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giovedì 31 luglio 2008

Precari? No, Grazie

Il segretario del Pd, Walter Veltroni, durante una conferenza stampa presso la sede del partito, chiede al governo "di ritirare il provvedimento sui precari che, di fatto, significa disoccupazione certa". "Bisogna - prosegue Veltroni - fare esattamente il contrario di quello che il governo propone. Il Paese ha bisogno di stabilita' e non di precariato. Il provvedimento del governo permette alle aziende di essere piu' libere e di fare ricorso a questa tipologia contrattuale che mette a rischio la stabilizzazione non solo i lavoratori delle Poste, ma anche delle banche e dell'editoria". "Il precariato e' uno dei principali problemi degli italiani - aggiunge il segretario del Pd - per questo chiediamo al governo di dare un segnale di responsabilita' ritirando il provvedimento". Per Veltroni "una materia cosi' delicata non puo' essere regolata attraverso un emendamento in un'ultima scrittura, in una situazione rocambolesca". (AGI) - Roma, 28 lug. -

(AGI) - Messina, 28 lug. - Manca l'ambulanza a Panarea e malati e feriti vengono trasportata su una motoape. In un'occasione, lo scorso 25 luglio, sull'insolito mezzo, era stato sistemato persino il corpo di una turista di Pavia morta in seguito a un malore mentre faceva il bagno. E' quanto denuncia l'associazione Amapanarea che spiega come l'ambulanza fornita dalla Protezione civile sia ferma da diverso tempo a Lipari per riparazioni. "Mi si stringeva il cuore e la vergogna mi saliva fin sulla gola nel vedere il corpo di quella donna gettato su una moto - commenta la presidente dell'associazione Pina Cincotta attraverso il suo sito - lo stesso mezzo utilizzato per caricare mattoni, cemento e calcinacci. A Panarea se hai un malore e devi essere trasportato presso il presidio medico ti devono buttare su quel pianale come un sacco. E' inaccettabile".

"La norma sui precari, oltre ad essere costituzionalmente illegittima, e' una delle solite furbate che questo governo fa per togliere ai poveri e dare ai ricchi". Lo afferma l'onorevole Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori. "Tra l'altro questo modo di procedere conferma quello che l'Italia dei Valori sostiene sin dal primo giorno della legislatura - prosegue - ossia che questo governo e questa maggioranza non lavorano per gli interessi generali del Paese ma sono al servizio delle lobby e di pochi fortunati iniziati. Insomma e' ora di finirla con questi pseudodeputati che stanno in Parlamento e, invece di servire il Paese, vendono l'anima alla lobby di turno. Chiediamo con forza che la norma venga immediatamente ritirata".

Roma, 27 lug. (Apcom) - "Altro che politiche di sinistra! Questo è il governo dei falchi di Confindustria che lascia i giovani precari sena speranze per il futuro e in un mondo senza regole e senza diritti, neanche quello fondamentale, in qualunque stato di diritto, di rivolgersi al proprio giudice e chiedere il rispetto e la tutela della propria condizione di lavoratore. Italia dei Valori chiederà lo stralcio di questa norma ingiusta ed iniqua. Così Massimo Donadi, capogruppo di Italia dei Valori alla Camera, commenta l'inserimento nel maxiemendamento del Governo al decreto sulla finanziaria la norma per impedire al giudice la possibilità di obbligare un datore di lavoro a stabilizzare un dipendente precario.

Roma, 28 lug. (Apcom) - Napolitano ribadisce che "bisogna col massimo impegno, cercare convergenze per la soluzione di quei problemi che richiedono risposte condivise: innanzitutto dei problemi di modifica del dettato costituzionale e degli assetti istituzionali". Solo con riforme realizzate in modo condiviso il paese potrà guardare avanti.
Oggi lo si fa "con maggiore consapevolezza delle difficoltà che l'Italia sta attraversando ma anche delle risorse di cui dispone, del ruolo storico che le viene riconosciuto e delle ragioni di fiducia nel nostro avvenire, che forse cogliamo talvolta meglio in chi ci guarda dall'esterno". "Ragioni di fiducia nell'Italia e nell'Europa - conclude il presidente -, nel contributo che ci tocca dare e possiamo dare nel mondo di oggi. Nelle mie missioni all'estero, fino a quella recentissima in Russia, l'ho sentito fortemente".
L'Italia ha bisogno dei giovani, ha bisogno di un valido e certo ricambio generazionale, in ogni postazione della vita pubblica nazionale, dalla politica (siamo tra i paesi politicamente più vecchi in Europa) a tutte le categorie lavorative... per far questo occorre che siano approvate leggi adeguate al nostro status... non ci si può lamentare del fatto che l'Italia invecchia sempre di più e poi non far nulla per invertire questa tendenza....
quale futuro per noi giovani? quali prospettive? quali leggi? Quelle che ci vogliono dipendenti precari a vita? NO, Grazie. Bisogna fare di meglio e di più, anche noi dobbiamo capire a quale posto ambire nel mondo, in quale collocamento auspichiamo giungere... ma lasciateci la speranza! lasciateci vivere liberi, al di fuori del gioco di pochi e ricchi industriali... liberiamoci.
Basta Precari, Basta Precariato, lavoriamo per i problemi sociali, per la crisi della famiglia, per la crisi economica delle famiglie, lavoriamo per l'Italia e non per le beghe privatistiche di pochi...
Desideriamo solamente crescere bene. Rendetelo possibile.

mercoledì 30 luglio 2008

Psicologia: Rapporti Interpersonali

Ci sono giorni in cui ci sentiamo soli, nei quali vorremmo essere speciali per qualcuno, almeno per qualcuno. E' proprio questo il problema... in questi giorni sappiamo benissimo in realtà la persona per la quale vorremmo essere speciali, ne conosciamo il nome ed il cognome, ne conosciamo l'indirizzo e l'aspetto fisico, i lineamente disegnati ad occhi chiusi. Succede così che, in uno di questi giorni, non ci accorgiamo di essere speciali per molte persone, non ci rendiamo conto di quanto siamo importanti per molte persone poichè quella non c'è, manca proprio quella che vorremmo noi. E allora tutto appare inutile, il mondo non sembra più lo stesso, la consapevolezza che in tanti ci vogliono bene non ci solletica la vita, non ci fa stare meglio... anzi il più delle volte ci sentiamo soli: se manca lei, manca il mondo, nessuno ci può rendere felici.

Essere speciali. C'è gente che pur non sapendo nulla di noi, in uno sguardo ci coglie come una rosa in estate, ci legge dentro come se fosse una vita che ci conoscesse, ci sfoglia pagina dopo pagina, petalo dopo petalo e ci nascondiamo ai suoi occhi, tristi di essere tanto vulnerabili, tanto indifesi. Spesso, invece, chi ci cammina di fianco è assopito, è malato di quella strana malattia chiamata quotidianità con la quale ogni cosa si ripete all'infinito senza possibilità di novità... non se ne accorge ma non perchè non ci voglia bene, semplicemente è la vita, è così che va e che continuerà ad andare.... molte persone si affiancano durante il nostro percorso, alcune ci sorpassano e non le rivedremo mai più, altre scelgono di camminarci vicine ma ogni tanto mangiano la nostra polvere e noi la loro.
Come mi sento oggi? E' la domanda che non trova quasi mai risposta, "mi sento bene", "va tutto bene", "bene, tutto ok"... come mi sento oggi? Come sto dentro?
Essere speciali. Essere tetto e cielo per qualcuno di cui si sa tutto e non si sa niente... essere speciali senza essere nessuno, essere cosa? essere per chi? Essere speciali e non capire di esserlo, essere speciali e non capire di esserlo per tante persone, vicine e lontane,
essere speciali ma non per lei... quindi per nessuno.

martedì 29 luglio 2008

L'Anonimato della Disperazione

Dramma dell'immigrazione in alto mare a largo di Lampedusa. Due bambini di 2 e 4 anni sarebbero morti di stenti durante il viaggio della speranza attraverso il Canale di Sicilia. Stipati su un gommone sotto il sole cocente, con poca acqua e pochi viveri per affrontare la traversata, i due fratellini non sono riusciti a farcela. L'arrivo dei soccorsi degli uomini della Capitaneria di Porto è avvenuto parecchie ore dopo la tragedia, quando ancora l'imbarcazione on era troppo distante dalla costa nordafricana. A raccontare la tragedia, in lacrime, è stato il padre dei bambini, che ha assistito impotente all'agonia dei suoi figli. L'uomo non ha poi potuto opporsi alla scelta di gettare i corpicini dei piccoli nelle acque del Mediterraneo, in cui li ha visti sparire. Nello stesso barcone altri 74 extracomunitari, fra cui 11 donne, in condizioni di salute non buone. Un uomo ferito ad un piede, al mmento dell'arrivo dei soccorsi in mare versava in gravi condizioni anche a causa delle carenti condizioni igieniche dell'imbarcazione. Giunto nella maggiore delle Pelagie è stato immediatamente trasportato in elisoccorso all'ospedale di Palermo.Si tratta dell'ultimo soccorso in ordine di tempo avvenuto davanti alle coste lampedusane. Nel frattempo sono stati trasferiti nel centro di accoglienza dell'isola i 73 clandestini soccorsi nella notte a circa 70 miglia a sud di Lampedusa. Gli extracomunitari, intercettati dal pattugliatore Pica a bordo di due barconi, sono stati trasbordati su una motovedetta della Guardia costiera che li ha condotti in porto. Altri 79 clandestini sono stati intercettati dalla Guardia di Finanza su un gommone alla deriva.


