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martedì 30 giugno 2009

Ultimi giorni alla corte di Re Silvio? Ma va... impossible!

LONDRA - "Gli ultimi giorni della corte di re Silvio" s'intitola il paginone dell'Independent di oggi. E il Times ricostruisce su due pagine la vicenda con un grafico della "ragnatela di connessioni nel mondo di Silvio", ipotizzando che le pressioni per costringere il premier a dimettersi continueranno e indicando nel governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, un possibile primo ministro ad interim che ne prenda il posto.

Il caso Berlusconi continua dunque a rimanere al centro dell'attenzione dei media e dell'opinione pubblica mondiale, in particolare in Gran Bretagna, dove la stampa nazionale sembra particolarmente colpita da una vicenda a base di "sesso, bugie e videotape", per parafrasare un noto film di alcuni anni or sono.

"Berlusconi sembrava immune dagli scandali, ma le sensazionali notizie di caroselli sessuali a base di feste, modelle e denaro stanno facendo sentire il loro peso sul premier", scrive l'Independent. L'inchiesta dell'ex-corrispondente da Roma Peter Popham ricostruisce gli ultimi sviluppi della faccenda, notando in particolare le crescenti critiche della Chiesa cattolica, "che sta cominciando quietamente a tenere Berlusconi a distanza" e "l'accumularsi di segnali di pericolo" per il suo futuro politico. L'articolo sottolinea che perfino uno dei suoi più fidati consiglieri, Giuliano Ferrara, direttore de Il Foglio, ha recentemente tracciato "un'analogia tra l'attuale situazione di Berlusconi e quella di Mussolini il 24 luglio 1943", il giorno prima che il duce fu destituito dal re. "La defezione di Ferrara", nel fronte dei critici di Berlusconi, scrive Popham, "fa parte degli effetti collaterali del divorzio chiesto da Veronica Lario", poiché Il Foglio è parzialmente di proprietà della (ancora per poco, a quanto pare) moglie del leader del Pdl.

Anche il Times pubblica un paginone sul caso. Un articolo di Lucy Bannerman, inviata a Bari, ricostruisce la rete di amicizie dichiarate e sotterranee che portano dal capoluogo pugliese fino alla residenza romana di Berlusconi e alla sua villa di Porto Rotondo in Sardegna. L'articolo contiene tra l'altro una nuova intervista a una delle giovani donne che hanno fatto visita al premier in più occasioni, Barbara Montereale, la cui automobili è bruciata nei giorni scorsi per un misterioso incendio doloso, la quale dice al Times che quando fu invitata in Sardegna a metà gennaio "c'erano un sacco di ragazze che non si conoscevano tra loro" e parla di un'atmosfera "quasi competitiva".

La Montereale conferma quando affermato in precedenti occasioni, cioè che per la sua presenza in Sardegna ricevette 11 mila euro, mille dall'uomo d'affari pugliese Giampaolo Tarantini, che l'aveva accompagnata, e 10 mila come "regalo" da Berlusconi.

Un secondo articolo, un commento del corrispondente da Roma Richard Owen, nota che, due mesi dopo l'inizio dello scandalo con la partecipazione al compleanno per i 18 anni di Noemi Letizia, Berlusconi cerca di mettere insieme una strategia, "mantenere la calma e andare avanti come niente fosse". Ma è "troppo tardi", la mancanza di una reazione convincente fino a questo momento hanno lasciato "la sua squadra in uno stato d'assedio". Per di più, scrive Owen, l'economia continua a declinare, con Mario Draghi, il governatore della Banca d'Italia, "indicato da alcuni come possibile premier a interim" se Berlusconi dovesse dimettersi, che questa settimana ha accusato il governo di "non avere una credibile via d'uscita" dalla recessione. L'articolo sottolinea che Berlusconi ha dovuto posticipare la discussione di una legge che dovrebbe multare severamente i clienti delle prostitute a causa dell'imbarazzo che provocherebbe un dibattito sul tema in parlamento alla luce degli incontri tra il premier e le escort e per la definizione che di lui ha dato il suo avvocato come "utilizzatore finale" di tali servigi.

Il Times rileva che Berlusconi affida sempre più spesso il compito di apparire in pubblico in sua vece al "fidato luogotenente Gianni Letta", dando la colpa all'artrite che lo affligge, per cui riceve iniezioni di cortisone. L'articolo si conclude ipotizzando che la salute "potrebbe essere una scusa" per rassegnare le dimissioni e prevede che le pressioni per dimettersi continueranno anche in autunno.

Il paginone del Times è illustrato da un ampio grafico che ricostruisce "la ragnatela" dei rapporti fra tutti i personaggi che ruotano attorno a Berlusconi e che sono coinvolti in qualche modo nello scandalo, da Veronica Lario alla cosiddetta "ape regina" Sabine Began, da Noemi Letizia alla escort Patrizia D'Addario; e un riquadro a parte cerca di spiegare ai lettori inglesi il significato di termini come "velina", "meteorina" e "valletta", il nuovo vocabolario della politica italiana al tempo di re Silvio. (Repubblica)

E intanto su facebook impazza questo simpatico gruppo:
Passiamo anche noi l'estate 2009 nel ridente paesaggio sardo di villa certosa,circondati da starlette seminude e uomini politici in tanga che si divertono come pazzi,faremo party pazzi fino all'alba fottendocene della crisi e degli italiani tutti.
Il PAPI ci intratterrà con le sue storielle di amicizie con potenti mondiali,la musica di mariano apicella,e le sue immancabili barzellette.........
Quindi indossate la bandana anche voi e.....tutti in sardegna......paga il PAPI e gli italiani........

lunedì 29 giugno 2009

Il secondo speciale di RMK dedicato al Premio Letterario "V.Licata"

Qui di seguito trovate il secondo speciale andato lo scorso 24 giugno su Teleradio Monte Kronio, condotto dal professore Enzo Porrello e dedicato al Premio Nazionale di Letteratura e Poesia “Vincenzo Licata - Città di Sciacca”, Edizione 2009.

Con l’occasione vi invitiamo ad approfittare degli ultimi 3 giorni rimasti a disposizione, la scadenza è infatti il prossimo 30 giugno, per prendere parte da protagonisti a questo importante evento culturale e vi rimandiamo al bando del Premio. Partecipare è veramente molto semplice: basta attenersi alle poche regole del bando, compilare la scheda di partecipazione e spedire la documentazione richiesta all’indirizzo specificato.

Vi esortiamo inoltre ad entrare a far parte dell’omonimo gruppo su Facebook e ad invitare tutti i vostri amici presenti nel social network a partecipare al concorso letterario.

Per qualunque altra informazione seguite il nuovo speciale sul Premio oppure inviate una e-mail all’indirizzo premio@vincenzolicata.it
Buona visione!

Prima parte dello speciale di RMK TV



Seconda parte



Terza parte



Quarta e ultima parte

domenica 28 giugno 2009

Minzolini: breve profilo. Già trovato l'erede di E.Fede?


Luca Sofri, a Milano, commenta la nomina di Augusto Minzolini alla direzione del Tg1. Un giornalista che negli anni, alla Stampa, ha sempre incensato Berlusconi. Poi un incredibile carteggio del ministro dell'istruzione Gelmini pieno di errori.



Il neo direttore del Tg1, Augusto Minzolini, replica (ediz. delle 20, 22/06/2008) a chi lo accusa di aver totalmente ignorato la notizia che riguarda l'inchiesta di Bari su prostituzione e droga, che coinvolgerebbe il premier Berlusconi.

Perchè è diventato direttore del TG1? ... Quando il servizio pubblico incensa il premier, è ottimo... se non lo fa, è la stampa comunista eversiva che ce l'ha con lui...
senza ritegno!

sabato 27 giugno 2009

Iran: Non lasciamoli soli. La morte di Neda

«Cnn»: almeno 19 vittime. Ma per la tv di Stato sono solo dieci. Merkel: «Smettere violenze, riconteggio dei voti»
TEHERAN(IRAN) - Non si ferma la violenza in Iran dopo i probabili brogli che hanno sancito il trionfo del presidente uscente Mahmoud Ahmadinejad nelle recente elezioni presidenziali a dispetto di quello che avrebbe dovuto essere il vincitore, il riformista Mir Hossein Mousavi. Da sabato è scontro aperto tra i suoi sostenitori e il regime, dato che la Guida suprema, l'ayatollah Khamenei, si è schierato venerdì ufficialmente con il vincitore, Ahmadinejad.
«BASTA INTERFERENZE» - Domenica lo stesso presidente rieletto ha parlato, intimando a Stati Uniti e Gran Bretagna di smettere di interferire nelle vicende interne dell'Iran. «Considerando le vostre sconsiderate affermazioni, non potete più essere considerati degli amici della nazione iraniana. Pertanto vi consiglio: correggete il vostro atteggiamento fatto di ingerenze» ha detto Ahmadinejad a un consesso di chierici e insegnanti. Il riferimento è alle critiche che numerosi Paesi occidentali hanno rivolto alle autorità iraniane per lo svolgimento delle elezioni e il rifiuto di accogliere la richiesta dell'opposizione di ricontare i voti. Anche il presidente del parlamento, Ali Larijani, ha chiesto in un discorso all'assemblea di rivedere i rapporti con Gran Bretagna, Francia e Germania, alla luce di quelle che ha definito «vergognose» dichiarazioni sulla contestata elezione presidenziale. La radio di Stato ha riferito che Larijani «ha chiesto alla commissione del Parlamento per la politica estera e della sicurezza di mettere in agenda la revisione dei rapporti con i tre Paesi europei». Gli Stati Uniti hanno troncato i rapporti con Teheran dopo la rivoluzione islamica del '79.

MERKEL: «RICONTEGGIO DEI VOTI» - Intanto continua il pressing della comunità internazionale sul regime di Teheran. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha sollecitato le autorità ad astenersi dall'uso della forza e della violenza contro le manifestazioni popolari e ha chiesto un riconteggio dei voti. Da Londra, il ministro degli Esteri David Miliband ha respinto l'accusa secondo cui le proteste contro i brogli sarebbero pilotate da Londra. «Non è vero che le manifestazioni sono manipolate dall'esterno - ha detto -. Respingo categoricamente questa idea. Il Regno unito è fermissimo nel sostenere che spetta al popolo iraniano scegliere il suo governo».

MANIFESTANTI IN PIAZZA - A Teheran, per l'ottavo giorno consecutivo, i manifestanti sono tornati in piazza per contestare il risultato elettorale. Video amatoriali mostrano un corteo in una delle vie principali del centro della capitale, con i partecipanti che gridano slogan come «Non abbiate paura, siamo uniti» e «Morte al dittatore» (guarda). Secondo testimoni citati dalla Cnn migliaia di agenti antisommossa sono stati dispiegati nelle strade della città e molti negozi sono rimasti chiusi. Domenica la situazione è comunque più tranquilla rispetto a sabato, quando secondo fonti ospedaliere 19 persone sono rimaste uccise negli scontri tra dimostranti e polizia. Su alcuni social network si parla di 150 morti e centinaia di feriti.

