A te, Signore, amante della vita, Amico dell'uomo,innalzo la mia preghiera per l'amico che mi hai fatto incontrare sul cammino del mondo. Uno come me, ma non uguale a me. Fa' che la nostra sia l'amicizia di due esseri che si completano con i tuoi doni,che si scambiano le tue ricchezze, che si parlano con il linguaggio che tu hai posto nel cuore.
Aiutaci a guardare con quello sguardo,che comprende senza che l'altro chieda. Aiutaci ad avere un cuore grande,che sa partire prima che l'altro esprima.
Aiuta la nostra amicizia Affinché non divenga chiusura; dalle il respiro della vera libertà,la forza di resistere nelle difficoltà, il coraggio di andare oltreil desiderio dell'egoismo.
La volontà di cedere per amore,di amare...
(Don Tonino Bello)
giovedì 19 agosto 2010
Preghiera sull'Amicizia
domenica 27 dicembre 2009
"Non trattenerti mai"
Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe, i capelli diventano bianchi, i giorni si trasformano in anni...
Però ciò che è importante non cambiare; la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito è la colla di qualsiasi tela di ragno.
Dietro ogni linea d'arrivo c'è una linea di partenza.
Dietro ogni successo c'è un'altra delusione.
Fino a quando sei viva, sentiti viva. Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo.
Non vivere di foto ingiallite... insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.
Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c'è in te.
Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.
Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce.
Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Però non trattenerti mai!
venerdì 25 dicembre 2009
venerdì 30 ottobre 2009
Il diritto alla Vita. Il diritto alla Morte
Il diritto di morire? E’ concesso dallo Stato, se sei tunisino e detenuto.
Dunque fatemi capire, chi vuole morire di fame ha diritto di farlo, chi è ridotto ad un vegetale ed è clinicamente morto, invece, non può morire.
Nel primo caso lo si lascia morire di fame, nel secondo si applicano tutte le terapie utili ad alimentare il suo corpo artificialmente. Il cervello non c’è più, la coscienza di sé non c’è più. Invece che riposare sotto il marmo, riposa su un lettuccio accudito da uno stuolo di medici ed infermieri, fino a che i congiunti, per diciassette anni al suo capezzale, chiedono compassione e rispetto e vogliono staccare la spina. A quel punto si solleva una protesta che parte dai sagrati delle Chiese e finisce a Palazzo Chigi e nelle Camere.
La giustizia sentenzia, il Ministro decreta, i Cardinali lanciano anatemi, associazioni di buoni cattolici s’indignano e fanno dei medici e degli infermieri, oltre che dei genitori del poveretto, presunti assassini.
La vita è sacra perché ce l’ha data Dio e solo Dio può toglierla? Giusto, ma allora non è appesa ad una spina che alimenta artificialmente l’uomo o la donna clinicamente morta?
Accontentiamoci delle domande, ognuno si dia la risposta che vuoi, maturandone il significato nella propria coscienza.
Ma perché, allora, è possibile che un tunisino quarantenne ha avuto, di fatto, il lasciapassare per l’aldilà? Perché non è stato fatto niente affinché non attuasse la sua inquietante protesta? Giurava e spergiurava di essere innocente, di stare in carcere per errore, e pretendeva di essere ascoltato. Non mangiava, rifiutava qualsiasi cibo per farsi sentire.
Non è intervenuto nessuno. Non ci sono state proteste indignate, non ci sono stati decreti di Ministri, nessuno ha gridato agli assassini. Non c’è stata alcuna trasmissione televisiva dedicata all’episodio, non hanno litigati ministri, scienziati, uomini politici, avvocati e magistrati.
I buoni cattolici non sono scesi in piazza, i non credenti non si sono strappate le visti sull’altare della laicità di pensiero. Il tunisino quarantenne ha potuto attuare il suo proposito nel silenzio dell’opinione pubblica.
Perché?
Chi giace sul lettino di un ospedale, morto o vivo che sia, se è uno dei nostri, parla la nostra lingua, vive e si comporta come noi, è trattato come persona; se è un diverso – detenuto, tunisino, per giunta condannato ad una pena detentiva – non ha più diritto di essere considerato persona.
Non è così?
Lo sappiamo, le leggi sono uguali per tutti. Il tunisino aveva il diritto di morire di fame? La sua vita non valeva nulla?
Siamo sicuri che sia stato il rispetto per la sua scelta o le leggi ad impedire di intervenire, o non piuttosto la nostra indifferenza, il valore che abbiamo dato alla sua vita?
Un esame di coscienza dovremmo farlo tutti, stavolta. Credenti e non credenti, laici e cattolici osservanti.
(articolo non mio)
sabato 24 ottobre 2009
In Campania una "Montagna di Balle". Grido Contro. (da leggere fino in fondo)
Sono appena tornato dal Cinema Modernissimo, dove ho potuto gustare in prima visione il documentario “Una montagna di balle”, ed ho sentito una grande voglia di riprendere in mano la penna. E’ infatti passato un anno da quando scrissi quell’ultima pesante lettera: “E’ al colmo la feccia”. Purtroppo, la nostra situazione campana è andata peggiorando nel silenzio più totale dei cittadini, dei media e della Chiesa. Un anno pesante questo.
I potentati economico-finanziari (vera piovra che avvinghia tutto!) hanno trionfato schiacciando con la forza militare qualsiasi resistenza della cittadinanza attiva e responsabile in Campania. Lo Stato è al servizio del business. E i media nelle mani di chi controlla la finanza. E il popolo drogato a credere ciò che gli viene raccontato in TV. Un esempio su tutti:l’estate 2008 il Mago Merlino annuncia in TV agli italiani che il problema dei rifiuti a Napoli e’ risolto. E l’Italia gli crede! E’ possibile che il popolo italiano sia talmente ipnotizzato? Aveva ragione Karl Popper quando affermava che, con questa televisione, non ci può essere democrazia.
Per questo mi ha fatto bene ritrovare nel documentario “Una montagna di balle” il vero racconto della tragica storia dei rifiuti in Campania. Finalmente una parola vera nella Menzogna che impera. Ha fatto bene anche a me ritornare su questa tragica storia che ho vissuto e vivo sulla mia pelle: la visione di quel documentario è stata per me una catarsi.
Dagli anni’90 ,da quando l’Italia non ha più potuto seppellire i propri rifiuti tossici in Somalia, la Campania ne è diventata lo sversatoio nazionale . Gli industriali del centro-nord hanno stretto un accordo con la Camorra perché facesse il lavoro sporco di seppellire quei rifiuti tossici nel Triangolo della Morte (Acerra -Nola- Marigliano), nelle Terre dei fuochi (Giugliano, Qualiano…) e nelle campagne del Casertano. E’ questo che ha permesso all’industria del centro-nord di essere competitiva in chiave internazionale. Questi rifiuti tossici, sepolti nel nostro territorio, producono nano-particelle che bombardano le donne incinte e i neonati , da cui tumori , leucemie, malformazioni.
Mi sorgono spontanee a questo proposito, due domande, poste recentemente alla classe dirigente napoletana di Sinistra, dal noto scrittore napoletano Ermanno Rea : “ Politici campani, eravate informati che il territorio campano era il ricettacolo dei rifiuti tossici? Se lo sapevate, perché avete taciuto, rendendovi di fatto complici di chi, cinicamente, inquinava? Se invece non lo sapevate, perché non avete avuto il coraggio di dimettervi, dimostrandovi più attaccati alle vostre poltrone che al vostro amor proprio?
Ma “Una Montagna di Balle” punta poi l’obiettivo sul disastro dei rifiuti ordinari. Infatti su un territorio già martirizzato dai rifiuti tossici, si è sovrapposta, dal 1994, l’emergenza rifiuti solidi urbani gestita da dieci commissari straordinari, scelti dai vari governi nazionali che si sono succeduti: è stata la politica degli affari e del profitto. Infatti, i potentati economico-finanziari avevano deciso di incenerire i rifiuti, perché avevano capito che potevano ottenere più profitti che non con la raccolta differenziata. Ci guadagnano infatti, primo, costruendo gli inceneritori (questi mostri costano una barca di soldi), secondo, vendendo energia elettrica che ottengono bruciando i rifiuti e, terzo, beneficiando del Cip6 (la bolletta che ogni cittadino paga allo stato per le energie rinnovabili). Purtroppo i soldi per il Cip6 non vanno alle energie rinnovabili, ma all’energia prodotta dagli inceneritori (unico caso in Europa!). Si tratta di almeno 3 miliardi di euro all’anno. Ecco perché i poteri forti vogliono incenerire!. E’questa la politica affaristica che ha segnato profondamente i governi che si sono susseguiti dal 1994, di centro-destra come di centro-sinistra. E’ stata questa politica che ha portato al disastro campano.
