverà i rifiuti tra la folta coltra di vegetazione spontanea immacolata e ridente?
C’è un posto a Sciacca, la riserva naturale del Cansalamone, dove la macchia mediterranea è ancora prospera e fiorente, un posto dove un torrente ha fatto storia e ci ha accompagnato in tutte le fasi della nostra vita, un torrente adesso nascosto, coperto, invisibile, un torrente che rimarrà per sempre nei nostri ricordi grazie al suo incantevole fetore che ancora oggi e soprattutto nei giorni più caldi, ci rammenta la sua presenza, si apre teneri varchi nella memoria di tutti noi e ci fa ritornare un po’ bambini.
C’è un posto a Sciacca dove una strada si è fatta largo tra questa natura incantata, una strada pronta ma chiusa da anni, una strada che tra qualche settimana, vedrà finalmente la luce, una strada un po’ pericolosa per chi dovrà immettersi sul suo asfalto o uscire da essa. E farà un po’ specie vedere automobili ed essere umani penetrare e farsi largo in mezzo ad una delle poche aree verdi e mai bonificate che sono rimaste in città.
C’è un posto a Sciacca…

giovedì 27 novembre 2008

Due Interviste che hanno fatto e faranno discutere...


Berlusconi accostato a Hitler. Veltroni «ingenuo». Il Pd giunto «alla resa dei conti tra lupi». E parole mai sentite su Tangentopoli. Come quelle che Antonio Di Pietro affida al suo intervistatore Gianni Barbacetto, nell'autobiografia Il guastafeste che Ponte alle Grazie pubblicherà giovedì, e che il Corriere ha letto in bozze: «Provo un grande rammarico per la vicenda di Raul Gardini, perché forse avrei potuto salvarlo... ma quello che ho fatto l'ho fatto per mantenere la parola data. È anche per questo che Gardini oggi non c'è più».
«Avrei potuto salvarlo»
Racconta Di Pietro: «Riesco a trovare le prove della responsabilità di Gardini nei pagamenti» delle tangenti Enimont, e «ottengo da Ghitti una misura cautelare. Il suo avvocato comincia con me una trattativa: Gardini vuole consegnarsi alla giustizia, ma senza andare in carcere». L'appuntamento è a Palazzo di Giustizia, alle 8 e 30 del 23 luglio 1993. «Do la mia parola all'avvocato: non andremo ad arrestarlo. Mi sarei riservato di decidere in base all'esito della deposizione. Se avesse parlato lui, sarebbe stata la caduta degli dei. Avrebbe raccontato dei soldi dati a tutti i partiti, compresa la valigia a Botteghe Oscure per il Pci». Il giorno prima, l'avvocato ribadisce le condizioni: «Gardini non dev'essere messo in manette. Lo porteremo in procura, però ci deve arrivare libero, con i suoi piedi». Di Pietro però non si fida. «Rispetto il patto, ma mi assicuro che non scappi. Il giorno prima faccio mettere sotto controllo la sua abitazione di Milano, l'abitazione di Ravenna, l'abitazione di Roma. A notte fonda, i carabinieri mi avvertono che Gardini sta arrivando nella sua casa di Milano, in piazza Belgioioso. "È in arrivo, dottore, lo prendiamo?". In quel momento, avrei potuto salvare Gardini. Se avessi detto: "Prendetelo"! Gardini sarebbe vivo. Ma avevo dato la mia parola. Così ho risposto: "Comandante, fermi tutti. No, non arrestatelo. Tenete discretamente sotto controllo la casa"».«Alle 8 del mattino dopo, Gardini telefona all'avvocato. So per certo che stava per venire da me. Poco dopo è successo l'irreparabile. Mi precipito a Palazzo Belgioioso, e vedo subito che tra i giornalisti accorsi e qualche carabiniere poco accorto sta già montando un giallo: "L'hanno ucciso!" sussurra qualcuno, e a riprova fa rilevare che la pistola è appoggiata sul comodino mentre Gardini è riverso nel letto. Io chiamo seduta stante il maggiordomo, e lui mi spiega che la pistola l'ha spostata lui, dopo aver trovato Gardini che l'aveva usata per uccidersi, nel tentativo di soccorrere il morente».
Mani pulite
«In procura ero snobbato, molto snobbato. Ero considerato un poliziotto, ero ricordato come il poliziotto che i miei colleghi avevano conosciuto. Fino a qualche mese prima avevo lavorato come commissario al IV distretto di polizia, e quasi quotidianamente avevo portato ai pm milanesi di turno gli arrestati del giorno e della notte precedente...». «È stata importante anche la mia esperienza di perito elettronico », e soprattutto un cambio di strategia: «Prima, nel reato di corruzione, si puntava a indagare sul corrotto, sul politico. Io mettevo con le spalle al muro i corruttori, gli imprenditori. Gli imprenditori non erano i più deboli, ma i più opportunisti: quelli che avevano più convenienza a parlare». Tra i paradisi fiscali, Di Pietro indica «anche la Città del Vaticano, con la sua banca Ior. Spiace dirlo, ma è la verità». Oggi «Tangentopoli c'è ancora, ed è più agguerrita di prima».
Gli ex comunisti
«L'ha detto Craxi, lo dice Berlusconi. Ma i primi a sostenere che Mani Pulite è stata un'operazione politica per eliminare alcuni partiti sono stati, incredibile a dirsi, quelli dell'allora Pds, non appena si accorsero che indagavamo anche sui loro cassieri, Pollini e Stefanini. È successo quando siamo andati a fare una perquisizione alle Botteghe Oscure. Dovevamo capire che fine aveva fatto un miliardo di lire: Cusani racconta che Gardini l'ha portato a Botteghe Oscure. Piaccia o non piaccia, quel miliardo lì è entrato, anche se non siamo mai riusciti a sapere a chi è arrivato. I segretari politici d'allora, Occhetto e D'Alema, io li ho chiamati, ho chiesto che fossero anche sentiti in aula, ma il presidente del tribunale ha deciso che non c'erano elementi nemmeno per sentirli come testimoni».
Versace e Ferrè
