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sabato 28 febbraio 2009

Comunicato CONTRO LA LEGGE SULLE INTERCETTAZIONI


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... più chiaro di così...

venerdì 27 febbraio 2009

La difesa dell’Acqua Pubblica entra nella campagna elettorale ...in realtà a Sciacca non sanno nemmeno di cosa stanno parlando...

Il 5 agosto 2008 l'acqua è stata privatizzata. Un diritto naturale è diventato merce grazie al PDL e al silenzio assenso del PDmenoelle. Lo ha sancito l'articolo 23 bis del decreto legge 112 di Giulio Tremorti. L'acqua in mano ai privati costa di più (ad Aprilia è arrivata a costare il 300% in più) e il livello di servizio rimane uguale a prima o peggiora. Se non paghi il pizzo alla società ti staccano il contatore. L'acqua deve rimanere pubblica. I Comuni a Cinque Stelle dovranno impedire la privatizzazione dell'acqua. Un Comune senza acqua non esiste. Rogge, torrenti, ruscelli, fiumi vanno controllati dal Comune. Se non gestisce il primo bene, il più essenziale per la comunità, il Comune non serve. Il Comune non è un'azienda.Un passo dopo l'altro ci tolgono l'aria (avvelenata da CO2), il sole (coperto dallo smog), il cibo (intossicato dai rifiuti tossici), l'acqua (privatizzata). Che logica perversa è mai questa? Chi sono questi pazzi che ci tolgono la bellezza di vivere? E perché noi continuiamo a permetterglielo?Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?).Noi neppure.L'incontro nazionale delle Liste dei Comuni a Cinque Stelle si terrà a Firenze, al Saschall Teatro, domenica 8 marzo 2009.Le Cinque Stelle corrispondono a cinque aree specifiche: Acqua, Energia, Sviluppo, Ambiente e Trasporti. Oggi pubblico un post sull'ACQUA. Inviate le vostre considerazioni nei commenti.
Iscrivetevi all'incontro nazionale dei Comuni a Cinque Stelle dell'otto marzo.
Programma otto marzo:ore 9.15 accredito; ore 10 Beppe Grillo; Marco Travaglio; Ambiente/Pallante; Economia/Beppe Scienza; Energia/Boschini; Rifiuti e riciclo/Incerti; Connettività/ Anti Digital Divide; Diritti dei cittadini/Sonia Alfano; Acqua/Petrella;Presentazione sito Comuni a Cinque Stelle; Interventi delle Liste Civiche e dei Meetup; Conclusioni:Beppe Grillo.
ACQUA
1. L'acqua deve rimanere pubblica
2. Definire una quantità pro-capite giornaliera minima gratuita e far pagare il surplus a costi crescenti in relazione alla crescita dei consumi
3. Nelle nuove costruzioni e nelle ristrutturazioni: obbligo del doppio circuito, acqua potabile per gli usi alimentari e non potabile per gli altri usi, obbligo di usare l’acqua piovana per gli sciacquoni
4. Obbligo del recupero delle acque piovane in vasche di accumulo
5. Incentivazione, dovunque sia possibile, degli impianti di fitodepurazione
6. Ristrutturazione della rete idrica per ridurne le perdite, con gare d’appalto che consentano di trasformare i risparmi sui costi di gestione in quote d’ammortamento degli investimenti (sul modello delle esco)
7. Rilevazione semestrale inquinamento corsi d'acqua nel territorio comunale con eventuale denuncia alle autorità competenti
8. Obbligatorietà di adozione dei depuratori (in assenza di rete fognaria) nelle abitazioni civili e nelle aziende con possibile contributo economico comunale
9. Promozione uso acqua potabile comunale
10. Promozione detersivi a basso livello di inquinamento
Con la collaborazione di Maurizio Pallante
Ps: Partecipa al Forum di discussione sull'acqua.
(da beppegrillo.it)

Padre Alex Zanotelli - Non c'è acqua da perdere


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Le novità sui canoni di depurazione

Brutte notizie giungono per i cittadini dal Parlamento sul tema dei rimborsi relativi ai canoni di depurazione non più dovuti per effetto della sentenza 335/2008 della Corte Costituzionale.
Il 12 Febbraio 2009, infatti, è stato licenziato al Senato il testo del disegno di legge n.1306 “Conversione in legge, con modificazioni, del DL 30 dicembre 2008, n. 208, recante misure straordinarie in materia di risorse idriche e di protezione dell’ambiente” che, adesso andrà alla Camera dei Deputati per un ulteriore esame.
Il relatore D’Alì (PdL) ha trovato il modo di venire incontro alle esigenze dei gestori limitando al massimo i “danni economici” (circa 350 mln annui di mancati incassi tramite la quota della depurazione) derivanti dalla sentenza della Corte Costituzionale 335/08. A tal fine è stato riformulato “il concetto di servizio di depurazione che ricomprende anche i costi dell’apprestamento delle infrastrutture necessarie a rendere il servizio, quindi la progettualità e gli investimenti relativi agli impianti di depurazione“. Ed entro due mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, il Ministero dell’Ambiente preciserà “con decreto quali sono le voci che incidono su questo punto“.
In altri termini, sono riusciti a sovvertire in un batter d’occhio quanto stabilito dalla sentenza della Corte Costituzionale, cosa ancor più grave con il tacito consenso dell’opposizione che, come dichiarato da vari rappresentanti, si è astenuta ma condividendo i principi di fondo di tale provvedimento ovvero “la salvaguardia delle rendite” dei gestori. Ancora una volta, a pagarne le spese sono i cittadini e una sentenza che agiva in favore dei contribuenti è stata aggirata senza patema alcuno, segnale che, in nome degli interessi economici, la totalità dei nostri rappresentanti politici trova sempre un accordo.
L'articolo approvato dal senato, l'8 bis "Disposizioni in materia di servizio idrico integrato" esplica che quanto pagato in fattura in questi anni, indicato come tariffa di depurazione, non si riferiva al solo servizio di depurazione ma era da intendere come la somma delle voci relative alla progettazione, realizzazione e completamento degli impianti di depurazione oltre al servizio, vero e proprio, di depurazione delle acque. Quest’ultimo era ovviamente non dovuto dai saccensi poiché Sciacca non dispone ancora del suo depuratore.
Il testo dell’articolo afferma più nel dettaglio che “gli oneri relativi alle attività di progettazione e di realizzazione o completamento degli impianti di depurazione, nonché quelli relativi ai connessi investimenti, come espressamente individuati e programmati dai piani d’ambito, costituiscono una componente vincolata della tariffa del servizio idrico integrato che concorre alla determinazione del corrispettivo dovuto dall’utente. Detta componente è pertanto dovuta al gestore dall’utenza, nei casi in cui manchino gli impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi, a decorrere dall’avvio dell’inizio delle procedure di affidamento delle prestazioni di progettazione o di completamento delle opere necessarie alla attivazione del servizio di depurazione purché alle stesse si proceda nel rispetto dei tempi programmati. In attuazione della sentenza della Corte costituzionale n. 335 del 2008, i gestori del servizio idrico integrato provvedono anche in forma rateizzata, entro il termine massimo di cinque anni, a decorrere dal 1º ottobre 2009, alla restituzione della quota di tariffa non dovuta riferita all’esercizio del servizio di depurazione. Nei casi di cui al secondo periodo del comma 1, dall’importo da restituire vanno dedotti gli oneri derivati dalle attività di progettazione, di realizzazione o di completamento avviate. L’importo da restituire è individuato, entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, dalle rispettive Autorità d’ambito.”
Le Autorità d’Ambito quindi avranno 120 giorni dall’entrata in vigore di questa legge, per farci sapere quanto, delle somme versate negli ultimi dieci anni come tariffa del servizio di depurazione, era da attribuire alla progettazione dell’impianto, quanto abbiamo pagato per la sua realizzazione e il suo completamento e quanto, ingiustamente, abbiamo versato per il servizio di depurazione. La quota di tariffa non dovuta riferita all’esercizio del servizio di depurazione, ci dovrebbe essere restituita, anche in forma rateizzata, entro il termine massimo di cinque anni, a decorrere dal 1º ottobre 2009. Si dovrebbe procedere ad una congrua quantificazione di quanto non dovuto ma, ancora una volta, i cittadini sono rimasti, nuovamente, vittime di un sistema che privilegia palesemente gli interessi di poche importanti major a discapito della collettività. Di questo probabilmente saranno soddisfatti tutti coloro che, fin da subito, hanno cercato di tutelare e favorire questi interessi, richiamando l’attenzione del Governo affinchè agisse in tal senso.
Da adesso in poi basterà farsi fare un qualsiasi progetto di depuratore per renderlo finanziariamente a carico della collettività, quindi dei cittadini, e poco importa se da ben 14 anni non siano stati, non solo, in grado di realizzarlo, ma neanche di farsi restituire i soldi trattenuti dai gestori della rete idrica, com’è successo nel caso di Sciacca.
E’ come se qualcuno ci facesse vedere il solo progetto di un appartamento e poi ci chiedesse di pagarglielo per intero con rischi e oneri tutti rigorosamente a carico del cittadino.
Il diritto a chiedere il rimborso dei canoni di depurazione pagati in assenza del servizio era ed è sacrosanto ma aver votato in Senato una norma che di fatto lo impedisce non è a degno di un paese che suole definirsi civile.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

