Uno scrittore non dimentica mai la prima volta che accetta qualche moneta o un elogio in cambio di una storia. Non dimentica mai la prima volta che avverte nel sangue il dolce veleno della vanità e crede che, se riuscirà a nascondere a tutti la sua mancanza di talento, il sogno della letteratura potrà dargli un tetto sulla testa, un piatto caldo alla fine della giornata e soprattutto quanto più desidera: il suo nome stampato su un miserabile pezzo di carta che vivrà sicuramente più a lungo di lui. Uno scrittore condannato a ricordare quell’istante, perché quel punto è già perduto e la sua anima ha un prezzo. (Carlos Ruiz Zafon - da "Il gioco dell'Angelo")
Certe notti come questa è come se avessi un grosso zaino sulle spalle, quel grosso zaino in cui ogni giorno metto qualcosa, chissà perché! E la notte che tiro fuori tutti i miei pensieri, li ritaglio cercando di incollare un grosso aquilone leggero, leggero, per farlo volare alto e con lui i miei desideri. E anche stanotte ero qui a guardare la luce delle stelle che fa brillare i miei sogni più di tutti gli altri, sto bene, questa notte entra un’aria fresca dalla finestra e mi da una sensazione meravigliosa. Devo scegliere il vento per il mio aquilone, per farlo volare, ma non c’è fretta perché è una notte fantastica questa, da vivere. Qualche volta salgo su uno dei miei sogni, metto in moto e volo in una notte come questa, nel mare delle stelle, tra il miele lunare come se fosse lì solo per me. Mi manca il respiro, e allora do più gas, chiudo gli occhi e vado a planare dolcemente sulla radura. Sai non me ne accorgo ed è l’alba. Raccolgo le mie cose, i miei pensieri, le mie emozioni stropicciate dal vento e rimetto tutto nello zaino.
Poi vado a letto... ma si chissà, magari alla fine tornerà la notte e con lei le stelle.
(Riflessione di una notte - Calogero Parlapiano)
Ho sognato che camminavo in riva al mare con il Signore e rivedevo sullo schermo del cielo tutti i giorni della mia vita passata. E per ogni giorno trascorso apparivano sulla sabbia due orme: le mie e quelle del Signore. Ma in alcuni tratti ho visto una sola orma, proprio nei giorni più difficili della mia vita. Allora ho detto: "Signore io ho scelto di vivere con te e tu mi avevi promesso che saresti stato sempre con me. Perchè mi hai lasciato solo proprio nei momenti più difficili?" E lui mi ha risposto: "Figlio, tu lo sai che io ti amo e non ti ho abbandonato mai: i giorni nei quali c’è soltanto un’orma sulla sabbia sono proprio quelli in cui ti ho portato in braccio" (Storia fantastica per me)
Si dovrebbe scegliere con il cuore non con la ragione, non a convenienza . Non si dovrebbe parlare di amore, se amore non si prova. Non si dovrebbero dire parole a caso, tanto per usare parole mai usate. Bisogna essere coerenti con se stessi, se amo amo, se odio odio. Se una persona ama, lo deve fare anche senza la persona amata, anche senza il consenso delle persone che la circondano. Non bisogna nascondere cosa si prova, in nessun caso. E’ facile amare quando una persona ce l’hai, è facile dire ti amo quando stai con lei; è difficile amare e continuarlo a fare quando sai che l’altra persona non ricambia e quando diceva di ricambiare... in realtà mentiva. (dal blog di Stefi)
Aristofane intendeva giustificare quello che appare una caratteristica essenziale di ogni esperienza amorosa: desiderio di riccongiungersi all’altro in esso si racconta che un tempo la natura umana comprendeva tre sessi:il maschile,il femminile e l’androgino.... quest’ultimo era partecipe sia della natura del maschio che della femmina. La forma di questo essere androgeni era una totalità piena e rotonda, dotata di quattro gambe e braccia, di due sessi,di due volti su un’ unica testa.per quanto mostruosi, essi erano completi, forti e vigorosi, tanto da tentare la scalata al cielo e suscitare la preoccupazione di Zeus che, per indebolirli, pensò bene di tagliarli esattamente in due metà. Secondo il mito, dunque, gli uomini di oggi derivano da questo essere straordinario e sono costituiti dalle metà di ciò che essi erano in origine: per questo provano una forte nostalgia dell’unità perduta e della completezza di cui potevano godere un tempo. Il desiderio imperioso dell’altro, dell’anima gemella, che connota ogni esperienza amorosa, deriva proprio da questa “perdita” originaria, chee per tutta la vita rappresenta uno stimolo alla ricerca di qualcuno o qualcosa che possa colmare il vuoto. Il mito, che racchiude una sapienza antica e profonda, ci spiega il perchè di tale desiderio,sostenendo che esso dipende dal fatto che l’uomo aspira a ricomporre un’antica unità perduta.