«CALMA INSOLITA» - Secondo Lara Setrakian, corrispondente della rete Abc per il Medio Oriente, a Teheran c'è invece una calma insolita. La giornalista preannuncia nuove manifestazioni e un discorso di Mousavi o di sua moglie Zahra Rahnavard. Secondo alcuni blogger il governo starebbe perdendo il controllo dell'esercito e sabato diversi soldati si sarebbero rifiutati di sparare sulla folla. Lo scontro in Iran avviene non solo nelle piazze, ma anche per il controllo dell'informazione. Dopo che il regime ha ufficialmente bloccato il lavoro dei cronisti stranieri le notizie arrivano con difficoltà. Ultimo in ordine di tempo il corrispondente della Bbc Jon Leyne, espulso dal Paese perché accusato di «sostegno ai rivoltosi» dopo che aveva dubitato dell'attentato al santuario di Khomeini. Il giornalista dovrà lasciare l'Iran entro 24 ore. L'opposizione si affida al web, blog, siti e social network. Il regime replica con la propaganda di Stato affidandosi a tv, giornali e radio. Smentendo però diverse volte se stesso.

L'INCENDIO ALLA MOSCHEA - Da Teheran la tv di Stato manda prima la notizia che un numero imprecisato di persone sono morte sabato a Teheran per l'incendio di una moschea appiccato da «rivoltosi» nel corso della manifestazione dell'opposizione. L'emittente ha anche mostrato immagini dell'edificio in fiamme. Poco dopo però arriva la smentita: nessun morto nell'incendio della moschea. Secondo sempre la tv di Stato inizialmente erano solo 13 le persone uccise negli scontri tra la polizia e quelli che vengono definiti «gruppi terroristici». Cifra poi ridotta a 10 morti e un centinaio di feriti.

Faezeh Hashemi (Ap)
ARRESTATA FIGLIA DI RAFSANJANI - Ci sono anche nuovi arresti eccellenti: durante le manifestazioni di sabato sono stati portati in carcere la figlia dell'ex presidente Akbar Hashemi-Rafsanjani e quattro suoi parenti, accusati di coinvolgimento nelle proteste contro Ahmadinejad, come riporta l'agenzia Fars. Faezeh Hashemi, nota attivista per i diritti delle donne, è emersa negli ultimi anni come figura di spicco dell'opposizione. Prima del voto, il presidente aveva accusato Rafsanjani e i suoi figli di corruzione e l'ex presidente è uno dei principali sponsor di Mousavi. Tra gli arrestati anche la figlia di Faezeh. Tutti sono accusati di avere partecipato a un raduno illegale nel centro di Teheran, durante il quale sono scoppiati gravi incidenti, e di avere «provocato e incoraggiato i rivoltosi». Una fonte delle forze di sicurezza ha detto invece che la donna e gli altri membri della famiglia sono stati portati in una stazione di polizia «per la loro stessa sicurezza». Tra le voci dissenzienti ancora in libertà, quella dell'ex presidente iraniano Mohammad Khatami, che ha ammonito sulle «pericolose conseguenze» che potrebbero derivare dal divieto di manifestare imposto dalle autorità.


Teheran, 22 Giugno 2009 (h. 10.08) -- "Ieri avevo scritto un breve appunto perchè avevo un'idea fissa: 'domani sarà un grande giorno [alla manifestazione] , ma io potrei essere uccisa...' Invece ora io sono qui, viva, e a essere uccisa è stata mia sorella. Sono qui a piangere mia sorella morta tra le braccia di mio padre. Io sono qui per raccontarvi quanti sogni coltivava mia sorella... Io sono qui per raccontarvi quanto fosse una persona dignitosa e bella, mia sorella...Sono qui per raccontarvi come mi piaceva guardarla quando il vento le agitava i capelli... Quanto [Neda] volesse vivere a lungo, in pace e in eguaglianza di diriiti.... Di quanto fosse orgogliosa di dire a tutti, a testa alta, 'Io sono iraniana'..."

"Di quanto fosse felice quando sognava di avere un giorno un marito con capelli spettinati, [sognava] di avere una figlia e di poterle fare la treccia ai capelli e cantarle una ninna-nanna mentre dormiva nella culla. Mia sorella è morta per colpa di chi non conosceva la vita, mia sorella è morta per un'ingiustizia senza fine, mia sorella è morta perchè amava troppo la vita... Mia sorella è morta perchè provava amore per tutte le persone..."

"Chiunque leggerà questa mia lettera, per favore, accenda una candela nera con un piccolo nastro verde alla base e ricordi Neda e tutti i Martiri di queste giornate, ma quando la candela si sarà spenta non dimenticatevi di noi, non lasciateci soli..."


(Immagini Forti - Attenzione)

venerdì 26 giugno 2009

Ritroviamo l'Onore: Non pagare il Pizzo!!!

C'è una donna, una madre, che dopo anni di vessazioni decide di chiudere la porta in faccia ai mafiosi. C'è un ragazzo cresciuto a sbirciare dalla serratura le minacce e i pestaggi subiti dal padre, un imprenditore che sceglie di non piegarsi ai ricatti...
E poi c'è un mafioso—sì, anche un mafioso—,uno di quei padrini della vecchia guardia messo ormai alle corde da inchieste, pentiti, retate e da una società che ormai ha deciso di non assecondare più le loro richieste, le loro minacce..

Perché «non pagare il pizzo è una questione d'onore».

È questo lo slogan della nuova campagna contro il racket delle estorsioni..

l'uomo d'onore è quello che si ribella e non quello arruolato da Cosa Nostra..

Tutti uniti con un unico intento: sensibilizzare l'opinione pubblica, gli esercenti e gli imprenditori a
non arrendersi alla violenza mafiosa delle estorsioni e a sviluppare una ribellione civile che possa
diventare il manifesto culturale dei siciliani...



è il momento cruciale e finale dell'intervista...qui dimostra al mondo e alla mafia cosa signifia essere un eroe, cosa sognifica lottare per la riaffermazione di un ideale, cosa significa essere uomini di Stato, uomini per lo Stato!

giovedì 25 giugno 2009

Le novità sul Premio Letterario dedicato a Vincenzo Licata


Sono ancora aperte le iscrizioni per partecipare alla prima edizione del Premio Nazionale di Letteratura e Poesia “Vincenzo Licata – Città di Sciacca”.
Sono gli ultimi giorni a disposizione per quanti coloro intendessero prendere parte a questa importante manifestazione culturale, il bando infatti scadrà il prossimo 30 giugno.
Per prendere visione del bando, conoscere tutti i dettagli dell’iniziativa e scaricare la modulistica che occorre presentare alla commissione basta visitare il sito http://www.vincenzolicata.it/
Intanto sono stati resi noti i componenti della Giuria del Premio: si tratta del Prof Giuseppe Corallino, del Prof Enzo Puleo, del giornalista e scrittore Raimondo Moncada, del giornalista Gianmarco Aulino e del critico d’arte Tanino Bonifacio.
A loro l’onere e l’onore di stabilire, una volta presa lettura delle opere partecipanti, la graduatoria finale delle 4 sezioni che costituiscono il Premio le quali sono, lo ricordiamo: poesia a tema libero in italiano; poesia a tema libero in dialetto, poesia in italiano con tema “Il Mare” e la sezione dedicata ai Racconti.
L’atto conclusivo della manifestazione, con la premiazione delle opere più meritorie e col convegno dedicato al Poeta Vincenzo Licata, si terrà il prossimo 1 agosto a partire dalle 19,30 presso l’ex Chiesa S.Margherita, sita in Piazza Carmine, a Sciacca.

La favola delle toghe rosse - Liberazione: "...E l'Italia va a puttane"


BARI - Cosa documentano le registrazioni audio che Patrizia D'Addario ha clandestinamente inciso nell'autunno dello scorso anno a Palazzo Grazioli e quindi consegnato alla Procura di Bari a sostegno dell'attendibilità del racconto delle sue due visite?
La magistratura, mercoledì scorso, le ha secretate, apponendo i sigilli agli originali dei nastri su cui sono incise, e ha disposto che non ne venissero effettuate le trascrizioni. Negli ultimi otto mesi, quelle registrazioni sono state libere da vincoli, perché nella piena ed esclusiva disponibilità della donna.

Ora, tre fonti diverse e indipendenti che hanno avuto nel tempo accesso diretto all'ascolto delle registrazioni, o, quantomeno, ad alcuni dei loro passaggi salienti, riferiscono a Repubblica parte del contenuto. Con indicazioni coincidenti. A cominciare dalla cattiva qualità del sonoro, disturbato da fruscii di fondo.

Eccone dunque il dettaglio.
Ottobre 2008. Patrizia D'Addario è per la prima volta a Palazzo Grazioli. La si ascolta mentre si presenta con un nome di battesimo che non è il suo ("Alessia", come racconterà al Corriere della Sera il 17 giugno scorso) al presidente del Consiglio, la cui voce, a sua volta, si riconosce benché sovrapposta ad una musica di fondo che accompagna la conversazione. La D'Addario dice di essere la titolare di un'agenzia immobiliare. Aggiunge che non è facile per una donna single mandare avanti un'attività di quel genere. Si sente quindi ancora la voce del presidente del Consiglio impegnato a mostrare quelli che si intuisce siano dei quadri.

4 Novembre 2008. Patrizia D'Addario è per la seconda volta a Palazzo Grazioli. Non è un giorno qualunque. Mentre in Italia si fa notte, negli Stati Uniti mancano poche ore allo spoglio che dichiarerà presidente eletto Barack Obama.

Si distingue la voce del presidente del Consiglio che si rivolge a Patrizia spiegandole che si assenterà per fare una doccia e mettere un accappatoio. Il presidente invita la donna ad aspettarlo nel "letto grande". Patrizia risponde affermativamente - "Sì nel letto grande" - aggiungendo un dettaglio che si riferisce al letto e non risulta comprensibile all'ascolto.

Una successiva sequenza registra un qualche trambusto con voci di estranei che avvertono il presidente dell'elezione di Obama e lo sollecitano ai suoi impegni istituzionali. Patrizia - riferiscono due fonti diverse - spiegherà che il personale di Palazzo Grazioli ha urgenza di ricordare al presidente che è atteso da un appuntamento esterno. Una circostanza, questa, che per altro trova conferma in un dato obiettivo. In quelle ore, Silvio Berlusconi è atteso allo spazio Etoile a Roma dove la Fondazione Italia-Usa ha organizzato una serata ufficiale (ripresa in diretta da Skytg24) per la notte elettorale americana. Un evento cui partecipano almeno 500 ospiti, tra cui un centinaio di parlamentari, e onorata da un messaggio video dell'allora ambasciatore americano in Italia Ronald Spogli e a cui il Presidente del Consiglio (la cui presenza era stata annunciata da almeno due settimane) non arriverà mai.

5 novembre 2008. Patrizia D'Addario registra una chiamata telefonica in entrata. Si riconosce la voce del presidente del Consiglio che le chiede "come va". La donna risponde di essere "un po' rauca". Il presidente, di rimando, si dice ironicamente sorpreso perché la notte precedente non ha sentito "strilli".

Quello stesso giorno, c'è una seconda telefonata registrata. L'interlocutore di Patrizia è Gianpaolo Tarantini, l'imprenditore che le ha negato il compenso pieno (2000 euro) pattuito per la prima volta a Palazzo Grazioli ("Perché non ero rimasta", spiega lei nella sua intervista al "Corriere della Sera"). La D'Addario è arrabbiata. Dice di aver ricevuto soltanto "una tartarughina" per la notte e chiede conto dei 2000 euro.

