Quickribbon

sabato 11 giugno 2011

Referendum 2011: le ragione del SI e del NO. Domani e lunedì italiani alle urne per i 4 quesiti

Domenica e lunedì arriva il referendum che propone 4 schede. Ecco le ragioni del SI e del NO per l’acqua, per le centrali nucleari e per il legittimo impedimento. Napolitano andrà a votare, Berlusconi no. Questa volta si raggiungerà il quorum del 50% più uno?


Prima ancora che il risultato del referendum, ciò che sarà importante domenica e lunedì 12 e 13 giugno riguarda il quorum da raggiungere. Secondo i calcoli affinché il referendum sia valido, dovranno recarsi al seggio un minimo di 24 milioni circa di persone.
Proprio su questo punta il governo, contrario all'abrogazione di ognuno dei quattro quesiti referendari che riguardano acqua (due), nucleare e legittimo impedimento. Berlusconi ha già annunciato che non andrà a votare mentre il Presidente della Repubblica Napoletano si recherà alle urne. Si recheranno al voto anche Bersani (Pd), Di Pietro (Idv) e Vendola (Sel). No al voto da parte di Bossi (Lega Nord). Sostanziale libertà di scelta espressa invece da Fini (Fli) e Casini (Udc).
Il quesito ritenuto il tema più caldo riguarda il nucleare. Si vota per l’abrogazione della norma che consentirebbe al governo nei prossimi anni di costruire sul territorio italiano centrali nucleari.
La maggioranza voleva evitare che si votasse in questo momento in cui l’onda emotiva inevitabilmente porterà la stragrande maggioranza delle persone a votare contro il nucleare, soprattutto dopo i fatti di Fukushima e i sempre riproposti fatti di Chernobyl.
Ma si vota anche per la privatizzazione dell'acqua (abolizione della norma che obbliga alla cessione di un minimo del 40% delle società che gestiscono i servizi) e per il legittimo impedimento.
Quest’ultimo viene considerato il referendum più politico dei quattro, perché costituisce il tentativo di abolizione di una norma che viene accostata direttamente al presidente del consiglio Berlusconi. Tale quesito è stato voluto dall’Italia dei Valori.
A prescindere da come la si pensi, a prescindere che vinca il SI oppure il No, andare in massa alle urne a votare sarebbe un segnale forte di partecipazione popolare per una nazione, l’Italia, che spesso sembra lasciarsi scivolare tutto addosso, senza reagire in alcun modo.
Andare a votare è sia un dovere che, soprattutto, un diritto. Migliaia di persone nella storia hanno lottato per ottenere la possibilità di esprimere un giudizio politico, di contribuire a pilotare il destino del proprio Paese. Nel 2011 abbiamo pieno esercizio di queste facoltà, costata la vita a così tanti “pionieri della giustizia”, che non andare a votare significherebbe svalutare la bontà di queste battaglie sociali così importanti. Non facciamo decidere agli altri quello che sarà del nostro futuro: non conta il Sì o il No, conta dimostrare partecipazione alle cose pubbliche e politiche del paese.
Tra i quesiti del Referendum 2011 c’è quello sull’acqua pubblica (o privata, a seconda della scelta che ognuno fa). Chi si recherà alle urne con l’intento di contrassegnare il quadratino con la scritta “Sì”, ritengono che l’acqua in quanto bene collettivo, debba essere gestito dal servizio pubblico nazionale. Questo per evitare soprattutto speculazioni da parte delle imprese private, o ridurre la possibilità che le ecomafie possano infiltrarsi nel mercato. Gli italiani che vogliono l’acqua pubblica ritengono che lo Stato sia in grado di gestire in maniera efficiente e trasparente l’acqua, mantenendo i prezzi certamente più bassi rispetto a un privato. Inoltre, l’autonomia degli enti privati rischierebbe di rendere eventuali rivalse molto difficili da sciogliere.
Anche il popolo del “No” è piuttosto compatto sulle proprie scelte e opinioni. Pensano specialmente che “a un maggior prezzo corrisponde un maggior servizio”, facendo leva sulle stime che segnalano come il 50% dell’acqua potabile vada persa nelle tubature, e che comunque il servizio non valga l’importo in bolletta. Inoltre, i sostenitori del “No” all’abrogazione evidenziano come l’Autority debba impegnarsi a garantire che le procedure di appalto si svolgano nel pieno rispetto delle regole.
Ecco il dettaglio delle 4 schede.
Referendum popolare n. 1: scheda rossa
È il primo dei due quesiti sulla privatizzazione dell’acqua pubblica: votando SI, si esprime la volontà di abrogare quelle norme che allo stato attuale consentono l’affidamento ad operatori economici della gestione dei servizi pubblici. Votando NO tutto rimane così com’è.
Referendum popolare n. 2: scheda gialla
È il secondo quesito sulla privatizzazione dell’acqua pubblica: votando SI, l’elettore esprime la volontà di abrogare le norme che stabiliscono la determinazione della tariffa per l’erogazione dell’acqua, l’importo della quale prevede oggi anche la remunerazione del capitale investito dal gestore. Votando NO tutto rimane così com’è.
Referendum popolare n. 3: scheda grigia
È il quesito sul nucleare: votando SI, l’elettore esprime la volontà di abrogare le nuove norme riguardanti la possibilità di produrre, in Italia, energia elettrica a partire da centrali nucleari. Votando NO tutto rimane così com’è.
Con questo quesito referendario si chiede l’abolizione di una parte del decreto legge (“disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” firmato il 25 giugno 2008 e convertito in legge “con modificazioni” il 6 agosto dello stesso anno) che permette la costruzione e l’utilizzo di nuove centrali per l’energia atomica in Italia. Cosa cambia col voto: se vince il SI: in Italia non verranno costruite centrali elettriche nucleari. Una è prevista anche nella a noi vicina Palma di Montechiaro. Se vince il NO: rimane valido il permesso di costruire centrali nucleari nel nostro territorio nazionale.
Referendum popolare n. 4: scheda verde
È il quesito sul legittimo impedimento: votando sì l’elettore esprime la sua volontà di abrogare la legge che consente al Presidente del Consiglio e ministri di decidere di non comparire in Tribunale nei processi che li riguardano.
Il referendum chiede la cancellazione totale della legge che permette a premier e ministri di non presentarsi in udienza invocando il legittimo impedimento, ovvero l'impossibilità di presentarsi davanti ai giudici derivante da impegni istituzionali. In origine la norma consentiva al premier e ai ministri di autocertificare il proprio impedimento; dopo la sentenza della Consulta invece l'impedimento deve essere stabilito dal giudice, che tuttavia difficilmente può negarlo.
Cosa cambia col voto: se vince il SI: il legittimo impedimento viene cancellato, i cittadini sono tutti uguali davanti alla legge. Se vince il NO: il legittimo impedimento rimane invariato, premier e ministri possono invocarlo.
Ogni elettore potrà scegliere di ritirare e di votare tutte o solo alcune schede. La preferenza andrà indicata apponendo una croce sul SI o sul NO con la matita copiativa fornita dal seggio. Si raccomanda l’attenzione a non sovrapporre le schede al momento di votare, in quanto la croce apposta sulla prima scheda potrebbe trasferirsi anche a quelle sottostanti.
Il SI indica la volontà di abrogare le norme indicate, il NO esprime la volontà di mantenere tali norme così come sono oggi.
Per avere validità, il referendum dovrà raggiungere il quorum, vale a dire che dovrà recarsi alle urne il 50% più uno degli aventi diritto.
Si vota domenica 12 giugno dalle 8 alle 22, e lunedì 13 giugno dalle 7 alle 15 presso i propri seggi di appartenenza segnati sulla tessera elettorale.

Calogero Parlapiano

venerdì 10 giugno 2011

Sciacca, Lo IACP interviene?

Dopo anni e anni di battaglie, lo IACP avrebbe deciso di intervenire a Sciacca negli alloggi popolari di via Acerra e del villaggio Pescatori. Sbloccati anche i fondi per realizzare nuovi 20 alloggi: saranno costruiti in contrada Ferraro


Manutenzione straordinaria delle abitazioni Iacp di via Acerra e Villaggio Pescatori. Realizzazione di nuovi 20 alloggi popolari in città. Queste le novità su uno dei problemi ventennali della città di Sciacca, quello delle case popolari. Queste notizie positive sono sopraggiunte da Agrigento, scaturite da un incontro istituzionale con il commissario dell’Istituto Autonomo per le Case Popolari Matteo Petralito. Ne hanno riferito nel corso di una conferenza stampa in Sala Giunta, il sindaco Vito Bono, l’assessore alle Politiche Sociali Gianfranco Vecchio, il consigliere comunale Simone Di Paola, il responsabile del Sunia Cgil di Sciacca Michele Catanzaro. Presenti all’incontro con i giornalisti, anche i consiglieri comunali Giuseppe Ambrogio e Maurizio Grisafi.
“Dopo tanti anni di battaglie – hanno detto il sindaco Vito Bono e l’assessore Gianfranco Vecchio –finalmente l’assicurazione che si penserà alla necessaria e urgente manutenzione di alloggi fatiscenti e al limite dell’abitabilità di Via Acerra e Villaggio dei Pescatori. Le nostre sollecitazioni hanno avuto riscontro. L’Iacp ci ha comunicato che entro un mese sarà presentato un progetto alla Regione per il finanziamento della manutenzione straordinaria. Ma c’è l’impegno dell’Istituto di trovare eventualmente le somme necessarie con fondi propri del bilancio dello Iacp”. Il sindaco Vito Bono e l’Assessore Gianfranco Vecchio hanno ringraziato il commissario e i funzionari dello Iacp per la disponibilità e l’attenzione.
“Si vede anche la luce per la realizzazione di 20 nuovi alloggi popolari – ha aggiunto il consigliere Simone Di Paola -. C’è moderato ottimismo sull’assegnazione a Sciacca di una quota parte dei residui di finanziamenti, su una rimodulazione regionale, di circa un milione di euro da assegnare all’intera provincia di Agrigento. Per quanto riguarda gli interventi di manutenzione, c’è
stato e continua a esserci l’impegno e l’attenzione di tutti. Il senatore Nuccio Cusumano ha già contattato l’assessore regionale Armao preannunciandogli un incontro al fine di individuare le somme per la necessaria copertura finanziaria”.
Il responsabile del Sunia Michele Catanzaro ha ringraziato l’Amministrazione comunale e il Consiglio “per il coronamento di una battaglia condotta con determinazione negli ultimi anni”.
Ottimismo dunque ma è chiaro che, dopo almeno 20 anni di sole chiacchiere, prima di esultare e brindare occorre prendere visione dei fatti, del progetto esecutivo di ripristino degli immobili, dei lavori di ristrutturazione e di quelli per la costruzione dei nuovi alloggi.
Questa nuova possibilità si è resa possibile grazie a dei fondi regionali. Infatti la regione siciliana ha conteggiato circa 1 milione di euro di fondi residui da destinare all’IACP provinciale. Buona parte di questa somma sarà investita su Sciacca. O almeno questa è stata la promessa.
Secondo i dirigenti dell’istituto autonomo case popolari per ripristinare e mettere in sicurezza gli immobili di via Acerra serviranno all’incirca 150 mila euro. Per dovere di informazione occorre fare una doverosa distinzione però tra gli immobili di via Acerra e quelli siti nel villaggio Pescatori. In entrambi i casi si tratta di edifici pressoché pericolanti ma in via Acerra non ci sono proprietari, ossia coloro che vi abitano sono tutti assegnatari. Nel villaggio Pescatori invece non solo diverse persone hanno provveduto ad acquistare l’immobile ma ce ne sono tanti altri disabitati da tempo perché in condizioni strutturali troppo gravi, tali da mettere a rischio l’incolumità della gente.
Dall’incontro che si è tenuto ad Agrigento sono emersi anche altri due fatti interessanti. Il primo è quello che riguarda i campetti di calcio. Sia quello sito nel rione Fratelli Bandiera che quello collocato alla Perriera abbisognano di urgenti opere di messa in sicurezza e ripristino. Secondo i funzionari dello IACP in quei campetti l’amministrazione comunale può intervenire da subito poiché lo IACP su quei campetti vanta soltanto un diritto di superficie mentre la proprietà è comunale. Secondo il consigliere del pd Simone Di Paola “gli interventi di ripristino dei campetti possono essere calati nel piano triennale delle opere pubbliche e il comune presto potrà aggiustare questi due importanti spazi aggregativi per i giovani.”
L’altro dato emerso è quello che, secondo i dati dei dirigenti IACP, la città di Sciacca è quella meno morosa della provincia di Agrigento, ossia il pagamento degli affitti da parte degli assegnatari è piuttosto regolare, a differenza per esempio invece della città di Palma di Montechiaro dove, a quanto pare, non pagherebbe quasi nessuno.
Soddisfatto naturalmente il sindacalista Michele Catanzaro: “da anni sostengo che a Sciacca la situazione economica per molte famiglie è gravissima e servirebbero, di conseguenza, 1000 alloggi popolari. Mi hanno preso per pazzo ma ne servirebbero davvero 1000. Partiamo da queste nuove 20 abitazioni nella speranza che il risultato possa essere conseguito il più presto possibile grazie anche alla collaborazione dell’amministrazione comunale saccense.”