L’amore è il sintomo di una debolezza e di una punizione. Un tempo gli umani erano completi, nella loro robusta rotondità di esseri androgeni ed erano una minaccia per gli Dei:la loro perfezione era vissuta, infatti, come superbia. Un giorno essi tentarono di ribellarsi alla divinità, la quale per cui pensò di punirli per bene e indebolirli.... dividendoli in due....
L’amore è dunque quel sentimento “ontologico” (che tocca le fibre più profonde dell’essere) di ricomposizione dell’unità perduta. In questo senso esso è sentito come un grande rimedio alla povertà e alla debolezza umana. Quando si ama e ci si ricongiunge al proprio amato, ecco l’essenza del mito, si è felici, perchè si è di nuovo perfetti e completi. (Filosofia e Miti)
La saggezza non è sapere. Colui che è colto non può vederla, è cieco. Solo colui che è innocente può vedere la saggezza, solo un bambino, solo colui che non sa niente e le cui azioni nascono da uno stato di non sapere; solo costui può conoscere la saggezza. La saggezza non ha niente a che fare con il sapere, nulla di nulla: ha a che fare con l’innocenza. Per crescere la saggezza ha bisogno di una certa purezza di cuore, di un certo vuoto dell’essere. "Solo coloro che sono simili ai bambini potranno entrare nel regno di Dio, mio Padre." Certo, Gesù aveva ragione. Il sapere proviene dall’esterno, la saggezza affiora interiormente. Il sapere è fatto di nozioni prese in prestito, la saggezza è originale. Quando sarai in grado di vedere, senza che la polvere del sapere offuschi lo specchio della tua anima, quando la tua anima sarà priva della polvere del sapere e sarà solo uno specchio, rifletterà ciò che è. Questo e la saggezza. Il riflesso di ciò che è, è saggezza. Il sapere gratifica l’ego, la saggezza accade solo quando l’ego è scomparso, quando è dimenticato. Il sapere può essere insegnato, le università esistono per insegnarlo. La saggezza non può essere insegnata, è simile a un contagio: devi stare vicino a un saggio, solo così comincerà a muoversi qualcosa in te. Il movimento dell’interiorità del discepolo non è causato dal Maestro, non segue la legge di causa ed effetto. E’ ciò che Jung chiama "sincronicità". Il maestro è talmente colmo di silenzio, talmente traboccante di innocenza, che la sua presenza scatena in te un processo, si limita a stimolare dentro di te un processo. Il Maestro non ti trasmette nulla: è il tuo essere interiore che comincia a ricordare: "Ho anch’io lo stesso tesoro che ha il Maestro. L’avevo semplicemente dimenticato. Mi ero rivolto tutto all’esterno, tenendo l’interiorità al secondo posto. Quel tesoro non l’avevo perso, l’avevo solo dimenticato, ero caduto in un sonno profondo". Chi è addormentato, al massimo può sognare di essere sveglio. Ma anche questo è un sogno. Quel sogno è il sapere: è la persona addormentata che crede di conoscere... ecco cos’è la cultura. Ma colui che si è realmente risvegliato, è saggio. Il sapere è un sostituto della saggezza, falso come un fiore di plastica. La saggezza è vera conoscenza, è conoscenza e non sapere, perchè non ha un limite. Continua a crescere, continua a fluire. L’uomo saggio continua a imparare, il suo apprendimento non si fermerà mai. Non essere colto, sii saggio. (Osho - Sulla coscienza e la saggezza)
3 Doors Down - Here without you
5 commenti:
Bella la tua riflessione su una notte :)
Sulla saggezza sono d'accordo...
E se si cercasse di esser colti e pure saggi?
Buon fine settimana Calogero...
Quoto Silvia
La notte è qualcosa di speciale anche per me, ma non sempre trovano i pensieri che vorrei.
Non basterebbe molto ad essere saggi ed allo stesso tempo colti, non si sta mica chiedendo di diventare dei filosofi acclamati: ognuno ha una proprio filosofia di vita, e quindi lo siamo già. Basta far affiorare questi concetti.
grazie Silvia ed Ale per i vostri commenti in materia.. sono riflessioni, per l'appunto così personali da avere ognuno le proprie. Grazie per averle condivise con me.
Buon weekend, ciao!!!!!!!!
Così per curiosità, hai letto il libro di Zafón? Io ora sto leggendo "L'ombra del vento"!
no, ancora non l'ho letto ma già ce l'ho e mi riprometto di farlo prima possibile... buona domenica Stefania!!!
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