«Libero ha dedicato due pagine a Santo Versace, titolo: "Così ho sconfitto Di Pietro". Ma che sconfitto! L'indagine, su Versace come su tanti personaggi della moda, riguardava le tangenti alla finanza. Ricordo ancora quando Ferrè è venuto da me a spiegarmi, con la camicia fuori dai pantaloni: mi ha fatto impressione, lui che era un grande stilista. Ebbene: le tangenti sono state pagate, i finanzieri sono stati condannati. Versace è stato condannato in primo grado e in appello e alla fine, in Cassazione, ha convinto l'ultimo giudice di essere stato costretto a pagare».
I miei errori
Di Pietro nega di aver mai ricevuto una Mercedes: «Dopo averla tenuta in prova per qualche giorno, mi resi conto che consumava troppo. Perciò non la comprai ». Ammette di aver ricevuto un prestito da cento milioni, ma precisa di non averli restituiti «con banconote avvolte in carta di giornale. Li ho restituiti con assegni». Riconosce che fu «un errore». «Oggi andrei in banca piuttosto che da un amico a chiedere un prestito». «Ho conosciuto l'ambiente craxiano milanese, ma appena ho capito di che pasta fosse fatto, l'ho perseguito penalmente senza guardare in faccia nessuno, anche se avevo avuto rapporti di frequentazione con alcuni di quell'ambiente».
Berlusconi
«Il mio partito viene sempre più visto come la vera, unica opposizione al modello fascistoide di governo berlusconiano, fatto di furbizie, favoritismi, leggi ad hoc, manganelli e accenni di xenofobia». «I magistrati? Rappresentano per Berlusconi ciò che gli ebrei rappresentavano per Hitler: razza infame da eliminare, anzi dementi da mandare nei manicomi. Non lo dico io: l'ha affermato lui stesso! Non credo che bisognerà aspettare molto. La "soluzione finale" è vicina per i giudici». «I soldati nelle città? Neanche sotto il regime fascista si era tentato di infinocchiare l'opinione pubblica in tal modo. Neanche Mussolini, con le sue otto milioni di baionette, aveva osato tanto! ».
Le avances del Cavaliere
È il 1994. Berlusconi telefona dal Quirinale, dov'era salito per accettare l'incarico di formare il nuovo governo. «Mi dà un indirizzo: via Cicerone numero 40. Lì trovo scritto sul portone: Studio Cesare Previti ». L'offerta è di fare il ministro dell'Interno; «intanto La Russa aveva fatto la stessa operazione con Davigo: a lui viene proposto di fare il ministro della Giustizia». Borrelli li convince a rifiutare. Ma un anno dopo Berlusconi invita Di Pietro a casa. «Succede nel febbraio-marzo 1995. È la prima e ultima volta che entro nella villa di Arcore. Berlusconi mi propone di entrare nella squadra: vieni in Forza Italia, non siamo nemici, abbiamo le stesse idee liberali. Io ho risposto che non era il momento per me di fare scelte. Berlusconi adombra allora l'ipotesi di incarichi di prestigio nell'amministrazione dello Stato, al vertice della polizia o dei servizi di sicurezza. Tutti e due stiamo stati molto attenti a non scoprirci. Ci siamo annusati, e abbiamo capito che non era cosa».
Altre avances
«Franco Frattini mi chiamò quando era ministro della Funzione Pubblica nel governo Dini. Mi disse che voleva fare un partito con me, perché lui con Berlusconi non c'entrava nulla. Anche Buttiglione mi chiamò e mi invitò a casa sua: cercò in tutti i modi di convincermi a fare con lui un partito contro Berlusconi. Giovanardi mi scrisse una lettera in cui osannava me e Mani Pulite, e ora non perde occasione per attaccarmi. Non le dico poi le volte che sono stato circuito da Casini...».Giuliano Ferrara «Nel collegio del Mugello lo stracciai. Lui, che tanto se la tirava!».
Prodi
«Nel 2006 mi aveva offerto di fare il ministro delle Telecomunicazioni. Però non ero considerato molto affidabile per la pax politica bipartisan di controllo dell'informazione pubblica. Sia a destra, sia a sinistra c'è qualcuno che mi guarda con fastidio. Come ora dimostra il caso Orlando». «Poi Prodi mi chiese di andare ai Lavori pubblici, e mi disse che era stata un'idea di una sua nipote». L'indulto? «Romano l'ha subìto più che voluto». «Prodi è stato impallinato dalla sua stessa coalizione. Anche, a volte — per onestà intellettuale devo ammetterlo — dall'agrodolce dell'Italia dei Valori».
Il Pd
«Sono tornati i vecchi lupi d'apparato. In tutto il Paese, ormai, stiamo assistendo a un redde rationem da Ok Corral che non rende giustizia all'impegno di Veltroni. Il Pd mi sembra un'identità in cerca di autore. Con quale Pd avrei dovuto fare il gruppo unico?».
Veltroni
«Inizialmente ha abboccato all'amo berlusconiano. In modo genuino, ma anche un po' ingenuamente, si è dichiarato disponibile a dialogare con Berlusconi». «Su di noi ha detto bugie, ci ha rivolto un attacco tutto basato su falsità. La prima falsità è che avremmo violato il patto. La seconda, quella che Veltroni va ripetendo dappertutto, è che l'Idv sarebbe a favore del reato di immigrazione clandestina. Mi ha fatto arrabbiare, anche se ho dovuto reprimere la voglia di dirgliene quattro, per il bene dell'alleanza». «Ora mi pare che abbia capito il madornale errore». E con Berlusconi «ha cominciato a comportarsi proprio come me».
Bossi
«Potremmo dire che il mio partito sta al Pd come la Lega sta al Pdl. La Lega non è solo il dito medio di Bossi o la bandiera strappata, ma si regge sul lavoro di tanti amministratori locali. Noi siamo una Lega non del territorio, ma dei valori. Non è un caso che nei nostri manifesti, in Lombardia, abbiamo messo il disegno della gallina cui la politica romana ruba le uova: è lo stesso, identico simbolo usato a suo tempo dalla Lega».
In seminario
«Quando andavo a scuola non potevo giocare con i figli di quelli che non venivano in chiesa, con il figlio del muratore, perché era comunista. La mia era una famiglia cattolica, anzi direi ecclesiastica, piena di parenti preti e suore in giro per tutto il mondo, dalla Bolivia al Paraguay. Io stesso sono stato anni in seminario». (da corriere.it)