I commissari straordinari non hanno mai voluto fare la raccolta differenziata, ed hanno utilizzato oltre 2 miliardi di euro per produrre 7-8 milioni di tonnellate di ecoballe (di eco non hanno proprio nulla) stoccate fuori dalla città di Giugliano: 14 km di lunghezza, 4 di larghezza, proprio nelle bellissime campagne dei Borboni (note come “Taverna del re”).
In questi 15 anni, i commissari dei rifiuti non sono stati capaci di far funzionare un solo sito di compostaggio, che avrebbe eliminato il 40% dei rifiuti (l’umido che diventa compost). Con la raccolta differenziata porta a porta avrebbero potuto dare lavoro a tanti giovani campani disoccupati! Hanno invece preferito arricchire quattro industriali già straricchi.
“Una Montagna di balle” dimostra con chiarezza come il disastro rifiuti in Campania del 2008 sia stato costruito ad arte per convincere tutti che l’unica soluzione era quella delle mega-discariche e degli inceneritori. E così avvenne. Il governo Berlusconi, con il decreto 90 impone alla Campania 12 mega-discariche e 4 inceneritori. Se questi inceneritori entreranno mai in funzione, noi campani dovremmo importare rifiuti per farli funzionare! E tutto questo ci è imposto con la forza dell’esercito( inceneritori e mega-discariche diventano “siti di sicurezza nazionale!”)
E considerare che l’ordine dei medici francese , seguito da quello inglese, ha bandito la costruzione di inceneritori, perché ha evidenziato che nelle aree ad essi adiacenti , un aumento di leucemie e linfomi in età pediatrica!Ritengo criminale imporre inceneritori ad una regione già martire per i rifiuti tossici.
Quella sera al ‘Modernissimo’,gustando “Una montagna di balle”, ho rivissuto emotivamente questi anni di lotte ed ho capito quante balle ci hanno raccontato! Montagne!
E mi è ritornata la voglia di riprendere la penna ricordando le parole di un profeta ebraico che ha accompagnato il suo popolo in esilio a Babilonia:
Una voce dice :”GRIDA!”
Ed io rispondo:”Che dovrò gridare?” (Isaia 40,6)
Sono felice di essere stato e di essere in Campania in questo tempo difficile a fianco ai miei fratelli e sorelle, tentando di resistere. Siamo stati schiacciati, ma nessuno ci può togliere la volontà di gridare, non solo per quello che è avvenuto, ma anche per quello che ora sta avvenendo.
Grido contro il piano criminale dei rifiuti imposto alla Campania dal governo Berlusconi che significa morte per tanti, in nome del profitto.
Grido contro la militarizzazione della Campania (siamo un territorio occupato): l’esercito presiede le mega-discariche e gli inceneritori. Impossibile, in questi siti, qualsiasi controllo o protesta popolare.
Grido contro la brutale repressione dei cittadini attivi di Chiaiano (estremo lembo nord del comune di Napoli) che, con mille stratagemmi hanno resistito per quasi un anno all’apertura di una discarica nelle cave del loro territorio (collocare una discarica a Chiaiano è come collocarne una a Villa Borghese a Roma). La forza bruta dello Stato ha schiacciato ogni resistenza civile ed ha aperto le cave ai rifiuti. Per fortuna lo “zoccolo duro” di Chiaiano continua a resistere.
Grido contro l’inceneritore di Acerra, inaugurato il 26 marzo scorso in pompa magna da Berlusconi, non ancora collaudato, malfunzionante, che costituisce un’altra grave minaccia alla salute nel Triangolo della morte. È incredibile che oltre alla A2A (Brescia-Milano), a cui è stata affidata la gestione dell’inceneritore, continui ad operare ancora la FIBE, sotto processo per “truffa aggravata ai danni dello Stato e frode in pubbliche forniture”. Quel giorno Berlusconi ha definito “eroi” i capi della FIBE, perché hanno saputo resistere nonostante gli “attacchi”della magistratura.
C’è ancora uno Stato di diritto in questo Paese?
Grido contro la decisione, presa quel 24 marzo da Berlusconi, di seppellire le ceneri tossiche di Acerra nella discarica di Terzigno (Parco Nazionale del Vesuvio!) quali “materiali di copertura”.
Queste ceneri dovrebbero, per legge, essere sepolte in cave speciali di salgemma in Germania.
Grido per il rogo del 12 maggio a Marcianise (fra Caserta e Napoli), dove la Camorra ha dato fuoco a 700.000 tonnellate di copertoni, che hanno continuato a bruciare per una settimana (quasi inutile l’intervento dei vigili del fuoco), producendo una nube tossica che ha avvolto per settimane l’intera regione ( la legge contro i delitti ambientali è ferma in Parlamento da oltre 10 anni).
Grido contro il disastro della discarica di Ferrandelle (Caserta), dove sono stati sversati oltre 1 milione di tonnellate di rifiuti tal quali . In quella discarica c’è un sito di compostaggio, costruito anni fa e mai utilizzato, pieno di balle di rifiuti tal quali.
Grido contro la decisione di costruire un nuovo inceneritore a Napoli est, nella zona di Ponticelli, nel cuore della città, che brucerà 400mila tonnellate di rifiuti all’anno. La gara d’appalto per costruire quell’inceneritore (che costerà 230 milioni di euro) è stata rimandata a settembre. In una zona già altamente inquinata, costruire un inceneritore è criminale.
Grido contro le stravittoria delle ecomafie, che diventano sempre più potenti e strafottenti in questa regione. Basta leggere il rapporto 2009 di Legambiente per rendersene conto.
Grido contro la decisione di bruciare le eco balle nei cementifici di Maddaloni(Caserta) e nelle centrali dell’ENEL.
Grido per questa regione martirizzata, simbolo del pianeta Terra, anch’esso minacciato di morte in nome del profitto. Basta leggere l’ultimo Rapporto dei 2500 scienziati dell’ IPCC (il comitato scientifico dell’ONU per i cambiamenti climatici) per rendersene conto e capire la gravità della situazione.
Questo mio grido si unisce al grido di tanti cittadini che dal basso stanno impegnandosi per far nascere il nuovo.
E il nuovo , può oggi nascere solo dal basso.
Dall’alto non c’è più nulla da aspettarsi. La speranza viene solo dal basso, dalla capacità dei gruppi, comitati di mettersi insieme, di fare rete sia a Napoli come in Campania. In questo periodo sono nati il Coordinamento regionale per la gestione pubblica dell’acqua e il Coordinamento regionale rifiuti che riunisce le comunità e i comitati su base regionale. Sta nascendo ora anche il Forum regionale antirazzista che riunisce i gruppi che lavorano a favore di immigrati e Rom. Sta lentamente nascendo anche la rete di comunità immigrate della città di Napoli per permettere ai rappresentanti delle comunità etniche presenti sul territorio di parlare. In questo spirito è nato quest’anno anche Segnali di Fumo che mette insieme pezzi di cittadinanza attiva in città per fare pressione sulle istituzioni locali. Senza dimenticare la Rete del Rione Sanità che da anni lavora per creare sinergia in questo non facile quartiere, e che quest’anno ha finalmente fatto partire , in stretta collaborazione con la Banca Etica , il Microcredito per stimolare nel Rione nuove iniziative economiche.(Tutto questo dovrebbe partire il prossimo autunno).Sono tutti segni di speranza perché non è facile a Napoli e in Campania lavorare insieme; c’è un nuovo spirito che dal basso sta soffiando in questa regione. Questo lavoro unitario ha portato ad una bellissima vittoria proprio in questo mese contro l’inceneritore a biomasse che era in progettazione a S. Salvatore Telesino( Benevento).
Insieme si può!