E' l'ex Casa di riposo per anziani di contrada Isabella la struttura che a Sciacca ospiterà 150 extracomunitari minori e rifugiati politici, 15 dei quali la sera scorsa non sono rientrati. L'immobile, di proprietà della società cooperativa "Agape", è stato affidato in gestione alla cooperativa "Arcobaleno" di Marco Mustacchia che da anni si occupa di minori disagiati italiani e stranieri e che ora potrà incrementare il numero di persone assistite. La cooperativa Arcobaleno ha avuto finanziato dal ministero dell'Interno un progetto per assicurare ospitalità ad immigrati che, giunti dal centro di prima accoglienza di Lampedusa, chiedono asilo politico. Sono 50 nella prima fase gli immigrati che vengono ospitati in città, e assistiti da 30 operatori sociali. Poi diventeranno 150 ed avranno la possibilità di circolare liberamente in città in attesa che le autorità definiscano la loro posizione. Molti dei giovani ospiti della cooperativa "Arcobaleno" hanno anche frequentato nei mesi scorsi le scuole locali con appositi progetti pomeridiani e alcuni si sono già inseriti nel tessuto sociale. Lunedì prossimo, alle 9,30, nei locali della struttura di contrada Isabella, sarà presentato il progetto alla presenza del prefetto di Agrigento, Umberto Postiglione.Oggi il segretario generale del sindacato di Polizia Uilps ha ricordato che quindici immigrati ospitati nella struttura non sono rientrati e che occorre un aumento della dotazione di personale di Polizia per incrementare i controlli. (Da Agrigentonotizie.it)

La tragedia del'immigrazione. La tragedia continua dell'immigrazione. Famiglie, anzi popoli, disposti a tutto pur di cercare di trovare una condizione migliore di vita e spesso, invece, troppo spesso, ecco la morte. La morte che si presenta sotto forma di stenti, di fame, di annegamenti in un mare che molti di loro, la quasi totalità, non ha mai visto. Un mare, simbolo di speranza e di terrore al contempo, che divide e unisce nell'attesa di un lavoro o di ricongiungere persone le quali erano andate via tempo prima ed adesso...chissà, staranno aspettandoci e fatto fortuna.

Chi parte sa cosa lascia ma non sa cosa trova, e molti trovano la morte. Chi parte è disperato, di quella disperazione consapevole del fatto di non avere più carte da giocare nel proprio paese e vende ogni cosa e vende la casa e sa bene che quel viaggio deve portare a qualcosa poichè più nulla è rimasto, neanche quel poco, speso per un barcone, biglietto pagato alla speranza.

Dinanzi alle tragedie tremendamente quotidiane della disperazione risulta vano discutere sulle organizzazioni criminali che mantengono in piedi questo traffico umano, risulta inutile parlare delle responsabilità degli Stati di partenza, i quali troppo poco fanno per evitare questi viaggi, i quali nulla fanno per appianare i problemi interni che li riguardano, risulta gioco retorico disputare su regole, leggi, impronte dettate da chi "accoglie", e nella maggior parte dei casi, accoglie vittime, salme, tombe senza nome... già, l'anonimato della disperazione non ha colore, non ha codice fiscale, non ha prezzo, anzi si: il prezzo della vita, il prezzo della nostra vergogna.

lunedì 28 luglio 2008

Le Definizioni dell'Amore? Nessuna... (1)

...che sia l'amore tutto ciò che esiste e ciò che noi sappiamo dell'amore e può bastare che il suo peso sia uguale al solco che lascia nel cuore. E. Dickinson


...il manto della notte mi cela ai loro occhi; se tu mi ami lascia pure che mi trovino. Meglio perdere la vita per il loro odio, che allontanare la morte nell'assenza del tuo amore. William Shakespeare

...In quella notte all'improvviso mi ero accorta di una cosa e cioè che tra la nostra anima e il nostro corpo ci sono tante piccole finestre, da lì, se sono aperte, passano le emozioni, se sono socchiuse filtrano appena, solo l'amore le può spalancare tutte insieme e di colpo, come una raffica di vento. Susanna Tamaro

...perchè nulla io chiamo questo vasto universo, a parte te, mia rosa: in esso, tu sei il mio tutto. William Shakespeare

A te che avrai solo me, darò la mia vita intera e tutto il mondo che mi appartiene. Fran Tarel
A te che mi hai dato l'amore io darò tutta la vita. Fran Tarel

Abbattimi come fa la tempesta, prendi tutto tutto quello che possiedo; invadi il mio sonno e ruba i miei sogni. R. Tagore

Abbi chiunque, chiunque come padrone, mai l'amore! Marco Antonio

Al cor gentil repara sempre Amore... Guido Guinizzelli

Alle volte l'amore può essere magia. Ma alle volte la magia, può essere solo un illusione. Javan

Allor fui preso, e non mi spiacque poi; sì dolce lume uscia dagli occhi suoi. Petrarca

Ama e fai quel che vuoi. S. Agostino

Ama poco se vuoi amare a lungo. Robert Herrick

Amano davvero, quelli che tremano a dire che amano. Ph. Sidney

Amare è gioire, mentre crediamo di gioire solo se siamo amati. Aristotele

Amare è la metà di credere. Victor Hugo

Amare è mettere la nostra felicità nella felicità di un altro. G.W.von Leibnitz

Amare è vivere col cuore, con la parte più viva e consolante di noi stessi. Lacordaire

Amare non significa trovare la perfezione, ma perdonare terribili difetti. R. Pilcher

Amare non vuol dire impossessarsi di un altro per arricchire se stesso, bensì donarsi a un altro per arricchirlo. Michel Quoist

Amare qualcuno significa desiderare di invecchiare accanto a lui. Albert Camus

Amare qualcuno significa vedere un miracolo invisibile agli altri. Francois Mauriac

Amare se stessi è l'inizio di un idillio che dura una vita. Oscar Wilde

Amare se stessi e' l'inizio di una lunga storia d'amore Oscar Wilde

Amare senza sognare è come visitare Venezia senza andare in gondola. André Mirabea

Amare significa agire ed esaltarsi senza tregua. Emile Verhaeren

Amare significa scrollarsi di dosso reciprocamente l'ultima solitudine. Zenta Maurina Raudiv

Amate, amate, tutto il resto è nulla. La Fontaine

Amico mio, non pensiamo al domani e cogliamo insieme quest'attimo della vita che trascorre. Kyyam

Amor che a nullo amato amar perdona. Dante Alighieri

Amor che nella mente mi ragiona cominciò egli a dir si dolcemente che la dolcezza ancor dentro mi suona. Dante Alighieri

Amor s'io posso uscir dei tuoi artigli appena creder posso che alcun altro uncin mai più mi pigli. Boccaccio

Amore è amore di qualche cosa di cui si ha bisogno. Platone

Amore è credula creatura. Ovidio

Amore è desiderio di conoscenza. Cesare Pavese

Amore è di sospetti fabbro. Silvio Pelvico

Amore e' essere cretini insieme. Monsieur Teste

Amore è questo: due solitudini che si proteggono, si toccano, si uniscono. Rilke

Amore e tosse non si possono nascondere. Ovidio

Amore è tutto ciò che aumenta, allarga, arrichisce la nostra vita, verso tutte le altezze e tutte le profondità. Kafka

Amore guarda non con gli occhi ma con l'anima! William Shakespeare

Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l`altro s`allontana. Oh no! Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai ;Amore non muta in poche ore o settimane, ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio; se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato. William Shakespeare

Amore non è guardarsi a vicenda; è guardare insieme nella stessa direzione. Antoine de Saint Exupery

Amore! Ecco un volume in una parola, un oceano in una lacrima, un turbine in un sospiro, un millennio in un secondo. Tupper

Amore, amabile follia. Nicolas Sebastien Roch de Chamfort

Amore, amore, che schiavitù l'amore. La Fontaine

Amore, fuoco una volta mi trasse con un sol, lungo bacio tutta l'anima di tra le labbra, così come il sole beve la rugiada. Tennyson

domenica 27 luglio 2008

Molecola n°28 - Saprai che non t'amo e che t'amo

Saprai che non t'amo e che t'amo

perché la vita è in due maniere,
la parola è un'ala del silenzio,
il fuoco ha una metà di freddo.
Io t'amo per cominciare ad amarti,
per ricominciare l'infinito,
per non cessare d'amarti mai:
per questo non t'amo ancora.
T'amo e non t'amo come se avessi
nelle mie mani le chiavi della gioia
e un incerto destino sventurato.
Il mio amore ha due vite per amarti.
Per questo t'amo quando non t'amo
e per questo t'amo quando t'amo.

Perché tu mi oda
le mie parole
a volte si assottigliano
come le orme dei gabbiani sulle spiagge.
Collana, sonaglio ebbro
per le tue mani dolci come l'uva.
E le vedo lontane le mie parole.
Più che mie esse son tue.
Si arrampicano sul mio vecchio dolore come l'edera.
Si arrampicano così sulle pareti umide.
Sei tu la colpevole di questo gioco sanguinoso.
Esse fuggono dal mio rifugio oscuro.
Tu riempi tutto, tutto.
Prima di te popolarono la solitudine che occupi,
e sono abituate più di te alla mia tristezza.
Ora voglio che dicano ciò che voglio dirti.
Perché tu oda come voglio che m'oda.
Il vento dell'angoscia ancora le trascina.
Uragani di sogni a volte ancora le abbattono.
Senti altre voci nella mia voce addolorata.
Pianto di vecchie bocche, sangue di vecchie suppliche.
Amami, compagna. Non abbandonare. Seguimi.
Seguimi, compagna, in quest'onda di angoscia.
Ma vanno tingendosi del tuo amore le mie parole.
Tu occupi tutto, tutto.
Ne farò di tutte una collana infinita
per le tue mani bianche, dolci come l'uva.

Pablo Neruda

Con questi versi il grande maestro Pablo Neruda ha mosso passi decisivi per rimanere nell'eternità dei versi, sono tra le poesie più famose, più sentite, semplici e complesse allo stesso tempo, ricolme di emozioni sincere e pure, vi traspare la libertà del sentimento ma mai del vano sentimentalismo, l'ansia d'amare e dessere amato ma mai la voluttà del romanticismo fine a sè stesso... il poeta scopre nell'amore e nella donna amata la voglia di non cadere nella caducità della vita, il motivo per vivere ancora, con il cuore e l'anima rivolta alla speranza di un futuro diverso.
In entrambe le poesie, Neruda guarda all'amore come unica fonte di salvezza ma come unico conflitto allo stesso tempo dei suoi giorni che scorrono senza certezze..."tu riempi tutto, tutto".."Amami, compagna. Non abbandonare. Seguimi".... l'amore è tutto ma se non ci fossi? e poi? e senza te? dove andare? che fare? che dire? "Tu occupi tutto, tutto"... è questo il limite e la marcia in più, il vizio e il sorriso...... e nell'altra lirica "Il mio amore ha due vite per amarti. Per questo t'amo quando non t'amo e per questo t'amo quando t'amo".... come dire...io ci sono e ci sarò sempre, t'amo sempre ed a prescindere....