giovedì 26 febbraio 2009

Il Ministro della Giustizia spagnolo Bermejo si dimette dopo "aver rubato la marmellata al supermercato". A quando le dimissioni di Berlusconi?

Sentenza del Processo Mills:un Corrotto, un Corruttore.
Il Corruttore è il nostro Presidente del Consiglio dei Ministri. In questo istante, abbiamo un unico proiettile: far sentire a BERLUSCONI, e di conseguenza all'intera Leadership, il nostro Lancinante Voltastomaco. E chiederne naturalmente le DIMISSIONI. Ecco la nostra Arma di Dimissione di Massa: la Parola, il Libero Pensiero. Non otterremo quel ricambio dirigenziale che auspichiamo da anni, ma saremo coerenti con la nostra morale. Vogliamo un'Amministrazione dinamica, trasparente, che fa della legalità e del rispetto della Costituzione una linea politica irrinunciabile.La smodata fortuna di Berlusconi ha fatto sì che la Sentenza cadesse proprio nel giorno del Cataclisma Pd: Tv e Giornali, figuriamoci, non si sono smentiti, ed hanno ritagliato per questa importantissima notizia solo qualche triste trafiletto. Ma per questo ci siamo qui Noi, che sapremo mantenere colorato l'Arcobaleno di $ che lega Mills al Premier. Allora scriviamogli in centinaia, in centinaia di migliaia. E' la prima volta che vi invito apertamente a farlo. Con il cuore. Ora Basta. (da Wil Non leggerlo.blogspot.it)

"Silvio Berlusconi,
le scrivo per invitarla a rassegnare in via immediata le Dimissioni da Presidente del Consiglio dei Ministri, e portare quindi il Paese a nuove elezioni.Ieri, l'ennesima goccia. L'avvocato Mills è stato condannato a 4 anni e 6 mesi di reclusione per Corruzione in Atti Giudiziari. Corruzione. E' stato Corrotto. Con 600 mila dollari. Entro 90 giorni capiremo meglio la sua posizione, caro Presidente. Per ora sappiamo che la sua Fininvest/Mediaset, ha sborsato questo denaro all'avvocato inglese perché "affermasse il falso o tacesse" nei processi "All Iberian" e "Guardia di Finanza", che la vedevano imputato per corruzione, falso in bilancio e finanziamento illecito. Perché quindi lei ne traesse vantaggio, ne uscisse pulito nel modo più meschino possibile: importa relativamente poco se la mazzetta intascata da Mills sia emersa dal suo portafoglio, o dal Previti di turno. Inoltre, e ciò aggrava il quadro generale, lei ha deriso ed umiliato la Costituzione Italiana mediante il Lodo Alfano, estrapolandosi dal sistema legislativo nazionale e fuggendo dall'esito di questo ed altri processi, passati e futuri. Fuggendo da una quasi certa Condanna di Colpevolezza. Condotta che lei persegue da tempo, con altri "bunker" dichiarati incostituzionali, con l'infinita serie di depenalizzazioni ad hoc, di riduzioni dei termini per la prescrizione, di mutazioni dell'ordinamento ad immagine e somiglianza delle sue esigenze giudiziarie. Nemmeno il giudizio della Consulta sull'ovvia incostituzionalità del Lodo la spaventa: qualora i muri del Bunker Alfano crollassero, solo un processo nuovo di zecca, lungo, macchinoso e che finirà in prescrizione matematica, potrà giudicarla per il reato di Corruzione/Mills.Queste sono macchie che tarperebbero immediatamente le ali a qualsiasi Ministro, Parlamentare o Rappresentante delle Istituzioni di una qualsiasi Democrazia Occidentale. Uomini e donne che salutano per molto meno, per un Primo Errore, per un'imposta non pagata, per una falsità, per un'amante scomoda. Purtroppo questa sentenza è solo l'ultimo tassello dell'enorme puzzle degli aspetti che la rendono Totalmente ed Inequivocabilmente inadatto all'esercizio del Governo; puzzle che raffigura l'immenso Conflitto di Interessi da cui lei trae costante ed immenso beneficio privato, tragicamente sottovalutato da molti cittadini italiani. I contorni dell'opera si delineano con le sue battute sui Lager Nazisti, sull'abbronzatura del neo-eletto Presidente Americano Barack Obama o sulla tragedia dei Decaparecidos.Aspettando il suo annuncio a reti unificate (chi meglio di lei può farlo in qualsiasi momento?), le porgo distinti saluti.
LETTERA FIRMATA".
Presidenza del Consiglio dei ministri
Palazzo Chigi - Piazza Colonna 370 - 00187 Roma(invierò raccomandata)
segreteria.presidente@governo.it
berlusconi_s@camera.it
redazione.web@governo.it

