lunedì 31 marzo 2008
Sulla Demagogia
giovedì 27 marzo 2008
Una domenica con... Ignazio Russo
Infatti è stato anche componente del Gruppo Folkloristico “Li Burgisi” con cui si è esibito in diverse parti d’Italia e del mondo. Le sue pubblicazioni più famose sono: “Lu munnu a la riversa” del ’74, “Iò e lu Ciascu” del ’76 e “Miraglia e li Braccianti” del ’77.
L’amore per la sua città lo ha sempre contraddistinto e gli ha permesso di dedicare a Sciacca questi dolci versi:
Molecola n°5: La voce a te dovuta.
Voto Utile?
Molecola n°4: Vite corrispondenti
Tante volte si rimane inermi, con le mani in mano e nulla sembra giocare a nostro favore. Ci sentiamo soli mentre camminiamo per strade di un mondo che non ci appartiene... ci guardiamo a fianco, di fronte, dietro... nessuno. Ognuno di noi saprebbe chi volere accanto, con chi passeggiare mano nella mano in riva al mare mentre il tramonto fa sera dinanzi a noi. Quando alziamo lo sguardo al cielo chiediamo qualcuno, una presenza, un sorriso a cui aggrapparsi, una persona che sappiamo volerci bene o amare, perchè no?
Già, amare. E' a questa parola che molte vite tendono... una mattina ti alzi, apri la finestra della tua camera e il sole ti sveglia alla vita. A quale vita? A quale vita?
Anchio conosco la persona con cui vorrei incedere per le vie del mondo, tutti, in fondo, la conosciamo, sappiamo bene chi è. E' una strana sensazione sapere che nessuno mai potrà sostituirla, esserne consapevoli... vedere solo lei o te da solo. Platone le chiamava le parti di una stessa mela, oggi si parla più finemente, forse, di anime gemelle. Corrispondenti direi io. Avere l'esatto equilibrio di punti di contatto e di punti di distanza come un giocoliere che danza su una corda invisibile... Sensazioni, emozioni, realtà. So solamente che è proprio quando ci illudiamo di poterne fare a meno che ne abbiamo più bisogno.. possiamo nasconderci agli altri, possiamo nasconderci anche a quella persona ma non a noi stessi. Gli occhi non mentono, non mentono mai e quando scende una lacrima è come se il tempo si fermasse per un piccolo momento in cui ti accorgi che "mentire" non è quello che vuoi, vorresti gridare, gridare, gridare, dare sfogo al tuo cuore mentre continui a camminare e a vivere pensando a lei. Sempre.
Un tale un giorno mi disse che tutte le volte che ti guardi allo specchio e non vedi la tua immagine significa o che sei pazzo o che sei innamorato perchè diventi trasparente, perchè l'unico tuo specchio diventa il suo sorriso. Quel tale era mio nonno, un uomo che mi ha insegnato tutto, che mi ha insegnato cos'è l'amore, a percepirlo in te. Continuo a camminare, c'è una folla intorno a me, tutti invisibili gli uni agli altri, tutti in attesa: pochi non sanno chi aspettare e cercano, molti attendono proprio lei. Nel frattempo si respira e si vive. L'amore si sente, si può percepire, non imporre, sperando che un dì anche lei possa connettersi sulle tue stesse frequenze del cuore.
Ormai sono mesi e mesi che non mi guardo più allo specchio.
martedì 25 marzo 2008
San Calogero, pensaci tu
Noi de “L’ALTRA SCIACCA” pensiamo sia giusto occuparci della salvaguardia dei nostri beni culturali e, tra questi, rientra anche la Basilica di San Calogero che, collocata sulla parte più alta della città, è meta di pellegrinaggio e preghiera.La Basilica attualmente, però, verte in condizioni piuttosto difficili. L’umidità, generata dalle stufe naturali e vaporose, sta compromettendo la struttura, i suoi affreschi, le mura, nonché la stabilità di una statua, quella di Santa Maria Maddalena, che si sta lentamente staccando dall’angolo in cui è posta creando disagi e una situazione di pericolo.
Inoltre, recentemente, sono venuti alla luce alcuni altarini laterali di pregevole valore artistico che andrebbero restaurati.
Non è certo un problema di nuova data ma fino ad ora non era mai stato preso seriamente in considerazione, adesso, con l’aggravarsi della questione, urgono interventi decisi e mirati.
Il Parroco della Basilica, Padre Davide Mordino si è mosso subito. I progetti principali dovrebbero prevedere l’eliminazione del marmo che riveste buona parte delle mura della Basilica permettendo agli stessi di respirare, togliere la muffa depositatasi negli anni e intonacare nuovamente. Seguirebbero, poi, gli interventi sui dipinti e sull’altare.Nel cercare di risolvere il problema, è venuto alla luce il fatto che la Basilica risulta di proprietà delle Terme di Sciacca, insieme alle Stufe e all’albergo adiacente alla Chiesa, realizzato e mai aperto. Di conseguenza, è l’ente termale che dovrebbe finanziare i lavori, un ente che, come sappiamo, si trova in condizioni economiche disastrose.