Penso ogni giorno di più che l'amore sia la risposta migliore, non c'è arma, illusione, sortilegio che renda più liberi e più schiavi dell'amore... nulla ci fa volare e cadere così tanto quanto l'amore... nulla fa più male agli altri quanto un sorriso... chi provoca la tua ira non si aspetterebbe mai un sorriso.... qualsiasi cosa accada nella vita, ama.... nessuna alternativa, nessun compromesso, solo amore, solo amore poichè "vanno tingendosi del tuo amore le mie parole....
per questo t'amo quando non t'amo e t'amo quando t'amo".

sabato 26 luglio 2008

Lodo Alfano: E Adesso il Referendum?

ROMA Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, incontrando i senatori del Pdl a Palazzo Madama li ha voluti ringraziare per aver dato il via libera al Lodo Alfano. «Grazie - ha detto il premier - sono felice perché da ieri finalmente i magistrati non mi perseguitano più. Mi avete liberato, ora posso trascorrere i sabati a lavorare e non con i miei avvocati».«Quando ero manager - ha raccontato il premier - il sabato andavo in ospedale a trovare i miei dipendenti. Da quando sono sceso in politica ho dovuto affrontare 2502 udienze».Berlusconi si è anche concesso una battuta rivolta al suo avvocato e parlamentare del Pdl, Niccolò Ghedini. Con l’approvazione del Lodo, ha detto ai senatori «avete fatto anche una cosa cattiva perché sono stati licenziati Ghedini e i suoi avvocati».Il Cavaliere, nel colloquio, ha ribadito le percentuali di gradimento per sè e per l’intero esecutivo, che sarebbero del 62,5% per il premier e del 59,9% per il governo. Dati che frenano le polemiche sull'inno e le crepe fra il Senatur e Fini. «Umberto Bossi è un uomo di grande lealtà e raziocidio» ha chiosato Berlusconi, annunciando che, dal primo settembre aziende esterne inizieranno un monitoraggio per verificare, con una sorta di due diligence, la reale efficienza e il funzionamento dei ministeri. (da LaStampa.it)


Prima il Lodo Alfano, che oggi viene promulgato dal capo dello Stato. Poi il decreto sicurezza, che in mattinata viene votato dal Senato con 161 'si', 120 'no' e otto astenuti. L"uno-dué del governo sulla giustizia ottiene il via libera dal Parlamento entro l'estate. Proprio come previsto. Ma non finisce qui. Sulla giustizia il progetto della maggioranza è diventato più ambizioso: da settembre parte una riforma "complessiva" destinata a cambiare faccia al sistema giudiziario nazionale. Lo aveva annunciato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nei giorni scorsi, lo ribadisce oggi il ministro della Giustizia Angelino Alfano. "Questa - avverte infatti il Guardasigilli - è una legislatura che ha una maggioranza solida, che ha un'idea chiara sulla giustizia, che ha un programma: è l'occasione giusta per procedere e noi non ce la faremo scappare". E infatti il governo è già al lavoro. In un vertice tra Berlusconi e i ministri Umberto Bossi e Roberto Calderoli, si fa un calendario delle priorità e si stabilisce che federalismo fiscale, modifica della Costituzione e riforma della Giustizia dovranno essere portate avanti insieme. Dalla ripresa in autunno dei lavori parlamentari. Sul fronte delle intercettazioni, invece, una pausa di riflessione è meglio, fa capire il presidente della commissione Giustizia della Camera Giulia Bongiorno, che oggi voleva iniziare l'esame dei vari testi sull'argomento. A cominciare dal ddl del governo. "Si continuerà a parlarne a settembre - assicura Bongiorno - e ben venga qualsiasi contributo". E' poi probabile, aggiunge, che la norma contenuta nel testo del governo, che prevede il carcere fino a tre anni per i cronisti, venga modificata. L'obiettivo, fa sapere il deputato Pdl e legale del premier Niccolò Ghedini, è quello di arrivare "ad un testo condiviso con le opposizioni". Magari dando vita ad "un comitato ristretto per approfondire il tema, ascoltando tutte le categorie coinvolte". Ma riprendere il dialogo con la minoranza non sarà semplice vista la frattura che si è consumata con il via libera al Dl sicurezza: il testo che introduce anche il patteggiamento allargato e la sospensione fino a 18 mesi dei procedimenti 'meno importanti', e il 'si' al Lodo Alfano: il provvedimento che sospende i processi per le quattro più alte cariche dello Stato fino alla fine del mandato. E' soprattutto quest'ultima misura ad alzare il muro tra i poli. Come dimostra la polemica esplosa in seguito all'invito del vicepresidente del Csm Nicola Mancino a "rafforzare il Lodo con una legge costituzionale". L'osservazione infatti piace poco al Pdl che reagisce stizzito osservando, come fa il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri, che "basta una legge ordinaria a regolare la materia", almeno a "sentire illustri costituzionalisti come Annibale Marini". Del resto, spiegano anche al Quirinale nel motivare la firma del capo dello Stato al ddl, la Consulta, quando intervenne nel 2004 sull'allora 'Lodo Schifani', non parlò mai di una legge costituzionale. E il testo approvato ieri "é risultato corrispondere ai rilievi formulati in quella sentenza". "Per me - taglia corto Alfano - il Lodo è ormai legge dello Stato. Noi siamo già proiettati sulla riforma". Ed è infatti a questa che guardano ormai politici, avvocati e magistrati. Anche se il presidente dell'Anm Luca Palamara precisa: "Ci interessa la riforma della Giustizia, non la riforma dei giudici". "Non sarà una riforma contro qualcuno o qualcosa - assicura il presidente del Senato Renato Schifani - o a favore di questo o quell'interesse settoriale, ma sarà prima di tutto una riforma a favore del cittadino". "L'unica cosa che è stata fatta finora in materia di giustizia da questo governo - replica caustico il leader Idv Antonio Di Pietro - è contro la giustizia e a favore di qualcuno". Ed è per questo che contro "la vergogna mondiale" del Lodo lui sta già promuovendo un referendum, dopo aver sottolineato che rispetta la decisione del capo dello Stato di firmarlo, ma non la condivide. (Da Ansa.it)

"A lei, signor presidente del Consiglio che non c'e' perche' non gli frega niente del Parlamento, tanto sa che la maggioranza e' sempre pronta a votare qualsiasi porcheria per poter poi tornare di nuovo a sedersi a tavola". Antonio Di Pietro si rivolge indirettamente al premier e attacca duramente la maggioranza sul lodo Alfano, nel suo intervento in Aula durante le dichiarazioni di voto sulla manovra economica e, tra i mugugni del Pdl, aggiunge: "Lo so, fa male sentire queste parole ma questa e' la pura verita'. La maggioranza le ha regalato l'impunita', ma e' provvisoria perche' il referendum che stiamo preparando spazzera' via questa vergogna tutta italiana".

"Il partito Democratico, venendo talvolta persino guardato con un sorriso di sufficienza, in campagna elettorale ha detto chiaramente di rifiutare il voto mafioso. Oggi apprendiamo, attraverso l'inchiesta dei magistrati calabresi, delle intercettazione tra due uomini del clan dei Piromalli mandati in cerca di protezioni politiche per i loro boss. I due commentano con sgomento il comizio in cui Veltroni si rivolge alla mafia per dire "non date a noi i vostri voti, noi vogliamo distruggervi". Davanti a questa affermazione - dicono i giudici - la 'ndrangheta reagisce come davanti "ad una sventura". Ecco, sono orgoglioso che il PD, per bocca di Veltroni, abbia saputo gettare in faccia ai boss le loro offerte di voti in cambio di favori. E mi piacerebbe esser sicuro che tutti i partiti abbiano fatto lo stesso". Lo afferma Antonello Soro, presidente dei deputati del partito Democratico. (da LaRepubblica.it)

