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martedì 11 novembre 2008

Acqua: come bere e pagare il nostro oro blu

L’amministratore delegato di Girgenti Acque finalmente ha chiesto di parlare, ha chiesto alla stampa agrigentina di ascoltare le sue ragioni e dunque quelle della società che rappresenta e che dal 13 marzo 2003 gestisce il Servizio Idrico Integrato. Ci saremmo aspettati dei chiarimenti precisi sulla questione volture, nuovi contratti, emergenza idrica ed invece, non ci stiamo capendo più niente. Dopo avere ascoltato il geom Giuffrida siamo più confusi che altro, della nostra situazione attuale adesso non comprendiamo più su chi ricada la colpa di tutto il caos che stiamo vivendo: Girgenti Acque? ATO Idrico? Vecchi gestori del servizio? Tutti e tre questi soggetti hanno sicuramente delle responsabilità benprecise ma che si confondono ed intersecano tra di loro, in un miscuglio tale da non permetterne più l’addebito concretoad uno di essi; di certo vi è una cosa: degli errori, delle mancanze,delle inadempienze, degli scarica barile quelli che ne stanno pagando le conseguenze sono gli utenti- cittadini. Di certo vi è anche la sicurezza che Girgenti Acque possiede nel compiere le proprie azioni e la conferma la si ha quando chiediamo della situazione riguardante le volture, le parole che l’AD utilizza non riescono a sortire l’effetto voluto: il dire che esse vengono effettuate soltanto in casi davvero particolari e necessari mentre per tutti gli altri casi si attende il regolamento non è una risposta realmente affermativa o negativa è l’ammissione di un potere discrezionale che permette loro(GirgentiAcque) di decidere quali siano i casi passibili di voltura o meno. Ma tutto questo perché accade? Perché da sei mesi giace su una scrivania una bozza di regolamento presentata da Girgenti Acque e che ancora attende di essere visionata ed approvata dall’ATO idrico; e durante l’attesa?Nell’attesa, sulla carta Girgenti acque ha l’obbligo di applicare i regolamenti dei precedenti gestori, ma come sappiamo, questo non accade e chi dovrebbe controllare e far applicare gli articoli della convenzione stipulata a tutela dell’utente, non fa nulla, si lamenta grida allo scandalo, chiede una legge speciale per l’emergenza idrica, fa lo sciopero della fame,quando dimentica che forse c’è un regolamento che se venisse approvato migliorerebbe la situazione e non di poco, di molti cittadini. Sempre nella lunga conversazione con il geom. Giuffrida scopriamo il motivo per cui i vecchi contatori in nostro possesso debbano esseresostituiti:quelli che abbiamo nelle nostre case non sono a norma di legge.Cioè il comune ci ha fatto acquistare, montare ed utilizzare, in tuttiquestianni dei contatori sprovvisti della autorizzazione CEE, e dunque nel nuovoregime Girgenti Acque nel quale le regole devono essere rispettate alcento per cento (è una società privata non dobbiamo dimenticarlo, ed ognidanno alle casse non è bene accetto) i vecchi contatori devono essereassolutamente sostituiti. Per quanto riguarda l’emergenza idrica Girgenti Acque spiega di non poter far niente, lei gestisce e distribuisce l’acquachealtri le forniscono e se l’acqua manca negli invasi, ormai a secco, cosadevedistribuire? È come