"A Milano si vive in una condizione di minorità rispetto a Salemi, a Milano sono dei terroni". Lo ha detto il critico d'arte e sindaco di Salemi, Vittorio Sgarbi, intervenendo a Palermo alla presentazione del suo ultimo libro. Seduto accanto al presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo, Sgarbi è stato molto critico nei confronti del primo cittadino di Milano, Letizia Moratti, di cui è stato fino a poco tempo fa l'assessore alla Cultura.
Il libro s'intitola "Clausura a Milano e non solo" e narra delle esperienze politiche di Sgarbi, prima in qualità di assessore alla cultura del Comune di Milano e poi come sindaco di Salemi. "Il paradosso è che Milano non solo non fa le cose che riesce a mettere in pratica Salemi, ma non è in grado nemmeno di concepirle", dichiara Sgarbi.
"Qui, a Salemi e in Sicilia, c'è da sempre la vera civiltà", aggiunge il sindaco di Salemi con il benestare del governatore della Sicilia Raffaele Lombardo. Infatti, nonostante le incomprensioni sulle questioni "Garibaldi" e "unità d'Italia", il governatore siciliano ha deciso di presentare il libro di Sgarbi a Palazzo D'Orleans, sede della presidenza della Regione.
La partnership politica di Sgarbi e Lombardo non si è concentrata soltanto contro il sindaco di Milano ma aveva già preso piede qualche settimana prima dell'uscita del libro. Infatti, la coppia si era trovata d'accordo su alcune dichiarazioni del governatore della Sicilia che contestavano le pale per la produzione di energia eolica. "Quando mi ha detto: 'quelle pale le dovrebbero buttare giù con le bombe', ho capito che Lombardo sarebbe diventato un mio grande amico" ha concluso il sindaco di Salemi. (da tgcom.it)
Due interviste che hanno fatto e faranno discutere... due personaggi pubblici, Di Pietro e Sgarbi, che continuano a lasciare una grossa eco ogni qualvolta lasciano delle dichiarazioni... soprattutto in questo contesto e momento sociale e politico... dichiarazioni forti e decise ma al tempo stesso dense di particolari e contestualizzate alla vita di tutti i giorni, anche i nostri, non solo i loro... un paese, L'Italia, ed una regione, la Sicilia, che debbono crescere e meritano di farlo, che debbono svincolarsi dalla logica del potere fine a sè stesso e dall'assoggettamento mafioso e culturale di tutta una generazione... guardiamo ai fatti... terre di grandi amore, cultura, orgoglio, fatte zimbello da tutta la stampa estera... lavoriamo tutti insieme, ognuno la nostra parte... per migliorare ciò che ci circonda, partendo anche dal nostro orticello ma non fermandoci ad esso.. perchè se non contribuiamo a far piovere acqua dal cielo anche la nostra piccola terra prima o poi morirà e del nostro egoismo non resterà nulla, nemmeno per noi.

Tu chiamala, se vuoi, Rassegna...