La speranza viene dai fratelli/sorelle di strada impegnati strenuamente sull’acqua, sui rifiuti, sull’ambiente. Sono nate delle splendide amicizie ,che ci sorreggono in questa difficile resistenza in Campania.
Fra i tanti e tante, vorrei ricordare Raffaele Del Giudice, presidente di Legambiente Campania che, mosso da una sacra passione per le sue terre,lotta contro lo strapotere delle ecomafie. E’ lui che ha scoperto il disastro di Ferrandelle .Finché ci sono persone così, c’è ancora speranza in questa regione. Una speranza che nasce dalle autentiche relazioni umane dentro i comitati, i gruppi, le reti dove le persone diventano ‘dono’ gli uni per gli altri:la straordinaria ricchezza di questo popolo.
L’ho sperimentato soprattutto nelle piccole comunità cristiane (sono sette) che, con padre Domenico (il suo arrivo alla Sanità è stato un grande dono per me !), stiamo coltivando qui, alla Sanità. E’ straordinario vedere la ricchezza delle relazioni umane, la capacità di lettura della realtà alla luce del Vangelo (è la lettura popolare della Bibbia) e l’impegno verso i più poveri (ogni mercoledì sera portano un pasto caldo a chi dorme per strada!).E’ proprio bello vedere che sono i poveri che aiutano i poveri! Quanta speranza ricevo da loro! E quanta speranza ho avuto dai volti dei ragazzi in difficoltà del Rione Sanità , durante il campo di lavoro(13-19 luglio), che abbiamo organizzato. E’ stato padre Domenico a sapere aggregare le forze del territorio e trasformare questo sogno in realtà!Quanta forza, gioia, umanità ho ricevuto dai volti di questi ragazzini, di una vitalità straordinaria, e dai loro genitori!E’ stata una boccata di speranza, di Vangelo!
Ho scelto come missionario di vivere in questa città e regione in questo preciso e drammatico momento storico , per annunciare la ‘buona novella’ di vita di Gesù di Nazareth e per denunciare la situazione di morte che incombe. Sono grato che il Papa nella sua recente enciclica sociale abbia voluto ricordare che il nesso stretto che c’è tra fede e vita concreta in campo economico, come politico e culturale . Ecco perché mi impegno come missionario e come prete ,su questi temi fondamentali per la vita. E nutro la profonda convinzione che siamo nelle mani di un Papà,per cui l’ultima parola non sarà della Menzogna, ma della Verità. Ne è un esempio la storia tragica dell’amianto.
Ci sono voluti vent’anni di duro impegno sociale per arrivare al grande processo di Torino, ora in corso, contro gli industriali dell’amianto. Non mi direte che gli industriali non sapevano , negli anni ’70-’80, che l’amianto produceva tumori ( il terribile mesotelioma!). Lo sapevano , ma ha vinto la logica del profitto…! E così abbiamo avuto migliaia e migliaia di vittime!
Sul monumento alle vittime dell’amianto a Monfalcone c’è scritto:
“Costruirono le stelle del mare,
li trafisse la polvere,
li uccise il profitto.”
Che non succeda altrettanto per i rifiuti!
Dio è stanco di morti in nome del profitto: Lui vuole che i suoi figli vivano in pienezza la loro vita, ora e per sempre .Basta con tanti morti in nome del profitto.
Che vinca la vita!
Alex Zanotelli
venerdì 23 ottobre 2009
"Difendiamo l'acqua, difendiamo la vita"
E' passata anche la Quarta Giornata del Creato( 1 settembre 2009).
La Conferenza Episcopale Italiana ha dedicato il suo messaggio per la Giornata del Creato al tema dell’aria, invitando a riflettere sui ’gas serra’ e sulla Conferenza di Copenaghen (7-8 dicembre 2009).
Per questo sento il dovere di rivolgermi alle Comunità Cristiane in Italia , perché ci aiutino a salvare l’acqua unendosi al vasto movimento popolare che si riconosce nel Forum italiano dei movimenti dell’acqua , per costringere il nostro governo e le forze politiche ad affermare che l’acqua è un bene comune,diritto fondamentale umano e, come tale, deve essere gestito da aziende pubbliche speciali.
Purtroppo il 6 agosto 2008, il Parlamento italiano, con la legge 133, ha votato il decreto Tremonti 112 , con quell’articolo 23 bis, che obbliga i Comuni a mettere all’asta la gestione delle loro reti idriche , entro il 31 dicembre 2010. Questo è avvenuto con l’appoggio delle opposizione, in particolare del PD e nel silenzio quasi totale della stampa nazionale.Il governo Berlusconi ha quindi deciso che in Italia l’acqua è una merce. E’ una decisione di una gravità estrema questa della privatizzazione dell’acqua che ci tocca direttamente come cristiani.
A questo , infatti, ci ha richiamati il Papa Benedetto XVI nella sua enciclica sociale Caritas in Veritate , affermando con forza che l’acqua è un diritto fondamentale umano. “Il diritto all’alimentazione così come all’acqua, rivestono un ruolo importante per il perseguimento di altri diritti, ad iniziare dal diritto primario alla vita- scrive il Papa. E’ necessario , pertanto, che maturi una coscienza solidale che consideri l’alimentazione e l’accesso all’acqua, come diritti universali di tutti gli esseri umani, senza distinzioni né discriminazioni”(N. 66).
Per questo , alla vigilia della IV Giornata del Creato, che si celebra in tutte le Chiese in Italia, il 1 settembre 2009, mi sembra opportuno lanciare un S.O.S. per l’acqua.
Il mio è un pressante invito a tutte le Comunità Cristiane e a tutte le parrocchie, perché si impegnino a far sì che:
1) il governo italiano riconosca l’acqua come diritto fondamentale umano e favorisca modelli di gestione senza scopi di lucro;
2) il parlamento italiano inizi a discutere la Legge di iniziativa popolare per una gestione pubblica e partecipata dell’acqua nonché della sua ripubblicizzazione(2007), che ha avuto oltre 400mila firme e ora ‘dorme’, purtroppo , nella Commissione Ambiente della Camera;
3) la Conferenza Episcopale Italiana , sulla scia dell’enciclica Caritas in Veritate, proclami l’acqua diritto fondamentale umano.
Difendendo l’acqua, difendiamo la vita.
Alex Zanotelli
giovedì 1 ottobre 2009
La Fede in Piazza
A Sciacca si torna finalmente a parlare della questione riguardante lo spostamento della statua di Padre Pio dal centro di piazza Gerardo Noceto, in pieno quartiere di San Michele.
Sinceramente non ne sentivamo la mancanza ma tant’è.
I residenti del quartiere non sembrano aver cambiato minimamente idea in merito: la statua al centro è ed al centro vogliono che rimanga, non ci sono margini di trattativa su questo punto.
Come si ricorderà questa vicenda era balzata agli onori della cronaca durante gli ultimi mesi dell’amministrazione Turturici quando ci si avviava alla campagna elettorale per le amministrative comunali di giugno. Addirittura c’era chi minacciava di non andare a votare se la statua fosse stata spostata. Il problema è nato allor quando si è pensato di riqualificare l’area con nuovi servizi ed abbellimenti. Progetto che a quanto pare va avanti e potrebbe venire finanziato presto.
L’Amministrazione comunale vuole abbellire il quartiere, dotandolo di nuovi servizi. Il progetto elaborato prevede, tra le altre cose, una nuova ripavimentazione della piazza, la realizzazione di un nuovo arredo urbano e la predisposizione di nuovi sottoservizi (rete elettrica, fognaria, telefonica ecc). E la statua? Ed il mercato rionale del sabato mattina? Avrebbe senso sistemare l’area per poi farci accampare sopra bancarelle di ogni genere e grado? Ed i parcheggi? I veicoli a motore non rovinerebbero quanto con tanta fatica si cerca di risistemare? Non sono idee bislacche ma accorgimenti da tenere in considerazione in quanto successivamente non si potrà dichiarare: “Mizzica, non ci avevamo pensato!” San Michele, il quartiere e non il Santo, è un rione che mantiene alto il livello di attenzione ed il cui slogan è: “Padre Pio non si tocca“. C’è chi si sta chiedendo il motivo di così tanta rabbia da parte dei fedeli, considerato che la statua del Santo di Pietrelcina non sarà tolta, bensì spostata in un altro punto di piazza Noceto. Maria Amico, che guida l’Opera al Servizio della Divina Misericordia, aveva dichiarato, in tal senso, che “Padre Pio è al centro della devozione non solo del quartiere, ma di tutta la città” mentre Maria Barsalona aveva affermato che “Padre Pio è stato messo al centro della piazza perché rappresenta Dio e non c’è niente di più importante“. Insomma, la posizione centrale della statua di Padre Pio ha un significato allegorico, che sarebbe sminuito se portata altrove.