venerdì 25 luglio 2008

Storia delle OLIMPIADI

L'origine delle Olimpiadi antiche è avvolta nel mito. La storia non ci dà dati certi sulla nascita della manifestazione, mentre il mito ci lascia l'imbarazzo della scelta. Una delle versioni tradizionali ci racconta del giovane Pelope, sacrificato agli Dei dal padre, e di Giove che, impietosito, gli ridonò la vita. Pelope celebrò l'avvenimento con una festa e con una serie di competizioni di lotta, pugilato e corsa. Da allora, 1700 a.C., i Giochi si ripeterono occasionalmente, per poi finire quasi per scomparire nel corso dei secoli. Mille anni dopo Pelope, nel 784 a.C., Re Ifito conquistò l'Elide, seppe dell'antica tradizione dei Giochi e fece così celebrare a Olimpia, nel 776 a.C., i "Giochi dell'Olimpico Giove".
I Greci dimostrarono subito grande entusiasmo per l'Olimpiade, che divenne così un avvenimento fisso, da ripetere ogni quattro anni. Le Olimpiadi divennero perfetta espressione della cultura greca, che attribuiva grande importanza alla fisicità. L'educazione alla formazione del corpo, le gare, le sfide, erano incoraggiate non solo per rendere i giovani forti e pronti alla guerra, ma anche per dare loro la forza di sostenere le fatiche della vita: forza del corpo e forza dello spirito. I Giochi raggiunsero una tale importanza che durante il loro svolgimento non si potevano dichiarare guerre, e quelle che erano in corso dovevano essere sospese. La zona di provenienza degli atleti andò via via allargandosi, dalla sola Elide a tutta la Grecia, per poi comprendere, in età romana, tutti i territori dell'Impero.I Giochi Olimpici erano certamente la manifestazione sportiva più importante della Grecia antica ma non l'unica. Altri Giochi simili si svolgevano a Delfi in onore del dio Apollo (Giochi pitici), a Nemea in onore di Zeus (Giochi Nemei), nell'istmo di Corinto (Giochi istmici).Le Olimpiadi sopravvissero fino al 393 d.C.. La corruzione era entrata prepotentemente nei Giochi, il tramonto definitivo della cultura classica fece il resto: il vescovo di Milano Ambrogio chiese all'imperatore Teodosio l'abolizione delle Olimpiadi, cosa che avvenne.
Mille e cinquecento anni dopo, il barone Pierre De Coubertin, mentre gli scavi di Olimpia stavano riportando alla luce lo splendore della cultura classica, propose ad un convegno internazionale sullo sport di reintrodurre i Giochi Olimpici e da subito l’iniziativa raccolse un grande entusiasmo. La prima edizione dell’era moderna fu fissata ad Atene nel 1896 e fu un indiscusso successo, nonostante gli inconvenienti che un evento totalmente nuovo portava con se. Gli americani, giunti in Grecia con appena 14 ragazzi, dominarono le gare di atletica per il disappunto dei padroni di casa che però ebbero il grande riscatto nella maratona con la vittoria di Spiridon Louis. De Coubertin decise allora di portare la seconda edizione nella sua Parigi, ma il barone trovò qui il più grande dispiacere della sua vita.
Nella capitale francese si teneva nel 1900 l’Esposizione Universale: le Olimpiadi finirono per esserne inghiottite, gravate da assurde esibizioni che niente avevano a che fare con lo sport e senza l’ombra di campi di gara adeguati, cosicché per esempio i nuotatori furono costretti a gareggiare nelle acque della Senna. Il personaggio di spicco fu Ray Ewry, un americano che da piccolo era stato colpito dalla poliomielite e che qui si guadagnò il soprannome di rana umana grazie alle sue vittorie a ripetizione nei salti da fermo, mentre l’Italia conquistò le sue prime medaglie (un oro ed un argento) grazie a Trissino nell’equitazione.
Per rifarsi dalla delusione parigina, De Coubertin decise di chiedere aiuto agli americani, ma anche la successiva edizione delle olimpiadi (Saint Louis 1904) ebbe un destino simile a quella precedente, inglobata in una grande fiera, ridicolizzata da baracconate e coperta di un razzismo vergognoso. Oltretutto dall’Europa arrivarono pochissimi atleti e così i Giochi si trasformarono più o meno in un campionato americano.
Dopo due delusioni arrivò il grande riscatto, grazie a Londra che organizzò una splendida edizione nel 1908. Fu l’Olimpiade di Dorando Pietri, il maratoneta carpigiano che tagliò il traguardo per primo sorretto da un megafonista dopo una spaventosa crisi. Per l’aiuto ricevuto Pietri fu squalificato e l’oro consegnato all’americano Hayes, ma la leggenda del corridore italiano si alimentò e fu chiamato a correre in ogni parte del mondo entrando definitivamente nella storia.
L’edizione successiva a Stoccolma segnò la definitiva consacrazione del sogno di De Coubertin, ormai splendida realtà. La storia che segnò queste olimpiadi fu quella particolarissima di Jim Thorpe, un pellerossa americano che si impose nel pentathlon e nel decathlon con prestazioni tali da attirare l’ammirazione del re di Svezia che volle premiarlo personalmente. Le medaglie d’oro furono però revocate a Thorpe perché il CIO gli contestò di aver ricevuto dei soldi per giocare in una squadra di baseball e ciò contrastava con i principi olimpici. Solo molti anni dopo la morte del campione il suo nome è stato reintegrato negli albi d’oro e le medaglie restituite ai suoi figli.
Con la tragedia della Prima Guerra Mondiale alle porte, il filo olimpico si riprese nel 1920 ad Anversa, con ancora le macerie a fare da scenografia. Stavolta fu un italiano, lo schermidore livornese Nedo Nadi, ad imporsi tra le leggende dello sport con la bellezza di cinque medaglie d’oro ed una sesta sfuggita solo per un’indisposizione fisica. Si affacciò anche Paavo Nurmi, il grande corridore finlandese che fu il campionissimo dell’edizione successiva, quella di Parigi 1924, fortemente voluta da De Coubertin per cancellare il disastro del 1900. Parigi riuscì a riscattarsi e Nurmi strabiliò il mondo con cinque successi dai 1500 metri alle campestri. Passò alla storia anche il nuotatore Weismuller, doppio oro e poi protagonista al cinema nei panni di Tarzan, mentre nell’atletica la storia degli inglesi Liddell e Abrahams ispirerà il film Momenti di gloria.
Ad Amsterdam, nel 1928, Weismuller e Nurmi furono ancora tra i primi attori, ma il segno distintivo di questi Giochi restò la grande apertura verso le donne, sempre osteggiate da De Coubertin, il quale aveva da poco lasciato la presidenza del CIO.
Bastò aspettare quattro anni e a Los Angeles nel 1932 una donna si appropriò addirittura del titolo di protagonista dei Giochi. L’americana Didrikson conquistò infatti due successi nell’atletica oltre ad un argento per una controversa decisione dei giudici, ma solo i regolamenti dell’epoca gli preclusero la strada verso altre medaglie. L’Italia trovò un grande protagonista in Luigi Beccali, trionfatore nei 1500 metri, e punta di un movimento sportivo di altissimo spessore soprattutto nella ginnastica con Romeo Neri e nella scherma.
A Berlino nel 1936 andò in scena un’edizione controversa, dominata dalle svastiche di Hitler cui fecero da contraltare i successi dell’americano Jesse Owens, 4 ori nell’atletica. Questo restò uno dei momenti più chiacchierati della storia dello sport, con Hitler che si rifiutò di premiare Owens e questo che alimentò la leggenda del fuoriclasse americano. Ondina Valla conquistò, negli 80 ostacoli, la prima medaglia d’oro al femminile per l’Italia in tutta la storia delle olimpiadi.

Dopo la seconda guerra mondiale per riparlare di Olimpiadi si dovette aspettare il 1948, con l’edizione di Londra, che nonostante l’austerità del momento si presentò al meglio. L’olandese Fanny Blankers-Koen conquistò la fetta di gloria più grande con ben 4 medaglie d’oro nell’atletica, mentre si presentò al mondo il ceco Emil Zatopek, uno dei più grandi fondisti di sempre che si aggiudicò i 10000 metri e che fu il mattatore quattro anni dopo ad Helsinki. In quell’occasione Zatopek fu capace di vincere 5000 metri, 10000 e maratona, impresa mai riuscita a nessun altro e accresciuta dal fatto che la maratona olimpica fu la prima della sua splendida carriera. Ad Helsinki si vide l’ingresso nell’arengo olimpico dell’Unione Sovietica, che andò vicina a raggiungere gli americani nel medagliere finale. L’Italia si affidò allo schermidore Edoardo Mangiarotti, che dalla Finlandia tornò a casa con 4 delle 13 medaglie che arricchirono la sua carriera olimpica: ad oggi è ancora l’atleta italiano più vittorioso della storia. Nel 1956 i Giochi compirono la loro prima incursione in Australia, a Melbourne e si disputarono in dicembre per trovare la bella stagione dell’emisfero meridionale. I padroni di casa irruppero tra i grandi con forza, soprattutto nel nuoto con Dawn Frazer e nell’atletica con Beth Cuthbert, tre ori nella velocità. Gli americani furono superati nel medagliere dai sovietici, quasi imbattibili nella ginnastica anche grazie a Larisa Latynina che conquistò 6 medaglie e ripetendo l’exploit nelle due edizioni successive diventò l’atleta più medaglista di sempre, a quota 18.
L’edizione successiva delle olimpiadi, a Roma, fu una pietra miliare della storia olimpica. Ambientazioni suggestive fecero da sfondo alle gesta di grandi campioni come il vincitore della maratona, l’etiope Abebe Bikila che corse a piedi scalzi. Il pugilato scoprì il grande Cassius Clay ed il nostro Benvenuti, mentre allo stadio Olimpico gli italiani si entusiasmarono per l’impresa di Livio Berruti, vincitore sui 200 metri. Gli azzurri, dominando nel ciclismo e nella scherma, si issarono al 3° posto del medagliere.
A Tokyo, nel 1964, le Olimpiadi voltarono pagina: più sponsor e modernità, meno fascino ma comunque grandi imprese, come quella di Bikila che rivinse la maratona. Nel nuoto si impose l’americano Don Schollander e la Frazer vinse per la terza volta i 100 stile libero, impresa mai riuscita prima, mentre la ceca Caslavska conquistò il pubblico nella ginnastica, così come 4 anni più tardi a Città del Messico. La Caslavska arrivò in Messico dopo essere sfuggita all’invasione sovietica che stroncava la Primavera di Praga. Con queste Olimpiadi iniziò un momento particolarmente difficile, tra boicottaggi, attentati e politica. In Messico il governo stroncò con violenza una protesta studentesca pochi giorni prima dei Giochi causando una strage, ma tutto andò avanti. Fece scalpore il pugno nero sul podio dei velocisti americani Smith e Carlos, che protestavano contro il razzismo, mentre la rarefazione dell’aria per l’altitudine portò ad alcuni exploit incredibili come l’8.90 di Beamon nel salto in lungo.
Nel 1972, a Monaco, le Olimpiadi dovettero fare i conti con il terrorismo: un gruppo palestinese, "Settembre Nero", irruppe nel Villaggio Olimpico e alla fine si contarono 17 morti, tra cui 11 componenti della squadra israeliana. Si andò avanti anche allora. Il mattatore fu Mark Spitz, un nuotatore americano che demolendo avversari e record del mondo si portò a casa un incredibile serie di 7 medaglie d’oro, un record assoluto. Nel basket si verificò un finale thrilling con un canestro all’ultima frazione di secondo che accese una lunga diatriba tra americani e sovietici, cui spettò l’oro. L’Italia fu soprattutto Klaus Dibiasi, che per la seconda volta vinse l’oro dei tuffi dalla piattaforma. Ci riuscirà ancora nel 1976 per un tris da leggenda, in un’edizione, quella di Montreal, che segnò il primo grande boicottaggio, quello dei paesi africani che protestavano contro i rapporti che alcuni paesi intrattenevano con il Sudafrica, escluso dai Giochi per l’apartheid. A catalizzare l’attenzione ci pensò Nadia Comaneci, una ragazzina rumena che ottenne dei 10 a raffica nella ginnastica, punteggi mai visti prima che le consegnarono 3 ori ma soprattutto una fama universale. Grande successo ottenne anche Alberto Juantorena, cubano, oro nei 400 e 800 dell’atletica ed il fondista finlandese Lasse Viren, che ripeté la doppietta 5000-10000 già riuscita nel 1972.
Anche a Mosca, nel 1980, dominò la politica, con gran parte dei paesi occidentali che disertarono le Olimpiadi sovietiche. Emersero così pochi personaggi di spicco, tra cui i due mezzofondisti britannici Ovett e Coe che si divisero la gloria tra 800 e 1500, ed il nuotatore Vladimir Salnikov, capace di restare sulla breccia per un decennio. L’Italia piazzò un clamoroso tris di ori nell’atletica, con Mennea sui 200 metri, la Simeoni nell’alto, Damilano nella marcia.
Anche a Los Angeles, quattro anni dopo, andò più o meno così: l’Urss e quasi tutti gli alleati se ne stettero a casa, e l’Italia mise un'altra tripletta d’oro nell’atletica, stavolta con Cova nei 10000, Andrei nel peso e la Dorio nei 1500, in un’edizione per noi ricchissima grazie al boicottaggio. Il dominatore fu Carl Lewis che fece rivivere le imprese di Owens con il poker 100-200 staffetta e lungo, ma entusiasmò anche Edwin Moses, il re dei 400 ostacoli, mentre l’ingresso della Cina, al rientro dopo oltre trent’anni, si fece notare subito soprattutto nella ginnastica.
A Seoul finalmente andò in scena un’edizione senza boicottaggi, ma che scoprì prepotentemente il fenomeno del doping con la squalifica del vincitore dei 100 metri, il canadese Ben Johnson, ed il suo titolo che passò al solito Lewis, che però non riuscì a ripetere il poker di Los Angeles. Sospetti anche per la protagonista femminile, l’americana Griffith, dominatrice incontrastata di 100, 200 e staffetta, che però non fu mai inchiodata dall’antidoping. L’Italia festeggiò la sua prima maratona olimpica grazie a Gelindo Bordin, il tuffatore Louganis incantò conquistando il 3° ed il 4° titolo della sua carriera, e il saltatore con l’asta Sergey Bubka riuscì a conquistare l’unica medaglia olimpica di una carriera ventennale.
Nel 1992 a Barcellona caddero molte barriere che proibivano ad alcuni professionisti di partecipare ai Giochi e si videro così i campioni americani del basket della NBA che regalarono uno spettacolo incredibile grazie a Michael Jordan e Magic Johnson. Nella ginnastica il russo Scherbo si rivelò il più completo di tutti i tempi aggiudicandosi sei medaglie d’oro, mentre il connazionale Popov salì alla ribalta nel nuoto con la doppietta 50-100 stile libero, un’impresa che ripeté anche nell’edizione successiva, quella del Centenario ad Atlanta, strappata dagli americani ad Atene per motivi commerciali. La ribalta fu tutta per Michael Johnson, primo nella storia a vincere i 200 e i 400 con un record mostruoso nella gara più corta. L’impresa fu ripetuta tra le donne dalla francese Perec, ed anche il vecchio Lewis riuscì a strappare applausi imponendosi per la quarta volta di fila nel salto in lungo. L’Italia fece un figurone, anche grazie agli exploit del canoista Antonio Rossi, all’attesissimo Yuri Chechi e alle magie della scherma, soprattutto delle fiorettiste Vezzali e Trillini. Le due si ripeterono anche a Sidney, nel 2000, per le seconde Olimpiadi australiane. L’olandese Van den Hoogenband riuscì a prendersi il trono della piscina a scapito dell’idolo di casa Thorpe e la sua connazionale Van Morseel conquistò 3 ori nel ciclismo. Il canottiere britannico Redgrave riuscì a salire sul gradino più alto per la quinta Olimpiade di fila, e nell’atletica la stella fu l’americana Marion Jones, imbattibile nella velocità e nella staffetta 4x400. L’Italia festeggiò i suoi primi ori nel nuoto, ben tre grazie a Fioravanti (2) e Rosolino.
Dopo lo sgarbo del ’96, finalmente nel 2004 le Olimpiadi tornarono ad Atene, un’edizione che consacrò il nuotatore americano Michael Phelps, capace di salire sul podio ben 8 volte, e dette lustro al mezzofondista marocchino Hicham El Guerrouj, sfortunato nelle edizioni precedenti, ma autore di una storica doppietta tra 1500 e 5000 metri. L’avanzata dei cinesi consentì al colosso asiatico di arrivare a ridosso degli americani, mentre l’Italia resistette anche stavolta tra le grandi potenze, arricchita dai successi di Stefano Baldini nella maratona, di Bettini nel ciclismo e della invincibile Vezzali nella scherma. (da Mypersonaltrainer.it)