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

giovedì 9 giugno 2011

Torna il Premio Vincenzo Licata

Fino al 3 luglio è possibile partecipare alla III Edizione del Premio Nazionale di Letteratura intitolato a Vincenzo Licata e organizzato dall’associazione L’AltraSciacca col patrocinio del Comune e di numerosi sponsor. Anche quest’anno prevista la presenza di numerosi e prestigiosi ospiti e giornalisti


L’Associazione di promozione sociale “L’AltraSciacca” ha indetto per il 2011 la terza edizione del Premio Nazionale di Letteratura e Poesia “Vincenzo Licata – Città di Sciacca”.
Il Premio nasce dall’esigenza di richiamare l’attenzione sul mondo dell’arte, della letteratura e della poesia in particolare: laddove manca la letteratura non c’è spazio per riflettere, laddove manca la poesia non c’è spazio per sognare e fantasticare, tutte esigenze fondamentali per superare il difficile periodo che oggi stiamo vivendo. Farsi promotori di un tale evento è, non solo motivo di orgoglio, ma riveste anche un’enorme dose di responsabilità, poiché non sono molte le possibilità di esprimersi che si offrono nel nostro territorio.
Il Premio è intitolato e dedicato a Vincenzo Licata, poeta saccense tra i più grandi poeti dialettali che la nostra terra di Sicilia abbia mai visto nascere. Il suo amore per i versi, per la scrittura, per il mare e per la città di Sciacca sono trasmessi con spontanea continuità e rinnovata forza dalle vecchie alle nuove generazioni e non possono non essere prese in considerazione da chi si fa promotore di una manifestazione che intende assumere levatura nazionale. Infatti l’amore per l’arte della parola non ha confini di regione, di stato, di appartenenza politica o religiosa. Il Premio è un mezzo tanto semplice quanto importante per far sì che molte intelligenze presenti nel nostro Paese possano avere l’occasione di comunicare le proprie emozioni, i propri sentimenti e le proprie idee, nella consapevolezza che qualsiasi forma di espressione letteraria merita il giusto plauso ed il necessario riconoscimento.
Come per la quasi totalità delle iniziative e manifestazioni portate avanti dall’Associazione l’AltraSciacca, che intende avvalersi per statuto dei vantaggi offerti dalle nuove tecnologie di comunicazione, anche per il Premio è stato allestito e continuamente aggiornato un sito internet, www.vincenzolicata.it, da cui è possibile scaricare sia il bando che la scheda di partecipazione e nel quale, oltre a trovare ovviamente tutte le informazioni sul concorso, si può visitare un’ampia sezione, contenente informazioni, foto, video ed audio, dedicata al Poeta saccense tanto amato dai suoi concittadini.
Proprio l’anno scorso a Sciacca è stata inaugurata una statua dedicata al poeta realizzata dal maestro Filippo Prestia e collocata nei pressi della Rocca Regina, laddove abitavano un tempo i genitori del poeta che rimase per sempre molto legato alla zona e al porto.
Il Premio è destinato a chiunque voglia prendere parte al banchetto della parola poetica e letteraria, dai bambini delle scuole elementari ai pensionati della terza età, ha scadenza il 3 Luglio 2011, la cerimonia di premiazione si svolgerà chiaramente a Sciacca il 13 Agosto 2011 e la manifestazione non ha scopi di lucro.
Il successo dell’edizione dello scorso anno che ha registrato circa 180 partecipanti, molti dei quali provenienti da fuori città e rimasti per qualche sera, assieme ai loro relativi accompagnatori, ospiti delle strutture ricettive locali, l’ampio consenso riscontrato tra la gente, il numero delle iscrizioni già pervenute ed il sicuro interesse del Comune di Sciacca del cui nome il premio si avvale per l’amore che nutriamo nei riguardi della nostra città, per la riuscita dell’evento ogni componente risulta di fondamentale importanza.
L’anno scorso è stata inaugurata anche la sezione “La magnifica identità siciliana”, un premio consegnato al tenore Pietro Ballo, al giornalista Stefano Malatesta e al regista e puparo Mimmo Cuticchio. Anche quest’anno di certo non mancheranno gli ospiti di riguardo, di chiara fama nazionale e siciliani.
La manifestazione assume di anno in anno sempre maggiore rilievo culturale per l’intera regione e di carattere nazionale, e ci auguriamo possa diventare motivo di orgoglio per la nostra terra.
A seguire le parti principali del bando per partecipare al Premio (su www.vincenzolicata.it il bando in versione integrale)
Sezioni del Premio:
Sezione A – Poesia a tema libero e senza limiti di lunghezza in lingua italiana.
Sezione B – Poesia a tema libero dialettale e senza limiti di lunghezza, corredata da una traduzione chiara e leggibile in lingua italiana.
Sezione C – Poesia in lingua italiana senza limiti di lunghezza, avente come tema “La Libertà” intesa come figura materna o come figura religiosa, a discrezione dell’autore.
Sezione D – Racconto a tema libero, ma non superiori alle 9000 battute.
I testi possono essere editi o inediti. Non sono ammessi testi che siano già stati premiati ai primi tre posti in altri concorsi o premi letterari.
I concorrenti devono inviare, a mezzo posta prioritaria o a mezzo raccomandata, la documentazione seguente: scheda di partecipazione al Premio debitamente compilata, scaricabile dal sito www.vincenzolicata.it la quale contiene “la dichiarazione che l’opera è frutto del proprio ingegno” e “l’autorizzazione al trattamento dei dati personali”; n. 2 copie cartacee degli elaborati di cui una sola con nome e cognome, indirizzo, numero di telefono ed e-mail; facoltativamente n. 1 copia degli elaborati in formato elettronico su supporto ottico (CD) oppure inviati via e-mail a: premio@vincenzolicata.it
La quota di partecipazione è di 10,00€ (dieci euro), per ogni sezione nella quale si intende concorrere. Allegare agli elaborati la quota di partecipazione a mezzo contanti.
Le opere vanno spedite a: “Premio Nazionale “Vincenzo Licata – Città di Sciacca”, associazione l’AltraSciacca, casella postale 7, 92019, Sciacca (Ag).
La spedizione deve avvenire entro il 03-07-2011, farà fede il timbro postale.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

lunedì 16 maggio 2011

Spot Premio Letterario "Vincenzo Licata" 2011



III Edizione del Premio Nazionale di Letteratura e Poesia "Vincenzo Licata - Città di Sciacca" 2011.
Lo spot dell'evento.
Per informazioni www.vincenzolicata.it
www.laltrasciacca.it

Il bando scade il 3 luglio, la cerimonia di premiazione si terrà a Sciacca il 13 agosto.

domenica 15 maggio 2011

Il magistrato Salvatore Vella lascia la Procura di Sciacca

Il magistrato Salvatore Vella lascia la Procura di Sciacca per quella di Marsala richiesto dal “maestro” Bernardo Petralia. Diverse le operazioni antimafia portate avanti dal pm che adesso proseguirà il proprio lavoro a pochi chilometri da casa. Legittimi ma inutili gli appelli di Vito Bono e Filippo Bellanca che chiedevano la permanenza a Sciacca di Vella

Ormai è ufficiale. Il magistrato Salvatore Vella lascia la Procura di Sciacca. La motivazione comunicata dalla commissione del consiglio superiore della magistratura è quella che ancora non ha completato i 3 anni di servizio presso la procura della Repubblica di Palermo.
Caduti nel vuoto, come era immaginabile, gli appelli che nei giorni scorsi il sindaco Vito Bono, il presidente del consiglio comunale Filippo Bellanca e numerose associazioni locali avevano rivolto al ministro della giustizia Alfano affinchè Vella non lasciasse Sciacca.
Salvatore Vella aveva preso servizio a Palermo dopo una lunga attività giudiziaria a Sciacca. Nella città termale era tornato poi come applicato ma adesso l'applicazione è scaduta e il magistrato dovrà rientrare per poi prendere servizio presso la procura di Marsala accanto al suo maestro il procuratore Bernardo Petralia.
Pare addirittura che sia stato lo stesso procuratore capo della repubblica di Marsala Bernardo Petralia a formalizzare la richiesta alla procura generale di Palermo.
Da parte sua il dottore Salvatore Vella, nel corso di un incontro con i giovani di SOS Democrazia di Ribera che gli hanno consegnato la tessera di socio onorario, ha dichiarato che il suo trasferimento a Marsala è quasi certo.
“Il mio ex procuratore, ha detto Vella, riferendosi a Petralia, con il quale ha lavorato per diversi anni alla procura di Sciacca, mi vuole.”
Da una parte sicuramente c’è il rammarico di lasciare la città di Sciacca alla quale Salvatore Vella ha dimostrato nel tempo il suo attaccamento, dall’altra parte c’è sicuramente il prestigio di proseguire la propria carriera in una delle Procure più ambite della Sicilia.
Sciacca attraverso i suoi massimi rappresentanti, il sindaco e il presidente del consiglio comunale, ha fortemente auspicato che il magistrato potesse continuare ad operare presso la locale procura, sottolineando l'importante lavoro svolto in questi anni in diverse operazioni, su tutte quelle “Scacco Matto” e “Face Off”.
L’auspicio di permanenza di Vella a Sciacca da parte del sindaco e di tante associazioni locali pare però difficilmente realizzabile visti gli avvenimenti degli ultimi giorni.
“Lasciate che il sostituto procuratore Salvatore Vella rimanga a lavorare alla procura di Sciacca, il presidio giudiziario del nostro territorio non può perdere un valente magistrato.” Questo, in sintesi, il comunicato avanzato dalle alte cariche cittadine. Dal 16 maggio quindi Vella tornerà a disposizione della procura di Palermo. Il sindaco Vito Bono e il presidente del Consiglio comunale Filippo Bellanca erano intervenuti con una lettera a doppia firma indirizzata al ministro della Giustizia Angelino Alfano, al vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura Michele Vietti e, per conoscenza, anche ai procuratori della Repubblica di Palermo e Sciacca, Francesco Messineo e Vincenzo Pantaleo. “Col dovuto rispetto per le scelte organizzative della magistratura, a cui è superfluo sottolineare si riconosce la massima autonomia – scrivono Bono e Bellanca - manifestiamo comunque stupore per tale possibile sviluppo, ritenendo che fosse ormai scontata la permanenza nel presidio giudiziario di Sciacca del Dott. Vella con una naturale conferma del suo distacco”.
Sindaco e presidente del consiglio parlano poi di “straordinaria competenza del Dott. Vella, di indiscussa conoscenza del territorio e delle sue criticità criminali, che hanno più volte prodotto risultati importantissimi nella lotta alla droga, alla violenza, alla mafia e ai reati finanziari. Le Istituzioni devono sforzarsi a superare gli ostacoli, soprattutto se questi sono burocratici. Manifestiamo pertanto l'auspicio che la professionalità del Dott. Vella possa restare a disposizione della sicurezza del nostro territorio, nell'ambito di un'azione complessiva della Procura della Repubblica magistralmente diretta dal Dott. Vincenzo Pantaleo e con la recente immissione in servizio di tre nuovi sostituti di prima nomina”. Il sindaco Vito Bono e il presidente del Consiglio comunale Filippo Bellanca chiudono la missiva auspicando “una ulteriore e attenta valutazione che non penalizzi il presidio giudiziario saccense”.
Gocchi su un Vella che possa essere svincolato da Sciacca li ha già messi il dottor Bernardo Petralia, ex procuratore di Sciacca, già consigliere del CSM, oggi in servizio come sostituto alla procura di Marsala. Petralia è colui che Vella più volte ha definito il suo maestro. Presto dunque i due si ricongiungeranno in un altro avamposto antimafia sicuramente di primo piano, e a pochi km dalla sua città natale, Mazara del Vallo, anche se è Sciacca la città in cui il magistrato risiede.
Sulla questione anche il presidente della Camera Penale di Sciacca Paolo Imbornone si è augurato che presto per Vella Sciacca diventi la sede di assegnazione definitiva.
Il pm Vella comunque nel tempo ha dimostrato molto attaccamento per Sciacca, città nel quale ha vissuto per tanto tempo e non è escluso che un giorno possa tornare per coprire il quarto posto di sostituto in procura che al momento è rimasto vacante.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