E gli altri enti?
La Sovrintendenza ai Beni Culturali di Agrigento, contattata e sollecitata, ha eseguito dei sopralluoghi all’interno della Basilica, si è resa conto della veridicità del problema ma non ha i fondi per intervenire. L’unica cosa in loro potere è guardare, esaminare, verificare e approvare tanto i progetti presentati per la sistemazione della Chiesa quanto i lavori, quando un giorno cominceranno.Nel frattempo, l’Assessorato Regionale ai Beni Culturali è stato veloce nel far sapere che la questione non è di loro competenza ma che potrebbero pure dare un piccolo contributo economico. Naturalmente non adesso ma dopo le elezioni nazionali e regionali.
E la Curia? Per tutto quello che riguarda restauro, manutenzione, presentare e realizzare progetti di riqualificazione delle Chiese vi sono gli enti pubblici preposti e non è competenza loro. La Chiesa appartiene alla Curia solamente dal punto di vista religioso. Anche la Curia, però, potrebbe contribuire economicamente in parte attraverso i fondi dell’ “otto per mille”.
E il Comune? L’ente cambia ma non la risposta: anche se risolvere il problema non fa parte delle loro competenze, metteranno in preventivo nel bilancio una piccola somma da devolvere alla Basilica per finanziare i primi lavori.Una volta espletato l’iter pubblico e chiesto a chi di dovere, rimane la possibilità di affidarsi anche a banche o ad “enti” privati, i quali, naturalmente, pur non essendo di loro competenza, possono contribuire in nome di amicizie personali, di amore per l’arte o gesti filantropici.
Infine, rimane l’ “ente” più nobile: i fedeli che, in nome dell’amore per la Basilica e per il Santo tanto venerato in città, possano dare una mano sotto forma di offerte facendosi trasportare, di sicuro, più dal cuore che da burocrazia e formalismi.
Cosa ne consegue? Ne consegue che, una volta raccolti i fondi necessari, cominceranno i lavori, quanto meno per la messa in sicurezza della statua e, in generale, per effettuare gli interventi più urgenti e l’amara considerazione che, in mancanza di interessi particolari, non si muove nulla in Italia e in Sicilia.
Molecola n°1
Noi facciamo la Differenza... e tu?
Noi de L’ALTRA SCIACCA riteniamo che il tema dei rifuti e della relativa Raccolta Differenziata sia uno dei problemi più urgenti che la società moderna deve porsi e risolvere al fine di salvaguardare l’ambiente e lo stesso habitat umano… a tale scopo intendiamo sensibilizzare ed informare la popolazione con questo articolo.
La Raccolta Differenziata è un sistema di raccolta dei rifiuti solidi urbani suddivisi per tipologia di rifiuto (carta, vetro, plastica, legno…).Il processo deve partire all’interno delle nostre case: basta munirsi di quattro diversi sacchetti di plastica, ognuno dei quali raccoglierà una tipologia di rifiuto, di un po’ di pazienza e di attenzione nella suddivisione degli stessi.