Alle registrazioni si accompagnano, come detto, anche delle fotografie, scattate dalla D'Addario con il suo telefonino all'interno di Palazzo Grazioli. Di queste, "Repubblica" ha avuto conferma solo di un dettaglio, per altro anticipato dal Corriere della Sera, due giorni fa. Vale a dire, un'immagine che ritrae la foto incorniciata di Veronica Lario. Le altre istantanee - per quanto è dato sapere al momento - ritraggono altrettanti dettagli delle stanze della residenza privata del presidente del Consiglio. (Repubblica)


Quando si parla di toghe politicizzate una buona parte della popolazione italiana ha un’idea ben chiara e cristallina. Un’idea cresciuta radicalmente in questi ultimi 15 anni e che difficilmente si riuscirà a cambiare si basa sulla convinzione che esista una magistratura politicizzata, eversiva ed ad orologeria, votata ad un unico obiettivo: distruggere politicamente il bersaglio di turno. Un bersaglio che in effetti è cambiato negli anni, ripensando ai vari personaggi politici più famosi, anche per i loro processi, come Andreotti, Craxi e Silvio Berlusconi. Credere a questa teoria dell’eterno complotto diventa semplice se a dar man forte ci pensano i mass media, “dimenticandosi” troppo spesso di riportare i fatti e le sentenze per quello che sono e soffermandosi solamente sul “nome” del protagonista per fare audience.

Il caso di Giulio Andreotti è uno dei più simbolici per questa “idea” diffusa della giustizia politicizzata. Con chiunque si parli c’è la piena convinzione della sua completa assoluzione, arrivata con colpevole ritardo dopo anni di continui attacchi, diffamazioni e dicerie sulla sua persona. La realtà invece è molto più grave. Basterebbe riportare la sentenza, con l’aggiunta dei fatti accertati dalla magistratura, come l’incontrò con il capo di Cosa nostra, Stefano Bontate o i rapporti con Salvo Lima, Vito Ciancimino e i cugini Salvo.

«Il reato di associazione per delinquere commesso fino alla primavera del 1980 è estinto per prescrizione (…) con la sua condotta (…) (non meramente fittizia) ha, non senza personale tornaconto, consapevolmente e deliberatamente coltivato una stabile relazione con il sodalizio criminale ed arrecato, comunque, allo stesso un contributo rafforzativo manifestando la sua disponibilità a favorire i mafiosi ». (fonte)
Questo è un esempio, identico al lavoro di pulizia che si sta facendo all’immagine di Bettino Craxi, attaccando, sminuendo e cancellando il lavoro fatto dal pool di Mani Pulite. Avevano l’unica colpa di avere scoperchiato Tangentopoli. Oggi, 15 anni dopo , si cerca di ricordarli come il cancro di quel periodo. Come accennato poco sopra, negli ultimi lustri gli attacchi ai giudici sono continuati, favoriti dalla carriera processuale dell’ On. Berlusconi, unica nel suo genere. Uno di questi fu il pm Ilda Boccassini, attaccata specialmente per il suo lavoro nel Processo Sme. Le accuse mosse a lei e ai suo colleghi di Milano erano le solite: «toghe rosse», «eversivi» o «golpisti a servizio della sinistra». La loro colpa? Indagare sull’allora Presidente del Consiglio dei Ministri, i suoi avvocati, la sua azienda e altri giudici coinvolti. Nel 1996 Vittorio Feltri, ai tempi direttore del “Il Giornale” ( Famiglia Berlusconi) , scriveva cosi:
«Lo strapotere che esercitano, la disinvoltura con cui interpretano e usano i codici (…) intimidiscono il cittadino, lo lasciano in uno stato di vaga inquietudine (…). Anche Ilda Bocassini è troppo per il mio grado di tenuta nervosa. Non giudicatemi male: con lei non salirei neppure in ascensore. Tra poco vi saranno le elezioni, difficile credere che sia soltanto una coincidenza. Comunque, dati i personaggi, più che scandalo, questo sarà archiviato come impiastro. Alla puttanesca».

Una storia che s’è ripetuta questi ultimi mesi con un altro giudice, ironicamente molto simile esteticamente alla collega appena citata. Il suo nome è Nicoletta Gandus, presidente del collegio giudicante nel processo Mills a Milano. Il Cavaliere la definì «un suo nemico politico», «un’estremista di sinistra» e per questo non in grado di giudicarlo. Avviò anche un processo di ricusazione, per «grave inimicizia». Seconde il direttore della Stampa, Augusto Minzolini, il premier disse di avere un testimone da usare per questa ricusazione.
«Ho un testimone che ha ascoltato una conversazione tra la Gandus e un altro magistrato. Gandus ha detto: “A questo str… di Berlusconi gli facciamo un c… così. Gli diamo 6 anni e poi lo voglio vedere a fare il presidente del Consiglio».
Purtroppo di questo teste non si ebbe notizia e la ricusazione fu respinta prima dalla Corte d’Appello e poi dalla Cassazione di Milano:
I documenti che dovrebbero dimostrare l’inimicizia grave tra la dott.sa Gandus e il ricusante (…) sono mere manifestazioni di pensiero relative non a rapporti personali o comportamenti dell’on. Silvio Berlusconi ma semplicemente critiche a testi di legge approvati dal Parlamento durante la legislatura 2001/2006, nella quale quest’ultimo è stato capo del governo. (fonte)
Certamente non è bastato questo, e non basta tutt’ora, per togliere i dubbi insorti nel cittadino comune nei confronti della magistratura. Ci sono tre fatti che però risultano significativi e che dimostrano ancor di più la serietà, l’ estraneità politica e tanto più la mancanza di inimicizia personale di queste due togate. Per quanto riguarda Ilda Boccassini la notizia è di settimana scorsa. Con il suo lavoro ha fatto condannare 14 esponenti delle Nuove Brigate Rosse, con pene che arrivano anche a 15 anni di reclusione. “Il Giornale” nel giorno del loro arresto, nel febbraio 2007, dimenticandosi per un giorno la lotta alle toghe rosse, elogiò le forze dell’ordine guidate dalla pm milanese (Ilda la Rossa), cosi abili nello sventare un’azione terroristica che mirava addirittura a Silvio Berlusconi, il giornalista Ichino di “Libero” e la stessa Mediaset. La presunta toga rossa che condanna i brigatisti. C’è qualcosa che non torna.

Un particolare non così importante ma comunque rilevante è addebitabile invece al giudice Nicoletta Gandus. Nel febbraio del 2008, il Tribunale presieduto dalla stessa accordò il rinvio del processo a Berlusconi e a Mills, per motivi elettorali. Stava per incominciare la campagna del 2008, quella che vide stravincere la colazione Pdl-Lega e un processo nel bel mezzo sarebbe stato un impedimento sia mediatico che politico. Peccato che dopo le elezioni, oltre ai tentativi di ricusazione, subentrò il Lodo Alfano che stralciò la posizione del premier dal processo. Insomma, la Gandus fece un “favore” a Berlusconi posticipandogli il processo e dandogli la possibilità di vincere le elezioni senza interferenze, ma evidentemente questo dettaglio è poco noto ai sostenitori del Cavaliere e della teoria del complotto della amgistratura.
Un altro esempio della sua neutralità fu il processo a Roberto Formigoni , sicuramente tutto fuorché “politicamente vicino” alla sinistra, dove il presidente della regine Lombardia fu completamente assolto, dopo l’accusa di irregolarità nella gestione della discarica di Cerro. (Processo in cui fu coinvolta la Simac, sociètà di Paolo Berlusconi, che però patteggiò la pena con una risarcimento record di 52 milioni di euro).
Tutt’altra situazione può essere addebitata invece a Luigi De Magistris. In questi mesi di campagna elettorale, il neo-eurodeputato ha dichiarato più volte la suo ideologia politica, nata grazie alla vicinanza in gioventù col partito di Berlinguer. Per essere anch’egli una “toga rossa”, con le indagini a Prodi e a Mastella, ha minato non poco la strada di quel governo di centro sinistra. Sembra ci sia una tale confusione in queste vidende da non riuscire mai a capire da che parte sta il torto o la ragione. Si potrebbe iniziare con un punto molto semplice, cioè smettere di dividere i giudici in rossi, gialli e neri. Ritornare a basarsi sui fatti, leggere le carte, valutare le accuse e accettare le sentenze. Ma se così fosse, per gli italiani, si correrebbe il rischio dei crimini che i nostri politici commettono tutti i giorni, e della lunga lista di parlamentari con condanne definitive che siedono a Montecitorio.
In questi giorni alla lista dei “magistrati canaglia” si è aggiunto un nuovo nome (Tg1 docet), Pino Scelsi, sostituto procutore antimafia di Bari. La sua colpa? Indagare su un giro di ragazze invitate a Palazzo Grazioli e a Villa Certosa (le residenze del premier Silvio Berlusconi) in cambio di denaro. L’offensiva mediatica contro il nuovo «eversivo» è appena cominciata.
I giornali hanno il dovere di informare, I cittadini hanno il diritto di sapere.
La nuova legge sulle intercettazioni telefoniche è incostituzionale, limita fortemente le indagini, vanifica il lavoro di polizia e magistrati, riduce la libertà di stampa, equipara i blog alle testate giornalistiche e la possibilità di informare i cittadini. Diritto di critica sottoscrive l’appello di Repubblica.