venerdì 13 maggio 2011

Sciacca, approvata la variante Penny Market

Sospiro di sollievo per la Penny Market, ancora in sospeso Eurospin che chiede il commissariamento e la Bono Gomme. Frizioni all’interno di entrambe le coalizioni con Vito Bono e Fabio Leonte vigili nel rintuzzare gli attacchi che giungono da entrambi i poli. E intanto si attende ancora il PRG…


Martedì sera finalmente è stata la volta del consiglio comunale dopo numerosi rinvii a causa della mancanza del numero legale. All’ordine del giorno ancora le ormai famose varianti urbanistiche. E’ stata approvata la variante che consentirà l’apertura del punto vendita della catena Penny Market nell’ex sala Bingo. Nulla da fare invece, almeno in questa fase, per Eurospin. Infatti nel momento delle dichiarazioni di voto è venuto meno il numero legale a testimonianza delle frizioni ancora presenti nella maggioranza ma anche nell’opposizione dove il fronte sembra cominciare a disunirsi sull’argomento varianti.
La novità principale è stata rappresentata dall’intervento del sindaco Vito Bono che in apertura di seduta ha letto un documento con il quale l’amministrazione ha sostanzialmente detto di condividere esclusivamente le varianti compatibili con il piano regolatore generale e di tenere conto dell’esigenza di riutilizzare e valorizzare gli edifici esistenti. Da quanto si dice il PRG potrebbe raggiungere l’aula Falcone Borsellino nei primi mesi del 2012.
Il documento sostanzialmente ha avallato la posizione della componente Coco - Capodicasa all’interno del partito democratico anche se i consiglieri Sabella, Fiorino e Coco si sono astenuti al momento del voto mentre il consigliere Mandracchia ha votato contro. La variante Penny Market è passata con 16 voti favorevoli. Si sono espressi a favore gli altri componenti del partito democratico, l’Mpa, il Fli e i Leali per Sciacca, oltre all’opposizione.
L’atto di indirizzo fornito dal sindaco non è stato rispettato dall’intera maggioranza mentre l’opposizione ha continuato ad attaccare il primo cittadino e l’assessore al ramo Fabio Leonte.
Ha fatto palesare alcune evidenti contraddizioni Gioacchino Settecasi, mentre Fabrizio Di Paola, Calogero Bono, David Emmi, Gianluca Guardino e Gaetano Cognata hanno accusato l’amministrazione di atteggiamento irresponsabile e di incapacità a programmare una pianificazione urbanistica della città.
Del resto le difficoltà sono state ammesse da Simone Di Paola. “Siamo una coalizione ed è normale che le posizioni possano essere diverse, ha detto, ma l’atto di indirizzo dell’amministrazione ha consentito di trovare il compromesso.” “Finalmente il sindaco ha fatto chiarezza”, ha aggiunto Fiorino, ad opinione del quale il precedente libera tutti di Vito Bono era inaccettabile.
Sull’argomento varianti duro il commento dell’assessore Leonte: “le posizioni divergenti ci sono anche nell’opposizione” riferendosi all’assenza dei consiglieri Fabrizio Di Paola e Ignazio Bivona e soprattutto ha detto: “sull’Eurospin ci sono gli interessi di uno dei coordinatori locali del Pdl”.
Per i consiglieri del Pdl andava esitato anche questo punto. “Non si possono fare disparità” secondo Calogero Bono, Gioacchino Settecasi e David Emmi, anche se si tratta della realizzazione di un nuovo immobile, in contrada Bellante, rispetto alla variante Penny Market che utilizzerà un edificio già esistente. I consiglieri del centrodestra hanno messo a confronto l’istanza dell’Eurospin con quella della Lidl approvata nel 2009. “Anche in quel caso, hanno detto, si è cambiata la destinazione dell’area e si è realizzato un nuovo edificio. Insomma anche su Eurospin posizioni diverse sia nella maggioranza che nell’opposizione, ma con la differenza di un andazzo che stava portando alla bocciatura dell’atto. A quel punto Gianluca Guardino ha posto il problema delle assenze tra la maggioranza e assieme agli altri colleghi del Pdl ha abbandonando l’aula, mentre si facevano le dichiarazioni di voto. In questo modo è venuto meno il numero legale e la pratica Eurospin potrebbe finire nelle mani di un commissario, così come sembra volere la ditta.
Anche il giorno precedente, lunedì, si era provato a convocare il consiglio comunale ma tutto si era chiuso con un nulla di fatto.
Erano quindici i consiglieri presenti nei banchi della maggioranza. Ne mancava solo uno, dunque, per poter andare avanti regolarmente con i lavori. Ma all’opposizione non è bastato, e ancora una volta aveva abbandonato l’aula. “Sulle varianti urbanistiche siete spaccati, se non siete autosufficenti nel garantire la maggioranza in aula non saremo certo noi a farvi da stampella”, aveva detto in apertura dei lavori il capogruppo del pdl Gianluca Guardino.
Non c’erano tra le fila della maggioranza i consiglieri Assenzo, Sandullo e Ambrogio. Giustificati i primi due (Assenzo per lavoro, Sandullo per motivi di salute). Ambrogio invece non c’era per protesta contro la maggioranza per la vicenda del nucleo di valutazione. La maggioranza era tornata ad attaccare l’opposizione, ricordando che questa ad inizio consiliatura si era impegnata a non abbandonare mai l’aula consiliare e a non agire in maniera ostruzionistica per far cadere il numero legale.
“Dinanzi alla organica presenza di tutte le forze di maggioranza, presenti e pronte ad assumersi le proprie responsabilità dinanzi alla cittadinanza – si leggeva nel comunicato stampa diramato – l’opposizione ha rivelato pubblicamente la sua vera natura: strumentale nei contenuti, irresponsabile ed incoerente nella condotta.”
Eurospin insomma è pronta a chiedere il commissariamento del consiglio comunale, non intende attendere ancora, ritenendo che la variante che trasformerà un’area di contrada Bellante da agricola a commerciale sia regolare e meritevole di essere varata. L'unica forza politica della maggioranza al momento pronta a votarla è l’Mpa, ma anche nell’opposizione ci sono consiglieri disponibili a dire sì. pd e futuro e libertà sono disponibili a votare punti che non siano in contrasto con l'approvando prg, evidenziando che il progetto Eurospin lo sia. L’altra variante ancora da approvare prevede modifiche di destinazione d’uso per un centro vendita di gomme (Bono Gomme) in un magazzino già esistente in località Tabasi.
Nei prossimi giorni si riuniranno i diversi capogruppo e sarà convocato un nuovo consiglio comunale per discutere e votare le altre due varianti ancora mancanti. Vedremo se la prossima volta i consiglieri comunali di ambo le parti “varieranno” atteggiamento.

Calogero Parlapiano - tratto da "ControVoce"

lunedì 9 maggio 2011

ATO AG1: Sogeir quasi salva?

A breve la creazione della decima Srr rivolta ai territori virtuosi potrebbe sancire il salvataggio della Sogeir per la soddisfazione dei 17 sindaci dell’ATO AG1. Intanto proseguono le campagne di sensibilizzazione: il nuovo obiettivo di Sogeir è riciclare i contenitori di Tetra Pak