Una volta che il nostro sacchetto sarà pieno, ci adegueremo al Metodo di Raccolta che più ci aggrada o che il Comune di appartenenza ci propone.Di solito i Metodi di Raccolta più utilizzati sono: La Raccolta Stradale servendosi di appositi contenitori (le cosiddette “Campane”) sui quali viene indicato il tipo di rifiuto che può incamerare o la Raccolta Porta a Porta durante la quale un operatore ecologico ritira i nostri sacchetti, già suddivisi per tipologia di rifiuto, e si fa carico di collocarli negli appositi spazi.Imparare a Differenziare i nostri rifiuti non è solamente un metodo consapevole per rispettare l’ambiente e il pianeta ma è anche un dovere sancito da diverse normative che impongono ai Comuni di raccogliere in maniera differenziata il 65% dei rifiuti entro il 2010. E i Comuni sono formati da cittadini, ossia da tutti noi.In molti Comuni, poi, nella stesura delle Tasse sui Rifiuti, per incentivare questa procedura, adottano il principio del “più inquini e più paghi” e, di conseguenza, “più ricicli e più risparmi”.Inoltre, proprio partendo dalla Raccolta Differenziata, sono innumerevoli i prodotti che si possono ottenere dalle singole tipologie di rifiuto
Si possono fare quattro facili esempi al riguardo:CARTA: Tutta la carta può essere raccolta con l’eccezione della carta accoppiata a materiali plastici (per esempio: cartoni del latte) e della carta carbone. La carta raccolta può dare origine alla cosiddetta Carta Riciclata. Quanti alberi in meno sarebbero in questo modo abbattuti con la conseguenza di avere più aree verdi e più aria pulita.PLASTICA: Rappresenta il rifiuto che occupa lo spazio maggiore, quindi sarebbe già importante limitare il più possibile l’uso di questo materiale. Non tutta la plastica può essere riciclata con i macchinari degli attuali impianti: si possono depositare i contenitori per liquidi, per bevande, i flaconi dei detersivi e tutti quei prodotti di plastica che riportano su di essi il simbolo caratteristico (tre frecce a formare un triangolo) con all’interno la sigla SPI (Society of the Plastics Industry). Significa che quel prodotto può venire riciclato. Avremmo in questo modo meno componenti tossiche e chimiche nell’aria e nel sottosuolo rispetto a quelle che si ottengono gettando la plastica insieme agli altri rifiuti attraverso il metodo tradizionale.VETRO: È il prodotto che si ricicla meglio e lo si può fare infinite volte. Tutto il vetro è riciclabile eccezion fatta per la ceramica. Anche in questo caso si giungerebbe ad avere un minore impatto ambientale evitando di utilizzare eccessivamente gli addottivi chimici che servono per la sua realizzazione ex novo.METALLI E ALLUMINIO: La loro produzione comporta un elevato dispendio di energia e un inquinamento così marcato che sarebbe meglio non acquistare prodotti confezionati in alluminio. Lattine, barattoli, vassoi, piatti realizzati con questo materiale possono essere tutti riciclati. Ci sono macchine che sono in grado di riprodurre materiali metallici proprio partendo dai rifiuti che noi abbiamo raccolto.
Alla luce di quanto detto, ci possiamo rendere ben conto che la Raccolta Differenziata è un metodo che ci porta dei vantaggi: minori danni all’ambiente, riduzione dei pericoli per la salute dei cittadini, risparmio per gli utenti sulla tariffa sui rifiuti, crescita economica ed occupazionale (più si ricicla, più aumentano i posti di lavoro nelle aziende che si occupano di questo settore).
IL COMPOSTAGGIO
Il Compostaggio è un insieme di processi naturali di decomposizione dei materiali organici. In natura questi processi avvengono nei boschi dove milioni di microrganismi decompongono le sostanze organiche, poi sintetizzate nel cosiddetto “Humus”. Il compostaggio dei rifiuti parte proprio da questo presupposto naturale al fine di ottenere il riciclaggio dei rifiuti organici. Esso permette lo smaltimento della parte più complessa di rifuti, evita di portare alla combustione materiali poco adatti alla stessa e produce il Compost che, come l’humus, rende più fertile e ricca la terra. È un processo naturale che può essere sempre controllato e migliorato con le nuove tecnologie, permette di ridurre lo smaltimento in discarica e consente di ottenere nuove risorse, risorse da riciclare.
Il tutto viene realizzato in appositi impianti di compostaggio nei quali vengono tratti i rifiuti organici differenziati dal cittadino.
Gli automezzi, dopo la raccolta, portano i rifiuti nel capannone di ricezione. Niente viene disperso nell’ambiente, né materiali né odori. Il materiale viene inserito successivamente in un grande cilindro dove rimane per circa 72 ore e dove viene debitamente triturato. Passa, quindi, nell’aia di compostaggio nella quale sono presenti diversi tipi di vasche ognuna della quali può portare i rifiuti già triturati ad un diverso tipo di “maturazione”. La sezione di vagliatura scinde, infine, la parte raffinata del compost (sottovaglio) da quella parte dei rifiuti (sovvaglio) che saranno ulteriormente trattati per non dare origine a scarti e arrivare alla completa trasformazione.
I TERMOVALORIZZATORI
I Termovalorizzatori (o Inceneritori con recupero energetico) sono impianti utilizzati per lo smaltimento dei rifiuti attraverso un processo di combustione ad alta temperatura. Il calore sviluppato durante la combustione viene recuperato per produrre vapore o energia elettrica. È in queste macchine che viene trasportata la maggior parte dei nostri rifiuti urbani. I pareri su questi Termovalorizzatori sono da sempre discordanti. Da una parte producono una buona quantità di energia elettrica e l’incenerimento è il metodo più economico per smaltire i rifiuti, dall’altra molti pensano che valorizzare un rifiuto non significhi incenerirlo ma renderlo pronto per il riciclo. È soprattutto la diatriba tra ambientalisti e comitati scientifici a fomentare la polemica: per i primi gli inceneritori hanno un elevato impatto ambientale perché, secondo le loro tesi, le reazioni chimiche di combustione generano la diossina e comunque, nel dubbio, si fanno promotori di quello che viene chiamato “Si, ma non nel mio cortile”, ossia trovare degli spazi isolati dove la presenza dei termovalorizzatori non causi problemi e angosce ai cittadini. Per i comitati scientifici, invece, i termovalorizzatori non emettono sostanza tossiche perché posseggono dei macchinari adatti che eliminano quanto prodotto con la combustione prima che venga emesso nell’aria.