PARTECIPATE AL PREMIO NAZIONALE LETTERARIO "VINCENZO LICATA - CITTA' DI SCIACCA"


Le adesioni per il primo Premio Nazionale di Letteratura e Poesia “Vincenzo Licata - Città di Sciacca” Edizione 2009 sono aperte e sono già cominciate.
Il Premio, nato da un’idea dell’Associazione di Promozione Sociale L’AltraSciacca, con tutti i dettagli per partecipare, con la scheda di partecipazione da scaricare e compilare e tutte le curiosità e le notizie sul nostro amato Poeta Vincenzo Licata sono visionabili nel relativo sito a lui dedicato: http://www.vincenzolicata.it/
Su Facebook è presente invece il gruppo relativo al Premio nato per diffondere ancora di più le notizie riguardanti questo importante evento culturale. Chiunque volesse quindi può iscriversi al gruppo ed invitare alla stessa iscrizione tutti i propri amici di Facebook.
A seguire troverete i link del bando in formato pdf da scaricare e della scheda di partecipazione, nonchè il videospot della manifestazione letteraria.
Partecipate Numerosi!
Bando
Scheda di Partecipazione
Videospot
Spot realizzato per il primo Premio Nazionale di Letteratura e Poesia "Vincenzo Licata - Città di Sciacca", organizzato dall'associazione di promozione sociale L'AltraSciacca.Per visionare il bando e scaricare la scheda di partecipazione, visita il sito http://www.vincenzolicata.it/


mercoledì 25 febbraio 2009

Kathrine Blò vince Miss Facebook Carnevale di Sciacca 2009

Per visualizzare le immagini della premiazione di Miss Facebook Carnevale di Sciacca 2009, ideato da Sciacca.Blogolandia.It, avvenuta sabato scorso in piazza Angelo Scandaliato, cliccate qui.
Il concorso è stato vinto da Kathrine Blò, al secondo posto Diana Toto ed al terzo posto Giovanna Marchese.
Sabato 21 si è proceduti con la proclamazione della terza classificata, Giovanna Marchese (91 voti) e subito dopo con quella della prima classificata, Kathrine Blò (130 voti). La seconda classificata è Diana Toto con 120 voti.
La premiazione delle tre finaliste è stata fatta dall’assessore Mario Venezia, e non dal sindaco (come preannunciato), poichè impegnato nella diretta televisiva di tgs.
Le fasce sono state offerte da www.turistaxcaso.com ed eureka, mentre i fiori per le finaliste ed il piatto in ceramica per la vincitrice dalla Noicomm, che ha avuto modo anche di esprimere sul palco il proprio apprezzamento per la nostra iniziativa. Un immenso grazie, infine va a Salvatore Monte, che ha permesso questo sposalizio tra realtà e virtualità.




E' un progetto Sciacca.blogolandia.it

ACQUA: UN AFFARE CHE SCOTTA. Il Business del Secolo

Come gruppi economici e consorterie territoriali stanno appropriandosi delle risorse idriche di una regione che possiede tanta acqua mentre, per paradosso, ne patisce endemicamente la mancanza. La presenza discreta della multinazionale spagnola Aqualia. Le strategie della società catanese Acoset. L’anomalia del sudest.