Anche se ancora manca la conferma ufficiale, molto probabilmente la Sogeir entrerà a far parte di una delle nuove Srr che nasceranno con la riforma sui rifiuti. Il futuro dei rifiuti in Sicilia infatti ha una nuova sigla: Srr. Che significa Società per la Regolamentazione del servizio di gestione dei Rifiuti. Le Srr nasceranno dalle ceneri degli Ato, un esperimento evidentemente fallito anche se non dappertutto e che ha costretto la Regione a fare un passo indietro.
I territori e le società virtuose che hanno raggiunto buoni risultati nell’ambito della raccolta differenziata e della sensibilizzazione in merito alla problematica dei rifiuti saranno salvate, e la Sogeir è tra queste. Questo è quanto prevederebbe il piano regionale dei rifiuti.
Tra le pieghe del maxiemendamento del governo alla finanziaria spunta una norma che rischia di moltiplicare il numero degli Ato rifiuti. Il comma 4 dell’articolo 7, infatti, abroga parte della legge sui rifiuti che aveva fissato in dieci il numero massimo degli Ambiti territoriali ottimali in Sicilia. “Attraverso il maxiemendamento alla finanziaria, il governo intende abolire il tetto inserito lo scorso anno al numero degli Ato-rifiuti, che avevamo ridotto da 27 a 10 – denuncia Giacomo Di Benedetto, parlamentare del Pd -. Insomma, il governo vuole le mani libere per aumentare il numero degli Ato. E’ una norma scandalosa che deve essere immediatamente eliminata, perché percorrendo la strada che vorrebbe premiare i soggetti ‘virtuosi’, si corre il rischio di tornare al modello di gestione dei rifiuti voluto da Cuffaro”. Non la pensano in questo modo i diversi sindaci e cittadini gestiti da chi è riuscito a portare avanti un lavoro concreto, senza trovare mai spazzatura lungo le strade (come invece è spesso successo ad Agrigento, Palermo ed in Campania) e senza mai un solo giorno di sciopero.
Le Srr dovevano essere 9 più 1 che si doveva occupare della gestione dei rifiuti nelle isole minori siciliane. Con un apposito disegno di legge invece la decima Srr sarebbe designata a gestire i territori virtuosi. Fra questi i 17 comuni che fanno parto dell’ATO Ag1, quello gestito in questi anni dalla Sogeir. Si tratterebbe insomma di una specie di “premio” per i risultati raggiunti dalla società pubblica gidata da Vincenzo Marinello, attualmente commissario liquidatore di Sogeir. Dalla parte di Marinello anche i sindaci dei 17 comuni dell’ATO AG1 che nel tempo hanno visto dotarsi di numerosi servizi, primo fra tutti quello della raccolta porta a porta che ha permesso a comuni come Villafranca Sicula e Burgio di divenire comuni capofila in ambito nazionale per quanto concerne la raccolta differenziata, ritirando premi su premi. In poche parole i 17 comuni gestiti da Sogeir non vogliono entrare a far parte della Srr provinciale ma attendono fiduciosi che la Regione Sicilia approvi questa nuova Srr, dedicata ai territori ed alle società virtuose. Non solo, ma anche altri sindaci di altri comuni sarebbero pronti a chiedere di entrare a far parte della società gestita da Vincenzo Marinello. Del resto prima di queste novità, erano stati gli stessi sindaci dell’ATO a recarsi più volte a Palermo per chiedere all’ente Regione di salvare la Sogeir in virtù degli ottimi risultati raggiunti che ne hanno fatto, secondo i dati statistici di Legambiente, il miglior ATO siciliano.
Intanto continuano le campagne di sensibilizzazione della Sogeir ATO Ag1 in merito alla raccolta differenziata. La società ha aderito all’iniziativa “Tutti riciclabili, riciclabili da tutti”, una campagna di comunicazione sulla raccolta dei contenitori Tetra Pak insieme a carta e cartone.
Questa iniziativa è stata promossa proprio dalla Tetra Pak e dalle Cantine Settesoli per il riciclo dei contenitori per bevande ed alimenti. La campagna è rivolta ai comuni gestiti da Sogeir che effettuano la raccolta differenziata dei contenitori per latte, vino, succhi di frutta, sughi ed altri alimenti, conferendoli insieme a carta e cartone. L’iniziativa sarà condotta ad Alessandria Della Rocca, Bivona, Burgio, Calamonaci, Caltabellotta, Cattolica Eraclea, Cianciana, Lucca Sicula, Menfi, Montevago, Ribera, Santa Margherita Belice, Santo Stefano di Quisquina, Sambuca di Sicilia, San Biagio Platani, Sciacca e Villafranca Sicula. La campagna di comunicazione non riguarda soltanto le affissioni stradali ma anche un pieghevole che sarà inviato a tutti gli utenti attraverso il quale verranno fornite tutte le indicazioni per svolgere correttamente la raccolta differenziata dei cartoni per bevande ed alimenti.
I dettagli di questa iniziativa sono stati presentati durante una conferenza stampa che si è tenuta a Sciacca presso la sala Blasco del Comune ed alla quale hanno partecipato Vincenzo Marinello, i sindaci dei comuni facenti parte dell’ATO AG1 e il direttore generale del dipartimento regionale rifiuti e acque Emanuele Vincenzo. Per il corretto riciclo dei contenitori Tetra Pak i cittadini dei comuni interessati dovranno conferirli, una volta svuotati e schiacciati, nei cassonetti stradali o nei bidoni carrellati destinati alla raccolta di carta, cartone e contenitori per bevande. I contenitori Tetra Pak saranno quindi inviati alle cartiere dove la cellulosa, principale componente dei contenitori, verrà separata dal polietilene e dall’alluminio attraverso il normale processo di produzione cartaria senza aggiunta di prodotti chimici, per poi essere utilizzata nella produzione di nuovi materiali a base cellulosica (carta per imballaggio, per cancelleria, ecc.).
Soddisfatta dell’iniziativa di comunicazione anche la stessa Tetra Pak. “Tetra Pak da sempre è impegnata nello sviluppo sostenibile e nella valorizzazione delle risorse e, grazie al protocollo d’intesa siglato con Comieco nel luglio 2003, nella promozione della raccolta differenziata e del riciclo dei proprio contenitori su tutto il territorio nazionale” ha dichiarato Michele Mastrobuono, direttore ambiente e relazioni esterne di Tetra Pak Italia. “Obiettivi importanti sono già stati raggiunti: nel 2010 sono state riciclate in Italia un miliardo di confezioni postconsumo, pari ad oltre 19900 tonnellate”.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

lunedì 2 maggio 2011

Processo "Uragano": ecco la sentenza

Assolto il consigliere comunale Lorenzo Maglienti, prescritto l’attuale assessore Michele Ferrara entrambi dell’Mpa. Ci sono state condanne solo per la turbativa d’asta riguardante i lavori di manutenzione alla scuola S.Agostino di Sciacca


Il processo “Uragano” per turbativa d’asta, truffa e inadempimenti contrattuali si è concluso lo scorso mercoledì pomeriggio con 5 condanne: per Marco Maglienti, imprenditore, un anno di reclusione e € 1.000 di multa; per Filippo Modicamore, Santo Modicamore e Marco Vinti, tutti e tre imprenditori, sei mesi di reclusione e € 600 di multa; per Vito Perrone, imprenditore, nove mesi di reclusione e € 900 di multa. La condanna è relativa alla turbativa d’asta in relazione ai lavori di manutenzione della scuola Sant’Agostino. I cinque sono stati interdetti per un anno a contrarre appalti con la pubblica amministrazione. La pena però è stata sospesa.
Per quanto riguarda l’accusa di voto di scambio per l’attuale assessore allo spettacolo del comune di Sciacca Michele Ferrara e gli imprenditori Marco e Lorenzo Maglienti (rispettivamente padre e figlio) il giudice monocratico Cinzia Alcamo ha disposto il non doversi procedere in quanto l’azione penale stata prescritta, ossia erano scaduti i termini entro cui esercitare l’azione penale.
Sono stati assolti invece dalle accuse di turbativa d’asta, truffa e inadempienze contrattuali che riguardano altri lavori pubblici l’imprenditore Marco Maglienti (si trattava dei lavori inerenti all’illuminazione pubblica di via Lido), Benedetto Benigno, Sebastiano Porretta, ex ingegnere capo del Comune di Sciacca (per lui si trattava dei lavori di messa in sicurezza nel lungomare Stazzone), Rosario Fara, imprenditore, Salvatore Vaiana, funzionario Iacp, Agostino Bono, geometra Iacp, Salvatore Porretta, ingegnere, Maurizio Matalone, Gaspare Tortorici, dipendente comunale Comune di Ribera, Antonino Manetta, geometra Ufficio tecnico del Comune di Ribera, Filippo e Santo Modicamore. Per gli imputati assoluzione perché il fatto non sussiste.
Non solo. Vi sono state ulteriori assoluzioni.
Infatti per quanto riguarda l’accusa di turbativa d’asta per i lavori di somma urgenza per le fognature sono stati assolti con formula piena il consigliere comunale Lorenzo Maglienti, Maurizio Matalone e Salvatore Guirreri. Si è stabilito il non doversi procedere per prescrizione per gli imprenditori Domenico e Calogero Indelicato, per Filippo e Santo Modicamore, per l’imprenditrice Maria Antonietta Guattaiano e per Maurizio Matalone. Le accuse riguardavano reati per turbativa d’asta e truffa per altri lavori pubblici.
Come si ricorderà l’operazione “Uragano” cominciò nell’ormai lontano 25 settembre del 2006. Secondo la ricostruzione della pubblica accusa, gli imputati avevano messo su un sistema per vincere facilmente gli appalti pubblici. Le fasi del “sistema” sarebbero state due: nella prima “la turbativa d’asta sarebbe stata consumata attraverso una cordata di imprese” che metteva in moto ribassi assai vicini tra di loro. Successivamente sarebbe scattata la seconda fase, quella della gestione illecita.
Date le assoluzioni e l’esiguità delle (poche) condanne, potremmo affermare che, nonostante la gravità delle accuse per le quali era partita l’operazione, “l’Uragano” si è progressivamente trasformato in una pioggerella estiva oppure che “la montagna ha partorito il topolino”.
Dal punto di vista politico il consiglio comunale e, in generale, l’amministrazione ne escono bene grazie all’assoluzione del consigliere Maglienti ed alla prescrizione per l’assessore Ferrara. Eventuali condanne avrebbero di certo creato un po’ di imbarazzo tra gli operatori politici interni alla maggioranza che sostiene la Giunta Bono.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

giovedì 28 aprile 2011

Arriva il Referendum del 12 e 13 giugno 2011

Il 12 e 13 giugno si vota per l’acqua, il nucleare e il legittimo impedimento. I cittadini stanno ricevendo tutte le informazioni del caso? Il vicesindaco di Parigi a Burgio per sostenere l’acqua pubblica. A Sciacca invece l’amministrazione non ha ancora avviato la campagna di sensibilizzazione nonostante le promesse elettorali