La statua si trova in quella posizione dal 1988 e nulla sembra poterla fare spostare.
Intanto dall’amministrazione comunale, in merito alla questione, fanno sapere che “rispetteremo la volonta’ dei cittadini”. Il sindaco Vito, a proposito del progetto di riqualificazione di San Michele, dichiara quanto segue:“Rispetterò la volontà popolare e quanto concordato in una riunione pubblica svoltasi a San Michele alla presenza dei progettisti e degli abitanti. La statua di Padre Pio, ribadisco, non si sposta dal luogo in cui si trova. Il progetto di San Michele lo abbiamo approvato in Giunta così come lo abbiamo trovato perché la parcella ai progettisti era stata quasi pagata e perché c’era da partecipare subito a un bando pubblico in scadenza. Quello per la riqualificazione dei San Michele fa parte di un gruppo di cinque progetti il cui importo totale dei finanziamenti che abbiamo richiesto per la realizzazione delle opere ammonta a circa 10 milioni di euro. Se e quando il progetto di San Michele dovesse essere finanziato, chiederemo il mantenimento della statua di Padre Pio nel luogo dove si trova così come richiesto dai cittadini di San Michele e così come concordato nel corso di una riunione pubblica alla presenza, tra gli altri, dell’ingegnere Fabio Bivona che può confermare quanto detto e concordato”.
Insomma tutti felici e contenti? No, non è proprio così.
Sarà difficile che i residenti decidano di buon grado di accondiscendere a spostare la statua poiché la stessa è diventata nel tempo un punto di riferimento, religioso e non, e perchè erano stati gli stessi residenti a scegliere vent’anni addietro quella collocazione. Molti abitanti non fanno mistero del fatto che la questione non è tanto religiosa ma di attaccamento quasi scaramantico alla statua: vederla vicina evidentemente li fa sentire più protetti dal Santo di Pietralcina.
A questo punto appare superfluo stare a disquisire del fatto che la vera fede sta al centro del nostro cuore e non al centro di una piazza, che sarebbe più puro pregare nel segreto della propria stanza e non su di una panchina sotto una statua, di non creare idoli ma di aprire il Vangelo.
Non sappiamo ancora come andrà a finire questo progetto e quali saranno i risvolti sulla questione – statua ma una cosa è certa: si è disposti a lanciarsi in battaglie civili per poco mentre ci si volta le spalle e si rimane in silenzio su temi molto più importanti e fondamentali della vita pubblica quali per esempio la disoccupazione, l’illegalità o le famiglie indigenti che ci abitano accanto.
Non è questo che avrebbe voluto San Pio.
Calogero Parlapiano - tratto da "ControVoce"
mercoledì 19 agosto 2009
Sciacca, la festa della Madonna SS Soccorso
Ogni 2 febbraio e 15 agosto di ogni anno si tiene la solenne processione della Madonna del Soccorso. A Sciacca è un momento molto sentito da tutta la comunità che non manca di far sentire tutta la propria devozione.
Nei seguenti due video potrete vedere due delle fasi salienti di questa processione, ossia l’uscita e poi l’entrata del simulacro.
La processione dura all’incirca due ore, viene seguita da una gran mole di fedeli oltre che dalle autorità cittadine religiose e politiche.
Buona visione.
Entrambi i video sono stati realizzati da me.
L'Uscita
L'Entrata
martedì 7 luglio 2009
Abbiamo solo da vergognarci. Io non mi sento italiano
Napoli, 2 luglio 2009
Pacchetto sicurezza: abbiamo solo da vergognarci
Il Senato ha approvato ieri il cosiddetto Pacchetto Sicurezza del ministro degli interni Maroni. Mi vergogno di essere italiano e di essere cristiano. Non avrei mai pensato che un paese come l’Italia avrebbe potuto varare una legge così razzista e xenofoba.
Noi che siamo vissuti per secoli emigrando per cercare un tozzo di pane (sono 60 milioni gli italiani che vivono all’estero!), ora ripetiamo sugli immigrati lo stesso trattamento, anzi peggiorandolo, che noi italiani abbiamo subito un po’ ovunque nel mondo.
Questa legge è stata votata sull’onda lunga di un razzismo e una xenofobia crescente di cui la Lega è la migliore espressione. Il cuore della legge è che il clandestino è ora un criminale. Vorrei ricordare che criminali non sono gli immigrati clandestini ma quelle strutture economico-finanziarie che obbligano le persone a emigrare. Papa Giovanni 23° nella Pacem in Terris ci ricorda che emigrare è un diritto.
Fra le altre cose la legge prevede la tassa sul permesso di soggiorno (i nostri immigrati non sono già tartassati abbastanza?), le ronde, il permesso di soggiorno a punti, norme restrittive sui ricongiungimenti familiari e matrimoni misti, il carcere fino a 4 anni per gli irregolari che non rispettano l’ordine di espulsione ed infine la proibizione per una donna clandestina che partorisce in ospedale di riconoscere il proprio figlio o di iscriverlo all’anagrafe.
Questa è una legislazione da apartheid, che viene da lontano: passando per la legge Turco-Napolitano fino alla non costituzionale Bossi-Fini. Tutto questo è il risultato di un mondo politico di destra e di sinistra che ha messo alla gogna lavavetri, ambulanti, rom e mendicanti. Questa è una cultura razzista che ci sta portando nel baratro dell’esclusione e dell’emarginazione.
“Questo rischia di svuotare dall’interno le garanzie costituzionali erette 60 anni fa - così hanno scritto nel loro appello gli antropologi italiani - contro il ritorno di un fascismo che rivelò se stesso nelle leggi razziali”.
Vorrei far notare che la nostra Costituzione è stata scritta in buona parte da esuli politici, rientrati in patria dopo l’esilio a causa del fascismo. Per ben due volte la costituzione italiana parla di diritto d’asilo, che il parlamento non ha mai trasformato in legge.
E non solo mi vergogno di essere italiano, ma mi vergogno anche di essere cristiano: questa legge è la negazione di verità fondamentali della Buona Novella di Gesù di Nazareth. Chiedo alla Chiesa Italiana il coraggio di denunciare senza mezzi termini una legge che fa a pugni con i fondamenti della fede cristiana. Penso che come cristiani dobbiamo avere il coraggio della disobbedienza civile.
È l’invito che aveva fatto il cardinale R. Mahoney di Los Angeles (California), quando nel 2006 si dibatteva negli USA una legge analoga dove si affermava che il clandestino è un criminale. Nell’omelia del Mercoledì delle ceneri nella sua cattedrale, il cardinale di Los Angeles ha detto che, se quella legge fosse stata approvata, avrebbe chiesto ai suoi preti e a tutto il personale diocesano la disobbedienza civile. Penso che i vescovi italiani dovrebbero fare oggi altrettanto.
Davanti a questa legge mi vergogno anche come missionario: sono stato ospite dei popoli d’Africa per oltre 20 anni, popoli che oggi noi respingiamo, indifferenti alle loro situazioni d’ingiustizia e d’impoverimento.
Noi italiani tutti dovremmo ricordare quella Parola che Dio rivolse a Israele: “Non molesterai il forestiero né l’opprimerai, perché voi siete stati forestieri in terra d’Egitto” (Esodo 22,20).
giovedì 26 marzo 2009
Alla ricerca del Padre
O.R.O. "Padre Nostro": una preghiera moderna...
ascoltate e gustatevi questo bel video...