In Sicilia i processi di privatizzazione dell’acqua che vanno dipanandosi negli ultimi anni si raccordano con una tradizione composita. Se si dà uno sguardo alla storia post-unitaria, si constata infatti che l’accaparramento delle fonti, delle favare per usare il termine di derivazione araba, ha scandito con regolarità l’evoluzione legale e illegale dei ceti che hanno esercitato dominio sull’isola. Il controllo delle acque ha consentito di lucrare rendite economiche e posizionali importanti, di capitalizzare, di chiamare a patti le autorità pubbliche, di condizionare quindi gli atti dei municipi, degli enti di bonifica, di altre istituzioni. E il canovaccio di tale affare, di rilievo appunto strategico, ancora oggi rimane tale, benché si faccia uso di strumenti e progettazioni non più a misura di un mondo agrario più o meno statico, ma di una realtà in profonda evoluzione, sullo sfondo delle economie globali. Si tratta di comprendere allora i modi in cui si coniugano oggi i due elementi, innovazione e tradizione, a partire comunque dal dato che anche in Sicilia si vive al riguardo un passaggio epocale, dopo il lungo tragitto delle aziende municipalizzate, che sempre e comunque hanno dovuto fare i conti con i signori delle fonti.
Nel quadro dei processi generali che hanno reso l’acqua una risorsa economica, una merce, che chiama in causa multinazionali potenti come Suez, Vivendi, Impresilo, RWE, la legge Galli del 5 gennaio1994 sugli ambiti territoriali ottimali, ATO, ha segnato una svolta rispetto al passato, puntando a eliminare la frammentazione che fino a quel momento aveva caratterizzato la gestione idrica nel territorio nazionale. Pur sottolineando sin dall’incipit il rilievo dell’acqua quale bene pubblico, ha posto nondimeno le basi per l’irruzione dell’interesse privato nella gestione dei servizi idrici degli ATO, con il ricalcolo di tale risorsa sotto il profilo economico. E tutto questo, se, come si diceva, non poteva non sommuovere, in senso lato, l’interesse della grande finanza, come testimonia negli ultimi anni il coinvolgimento di banche come l’Antonveneta, la Fideruram e altre ancora, ha finito con il sollecitare una pluralità di interessi, con l’esaltare anomalie esistenti e generarne di nuove, specie nel sud della penisola e in Sicilia, dove l’economia più di altrove è inficiata da mali strutturali, dove vigono appunto tradizioni tipiche, che rendono ineludibile l’ipoteca delle consorterie.
La posta in gioco in Italia è ovviamente altissima, potendo comprendere, fra l’altro, gli ingenti finanziamenti a fondo perduto che l’Unione Europea ha destinato a tali ambiti, perché vengano eliminati i gap che interessano il paese. Tanto più lo è comunque in regioni in cui le strutture e gli impianti esistenti scontano deficit strutturali, consolidatisi lungo i decenni. È il caso della Sicilia, dove l’EAS e le municipalizzate hanno gestito regolarmente impianti obsoleti, dove quasi tutti gli invasi recano vistosi segni d’incuria, le infrastrutture restano esigue, le condutture fatiscenti e in una certa misura da rifare. Il progetto di privatizzazione nell’isola ha potuto quindi fregiarsi di un obiettivo seducente, quello della modernizzazione dei servizi idrici che, dopo anni di attesa interlocutoria, è stato agitato come una sorta di rivoluzione dal governo regionale di Salvatore Cuffaro. E dal decisionismo, sufficientemente mirato, del ceto politico di cui l’ex presidente conserva in una certa misura la rappresentatività, corroborato comunque dai trasversalismi che insistono a connotare la vicenda pubblica nella regione, ha preso le mosse, negli ultimi anni, una sorta di caccia all’oro.
L’affare dell’acqua reca in Sicilia dimensioni inedite. Sono in gioco infatti 5,8 miliardi di euro, da amministrare in trenta anni, con interventi a fondo perduto dell’Unione Europea per più di un miliardo di euro. Dopo un primo indugio, dettato presumibilmente da ragioni di cautela, che ha visto comunque diverse gare andare a vuoto, la scena si è quindi movimentata, con l’irruzione di importanti realtà economiche, interne all’isola ed esterne. Una fetta cospicua dell’affare è stata avocata dalla multinazionale francese Vivendi, socia di maggioranza della Sicilacque spa, che, dopo la liquidazione dell’Ente Acquedotti Siciliani, ha ereditato la gestione di 11 acquedotti, 3 invasi artificiali, 175 impianti di pompaggio, 210 serbatoi idrici, circa 1.160 km di condotte e circa 40 km di gallerie. In diverse ATO si è già provveduto, altresì, alle assegnazioni. Nell’area di Caltanissetta si è imposta Caltaqua, guidata dalla spagnola Aqualia. A Palermo e provincia ha vinto il cartello Acque potabili siciliane, di cui è capofila Acque potabili spa, controllata dal gruppo Smat di Torino. Nell’area etnea la guida del Consorzio Ato Acque è stata assunta dalla catanese Acoset. Ad Enna ha vinto Acqua Enna spa, comprendente Enìa, GGR, Sicilia Ambiente e Smeco. A Siracusa vige la gestione mista della Sogeas, che vede presenti, con l’ente municipale, la Crea-Sigesa di Milano e la Saceccav di Desio. Ad Agrigento è risultata aggiudicataria la compagine Agrigento Acque che fa capo ancora ad Acoset. Negli altri ATO le gare rimangono sospese.
È la prima fase ovviamente, quella dei grandi appalti, che è preoccupante non solo per la virulenza con cui i poteri economici incalzano e mettono in discussione le istanze della democrazia, degradando un bene comune qual è l’acqua a merce, ma, di già, per i modi in cui evolvono le cose, in ossequio appunto a una data tradizione. In relazione più o meno diretta con grandi società estere e italiane interessate all’affare Sicilia, vanno muovendosi infatti ambienti economici discussi, a partire dai Pisante, le cui imprese risultano inquisite dalle procure di Milano, Monza, Savona e Catania per una varietà di reati: dal pagamento di tangenti all’associazione mafiosa.
Già coinvolta nell’isola in vicende legate agli inceneritori, tale famiglia si è mossa con intenti strategici. Si è inserita, tramite la controllata Galva spa, nel raggruppamento guidato da Aqualia, per la gestione idrica nel Nisseno. Partecipa con un buon 8,4 per cento alla società aggiudicataria nel Palermitano, Acque potabili siciliane spa. Tramite le società Acqua, Emit, e Siba detiene una discreta quota azionaria di Sicilacque che, come detto, ha rilevato dall’EAS il controllo delle grandi risorse idriche regionali. Ancora per mezzo della Galva partecipa altresì alla compagine vincente nell’Agrigentino, Girgenti Acque, di cui è capofila Acoset, che con Aqualia ha concorso in varie province. Ha invece perso nel Catanese, perché, l’AMGA spa, capofila della compagine entro cui correva, in competizione con Acoset, per l’aggiudicazione dell’ATO 2, è stata esclusa dalla gara.