“Ai referendum di domenica 12 e lunedì 13 giugno vota Si per dire No.
1 - Vota Si per dire No al nucleare.
2 - Vota 2 Si per dire No alla privatizzazione dell’acqua.
3 – Vota Si per dire No alla legge sul legittimo impedimento.
Ricordatevi che dovete pubblicizzarlo voi il referendum perché non faranno passare gli spot né in Rai né a Mediaset”.
Questo è il messaggio che da settimane circola sul web e che intende pubblicizzare il prossimo referendum dando un’indicazione di voto. Fondamentale sarà raggiungere il quorum e non sarà per nulla facile dato che, per scelta del governo, il referendum è stato posticipato alla seconda settimana di giugno, a scuole finite, quasi in estate e soprattutto non accorpandolo alle amministrative che avrebbero potuto portare più gente al voto referendario. Ovvie le proteste dei comitati pro referendum: “Si cerca di boicottarlo. Non vogliono che si raggiunga il quorum”. Si discute non solo sulla scelta d’opportunità ma anche sul fatto che tutto questo porterà un costo supplementare alle tasche dei cittadini italiani di quasi 400 milioni di euro, soldi pubblici che si sarebbero risparmiati se solo si fosse deciso per l’accorpamento delle date.
A giugno dunque, gli italiani saranno chiamati alle urne per decidere l’abrogazione delle leggi relative alla privatizzazione dell’acqua pubblica, all’installazione di centrali nucleari sul territorio italiano e alla legge sul legittimo impedimento.
La prima prevede la possibilità di abrogare il decreto 23-bis della Legge n. 133/2008, con il quale si stabilisce l’ingresso con una quota del 40% di capitali privati nelle società che gestiscono l’acqua pubblica, che diventano così società miste.
Il secondo quesito sempre in materia di acqua pubblica riguarda l’abrogazione dell’Art. 154, comma 1 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia ambientale”. Esso prevede la possibilità di avere profitti sulla gestione dell’acqua pubblica in relazione con il capitale investito. Questo comporterà, fra l’altro, un aumento delle tassa idrica senza dare necessariamente un’effettiva garanzia di miglioramento qualitativo dell’offerta.
Il terzo quesito, quello più discusso in questi giorni, stabilisce l’abrogazione delle norme per la “realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare”. Seppure il governo abbia sospeso le norme relative alla costruzione di nuove centrali nucleari nella giornata del 19 aprile, bisognerà attendere il responso della Corte Costituzionale, che dovrà decidere se questo sia sufficiente ad annullare il quesito referendario.
Infine, i cittadini dovranno decidere se abrogare totalmente la legge relativa al legittimo impedimento. Tale legge è già stata parzialmente bocciata dalla Corte Costituzionale che aveva eliminato la possibilità per il presidente del Consiglio dei ministri di non presentarsi alle eventuali udienze dei processi in cui sono coinvolti, senza che i giudici potessero avere la possibilità di verificare la validità delle giustificazioni presentate.
Quello che emerge in questi giorni è la scarsa conoscenza che i cittadini hanno di questo referendum. Colpa anche di coloro che, come detto nel post che gira sul web, faranno di tutto per non fare passare le dovute informazioni sui principali canali televisivi. Il dato che emerge in maniera predominante è che, anche laddove i cittadini sanno del referendum, spesso hanno una conoscenza solo parziale dei quesiti proposti. Un altro dato importante è che solo la metà degli intervistati ha dichiarato che si recherà alle urne nei giorni utili. Una piccola percentuale non sa se andrà a votare.
Probabilmente quello che manca è appunto un’adeguata “pubblicità”. Sembra necessaria, infatti, una campagna informativa trasmessa sui principali mass media, per permettere a tutti di conoscere l’esistenza del referendum e stimolare, chi volesse, ad approfondire meglio i temi in questione. Anche per comprendere che se ad esempio si è “contro” il nucleare bisognerà esprimersi con un SI e se invece si è “favorevoli” bisognerà farlo con un NO.
“L'acqua è un pezzo della politica e della cultura del futuro e per questo ci piace l'idea di lavorare ad un gemellaggio ideale con l'Acquedotto di Parigi, ad un percorso cioè di scambio, di conoscenza, di informazioni e di buone pratiche. Noi vorremmo che il tema dell’acqua incrociasse il tema dell’energia così come anche il tema dei rifiuti. L’acqua, i rifiuti e l’energia sono gli ingredienti fondamentali di quella cultura moderna che non può che essere cultura della sostenibilità e della democrazia”. Lo ha detto il presidente della regione Puglia Nichi Vendola incontrando Anne Le Strat, vice sindaco di Parigi con delega ai servizi idrici, nell’ambito di una giornata di lavori, organizzata dall’Acquedotto pugliese, dedicata all’acqua e ad uno scambio di best practice. Proprio Anne Le Strat sarà a Burgio per sostenere la campagna referendaria siciliana e nazionale, e portare la propria esperienza politica in merito alla ripubblicizzazione delle reti. “Siamo felici di essere tornati al pubblico dopo 25 anni di gestione privata dell’acqua - ha detto Anne Le Strat sottolineando la - condivisione di pensiero” con il presidente Vendola sulla “gestione pubblica dell'acqua quale modo migliore per gestirla”.
Facendo riferimento al referendum del 12 giugno che ha, tra i tre quesiti, quello sul “rifiuto del decreto Ronchi che impone in maniera selvaggia processi di privatizzazione dell’acqua con argomenti truffaldini” e ricordando che sono state raccolte un milione e mezzo di firme, oltre tre volte il numero sufficiente per avere diritto al referendum, Vendola ha detto che “quel giorno mette paura alla grande lobby dei privatizzatori e anche al governo nazionale che insieme hanno deciso di provare a manipolare le norme e hanno deciso di impedire al popolo italiano di esprimersi sul referendum”.
In Sicilia è il comune di Menfi capeggiato dal sindaco Michele Botta (Pdl) ad avere avviato una robusta campagna di sensibilizzazione organizzando, insieme ai comitati, anche una marcia per l’acqua pubblica che da Menfi si è conclusa a Tappeto, in provincia di Palermo, sulla scia di Danilo Dolci. Queste invece l’opinione di Beppe Grillo in merito alle ultime dichiarazioni di Berlusconi sulla parte di referendum che riguarda le centrali nucleari.
Le parole pronunciate ieri da Berlusconi segnano il confine tra la fine della democrazia in Italia e la sua, pur fioca, sopravvivenza: “Siamo assolutamente convinti che l'energia nucleare è il futuro per tutto il mondo. La moratoria è servita per avere il tempo che la situazione giapponese si chiarisca e nel giro di 1-2 anni l’opinione pubblica sia abbastanza consapevole da tornare al nucleare, l’accadimento giapponese a seguito anche di sondaggi che abitualmente facciamo ha spaventato ulteriormente i nostri cittadini, se fossimo andati oggi a quel referendum, il nucleare in Italia non sarebbe stato possibile per molti anni a venire” ha detto il premier. Il governo “responsabilmente ha ritenuto di introdurre questa moratoria per far sì che si chiarisca la situazione e che, magari, dopo un anno, forse due anni, si possa ritornare ad avere un’opinione pubblica consapevole della necessità di tornare all’energia nucleare, i molti contratti stipulati non vengono abrogati, stiamo continuando e decidendo di mandare avanti molti settori di questi contratti come quelli relativi alla formazione”.
In queste parole c’è il totale disprezzo del cittadino, della volontà popolare.
La Cassazione deve pronunciarsi sul referendum contro il nucleare. Il Governo ha ritirato la legge per la costruzione delle nuove centrali per riproporla tra un anno (parole pubbliche del capo del Governo) nella speranza che il disastro di Fukushima venga dimenticato. L’Ufficio centrale della Cassazione, presieduta da Capotosti, deve decidere se il referendum si terrà ugualmente. Se lo cancellerà sarà complice.
L'articolo 39 della legge 352/1970 prevede “se prima della data dello svolgimento del referendum, la legge, o l’atto avente forza di legge, o le singole disposizioni di essi cui il referendum si riferisce, siano stati abrogati, l’Ufficio centrale per il referendum dichiara che le operazioni relative non hanno più corso”.
Qui, come è chiaro, non si vuole abrogare nulla, solo far passare il tempo. La Cassazione è di fronte a un bivio.
Insomma l’obiettivo dichiarato è quello di non far svolgere il referendum sul nucleare per evitare che tutti votino contro le centrali e riproporre la loro costruzione quando le acque (di Fukushima) si saranno calmate.
A Sciacca intanto, fino al momento, poco si sta facendo per pubblicizzare il referendum. L’amministrazione comunale, dopo aver inserito la ripubblicizzazione dell’acqua nel programma elettorale e a parte qualche dichiarazione ufficiale, non se ne sta occupando granchè, a differenza di Menfi e Burgio. A Sciacca insomma continua la saga di una telenovelas che non passa mai di moda: “Parole, parole, parole”. Ma di fatti nemmeno l’ombra.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

domenica 24 aprile 2011

Musei: la capacità di fare "sistema"

La Valle del Belice organizza “la rete dei musei” per attrarre i turisti. A Sciacca invece non si riesce a fare sistema e spesso i musei rimangono chiusi anche durante le festività così come l’ufficio turistico. Come andrà a Pasquetta?

Per raccontare e far conoscere l’identità della Valle del Belice, nasce, dopo un anno dai primi incontri, promossi da Legambiente Sicilia, la rete dei musei della Valle del Belice.
Ne fanno parte tutti i comuni della Valle: Castelvetrano, Gibellina, Salemi, Salaparuta, Poggioreale, Menfi, Montevago, Santa Margherita Belìce, Contessa Entellina, Sambuca di Sicilia, Giuliana, Roccamena, Santa Ninfa, Vita, Partanna che hanno deliberato, con atto amministrativo, l’adesione al progetto.
Insieme a questi aderiscono la Provincia Regionale di Trapani , l’Azienda Foreste Demaniali di Trapani, la Fondazione Orestiadi di Gibellina, La Rotta dei Fenici, il CRESM, le Riserve Naturali: della Foce del fiume Belìce e Dune Limitrofe della Grotta di Santa Ninfa, e della Grotta di Entella, con la partecipazione del dirigente e dei funzionari del Servizio Polo museale della Val di Mazara dell’Assessorato regionale ai Beni Culturali e identità siciliana e della Direzione del Parco di Selinunte e Cave di Cusa “Vincenzo Tusa”. Tutti insieme per fare sistema.
La presentazione della Rete Museale Belicina, nei locali del Baglio Florio all’interno del Parco Archeologico di Selinunte e Cave di Cusa, si è svolta lo scorso venerdì 15 Aprile, alla presenza delle autorità regionali dell’Assessorato ai Beni Culturali. Sabato 16 aprile invece si era tenuta la seconda edizione del “Viaggio nella Memoria”, un viaggio in quei luoghi della Sicilia che sono stati nel 1968 il tragico teatro del terremoto nella Valle del Belìce. Santa Margherita di Belice aderisce alla rete dei musei della Valle del Belice con il Museo della Memoria, legato alla ricerca dell’identità collettiva del Belìce e collocato nell’ ex chiesa madre ristrutturata; e il Museo del Gattopardo che custodisce il manoscritto ed il dattiloscritto de “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa ed altri oggetti appartenenti allo scrittore.
Dopo la visita al Museo della Memoria il viaggio proseguirà con la visita a Poggioreale Vecchia e la passeggiata nell’antico centro abbandonato dopo il sisma; ai Ruderi di Salaparuta ed all’Archivio della ricostruzione; al Cretto di Burri ed ai Ruderi di Gibellina; al Castello di Rampinzeried alla Riserva Naturale Grotta di Santa Ninfa a cui seguirà una degustazione e promozione di prodotti tipici della Valle del Belìce e la visita della mostra fotografica la Primavera del Belice. Il Viaggio nella Memoria terminerà nel pomeriggio a Gibellina con l’incontro alla Fondazione Orestiadi e la visita guidata al Museo delle Trame Mediterranee e un giro del paese per conoscere alcune delle architetture moderne presenti tra cui il nuovo Museo “Belice/Epicentro della Memoria Viva”.
E Sciacca? Da anni la città termale non riesce ad esprimere le proprie potenzialità culturali e mussali, basti ricordare che il Museo Scaglione è chiuso da tempo, oggetto di alcuni lavori di ristrutturazione mai terminati, e che il Museo del Mare di località Muciare attende ancora di essere aperto ed inaugurato. La struttura è pronta ma mancano ancora alcuni allacci, la riqualificazione dell’area, dell’accesso stradale oltre al Melqart, la statuetta fenicia, conservata a Palermo e che Sciacca da tempo rivorrebbe.
Ma non solo. Il Museo Antiquarium di località San Calogero è stato recentemente riaperto dopo quasi 6 anni di silenzio ma sicuramente non viene pubblicizzato molto a livello provinciale e regionale cosicché le visite si limitano soltanto a chi si reca in Basilica o a chi sa della presenza del museo dedicato ai reperti recuperati dalle viscere del monte Kronio.
Una vecchia battaglia riguarda invece il Museo dell’Antimafia che vorrebbe realizzare da tempo Nico Miraglia, figlio di Accursio, sindacalista ucciso dalla mafia, ma ancora nulla di concreto è stato stabilito nonostante la volontà dei Miraglia e i tanti documenti storici in loro possesso che potrebbero essere usufruiti da tutta la cittadinanza.
Insomma ancora una volta quello che a Sciacca manca è la capacità di fare “sistema”, di organizzarsi in Polo. Manca poi anche la pubblicizzazione dell’enorme patrimonio artistico culturale della città. Siamo nella Settimana Santa che conduce alla festività di Pasqua e Pasquetta e come sempre si ci chiede se i nostri musei saranno aperti ai turisti. Sciacca infatti è risultata essere una delle mete siciliane privilegiate dal turismo nazionale dopo Taormina. Sarebbe opportuno accogliere i visitatori degnamente, presentando i musei e l’ufficio turistico aperti. Battaglia di ogni anno. Vedremo nel 2011 come andrà a finire: si attendono scommesse.

Calogero Parlapiano - tratto da "ControVoce"

sabato 23 aprile 2011

Raffaele Lombardo in bilico?