Quando sei venuto giù Questo mondo non capì ti coprirono di spine In un lontano venerdì Molti risero di te E di chi ti accompagnò Ma il potere di ogni Re La tua parola cancellò Tra l’amore e la pietà Questa certa verità È rimasta dentro l’anima con noi Ora guardaci se puoi E ricordati di noi Dove sei stanotte tu Se la gente adesso va In un mare non più blu Per elemosine in città Dove sei adesso tu Se nel buio di una via C’è chi vende e c’è chi compra Il niente che ti porta via Devi dirci dove sei Perché vivere vorrei Quanto male si è fermato adesso qui Dove sei finito? Mentre qui combattono Mentre tutti scappano Mentre qui calpestano La dignità degli uomini Tu dicci come vivere Dove sei stanotte che queste lunghe malattie han lasciato cicatrici grandi come quelle tue dove sei ritorna qui perché il debole non sia una vittima lasciata sola al freddo per la via devi dirci dove sei perché dirtelo vorrei che la vita non è facile per noi come siamo soli Mentre qui combattono Mentre tutti scappano Mentre qui calpestano La dignità degli uomini Tu dicci cosa scegliere Dove sei stanotte io ti cercherò (dove sei) dove sei se non ci sei io non ci sto dove sei adesso tu dove sei stanotte tu dove sei che questa luce adesso non ritorna più devi dirci dove sei perché vivere vorrei e la vita non è facile per noi siamo tutti soli mentre qui combattono mentre tutti scappano mentre qui calpestano la dignità degli uomini dove sei adesso tu dove sei stanotte tu dove sei che questa luce deve accendere e non spegnere mai più dove sei adesso tu (dove sei)
lunedì 2 febbraio 2009
Sciacca e la sua Patrona
Due video esplicativi della festa in onore della Madonna del Soccorso di Sciacca, festa dalle lontane origini e tradizioni. Buona visione a tutti!
giovedì 29 gennaio 2009
La devozione alla Madonna del Soccorso di Sciacca
La festa della Madonna del Soccorso è un appuntamento fondamentale per ogni saccense anche per tutti coloro che sono emigrati all’estero.
La festa si svolge il 2 febbraio ed il 15 agosto di ogni anno, la prima volta per ricordare il miracolo che Le viene attribuito allor quando liberò la città di cui è Patrona, alla pari di San Calogero, dalla peste; la seconda volta invece, oltre che per rinnovarne la fede e le promesse, per dare la possibilità ai tanti turisti e saccensi che tornano in città solamente per l’estate di godere di un evento intenso ed emozionante.
La statua è alta 1 metro e 65 centimetri e pesa 7 tonnellate, peso che aumenta al momento della processione se si considera anche la mole dell’imponente vara. Il tutto viene portato in spalla ed a piedi nudi da più di 100 marinai facenti parte della marineria saccense, ciò per la tradizione che vuole la Madonna essere giunta a Sciacca via mare.
La statua giunse nel 1504 e venne collocata nella chiesa di San Barnaba, nel 1753 passò nella chiesa di Sant’Agostino ed infine, per volere della popolazione locale, venne collocata nella chiesa Madre dove attualmente si trova.
Nel 1996 un’altra statua della Madonna del Soccorso venne collocata sul molo di levante del porto di Sciacca per volere dell’allora arciprete della chiesa Madre, il compianto Don Andrea Falanga, per legare ancora più saldamente il nome della Madonna alla città di Sciacca ed alla marineria in particolare.
L’uno febbraio di ogni anno invece tutti i saccensi mantengono il Voto nella processione così detta per ricordare il miracolo della Madonna e rinnovare le promesse e la fede nella Patrona della città.
Qui di seguito vi proponiamo un paio di video esplicativi della processione: l’uscita dalla chiesa Madre, alcuni tratti del percorso votivo, la “Fumata” ossia il fumo denso e profumato attraverso il quale la peste fu debellata dalla città e l’entrata del simulacro nuovamente nella chiesa Madre.
Il primo è dell’utente alesciacca, il secondo dell’utente jack80, il terzo dell’utente aursicily.
lunedì 19 gennaio 2009
Fede vs Ragione: Le Ragioni su dei Bus
Si estende in Spagna la guerra degli spot sui bus fra atei e credenti: un mezzo della linea 201 di Madrid con sul fianco sinistro un cartello con la scritta "Dio esiste, godi della vita in Cristo" circola nel centro della capitale spagnola. E' la risposta del pastore evangelico Francisco Rubiales alla mossa della Union de Ateos e Librepensadores (Ual), che da lunedi scorso finanzia uno spot di senso opposto, "Probabilmente Dio non esiste, rilassati e goditi la vita" su due autobus di Barcellona. Iniziative analoghe sono già state prese a Londra e da poco a Genova. Rubiales ha finanziato la risposta dei credenti con le offerte domenicali raccolte nella sua piccola chiesa evangelica della periferia di Madrid. Il bus 'credente' è il secondo apparso nelle strade della capitale. Il primo, lanciato il 25 dicembre, dopo che il pastore aveva avuto sentore dell'intenzione del campo ateo di investire Barcellona, circola però solo all'estrema periferia sud di Madrid, tra Fuelabtra, Leganes e Aluche. Il nuovo bus passa invece in centro, fra l'altro vicino a Las Ventas, la famosa 'plaza de toros' di Madrid. La contromossa del club ateo non si è fatta attendere. L'Associazione madrilena degli Atei e Liberi Pensatori (Amal) ha ottenuto ieri il via libera del Comitato di autoregolamentazione della pubblicità al varo della campagna "Dio probabilmente non esiste" dalla fine del mese fino a marzo su due bus delle centralissime linee 3 e 5 di Madrid, fra la Puerta de Toledo e Plaza de San Amaro il primo, fra Puerta del Sol e Chamartin il secondo. In altre parole i cartelli dell"orgoglio ateò passeranno più volte ogni giorno davanti a luoghi simbolo del cattolicesimo spagnolo, la Cattedrale dell'Almudena, l'Arcivescovado, ma anche il palazzo del governo di Madrid, in mano al Partido Popular, di ispirazione cattolica. Ma la disfida fra i due campi sembra dover allargarsi a macchia d'olio. Un'altra associazione cattolica raccoglie fondi per lanciare un terzo bus 'credente' a Madrid dalla fine del mese, l'Ual (che ha raccolto già oltre 16 mila euro per la campagna, e ne spenderà solo quattromila a Madrid) pensa di esportare il messaggio in altre città spagnole. La 'guerra degli spot' sull'esistenza o meno di Dio ha già fatto colare torrenti di inchiostro nei giornali spagnoli, ma senza provocare contrapposizioni troppo accese. Una inviata di El Pais ha effettuato all'alba il primo viaggio nel centro di Madrid con il bus 'credente', raccogliendo le opinioni dei viaggiatori. Risultato: sei favorevoli allo spot 'credente', tre contrari e due "non lo so". Non tutti però apprezzano il metodo: "mi vergogno che in questo paese ci si presti a queste stupidaggini" è sbottato Ignacio Fraguas, 51 anni, che si è detto seccato dai cartelli degli uni e degli altri: "non mi va che mi si dica su un autobus cosa devo pensare: con tutti i problemi del mondo, ora reinventiamo le crociate, le guerre sante?".
Esplicare da un bus quale fede religiosa o atea è bene seguire a mio parere non è giusto e non è motivo di polemica. In Spagna così come in Italia, si vive in paesi non laici ma laicizzati, dove ogni singola componente teme ingerenze da parte dell'altra. Una volta si sentiva il motto "Libera Chiesa in Libero Stato", adesso si tende ad estremizzare tutto, a fare del manicheismo su ogni aspetto della vita pubblica e personale di qualsiasi individuo. Se Dio c'è o non c'è non sta a me dirlo, ognuno ha il proprio modo di sentire il mondo ma il fatto che tutto debba essere risolto attraverso un veicolo a motore mi, ci, fa capire quanto poco importanza in realtà si attribuisca alla questione, veicolandola dalle "pagine", si fa per dire, di un veicolo a motore. Per chi crede così come per chi non crede ci sono oramai vaste platee dove poter dare adito ai diversi concetti filosofici, morali e personali e per tutti esiste un luogo dal quale sfogare il proprio credo ed accessibile solamente a coloro a cui vogliamo dare accesso: il nostro cuore!
martedì 6 gennaio 2009
Tra Sacro e Profano: Re Magi vs Befana

sabato 29 novembre 2008
Molecole di Vita n°39 - Riflessioni sparse...
