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giovedì 24 luglio 2008

FRATELLI D'ITALIA - INNO DI MAMELI

Fratelli d'Italia,l'Italia s'è desta, dell'elmo di Scipio
s'è cinta la testa. Dov'è la Vittoria? Le porga la chioma, che schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò.
Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò, sì!
Noi fummo da secoli calpesti, derisi, perché non siam popoli, perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica bandiera, una speme:
di fonderci insieme già l'ora suonò.
Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò, sì!
Uniamoci, uniamoci, l'unione e l'amore rivelano ai popoli le vie del Signore.
Giuriamo far libero il suolo natio: uniti, per Dio, chi vincer ci può?
Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò, sì!
Dall'Alpe a Sicilia, Dovunque è Legnano; Ogn'uom di Ferruccio Ha il core e la mano;
I bimbi d'Italia Si chiaman Balilla; Il suon d'ogni squilla I Vespri suonò.
Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò, sì!
Son giunchi che piegano Le spade vendute; Già l'Aquila d'Austria Le penne ha perdute.
Il sangue d'Italia E il sangue Polacco Bevé col Cosacco, Ma il cor le bruciò.
Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò, sì!
(Inno di Mameli - Inno Nazionale d'Italia)

La sortita di Bossi sull'Inno nazionale ha suscitato le prese di posizione dei presidenti delle due camere. Per Gianfranco Fini "L'Inno nazionale, al pari della bandiera, è un elemento distintivo, simbolico, che come tale va rispettato". Schifani ha chiesto al Governo di riferire in aula. Interventi in piena sintonia con il pensiero del Quirinale. Il capo dello Stato, si apprende, ha apprezzato il responsabile intervento del presidente della Camera e il fermo richiamo del presidente del Senato al rispetto dei simboli costitutivi dell'unità nazionale. Plaude Veltroni: "ora parli Berlusconi".
Il primo intervento è quello del presidente della Camera: "Il primo dovere di ogni parlamentare o ministro è di ricordare che non ci sono italiani del nord, del centro o del sud ma che ci sono solo gli italiani, che in quell'Inno di Mameli si riconoscono".
RISPETTO. "Non c'è dubbio che l'unità nazionale, i suoi simboli ed il rispetto che ad essi è dovuto sono condizioni indispensabili per qualsiasi politica di autentica riforma".
SENTIMENTO NAZIONALE. "Nessuno, men che meno un ministro della Repubblica, deve pronunciare parole che offendono un sentimento nazionale che sta nell'Inno di Mameli ed in quello che significa, al di la delle parole che lo compongono".
RUOLO ISTITUZIONALE. "Mi auguro che Umberto Bossi, cui tutti certamente hanno dato atto della grande passione politica con cui combatte, coglierà l'occasione quanto prima per precisare il suo pensiero". "Accanto alla passione politica - ha aggiunto Fini - di cui gli va fatto credito, Bossi ha un ruolo istituzionale".
VELTRONI. "Mi aspetto che a questo punto arrivino le parole del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, a dire se condivide le parole del suo ministro che sono, a questo punto, di tutto il gruppo della Lega". Così il leader del Pd Walter Veltroni, in Aula alla Camera, dopo che il capogruppo del Carroccio Roberto Cota ha manifestato "l'appoggio del gruppo della Lega alle parole del ministro Umberto Bossi".

«A me l'Inno di Mameli non è mai piaciuto, fin dai tempi della scuola, preferisco la canzone del Piave...quella che fa "Il Piave mormorava calmo e placido...".Quella è una canzone di popolo, è più vicina alla Marsigliese»: lo ha detto il ministro delle Riforme, Umberto Bossi, interpellato sulle polemiche al suo gesto di ieri a Padova. Il leader lumbard Umberto Bossi proprio ieri aveva giurato fedeltà al Cavaliere sulla giustizia, aperto al dialogo con l'opposizione, ma poi era esploso in un gestaccio rivolto all'Inno nazionale, attaccando poi a tutto campo i professori del Sud. Il tutto approfittando del clima offertogli dal congresso della Liga Veneta-Lega Nord. (da Il Sole24ore.com)

L'Italia dei Valori sta valutando la possibilità di una mozione di sfiducia. Secondo il presidente dei senatori dell'Idv, Felice Belisario, "Bossi deve dimettersi, non può fare il ministro chi insulta prima la bandiera e poi l'inno".
Bossi, prosegue Belisario, è "inadeguato e deve andare a casa"; per questo "stiamo pensando a tutti gli strumenti parlamentari e valutiamo tutte le opportunità, anche la mozione di sfiducia". Secondo Antonio Di Pietro, in realtà l'obiettivo del Senatur è di "cancellare dall'informazione il suo appoggio alle leggi ad personam per Silvio Berlusconi". La Lega, prosegue Di Pietro, "deve alzare i toni per evitare che il suo elettorato capisca che il federalismo è una pistola scarica e che le promesse di una maggiore sicurezza sono state sacrificate alla sicurezza di non finire in carcere di Berlusconi". (Da Quotidiano.net)

Quello che sta accadendo ha dell'incredibile.. si stanno assistendo a vere e proprie manifestazioni di intolleranza razzista causati dalla Lega e dal suo principale ministro che fa distinzioni tra italiani del nord ed italiani del sud... che odia, critica, insulta, l'Inno Nazionale, simbolo come la Bandiera Tricolore, della Nostra Identità Nazionale...Evidentemente dopo le intercettazioni, le leggi ad personam, le riforme privatistiche della Giustizia, i lodi e le immunità, si apprestano a cancellare o modificare o sostituire il nostro Inno di Mameli... ossia la cancellazione della nostra unità nazionale, le nostre tradizioni, le lotte e le guerre, i morti, gli eroi che hanno fatto l'Italia.
Ora Basta. Si stanno toccando limiti mai valicati. Abbiamo intenzione di svegliarci o dobbiamo essere succubi e fargli combianre tutto quello che vogliono? Napolitano intervenga adesso, intervenga ora a maggior ragione. La vergogna e l'offesa sono state già compiute, salvare la faccia però forse è ancora possibile. L'Italia è UNA, INDIVISIBILE, si riconosce nell'INNO, nel suo testo, nella sua musica, in quello che descrive e rappresenta, nel TRICOLORE che è la sua espressione visiva, si fonde in ROMA, capitale della nostra Nazione.

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