Il Pd è pronto a mollare Lombardo che contrattacca: “O me o le urne”. E a sorpresa dichiara che potrebbe ricandidarsi col Terzo Polo. Situazione di stallo che rischia di paralizzare anche i lavori dell’Assemblea Regionale Siciliana

“E’ da escludere un cambio di maggioranza. La mia è una giunta tecnica in cui ognuno esprime le proprie competenze, quindi non c’è nessuna delegazione di partito da ritirare”. Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo, nel corso di una conferenza stampa convocata a Palermo per discutere del quadro politico regionale attuale alla luce dell’inchiesta antimafia della Procura di Catania che lo vede coinvolto.
“Non accetto lezioni di moralità da nessuno – ha aggiunto - e soprattutto da chiacchieroni che non sanno cosa sia la lotta alla mafia e alla criminalità, che il mio governo ha contrastato come mai successo in Sicilia. La sanità, il mondo dei rifiuti e dell’eolico: sono questi i settori dove abbiamo contrastato di più il malaffare”. Chiuse intanto le indagini per concorso esterno in associazione mafiosa. Lombardo: “Non intendo vivacchiare. O con me o si va subito al voto”. E guarda al Terzo Polo per ricandidarsi sebbene, fino a poco tempo fa, aveva dichiarato che non lo avrebbe fatto.
Veltroni nel frattempo chiede un referendum al pd per riconsiderare l’alleanza con il governatore mentre per Ignazio Marino il governatore si deve dimettere subito.
Raffaele Lombardo dunque è in bilico. Questo il quadro della situazione attuale. Il Pd regionale e nazionale è in crisi di coscienza e si chiede se è lecito proseguire un rapporto politico con una persona indagata per concorso esterno in associazione mafiosa. Anche se per il governatore tutti hanno verso di lui “una presunzione di colpevolezza”.
E’ chiaro che senza il Pd il governo regionale non avrebbe più i numeri per continuare. Non basterebbero Mpa, Api, Fli e Udc. Pessimi i rapporti col Pdl e con Forza del Sud: insomma non resterebbero che le urne con Cascio, Miccichè e Sergio D’Antoni in pole position come papabili candidati.
Lombardo dal canto suo rivendica i meriti del suo governo nell’azione riformatrice e contro la illegalità in una conferenza stampa convocata all’indomani delle dichiarazioni di Pier Luigi Bersani con le quali aveva annunciato di volere riconsiderare la situazione politica nel governo della Regione e il sostegno del Pd. Una stoccata arrivata dopo che la Procura di Catania aveva nei giorni scorsi notificato al governatore l’avviso di chiusura indagini su un’inchiesta in cui Lombardo è coinvolto con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. A questo si è aggiunta la bordata di Walter Veltroni: “In Sicilia occorre svolgere un referendum nel Pd per decidere sul sostegno alla giunta Lombardo. La mia opinione è che non si debba più sostenere l’esecutivo”.
“Veltroni è nostalgico dello zero a 61. Ha fatto la sua proposta, rispettabile anche questa, ma gli dico che non ci sarà bisogno di referendum”. Il governatore si riferisce a quando nel 2001 l’allora Casa della libertà conquistò alle consultazioni politiche tutti i 61 collegi uninominali in Sicilia. Con Veltroni si schiera invece il senatore del Pd Ignazio Marino. Posizioni non condivise dal capogruppo del Pd all’Ars Antonello Cracolici, uno dei sostenitori dell’appoggio alla giunta regionale: “Questo clima da caccia alle streghe che qualcuno all’interno del centrosinistra vuole istaurare, è insopportabile” afferma. Ed è proprio Lombardo a citare le mosse in nome della legalità messe in campo dal suo governo e cita lo stop ai termovalorizzatori e il risanamento della Sanità. Azioni che gli vengono riconosciute anche dal senatore del Pd Beppe Lumia, uno dei leader dell’antimafia e dalla presenza in giunta del magistrato Massimo Russo e dell’ex prefetto Giosuè Marino.
In ogni caso Lombardo non intende accusare i pm che lo hanno indagato. Entrando nel merito dell’inchiesta della procura di Catania afferma: “Leggerò gli atti e li leggeremo tutti. Io a questa gente non ho dato nè passaggi in macchina, ne assunzioni, nè incarichi, nè appalti e nè favori. Io...”. Il banco di prova della maggioranza sarà il voto delle prossime settimane sul bilancio. Se si dovesse arrivare ad elezioni anticipate il governatore afferma di guardare “con interesse al Terzo polo (Udc, Fli, Mpa, Api) un riferimento importante e un ancoraggio serio”. E lascia intendere che non esclude una sua ricandidatura.

Calogero Parlapiano - tratto da "ControVoce"

mercoledì 20 aprile 2011

Arrivano i nostri. Nuovi magistrati a Sciacca

Quattro nuovi e giovani magistrati vanno a rimpolpare l’organico operativo della Procura di Sciacca che adesso potrà tornare a lavorare a pieno regime e con rinnovata lena. Commenti positivi da Pantaleo, Vella e Genna

Finalmente arrivano nuovi magistrati nella Procura di Sciacca che, per tanti mesi, è stata sull’orlo della chiusura a causa della carenza di organico e personale.
I quattro nuovi giudici sono sono: Michele Marrone di 39 anni, nato a Trapani e che ha svolto il tirocinio a Bologna; Giovanni Lucio Vara, di 28 anni, nato a Foggia, il quale ha ultimato il proprio tirocinio a Milano; Alessandro Moffa, di 31 anni, nato a Lanciano, anch’egli impegnato nel tirocinio in quel di Bologna e infine Silvia Capitano, la quale ha svolto il tirocinio a Roma, la capitale d’Italia.
Soddisfazione naturalmente è stata espressa dal procuratore Vincenzo Pantaleo, dal magistrato Salvatore Vella e dal Presidente del Tribunale di Sciacca Andrea Genna che, in particolar modo, ha invitato i nuovi giovani colleghi ad intraprendere questa avventura nel solco della prudenza.
Decisivo per rimpolpare gli organici giudiziari è stato soprattutto il cambiamento della legge che, fino a poco tempo fa, impediva l’arrivo nelle Procure di uditori di prima nomina.
L’arrivo dei quattro giovani magistrati era già noto da alcuni mesi ma, seguendo i tempi prestabiliti, hanno preso l’incarico durante l’ultima settimana.
Li attende un lavoro duro e impegnativo, sicuramente sono diverse le procedure in arretrato, proprio a causa dell’esiguità delle risorse umane antecedenti al loro arrivo. Per dirla alla Alfano, il ministro della Giustizia, anche loro adesso potranno godersi “lo splendido panorama” che si gode dal Tribunale, tale da scongiurarne ogni rischio di chiusura.
Durante la loro presentazione ufficiale alla stampa e ai colleghi del tribunale, si è parlato anche degli ultimi fatti di cronaca nera e giudiziaria, ponendo l’attenzione sull’escalation criminale che sta coinvolgendo il territorio di Ribera, ultimo caso l’intimidazione al sindaco Carmelo Pace, la situazione esplosiva di Lampedusa e i diversi furti di auto e negli appartamenti denunciati da cittadini saccensi.
Tutta la redazione del Settimanale “ControVoce” augura un buon lavoro ai nuovi magistrati e una buona permanenza a Sciacca.

Calogero Parlapiano - tratto da "ControVoce"

venerdì 15 aprile 2011

Bando III Edizione del Premio Letterario "Vincenzo Licata - Città di Sciacca"

www.vincenzolicata.it
SEZIONI DEL PREMIO:

* Sezione A - Poesia a tema libero e senza limiti di lunghezza in lingua italiana.
* Sezione B - Poesia a tema libero dialettale e senza limiti di lunghezza corredata da una traduzione chiara e leggibile in lingua italiana.
* Sezione C - Poesia in lingua italiana senza limiti di lunghezza avente come tema “La Libertà”.
* Sezione D - Racconto a tema libero di lunghezza non superiore alle 9000 battute.

TESTI - I testi possono essere editi o inediti. Non sono ammessi testi che siano già stati premiati ai primi tre posti in altri concorsi o premi letterari.

NUMERO COPIE E DOCUMENTAZIONE - I concorrenti devono inviare, a mezzo posta prioritaria o a mezzo raccomandata, la documentazione seguente:

* scheda di partecipazione al Premio debitamente compilata, scaricabile dal sito www.vincenzolicata.it, la quale contiene la dichiarazione che “l’opera è frutto del proprio ingegno” e “l’autorizzazione al trattamento dei dati personali”;
* n. 2 copie cartacee degli elaborati di cui una sola con nome e cognome, indirizzo, numero di telefono ed e-mail;
* facoltativamente n. 1 copia degli elaborati in formato elettronico su supporto ottico (CD) che, in alternativa, può essere spedita alla casella di posta elettronica premio@vincenzolicata.it.

QUOTA DI PARTECIPAZIONE – La quota di partecipazione è di 10,00€ (dieci euro) per ogni sezione nella quale si intende concorrere. Allegare agli elaborati la quota di partecipazione a mezzo contanti.

SPEDIZIONE – Spedire gli elaborati a:

PREMIO NAZIONALE “VINCENZO LICATA – CITTA’ DI SCIACCA”

ASSOCIAZIONE L’ALTRASCIACCA

CASELLA POSTALE 7 – 92019 SCIACCA (AG)

La spedizione deve avvenire entro il 3 Luglio 2011, farà fede il timbro postale.

PREMI

Per ogni sezione saranno assegnati i seguenti premi:

Al 1° classificato ->

* Piatto di ceramica realizzato da un maestro ceramista di Sciacca.
* Attestato di merito.
* Pubblicazione dell’opera sul sito del Premio www.vincenzolicata.it.

Al 2° classificato ->

* Targa personalizzata.
* Attestato di merito.
* Pubblicazione dell’opera sul sito del Premio www.vincenzolicata.it.

Al 3° classificato ->

* Medaglia.
* Attestato di merito.
* Pubblicazione dell’opera sul sito del Premio www.vincenzolicata.it.

A tutti gli iscritti al Premio ->

* Attestato di partecipazione.
* Pubblicazione dell’opera sul sito del Premio www.vincenzolicata.it, solo qualora questa sia pervenuta alla Segreteria del Premio in formato elettronico su supporto ottico o via e-mail alla casella di posta elettronica premio@vincenzolicata.it

Premio speciale “Vincenzo Licata”

E’ un premio speciale riservato dalla Segreteria del Premio ad un autore, scrittore, giornalista o artista di chiara fama che si sia distinto per produzioni letterarie o artistiche di particolare pregio e successo che interpretano al meglio lo spirito delle opere del poeta Vincenzo Licata mettendo in rilievo la genuinità dei propri sentimenti, l’immenso amore per la propria gente e la propria città, la venerazione nutrita per i luoghi in cui vive e una profonda coscienza civica. Il premio consiste in una preziosa lavorazione artigianale in corallo sotto campana di vetro realizzato e gentilmente offerto da NOCITO GIOIELLI in Sciacca.

GIURIA – La Giuria, il cui giudizio è insindacabile e i cui nominativi saranno resi noti in seguito, è composta da esponenti del mondo culturale, artistico e letterario.

DIRITTI D’AUTORE – Gli autori, per il fatto stesso di partecipare al Premio, cedono il diritto di pubblicazione all’interno del sito Internet dell’Associazione e/o su eventuale Antologia del Premio senza aver nulla a pretendere come diritto d’autore. I diritti rimangono comunque di proprietà dei singoli Autori.

IMPORTANTE – I concorrenti devono allegare agli elaborati la dichiarazione che l’opera è frutto del proprio ingegno e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali. A tale scopo è sufficiente compilare in ogni sua parte la scheda di partecipazione stampabile che si trova nella sezione Download del sito del Premio www.vincenzolicata.it.

PREMIAZIONE - La premiazione avverrà a Sciacca (AG) il 13 agosto 2011. Le modalità della premiazione saranno rese note al termine della scadenza del bando sul sito del Premio www.vincenzolicata.it. Tutti i partecipanti ed i finalisti sono invitati a prendervi parte sin d’ora. Chi non potrà intervenire riceverà i premi e/o gli attestati tramite spedizione postale.

INFORMAZIONI – Rivolgersi a Calogero Parlapiano, segretario del Premio; tel. 3400881756; e-mail: premio@vincenzolicata.it; siti web: www.vincenzolicata.it; www.laltrasciacca.it.

RISULTATI – Tutti i partecipanti riceveranno tramite e-mail una copia dei risultati del Premio. I risultati verranno anche pubblicati sul sito Web: www.vincenzolicata.it.

NOTE

* Il materiale inviato non verrà restituito.
* E’ possibile partecipare a più sezioni del Premio purché si corrisponda, per ogni sezione cui si partecipa, il versamento di 10,00€ (dieci euro).
* Non è consentita la partecipazione con più opere in una stessa sezione del Premio.
* Le opere saranno consegnate alla Giuria dalla Segreteria del Premio in forma rigorosamente anonima al fine di garantire l’imparzialità del giudizio.
* Saranno pubblicate nel sito www.vincenzolicata.it le opere che si sono classificate ai primi 3 posti in ogni sezione e tutti quegli elaborati che giungeranno alla Segreteria del Premio in formato elettronico (via cd o e-mail all’indirizzopremio@vincenzolicata.it).
* Il Premio non ha scopi di lucro. Le quote di iscrizione saranno utilizzate per coprire i costi complessivi dell’organizzazione dell’evento, quali ad esempio le spese di segreteria, le spese postali, l’acquisto dei premi, la cerimonia di premiazione, e quant’altro risulterà necessario.