voler creare un vestito con della stoffa che, in questocaso è davvero molto ma molto poca. Altra nota dolente, la consegnada parte delle amministrazioni locali, degli impianti e qui comprendiamo come molti amministratori abbiano la faccia tosta di lamentarsiquando sono loro stessi la causa del proprio male. Se infatti il comune diAgrigento ha consegnato gli impianti nel marzo dello scorso anno, vi sonostati altri, come il comune di Licata che lo hanno fatto soltanto lo scorso13 ottobre; tutto questo non ha fatto altro che causare un rallentamentoin quello che doveva esser il lavoro di ricognizione ed accertamento dellarete idrica da parte di Girgenti che adesso si trova ad avere affrontareproblemi dei quali non conosce gli aspetti più profondi.Dopo di ciò, Giuff rida ha tenuto anche una lezione di fisica idraulica;ciò che rallenta fortemente la distribuzione idrica nella città diAgrigento è la presenza di vasche di accumulo, nemiche indiscusse diuna rete idrica che voglia funzionare; infatti, fin quanto queste non siriempiono, la pressione dell’acqua nella condotta è minore e dunquesi verifica una maggiore difficoltà nella distribuzione dell’acqua anchenella stessa strada. E la domanda sorge spontanea ma se io non ho lapossibilità di avere l’acqua tutti i giorni come faccio per avere unariservadel liquido primario? Certamente, come siamo noi soliti agrigentini avolte esageriamo se pensiamo che è stata ritrovata una vasca di accumuloacqua che serviva per riserva di un appartamento con una capacitàdi ben 400 metri cubi di acqua, cifra notevole se raffrontata alla capienzadel serbatoio di Naro la cui capienza è di 300 metri cubi.A conclusione dell’incontro la prima sensazione che proviamo è unagrande amarezza. Anche questa volta, come ai tempi del generale Jucci,siamo stati bacchettati sulle mani, è stato portato alla luce come neglianni passati i vari uffici idrici dei comuni oggi dell’ATO, abbianolavorato,di come fosse possibile omettere o dimenticare di presentare ladocumentazione richiesta per legge: esistenza catastale della struttura daallacciare alla condotta idrica; periziagiurata se la costruzione antecedenteal 1977 per accertarne le condizionidell’impianto; concessione edilizia. Enoi eravamo avvezzi a quel costume;adesso ditemi cosa si può risponderea chi afferma che segue le regoleimposte dalla legge e non un sistemadi tipo clientelare? Tirando le sommecosa è venuto fuori da questoincontro? Che gli errori commessinel passato dai nostri amministratorilentamente stanno venendo allaluce proprio grazie a quel privato sulquale si sono scagliati con rabbia.Che quello che viene chiesto adessoè un rispetto delle regole al quale noinon siamo stati abituati da chi gestivail servizio in precedenza. Chese ci sono problemi nel volturare leutenze è dovuto anche all’immobilismo di un ATO che da oltre seimesi deve ancora esprimersi sullabozza di regolamento presentata daGirgenti Acque. Ma anche Girgentiha le sue responsabilità , prima fratutte la poca chiarezza nei rapporticon l’utenza, sia per quanto riguardasemplici chiarimenti che le modifiche contrattuali. Da quello che siè compreso e che sia ATO che GirgentiAcque hanno delle colpe che si stanno riversando come un fiume inpiena sui cittadini.