L’Italia non è una democrazia. E’ una telecrazia, un’oligarchia, una mafiocrazia. Tutto questo insieme, ma non democrazia. Il cittadino non può eleggere il suo rappresentante. Quindi non è una democrazia elettiva. Il cittadino non può partecipare alle scelte pubbliche. Quindi non è una democrazia partecipativa. Il cittadino non ha il diritto di essere informato. Quindi non può decidere. Ma se non può eleggere, né partecipare, né essere informato, cosa gli rimane?E’ straordinario come gli italiani, la maggioranza, non se rendano conto. E rimuovano la realtà di vivere in una dittatura. Quando ci penso mi viene lo sconforto. Solo per cinque minuti, che sono comunque lunghi. Poi mi sale la temperatura corporea e mi metto a battere sulla tastiera come su una mitragliatrice. Ogni informazione un proiettile democratico. Un altro buco nello scolapasta del sistema. Non potranno tappare tutte le voci della Rete.Ho ricevuto due lettere di democrazia e no. Federico da Amsterdam e il Meetup di Villafranca.In Italia l’acqua è stata privatizzata dallo psiconano (lo sapevate?), in Olanda, invece, la politica dell’acqua è fatta dagli olandesi. Il comune di Vigasio nel Veneto cementifica 4,5 milioni di metri quadri, ma non vuole i cittadini fra i piedi. Il Comune è “Casa Loro”, gli stipendi che ricevono sono invece soldi nostri.Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?), noi neppure.“Caro Beppe,sono Federico Bonelli da Amsterdam. Ho ricevuto una lettera in cui mi si chiede di votare per il Rappresentante del consiglio per la gestione delle acque. Il consiglio è sia pubblico che elettivo. Nella lettera, con scheda e busta preaffrancata, c'era un sito internet per informazioni sulle liste e il loro programma.Lo apro, inserisco il cap e appaiono una serie di temi a cui si può rispondere liberamente, da “totalmente d'accordo” a “totalmente contrario”. Le domande sono rilevanti, mi aiuto con Babelfish (eh,l'olandese non è una lingua facile!), con Wikipedia e ogni tanto chiedo a mia moglie che è olandese.Il programma mi posiziona su un grafico con due assi: spesa e ambiente. Il mio voto è rappresentato da una matita e le opinioni di tutti i partiti dal loro simbolo. Se ci passo sopra appare la persona del partito che dovrei votare con le sue risposte al questionario e le motivazioni. Chi ha pagato questo servizio? Le tasse dei cittadini! Perchè è creato dalla fondazione delle acque. Invece che soldi pubblici al partito per inondare di lettere o di spot in tv, qui usano i miei soldi per rendere pubbliche le opinioni dei candidati e compararle con le mie.Domande vere, non scemenze. “Si può proibire l'innaffiatura dei giardini?”. “I contadini dovrebbero pagare per la bonifica delle acque?”. “Si può espropriare terra per aumentare le zone verdi?”.Il questionario mi ha costretto a informarmi e ora so qualcosa in più sull’acqua. Ma ci sono molte altre considerazioni da fare: democrazia rispetto a scelte ambientali che ti riguardano, legate al territorio e alle risorse vitali; uso del danaro pubblico non per finanziare la campagna demagogica del partito, ma per portare l'opinione del partito a conoscenza del cittadino; Internet e strumenti statistici per informare. Penso all'Italia e mi viene da piangere. Per consolarmi bevo dal rubinetto un bicchier d'acqua. E' buonissima. Mi ricordo dell'acqua di Roma quando ero bambino... prima che fosse normale che avesse un sapore orribile per comprare bottiglie su bottiglie d'acqua minerale. Un saluto.” Federico“Caro Beppe,siamo i componenti del Meetup di Villafranca di Verona. Il 18 novembre abbiamo presenziato al consiglio comunale di Vigasio dove è in discussione un progetto enorme chiamato Motorcity. Cemento, mortificazione del territorio e speculazione edilizia, 4.5 milioni di metri quadrati, un miliardo e mezzo di euro, un raggio commerciale di 300 km. Il progetto è arrivato in porto: è imminente il parere (positivo, qui non ci saranno sorprese) della commissione regionale e la Valutazione Impatto Ambientale per poi arrivare in giunta regionale per l'approvazione definitiva.Un affare che sicuramente non riguarda il cittadino. La cosa sconvolgente è che la maggioranza in consiglio comunale di Vigasio non ha alcuna intenzione di consultare i cittadini.Non solo ha impedito alle nostre telecamere di riprendere, ma ha modificato il regolamento del consiglio comunale che ora all'articolo 32 recita: “E’ facoltà del presidente del consiglio disporre o autorizzare la ripresa dei lavori con qualsiasi mezzo”. Inoltre, ha bocciato la proposta fatta dalla minoranza per un referendum consultivo locale per il progetto.Noi abbiamo gia più volte denunciato il fatto dal nostro blog e dal nostro Meetup.Grazie ancora.” Amici di Beppe Grillo, Villafranca di Verona (da beppegrillo.it)

Il governo Berlusconi ha venduto la nostra acqua
In Italia l'acqua e' stata privatizzata!La notizia e' passata nel silenzio piu' assoluto, ma facendo una ricerca in rete spuntano diverse conferme: il 5 agosto il Parlamento italiano ha votato l’articolo 23 bis del decreto legge numero 112, scritto dal ministro G. Tremonti. Nel comma 1 si afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell’economia capitalistica.Scrive Alex Zanotelli sul settimanale Carta: “Cosi' il governo Berlusconi, con l’assenso dell’opposizione, ha decretato che l’Italia e' oggi tra i paesi per i quali l’acqua e' una merce (in mano alle multinazionali). Dopo questi anni di lotta contro la privatizzazione dell’acqua con tanti amici, con comitati locali e regionali, con il Forum e il Contratto Mondiale dell’acqua, queste notizie sono per me un pugno allo stomaco, che mi fa male.”Ci aspetta un futuro di proteste, come gia' e' accaduto ad Aprilia, in provincia di Latina. Nel 2005 Acqualatina, (in mano, col 46,5% delle azioni, alla multinazionale Veolia) decide di aumentare le bollette del 300%. 4.000 famiglie iniziano una protesta pacifica rifiutandosi di pagare l'acqua all'azienda privata e versando i soldi al Comune.Ora, pare che Acqualatina abbia iniziato a mandare casa per casa vigilantes e carabinieri a staccare i contatori e chiudere i rubinetti.“E’ una resistenza eroica e impari questa di Aprilia: la gente si sente abbandonata a se stessa. Non possiamo lasciarli soli!” aggiunge Zanotelli.Parole prese alla lettera dal Parlamento... ora il problema e' nazionale!!!(Fonte: Caserta24ore, ne parla anche un articolo di Rosaria Ruffini dal titolo Acqua in bocca: vi abbiamo venduto l'acqua. http://www.peacelink.it/consumo/a/27507.html) (da jacopofo.com)

L'Acqua deve tornare Pubblica


Free Blogger

Stop the whales massacre!