Scritto da Simone Pomi

mercoledì 24 giugno 2009

Rifiuti, la crisi di Palermo e la situazione a Sciacca

Nelle ultime settimane la notizia che ha tenuto e tiene banco in tutti i media nazionali e siciliani è quella della crisi dei rifiuti a Palermo e provincia. Quella dei rifiuti è una crisi che ha radici profonde e viene da lontano, inevitabilmente porta con sé ripercussioni politiche e polemiche, tra cittadini inviperiti e autorità in difficoltà a mantenere l’ordine e il decoro pubblico. Tutti i giorni si è avuta notizia di cassonetti bruciati, cumuli di pattume in ogni dove, automobili e scooter vittime anch’esse delle fiamme, tanto che nel palermitano si contano già circa 500 macchine bruciate per la felicità, si fa per dire, dei legittimi proprietari, travolti dal caos e dalle baraonde notturne.
Palermo ma anche Bagheria, Ficarazzi, Villabate, stanno scontando un conto salatissimo: condizioni igienico sanitarie al limite del collasso, l’estate calda che peggiora la situazione, cittadini in rivolta tanto per quanto si vede per le strade, ricoperte di rifiuti, quanto per la puzza che emanano i liquami della spazzatura in decomposizione. Ce n’è abbastanza per lanciare l’allarme: l’apice della crisi è stata l’ordinanza con la quale è stata imposta la chiusura di tutti gli edifici pubblici.
Il problema, pur nelle sue mille sfaccettature, nasce dal fatto che i cinquecento operatori del Coinres, società che si occupa della raccolta dei rifiuti in 22 comuni del palermitano, da più di una settimana incrociano le braccia perché da due mesi non ricevono lo stipendio. Lo scorso 17 giugno l´assessore regionale alla Protezione civile Gaetano Armao ha riunito le autorità competenti le quali hanno nominato Giorgio D´Angelo, attuale dirigente dell’Arra Sicilia, commissario ad acta del Coinres. A D´Angelo è stato affidato il compito di far rientrare l´emergenza ambientale e risanare il consorzio nel più breve tempo possibile. La Regione intanto si farà garante del risanamento economico stanziando 16 milioni di euro i quali dovranno essere restituiti dai comuni nel giro di tre anni. In quasi tutti i comuni della provincia di Palermo, cestini e cassonetti sono pieni all’inverosimile e, con il caldo, la puzza di rifiuti imputriditi rende l´aria davvero irrespirabile. A Bagheria sono rimasti aperti soltanto i servizi essenziali e l´ufficio elettorale in vista del referendum. In un primo momento si era pensato anche a chiudere le scuole, decisione poi revocata per consentire lo svolgimento degli esami nelle scuole medie. Tra i cittadini montano, oltre alla rabbia, sfiducia e malcontento mentre, sostenuti dai sindacati, i netturbini che non ricevono lo stipendio da due mesi hanno protestato davanti a Palazzo d´Orleans chiedendo al governo regionale di gestire direttamente il Coinres. I roghi e le corse dei vigili del fuoco si alternano a ritmo costante e forsennato. La crisi non è di poco conto se è stato mandato a Palermo a monitorare la situazione Guido Bertoloso, il capo della Protezione Civile, lo stesso che sta lavorando al ripristino della situazione in Abbruzzo dopo il devastante terremoto di due mesi fa. Il sottosegretario all’emergenza rifiuti Guido Bertolaso quindi è giunto nel capoluogo siciliano per presiedere in prefettura un vertice con tutte le istituzioni locali e regionali "per un esame congiunto della situazione determinata dalla mancata raccolta dei rifiuti e l’individuazione degli interventi necessari a fronteggiare l’emergenza". Alla vicenda Coinres c’è da aggiungere quella che riguarda più da vicino il gruppo Amia. Infatti i sindacati degli operatori ecologici del gruppo Amia, l’azienda che gestisce e mantiene il servizio di igiene della città, hanno confermato lo sciopero bianco del personale che rispetta in maniera rigorosa il regolamento che prevede la dotazione di particolari dispositivi di sicurezza. Secondo i sindacati al momento questi dispositivi non sarebbero garantiti per tutti i lavoratori, per cui chi non è nelle condizioni di lavorare in tutta sicurezza rimane a disposizione dell’azienda senza però espletare alcun servizio. Se consideriamo il fatto che sono 2.700 i lavoratori del gruppo Amia, tra spazzini, addetti alla raccolta dei rifiuti, autisti e personale in servizio nei mezzi di movimento nella discarica di Bellolampo, capiamo bene le dimensioni della crisi.
Quando problemi di tali dimensioni accadono a poche decine di chilometri da casa nostra è lecito chiedersi semmai investiranno anche la nostra città e la nostra vita quotidiana. A Sciacca, alla luce dei fatti e quantomeno per il momento, non si rischia nulla di tutto questo: il servizio è garantito regolarmente ed è stato recentemente potenziato. Anzi la Sogeir, società a capo dell'Ato Ag1, ha dato addirittura la propria disponibilità ad aiutare i cittadini palermitani nella risoluzione dell'emergenza rifiuti, segno che la società è solida e detiene mezzi e risorse sufficienti. Il presidente della Sogeir, Enzo Marinello, ha raccolto quindi l'invito della protezione civile regionale ed ha messo a disposizione cinque dei propri mezzi per favorire l’intervento con cui la regione Sicilia sta tentando di superare la situazione di oggettiva difficoltà che si sta vivendo nell'area del palermitano in materia di rifiuti. Sogeir è la società d’ambito che gestisce l’ATO AG1. L’ATO AG1 è composta da 17 Comuni (Alessandria della Rocca, Bivona, Burgio, Calamonaci, Caltabellotta, Cattolica Eraclea, Cianciana, Lucca Sicula, Menfi, Montevago, Ribera, S. Margherita Belice, S. Stefano di Quisquina, Sambuca di Sicilia, San Biagio Platani, Sciacca, Villafranca Sicula) i quali, grazie ad una attività costante di informazione e verifica, prendono ogni giorno che passa maggiore consapevolezza dell’importanza della raccolta differenziata sia in termini ambientali sia in termini economici. L’obiettivo principale di So.ge..i.r. è quindi quello promuovere una città più pulita soprattutto grazie alla collaborazione ed all’aiuto dei cittadini e di diffondere una precisa cultura ambientale tramite iniziative atte alla sensibilizzazione delle utenze domestiche e non. La notizia più importante è comunque quella che procedono ben spediti i lavori circa l’ampliamento della discarica di Salinella e quelli che prevedono la costruzione di due nuove vasche, autorizzati al termine di un iter lunghissimo e farraginoso. E’ stato quindi scongiurato il pericolo di ritrovarsi presto con una discarica colma e di cercare nuovi siti adatti al conferimento dei nostri rifiuti. Le due nuove vasche di accumulo della discarica Saraceno Salinella consentiranno piena autonomia ai comuni facenti parti dell’ATO AG1 fino al 2013. Quella oggi in funzione poteva arrivare al massimo a dicembre, per poi esaurirsi e mettere l’agrigentino in crisi come accade a Palermo in questi giorni. Le nuove vasche avranno una capacità di 200 mila tonnellate di rifiuti che per la città di Sciacca ed i paesi limitrofi significano quattro anni di conferimento e forse anche più se dovesse finalmente incrementarsi la raccolta differenziata, già cominciata in alcuni quartieri cittadini e in diversi Comuni dell'hinterland. Diverrà sempre più importante adesso la tariffa di igiene ambientale la quale serve per dare completa attuazione al progetto che collega i costi dei rifiuti alla quantità di differenziata prodotta. Per scongiurare problemi legati ai rifiuti è di fondamentale importanza attuare una maggiore, intesa come quantità, ed una migliore, intesa come qualità, raccolta differenziata. “E’ importantissimo lavorare nel programma di comunicazione, come già stiamo facendo, il quale deve portarci a migliorare le percentuali di raccolta differenziata , dice spesso il presidente della Sogeir Vincenzo Marinello. Infatti solo aumentando la differenziazione dei rifiuti è possibile preservare le discariche ed incrementare il loro periodo di attività e di funzionalità”.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

martedì 23 giugno 2009

Missiva con proiettili ai giudici di Sciacca


Un importante fatto di cronaca sale agli onori della ribalta oggi a Sciacca.

Un grave atto intimidatorio è stato infatti indirizzato tanto al presidente del Tribunale di Sciacca Andrea Genna quanto ai giudici Michele Guarnotta e Carmen Bifano. Ai magistrati è stata recapitata una missiva con una cartuccia calibro 12.

Solidarietà è stata espressa dalla giunta distrettuale dell’Anm e dal senatore del Pd Beppe Lumia. “È un gravissimo atto intimidatorio - dice l’esponente politico - che sarebbe un tragico errore sottovalutare. Mi auguro, quindi, che mandanti ed esecutori di un gesto cosi’ grave e odioso vengano presto individuati e che lo Stato faccia sentire su di loro la propria mano pesante”

Quando atti intimidatori così gravi vengono espletati nei confronti delle autorità preposte significa solamente una cosa, ossia che si sta lavorando nella direzione giusta ed in maniera efficace e concreta.

Rivolgiamo la nostra più sentita solidarietà ai magistrati coinvolti con l’augurio che i responsabili dell’accaduto vengano presto assicurati alla legge.

Turismo, Brambilla e il suo caro saluto... romano

"Il fattore psicologico e' importantissimo, perche' puo' determinare la durata e gli effetti della crisi. Per questo bisogna alimentare l'ottimismo e agli italiani dico di non smettere di consumare". Lo ha sottolineato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, durante una conferenza stampa per presentare il nuovo ministero del Turismo. Un invito che non farebbe una grinza se non fosse che tutto, a maggior ragione in economia, va inserito in un contesto: c'e' un rapporto causa/effetto nei comportamenti umani e, soprattutto in quelli dei cittadini-consumatori, cioe' qualcosa accade perche' ce ne sono le condizioni e non solo la volonta'. E' quello che distingue l'economia -scienza materiale- da altri fenomeni basati su volonta' e spiritualita'. Nella fattispecie, per consumare occorre che ci siano i soldi per acquistare e scopriamo l'acqua calda nel ricordare che questi sono sempre meno nelle tasche dei consumatori. Una situazione in cui chi ci governa dovrebbe:
- creare il piu' possibile occasioni perche' cio' che prima si acquistava a 100 oggi dovrebbe essere possibile acquistarlo a 90-80... ma sappiamo che non e' cosi', a meno che non si vogliano ascrivere in questa logica, per esempio, gli incentivi per la rottamazione e l'acquisto di una nuova automobile (bocciata dal mercato specifico che non cresce, perche' comunque presuppone un esborso ulteriore di denaro che, invece, non c'e');
- diminuire la spesa pubblica si' da indirizzare questo risparmio a incentivi fiscali per cio' che i consumatori gia' acquistano e non per stimolarli ad acquistare cose in piu', magari da esigenze indotte dall'offerta e non dai bisogni.
L'istituzione del ministero del Turismo risponde proprio ad una logica contraria alla diminuzione della spesa pubblica. Si istituisce un dicastero di cui non si sentiva la necessita', dopo che oltre l'80% degli elettori lo aveva cancellato con un referendum sedici anni fa. Sedici anni in cui ogni regione si e' organizzata per proprio conto, promuovendo con leggi e non solo la propria offerta territoriale e di servizi.
La crisi del turismo esiste al di la' della nostra volonta', ma se in Italia si sente di piu' che altrove, non e' certo perche' manchi la promozione da parte di un ministero nazionale, ma perche' le carenze strutturali e normative cominciano a diventare piu' pesanti e non hanno provocato un disastro proprio grazie ad alcune isole felici che, in virtu', delle competenze regionali, sono riuscite a tenere salda questa economia, per la propria regione e per l'Italia.
Infine che il ministero del Turismo sia un'istituzione inadeguata lo dimostrano le prime norme approvate dalla ex sottosegretaria Michela Vittoria Brambilla che oggi e' diventata ministro. Un solo esempio, la beffa della finta sistemazione delle stelle degli alberghi: ognuno continua a fare come crede, per cui un quattro stelle di Reggio Calabria e' peggiore di un due stelle di Bolzano (1). Non solo, ma i problemi della rinascita del turismo non crediamo siano legati all'esistenza dello specifico ministero, perche' questo non si occupa di cio' che principalmente allontana i turisti dallo Stivale:
- infrastrutture inesistenti e fatiscenti;
- servizi costosi, inefficienti e inadeguati;
- e -ciliegina finale dei giorni scorsi- le nuove norme sulla sicurezza e la lotta alla clandestinità che, di fatto, fanno si' che molti turisti che visitano il nostro Paese per piu' di una settimana senza registrarsi in questura sono passibili di multa ed espulsioni, al pari di un immigrato clandestino.
Oltre alla conferma di politiche basate sullo spreco delle risorse, quanto ci dice il Presidente Berlusconi invitandoci a consumare di piu', sa' proprio di beffa.