Nelle mappe dell’acqua assumono altresì rilievo due noti imprenditori siciliani: l’ingegnere Pietro Di Vincenzo di Caltanissetta e l’ennese Franco Gulino, che vanno facendo non di rado gioco comune, pure di concerto con i Pisante. Il primo, cui sono stati confiscati beni per circa 300 milioni di euro, ha assunto la gestione dei dissalatori di Trapani, Gela, Porto Empedocle, Lipari e Ustica, indubbiamente strategica. È stato l’unico offerente nella gara per la gestione idrica di Trapani, poi sospesa. In competizione con le imprese di Caltaque, ha corso altresì per l’appalto ATO di Caltanissetta, dentro la compagine NissAmbiente, che comprendeva pure l’Altecoen di Franco Gulino. Quest’ultimo poi. Proprietario di un gruppo di quaranta società operanti in diverse regioni italiane, con interessi pure in Sud America, è stato rinviato a giudizio a Messina per concorso esterno in associazione mafiosa, per l’affare dei rifiuti di MessinAmbiente, che tramite l’Emit ha coinvolto pure i Pisante. Con l’Altecoen, che la stessa Corte dei Conti siciliana ha definito nell’aprile 2007 un’azienda “infiltrata dalla criminalità mafiosa”, si è introdotto nell’affare dei termovalorizzatori, per uscirne con ingenti guadagni. Ancora tramite l’Altecoen, è stato presente nella Sicil Power di Adrano, insieme con la DB Group, presente nei raggruppamenti guidati dalla catanese Acoset.
Tutto questo definisce evidentemente un ambiente, che fa da sfondo peraltro a fatti e atteggiamenti ancor più preoccupanti. Si tratta del lato più oscuro del processo di privatizzazione, di cui emergono un po’ le coordinate nelle dichiarazioni di un reo confesso, Francesco Campanella, ex presidente del consiglio municipale di Villabate, sulla costituzione del consorzio Metropoli Est, finalizzato al controllo delle acque in alcuni centri del Palermitano. Fatti sintomatici si rilevano comunque in quasi tutte le aree dell’isola: dall’Agrigentino, dove i sindaci di Bivona e Caltavuturo hanno denunciato le logiche dubbie invalse negli appalti di manutenzione, a Ragusa, dove sin dagli inizi della vicenda ATO è stato un crescendo di atti intimidatori. E si è ancora agli esordi.
In linea con le consuetudini, vanno delineandosi in sostanza due livelli: quello della gestione idrica in senso stretto, conteso da multinazionali e grandi società del settore, non prive appunto di oscurità, e quello dell’impiantistica, lasciato in palio alle consorterie territoriali, che recano ragioni aggiuntive, oggi, per porsi all’ombra di poteri estesi e ineffabili. Un quadro definito degli interessi potrà aversi comunque con l’entrata nel vivo degli ammodernamenti, nella danza di bisogni e pretese che sempre più verrà a stabilirsi fra appalti e subappalti. Solo allora l’obolo alla tradizione verrà richiesto con ampiezza: quando in profondo si tratterà di fare i conti con il privato che cova già nei territori, quando si tratterà altresì di saldare i conti con la parte pubblica, in sede municipale, provinciale, regionale.
In questa fase, in cui alcuni raggruppamenti recano caratteri di veri e propri cartelli, la logica prevalente rimane quella delle concertazioni a tutto campo, che traspare, fra l’altro, in certi movimenti mirati, prima e dopo le aggiudicazioni: tali da pregiudicare talora la linearità delle gare. Un caso esemplare, che ha avuto pure risvolti parlamentari, con una interpellanza del deputato Filippo Misuraca, è quello di Caltanissetta, dove la IBI di Pozzuoli, capofila della compagine esclusa dalla gara ATO, ha presentato ricorso contro Caltaqua, per ritirarlo appena avuta l’opportunità di inserirsi, con l’Acoset di Catania che l’affiancava, nel gruppo assegnatario, attraverso l’acquisizione di una quota cospicua dalla Galva del gruppo Pisante. Tutto questo, a dispetto delle leggi e delle direttive comunitarie, che vietano qualsiasi modificazione all’interno delle compagini vincenti.
Il processo di privatizzazione in Sicilia non sta recando comunque un decorso facile. Ha suscitato tensioni politiche, tali da rendere difficoltose le aggiudicazioni, mentre ha agitato la protesta delle popolazioni, allarmate dai rincari dell’acqua che ovunque ne sono derivati. Per tali ragioni a Trapani e Messina le gare rimangono sospese, con rischi di commissariamento dei rispettivi ATO, mentre a Ragusa si è arrivati addirittura a un ripensamento, per certi versi un dietro-front, che ha coinvolto gran parte dei sindaci dell’area. E proprio la vicenda di quest’ultima provincia segna nel processo una vistosa anomalia.
Sotto il profilo economico, il sudest, da Catania alla provincia iblea, reca tratti distinti. È la sede principale delle colture in serra, lungo i percorsi della fascia trasformata. È area d’insediamento di grandi centri commerciali, con poli importanti a Misterbianco, Siracusa, Modica e Ragusa. È territorio di una banca influente, la BAPR, che riesce a collocarsi oggi, per capitalizzazione, fra le prime venticinque banche in Italia. In virtù dell’integrazione cui può godere, sempre più va facendosi altresì un’area di forte interlocuzione economica, a tutti i livelli, con risvolti operativi non da poco. Se ne hanno riscontri nella politica concertata dei poli commerciali, quelli indicati appunto, e tanto più negli accordi strategici che vanno maturando nel mercato immobiliare, nella grande distribuzione alimentare, nel mercato ittico, nella costruzione di opere pubbliche, infine, dopo la svolta della legge Galli e le sollecitazioni dal governo regionale, nello sfruttamento privato delle acque. In quest’ultimo ambito infatti la catanese Acoset, ponendosi a capo di un raggruppamento coeso, ha deciso di guadagnare terreno oltre il territorio etneo, mentre la Sogeas di Siracusa, pur avendo introdotto soci privati, cerca di mantenere, al momento, un contegno più prudente.
Negli ultimi anni la società catanese è stata al centro di numerose contestazioni, da parte di enti e comitati di cittadini che ne hanno denunciato, oltre che i canoni esosi, le carenze di controllo. Il caso più clamoroso è emerso nel 2006 quando nell’acqua da essa erogata in diversi centri sono state rilevate concentrazioni di vanadio nocive alla salute. La Confesercenti di Catania è intervenuta con esposti ad autorità competenti e al Ministero della Salute. Il comune di Mascalucia ha aperto in quei frangenti un contenzioso, negando la potabilità dell’acqua. Per la mancata erogazione in alcuni centri, l’azienda è stata inoltre censurata dal Codacons e, in un caso almeno, è stata indagata dalla magistratura etnea. A dispetto comunque di simili “incidenti”, che definiscono il piglio dell’azienda mentre incrinano, in senso lato, le sicurezze sulle qualità del servizio privato, l’Acoset, potendo contare su alleati idonei, ha assunto i toni e le pretese di un potere forte.
Nata nel 1999 come azienda speciale, che ai fini della gestione idrica consorziava venti comuni pedemontani, l’impresa presieduta dal geometra Giuseppe Giuffrida si è trasformata nel 2003 in società per azioni, con capitale pubblico e privato. Nello slanciarsi lungo la Sicilia, ha stabilito rapporti con ambienti economici mossi. Nella compagine di Girgenti Acque, di cui è capofila, ha associato la Galva del gruppo Pisante e una società che fa capo alla famiglia Campione, discussa per vicende che ne hanno riguardato un componente. Nel medesimo tempo, con le movenze tenui che accomunano tante imprese dell’est siciliano, l’Acoset è riuscita ad aver voce negli ambiti decisionali che più contano nell’isola. Un test viene ancora dall’Agrigentino, dove, malgrado l’opposizione di ventuno sindaci, che avevano chiesto l’annullamento dell’aggiudicazione, la società catanese è riuscita a mettere le mani comunque sull’affare idrico, con la condivisione forte del presidente provinciale degli industriali, Giuseppe Catanzaro, del direttore generale in Sicilia dell’Agenzia regionale per i rifiuti e le acque, Felice Crosta, del presidente della regione Cuffaro.