Marco Travaglio - Passaparola del 24-11-2008: D'Alema è più uguale degli altri


Travaglio, apertura di "Annozero" del 20-11-2008: Il futuro che mi merito.
(Molto interessante, seguitelo!)


Tu chiamala, se vuoi... Rassegna.... che sfilata, ragazzi!... a destra e manca, se ne sentono di tutti i colori, e la nostra povera Italia è in piena emergenza, economica, sociale, democratica... mentre in America Obama prepara la svolta, in Italia siamo in mano ai soliti furbetti del quartierino... ai vecchi ma mai sopiti giochi di potere... mentre in America Obama lavora di pari passo con la Rete, in Italia sono pronti a chiuderla e farla diventare un manipolo di coscienze appiattite e controllate... sono contro tutto e tutti ma mai a favore dei cittadini... poveri animali della Terra sterminati senza pietà nè rispetto solo per le logiche becere del profitto a tutti i costi, D'Alema che fa il furbo mentre Berlusconi lo è.. questa è la differenza... e l'acqua ci è stata depredata senza interpellarci, senza che nessuno ne sapesse nulla se non a cose compiute... Tu chiamala, se vuoi... Rassegna... ma non... Rassegnati!

mercoledì 26 novembre 2008

Un breve Viaggio per l'anima e la mente: tra cultura e filosofia

Roberto Benigni sullo Spirito Santo.... dalla "Divina Commedia"


Nel suo profondo vidi che s'interna,
legato con amore in un volume,
ciò che per l'universo si squaderna:
sustanze e accidenti e lor costume
quasi conflati insieme, per tal modo
che ciò ch'i' dico è un semplice lume
...
Quella circulazion che sì concetta
pareva in te come lume reflesso,
da li occhi miei alquanto circunspetta,
dentro da sé, del suo colore stesso,
mi parve pinta de la nostra effige:
per che 'l mio viso in lei tutto era messo. (Dante Alighieri)

Roberto Benigni spiega queste terzine... Dante descrive Dio...


Lettera Pastorale del Vescovo di Assisi Domenico Sorrentino - Sulla figura di San Francesco


Si tratta di un frammento memorabile della partecipazione di Roberto Benigni alla trasmissione di Adriano Celentano Rockpolitik; Benigni ricorda la figura di Socrate e il valore del suo insegnamento.

Breve carrellata, a metà tra mera cultura e la religione, e la fede... Benigni, attraverso la "Divina Commedia", esemplifica chiaramente il valore dello Spirito Santo e di Dio.. molto meglio, oserei dire, di tanti sacerdoti.. far capire in maniera chiara e con trasporto emotivo concetti di difficile comprensione filosofica e logica... se di ragione si può parlare dinanzi a certi fenomeni... comprendere la'more per la vita terrena attraverso le terzine di Dante, cogliere il senso della crescita civile e spirituale attraverso le parole e la storia di un grande filosofo come Socrate, uno dei padri del pensiero greco,.. il valore storico, morale e spirituale del "più Santo degli italiani, il più Italiano tra i Santi" ossia San Francesco tramite le pagine di Monsignor Sorrentino che senza giri di parole ma con una semplicità "assurda" ci fa cogliere gli aspetti fondamentali e moderni dell'esempio lasciato a tutti noi da San Francesco.... cuore, ragione, vita, spiritualità... come cogliere tanti aspetti così diversi eppure tanto correlati attraverso le immagini e le parole di un grande artista come Benigni e di eccezionali geni della retorica come Dante e Socrate... guardate i video... istanti di profonda cultura e filosofia.... un breve viaggio per l'anima e la mente.

Sciacca e Italia: il Variopinto mondo dei Bloggers

IL FENOMENO DEI BLOGS PRENDE SEMPRE PIU’ PIEDE E COINVOLGE ANCHE SCIACCA. CAMBIA IL MODO DI COMUNICARE ED INTERAGIRE MA COME SEMPRE LA POLITICA VUOLE METTERCI LO ZAMPINO…