A pochi giorni dall'inizio delle Olimpiadi di Pechino 2008, ho voluto postare questa breve e sommaria cronostoria delle passate Olimpiadi sperando che le prossime a venire siano nel segno della pace, della sportività, siano vincenti per i colori italici e possano far comprendere, attraverso lo sport, agli amici cinesi che l'oppressione politico-culturale che stanno attuando da anni sul Tibet è una condanna che grava sul loro stato.. ridare la piena libertà amministrativa, politica, culturale, nonchè quella religiosa ai tibetani, quella sarebbe la miglior medaglia d'oro delle Olimpiadi, quello sarebbe il segnale distensivo da consegnare al mondo.

Medagliere Italiano alle Olimpiadi del 2004

giovedì 24 luglio 2008

FRATELLI D'ITALIA - INNO DI MAMELI

Fratelli d'Italia,l'Italia s'è desta, dell'elmo di Scipio
s'è cinta la testa. Dov'è la Vittoria? Le porga la chioma, che schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò.
Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò, sì!
Noi fummo da secoli calpesti, derisi, perché non siam popoli, perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica bandiera, una speme:
di fonderci insieme già l'ora suonò.
Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò, sì!
Uniamoci, uniamoci, l'unione e l'amore rivelano ai popoli le vie del Signore.
Giuriamo far libero il suolo natio: uniti, per Dio, chi vincer ci può?
Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò, sì!
Dall'Alpe a Sicilia, Dovunque è Legnano; Ogn'uom di Ferruccio Ha il core e la mano;
I bimbi d'Italia Si chiaman Balilla; Il suon d'ogni squilla I Vespri suonò.
Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò, sì!
Son giunchi che piegano Le spade vendute; Già l'Aquila d'Austria Le penne ha perdute.
Il sangue d'Italia E il sangue Polacco Bevé col Cosacco, Ma il cor le bruciò.
Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò, sì!
(Inno di Mameli - Inno Nazionale d'Italia)

La sortita di Bossi sull'Inno nazionale ha suscitato le prese di posizione dei presidenti delle due camere. Per Gianfranco Fini "L'Inno nazionale, al pari della bandiera, è un elemento distintivo, simbolico, che come tale va rispettato". Schifani ha chiesto al Governo di riferire in aula. Interventi in piena sintonia con il pensiero del Quirinale. Il capo dello Stato, si apprende, ha apprezzato il responsabile intervento del presidente della Camera e il fermo richiamo del presidente del Senato al rispetto dei simboli costitutivi dell'unità nazionale. Plaude Veltroni: "ora parli Berlusconi".
Il primo intervento è quello del presidente della Camera: "Il primo dovere di ogni parlamentare o ministro è di ricordare che non ci sono italiani del nord, del centro o del sud ma che ci sono solo gli italiani, che in quell'Inno di Mameli si riconoscono".
RISPETTO. "Non c'è dubbio che l'unità nazionale, i suoi simboli ed il rispetto che ad essi è dovuto sono condizioni indispensabili per qualsiasi politica di autentica riforma".
SENTIMENTO NAZIONALE. "Nessuno, men che meno un ministro della Repubblica, deve pronunciare parole che offendono un sentimento nazionale che sta nell'Inno di Mameli ed in quello che significa, al di la delle parole che lo compongono".
RUOLO ISTITUZIONALE. "Mi auguro che Umberto Bossi, cui tutti certamente hanno dato atto della grande passione politica con cui combatte, coglierà l'occasione quanto prima per precisare il suo pensiero". "Accanto alla passione politica - ha aggiunto Fini - di cui gli va fatto credito, Bossi ha un ruolo istituzionale".
VELTRONI. "Mi aspetto che a questo punto arrivino le parole del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, a dire se condivide le parole del suo ministro che sono, a questo punto, di tutto il gruppo della Lega". Così il leader del Pd Walter Veltroni, in Aula alla Camera, dopo che il capogruppo del Carroccio Roberto Cota ha manifestato "l'appoggio del gruppo della Lega alle parole del ministro Umberto Bossi".

«A me l'Inno di Mameli non è mai piaciuto, fin dai tempi della scuola, preferisco la canzone del Piave...quella che fa "Il Piave mormorava calmo e placido...".Quella è una canzone di popolo, è più vicina alla Marsigliese»: lo ha detto il ministro delle Riforme, Umberto Bossi, interpellato sulle polemiche al suo gesto di ieri a Padova. Il leader lumbard Umberto Bossi proprio ieri aveva giurato fedeltà al Cavaliere sulla giustizia, aperto al dialogo con l'opposizione, ma poi era esploso in un gestaccio rivolto all'Inno nazionale, attaccando poi a tutto campo i professori del Sud. Il tutto approfittando del clima offertogli dal congresso della Liga Veneta-Lega Nord. (da Il Sole24ore.com)

L'Italia dei Valori sta valutando la possibilità di una mozione di sfiducia. Secondo il presidente dei senatori dell'Idv, Felice Belisario, "Bossi deve dimettersi, non può fare il ministro chi insulta prima la bandiera e poi l'inno".
Bossi, prosegue Belisario, è "inadeguato e deve andare a casa"; per questo "stiamo pensando a tutti gli strumenti parlamentari e valutiamo tutte le opportunità, anche la mozione di sfiducia". Secondo Antonio Di Pietro, in realtà l'obiettivo del Senatur è di "cancellare dall'informazione il suo appoggio alle leggi ad personam per Silvio Berlusconi". La Lega, prosegue Di Pietro, "deve alzare i toni per evitare che il suo elettorato capisca che il federalismo è una pistola scarica e che le promesse di una maggiore sicurezza sono state sacrificate alla sicurezza di non finire in carcere di Berlusconi". (Da Quotidiano.net)

Quello che sta accadendo ha dell'incredibile.. si stanno assistendo a vere e proprie manifestazioni di intolleranza razzista causati dalla Lega e dal suo principale ministro che fa distinzioni tra italiani del nord ed italiani del sud... che odia, critica, insulta, l'Inno Nazionale, simbolo come la Bandiera Tricolore, della Nostra Identità Nazionale...Evidentemente dopo le intercettazioni, le leggi ad personam, le riforme privatistiche della Giustizia, i lodi e le immunità, si apprestano a cancellare o modificare o sostituire il nostro Inno di Mameli... ossia la cancellazione della nostra unità nazionale, le nostre tradizioni, le lotte e le guerre, i morti, gli eroi che hanno fatto l'Italia.
Ora Basta. Si stanno toccando limiti mai valicati. Abbiamo intenzione di svegliarci o dobbiamo essere succubi e fargli combianre tutto quello che vogliono? Napolitano intervenga adesso, intervenga ora a maggior ragione. La vergogna e l'offesa sono state già compiute, salvare la faccia però forse è ancora possibile. L'Italia è UNA, INDIVISIBILE, si riconosce nell'INNO, nel suo testo, nella sua musica, in quello che descrive e rappresenta, nel TRICOLORE che è la sua espressione visiva, si fonde in ROMA, capitale della nostra Nazione.