INFORMATIVA – In relazione agli artt. 13 e 23 del D.Lg n. 196/2003 recanti disposizioni a tutela delle persone ed altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali, Vi informiamo che i Vs. dati anagrafici, personali ed identificativi saranno inseriti e registrati nell’archivio dell’Associazione L’AltraSciacca ed utilizzati esclusivamente ai fini inerenti gli scopi istituzionali del Premio cui in epigrafe. I dati dei partecipanti non verranno comunicati o diffusi a terzi. L’interessato potrà esercitare tutti i diritti di cui all’art. 7 del D.lgs 196/2003 e potrà richiederne gratuitamente la cancellazione o la modifica scrivendo al «Responsabile del trattamento dei dati personali de L’Associazione L’AltraSciacca, Calogero Parlapiano – Casella Postale 7 – 92019 Sciacca (AG)».

La Segreteria del Premio

martedì 12 aprile 2011

G.Settecasi fonda il PID a Sciacca

Settecasi fonda il PID a Sciacca proprio mentre uno dei suoi fondatori, Calogero Mannino, lo rinnega. Aperte le trattative e possibili nuove adesioni per un partito che “rischia” di mettere a soqquadro alleanze e la stabilità della giunta guidata da Vito Bono

Gioacchino Settecasi è la nuova anima del PID a Sciacca. I Popolari di Italia Domani nascono dunque anche nella città termale e le adesioni a quanto pare cominciano a fioccare. Il giovane Settecasi, da tempo esponente dell’area che fa capo al parlamentare europeo Antonello Antinoro, era stato eletto durante le ultime elezioni comunali all’interno della Lista Autonoma Saccense contribuendo in modo sostanziale alla vittoria al primo turno dell’attuale sindaco Vito Bono. Dopo poche settimane dall’inizio dell’avventura in consiglio, Settecasi aveva annunciato di diventare un consigliere autonomo ed indipendente, non aderendo mai al gruppo dell’Udc dapprima costituito dai consiglieri Assenzo e Friscia.
Poi la sorpresa, doppia a dire il vero. L’ex ministro Calogero Mannino, insieme a Cuffaro, ai riberesi Ruvolo e Cascio, e al neo ministro Saverio Romano fonda il PID con il quale sancisce la definitiva spaccatura da Casini e dall’Udc accusati di avvicinarsi troppo al partito democratico. Assenzo e Friscia però, manniani convinti, decidono di non seguire il leader: lasciano l’Udc, non aderiscono al PID e passano alla maggioranza aderendo a Fli, Futuro e Libertà per l’Italia, il soggetto politico voluto da Fini e nato dalla spaccatura interna al Pdl berlusconiano.
Rimane libera dunque l’area centrista. E si inserisce lì Gioacchino Settecasi che decide di fondare il partito a Sciacca avvalendosi di un nutrito gruppo di collaboratori e simpatizzanti. Il PID è attualmente aperto a nuove adesioni. Si parla insistentemente di trattative in corso e di consiglieri comunali che potrebbero aderire presto al movimento capeggiato da Settecasi. Intanto però l’onorevole Mannino, dopo pochi mesi, ha rinnegato la sua creatura. Ha dichiarato nelle settimane scorse che “il PID non esiste, anzi non è mai nato”, in aperta polemica con Saverio Romano al quale Mannino ha ultimamente dedicato parole al veleno. In definitiva Mannino, attraverso il PID, voleva rimanere nell’area di centrodestra ed ha salvato Berlusconi a dicembre quando si doveva votare la fiducia alla Camera e al Senato ma non voleva che i suoi adepti entrassero nell’esecutivo né che si creassero gruppi e sottogruppi di Responsabili.
Anche Michele Catanzaro, coordinatore regionale del PID, ha dichiarato che a Sciacca c’è tutta l’intenzione di creare il partito. Al momento Settecasi è impegnato nella costituzione del direttivo del partito che molto probabilmente sarà formato da parecchi giovani. Poi toccherà alle possibili nuove adesioni. Ma, a conti fatti, sono pochi i consiglieri “sul mercato”. Sandullo e Gulotta fanno ancora parte dei Leali per Sciacca e sembrano più vicini al Pd che al centro, Michele Patti si è appena accasato a Forza del Sud, Salvatore Alonge è rimasto fedele alla lista Forza Sciacca poiché non ha mai dato adesione ufficiale al Pdl. Chi rimane? Nei giorni scorsi si è parlato con insistenza di Mariella Campo come possibile interessata al PID ma l’ex assessore della giunta Turturici ha smentito dichiarando di “essere e rimanere nell’Mpa”. Almeno per ora. E’ difficile per ora ipotizzare la collocazione politica in consiglio comunale del PID perché il peso, come sempre, è dato dai numeri: più consiglieri faranno parte del PID e più forte sarà l’ascolto che il sindaco Vito Bono dovrà dar loro. Non è detto che i popolari saranno all’opposizione così come non è detto che faranno parte della maggioranza. Presumibilmente Settecasi rimarrà ancora a guardare, in posizione neutra, in attesa appunto di nuove adesioni, prima di sferrare le eventuali trattative. Il quadro politico insomma è parecchio effervescente ed anche l’opposizione, oltre al Pd, ha le sue belle gatte da pelare, specie all’interno del Pdl dove le diverse anime (quelle rappresentate da Giuseppe Marinello, Angelino Alfano, Forza Sciacca e battitori liberi) continuano a farsi una “guerra” silenziosa e sotterranea, meno visibile rispetto a quella fatta da conferenze stampa e accuse pubbliche portata avanti all’interno di quello che resta del partito democratico.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

sabato 9 aprile 2011

Decisioni "varianti"...

Si continua a parlare di varianti urbanistiche. Il quadro era e rimane poco chiaro ed anche il prossimo consiglio comunale rischia di tramutarsi in un nulla di fatto aggravando i rapporti tra la Giunta Bono e la maggioranza consiliare.


Le varianti urbanistiche tornano all'ordine del giorno della seduta del consiglio comunale di Sciacca, convocato per il 14 aprile prossimo, ma le posizioni dei gruppi e dei singoli consiglieri non sembrano cambiate, anzi la situazione sembra ancora più intricata se è vero com’è vero che per l’ex capogruppo del pd Simone Di Paola la maggioranza dovrebbe trovare una soluzione univoca e condivisa mentre secondo il sindaco Vito Bono “quando si parla di questioni urbanistiche è giusto lasciare le decisioni alla responsabilità del singolo consigliere”.
Rieccoci dunque alle prese con le varianti e stavolta, all'ordine del giorno del consiglio comunale, se ne aggiunge un'altra, quella per la realizzazione di un impianto di distribuzione carburante, dotato di pannelli fotovoltaici, da realizzare nella via Lioni. L’argomento distributori di carburanti sta mettendo ulteriore benzina sul fuoco, è proprio il caso di dirlo, sui rapporti tra Giunta e Maggioranza con al centro della questione i distributori da costruire alla Perriera, nei pressi dello stadio Alternativo e in via Verona.
Tornano all'ordine del giorno, ovviamente, anche i progetti Penny Market nell'ex sala bingo di via Pompei, Eurospin nella contrada Bellante e Bono gomme in contrada Seniazza. Naturalmente per risolvere ogni diatriba basterebbe portare il piano regolatore generale in consiglio ma ancora evidentemente non è pronto. Del resto la stessa regione siciliana, attraverso alcune lettere ufficiali, aveva “rimproverato” nel recente passato il comune saccense affermando, nel succo, che le varianti urbanistiche devono essere delle eccezioni, e non una regola ormai costante e consolidata.
Tutti d'accordo i capigruppo consiliari chiamati a stabilire la data della seduta consiliare e i punti all’ordine del giorno.
Una calma apparente se si tiene conto di come sono andate le cose nelle due sedute consiliari, andate a vuoto la scorsa settimane e del fatto che le posizioni non sembrano essere cambiate.
Il pd del segretario e, per il momento anche capogruppo, Giuseppe Coco, dopo le dimissioni dall’incarico di Simone Di Paola, continua a ricordare le decisioni assunte nel corso della ormai famosa riunione che aveva preceduto la seduta consiliare: non si va in deroga a quello che prevede il piano regolatore generale. Tradotto significa: non si approvano le varianti.
Posizione non condivisa dalla componente Cusumano, i democratici e liberi, possibilisti invece sui progetti Penny Market e Bono gomme. Il risultato era stata la loro assenza in aula e gli ulteriori strascichi polemici con le dimissioni da capogruppo di Di Paola.
Il segretario Coco ha convocato per sabato mattina un’altra riunione di partito. A cosa porterà non è chiaro, ma sulle vicende urbanistiche la linea ufficiale non dovrebbe cambiare, sostenuta anche dai colleghi di futuro e libertà, mentre l’mpa ha ufficialmente dichiarato tramite l’assessore Ferrara la disponibilità ad approvare le varianti, ritenendo l’atto perfettamente legittimo.
La maggioranza quindi continua ad essere quantomeno confusa soprattutto alla luce del fatto che anche su altre questioni non ha dato esempi di compattezza e più di qualche esponente continua a ribadire che dovrebbe essere proprio il sindaco a tenere tutti in riga. Invece lascia correre, lascia fare.
Sta di fatto che sono saltate due sedute consiliari, che le varianti sono all’ordine del giorno ormai da diversi mesi senza che se ne venga a capo col rischio di bloccare l’intera macchina amministrativa del consiglio comunale. L’opposizione si era presentata in aula nelle ultime due tornate nelle quali poi era venuto a mancare il numero legale.
All'interno del pdl pare ci sia un gruppetto di 5 consiglieri disponibili ad approvare le varianti, mentre gli altri non sono d’accordo. Poi c’è da capire a quale gruppo eventualmente si accoderanno i battitori liberi: Sandullo, Gulotta, Settecasi, Turco e Michele Patti. Una cosa è certa: si deve prendere una decisione, positiva o negativa che sia, perché Sciacca non può più aspettare.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

giovedì 7 aprile 2011

Siome Di Paola si dimette da capogruppo del Pd

Se non si parlasse di calcio, potremmo cominciare questo articolo con l’esclamazione. “Clamoroso al Cibali” ma siccome si parla di politica e, in particolar modo di maggioranza consiliare, le dimissioni di Simone Di Paola da capogruppo del partito democratico all’interno del consiglio comunale assumono tutt’altro significato. Sono il sentore di una crisi diffusa all’interno della coalizione che sorregge il sindaco Vito Bono, rappresentano la spia, l’allarme rosso, di qualcosa che non va, che non torna. Simone Di Paola, all’interno del centrosinistra saccense, non è un consigliere qualunque e, per giungere a questo passo, di certo non basta ricordare la non approvazione delle varianti urbanistiche, vera spada di damocle per tutti i microcommercianti del centro storico locale.
A tutto questo va ad aggiungersi il fatto che i due consiglieri dell’Mpa Campo e Maglienti nei giorni scorsi hanno firmato un documento, una mozione proposta dall’opposizione per abbassare l’ICI sui capannoni. Due indizi fanno una prova. Anzi gli indizi oramai sono parecchi e datati nel tempo. Simone Di Paola contro il segretario Giuseppe Coco, Paolo Mandracchia contro Di Paola e contro Coco, Fiorino e Ambrogio battitori liberi: dire che il pd locale è una polveriera sembra addirittura non rendere l’idea. Problemi che partono da lontano e che si sono acuiti a dismisura una volta che Vito Bono ha scelto e nominato gli assessori prima l’epurazione di Marinello, presentato come assessore designato, poi Ignazio Piazza, tecnico della pesca, eliminato dopo pochi mesi nonostante tutti abbiano sottolineato il suo buon operato, infine l’approdo di Leonte e Fazio sebbene Mandracchia, Marinello e Fiorino avessero avanzato precise richieste e perplessità. In tutto questo va ad aggiungersi anche l’associazione di Cusumano Democratici e Liberi di cui spesso si parla possa aggregarsi al terzo polo avvicinandosi all’Udc o alla nuova formazione politica di Lombardo, erede dell’Mpa. Che confusione. Vito Bono si è sempre detto indipendente dai partiti ma sta finendo per esserne inghiottito suo malgrado. Un po’ di decisionismo ed autonomia in più, dato l’elezione al primo turno, probabilmente non avrebbe guastato.
Intanto consiglieri comunali di Democratici e liberi sembrano pronti a restare distinti dall’attuale dirigenza del partito, con la conseguenza di ricostituire in indipendente gruppo consiliare. Le dimissioni di Di Paola “sono la naturale conseguenza – afferma il consigliere Giuseppe Ambrogio - di un andazzo politico approssimativo e molto disarticolato del PD, con una dirigenza che procede senza un’idea di governo. In una nota stampa diffusa nella mattinata, Ambrogio sostiene che il Pd avrebbe scelto invece di procedere a estemporanee convocazioni di organi di partito e di andare avanti al di fuori del quadro politico che sostiene la giunta Bono. “Tutto ciò – dice ancora Ambrogio - ha generato e continua a generare sbandamento e turbamento, anche in ragione di una scelta che emerge sotto traccia e che è finalizzata, in sintonia con posizioni chiare ed evidenti, di una precisa componente provinciale del partito, al deperimento del partito e del suo progetto locale”. Proseguono nel frattempo i lavori del consiglio comunale che sul tema delle varianti urbanistiche rischia il commissariamento se non si giunge presto ad un accordo tra tutte le componenti.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