Pure i numeri sono quindi divenuti quelli di un potere in evoluzione. Quale socio privato dell’ATO 2 di Catania, l’impresa eroga l’acqua a 20 comuni etnei, per circa 400 mila abitanti. Da capofila della società Girgenti Acque ha sbaragliato potenti società italiane ed estere, come Aqualia appunto, aggiudicandosi un affare che le farà affluire in trenta anni 600 milioni di euro, di cui circa 100 milioni dall’Unione Europea. Con una quota minima, ceduta dalla Galva dei Pisante, risulta presente nel gruppo Caltaqua, aggiudicatario della gestione idrica del Nisseno. Sin da quando si è profilato il business della privatizzazione, con un raggruppamento d’imprese che comprende pure la BAPR, ha deciso di puntare altresì a sud, gareggiando ancora con la multinazionale iberica, per assicurarsi la gestione dei servizi idrici di Ragusa, che recano una posta di oltre mezzo miliardo di euro, di cui circa 100 mila della UE. Se avesse centrato tale obiettivo oggi avrebbe in pugno un quinto circa dell’intero affare siciliano.
I giochi apparivano fatti. Delle tre società concorrenti, Saceccav, Aqualia e Acoset, la prima, che concorreva già per insediarsi all’ATO di Siracusa, è stata esclusa dalla gara per motivi che sono apparsi sospetti, tali da indurre uno dei commissari, il prof. Francesco Patania, a dimettersi e presentare un esposto alla procura di Ragusa. La seconda, che di lì a poco avrebbe avocato a sé la gestione idrica del Nisseno, per certi versi si è ritirata perché non ha risposto all’invito della commissione di dichiarare se persisteva il suo interesse alla gara. La compagine di Acoset, che al medesimo invito ha risposto affermativamente, aveva quindi ragione di sentirsi vincitrice. Le cose sono andate tuttavia in modo imprevisto. La maggioranza dei sindaci, che nel giugno 2006 si erano espressi a favore della gestione mista, pubblico-privata, nella seduta del 26 febbraio 2007 hanno deciso di avviare infatti la procedura di annullamento della gara perché difforme alle direttive dell’Unione Europea. E il 2 ottobre del medesimo anno la gara è stata annullata. Ma perché è avvenuto tale ripensamento e, soprattutto, quali giochi reggevano, e reggono tutt’ora, l’affare acqua del sud-est?
Lo schieramento di Acoset per l’ATO di Ragusa reca conferme di rilievo e qualche accesso. Rimane forte la presenza catanese, con Acque di Carcaci, Acque di Casalotto e la COESI Costruzioni Generali. Con opportuni scambi posizionali vengono altresì confermate, perché strategiche, due presenze: la IBI di Pozzuoli, con cui nel Nisseno la società catanese ha condotto l’operazione di trasbordo in Caltaqua, che ha suscitato allarme nella Sicilia tutta e prese di posizione parlamentari; la DB Group che, tramite la Sicil Power, costituisce un punto di contatto fra l’Acoset e il gruppo di imprese che fa capo alla famiglia Pisante. Inedita è invece, ma pure sintomatica, la partecipazione della BAPR, che meglio di ogni altra realtà compendia il potere finanziario del sudest. La banca iblea ha fatto una scelta anomala, per certi versi controcorrente, dal momento che nessun altro istituto di credito dell’isola ha deciso di porsi in campo. Ma l’ha fatta a ragion veduta.
Nel quadro degli scambi che vigono nell’est siciliano, la BAPR costituisce una presenza di peso, in grado di interloquire con tutte le economie, a partire comunque da quelle legate all’edilizia e all’innovazione agricola. Reca una dirigenza solida, attenta alla tradizione, non priva tuttavia di impeti modernistici, che tanto più si avvertono nell’attivismo di Santo Cutrone, consigliere di amministrazione, costruttore, componente della giunta CCIIA di Ragusa, vice presidente siciliano dell’ANCE. Forte dei ruoli rivestiti, Cutrone ha potuto stabilire relazioni da vicino con l’imprendtoria catanese, inclusa quella legata all’acqua. Con la CG Costruzioni, di cui è proprietario, ha fatto affari comuni con l’ingegnere Di Vincenzo, con la costituzione di una ATI, associazione temporanea d'impresa, che ha concorso in numerose gare, dal comune Misterbianco al porto di Pozzallo. Quale presidente provinciale dell’Associazione Nazionale Costruttori si è esposto in favore della privatizzazione dell’acqua a Ragusa, mentre, a chiusura del circolo, ha sostenuto nell’intimo della BAPR le ragioni, infine vincenti, della scesa in campo con Acoset.
In considerazione di tutto questo, i conti dell’acqua, nella declinazione del sudest, tornano con pienezza. La società guidata da Giuseppe Giuffrida, che ha accettato la sfida dei giganti europei, ha avuto buone ragioni per imbarcare la banca siciliana, ravvisando nel prestigio e nell’influenza della medesima una carta spendibile ai fini dell’aggiudicazione del mezzo miliardo di euro in palio. Dal canto suo la BAPR, sospinta dal protagonismo di Cutrone, si è risolta a rivendicare una propria ipoteca, la prima, sull’affare del secolo, sulla scia peraltro di taluni gruppi finanziari, per consolidare sotto la propria egida l’asse economico Ragusa-Siracusa-Catania. Come si evince dalle movenze, tutti i protagonisti della compagine, da Acoset a IBI, da DB Group all’istituto ibleo, hanno comunque ben chiaro che la conquista del centro-partita nella cuspide iblea può costituire un incipit per ulteriori affari, tanto più dopo lo scoccare del 2010, quando, con l’apertura dell’area di libero scambio, il territorio del sudest, in virtù dell’esposizione che reca sul Mediterraneo, diverrà strategico.
In definitiva, nella Sicilia più a sud si è giocato per vincere, a tutti i costi. Il coinvolgimento della BAPR ne è una prova. E Acoset, con le sue alleate, avrebbe vinto se, dopo la decisione assunta dai sindaci dell’ATO in favore della privatizzazione, nel giugno 2006, non fossero accaduti degli incidenti, privi di riscontro in Sicilia, per certi versi quindi imprevedibili. Un pugno di ragazzi, fondatori di un giornale in fotocopia, “Il clandestino”, hanno deciso di mettersi di traverso, suscitando una resistenza corale, che ha incrociato lungo il suo cammino Alex Zanotelli, l’Antimafia di Francesco Forgione, il Contratto Mondiale dell’acqua di Emilio Molinari, la CGIL di Carlo Podda. Dalle cronache, in Sicilia e nel paese tutto, la storia è stata registrata come una esperienza esemplare, cui si sono coinvolti dirigenti sindacali come Tommaso Fonte, Franco Notarnicola, Nicola Colombo e Aurelio Mezzasalma, esponenti politici come Marco Di Martino, esponenti dell’associazionismo come Barbara Grimaudo. La battaglia dell’acqua, nel sudest siciliano, rimane comunque aperta, con i poteri forti che insistono a lanciare i loro moniti, mentre vanno preparandosi all’ultimo decisivo assalto.