La rete internet affascina tantissime persone in tutto il mondo le quali spesso sentono così tanto l’esigenza di esprimersi e dare sfogo alle proprie potenzialità inespresse da creare un blog, il cosiddetto diario virtuale. In America si contano 11 milioni di bloggers, in Italia quasi un milione ed anche a Sciacca il fenomeno ha colpito diverse centinaia di internauti.
L’identikit del perfetto blogger è presto tracciato. Si parla in genere di ragazzi giovani, di qualunque provenienza etnica, senza esperienza nella scrittura, che utilizzano internet tutti i giorni e lo fanno prevalentemente da casa, anche se stilare griglie predefinite nel mondo della rete è pressoché impossibile data la varietà di intelligenze che la adoperano.
Anche a Sciacca quindi come nel resto d’Italia, gli autori ed i lettori di blogs sono tantissimi, persone giovani, senza distinzione di sesso, impegnati socialmente e che considerano la rete molto attendibile. Si cercano blogs che trattano di vita ma anche di interessi comuni e leggerli diventa prassi quotidiana, come leggere la posta elettronica, anche se non sempre si lasciano commenti.
Sui blogs si parla di qualsiasi argomento ma spesso si preferisce trattare della propria vita e solo dopo di argomenti condivisi quali lo sport, l’economia o la politica. Sicuramente il mondo dei bloggers risulta essere quello più maturo e completo della rete in quanto non è difficile trovare giornalisti affermati diffondere attraverso il proprio diario virtuale le proprie idee o individuare persone che fanno rete, ossia si scambiano diffusamente opinioni, commenti e si stimolano a vicenda in una continua crescita di idee.
Il 34% degli internauti vedono in un blog una forma di giornalismo mentre per il 65% ciò non è assolutamente vero, ben il 40% degli utilizzatori di internet invece non ha un blog ma passa molto tempo a leggerli e commentarli. Molti intraprendono l’avventura di avere un diario virtuale per il fatto che il lavoro non li soddisfa appieno e cercano nel web una maggiore condivisione di intenti, dare insomma qualcosa a livello di idee e vedere che altri ne trovano beneficio.
Se a Sciacca per esempio molti ancora vedono nel blog solo un luogo dove condividere pensieri di vita vivendolo come un hobby ed un passatempo, non è difficile trovare in Italia bloggers con ambizioni giornalistiche tanto che diversi studi e convegni si sono svolti sul cosiddetto “giornalismo online” e che Franco Siddi, segretario nazionale del Fnsi, il sindacato dei giornalisti italiani, ha proposto di superare tanto la distinzione anacronistica tra professionisti e pubblicisti quanto il concetto antiquato di Ordine sfruttando appieno le potenzialità immense della rete ed i nuovi concetti che essa si propone e propone a sua volta, dichiarando allo stesso tempo che”si è giornalisti a prescindere da dove si opera”. I media e la multimedialità hanno contribuito in maniera decisiva ad abbattere tutta una serie di barriere tanto che si parla spesso di uniformare tutti i giornalisti e tutti i giornalismi integrando sul web e grazie ai blogs il lavoro cartaceo delle redazioni. Per assurdo le nuove tecnologie fanno accrescere la domanda di giornalismo da parte degli utenti e si ricercano sempre di più notizie e qualità, e il mezzo più veloce è farlo sul web comodamente seduti davanti al computer di casa.
Il famoso sociologo e saggista Giuseppe Granieri nel suo libro “Blog Generation”, facendo un esemplificativa distinzione tra media e ruoli, scrive: “Quando un blogger intervista l’autore del suo libro questo è giornalismo. Quando un opinionista manipola i fatti per costruire una falsa impressione, non lo è. Quando un blogger fa una ricerca negli archivi pubblici e scopre che l’affermazione di un personaggio pubblico non è vera, questo è giornalismo. Quando un reporter ripete le dichiarazioni di un politico senza prima verificare se corrispondano alla realtà, non lo è”.
Mezzo cartaceo e mezzo virtuale camminano quindi di pari passo per rispondere alla grande domanda di informazione e vivere la rete dei blogs comporta fenomeni umani e sociologici ben diversi rispetto a quelli che invece si affidano al mondo delle chat soltanto per fare nuove conoscenze in libertà. Ci troviamo sempre sulla rete internet ma in mondi abbastanza diversi. Sono i mezzi di comunicazione che mutano, è la società che cambia plasmandosi su di essi e si evolve verso una nuova logistica, più ampia e più diretta.
Molti utenti vivono maggiormente il mondo del web perché considerano la televisione troppo schiava di preconcetti politici, economici e culturali o semplicemente sorpassata, o perché sotto il falso nome di “opinione pubblica” si presenta una massa omogenea e compatta di individui che non ha diritto di replica ed è assuefatta dalle continue ondate mediatiche adatte a convincerci su un prodotto, su un programma, su un personaggio o su un partito. Grazie ad internet, grazie ai blogs e grazie a Google, il motore di ricerca che in un attimo ci catapulta all’interno del sito che desideriamo, l’utente non solo ha la facoltà di leggere la notizia ma anche di approfondirla, verificarla in altri siti, commentarla scambiandosi opinioni e farsi un’idea precisa facendo del web la vera polis democratica. Spesso per un internauta, a seconda dei propri interessi ed idee, un blog può diventare punto di riferimento quotidiano all’interno del quale ricercare notizie e realtà tematiche. Non è difficile trovare blogger che si organizzano in gruppi, si scambiano gli indirizzi dei propri siti per rimanere costantemente in contatto e trovarsi più velocemente, insomma è in atto un ribaltamento della comunicazione standard.
Ma la politica, dopo aver preso possesso di tv e giornali, vuole colonizzare anche la rete, consapevole delle sue potenzialità.
In Italia infatti l’idillio tra il web e la libertà dei blogs potrebbe presto finire in quanto è allo studio del Parlamento un disegno di legge chiamato nella rete internet “Levi-Veltroni” in base al quale: ogni blog è equiparato ad un prodotto editoriale, deve rispondere all’Agenzia delle Entrate se pubblica pubblicità, può essere soggetto dei reati a mezzo stampa (denunce civili e penali sui reati a mezzo stampa molti dei quali risalgono al Codice Rocco del fascismo), deve iscriversi al Registro degli Operatori della Comunicazione, se non lo fa può essere denunciato per il reato di stampa clandestina con pene che vanno dalle sanzioni economiche ai due anni di carcere. Questo disegno di legge detto “ammazzablogger” rischia di far scomparire la rete ed il concetto stesso per la quale essa esiste. Molti bloggers, internauti, utenti, redazioni giornalistiche e famosi giornalisti si sono già mossi concretamente per protestare affinchè ciò non avvenga sottolineando anche la differenza per la quale Obama, nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America, abbia vinto grazie alla rete e deciso di diffondere il suo primo discorso da Presidente sul canale video internet “youtube” mentre in Italia si cerca di ridurre la rete al silenzio appiattendo la coscienza critica e la pluralità delle idee in essa espresse. La Rete è l’ultimo media libero rimasto in Italia, facciamo in modo che rimanga tale.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