venerdì 1 aprile 2011

Sequestrati beni spagnoli ad Agrò

La DIA sequestra in Spagna altri 3 milioni di euro a Diego Agrò, già colpito l’anno scorso da un altro sequestro per un ammontare di 53 milioni di euro. Intanto dal punto di vista legislativo lo Stato Italiano sembra ancora carente in merito ai beni dei mafiosi sequestrati all’estero

Grazie ad una operazione della Direzione Investigativa Antimafia di Palermo sono stati sequestrati in Spagna beni per 3 milioni all'imprenditore alimentare Agrò già detenuto per una condanna all'ergastolo e che è ritenuto vicino ad alcuni boss mafiosi dell’agrigentino.
Si tratta di tre società per la produzione ed il commercio di olio alimentare, latticini ed altri prodotti che hanno sede in Spagna, in Andalusia, paese verso il quale è stata avanzata una rogatoria internazionale alla competente autorità giudiziaria.
L’imprenditore colpito dal provvedimento di sequestro è Diego Agrò, di 64 anni, originario di Racalmuto, noto da tempo alle forze dell’ordine. Agrò viene indicato dagli investigatori come vicino ai capimafia agrigentini Salvatore Fragapane, Giuseppe Fanara e Maurizio Di Gati. Nel 2009 è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Mariano Mancuso, ucciso a Aragona nel ’92. L’operazione relativa al sequestro delle tre aziende del settore oleario impiantate dall’imprenditore siciliano in Spagna è stata coordinata dalla Dia di Palermo, diretta dal capo centro colonnello Giuseppe D’Agata.
Precisamente per quanto riguarda questi sequestri, sono stati effettuati nella provincia di Jaén, città spagnola con una forte attività agricola basata sulla monocultura dell’olivo e la produzione di olio. Sono la: “Industria siciliana oleicola y alimentaria sl”, con sede a Martos (Jaèn), “Aceites San Francesco Sl”, con sede ad Alcalà La Real (Jaèn); “Cosmoliva sl”, con sede ad Alcalà La Real (Jaèn).
A Diego Agrò lo scorso anno, sempre la Direzione investigativa antimafia di Palermo, aveva già sequestrato beni per 53 milioni di euro.
Il Tribunale di Agrigento, a giugno 2010, aveva trasmesso richiesta di rogatoria internazionale al ministero di Giustizia spagnolo per l’esecuzione del sequestro. Diego Agrò è stato arrestato nel 2007, insieme al fratello Ignazio, anch’egli imprenditore nel settore alimentare, nell’ambito dell’operazione antimafia “Domino 2” della Dda di Palermo, a seguito delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Maurizio Di Gati, già capo di Cosa nostra agrigentina, e condannato alla pena dell’ergastolo, nel 2009, dalla Corte d’Assise di Agrigento, per l’omicidio di Mariano Mancuso, avvenuto ad Aragona nel 1992.
In sede processuale è stata dimostrata la valenza criminale dei fratelli Agrò, nonché i loro stretti rapporti con i capi mafia della provincia agrigentina Salvatore Fragapane, Giuseppe Fanara e Maurizio Di Gati, ai quali gli imprenditori si rivolgevano per dirimere le controversie susseguenti alla loro attività di “usurai”, fino a spingersi ad ottenere l’uccisione di Mancuso che si era rifiutato di restituire il denaro avuto in prestito. Lo stesso Fragapane aveva investito denaro di Cosa nostra nell’attività degli Agrò che, grazie all’appoggio incondizionato dell’organizzazione, erano così riusciti ad incrementare il patrimonio personale.
Questa operazione però potrebbe rivelarsi inutile perché il Governo italiano non segue la Ue nella lotta ai capitali sporchi.
Quindi, ammesso e non concesso che questi beni vengano poi definitivamente sequestrati, lo Stato italiano non incasserà mai un centesimo che continueranno dunque a rimanere ai legittimi proprietari.
Perché? Perché l’Italia non ha mai approvato con legge la decisione quadro 2006/783 del consiglio europeo, in materia di confisca e condanna.
Proprio questo è il passo che manca all’Italia e che rende impossibile – in base al principio di reciprocità che prevede che entrambi i Paesi recepiscano la normativa europea – la confisca dei beni.
Il Governo non si è attivato per evitare la mancata attuazione della decisione quadro e per il momento non ha inserito alcuna disposizione nell’ambito della legge comunitaria 2011 (disegno di legge n. 2322).
Oltre alla Germania hanno recepito la decisione quadro anche la Francia e proprio la Spagna, quest’ultima nazione dove gli investimenti delle mafie italiane sono numerosi, come dimostra l’attivismo della Procura distrettuale antimafia di Napoli e Palermo. L’Italia non ha recepito in sede di discussione della Comunitaria l’emendamento che avrebbe dovuto sanare questa situazione al Senato e, tutto lascia pensare, che non lo farà neppure alla Camera. Motivo per il quale il Pd sta pensdando di presentare autonomamente un progetto di legge. Addirittura l’attuale procuratore generale della Repubblica di Ancona, Enzo Macrì, per una vita sostituto procuratore nazionale antimafia, è salito a Bruxelles e in Commissione, tra le tante doglianze sulla mancata armonizzazione delle legislazioni europee in materia antimafia, ha ricordato anche questa.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

mercoledì 30 marzo 2011

La maggioranza perde pezzi...

Animata seduta del consiglio comunale di Sciacca. Michele Patti passa all’opposizione ma non va con Forza del Sud, anzi si dichiara indipendente. Paolo Mandracchia intanto attacca l’assessore Fazio del suo stesso partito, difeso invece da Simone Di Paola. Approvato un documento pro Lampedusa


Critiche, polemiche e scricchiolii tanto nella maggioranza quanto nell’opposizione. Questo, in breve, il sunto dell’ultima seduta del consiglio comunale di Sciacca, seduta che era stata anteceduta, il giorno prima, da importanti riunioni politiche dei vari gruppi per decidere quali posizioni assumere in merito alle questioni urgenti delle varianti urbanistiche e del mercato del contadino.
Su questo punto dura è stata la polemica interna al partito democratico. Il consigliere Paolo Mandracchia, cha ambiva al ruolo di assessore prima del veto del segretario Coco, ha attaccato colui che ha preso il suo posto: Vincenzo Fazio.
“Sul mercato del contadino – ha detto – non sono state mai ascoltate le mie proposte, non capisco i ritardi nell’avviarlo, posso contare sull’appoggio di tutte le associazioni di categoria e non comprendo perché non venga più convocato il tavolo tecnico dell’agricoltura”. Diversi dunque i punti toccati da Mandracchia. In difesa di Fazio, già nell’occhio del ciclone per gli interminabili lavori della Chiazza, è corso il capogruppo del Pd Simone Di Paola che ha parlato di “attacchi ingenerosi” mentre lo stesso Fazio li ha definiti “attacchi gratuiti. Non sono stati indicati siti alternativi a quelli dello stadio per allocare questo mercato e la posizione dei box è stata indicata dalle stesse forze dell’ordine” ha replicato. Insomma la posizione ufficiale del Pd è quella espressa da Di Paola che come sempre cerca di difendere e salvare il salvabile ma le spine interne non mancano. Spine considerevoli tra l’altro. Intanto il regolamento del mercato del contadino è stato approvato seppur con alcune modifiche volute dalle commissioni consiliari Affari generali e Attività produttive. Le organizzazioni agricole non sono molto convinte né del luogo scelto per fare questo mercato né del posizionamento dei 12 box. L’opposizione ha chiaramente approfittato del clima in aula ed ha attaccato pesantemente Fazio e tutta la Giunta Bono. Ignazio Bivona ha chiesto le dimissioni dell’assessore all’agricoltura, Calogero Bono ha sottolineato come ancora non si capisca quando questo mercato aprirà, mentre Caracappa, Emmi, Cognata, Settecasi e Fabrizio Di Paola hanno dato ragione a Mandracchia. Il regolamento è stato poi approvato da tutti ma con il caloroso invito dato a Fazio di convocare presto una conferenza di servizi per capire come far funzionare per il meglio il prossimo mercato.
A proposito di scricchiolii nella maggioranza, si è registrato l’intervento di Michele Patti che ha ufficialmente affermato di abbandonare il gruppo dei Leali per Sciacca senza però dare conferma del suo approdo a Forza del Sud. Questa la reale sorpresa, anzi si è dichiarato indipendente invitando anche i colleghi di gruppo Sandullo e Gulotta a passare all’opposizione. Invito per ora rispedito al mittente. “Il gruppo Leali per Sciacca va avanti ha detto Sandullo ma attendiamo ancora che Vito Bono ci dia un riconoscimento politico”.
Vito Bono ha accolto quasi con sollievo l’abbandono di Michele Patti, “era ora che se ne andasse all’opposizione. Del resto continua a mandare interrogazioni che stavano per compromettere per esempio il carnevale.” Fabrizio Di Paola, Calogero Bono, Gioacchino Settecasi, Silvio Caracappa e Nicola Assenzo hanno commentato in aula la decisione di Patti. Per gli esponenti dell’opposizione è il segnale di una maggioranza che vive alla giornata ed è poco coesa mentre Assenzo ha parlato di “singolo episodio”.
Intanto Vito Bono sempre durante il dibattito ha affermato che i lavori in via Licata riprenderanno subito ed andranno avanti anche perché è in arrivo il pagamento aspettato dalla ditta Alaimo che sta eseguendo questi lavori.
Approvato all’unanimità anche un documento di solidarietà verso Lampedusa e i lampedusani abbandonati dal governo in balia di se stessi a causa dell’ingente mole di disperati che giungono sulle coste siciliane. L’isola è al collasso e manca anche l’acqua. L’iniziativa era stata suggerita a tutti i sindaci qualche giorno fa da Michele Botta, sindaco del comune di Menfi. Tra i commenti, importante quello fatto da Gianluca Guardino capogruppo del Pdl che ha attaccato il governo nazionale per come sta gestendo il caos di Lampedusa dove si rischia davvero l’emergenza igienico sanitaria. Nel documento votato si fa cenno a riflessioni umanitarie e crisi di ordine economico soprattutto per le ricadute che tutto questo avrà sul turismo lampedusano e siciliano. Lo scalo di Trapani rimane ancora interdetto al traffico civile.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"