mercoledì 23 luglio 2008

Always - Sempre: BonJovi

This romeo is bleeding
But you can't see his blood
It's nothing but some feelings
That this old dog kicked up
It's been raining since you left me
Now I'm drowning in the flood
You see I've always been a fighter
But without you I give up
Now I can't sing a love song
Like the way it's meant to be
Well, I guess I'm not that good anymore
But baby, that's just me
And I will love you, baby - Always
And I'll be there forever and a day - Always
I'll be there till the stars don't shine
Till the heavens burst and
The words don't rhyme
And I know when I die, you'll be on my mind
And I'll love you - Always
Now your pictures that you left behind
Are just memories of a different life
Some that made us laugh, some that made us cry
One that made you have to say goodbye
What I'd give to run my fingers through your hair
To touch your lips, to hold you near
When you say your prayers try to understand
I've made mistakes, I'm just a man
When he holds you close, when he pulls you near
When he says the words you've been needing to hear
I'll wish I was him 'cause those words are mine
To say to you till the end of time
Yeah, I will love you baby - Always
And I'll be there forever and a day - Always
If you told me to cry for you
I could
If you told me to die for you
I would
Take a look at my face
There's no price I won't pay
To say these words to you
Well, there ain't no luck
In these loaded dice
But baby if you give me just one more try
We can pack up our old dreams
And our old lives
We'll find a place where the sun still shines
And I will love you, baby - Always
And I'll be there forever and a day - Always
I'll be there till the stars don't shine
Till the heavens burst and
The words don't rhyme
And I know when I die, you'll be on my mind
And I'll love you - Always


Questo romeo sta sanguinando,ma non puoi vedere il suo sangue
Niente,solo alcune sensazioni che questo vecchio cane sta sollevando
Sta piovendo da quando mi hai lasciato,ora sto affogando nel diluvio
Lo vedi sono sempre stato un combattente,ma senza te,io ci rinuncio
Non posso cantare una canzone d’amore nel modo in cui dovrebbe essere
Bene,suppongo di non essere piu così bravo
Ma piccola,Io sono così
E ti amerò piccola,sempre E sarò lì,per sempre e un giorno,sempre
E sarò li fino a quando le stelle non brilleranno più
Fino a quando il cielo scoppierà e le parole non faranno rima
so che quando morirò,sarai nella mia mente
e ti amo.Sempre
ora le tue foto che hai lasciato sono solo ricordi di una vita diversa
alcune ci hanno fatto ridere,altre piangere una che facesti tu per dire addio
cosa darei per passare le mie dita tra I tuoi capelli
toccare le tue labbra,sentirti vicina
quando dici le tue preghiere,cerca di capire
ho fatto degli sbagli,sono solo un uomo
quando lui ti tiene vicina,e ti tira vicino a lui
quando lui dice le parole che tu hai bisogno di sentire
vorrei essere lui,vorrei che quelle parole fossero le mie
vorrei dirtele fino alla fine
e ti amerò piccola,sempre e sarò lì,per sempre e un giorno,sempre
se mi chiedessi di piangere per te,lo farei
se mi chiedessi di morire per te,lo farei
dai uno sguardo al mio viso,non c’è prezzo che non pagherei
per dirti queste parole
bene,non c’e fortuna in questi dadi truccati
ma piccola se mi dai solo un’altra possibilità
possiamo impacchettare I nostri vecchi sogni e le nostre vecchie vite
troveremo un posto dove il sole splende ancora
si e ti amerò piccola,sempre e sarò li,per sempre e un giorno,sempre
sarò lì fino a quando le stelle non brilleranno più
fino a quando il cielo scoppierà e le parole non faranno più rima
so che quando morirò,tu sarai nella mia mente
E Ti amo,sempre
Sempre…..

Jon Bon Jovi pseudonimo di John Francis Bongiovi Jr. (Perth Amboy, New Jersey, 2 marzo 1962) è un cantante e attore statunitense, membro dei Bon Jovi, noto gruppo rock del New Jersey.
John Francis Bongiovi jr. è cresciuto a Sayreville. La madre, Carol Sharkey, era una marine e una playmate, mentre suo padre, John Bongiovi era uno stilista di acconciature per capelli di origine italiana, precisamente di Sciacca, provincia di Agrigento. Quindi ha origini siciliane e saccensi in particolare. Spesso dichiara di voler conoscere meglio le proprie origini e pare che giunga ogni tanto a Sciacca di nascosto e sotto mentite spoglie. Il suo vero cognome infatti è Bongiovì, in America divenuto BonJovi.

"Always" è una delle sue canzoni più famose ed ascoltate, musicalmente struggente e romantica. Quando la ascolto, non posso che immaginare di averti vicina, tutto il cielo e il mare si fondono in un unico orizzonte e i pensieri volano verso una sola direzione: Te.
"Questo Romeo sta sanguinando ma non puoi vedere il suo sangue" è qualcosa di interiore, sta nel suo cuore, stai nel suo cuore e l'amore diventa la sua unica ancora di salvezza. Voglio un posto dove possa renderti felice, "dove il sole splende ancora", dove possiamo vivere senza problemi e angoscie quel folle sentimento che ci fa vivere e morire, impazzire e sognare... "cosa darei per passare le mie dita tra i tuoi capelli" è l'aspirazione e la speranza ad averti ancora, sempre, ad immaginare il tuo ritorno, a pensare: Vivo Per Poterti Riabbracciare.... "e sarò lì fin quando il cielo scoppierà e le parole non faranno più rima and I'll love you Always..."
... genera emozioni speciali nel suo genere, emozioni che sono un'anima speciale può comprendere, un'anima come Te, e da lontano attendo col cuore in mano il tuo ritorno.

Vivo Per Poterti Riabbracciare.

martedì 22 luglio 2008

NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA

Marco Zambuto dice basta ai lunghi turni tra una erogazione idrica e un'altra, e lo fa "intimando" alla Girgenti acque di rendere noti i provvedimenti che la stessa intende adottare per porre fine in maniera definitivaa ai problemi della città capoluogo.Ma il sindaco agrigentino preannuncia anche la richiesta dell'intervento alla deputazione nazionale e regionale, oltre che del ministro Angelino Alfano, del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e del Governatore Raffaele Lombardo non facendo mancare di investire anche la Protezione civile della questione. Insomma, sarà un appello a tutto tondo che spera trovi accoglimento grazie alla massiccia presenza di agrigentini in Giunta regionale e nei Palazzi romani. "La situazione idrica di Agrigento e dell'intera provincia è arrivata ad un punto limite: i turni di distribuzione dell'acqua sono precipitati a livelli inaccettabili - ha detto Zambuto -. Ben comprendiamo le giustificazioni del nuovo gestore del servizio, Girgenti Acque: rotture nelle condotte, interruzioni della dissalata di Gela, scarse precipitazioni piovose. Ma sappiamo, però, che senza acqua nelle case e negli alberghi non c'è vita civile e non possono esserci presenze turistiche".Il primo cittadino nel corso del proprio intervento ricorda come, appena insediati, si sia garantito una erogazione quasi a giorni alterni mentre oggi "la situazione è precipitata, gli agrigentini sono vittime della crisi idrica e questo non possiamo accettarlo. Dica con urgenza Girgenti acque come intende organizzarsi per garantire una turnazione più accettabile e come intende affrontare e risolvere in modo definitivo il problema. Noi, comunque, siamo determinati a chiedere l'intervento del presidente del Consiglio e della Protezione civile. Agrigento non può continuare a soffrire la sete e deve avere l'acqua nelle case dei propri cittadini sia d'inverno che d'estate".Per il sindaco la contingenza che vede tanti possibili referenti ai "posti di comando" rappresenta il segno che "questo è il momento per risolvere definitivamente il secolare problema idrico di Agrigento. Abbiamo un importante ministro nel Governo Berlusconi, ben tre assessori nella Giunta della Regione e una Amministrazione civica determinata a portare l'acqua corrente nelle case degli agrigentini. È la prima cosa che chiederemo al presidente Berlusconi con il pieno coinvolgimento di Angelino Alfano, Michele Cimino, Luigi Gentile, Roberto Di Mauro e dello stesso presidente della Regione, Raffaele Lombardo".


Aumentano del 30 per cento gli accessi nell'area di emergenza dell'Azienda ospedaliera di Sciacca. Ma non si tratta di un incremento legato all'estate ed all'aumento della popolazione residente, ma nella realtà arrivano anche i pazienti da Ribera. Il nuovo "pendolarismo" sanitario è conseguenza della chiusura di diversi reparti dell'ospedale riberese. Insomma, a Sciacca se il pronto soccorso riesce a garantire le prestazioni grazie all'arrivo, se pur a tempo determinato, di due medici, rischia di andare in tilt per l'aumento dei pazienti in arrivo, oltre che da Ribera, anche dai paesi limitrofi al centro crispino.La situazione sembra rimanere in uno stallo che sta creando disagi e disservizi. Ma bisogna fare i conti con il Piano di rientro sanitario che deve mettere a posto i conti della sanità siciliana che presentano un saldo in rosso molto preoccupante.Tagli di posti letto, ma anche di guardie mediche, oltre la non assunzione di nuovo personale che è preziosa come l'acqua.Adesso si entra nel pieno dell'estate e la città termale raddoppia la popolazione per gli arrivi dei turisti. Il personale medico, infermieristico e ausiliare è sotto stress a causa di turni impossibili. Bisogna garantire anche le ferie al personale che per contratto collettivo di lavoro sono improrogabili. Nei prossimi giorni la situazione potrebbe peggiorare e nessuna soluzione si prospetta all'orizzonte per i motivi precedentemente spiegati.