Uno scrittore non dimentica mai la prima volta che accetta qualche moneta o un elogio in cambio di una storia. Non dimentica mai la prima volta che avverte nel sangue il dolce veleno della vanità e crede che, se riuscirà a nascondere a tutti la sua mancanza di talento, il sogno della letteratura potrà dargli un tetto sulla testa, un piatto caldo alla fine della giornata e soprattutto quanto più desidera: il suo nome stampato su un miserabile pezzo di carta che vivrà sicuramente più a lungo di lui. Uno scrittore condannato a ricordare quell’istante, perché quel punto è già perduto e la sua anima ha un prezzo. (Carlos Ruiz Zafon - da "Il gioco dell'Angelo")
Certe notti come questa è come se avessi un grosso zaino sulle spalle, quel grosso zaino in cui ogni giorno metto qualcosa, chissà perché! E la notte che tiro fuori tutti i miei pensieri, li ritaglio cercando di incollare un grosso aquilone leggero, leggero, per farlo volare alto e con lui i miei desideri. E anche stanotte ero qui a guardare la luce delle stelle che fa brillare i miei sogni più di tutti gli altri, sto bene, questa notte entra un’aria fresca dalla finestra e mi da una sensazione meravigliosa. Devo scegliere il vento per il mio aquilone, per farlo volare, ma non c’è fretta perché è una notte fantastica questa, da vivere. Qualche volta salgo su uno dei miei sogni, metto in moto e volo in una notte come questa, nel mare delle stelle, tra il miele lunare come se fosse lì solo per me. Mi manca il respiro, e allora do più gas, chiudo gli occhi e vado a planare dolcemente sulla radura. Sai non me ne accorgo ed è l’alba. Raccolgo le mie cose, i miei pensieri, le mie emozioni stropicciate dal vento e rimetto tutto nello zaino.
Poi vado a letto... ma si chissà, magari alla fine tornerà la notte e con lei le stelle.
(Riflessione di una notte - Calogero Parlapiano)
Ho sognato che camminavo in riva al mare con il Signore e rivedevo sullo schermo del cielo tutti i giorni della mia vita passata. E per ogni giorno trascorso apparivano sulla sabbia due orme: le mie e quelle del Signore. Ma in alcuni tratti ho visto una sola orma, proprio nei giorni più difficili della mia vita. Allora ho detto: "Signore io ho scelto di vivere con te e tu mi avevi promesso che saresti stato sempre con me. Perchè mi hai lasciato solo proprio nei momenti più difficili?" E lui mi ha risposto: "Figlio, tu lo sai che io ti amo e non ti ho abbandonato mai: i giorni nei quali c’è soltanto un’orma sulla sabbia sono proprio quelli in cui ti ho portato in braccio" (Storia fantastica per me)
Si dovrebbe scegliere con il cuore non con la ragione, non a convenienza . Non si dovrebbe parlare di amore, se amore non si prova. Non si dovrebbero dire parole a caso, tanto per usare parole mai usate. Bisogna essere coerenti con se stessi, se amo amo, se odio odio. Se una persona ama, lo deve fare anche senza la persona amata, anche senza il consenso delle persone che la circondano. Non bisogna nascondere cosa si prova, in nessun caso. E’ facile amare quando una persona ce l’hai, è facile dire ti amo quando stai con lei; è difficile amare e continuarlo a fare quando sai che l’altra persona non ricambia e quando diceva di ricambiare... in realtà mentiva. (dal blog di Stefi)
Aristofane intendeva giustificare quello che appare una caratteristica essenziale di ogni esperienza amorosa: desiderio di riccongiungersi all’altro in esso si racconta che un tempo la natura umana comprendeva tre sessi:il maschile,il femminile e l’androgino.... quest’ultimo era partecipe sia della natura del maschio che della femmina. La forma di questo essere androgeni era una totalità piena e rotonda, dotata di quattro gambe e braccia, di due sessi,di due volti su un’ unica testa.per quanto mostruosi, essi erano completi, forti e vigorosi, tanto da tentare la scalata al cielo e suscitare la preoccupazione di Zeus che, per indebolirli, pensò bene di tagliarli esattamente in due metà. Secondo il mito, dunque, gli uomini di oggi derivano da questo essere straordinario e sono costituiti dalle metà di ciò che essi erano in origine: per questo provano una forte nostalgia dell’unità perduta e della completezza di cui potevano godere un tempo. Il desiderio imperioso dell’altro, dell’anima gemella, che connota ogni esperienza amorosa, deriva proprio da questa “perdita” originaria, chee per tutta la vita rappresenta uno stimolo alla ricerca di qualcuno o qualcosa che possa colmare il vuoto. Il mito, che racchiude una sapienza antica e profonda, ci spiega il perchè di tale desiderio,sostenendo che esso dipende dal fatto che l’uomo aspira a ricomporre un’antica unità perduta.
L’amore è il sintomo di una debolezza e di una punizione. Un tempo gli umani erano completi, nella loro robusta rotondità di esseri androgeni ed erano una minaccia per gli Dei:la loro perfezione era vissuta, infatti, come superbia. Un giorno essi tentarono di ribellarsi alla divinità, la quale per cui pensò di punirli per bene e indebolirli.... dividendoli in due....
L’amore è dunque quel sentimento “ontologico” (che tocca le fibre più profonde dell’essere) di ricomposizione dell’unità perduta. In questo senso esso è sentito come un grande rimedio alla povertà e alla debolezza umana. Quando si ama e ci si ricongiunge al proprio amato, ecco l’essenza del mito, si è felici, perchè si è di nuovo perfetti e completi. (Filosofia e Miti)
La saggezza non è sapere. Colui che è colto non può vederla, è cieco. Solo colui che è innocente può vedere la saggezza, solo un bambino, solo colui che non sa niente e le cui azioni nascono da uno stato di non sapere; solo costui può conoscere la saggezza. La saggezza non ha niente a che fare con il sapere, nulla di nulla: ha a che fare con l’innocenza. Per crescere la saggezza ha bisogno di una certa purezza di cuore, di un certo vuoto dell’essere. "Solo coloro che sono simili ai bambini potranno entrare nel regno di Dio, mio Padre." Certo, Gesù aveva ragione. Il sapere proviene dall’esterno, la saggezza affiora interiormente. Il sapere è fatto di nozioni prese in prestito, la saggezza è originale. Quando sarai in grado di vedere, senza che la polvere del sapere offuschi lo specchio della tua anima, quando la tua anima sarà priva della polvere del sapere e sarà solo uno specchio, rifletterà ciò che è. Questo e la saggezza. Il riflesso di ciò che è, è saggezza. Il sapere gratifica l’ego, la saggezza accade solo quando l’ego è scomparso, quando è dimenticato. Il sapere può essere insegnato, le università esistono per insegnarlo. La saggezza non può essere insegnata, è simile a un contagio: devi stare vicino a un saggio, solo così comincerà a muoversi qualcosa in te. Il movimento dell’interiorità del discepolo non è causato dal Maestro, non segue la legge di causa ed effetto. E’ ciò che Jung chiama "sincronicità". Il maestro è talmente colmo di silenzio, talmente traboccante di innocenza, che la sua presenza scatena in te un processo, si limita a stimolare dentro di te un processo. Il Maestro non ti trasmette nulla: è il tuo essere interiore che comincia a ricordare: "Ho anch’io lo stesso tesoro che ha il Maestro. L’avevo semplicemente dimenticato. Mi ero rivolto tutto all’esterno, tenendo l’interiorità al secondo posto. Quel tesoro non l’avevo perso, l’avevo solo dimenticato, ero caduto in un sonno profondo". Chi è addormentato, al massimo può sognare di essere sveglio. Ma anche questo è un sogno. Quel sogno è il sapere: è la persona addormentata che crede di conoscere... ecco cos’è la cultura. Ma colui che si è realmente risvegliato, è saggio. Il sapere è un sostituto della saggezza, falso come un fiore di plastica. La saggezza è vera conoscenza, è conoscenza e non sapere, perchè non ha un limite. Continua a crescere, continua a fluire. L’uomo saggio continua a imparare, il suo apprendimento non si fermerà mai. Non essere colto, sii saggio. (Osho - Sulla coscienza e la saggezza)
3 Doors Down - Here without you
mercoledì 26 novembre 2008
Un breve Viaggio per l'anima e la mente: tra cultura e filosofia
Roberto Benigni sullo Spirito Santo.... dalla "Divina Commedia"
Nel suo profondo vidi che s'interna,
legato con amore in un volume,
ciò che per l'universo si squaderna:
sustanze e accidenti e lor costume
quasi conflati insieme, per tal modo
che ciò ch'i' dico è un semplice lume
...