(1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=258480
(2) http://www.aduc.it/dyn/immigrazione/arti.php?id=260217

http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=266&id=261721


Il fotogramma era eloquente ma parziale: il braccio teso, la mano dritta a punta, il corpo fermo, gli occhi fissi nel vuoto. Intenso e partecipato. Il video, che potete guardare su repubblica.it, raccoglie in un modo ancor più emozionante la scena immortalata dal reporter della Gazzetta di Lecco alla festa dell'Arma dei Carabinieri. Tra fasce tricolori e divise sull'attenti, Michela Vittoria Brambilla, neoministro per il Turismo, tende dinamicamente a sopravanzare il corteo istituzionale irregimentato ma piuttosto moscio e allunga il braccio fino a farlo puntare quasi al cielo. "Fa ridere soffermarsi sull'angolazione del mio gomito", commentò alla vista delle foto. Al video, che pure ha potuto visionare, ha deciso invece di rispondere col silenzio.
C'è da dire che l'angolazione ricavata dal film esprime compiutezza e aderenza ai criteri guida del saluto romano: braccio destro teso avanti-alto con la mano tesa aperta leggermente inclinata in alto rispetto all'intero braccio. Ridefinita così la posizione, e rivisto ancora il filmato, tutto sembra al suo posto, perfettamente in linea con la storia e - evidentemente - il primo amore. Il braccio disteso, gesto pieno e consapevole. Insomma, sembra fascistissimo.
E, se sono esatte le ricostruzioni familiari, parecchio fascista pare anche il gesto del papà che dallo stesso palco, ma dal lato opposto della figliola, ha reclamato a sé lo stesso saluto, e l'ha mostrato con medesima forza e uguale emozione. Tutti e due un attimo prima con la mano sul cuore, anche qui tutto perfetto, e un attimo dopo, appena alla fine dell'inno di Mameli, come sapete. Sembra che Brambilla faccia buon uso, diciamo così, del saluto fascista. Una deputata del Pd, Lucia Codurelli, giura che il ministro lo scorso 29 maggio avrebbe concesso il bis durante un raduno a Varenna, in provincia di Lecco, di persone in camicia nera. Non è vero. La Brambilla in quell'occasione vestiva uno splendido tailleur turchese. Qualche camicia, forse forse, solo sullo sfondo. Ma non c'è prova documentale. E la foto immortala la mano del ministro sul petto. Lì si ferma.
Finora, purtroppo o per fortuna, Michela Vittoria Brambilla si era conquistata la fama di essere una vulcanica donna del fare. I circoli della libertà, migliaia e migliaia, figli della sua intraprendenza. E anche la tv delle libertà, le telecamere, un partito nel grande partito di Berlusconi. Due anni di fuoco, molte presenze a Porta a porta, tutte con i tacchi e parecchie con le autoreggenti. Ancora un fotografo, ancora uno scatto, e le sue calze e anche i suoi slip sono divenuti oggetto della narrazione.
Poi i circoli si sono sciolti, la tv è stata chiusa e la Brambilla si è messa in pantaloni. Quando sembrava che le gambe stessero a posto e anche i piedi piuttosto comodi nei sandali con le zeppe, ecco le mani, anzi la mano destra aperta e tesa, trasgredire. Un perfetto saluto romano, tecnicamente ineccepibile, e un segno, se vogliamo, anche al decoro che Trilussa sempre ci fa ricordare: Quanno dai la mano a uno te po' capità de strigne dè no zozzone o de'n ladro. Perciò salutamose tutti alla romana: se vorremo ancora bene, tenendosi a distanza! (Repubblica)




lunedì 22 giugno 2009

L'AltraSciacca risponde a Giuffrida e a Girgenti Acque

In seguito al nostro intervento del 19/06/2009 sui “preavviso di distacco” per morosità presenti sulle nuove fatture inviate all’utenza saccense dal gestore idrico, la giornalista Maria Genuardi di Tele Radio Monte Kronio ha contattato telefonicamente il dott. Giuseppe Giuffrida, amministratore delegato della Girgenti Acque SpA affinché fornisse chiarimenti alla cittadinanza su questa importante questione. Ve ne proponiamo la registrazione:

Per poter meglio comprendere le parole di Giuseppe Giuffrida che, a tratti, “sembra parlare come un libro chiuso”, eccovi la trascrizione “letterale” dell’intervista:

Dott. Giuffrida, sono state recapitate nuove bollette agli utenti saccensi relative al 2009 ma soprattutto si registra l’intimazione a pagare le fatture scadute nel gennaio scorso, pena il distacco dell’utenza nonostante lei si fosse impegnato pubblicamente a ritirarle per riformularle senza il canone di depurazione…
Lei mi fa questa domanda ed è distratta. Allora, io mi ero impegnato ed avevo chiesto all’ATO, nel frattempo la normativa è cambiata. E allora, le bollette che sono state emesse sono regolari e sono state ritenute regolari dall’ATO per tre Comuni in particolare, per Sciacca, per Porto Empedocle e per Licata. Perché al momento c’era la sentenza della Corte Costituzionale. Dopo la Corte Costituzionale è stata fatta la legge, e la legge ha stabilito che dove l’onere è dovuto per tutti quei Comuni dove l’impianto di depurazione non in corso di realizzazione ma appena inizia addirittura la progettazione. L’ATO ha verificato la norma e non può fare cosa diversa perché sarebbe disattendere una norma di legge quindi vero è che noi ci eravamo impegnati come l’abbiamo fatto in tutti quei Comuni, che la legge poi non ha modificato il dispositivo quindi tant’è vero che noi abbiamo emesso le note di credito in tutta la provincia tranne in quei Comuni in cui la legge poi aveva riconfermato l’obbligo a pagare anche il canone di depurazione. (1)

Scusi ma né l’ATO Idrico né Girgenti Acque ha ritenuto opportuno avvertire gli utenti saccensi?
Non è vero neanche questo, che bisognava avvertire. (2) Non abbiamo emesso le note di credito perché tant’è vero, basta capire, se le note di credito, dove le abbiamo emesse, le abbiamo emesse a tutti e infatti gli altri li abbiamo comunicati quindi il preavviso di distacco è un’informazione indiretta, nessuno sta operando domani mattina ma è il segnale e l’indicazione per dire che quello è dovuto.

Quindi lei dice oggi che le bollette scadute nel gennaio di quest’anno vanno pagate subito?
Certamente SI. (3)

Le nuove fatturazioni per il 2009 a che cosa sono relative?
Questo è il canone fisso dell’EAS quindi non è un acconto, è il canone fisso dell’EAS.

Dott. Giuffrida, come risponde alle critiche dell’utenza saccense in ordine alla crisi idrica nelle località balneari e alle tante perdite lungo la condotta?
Questa è una domanda che non tiene conto della realtà, io mi sarei aspettato da lei che il servizio è molto migliorato come lei sa. (4) Noi abbiamo migliorato anche le pressioni di esercizio, abbiamo ridotto al minimo i servizi (5) e stiamo facendo un servizio un giorno SI e un giorno NO, le perdite noi miglioriamo ogni giorno perché stiamo, abbiamo fatto, abbiamo ridotto anche la quantità di interventi perché sono diminuiti però fino alla, l’altra settimana abbiamo cambiato quaranta metri di condotta nella zona San Marco, abbiamo anche migliorato l’alimentazione dei pozzi e quindi dirmi come rispondere io gradirei capire se qualcuno, poi abbiamo trovato, ho trovato io delle persone di Sciacca che mi hanno ringraziato per il miglioramento del servizio, (6) per la pressione che c’è stata, quindi dire sempre “al lupo, al lupo” poi non funziona più, bisogna rendersi conto delle realtà. Noi abbiamo i reclami che lei può constatare, il servizio è sicuramente migliorato, le pressioni sono sicuramente migliorate, poi se c’è una perdita, un tubo rotto, quelle sono delle cose imprevedibili, non ci scordiamo mai che noi stiamo arrivando, ci siamo da meno di un anno, da un anno, si da un anno ormai, e credo che il servizio sia obiettivamente migliorato. (7)

Se lei venisse a Sciacca nei due giorni di ricevimento del pubblico probabilmente si renderebbe conto delle lamentele, anche in ordine ai ritardi di quattro mesi nei nuovi allacci.
Questo è anche vero, non le dico di NO. Allora, lei mi parlava del servizio e abbiamo dato una risposta, ora lei mi parla dell’ufficio e dell’attività di stipula dei contratti, che è un altro aspetto ancora, quindi cominciamo a distinguere. Questo è vero, siamo in una situazione ancora transitoria, obiettivamente, per tutte le cause ed i ricorsi che ci sono, per cui ci sono atteggiamenti attenti che noi stiamo facendo nell’interesse generali, abbiamo già raddoppiato, perché guardi che noi già stiamo facendo due giorni, e quindi la gente sta sicuramente migliorando (8) e ora arriveremo anche al terzo giorno man mano, e quindi già facciamo un giorno SI e un giorno NO il pubblico e secondo me questo servirà a migliorare il servizio. I tempi di attesa di quattro mesi dipende da molte cose, alle volte è difficile avere le informazioni sul territorio, capire la condotta giusta, capire dove allacciarla, perché fare il lavoro dell’acquedottistica (9), farlo in maniera serie e professionale ha bisogno di avere una serie di informazioni. Non è il problema dare un contratto, il problema è dire ad uno, obbligarsi a dargli un servizio reale, quindi alle volte hai, perdi del tempo perché instaurare quello che c’è e capire quello che è l’allaccio giusto che gli consente un regolare servizio, alle volte perdiamo qualche tempo in più. Sicuramente siamo molto migliorati e continuiamo ancora a crescere su questo. (10)

Un potenziamento del personale, un apertura dell’ufficio tutti i giorni, tranne i festivi chiaramente, è lecito chiederli?
Ci arriveremo sicuramente, stavo dicendo, facevamo un giorno la settimana, abbiamo fatto due giorni la settimana, io penso che a brevissimo faremo un giorno SI e un giorno NO e poi arriveremo a fare anche tutti i giorni, questo è sicuro. (11)

Molte frasi, di quelle appena lette, risultano poco comprensibili e vanno indiscutibilmente interpretate anche perché la realtà dei fatti appare decisamente distante da quella esposta dall’amministratore delegato di Girgenti Acque SpA. Ciò che appaiono invece chiare sono le maniere poco educate con cui il Dott. Giuffrida, apparso leggermente indisposto, si rapporta con il suo interlocutore. Traspare quel contestato atteggiamento arrogante con cui spesso viene disegnato nel resto della provincia e si denota, tra le righe, una certa mancanza di rispetto, oltre che per Maria Genuardi, anche per l’intera cittadinanza delle cui istanze la giornalista si faceva, in qualche modo, portavoce.

(1) Apprendiamo dalle parole di Giuffrida, che Girgenti Acque non ha mantenuto l’impegno di ritirare e ristampare correttamente le bollette del 28/01/2009 e ne pretende adesso il saldo poiché, nel frattempo, è intervenuta una legge che legittimerebbe tale comportamento. La legge che viene vagamente citata è la n.13/2009.

Con questa legge, che ribalta di fatto la sentenza n. 335/2008 della Corte Costituzionale obbliga i cittadini al pagamento dei canoni di depurazione anche in assenza di depuratore, purché dello stesso sia presente quantomeno il progetto. Per quanto riguarda i canoni pregressi, il rimborso è però dovuto, anche se in maniera parziale. La Legge n. 13/2009 prevedeva che il CO.VI.RI. (Comitato di vigilanza Risorse idriche) e il ministero dell’Ambiente entro DUE mesi stabilissero i parametri per l’attuazione degli effetti della sentenza della Corte Costituzionale n. 335/2008 al fine di determinare l’incidenza dei costi degli impianti di depurazione a seconda degli stati di avanzamento. Ad oggi nessun regolamento attuativo è stato emanato.

