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mercoledì 16 luglio 2008

Molecola di Vita n°27 - Amo in Te, Il Più bello dei Mari

Amo in te

l'avventura della nave
che va verso il polo
amo in te l'audacia dei giocatori
delle grandi scoperte
amo in te le cose lontane
amo in te l'impossibile
entro nei tuoi occhi come in un bosco pieno di sole
e sudato affamato infuriato
ho la passione del cacciatore per mordere nella tua carne.
amo in te l'impossibile ma non la disperazione.

Il più bello dei mari è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni non li abbiamo ancora vissuti.
E quello che vorrei dirti di più bello non te l'ho ancora detto.

(Nazim Hikmet)

Nazim Hikmet Nasce a Salonicco nel 1902. È amico di Neruda, allievo di Majakovkij. È capace di ridere e piangere, di amare, di soffrire e di cantare. E cantava - racconta Neruda - prima piano e poi sempre più forte, a squarciagola, per vincere la sua debolezza e rispondere ai suoi torturatori. Cantava in mezzo agli escrementi delle latrine, dove lo avevano costretto a stare dopo averlo fatto a camminare fino all'esaurimento delle forze. Oppositore del regime di Kemal Ataturk, è condannato a 28 anni di carcere (1938) con l'accusa di incitamento alla ribellione perché ai cadetti della marina, che amano i suoi versi, piace leggere l'"Epopea di Sherok Bedrettin", il poema sulla ribellione dei contadini del 1500 contro l'impero ottomano.
Per la sua liberazione, nel '49 firmano a Parigi, insieme a tanti altri, Sartre, Ricasso e Robeson. Per la libertà si sottopone a uno sciopero della fame di 18 giorni, nonostante il cuore malato. Esce dal carcere in seguito ad un'amnistia generale. Anche da libero è perseguitato: due tentativi di ucciderlo e il servizio militare a 50 anni, malato. Privato della cittadinanza turca, deve rifugiarsi all'estero, accolto con affetto ovunque; solo gli Stati Uniti gli negano il visto. Muore esule a Mosca nel 1963.

L'autore esprime con innata semplicità le proprie emozioni, l'impatto con i versi è immediato, genuino, fresco, tutto si riporta prontamente al livello dei sentimenti puri. Ogni parola non è collocata a caso ma frutto di un ispirazione sentita, probabilmente anche di una compiaciuta partecipazione amorosa alla vita. la vita del poeta non è stata mai semplice ma piena di angustie e spesso priva della libertà ma è attraverso la poesia e l'arte della parola che riesce ad allontanarsi sempre di più da noi e tenersi sospeso in aria, innamorato. Le due poesie riportate sono solamente alcune tra quelle che hanno reso universalmente famoso Hikmet ed apprezzato da tutte le generazioni per il suo romanticismo mai fine a sè stesso ma concreto, vivace, dolce.

"E quello che vorrei dirti di più bello non te l'ho ancora detto".

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