Quella circulazion che sì concetta
pareva in te come lume reflesso,
da li occhi miei alquanto circunspetta,
dentro da sé, del suo colore stesso,
mi parve pinta de la nostra effige:
per che 'l mio viso in lei tutto era messo. (Dante Alighieri)
Roberto Benigni spiega queste terzine... Dante descrive Dio...
Lettera Pastorale del Vescovo di Assisi Domenico Sorrentino - Sulla figura di San Francesco
Si tratta di un frammento memorabile della partecipazione di Roberto Benigni alla trasmissione di Adriano Celentano Rockpolitik; Benigni ricorda la figura di Socrate e il valore del suo insegnamento.
Breve carrellata, a metà tra mera cultura e la religione, e la fede... Benigni, attraverso la "Divina Commedia", esemplifica chiaramente il valore dello Spirito Santo e di Dio.. molto meglio, oserei dire, di tanti sacerdoti.. far capire in maniera chiara e con trasporto emotivo concetti di difficile comprensione filosofica e logica... se di ragione si può parlare dinanzi a certi fenomeni... comprendere la'more per la vita terrena attraverso le terzine di Dante, cogliere il senso della crescita civile e spirituale attraverso le parole e la storia di un grande filosofo come Socrate, uno dei padri del pensiero greco,.. il valore storico, morale e spirituale del "più Santo degli italiani, il più Italiano tra i Santi" ossia San Francesco tramite le pagine di Monsignor Sorrentino che senza giri di parole ma con una semplicità "assurda" ci fa cogliere gli aspetti fondamentali e moderni dell'esempio lasciato a tutti noi da San Francesco.... cuore, ragione, vita, spiritualità... come cogliere tanti aspetti così diversi eppure tanto correlati attraverso le immagini e le parole di un grande artista come Benigni e di eccezionali geni della retorica come Dante e Socrate... guardate i video... istanti di profonda cultura e filosofia.... un breve viaggio per l'anima e la mente.
domenica 14 settembre 2008
Solo chi ama è vivo
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».
Guardate a me (Don Marco Pedron)
Questo brano si trova nel vangelo di Gv. Spiega il grande mistero di Dio: Dio è venuto nel mondo per amarci, per accoglierci, per starci vicino, per farci vedere come potremmo vivere, con quale estensione del nostro cuore, con quale dilatazione della nostra anima, con quale vibrazione e intensità per la nostra vita.Questa è una parte di un lungo discorso che Gesù fa con uomo di nome Nicodemo. Nicodemo era un fariseo, faceva parte dell’aristocrazia sacerdotale, ed era un maestro. E’, cioè, un profondo conoscitore della Bibbia e della religione. Ma gli manca qualcosa. E per questo va da Gesù. Nicodemo avverte una nostalgia, percepisce che c’è qualcosa di più grande, di oltre. E’ un uomo che non si accontenta, che vuole capire, che vuole vivere di più. E Gesù gli fa una proposta immensa. Gli dice: “Devi rinascere”. Sostanzialmente gli dice: “Quello che tu chiami vita, io la chiamo morte, non-vivere. Lascia questo tuo modo di vivere, di pensare e ti mostrerò per davvero la vita”. Vi chiedo: non vi entusiasma? Non vi emoziona? Se avete un cuore sono sicuro di “si”. Se siete vivi, sono sicuro che vi stuzzica, che vi richiama, che vi attira. Se non vi richiama, allora siete già morti.Gesù era un uomo che faceva proposte che rompevano tutti gli schemi, le convenzioni e le abitudini. Gesù apriva orizzonti nuovi e impensati. Gesù era davvero affascinante, attraente, perché ti presentava un modo di vivere estremo, meraviglioso, da “mozzarti il fiato”, intenso. Gesù è per anime grandi. Gesù non si concilia con chi ama il quieto vivere, il tran-tran quotidiano, il piccolo cabotaggio: guardate la vita dei santi o degli apostoli. Chi vuol vivere sulla difensiva, senza rischiare troppo, è meglio che lasci stare. Perché Gesù ti coinvolge, ti sconvolge. E’ come l’amore: ti prende tutto, ti possiede, ti afferra. Gesù è il fuoco: o si brucia o non lo conosci. Gesù è come l’acqua: o ti immergi o non la conosci. Gesù è come la vita: o la vivi o sei sul bordo della strada. A Nicodemo dirà: “Se tu vuoi capire chi sono io, lascia stare la tua Legge, le tue regole, le tue norme, la tua morale. Devi rinascere. Devi far morire un mondo di illusione, di falsità, di apparenza, di vuoto, di buone maniere, di Paesi dei Balocchi e riaprire gli occhi sulla realtà”. E cita un esempio (Num 21, 1-9).Durante l’esodo il popolo ebreo si era ribellato a Mosé e a Dio, e venne punito da Dio con la piaga dei serpenti velenosi. Accortosi del loro peccato, Mosé chiese perdono. Dio, accettando il loro ravvedimento, disse a Mosé: “Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque dopo esser stato morso lo guarderà, resterà in vita”. E così avvenne. Allora: il serpente segno di pericolo, di morte, di disperazione, di rovina, diventa segno di vita. Così la croce, segno di paura, di morte, di terrore, di fallimento, di sofferenza, diventa segno di vita. Questo è un grande invito: “Tu non aver paura di guardare il serpente, la croce e tutto ciò che ti fa paura”.Gesù si è fidato di Dio, è andato fino in fondo e può testimoniare che Dio non lo ha abbandonato. Gesù ha guardato in faccia tutte le sue paure: la morte, il fallimento, la fine, la croce, aver sbagliato tutto. E bisognava che affrontasse tutto questo, bisognava che andasse fino in fondo nella sua vita, costi quel che costi, anche salendo sulla croce per vivere Lui e per dimostrare a tutti noi che Dio non abbandona; che di Dio ti puoi fidare; che di Dio non c’è motivo di aver paura; che l’amore di Dio è più forte di tutte le morti. Guarda in faccia tutto ciò che temi!La paura più grande è la paura di morire. “Guardala in faccia. Non sottrarti”. Guardare in faccia la tragedia della nostra vita è la nostra salvezza o la nostra disperazione. La grande verità è che tu morirai. Guarda i tuoi figli, tua moglie o chi ami. E adesso dì a te stesso: “Io li abbandonerò. Loro mi lasceranno”. Vivere con questo terrore ci fa aggrappare a loro: “No, non voglio!”. Vivere così ci spinge a possederli: “Non te ne andare, ho paura di perderti!”. Vivere così ci fa impauriti e scettici: “A che serve fare e lasciarsi coinvolgere, se poi tutto finisce?”. Vivere così ci fa alienati: “Meglio non pensarci troppo, altrimenti si impazzisce!”. Vivere così ci fa insensibili: “Ho davvero paura di vivere tutto questo, meglio anestetizzarsi!”. Vivere così ci fa vivere vuoti “Godiamo la vita, accumuliamo, prendiamoci quel che si può!”