martedì 25 novembre 2008

Blogger in pericolo. Da Levi a Cassinelli: mentire sapendo di mentire

L'Italia sta fallendo. Le famiglie arrivano alla terza settimana del mese prima. Due milioni di nuovi disoccupati entro un anno. E le nostre Marie Antoniette, prima Levi (PDmenoelle), ora Cassinelli (PDL) non hanno niente di meglio da fare che lavorare notte e giorno, PAGATI DA NOI, per mettere il bavaglio alla Rete.Appena Levi ha "dichiarato" di aver ritirato la sua proposta ammazzablogger, ecco che s'avanza Cassinelli con una nuova legge fottiblogger. La differenza è sostanziale. Se Levi ammazzava i blogger, Cassinelli prima li fotte dicendo che li salva e poi li ammazza come spiega l'articolo di Punto Informatico. Io veramente non capisco più questi politici. A quale punto di esasperazione popolare vogliono arrivare. Riusciranno a trasformare gli italiani in conigli mannari. Le aziende chiudono, i risparmi di una vita sono bruciati, tre assassinati sul lavoro al giorno. Mentre ciò avviene, questi irresponsabili discutono dell'ammazzablogger, di Villari e della sorveglianza RAI. Bisogna chiuderla la RAI insieme a Mediaset. Sono lezzo, CO2 mischiato a menzogne e a interessi privati.Questa politica è tenuta in piedi dai media. Senza chiude in un giorno. Per questo si preoccupa della Rete e tiene sotto controllo la televisione. Cassinelli, non rompere i co....ni. La Rete non ha bisogno delle tue leggi. Non ha bisogno di nessuna nuova legge. E' in buona salute e sputtana ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, ogni secondo le porcate del tuo partito, di Forza Italia. Non ci rappresenti, nessuno ti ha eletto. Invito i blogger a lasciare un commento alla proposta di legge di Cassinelli nel suo blog: robertocassinelli.blogspot.com o (se i vostri commenti non vengono pubblicati) una mail a: cassinelli_r@camera.itNo all'ammazzablogger. Il mandante ha cambiato nome. Da Levi a Cassinelli, ma si legge sempre Veltrusconi.Loro non molleranno mai, noi neppure.Informazione comparata 21/11/2008 tra Financial Times e Repubblica.Titolo d'apertura in prima pagina. FT si occupa del crollo dell'economia, Repubblica (come le altre testate nazionali) si occupa di Villari, e quindi del controllo dell'informazione da parte dei partiti. (da beppegrillo.it)