Come si evince dalla mappa, la maggior parte dei termovalorizzatori si trova nel nord Italia, soprattutto in Emilia Romagna, Veneto e Piemonte. Nel sud Italia non esiste alcun inceneritore con i danni, i problemi e le polemiche a cui si è assistito in questi giorni, specie in Campania.Come si evince dalla mappa, la maggior parte dei termovalorizzatori si trova nel nord Italia, soprattutto in Emilia Romagna, Veneto e Piemonte. Nel sud Italia non esiste alcun inceneritore con i danni, i problemi e le polemiche a cui si è assistito in questi giorni, specie in Campania.
A Brescia è presente uno dei termovalorizzatori più grandi d’Europa che da solo riesce a soddisfare un terzo del fabbisogno di calore dell’intera città.
Dallo schema si può percepire quanto l’Italia sia ancora agli ultimi posti nella classifica tra i principali Stati Europei ad affidarsi all’incenerimento dei rifiuti. Si utilizza prevalentemente ancora il sistema delle discariche pur consapevoli dei liquami che si sciolgono nel sottosuolo e nella combustione che si genera con l’azione del sole, inquinando in maniera spesso irreversibile terra e aria della zona soggetta a discarica.
Calogero Parlapiano
BIBLIOGRAFIA
“L’impianto di compostaggio”, 2005, GEOinFORma, http://www.geofor.it/“La raccolta differenziata”, http://www.wwfroma11.it/“La mappa dei termovalorizzatori e delle discariche in Italia”, http://www.ecoblog.it/“Rifiuti organici, compost, compostaggio: impariamo a conoscerli”, 2004, http://www.fareverde.it/“Inceneritore”, http://www.wikipedia.it/“Bergonzini Filippo”, http://www.flashfumetto.it/“Raccolta Differenziata”, http://www.comune.pianiga.it/“Raccolta Differenziata”, http://www.comune.baiano.av.it/“Discarica e incenerimento”, http://www.ecoage.com/“I processi di compostaggio”, http://www.portale.provincia.ms.it/“Compost di qualità”-Annuario 2006/2007, Consorzio Italiano Compostori, La Fenice Grafica- Borghetto Lodigiano (LO).
Molecola di vita n°3: riepilogo delle risposte positive
Servizio RMK 25-03-2008
Molte cose colpiscono il nostro sguardo, poche il nostro cuore: tu segui queste.
LALTRASCIACCA su La Basilica di San Calogero.
Servizio TRS del 25-03-2008
Una goccia nell'Oceano è poca cosa ma senza quella goccia l'oceano non sarebbe più lo stesso
Madre Teresa di Calcutta
San Calogero, pensaci tu 2
Noi de “L’altra Sciacca” siamo costretti a tornare ad occuparci della Basilica di San Calogero.
È passata più di una settimana dalla pubblicazione del nostro primo articolo a riguardo (clicca qui per visualizzarlo) e la situazione non è mutata, anzi, se è possibile, si è aggravata.
Se da un lato gli enti preposti al finanziamento dei lavori, alla salvaguardia, al restauro e al recupero di questo importante bene artistico (Terme, Sovrintendenza ai beni culturali di Agrigento, Assessorato regionale ai beni culturali, Comune) non si muovono e non modificano le loro posizioni, dall’altro la pericolante statua di Santa Maria Maddalena continua lentamente e quasi impercettibilmente a scollarsi dall’angolo del muro in cui è collocata causando una condizione di possibile pericolo.
Particolari della crepa esistente tra il muro e la statua
Se il problema continuerà ad essere ignorato e dimenticato, non si potrà più evitare il crollo di questo importante reperto architettonico.
La Basilica, a causa dell’umidità, versa in condizioni preoccupanti e avrebbe bisogno di un ampio raggio di lavori: recupero dei preziosi affreschi ormai semi-scomparsi, restauro dell’altare, dell’organo e degli altarini laterali da poco riportati alla luce nonché la ristrutturazione del convento annesso. È chiaro, però, che i primi e i più urgenti interventi dovrebbero essere indirizzati alla statua ed alla sua messa in sicurezza.
La tutela dei beni artistici non è solo un modo per salvaguardare ciò che è presente nel nostro territorio ma è anche, e soprattutto, un occasione per proteggere la nostra cultura e la nostra identità.