La stessa legge impone, entro 120 giorni dalla pubblicazione della legge, all’ATO Idrico e ai gestori del servizio, di quantificare l’importo dei rimborsi tenendo conto degli oneri fin a quel momento sostenuti ed obbliga gli stessi a fornire all’utenza le informazioni relative al consuntivo delle spese da sostenere, nonché dei tempi di realizzazione degli impianti.

Ciò che Giuffrida e l’ATO Idrico, tra le altre cose, dimenticano è che la legge 13/2009 produce effetti dalla data della sua pubblicazione, avvenuta il 28/02/2009. Le bollette di Girgenti Acque sono state invece emesse il 30/12/2008 ed hanno scadenza 28/01/2009, quindi prima dell’approvazione della Legge n. 13/2009. I canoni richiesti in quelle fatture, rientrano dunque nel conteggio dei quelli pregressi, per cui la stessa legge prevede il rimborso, anche se parziale. Deve infatti prima, come abbiamo detto, essere quantificata la quota parte relativa al servizio di depurazione (che a Sciacca non è ancora dovuto) e la quota rimanente, riferita invece alla progettazione e alla realizzazione del depuratore. Non essendo possibile, allo stato attuale, a causa del succitato ritardo del CO.VI.RI. e del Ministero dell’Ambiente, quantificare ed estrapolare la parte dovuta dagli importi complessivi indicati, anche nella bolletta Girgenti Acque del 28/01/2009, come “canoni di depurazione”, questi rimangono, a nostro avviso, nel complesso ancora non dovuti.

La GIRGENTI ACQUE, che si era pubblicamente impegnata, il 5 Marzo 2009, al ritiro e alla riformulazione corretta delle bollette, depurate quindi dai canoni dichiarati illegittimi, MANTENGA QUINDI IL SUO IMPEGNO!

Ecco l’intervista al nostro presidente, Pietro Mistretta:


(2) Da queste parole evinciamo, in maniera inequivocabile, che la considerazione che il gestore privato nutre nei confronti dei suoi utenti è praticamente NULLA!
Secondo i ragionamenti della Girgenti Acque e dell’ATO Idrico, noi avremmo l’esclusivo dovere di pagare senza avanzare diritti, neppure quello di essere informati! NOI DE L’ALTRASCIACCA NON SIAMO OVVIAMENTE D’ACCORDO!

(3) Questa è una delle poche verità, a nostro avviso, riscontrabili nelle dichiarazioni di Giuffrida. Le bollette con scadenza 29/06/2009 si riferiscono al canone fisso e gli importi sono uguali a quelli presenti nelle vecchie bollette EAS. Queste ultime, confermiamo, VANNO PAGATE!

(4) Secondo il dott. Giuffrida il servizio è migliorato e tutti lo devono asserire, anche se ciò non fosse vero. La giornalista, reduce dai seguenti servizi trasmessi da RMK:




nutre, quanto noi e quanto la maggior parte dei cittadini saccensi, SERI DUBBI!

(5) E se lo dice lui: “abbiamo ridotto al minimo i servizi”, come non credergli. Possiamo confermare che i SERVIZI SONO STATI RIDOTTI E quindi, di contro, SONO AUMENTATI I DISSERVIZI.

(6) L’impresa era ardua ma siamo sicuri che il dott. Giuffrida sia riuscito nel difficile compito di trovare qualcuno, a Sciacca, che lo ha pure ringraziato. Del resto la nostra città è stata tra le prime in provincia a consegnargli le reti e quindi trovare qualcuno che la pensa come lui è possibile.

(7) Insomma, il servizio è migliorato perché è migliorato! Un’ottima motivazione.

(8) La gente sta migliorando? In che senso? A noi sembra sempre più arrabbiata e le oltre 5.000 firme raccolte a Sciacca lo dimostrano!

(9) ???

(10) Quindi, maggiori tempi di attesa equivalgono ad una maggiore qualità del servizio. Ottima teoria. Difficile da sostenere però quando questi tempi di attesa corrispondono a circa quattro mesi.

(11) Giuffrida si impegna a svolgere le relazioni con il pubblico da tre a cinque giorni a settimana e promette, col tempo, di mettersi in carreggiata. Ci chiediamo:

- Intende farlo, come fa adesso, all’interno dei locali provinciali, assolutamente non idonei a ricevere contemporaneamente 30-35 persone, come ogni volta accade, con il consenso del presidente dell’ATO e contestualmente della provincia, dott. Eugenio D’Orsi?

- Quanto tempo ha concesso l’ATO Idrico alla società Girgenti Acque per mettersi in carreggiata, visto che già è trascorso un anno e considerato che il gestore privato aveva acquisito le reti conoscendone lo stato e doveva poi “investire” in provincia trasferendo il proprio “bagaglio di conoscenze professionali”? Cosa avete visto di tutto questo in cambio dei “tempi di attesa”?

Consentiteci un ultimo “al lupo al lupo” finale, di quelli che piacciono tanto al nostro dott. Giuffrida: “Quanto ci costerà l’attuale gestione del servizio idrico”? Noi pensiamo, quello che abbiamo sempre detto: “I Costi raddoppieranno e triplicheranno” e diciamo ancora “Aspettate ancora un po’ di tempo prima di ringraziarli, Girgenti Acque non è venuta certa per fare beneficenza pur essendo l’acqua un bene essenziale per la nostra sopravvivenza!!!”
www.laltrasciacca.it

domenica 21 giugno 2009

Sempre meno libertà per il popolo della Rete.... Rete Libera!!!

Lo scorso 11 Giugno 2009 è stato approvato alla Camera dei Deputati il DDL 1415A “Norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali” e relativo emendamento sul quale il Governo aveva addirittura posto la fiducia. I deputati “saccensi” Giuseppe Marinello del PDL ed Ignazio Messina di IDV risultano presenti alla votazione finale (la n.65 a scrutinio segreto)

Tra i diversi punti di questo DDL, che rischia seriamente di diventare una legge discutibile da un punto di vista costituzionale, ve n’è uno che riguarda direttamente chi, come noi, esprime il proprio pensiero attraverso un sito web oppure un blog. Si tratta del controverso comma 8 dell’art. 1 che intende modificare l’art.8 della legge n.47 dell’8 Febbraio 1948 (Disposizioni sulla stampa) che, a seguito delle modifiche proposte, diventerebbe:

Il direttore o, comunque, il responsabile è tenuto a fare inserire gratuitamente nel quotidiano o nel periodico o nell’agenzia di stampa le dichiarazioni o le rettifiche dei soggetti di cui siano state pubblicate immagini od ai quali siano stati attribuiti atti o pensieri o affermazioni da essi ritenuti lesivi della loro dignità o contrari a verità, purché le dichiarazioni o le rettifiche non abbiano contenuto suscettibile di incriminazione penale.

Per i quotidiani, le dichiarazioni o le rettifiche di cui al comma precedente sono pubblicate, non oltre due giorni da quello in cui è avvenuta la richiesta, in testa di pagina e collocate nella stessa pagina del giornale che ha riportato la notizia cui si riferiscono.

Per i periodici, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, non oltre il secondo numero successivo alla settimana in cui è pervenuta la richiesta, nella stessa pagina che ha riportato la notizia cui si riferisce.

Per le trasmissioni radiofoniche o televisive, le dichiarazioni o le rettifiche sono effettuate ai sensi dell’articolo 32 del testo unico della radiotelevisione, di cui al decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177. Per i siti informatici, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono.

Le rettifiche o dichiarazioni devono fare riferimento allo scritto che le ha determinate e devono essere pubblicate, senza commento, nella loro interezza, purché contenute entro il limite di trenta righe, con le medesime caratteristiche tipografiche, per la parte che si riferisce direttamente alle affermazioni contestate.

Per la stampa non periodica l’autore dello scritto, ovvero i soggetti di cui all’articolo 57-bis del codice penale, provvedono, su richiesta della persona offesa, alla pubblicazione, a proprie cura e spese su non più di due quotidiani a tiratura nazionale indicati dalla stessa, delle dichiarazioni o delle rettifiche dei soggetti di cui siano state pubblicate immagini o ai quali siano stati attribuiti atti o pensieri o affermazioni da essi ritenuti lesivi della loro reputazione o contrari a verità, purché le dichiarazioni o le rettifiche non abbiano contenuto di rilievo penale. La pubblicazione in rettifica deve essere effettuata, entro sette giorni dalla richiesta, con idonea collocazione e caratteristica grafica e deve inoltre fare chiaro riferimento allo scritto che l’ha determinata.

Qualora, trascorso il termine di cui al secondo, terzo, quarto, per quanto riguarda i siti informatici, e sesto comma, la rettifica o dichiarazione non sia stata pubblicata o lo sia stata in violazione di quanto disposto dal secondo, terzo, quarto, per quanto riguarda i siti informatici, quinto e sesto comma, l’autore della richiesta di rettifica, se non intende procedere a norma del decimo comma dell’articolo 21, può chiedere al pretore, ai sensi dell’articolo 700 del codice di procedura civile, che sia ordinata la pubblicazione.

Della stessa procedura può avvalersi l’autore dell’offesa, qualora il direttore responsabile del giornale o del periodico, il responsabile della trasmissione radiofonica, televisiva o delle trasmissioni informatiche o telematiche non pubblichino la smentita o la rettifica richiestaLa mancata o incompleta ottemperanza all’obbligo di cui al presente articolo è punita con la sanzione amministrativa da lire 15.000.000 a lire 25.000.000.

La sentenza di condanna deve essere pubblicata per estratto nel quotidiano o nel periodico o nell’agenzia. Essa, ove ne sia il caso, ordina che la pubblicazione omessa sia effettuata.

e quindi si trasformerebbe in un’inaccettabile limitazione della libertà di manifestazione del pensiero dei cittadini attraverso Rete in un Paese, l’Italia, che risulta già essere la quarantaquattresima nelle classifiche internazionali in tema di libertà di informazione.

La citata norma, assoggetterebbe, di fatto, il responsabile di qualsiasi “sito informatico” allo stesso obbligo di rettifica che la suddetta Legge sulla stampa pone a carico del direttore responsabile delle testate giornalistiche, inadempiendo il quale il responsabile del sito informatico sarebbe condannato ad una sanzione pecuniaria fino a 25 milioni di vecchie lire, proprio come per le testate giornalistiche.

Ci pare ovvio che non si può esigere da chi fa informazione on-line, e lo fa in maniera non professionistica, l’adempimento di obblighi tipici delle testate giornalistiche, come quello di provvedere alla rettifica di ogni inesattezza eventualmente pubblicata sul proprio sito informatico. Ugualmente, non si può pretendere che a ciò provvedano i responsabili di siti informatici che ospitano contenuti pubblicati da soggetti terzi. Il rischio di sanzioni pecuniarie determinerebbe l’immediata cessazione di ogni attività di informazione on-line, viste le difficoltà, facilmente intuibili, di ordine tecnico, organizzativo ed economico per soggetti non professionisti, ad adempiere a tale obbligo.