. La realtà verità è, però, che io morirò, che tu morirai e che noi ci lasceremo. Possiamo scappare a questa verità. Vivere come se niente fosse. Evitarla, non pensarci. Allora la paura della morte ci impedisce di vivere. Tutto questo ci fa male; è tremendo, doloroso, lacerante, angosciante.Ma nel fondo del buio c’è la luce. Nel fondo dell’angoscia c’è la vita. Nel fondo della morte c’è la resurrezione. Nel fondo della paura c’è la fiducia. E se tu ti puoi fidare di andare fino in fondo e di vedere la tragedia della vita e della tua stessa vita, ebbene, proprio lì, troverai il senso e la bellezza della vita stessa. E, trovato questo, tu non sarai mai più come prima. Non sarai mai più lo stesso.Questo, per Gv, vuol dire credere. Credere è quando io ho trovato nel bel mezzo del buio la Luce; nel bel mezzo della morte la Vita; nel bel mezzo della disperazione la Forza. E’ quando io non mi sono sottratto alla vita e alle sue questioni, ma ci sono passato dentro, in mezzo, le ho affrontate, mi sono fidato di Dio. E questa discesa mi ha cambiato, mi ha fatto rinascere, mi ha fatto nuovo, mi ha cambiato vita. Perché guardare ciò che temiamo fa nascere una nuova visione della realtà.Se noi potessimo smettere di voler tutto “razionalizzare”, di cercare risposte convincenti, di trovare un filo conduttore per ogni cosa, di pensare e ripensare, di discutere, di concettualizzare tutto, di stabilire sempre cosa è bene e cosa è male, e potessimo, invece, dar spazio al nostro bisogno d’amore, alla ricchezza d’emozioni che vivono nel nostro cuore, senza reprimere, senza eliminare, senza paura di affrontare la dipendenza, la rabbia, ma guardandole in faccia; e se potessimo usare con loro tenerezza, comprensione e misericordia, allora potremmo iniziare a sentirci degni di vivere.Se noi potessimo smettere di raccontarci bugie dicendoci “che i soldi fanno felici” (lo sappiamo che non è così, ma li rincorriamo!), che “senza i soldi non si fa niente”; se potessimo smettere di invidiare gli altri e di cercare di raggiungere traguardi, mete e obiettivi spendendo tutte le nostre forze solo su quello, per dimostrare poi chissà cosa e chissà a chi, e potessimo, invece, guardarci negli occhi e dirci che invidiamo gli altri perché in realtà svalorizziamo noi stessi, perché non ci piacciamo, perché riteniamo di essere niente, insignificanti, allora potremmo iniziare a prenderci sul serio e a percepire che siamo figli di Dio. Come possiamo essere qui per caso se Lui ci ha creati? Allora potremmo iniziare a percepire che ai suoi occhi noi siamo grandi e potremmo iniziare a vederci così anche noi.Se noi potessimo smettere di inseguire ideali di vita distruttivi: la barca, il buon nome, la laurea, lo stage per manager, la carriera, il successo, l’immagine fisica e sentirci “nessuno” perché non possiamo vivere così; se potessimo smettere di volere il figlio intelligentissimo, atletico, informatizzato, ma che sa anche due lingue, che suona, che è brillante, e potessimo, invece, guardarci negli occhi e guardare la nostra anima senza dir niente; o potessimo prenderci la mano l’uno dell’altro e dirci le nostre paure, i nostri bisogni, i nostri desideri e tutto il nostro amore; o potessimo guardare i volti delle persone e vederne la misteriosa bellezza che si cela dietro; o guardare il cielo e sentirlo “dentro” di noi; o vedere gli uccelli e sentirci liberi come loro nella nostra anima; o vedere il sole e viverlo nel nostro cuore; o potessimo anche solo far silenzio e sentire che c’è qualcosa che ci accomuna e che ci rende fratelli, allora noi potremmo sentire, vivere e percepire il meraviglioso, inebriante e stupendo fremito che si chiama vita.E non avremmo più bisogno di riempirci di tutte le formule religiose, di dire che noi siamo battezzati e che crediamo; e non avremmo più bisogno di convincerci che Dio esiste, sperando che ci sia, dubitando e facendoci mille problemi, ma sarebbe chiaro tutto e tutto avrebbe senso. E noi stessi ci sentiremmo parte di questo significato e parte di questa danza dal nome Vita. Chi vive così crede.Allora tutte queste frasi, così oscure, diventano chiare per chi vive così: “E’ chiaro, certo, bisognava che Gesù vivesse e facesse ciò che ha fatto per mostrarci chi è Dio e che possiamo vivere così. Questa è la vita vera, la vita eterna, quella che non ti abbandona. Gesù doveva essere mostrato a tutti, essere in vista, innalzato sulla croce perché tutti potessimo vedere chi è Dio. Dio ci ama da morire (Gesù!). Dio non ci giudica, Dio vorrebbe che vivessimo davvero, non che vegetassimo tirando avanti. Ha fatto tutto ciò che gli era possibile per dirci: ??Guarda Gesù, e guarda come anche tu potresti vivere, con quale fiducia e con quale intensità??. Ma spesso noi non gli crediamo e diciamo: ??No, sono solo belle parole, non sono per noi, non sono per me??. E così ci condanniamo da soli, non crediamo a Gesù, alla Luce che è venuta in questo mondo e preferiamo credere a tutt’altro, ma non a Lui; preferiamo le tenebre, il buio; preferiamo falsi maestri e false ideologie. E seguendo questo mondo non facciamo nient’altro che affondare sempre di più. Ma se gli credessimo, se potessimo guardare a Lui, se potessimo, dopo aver provato tutto, fidarci di Lui e abbandonarci tra le sue mani, allora potremmo sentire la verità delle sue parole: ?? Dio ha mandato nel mondo suo Figlio Gesù, perché tu abbia la vita vera??. E se tu gli credi sarai salvo”.
Chi non ama non ha esistenza, non c’è, è morto. Chi ha voglia d’amare risorge dai morti; solo chi ama è vivo.
E miracolosamente non/Ho smesso di sognare/E miracolosamente Non/riesco a non sperare/E se c'è un segreto/E' fare tutto come/Se vedessi solo il sole/Un segreto è fare tutto/Come se/Fare tutto Come se/Vedessi solo il sole/Vedessi solo il sole/Vedessi solo il sole/E non Qualcosa che non c'è ("Qualcosa che non c'è"/Elisa)
domenica 24 agosto 2008
"Fate battere i vostri cuori all'unisono con le mie parole"
venerdì 15 agosto 2008
La Festa della Madonna del Soccorso - Ferragosto a Sciacca
Ogni anno gli abitani di Sciacca, paese in provincia di Agrigento, festeggiano la loro patrona, la Madonna del Soccorso. L'immagine mariana della Madonna del Soccorso è conservata all'interno del Duomo di Sciacca ed è ritenuta miracolosa in quanto nel 1625, secondo la tradizione, ha posto fine alla peste che aveva colpito gli abitanti del paese. Il giorno precedente alla ricorrenza, che si festeggia il 2 febbraio, i devoti digiunano e si incamminano in una processione a piedi scalzi per le vie del paese, in segno di penitenza. Il giorno della festa si forma un altro corteo che si avvia fino al luogo del miracolo e qui si brucia dell'incenso. Il simulacro della Santa viene rivolto verso il mare per scongiurare il pericolo di inondazioni, maremoti e sventure di altro tipo e per ringraziare il luogo dove fu trovata la statua in circostanze miracolose. La staTua, realizzata dagli scultori carraresi Mancino e Birittario e risalente al 1503, viene infine ricondotta nel Duomo dove è ospitata permanentemente. Analoghi festeggiamenti in onore della Santa si svolgono anche in estate, esattamente il 15 agosto e ciò dimostra quanto questa tradizione sia sentita dalla cittadinanza. (da Belpaese.it)
La popolazione, per ricordare quell'evento miracoloso, il 1 febbraio di ogni anno rinnova il "voto" fatto con una processione per le vie della città. Il simulacro della Madonna viene portato sulle spalle da oltre cento pescatori che camminano a piedi nudi.
La statua, venerata nella Chiesa Madre di Santa Maria Maddalena, fu scolpita nel 1503 da Bartolomeo Berettaro per la Confraternita di S. Barnaba. Si pensa che Giacomo Gagini ne abbia scolpita un'altra nel 1538 nella Chiesa di San Francesco.
La statua si mostra quasi simile a quella di Castellammare del Golfo. Presenta, però, il braccio destro abbassato e le fanciulle che cercano protezione sotto il mantello della Madonna sono due. (da Siciliaonline.it)
Alle 22 Concerto in Piazza Scandaliato di Francesco De Gregori
BUON FERRAGOSTO A TUTTI VOI
venerdì 8 agosto 2008
10° Torneo di Calcetto Interparrocchiale - Sciacca
Evitate di invecchiare presto. "Vecchio è colui che non ha nessuno nel cuore e non si sente nel cuore di nessuno". Siate figli del fuoco e del vento. Non spegnete lo Spirito che è in voi. Dategli il posto che gli tocca. Siate protagonisti audaci del vostro futuro, siate fenomeni, fuori dal coro. Rifiutate i piccolo o grandi tradimenti. Ridate i colori al mondo. Non barate e non fate i turisti della vita. Vi penso e vi voglio così, posso dirlo?