Carlo Ruta

Fonte: “Narcomafie”, gennaio 2009

martedì 24 febbraio 2009

"SCIACCA PER L'ACQUA": CHE L'ACQUA TORNI PUBBLICA!


Sei di Sciacca e concordi con l’idea che l’acqua debba essere pubblica e lontana da logiche di profitto che la vorrebbero mercificare?

Uniamo le nostre forze, uniamo le forze di tutti i cittadini, associazioni, movimenti o partiti politici, comunità religiose, parrocchie, comitati di quartiere, enti, sindacati e chiunque voglia battersi per il diritto fondamentale all’acqua, bene pubblico, prezioso e fondamentale per l’esistenza umana.La nostra idea cittadina si chiama SCIACCA PER L’ACQUA e chiamiamo tutti, nessuno escluso, ad entrarvi a farne parte.
Tanti cittadini, comitati, associazioni e partiti politici saccensi ne fanno già parte ma ne mancano ancora molti all’appello!! Cosa aspettate? Aderite subito!
Sciacca per l’acqua parteciperà alla riunione regionale per la costituzione del Forum dei Movimenti siciliani per l’acqua pubblica in programma il prossimo 1 Marzo 2009 a Enna.
L’adesione a questo movimento, ovviamente apolitico e apartitico, è totalmente gratuita.
Compila il form che trovi in questa pagina (CLICCA QUI), oppure scrivici una mail all’indirizzo: mailto:aderisco@sciaccaperlacqua.euoppure spediscici un fax al numero 0925/1956789 oppure chiamaci al numero 366/3138991 esprimendo la tua volontà o la volontà del gruppo che rappresenti ad essere parte attiva di SCIACCA PER L’ACQUA.
Ti aspettiamo. Aspettiamo tutti!
Per qualsiasi informazione, contattaci attraverso i recapiti sopraindicati oppure all’indirizzo email: mailto:info@sciaccaperlacqua.euoppure alla segreteria telefonica 0925/1955443 (attiva 24 ore su 24) alla quale puoi lasciare un messaggio ed essere ricontattato.
P.S. Non dimenticare di autorizzarci al trattamento dei dati e alla pubblicazione del tuo nominativo all’interno della pagina ELENCO ADESIONI (presto aggiornato) del sito web “SCIACCAPERLACQUA.EU“.

lunedì 23 febbraio 2009

Questa Italia Non Mi Rappresenta

Marco Travaglio - Passaparola del 16-02-2009 - La Legge della Cosca

Qualche anno fa si parlava di leggi ad personam, si facevano le leggi ad personam e la definizione era tecnicamente perfetta, perché le leggi fatte nella legislatura 2001-2006 dal secondo governo Berlusconi erano tutte per risparmiare i processi al presidente del Consiglio e ai suoi complici.In questa legislatura di leggi ad personam abbiamo visto il lodo Alfano – e speriamo che sia presto spazzato via essendo una porcheria incostituzionale – ma quello che stanno preparando in Parlamento con una miriade di provvedimenti, che sembrano scollegati e improvvisati, non ha più niente a che fare con la logica delle leggi ad personam.Queste sono leggi ad sistemam, se così si può dire: sono leggi molto organiche che non puntano più a salvare Tizio o Caio dai processi ma puntano a salvare l'intero establishment, l'intera Casta... diciamo l'intera cosca, chiamiamola con il suo nome perché ormai risponde a leggi che non sono più quelle che vengono imposte a noi, quindi è una gigantesca cosca politico-finanziaria, con i finanzieri al volante e i politici a rimorchio.E' un disegno estremamente organico e pericoloso e se voi ci fate caso – io quale esempio lo farò – è un disegno che sistema tutto, proprio nei minimi particolari, anche negli angoli, anche se non c'è un disegno di legge organico: una norma la trovate nella legge sulle intercettazioni, un'altra nel pacchetto sicurezza, un'altra nella legge sulla giustizia, altre sono già passate e non ce ne siamo neanche accorti.Proviamo a vedere questo disegno organico che, ripeto, soddisfa ogni esigenza dei settori più putribondi della cosca.Intanto il punto di partenza: quando un'indagine parte, quando uno di questi reati che la Corte dei Conti denuncia: un miliardo e settecento milioni all'anno di citazioni per danni erariali.Voi capite che stiamo parlando di quasi due miliardi di euro di danni erariali scoperti, quindi immaginate quanti sono quelli da scoprire.Chi segue il blog di Beppe Grillo sa bene, grazie a giornalisti come Ferruccio Sansa e come Menduni, lo scandalo dei gestori di slot machines che devono allo Stato una barcata di soldi che lo Stato non è riuscito o non ha voluto incassare. Stiamo parlando di quello.Quando si scoprono questi tipi di reati? Quando le forze di Polizia mettono le mani su uno di questi scandali o, più probabilmente trattandosi di personaggi potenti legati alla politica, quando il magistrato decide di sua iniziativa di aprire l'indagine.

Free Blogger

Maurizio Crozza - Ballarò del 17-02-2009 - Veltroni & Mills


Vauro - Annozero del 12-02-2009 - Vignette satiriche

domenica 22 febbraio 2009

SIETE PRONTI PER LE RONDE? NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE

Decalogo per donne stuprateDalle sentenze, dai provvedimenti, dalle affermazioni di rappresentanti istituzionali, dall'orientamento culturale, dalle reazioni, dai metodi attraverso i quali l'informazione tratta questo argomento, ho tratto un decalogo che può essere utilissimo ad ogni donna stuprata. Abbiate pazienza: se queste cose le sapete prima, è meglio. Dopo uno stupro, quando farete la denuncia, dovete sapere che succederà questo:

1 - Se lo stupro avverrà in casa vostra, se è stato vostro marito o il vostro fidanzato a stuprarvi e soprattutto se l'uomo che vi ha stuprato non è "straniero" sappiate che nessuno si occuperà di voi.

2 - Se lo stupro avverrà fuori casa e ne sarà responsabile un italiano sappiate che tutti vi diranno che un po' è colpa vostra, che ve la siete voluta e che avevate sicuramente un piano perverso per fare cattiverie al vostro stupratore.

3 - Se lo stupro avviene fuori casa ed è un italiano ricordatevi che tutti cercheranno di giustificarlo: diranno che è depresso, malato, che è stato colto da un raptus o che era sotto l'effetto di strane droghe che lo hanno trasformato da potenziale candidato al premio nobel per il rispetto dei diritti umani a efferato criminale femminicida.

4 - Se lo stupro avviene fuori casa ed è uno straniero ricordatevi che a nessuno comunque importerà di voi. Tutti saranno felici di strumentalizzarvi per realizzare piani politici razzisti e fascisti contro tutti gli immigrati, le immigrate finanche i bambini e le bambine di etnie diverse dalla nostra.

5 - Se lo stupro avviene fuori casa ed è uno straniero, qualunque sia l'amministrazione comunale o governativa in carica, sentirete sempre parlare di una parola della quale voi avete perso il senso: "sicurezza". Nessuno vi chiederà come mai eravate costretta a prendere il tram, il bus, la metro in periferia a tarda ora. Nessuno si interrogherà sulla vostra situazione economica. Nessuno si chiederà come mai voi avete persino difficoltà a pagarvi un avvocato. Ma tutti vi chiederanno di riconoscere che l'aministrazione in carica sta attuando grandissimi piani per la sicurezza dei cittadini.