La Rete costituisce indubbiamente il primo mezzo di comunicazione di massa nella storia dell’uomo capace di dare concreta attuazione alla libertà di manifestazione del pensiero e l’utilizzo della stessa risulta essere un importante diritto. Se il Senato della Repubblica approvasse il decreto di cui abbiamo trattato, scriverebbe una delle pagine più tristi della storia moderna di un Paese che, come il nostro, ambisce a considerarsi democratico.

Noi de L’AltraSciacca ci appelliamo a quel minimo di buon senso che ogni buon governatore dovrebbe avere.








Questi nemmeno sanno cosa sta a significare il termine "Libertà"... libertà di parola, di critica, di espressione, di stampa, di informazione, di internet... ci stanno togliendo in pratica l'aria attraverso la quale respirare... come si suol dire siamo in attesa di tempi migliori.. decisamente migliori.

sabato 20 giugno 2009

Sciacca, il gesto d'amore di Margherita Licata

Margherita Licata, 41 anni, moglie e madre di Sciacca, si è spenta due giorni fa all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta in seguito ad un aneurisma cerebrale e dopo alcuni giorni di coma. I suoi familiari, andando incontro a delle sue precise volontà, hanno deciso di donare gli organi della giovane donna. Questo gesto permetterà a ben 10 persone di poter sopravvivere e migliorare le proprie condizioni di vita. Non è la prima volta che gesti di questo spessore civico, umano e morale giungono dalla città di Sciacca, il primo in assoluto era giunto da Alessandro La Rosa al quale è stata anche dedicata una piazza della città, in contrada Perriera.
Pur nella sofferenza, pur nella tragedia, si è capaci di un gesto di amore, si è capaci di aprire il cuore all’altro, alla solidarietà. I funerali sono stati officiati ieri pomeriggio presso la Chiesa della Beata Vergine del Carmelo, stracolma in ogni ordine di posto.
Margherita Licata lascia un marito Gaspare Villa e due figlie, di 18 e 12 anni, anch’esse favorevoli alla donazione degli organi da parte della madre. Cornee, fegato, pancreas, cuore, polmoni, reni, sono questi gli organi che consentiranno una vista migliore a dieci malati. I medici hanno lavorato alacremente affinchè tutto andasse per il meglio e il desiderio di Margherita venisse correttamente esaudito.
E’ importante che gesti come quello di Margherita vengano alla luce poiché è sempre bene sottolinearne lo spessore, l’amore, la vita che continua all’interno di altre persone ed fare aumentare la coscienza civica di tutti noi, l’altruismo che in alcuni casi, come questo, può ridare davvero la speranza a tante altre famiglie.

In Inghilterra stava per esplodere una centrale nucleare

Gli incidenti nucleari, nonostante i tanti proclami di sicurezza fatti dai Governi di tutto il mondo, continuano a susseguirsi nel silenzio più assoluto. Solo oggi, a distanza di due anni, si viene a sapere che nel 2007 si è sventato per miracolo un disastro nuclearenon un lontano Paese ex sovietico, ma nella vicinissima Gran Bretagna, a Suffolk, vicino Ipswich.
A raccontarlo è John Large, ex dipendente della centrale, il quale un giorno aveva deciso di fare il bucato durante il turno di lavoro (era a disposizione dei dipendenti una lavanderia automatica), e scendendo nella stanza adibita a questo servizio, ha notato che qualcosa non andava: c’era una perdita di materiale radioattivo.
I sensori di sicurezza rilevavano che tutto era normale e non c’erano problemi, ma l’occhio umano si è rivelato molto più affidabile dei sofisticati mezzi tecnologici della centrale. L’allarme è stato dato in tempo per evitare il disastro, ma nel frattempomigliaia di litri di liquido radioattivo erano fuoriusciti dall’impianto, finendo per inquinare le acque del Mare del Nord. Se quel dipendente non fosse andato a fare il bucato, oppure se non si fosse accorto ad occhio nudo di quello che stava accadendo,la centrale sarebbe potuta esplodere.
Era previsto infatti un controllo di sicurezza manuale, ma l’addetto a questo compito non sarebbe passato di lì per le successive 10 ore. Secondo gli esperti, in questo lasso di tempo l’impianto avrebbe potuto surriscaldarsi, e probabilmente prendere fuoco. Le conseguenze le lasciamo alla vostra immaginazione.
Dopo aver salvato chissà quante vite, Large si è dimesso, ed oggi si batte per lachiusura di tutte le centrali nucleari dell’area. E pare che stia riuscendo nel suo intento. L’impianto in cui si è verificato l’incidente, quello di Sizewell A, oggi è chiuso, e c’è un piano di chiusura di tutti gli altri impianti del Suffolk, meno uno, entro il 2023. Nonostante all’epoca si sia tentato di insabbiare tutto, i documenti sono stati messi a disposizione del pubblico per la libertà d’informazione. Una cosa che in Italia, in cui questo genere di problematiche (ed anche quelle meno gravi) vengono secretate, non se ne sarebbe mai saputo nulla.

*fonte: ecologiae.com

http://www.thepopuli.com/2009/06/inghilterra-centrale-nucleare-rischio/


In Italia non sappiamo nemmeno controllare la grana-rifiuti... pensa le centrali nucleari... e le scorie dove? e le centrali dove? Al momento il NO al nucleare è deciso, è senza se e senza ma...
se e quando ne costruiranno qualcuna pure nei dintorni di Arcore e di Villa Certosa ne potremmo ridiscutere... tanto non c'è pericolo giusto, papi?

venerdì 19 giugno 2009

Misteri dell'Informazione. Dittatori: Saddam rovesciato e ucciso, Gheddafi riverito e pagato.

Il Tg1 delle 13.30 si conferma un tg satirico nel pieno delle aspettative esordendo con un servizio sul soggiorno romano di Gheddafi annunciato dalle parole:
“Con la sinistra a governare l’Italia la fortuna delle vostre imprese sarebbe minore. Finchè è Berlusconi a governare siete fortunati. Queste le parole di Gheddafi che si è rivolto ai seicento imprenditori italiani ed ha ricevuto un forte applauso”.
Il fatto non è che queste parole non sono state pronunciate.
Il problema non sussiste nemmeno nel fatto che l’applauso ci sia stato.
Il problema sta nel fatto che il Tg1 continua a fare finta di informare donando in realtà piccole pillole da ingoiare, senza spunti di riflessione, senza porre interrogativi, senza addentrarsi nelle questioni. Mancanza di tempo, si capisce, ma non è comprensibile il netto taglio dato alle notizie.
Si può raccontare una notizia dicendo che “oggi dodici giugno il settantenne Egisto Valori è caduto dalle scale fratturandosi una costola” oppure, con la sola spesa di qualche parola in più, indirizzando sulla “strada giusta” le persone sostenendo che “è probabilmente colpa dei comunisti se Egisto Valori si è fratturato una costola cadendo dalle scale. Il leader libico Gheddafi è accorso in suo aiuto tra gli applausi della folla estasiata. Un bambino si è commosso davanti al viso sorridente di Berlusconi, mentre un cane ha iniziato a parlare dicendo: non molli presidente!”
Il Tg1 delle 20.00 scavalca quello delle 13.30 e offre un breve spazio alle opposizioni.
O meglio, alla opposizione. Casini. Qualcuno dovrebbe spiegarmi perchè alla fine di una “notizia” sul ritardo di Gheddafi, Pierferdy faccia un monologo da campagna elettorale.
E’ forse il nuovo opinionista del Tg1?
Preferivo Benjamin. Almeno conciliava il sonno.
E allora proviamo ad andare oltre noi.
Iniziando, magari, da una foto: La Sapienza blindata dalla celere, a dimostrazione che esistono anche le proteste, anche se non se ne parla:
Con buona grazia e silenzio (come mai?) di Calderoli, Gheddafi è islamico, e quando salì al potere con un golpe dell’esercito, fece ristabilire la Sharia, ovvero la legge islamica.
Eppure non ho visto nessuno andare a giro con i maiali a Roma.
Vero è che la politica di Gheddafi si è spostata lentamente nel tempo di baricentro, dal 1990 a oggi, forse anche grazie all’aiuto e alle spifferate dell’amico Bettino Craxi, oppure merito dell’esordio con la maglia del Perugia, del suo terzo figlio nel campionato italiano, se ricordate bene.
Anni fa voleva addirittura candidarsi al ruolo di presidente della repubblica italiana, non si sa come, non si capisce il perchè.
Tipo strano questo Gheddafi, islamico e nemico degli Usa fino a un paio di decenni fa, ad oggi amicissimo di Berlusconi. Ed è un amore a prima vista, tanto che l’Italia vorrebbe addirittura conferirgli una laurea ad honoris causa. Quale onore, mi chiedo?
Vediamo le cose come stanno, mettiamo le carte in tavola.
Gheddafi è un dittatore.
Contro i dittatori, ci insegnano gli usa di Bush e le operazioni di pace italiane, si usano gli apache, i bombardamenti aerei delle bombe intelligenti, le cluster bombs e chi più ne ha più ne metta.
Ma se di mezzo ci sono i soldi, gli investimenti all’estero degli industriali no, si arriva perfino a voler dare una laurea ad honoris causa.
A nessuno viene in mente che i talebani hanno lo stesso diritto di governare il proprio paese che ha Gheddafi.
Saddam Hussein aveva lo stesso diritto.
Un diritto nullo, se si crede nella democrazia.
Eppure, questo signore che assomiglia vagamente a Claudio Gentile (nazionale 1982), prende applausi ovunque vada, parla addirittura di rivoluzione rosa, di potere alle donne.
Ovvio che non ha sentito parlare del Berlusconi teen’s gate, di Noemi e dell’harem berlusconiano.
Tornando a noi, che ad una futura rivoluzione rosa crediamo davvero, il qui presente Riciard, dittatore democratico di questo blog, si è preso il permesso di scrivere a tutte le deputate italiane, chiedendo confronto e sostegno sugli argomenti di abituale discussione alla tavola del dopocena. Ovvero quote rosa, inserimento della figura femminile sul lavoro, maternità etc.
Ad oggi nessuna risposta, ma non mancherò di comunicarvene le eventuali.
Il problema, però, è che statisticamente è dimostrato che il 63% dell’elettorato forma la propria opinione di voto grazie alla televisione. E fino a che sarà così le nostre, su internet, saranno solo chiacchiere.
O forse no. (http://www.theopopuli.com/)

