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giovedì 7 aprile 2011

Siome Di Paola si dimette da capogruppo del Pd

Se non si parlasse di calcio, potremmo cominciare questo articolo con l’esclamazione. “Clamoroso al Cibali” ma siccome si parla di politica e, in particolar modo di maggioranza consiliare, le dimissioni di Simone Di Paola da capogruppo del partito democratico all’interno del consiglio comunale assumono tutt’altro significato. Sono il sentore di una crisi diffusa all’interno della coalizione che sorregge il sindaco Vito Bono, rappresentano la spia, l’allarme rosso, di qualcosa che non va, che non torna. Simone Di Paola, all’interno del centrosinistra saccense, non è un consigliere qualunque e, per giungere a questo passo, di certo non basta ricordare la non approvazione delle varianti urbanistiche, vera spada di damocle per tutti i microcommercianti del centro storico locale.
A tutto questo va ad aggiungersi il fatto che i due consiglieri dell’Mpa Campo e Maglienti nei giorni scorsi hanno firmato un documento, una mozione proposta dall’opposizione per abbassare l’ICI sui capannoni. Due indizi fanno una prova. Anzi gli indizi oramai sono parecchi e datati nel tempo. Simone Di Paola contro il segretario Giuseppe Coco, Paolo Mandracchia contro Di Paola e contro Coco, Fiorino e Ambrogio battitori liberi: dire che il pd locale è una polveriera sembra addirittura non rendere l’idea. Problemi che partono da lontano e che si sono acuiti a dismisura una volta che Vito Bono ha scelto e nominato gli assessori prima l’epurazione di Marinello, presentato come assessore designato, poi Ignazio Piazza, tecnico della pesca, eliminato dopo pochi mesi nonostante tutti abbiano sottolineato il suo buon operato, infine l’approdo di Leonte e Fazio sebbene Mandracchia, Marinello e Fiorino avessero avanzato precise richieste e perplessità. In tutto questo va ad aggiungersi anche l’associazione di Cusumano Democratici e Liberi di cui spesso si parla possa aggregarsi al terzo polo avvicinandosi all’Udc o alla nuova formazione politica di Lombardo, erede dell’Mpa. Che confusione. Vito Bono si è sempre detto indipendente dai partiti ma sta finendo per esserne inghiottito suo malgrado. Un po’ di decisionismo ed autonomia in più, dato l’elezione al primo turno, probabilmente non avrebbe guastato.
Intanto consiglieri comunali di Democratici e liberi sembrano pronti a restare distinti dall’attuale dirigenza del partito, con la conseguenza di ricostituire in indipendente gruppo consiliare. Le dimissioni di Di Paola “sono la naturale conseguenza – afferma il consigliere Giuseppe Ambrogio - di un andazzo politico approssimativo e molto disarticolato del PD, con una dirigenza che procede senza un’idea di governo. In una nota stampa diffusa nella mattinata, Ambrogio sostiene che il Pd avrebbe scelto invece di procedere a estemporanee convocazioni di organi di partito e di andare avanti al di fuori del quadro politico che sostiene la giunta Bono. “Tutto ciò – dice ancora Ambrogio - ha generato e continua a generare sbandamento e turbamento, anche in ragione di una scelta che emerge sotto traccia e che è finalizzata, in sintonia con posizioni chiare ed evidenti, di una precisa componente provinciale del partito, al deperimento del partito e del suo progetto locale”. Proseguono nel frattempo i lavori del consiglio comunale che sul tema delle varianti urbanistiche rischia il commissariamento se non si giunge presto ad un accordo tra tutte le componenti.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

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