(da lamicodelpopolo.net)

In rosso da inizio anno Ma i guai arrivano dai mercatiAcqua. se traballapure il colosso VeoliaSE fino a ieri a destare le preoccupazioni maggiori era l'influenzadella politicae degli enti pubblici su Acqualatina spa, adesso il vento stacambiando e leperplessità sono altre. Per esempio la solidità economica del socioprivato, chepur essendo un colosso in ambito mondiale è sull'orlo di unagravissima crisi acausa delle turbolenze di queste settimane sui mercati finanziari.Veolia era ingià in difficoltà, in rosso del 67%, dopo che già nel 2007 le cose nonerano andatebene. I problemi finanziari di Veolia, come è evidente, non sonoindifferenti agliutenti di Acqualatina spa, che è controllata per la quasi totalitàdelle azioni privatedal gruppo francese che si occupa in genere nel mondo di acqua epartecipazioninel processo sui rifiuti. In questo anno decisivo per il piano degliinvestimentidi Acqualatina dunque il socio privato naviga in pessime acquefinanziarie.Ma il fatto è che pure chi doveva prestare i soldi ad Acqualatina perfinanziare gli investimenti,ossia la Depfa Bank è inciampata nella crisi. E' controllata da HypoReal Estate,per la precisione la banca salvata per i capelli (per adesso) con unacolossaleiniezione di denaro del governo tedesco. Ora si capisce perchél'argomento investimentiè stato quasi, come dire, accantonato da Acqualatina spa. In attesache la tempesta passi e sipossa perlomeno firmare il contratto di pegno che rende effettivamentefruibilitutti i soldi promessi col mutuo, ossia 115 milioni di euro, parte deiquali giàutilizzati. L'operazione sul pegno è stata sospesa perché mancava ilconsensodel quorum di soci pubblici, necessario a rendere valido l'attodavanti al notaio.Molti Comuni, tra cui quello con il maggior numero di quote, Latina,hanno aderitoquasi subito, altri hanno chiesto tempo, ci sono anche alcuni pentiti,altri chehanno fatto pasticci come l'adesione tramite delibera di giunta e nondi Consiglio.Ma è stato il ciclone finanziario poi a rendere le cose ancora piùdifficili.Molti, soprattutto i comitati per l'acqua pubblica e l'opposizione inConsiglio provincialeavevano ritenuto altamente rischiosa l'operazione di mutuo, in gradodimettere a repentaglio non solo gli investimenti concreti ma anche ilpatrimoniodei Comuni-soci di Acqualatina. A dar loro una mano sono arrivati imercati internazionali.Il che non è però una nota positiva per gli utenti. Per almeno dueragioni: senza il mutuo non sipossono fare molte, troppe, cose per migliorare il servizio. Ma quelche è peggio èla situazione finanziaria di Veolia che era, fino a ieri, la garanziareale del mutuo.Così, almeno avevano sempre detto i vertici di Acqualatina spa. Se ilgarante nonè più solido come si pensava che fine fa il bel castello su cui sonostati costruiti iprogetti di investimento? Progetti che peraltro Acqualatina si eraimpegnata,con la convenzione, a fare da sola, avendo in questo senso attestatola sua capacitàeconomica, tecnica e strutturale.L'OPERAZIONE L'IDEA del mutuo prende corpo a metà del 2007. Subito viene scelta Depfa Bank, l'istitutoche ha già stipulato contratto di cosiddetta finanza derivata per 12milioni di euro conl'amministrazione provinciale di Latina. Depfa è esattamente la bancache ha finanziatoenti pubblici sparsi un po' ovunque in Italia e alcuni di questi li hamessi (adesso) in un maredi guai. Ciò nonostante Acqualatina chiede di accendere il mutuo e conDepfa si scambianoreciproci, formali e legittimante, attestati di fiducia. La linea dicredito diventa operativa dalprimo gennaio 2008 per quanto manchi un tassello, il contratto dipegno che deve esseresottoscritto in presenza di un'adesione pari al 67% delle quote. Che ancora non è stato raggiunto perché nel frattempo qualcuno dei soci è diventato scettico.
(da Latina oggi)

Due interessantissimi articoli da leggere assolutamente per farsi un'idea quantomeno sommario di quello che accade sotto il nostro naso sul tema acqua... non finirò mai di trattare questo argomento... se avele letto, avrete capito cosa viviamo qui, nella nostra provincia di Agrigento e cosa accade un pò in tutta Italia... la nostra acqua è francese, non italiana, VEOLIA decide cosa farci bere ed a che prezzo.... un bene pubblico, un bene che dà la vita, un bene che dovrebbe essere diritto di tutti noi diventa un business, per bere dovremo pagare esose tasse e per molti di noi non sarà più possibile bere e mangiare allo stesso tempo... troppi costi... e stipendi bassi... cosa dovremo comprare? cibo o acqua? bere o mangiare? L'acqua deve tornare in mano pubblica, dello stato e dei comuni, altro che oscure privatizzazioni lasciate a società amiche con a capo amici degli amici, con finanziamenti pubblici a gestori privati e con mazzette private per far sì di ottenere i servizi idrici territoriali... ACQUA PUBBLICA, PER TUTTI E DI TUTTI!
(Una parentesi: Papà auguri di buon compleanno! Ti voglio bene!)

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