giovedì 18 giugno 2009

Sciacca: un mega poster elettorale

Alla vigilia del termine ultimo per la presentazione delle liste dei candidati all’ultima consultazione elettorale e della campagna elettorale avevamo già posto in essere il problema dei migliaia di manifesti elettorali e dei numerosissimi fac simile sparsi per la nostra città di Sciacca. La città, prevedibilmente, è stata invasa da manifesti, locandine,fac-simili e quant’altro. Avevamo voluto rivolgere, in maniera preventiva, un invito a tutti i partecipanti alla prossima competizione elettorale nei cui programmi era inclusa anche la frase “per il bene della citta’“. Avevamo chiesto quindi a tutti di dimostrare quanto faranno nel nome di Sciacca e del suo bene cominciando a rispettare la cosa pubblica, i monumenti, le strade e le abitazioni dei cittadini, evitando affissioni indiscriminate e selvagge, lungo tutto il territorio saccense. La preghiera di vigilare affinchè le regole venissero rispettate e le affissioni circoscritte alle zone autorizzate, era invece rivolta all’amministrazione comunale e agli uffici preposti. Tutto è stato inutile. La città è stata ugualmente riempita in ogni spazio ed in ogni dove di facce sorridenti e ammiccanti, in formato piccolo, medio o maxi, tramite striscioni o attraverso miniadesivi. Insomma dovunque noi volgiamo il nostro sguardo siamo circondati da volti e frasi ad effetto. La domanda che ci sentiamo di rivolgere a quanti dovrebbero mantenere il decoro pubblico è: fino a quando? Fino a quando la nostra città dovrà ancora essere imbrattata da questi scempi elettorali. Fino a quando dovremo sentirci osservati da queste facce che ci scrutano? Quanti mesi dovranno passare affinchè venga espletata una vasta e dettagliata opera di bonifica e pulizia? Quanto dovremo aspettare? Se non fossimo a giugno inoltrato, potremmo pensare di trovarci in pieno carnevale, con tutti i suoi colori, con tutte le sue contraddizioni. Invece non è così. E’ caratteristico infatti delle giornate di carnevale, ritrovare le strade, durante e dopo la festa, piene di coriandoli. Frammenti di carta colorata circolari del diametro di 1 cm circa, che danno quel tono di allegria alle nostre vie. In questi primi giorni successivi alle elezioni sembra proprio che sia stata organizzata un’edizione straordinaria della festa. Le strade infatti, appaiono invase da coriandoloni rettangolari di dimensioni 10×7 cm circa che si addensano misteriosamente davanti ai seggi elettorali dislocati un po’ in tutta Sciacca. Strani coriandoli sorridenti, ammiccanti, di profilo e a volte con le braccia incrociate. Nonostante tutto sembra ricondurci ai giorni allegri e spensierati della festa carnascialesca, abbiamo in realtà a che fare con i famigerati fac-simile, che, come potete vedere in questi giorni un po’ in tutte le zone della città, vengono gettati a terra quasi a riasfaltare il manto stradale. Non si capisce la logica di tale pratica. Teoricamente l’elettore dovrebbe decidere a pochi passi dalla propria sezione il candidato da votare e per di più si dovrebbe lasciar convincere da una santuzza malconcia, segnata dalle tracce dei copertoni, sporca, perfino invadente. Inoltre, a quanto pare, uno dei primi impegni presi da ciascun candidato era ed è il decoro e la pulizia della città. Possiamo tranquillamente affermare che se questo è l’inizio, non siamo proprio sulla buona strada. Poiché così come i coriandoli, molti fac-simile sfuggono alle pulizie straordinarie e ce li ritroveremo agli angoli delle strade per giorni e giorni incuranti del fatto che le elezioni saranno finite da tempo e che le strade rimarranno sporche per parecchi mesi. Come sappiamo inoltre solo pochi eletti sono riusciti a varcare la soglia di Palazzo di Città, cosa ne sarà degli altri? Soprattutto cosa ne sarà di tutti i soldi spesi da ogni candidato? Tantissimo denaro profuso, più o meno a ragione, per intercettare in realtà pochi voti poiché, a maggior ragione alle elezioni comunali, la campagna elettorale si compie porta a porta, incontrando i parenti e chiedendo il sostegno agli amici più o meno intimi. E i fac simile allora? E i manifesti sparpagliati qua e là? Alla fine ottengono solo il risultato di sporcare la città, di renderla un mega poster elettorale anche in zone non preposte a diventarlo e a farci sentire anche un po’ a carnevale, un carnevale fuori stagione, nel quale in pochi si divertono,in tanti si indignano e nessuno balla.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

mercoledì 17 giugno 2009

Intervista al nuovo sindaco di Sciacca Vito Bono

Dott.Bono si aspettava questo successo plebiscitario? E a chi si sente di dedicare questa vittoria?
Sicuramente mi aspettavo di essere molto avanti rispetto agli altri candidati a sindaco. Che potessi vincere già al primo turno ci speravo e ci credevo ma naturalmente la certezza l’ho avuto solamente a scrutinio ultimato. Più le ore passavano e più mi rendevo conto di potercela fare in quanto non scendevo mai sotto il 48% durante lo spoglio dei singoli seggi e soprattutto le prime sezioni uscite non erano quelle nelle quali io mi sentivo forte. Eppure anche in quei seggi la mia candidatura è uscita vittoriosa facendo aumentare in me la speranza e la consapevolezza. In generale ho avuto l’impressione di aver intercettato tantissima gente cosa che mi ha permesso di ottenere un dato molto omogeneo dovunque.
Questa vittoria la dedico certamente alla mia famiglia ma in particolar modo a mio padre che, ormai tanti anni fa, era stato diverse volte consigliere comunale ed anche ex assessore, nel partito della Democrazia Cristiana. Lui avrebbe parecchio gradito che in futuro facessi politica ed adesso eccomi qua: ne sarebbe felice.
Durante la sua campagna elettorale ha toccato diversi temi e affrontato svariati problemi della città. Ha parlato invece molto poco delle cosiddette “incompiute”: come si pone nei confronti di esse?
Non potevo parlare delle “incompiute” in quanto il sindaco uscente aveva più volte dichiarato di averle fatte ed ultimate tutte. Sono convinto che qualsivoglia lavoro debba festeggiarsi alla fine, una volta terminati i lavori e non all’inizio ma si tratta di punti di vista. Sono convinto che le “incompiute” siano un argomento importantissimo per Sciacca ma che principalmente si debba puntare l’attenzione sull’ordinaria amministrazione che è mancata in questi anni, si debba parlare di viabilità, risolvere il problema annoso dei parcheggi, per far sì di cambiare in meglio il volto della città, per farla divenire normale e turistica, consapevole del fatto che Sciacca non potrà mai diventare turistica se prima non diventa normale.
Non si tratta, è bene sottolinearlo, di una priorità ma ci siamo inoltrati ormai nel periodo estivo e ci chiediamo: cosa potrà offrire l’estate saccense durante questa stagione?
Io sono fermamente convinto che, non appena insediati, non troveremo nulla nei cassetti del Comune, né progetti, né tantomeno soldi. E’ impossibile per me al momento pensare a programmare la nostra stagione estiva in quanto prima devo e dobbiamo verificare i bilanci, cosa la passata amministrazione ci avrà lasciato in eredità e poi vedremo e speriamo di poter programmare. Io nella mia vita, forse per il mestiere che faccio, cerco di essere molto pragmatico, pratico e concreto: vediamo prima se e quanti soldi abbiamo, non possiamo sognare.
L’argomento del giorno è sicuramente quello delle deleghe assessoriali. Cosa bolle in pentola tra i suoi compagni di avventura alle ultime elezioni amministrative?
Non bolle assolutamente nulla in pentola, è normale che in una grande coalizione ognuno abbia le sue legittime aspirazioni. Al momento non ne possiamo parlare in modo concreto, gli altri forse ne stanno parlando un po’ troppo anche se è giusto che lo facciano. Il sindaco per il momento non sta parlando di deleghe assessoriali ma ne parlano soltanto tutti gli altri. Certamente occorre fare una riunione costruttiva tra il sindaco e gli esponenti delle varie liste. Andremo ad affrontare tutte le tematiche e le questioni poste in essere, discuteremo e poi deciderò quello che sarà più giusto fare.
Uno dei quesiti più importanti che la sua giunta si troverà ad affrontare è quello del Piano Regolatore Generale: cosa pensa a tal riguardo?
A mio avviso il PRG non è modificabile o per meglio dire si potrebbe modificare se e solo se il progetto non avesse rispettato le direttive del consiglio comunale che, per intenderci, è quello del 1993, quello del periodo Messina-Turturici. Mentre le direttive per i piani particolareggiati risalgono al periodo di amministrazione Cucchiara. E’ inutile constatare che, per quanto concerne il PRG, siamo in ritardo massimo, anche perché l’Assessorato al Territorio dà ai progettisti un tempo massimo di 6 mesi per pianificare il territorio e le carte mentre sono passati invece ben 15 anni da allora, dal ’93. Solo se l’ufficio tecnico dimostrasse il fatto che i progettisti non si sono attenuti alle direttive del consiglio comunale, solo in quel caso potremmo modificare l’attuale PRG. E’ fuor di dubbio comunque che, prima di ogni cosa, voglio vedere le carte, il progetto, studiarlo e capire se e quanto bene è stato svolto il lavoro.
Una dei temi a lei più cari in merito alla sua campagna elettorale è quello della ripubblicizzazione dell’acqua. Cosa pensa di fare per centrare questo importante obiettivo?
Quello dell’acqua pubblica è un tema che mi sta particolarmente a cuore. Sicuramente, a differenza di quanto visto a Sciacca negli ultimi tempi, come primo passo mi schiererò totalmente al fianco dei 23 sindaci dei comuni della provincia di Agrigento, considerati “ribelli”, quelli che si stanno battendo da mesi affinchè tale obiettivo possa essere perseguito e conseguito. Cercheremo tutti insieme di alzare la voce con la Girgenti Acque, di ottenere da loro almeno un ufficio di rappresentanza stabile sul nostro territorio affinchè tutti i nostri cittadini possano avere qualcuno di fisico e concreto al quale potersi rivolgere. E’ chiaro però che occorrerebbe poter modificare l’attuale legge per far sì che le attuali cose possano cambiare secondo le direzioni da noi sperate. Inoltre posso affermare che, come per tutti gli argomenti fondamentali quali per esempio l’acqua o l’ospedale, penso sia mia dovere e compito doverli affrontare e gestire direttamente io, in prima persona.
Molti elettori e adetti ai lavori ritengono che le ultime elezioni più che un voto a favore di Vito Bono, abbiano dimostrato un voto contro l’ex sindaco Mario Turturici: lei cosa ne pensa?
Non c’è dubbio. Gli elettori hanno scelto: ci sono stati tantissimi voti contro l’ex sindaco ma ci sono stati altrettanti voti pro Vito Bono, basti analizzare i dati. Io ho avuto all’incirca 2000 voti in più rispetto alle liste che supportavano la mia candidatura, segnale inequivocabile di un voto chiaro e deciso a favore della mia persona, della mia candidatura e della mia coalizione.
Quanto lei ama Sciacca?
Amo Sciacca davvero intensamente, la amo per i miei figli, la amo in generale per tutti i nostri giovani che si meritano davvero una città degna di questo nome, una città più vivibile e normale. Ce la metterò e ce la metteremo tutta per poterla migliorare e per risolvere i problemi che la affliggono.
Molti si chiedono se davvero troverà il tempo per continuare a fare la sua professione di medico.
L’incarico istituzionale abbisogna di tantissimo tempo per venire espletato in maniera proficua e determinante ma certamente vorrei proseguire a fare il medico. Vorrei continuare a poter dedicare del tempo alla mia attività professionale anche per poter incontrare i miei pazienti i quali sono ormai degli amici dai quali trarre nuovi spunti e consigli. Diciamo che farò un lavoro part-time. La cosa che mi gratifica di più è quella di aver potuto osservare la gioia della gente, persone davvero felici per la mia elezione e in particolar modo rendermi conto di vivere una gioia condivisa: la loro gioia è la mia e la mia gioia è la loro. Sono sempre aperto al dialogo, con onestà e trasparenza.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"