Roma - Difficile credere che si tratti di una coincidenza: a poche ore da quando Ricardo Levi ha annunciato la cancellazione delle sue criticatissime proposte per la registrazione coatta di siti web e blog, ritiro subito applaudito dagli esperti, ecco che si affaccia una nuova proposta di legge, che conferma alcuni obblighi per i siti web ma con alcuni decisivi distinguo rispetto all'orientamento Levi.A presentarla, questa volta, non è un esponente del Partito Democratico ma Roberto Cassinelli del Partito Popolo delle Libertà e membro della commissione Giustizia della Camera. Cassinelli sia nelle dichiarazioni con cui ha ieri presentato la sua proposta sia nella introduzione alla stessa sottolinea energicamente come si tratti di un testo che vuole correggere la normativa esistente per liberare, scrive, "blog, social network e community dai lacci e lacciuoli stabiliti dalla legge per i prodotti editoriali".In particolare Cassinelli prende di mira la legge 62 del 2001, quella che i lettori di Punto Informatico conoscono benissimo, una legge che quell'anno ha provocato una mobilitazione in rete all'epoca senza precedenti animata proprio da questo giornale: le ragioni di Cassinelli sono quelle che già all'epoca furono proposte da una petizione firmata da più di 53mila utenti Internet. In quella norma, infatti, la definizione di prodotto editoriale è così generica da comprendere qualsiasi cosa, siti e blog compresi. Da qui parte il parlamentare della maggioranza, spiegando come quella legge di fatto estenda obblighi previsti e considerati necessari per la stampa tradizionale anche a realtà elettroniche che con questa nulla hanno a che spartire. A cominciare, è lecito aggiungere, dalla caccia ai ricchi contributi pubblici per i quali quella norma era nata in primo luogo.
Secondo Cassinelli la sua proposta, dunque, limita qualsiasi obbligo ai prodotti editoriali cartacei oppure solo a quelli che definisce giornali online, "ovvero quei siti internet simili, se non identici, alla stampa tradizionale, con una redazione giornalistica regolarmente stipendiata e con la vendita di spazi pubblicitari al proprio interno". A detta del parlamentare tutto questo "risponde ad una esigenza di liberalizzare la circolazione delle idee ed il mercato delle opinioni, senza introdurre ulteriori appesantimenti e controlli", al punto che definisce la sua proposta una legge salvablog "in piena antitesi con il ddl ammazzablog presentato dall'ex sottosegretario all'editoria del governo Prodi Ricardo Franco Levi". Cassinelli ci va giù molto pesante sull'impianto Levi: "Una misura assolutamente illiberale e inaudita che metteva il bavaglio alla libera circolazione delle idee, per cui apprezziamo che lo stesso onorevole Levi abbia deciso di fare retromarcia ritirando il capitolo della sua proposta dedicato ad Internet".Nonostante le buone intenzioni, però, c'è già in queste ore chi ha individuato nella nuova proposta alcuni rischi per una serie di siti.La falla più pesante, in particolare, si troverebbe nella nuova definizione di prodotto editoriale "pubblicato nella rete Internet". Perché un sito venga considerato in questo modo, infatti, deve valere una qualsiasi di sette condizioni. Tra queste non c'è solo la sussistenza di una redazione giornalistica o la riproposizione su web dei contenuti di un giornale cartaceo, ma anche quanto previsto dal "punto b" dell'articolo 2 comma 1, un assai più generico "il gestore o gli autori delle pagine ne traggano profitto". Questa definizione, associata al fatto che la proposta legge si applicherebbe a pressoché qualunque sito si focalizzi su "la pubblicazione o la diffusione di notizie di attualità, cronaca, economia, costume o politica" si può tradurre, dicono gli esperti consultati da Punto Informatico in queste ore, in nuovi obblighi per qualsiasi sito il cui gestore tragga profitto di qualsiasi genere (non solo economico) dalla propria attività.Peraltro, che l'espressione "traggano profitto" del punto "b" possa non riferirsi per gli autori del sito solo all'aspetto economico ma a qualsiasi genere di profitto anche non economico, ad esempio in termini di visibilità o reputazione professionale, sembra indicarlo anche il successivo punto "f", in cui riferendosi agli autori o gestori dei siti si parla invece esplicitamente di "compensi periodici o salutari per la propria attività di gestione o redazione". Sulla stessa linea anche il successivo "g". Il problema dell'obbligo di registrazione e di dover sottostare alle altre pendenze della legge sulla stampa a cui sono sottoposti i giornali tradizionali, viene sottolineato ora, non sembra dunque affatto risolto. Anzi si confermerebbero gli obblighi della legge sull'editoria per pressoché qualunque sito pubblichi un banner, un annuncio AdSense o, più semplicemente, permetta a chi lo realizza di ottenerne un profitto di qualsiasi genere.In effetti Cassinelli, che Punto Informatico sta tentando di raggiungere per ulteriori approfondimenti proprio in queste ore, nella presentazione della proposta dichiara che "in questo modo, il numero di siti tenuti ad essere registrati presso il Tribunale si restringe sensibilmente rispetto a quello attuale (ossia quello previsto dalla 62/2001, ndr.) che, se si ottemperasse alle vigenti normative, risulterebbe in pratica pari alla totalità dei siti web". In altre parole nella proposta Cassinelli c'è una fondamentale presa di coscienza del vulnus giuridico causato dalla controversa legge sull'editoria del 2001, c'è l'intenzione di liberare blog e siti web da obblighi che non hanno senso ma non sembra ancora esserci una corretta definizione di prodotto editoriale, con la conseguenza che si lascia aperta la porta ad una conferma degli obblighi di registrazione e degli altri obblighi previsti per la stampa anche per tutta una serie di altri siti.Di rilevanza, per quanto generico, il comma 2 dell'articolo 2 di questa proposta che afferma, ed è questa la più importante novità rispetto tanto alla legge sull'editoria quanto alla proposta Levi:
"Sono in ogni caso esclusi dagli obblighi previsti dall'articolo 5 della legge 8 febbraio 1948, n. 47, i prodotti editoriali pubblicati sulla rete internet che abbiano quale scopo unico: a) la pubblicazione o la diffusione di idee ed opinioni proprie e personali; b) la pubblicazione o la diffusione, da parte dell'autore o gestore, di informazioni relative alla propria natura ed alla propria attività di società, associazione, circolo, fondazione o partito politico; c) la pubblicizzazione, da parte dell'autore o gestore, della propria attività di istituzione, ente pubblico o persona che ricopra cariche in tale ambito; d) la pubblicazione o la diffusione, da parte dell'autore o gestore, di informazioni autobiografiche, personali o che comunque riguardino la propria attività personale, professionale, politica o pubblica; e) l'aggregazione, in forma automatica, di notizie ed informazioni contenute in altre pagine; f) la creazione di momenti di discussione e dibattito su temi specifici; g) l'aggregazione di utenti terzi in una comunità virtuale".Quanto emerge, dunque, è un chiaro tentativo di distinguere come due insiemi separati le attività professionali di informazione da tutte le altre. Il problema, osservano però gli esperti in queste ore, è che questo confine nella realtà delle attività di moltissimi siti è sfumato e quasi impercettibile. Un esperto di cinema, è uno degli esempi che viene fatto, che utilizzasse il suo blog per aggiornare i suoi lettori, esprimendo opinioni e dando informazioni sul cinema, e condisse il tutto con dei banner AdSense, rischierebbe di doversi registrare pur essendo tutto meno che una testata giornalistica, e certo non interessato a recuperare finanziamenti pubblici ma solo a parlare di ciò che lo appassiona con altri utenti della rete.Come detto, ad ogni modo, quella di Cassinelli è una proposta di legge e come tale potrà essere modificata in corsa eliminando le possibili ambiguità. Nelle prossime ore Punto Informatico conta di poter approfondire la questione con il suo promotore e con altri esperti della materia. (da punto-informatico.it)


Un video, un mondo che chiede... FREE BLOGGER


Free Blogger

L'emergenza non è ancora finita... da Levi a Cassinelli ci vogliono ancora muti, sordi e ciechi... l'emergenza non è finita.. la Rete rischia di perdere la propria libertà, rischia l'esistenza... la finta retromarcia di Levi è stato solo un timido tentativo di far calare l'attenzione su questo problema, infatti dopo due giorni ci riprova Cassinelli, e ci riproveranno ancora... finchè non ci riusciranno.. perchè da sempre e storicamente la parola, la lingua, l'informazione libera fa più male di armi e rivoluzioni... da Levi a Cassinelli: mentire sapendo di mentire... ci vogliono mettere la museruola... loro non molleranno mai (ma gli conviene?), NOI neppure...