Privati cittadini danno vita oggi alla pulizia del giardino delle terme. L'iniziativa si chiama "ripuliamo le terme" ed è promossa dall'associazione di promozione sociale "L'Altra Sciacca”. I soci dell'associazione si sono dati appuntamento presso il giardino delle terme armati di scope, ramazze, palette, guanti, secchi e sacchetti per rendere decoroso e fruibile il parco termale alle famiglie saccensi che solitamente lo frequentano il sabato sera.Diverse bottiglie e cocchi di vetro rilevati durante un sopralluogo ieri sera oltre a immondizia di varia natura, frutto di vandalismi esercitati durante gli scorsi giorni. vogliamo, col nostro gesto, invogliare tutti al rispetto di questo prezioso angolo di verde nonche' bene comune! (Da Agrigentonotizie.it)

L'AltraSciacca è uno dei pochi esempi a Sciacca di un'associazione sempre attiva ed attenta alle cose che riguardano la nostra città... l'operosità e la volontà di creare una Sciacca migliore e diversa dall'attuale dovrebbe scorrere nelle intenzioni di tutti i nostri concittadini che, invece, purtroppo, sembrano vivere con rassegnazione tutte le cose che li circondano. L'AltraSciacca lavora una città a misura di cittadino, la anima questo spirito del Fare anzichè del Dire il quale se fosse appannaggio di coloro che amministrano sicuramente porterebbe a risultati migliori degli attuali. La lotta che la sta portando a chiedere da tempo UN'ACQUA PUBBLICA E PER TUTTI, AD UN PREZZO ACCETTABILE PER TUTTI contraddistingue gli ultimi periodi nei quali ci vorrebbero privare privatizzando del bene più prezioso... la "Girgenti acque" ha l'arduo compito di non far rimpiangere la nefasta EAS, che ancora deve al Comune di Sciacca 5 milioni di euro (altro che mandare a noi bollette...), ma dai primi ragguagli mi pare che ci sta riuscendo. Si lamentano infatti un pò tutti...
Il problema è di fondo e parte dalla base: L'ACQUA DEVE ESSERE PUBBLICA E NON SI PUò E NON SI DEVE MERCIFICARE.

lunedì 21 luglio 2008

CONTRO LA MAFIA

16 anni fa, insieme a Paolo Borsellino, in Via D'Amelio
venivano barbaramente assassinati:


Agostino Catalano,
capo scorta, 43 anni. Sposato, aveva perso la moglie
ed era rimasto solo con le sue due figlie.
Walter Eddie Cosina,
30 anni. Era nato in Australia. Morto durante il trasporto in ospedale.
Lasciava la moglie Monica.
Emanuela Loi,
24 anni, la prima donna poliziotto entrata a far parte di una squadra di agenti addetta alla protezione di obiettivi a rischio.
Vincenzo Li Muli,
22 anni. Il più giovane della pattuglia.
Da tre anni nella Polizia di Stato, aveva ottenuto
pochi mesi prima la nomina ad agente effettivo.
Claudio Traina,
26 anni. Arruolato in Polizia giovanissimo, dopo essere stato a Milano e Alessandria, aveva ottenuto da poco il trasferimento nella sua città: Palermo.
Ricordarli sempre e battersi contro la Mafia
è un modo per non farli morire mai! (dal blog di Massim0 Raso)

Mi fa orrore la terra che dimentica, mi fa orrore chi dimentica troppo in fretta, chi lascia scorrere tutto con superficiale andare, il ricordo di TUTTE le vittime delle Mafia deve camminare insieme a noi, farci ricordare che la vita è bella, che la giustizia, l'onestà, la moralità non sono principi vuoti ma fondamenta sui quali far sorgere le nostre vite e la nostra Sicilia. Già, la Sicilia...quest'isola che deve crescere, che vuole crescere, che ancora soffre di clientalismo, che ancora soffre a causa della mafia...lottare uniti è il passo fondamentale per far in modo che l'esempio di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone non vada perso, nè scordato.

IO SONO SICILIANO, IO SONO CONTRO LA MAFIA


domenica 20 luglio 2008

Per una vita perfetta? Non perdere la vita!

Mt 13, 24-43 Dal Vangelo secondo Matteo


‡ In quel tempo, Gesù espose alla folla una parabola: «Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò.Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania? Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla? No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio».Un’altra parabola espose loro: «Il regno dei cieli si può paragonare a un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami».Un’altra parabola disse loro: «Il regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti».Tutte queste cose Gesù disse alla folla in parabole e non parlava ad essa se non in parabole, perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta: Aprirò la mia bocca in parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo.Poi Gesù lasciò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si accostarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo».Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno, e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli.Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo.Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti.Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda!


Una volta C. G. Jung ricevette da un collega una lettera piena di critiche non oggettive e con riferimenti strettamente personali alla sua vita privata. In un primo momento Jung s'indignò ma poi scrisse la seguente risposta: "Egregio collega, quando ho letto la sua lettera sono rimasto molto contrito perché tutto quello che lei scrive è vero. E c'è dell'altro. Mentre riflettevo così su me stesso mi è venuta un'idea: le zucche più grosse crescono dove c'è più letame... Con la massima stima, suo devotissimo...". Jung non mirava ad essere perfetto ma completo. Le persone che pensano soprattutto alla morale sono solite indignarsi quando, invece di presentare nobili progetti, si parla concretamente dei fatti fondamentali della vita; ma questo non cambia il fatto che "ciò che è elevato si fonda sul basso" e che "ai piedi del faro è buio pesto". (http://www.qumran2.net/)


La perfezione uccide. Uccide il cuore e uccide lo spirito. La perfezione dice: "Togli tutto il negativo dalla tua vita! Sradica tutto il male. Distruggi tutto ciò che non va". Togli l'eccesso dalla tua vita. Non lasciarti andare troppo Se sei contento controllati! Se c'è un peccato, combattilo fino a sradicarlo. Se c'è un errore, non perdonarti finché c'è. Se c'è una debolezza, eliminala. Se ti senti giù, tirati su subito. Quello che non riesci a sradicare, viene dal diavolo: nascondilo, reprimilo e non farlo vedere a nessuno. Ricordati che puoi fare sempre di più. Se hai preso 6 ricordati che puoi prendere 7. Non essere mai soddisfatto di quello che hai fatto. Appena hai finito ricomincia. Se qualcuno ti fa del male tu fagli un sorriso. Se qualcuno ti offende, tu sopporta. Non riposarti mai. Guarda sempre non a quello che hai fatto, ma a quello che rimane e che c'è da fare. Stai attento e all'erta perché il demonio è lì, sempre pronto e quando meno te l'aspetti ti attaccherà. Fai di te un santo, un puro, un perfetto. Che nessuno dica male di te, che nessuno abbia niente da dire di te. Se qualcuno fa il male, condannalo subito. Per tutti questi io racconto questa storia: "Un giorno anche il demonio volle provare a creare un uomo. Disse: "Voglio creare un essere perfetto, bello, puro, incontaminato dal male e dal negativo". Ma dopo averlo creato lo guardò e iniziò a dubitare. Aveva gli occhi e avrebbe potuto vedere le nudità delle donne. "Oddio, che pericolo", disse tra sé. Così glieli tolse. Ma aveva le mani e avrebbe potuto usarle per derubare i suoi simili, uccidere e ferire. "Oddio che rischio", e gliele tolse. Ma poi si accorse che aveva la mente. E la mente può essere crudele, può ordire tranelli, può ingannare, può essere menzognera. E così per sicurezza gliela tolse, e per essere sicuro e non sbagliare gli tolse tutta la testa, "perché non si sa mai!". E infine si accorse che l'uomo aveva un cuore. "Oddio!", questo era veramente il pericolo più grande. "Un cuore!? Con il cuore si può lasciarsi andare alle passioni, ci si può lasciar trasportare dall'ira, ci si può innamorare di persone sbagliate, si può amare in modo perverso. E' troppo pericoloso il cuore. Per il suo bene glielo devo togliere". E così glielo tolse. E non gli rimase nulla, ma proprio niente di niente. Per salvare l'uomo lo aveva ucciso. Non combattere la zizzania, sviluppa il grano! Non eliminare il negativo allarga e sviluppa il positivo. Non eliminare i nemici ma trovati altri amici.
Se tu metti tutte le tue forze per combattere il male, che forze ti rimarranno per fare il bene?

sabato 19 luglio 2008

Attenzione a quello che ci circonda

“Le parole di Berlusconi sono gravissime. Sono la negazione stessa del concetto di democrazia. Il dialogo non è solo indispensabile ma è presupposto essenziale per cambiare la Costituzione. Non è certo una novità questo Berlusconi con il mito dell’autosufficienza che promette una legislatura costituente e poi fa carta straccia di ogni regola democratica” lo dichiara in una nota l’on. Massimo Donadi, capogruppo di IDV alla Camera.“Ed è anche un po’ squallido il comportamento di chi prima umilia il Parlamento e le opposizioni costringendole ad esaminare provvedimenti a suo uso e consumo. Dopodiché ha pure l’arroganza, di fronte all’ovvio e conseguente irrigidimento delle opposizioni, di far finta che la cosa non lo riguardi. La verità è che il dialogo ci sarà o non ci sarà soltanto a seconda che questa maggioranza rinneghi o meno l’uso personale delle istituzioni ed inizi a governare nell’interesse del Paese” conclude il presidente dei deputati dipietristi.

"Adesso c'e' la prova che il presidente del Consiglio era pronto a mandare all'aria 100mila processi per salvarsi. Ha ottenuto dal Parlamento sequestrato il riscatto, che non e' il lodo Alfano ma la porcata Alfano, e adesso lascera' libera la giustizia perche' si e' messo in salvo". Massimo Donadi, capogruppo dell'Idv alla Camera, commenta cosi' l'approvazionedel lodo Alfano e la riformulazione della norma 'blocca processi' nel Dl sicurezza.

''Un decreto che potremmo in larga misura condividere, tranne alcuni aspetti come quello dell'aggravante razziale, ma che viene svuotato dalla finanziaria, che lo rende inapplicabile perche' non ci sono piu' soldi''. Massimo Donadi, capogruppo di Italia dei valori a Montecitorio, commenta il decreto sicurezza al voto dell'aula della Camera.''Il governo - spiega - sta tagliando un miliardo di euro per le forze di polizia, un miliardo di euro per il funzionamento dei tribunali e dei processi e ha previsto nei prossimi tre anni una diminuzione di alcune decine di migliaia di poliziotti mandati in prepensionamento''. E ''si riempie la bocca'' con la sicurezza ma in realta' ''punta all'insicurezza''. Quanto alla novita' introdotta nella Finanziaria dalle commissioni Bilancio e Finanze della Camera e che prevede impronte digitali per tutti sulle carte d'identita' Donadi commenta: ''La sicurezza e l'ordine pubblico sono un bene primario per il Paese, la schedatura dei bambini rom era una sciocchezza, il controllo e il censimento di tutti coloro che stanno in Italia e' un fatto positivo che lo stato deve garantire''. (da MassimoDonadi.it)

Roma, 8 giu. - (Adnkronos) - Una opposizione decisa in Parlamento, utilizzando ogni tipo di strumento che i regolamenti permettono. Nel Pd passa la linea dura contro il lodo Alfano, anche alla luce della decisione "inaccettabile e incomprensibile" di Gianfranco Fini di serrare i tempi della discussione del provvedimento, come ha detto lo stesso Walter Veltroni. E' stata una riunione con lo stesso segretario del partito e il capogruppo alla Camera Antonello Soro a dettare l'impostazione. In mattinata, alla riunione delle commissione Affari costituzionali e Giustizia di Montecitorio, i democratici avevano gia' polemizzato fino ad abbandonare i lavori. Una scelta che, pero', aveva messo i democratici in una posizione ancora piu' 'estrema' dei deputati di Idv, che invece erano rimasti in aula.

Marco Travaglio - I maiali sono più uguali degli altri

venerdì 18 luglio 2008

Italia: cambiare ma perchè, anzi Per Chi?

Roma - Questa volta le mani nell’inchiostro dovremo metterle tutti e non solo i rom. A partire dal primo gennaio 2010 su tutte le carte di identità saranno obbligatorie le impronte digitali. È quanto prevede un emendamento al decreto legge sulla manovra che ha ottenuto il sì bipartisan nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera. In questo modo la validità del documento è raddoppiata: non più 5 anni ma 10. Lo spazio per le impronte è già previsto sulle attuali carte d'identità.«Il nostro via libera all'emendamento - spiegano i deputati del Pd Antonio Misiani e Giulio Calvisi - che prevede che dal 2010 le impronte digitali debbano essere sulla carta d'identità è stato dato perchè in linea con un progetto dell'Ue. La direttiva ancora non c'è ma è una questione che sta maturando in Europa». In ogni caso i due deputati sottolineano come «non venga certo meno la gravità della discriminazione nei confronti dei bambini rom. Le impronte ai minori - dicono - non si prendono neanche in America». (da Libero News)

Tanto per chiarirsi Io non sono assolutamente d'accordo... per coprire la vicenda delle impronte ai bimbi Rom hanno deciso di prendere le impronte a tutti... ma com'è finita? stiamo scherzando? siamo ormai tutti catalogati, tra codici, tessere, impronte, privacy...ma di chi è la nostra vita?

Roma, 8 lug. (Adnkronos) - "Di antidemocratico c'è solo un premier che, andato al governo, impone in stile mafioso ai suoi picciotti in Parlamento" che devono votare come vuole lui "sennò non si va avanti". Lo ha detto il leader di Italia dei valori Antonio Di Pietro, nel corso di 'VivaVoce' su Radio 24".Per l'ex magistrato il Parlamento vive sotto sequestro, "a scopo di estorsione". Il momento che viviamo, ha affermato nel giorno della manifestazione a piazza Navona per la giustizia, è quello del "squestro di Parlamento a scopo di estorsione" per cui chi governa sembra dirgli "se vuole fare le leggi che servono al Paese, lo permetto, ma prima sistemate la mia legge". Per Di Pietro è in corso "un ricatto" e il "riscatto è rappresentato dalla legge Alfano".

Viviamo una condizione di precariato paurosa...precariato non solo nel lavoro ma in generale nella condizione sociale di ognuno di noi... riforma della giustizia? Per chi? riforma anti-intercettazioni? Per chi? Lodi vari? Per chi? Immunità della alte cariche dello stato? Per chi? Se salgo al governo posso combianre la qualsiasi cosa quindi... altro che amnestia o indulto... questo è il vero show
RISVEGLIATI ITALIA

giovedì 17 luglio 2008

I Giovani d'Oggi...

Care lettrici, cari lettori, a volte la Superclassifica di «Sorrisi» la dice più lunga di un articolo di Alberoni o di un romanzo di Moccia. Prendiamo questa settimana. Al quinto posto, dopo ben 23 settimane di permanenza in classifica, svetta «Safari», il bell’album di Jovanotti. Non basta. La sua canzone più nota, «A te», è in cima alle suonerie dei cellulari. A conferma che è uno dei motivi più amati dai teenager, che sono i primi a scaricare da Internet le loro canzoni del cuore. Questo dato fa davvero riflettere. Molti di voi lo sanno (e se qualcuno non lo sa, si precipiti a rimediare), «A te» è una bellissima melodia d’amore. Un vero e proprio inno alle emozioni più pure e autentiche che la vita, quando è generosa, ci sa regalare. Canta la capacità sempre più rara di saper ascoltare («Quando ti guardo dopo un giorno pieno di parole, senza che tu mi dica niente tutto si fa chiaro...»); esorta a credere fino in fondo nei propri ideali, nei propri slanci («A te che mi hai insegnato i sogni e l’arte dell’avventura...»). Celebra, addirittura, la complicità tra uomo e donna, a scapito della passione mordi e fuggi («A te che sei l’unica amica che io possa avere...»). Vi confesso, mi ha fatto piacere scoprire, tramite la classifica di «Sorrisi», che centinaia di migliaia di giovani amino «A te». Significa che credono nella bontà dei sentimenti, nella verità delle emozioni. Non credo che le cronache rendano giustizia ai nostri figli. Non esiste solo la gioventù bruciata dall’ecstasy, dalla cocaina, dall’alcol che riempie le pagine di cronaca nera sui giornali o in tv. Esiste una gioventù sana ed è giusto darle spazio e voce. Conosco tanti studenti universitari, figli di amici miei: hanno un libretto pieno di trenta, fanno le ore piccole in discoteca e se ne vanno anche a Lourdes a fare i barellieri. Conosco operai di vent’anni che si sono presi cinque giorni di ferie per raggiungere il Papa in Australia alla Giornata mondiale della gioventù (vedi a pag. 42). Le vacanze per loro finiranno lì. Altri ancora fanno i volontari nelle comunità, lavorano con dedizione e impegno nei centri di accoglienza, credendo nell’Uomo e mostrando una religiosità di gran lunga superiore a quella di tanti bigotti. Insomma, mi sembra che di questa gioventù non si parli mai. O non se ne parli mai abbastanza. A volte basta andarla a cercare in una classifica. Se ne sta lì. In silenzio. Senza grancasse. Ma fa ugualmente rumore. E scuote le coscienze più di mille parole.
Alfonso Signorini

I giovani sono ben altro che droghe e divertimenti facili. Di ogni cosa è sempre bene non fare di ogni erba un mazzo, gli alti e bassi si trovano in tutte le categorie esistenti umane... ci sono tanti giovani, ragazzi e ragazze, che hanno voglia di amare, innamorarsi, costruire un futuro migliore, una vita diversa, un mondo nuovo, più semplice... giovani che hanno voglia di utilizzare la fantasia per vivere ancora, con più solide speranze... i lati oscuri si trovano dovunque...chi non soffre, chi non ha sofferto, chi non soffrirà mai...ma la vita... si, la vita è una enorme barca che ci fa dondolare tra le sue molteplici sfaccettature...e noi rimaniamo là, in balia... in braccio all'eterno.
Il mondo è nostro, siamo NEL mondo, non DEL mondo... il resto è aria e polvere.

mercoledì 16 luglio 2008

Molecola di Vita n°27 - Amo in Te, Il Più bello dei Mari

Amo in te

l'avventura della nave
che va verso il polo
amo in te l'audacia dei giocatori
delle grandi scoperte
amo in te le cose lontane
amo in te l'impossibile
entro nei tuoi occhi come in un bosco pieno di sole
e sudato affamato infuriato
ho la passione del cacciatore per mordere nella tua carne.
amo in te l'impossibile ma non la disperazione.

Il più bello dei mari è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni non li abbiamo ancora vissuti.
E quello che vorrei dirti di più bello non te l'ho ancora detto.

(Nazim Hikmet)

Nazim Hikmet Nasce a Salonicco nel 1902. È amico di Neruda, allievo di Majakovkij. È capace di ridere e piangere, di amare, di soffrire e di cantare. E cantava - racconta Neruda - prima piano e poi sempre più forte, a squarciagola, per vincere la sua debolezza e rispondere ai suoi torturatori. Cantava in mezzo agli escrementi delle latrine, dove lo avevano costretto a stare dopo averlo fatto a camminare fino all'esaurimento delle forze. Oppositore del regime di Kemal Ataturk, è condannato a 28 anni di carcere (1938) con l'accusa di incitamento alla ribellione perché ai cadetti della marina, che amano i suoi versi, piace leggere l'"Epopea di Sherok Bedrettin", il poema sulla ribellione dei contadini del 1500 contro l'impero ottomano.
Per la sua liberazione, nel '49 firmano a Parigi, insieme a tanti altri, Sartre, Ricasso e Robeson. Per la libertà si sottopone a uno sciopero della fame di 18 giorni, nonostante il cuore malato. Esce dal carcere in seguito ad un'amnistia generale. Anche da libero è perseguitato: due tentativi di ucciderlo e il servizio militare a 50 anni, malato. Privato della cittadinanza turca, deve rifugiarsi all'estero, accolto con affetto ovunque; solo gli Stati Uniti gli negano il visto. Muore esule a Mosca nel 1963.

L'autore esprime con innata semplicità le proprie emozioni, l'impatto con i versi è immediato, genuino, fresco, tutto si riporta prontamente al livello dei sentimenti puri. Ogni parola non è collocata a caso ma frutto di un ispirazione sentita, probabilmente anche di una compiaciuta partecipazione amorosa alla vita. la vita del poeta non è stata mai semplice ma piena di angustie e spesso priva della libertà ma è attraverso la poesia e l'arte della parola che riesce ad allontanarsi sempre di più da noi e tenersi sospeso in aria, innamorato. Le due poesie riportate sono solamente alcune tra quelle che hanno reso universalmente famoso Hikmet ed apprezzato da tutte le generazioni per il suo romanticismo mai fine a sè stesso ma concreto, vivace, dolce.

"E quello che vorrei dirti di più bello non te l'ho ancora detto".