6 - Se lo stupro avviene fuori casa ed è un italiano sappiate che nel momento in cui voi vi lamenterete perchè il vostro stupratore è stato trattato con troppo riguardo, perchè tutti provano a giustificarne i gesti e nessuno riconosce in voi effettivamente una vera vittima allora strumentalizzeranno tutto questo per dimostrare che è necessario che i giudici siano messi sotto controllo dal governo e dunque che si ritiene indispensabile una riforma della giustizia che renda più semplice a potenti, ricchi, cavalieri, uscire fuori dalle proprie disavventure giudiziarie senza perdere molto tempo.

7 - Se lo stupro avviene fuori casa ed è uno straniero potreste trovarvi a sentire parlare di "ronde" e di "certezza della pena". Nessuno vi dirà mai che le ronde sono gruppi di persone che si dilettano in giri di controllo dei quartieri per trovare esseri umani dalla pelle di colore diverso dalla loro e pestarli a sangue. Nessuno vi dirà mai che la certezza della pena non vi regala alcuna autonomia. Nessuno vi parlerà mai di "certezza del reddito".

8 - Se lo stupro avviene fuori casa ed è straniero sappiate che ci sono nazionalità precise non gradite al governo in carica: quella rumena, araba, nord e sud africana. Se vi stupra un americano o un europeo la vostra storia non troverà spazio in nessuna fonte di informazione o quasi.

9 - In qualunque luogo avvenga lo stupro sappiate che le fonti di informazione ufficiali solitamente vi tratteranno: a) da puttana; b) da povera vittima che ha bisogno del soccorso del macho forte; c) da persona che vive in un ambiente degradato "ove maturano questo tipo di reati"; d) da vittima al servizio del governo di destra o di centro-sinistra, eguali nelle strategie sulla "sicurezza" mirate alla limitazione della libertà dei cittadini e delle cittadine.

10 - Dopo lo stupro avrete la sensazione di essere stata stuprata altre mille volte da tutte le persone che vi hanno usata e vi hanno inflitto violenza per gli scopi più svariati. Potreste chiedervi se avete fatto bene a denunciare, se effettivamente questo era il modo attraverso il quale voi volevate superare la vostra gravissima esperienza, se non era meglio che ve ne stavate chiuse in casa per non incontrare quello che vi ha stuprato la prima volta e tutti gli altri che a turno hanno continuato senza pietà a usarvi per i loro fini.

Potreste chiedervi tutto questo ma innanzitutto continuate a ricordare che voi siete più importanti di tutti i fottuti e disumani stronzi che vi girano attorno come avvoltoi in attesa che il vostro cadavere gli sia utile per giustificare qualunque altra cosa.

Ecco, sapute tutte queste cose, semmai vi capitasse di essere stuprate potete immaginare alcune soluzioni: a) denunciare e rivolgersi immediatamente ad un centro antiviolenza laico che vi tutelerà da qualunque forma di strumentalizzazione e si occuperà di voi - senza mai attribuirvi la "colpa" di nulla - qualunque sia la provenienza, la collocazione sociale, la posizione economica, del vostro stupratore; b) espatriare verso stati come la Spagna che affrontano la questione in maniera assai più civile; c) fare un corso di autodifesa, formare una pink gang e difendervi da sole da chiunque.
(da femminismoasud.noblogs.org)

Il Consiglio dei ministri ha approvato stamani il decreto cosiddetto anti-stupri, sulla scia del clamore suscitato dai recenti casi di violenze registrati in diverse città italiane.
Il decreto -- approvato all'unanimità -- "in materia di pubblica sicurezza e di contrasto alla violenza sessuale" prevede l'ergastolo in caso di omicidio legato a reati di violenza sessuale, atti sessuali con minorenni e atti persecutori. Elimina la possibilità degli arresti domiciliari per i delitti di violenza sessuale, prostituzione e pornografia minorile, iniziative turistiche per lo sfruttamento della prostituzione minorile.
Prevede inoltre l'arresto obbligatorio in flagranza per la violenza sessuale, con la possibilità di procedere per direttissima celebrando il processo entro 48 ore e autorizza le "ronde cittadine".
Il decreto, poi, estende il patrocinio gratuito a tutte le vittime di violenza sessuale, oltre a limitare l'applicazione dei benefici penitenziari ai condannati per tali reati.
Sul decreto, criticato da opposizione e Vaticano, in serata, è intervenuto il Quirinale puntualizzando a riguardo "il carattere della consultazione informale intervenuta, secondo una prassi consolidata, tra il governo e la Presidenza della Repubblica" dopo che il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha detto che dal Colle non è arrivato alcun veto al dl.
"Resta naturalmente l'autonoma ed esclusiva responsabilità del governo per le scelte di indirizzo e di contenuto del provvedimento d'urgenza da sottoporre per l'emanazione" al capo dello Stato, spiega una nota.
"Basta coi benefici carcerari per chi commette questi reati", ha commentato il ministro della Giustizia Angelino Alfano durante la conferenza stampa seguita al Cdm.
"L'approvazione di questo decreto anticipa di circa cento giorni l'avvio di una tutela giuridica fortissima nei confronti delle donne", ha precisato Alfano riferendosi al fatto che nel decreto confluiscono alcune norme contenute nel ddl sulla sicurezza, già approvato in Senato.
Nel dl è confluita anche la norma sullo stalking - il nuovo reato di atti persecutori - che prevede la reclusione da sei mesi a quattro anni, con un'aggravante se a compiere il reato è un ex marito o un ex partner, e l'ergastolo in caso di omicidio.
EX AGENTI E MILITARI NELLE RONDE
Il dl di 12 articoli approvato oggi regolarizza, di fatto, l'esistenza delle ronde cittadine. I sindaci potranno infatti avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini non armati per segnalare eventuali problemi alle forze dell'ordine.
"Finalmente si regolamenta in modo chiaro, trasparente ed efficace la presenza dei volontari della sicurezza... Noi vogliamo passare dalla ronda 'fai da te' ai volontari della sicurezza che possono svolgere questa attività con regole ben precise", ha commentato il ministro dell'Interno Roberto Maroni in conferenza stampa.
Le associazioni di volontari - non pagati, ha sottolineato - saranno iscritte in elenchi tenuti dalle Prefetture.
Su proposta di An, poi, è stato deciso che per le ronde "debbano prioritariamente essere utilizzate associazioni di carabinieri in congedo, poliziotti in pensione" e così via.
Entro due mesi il ministro dell'Interno emanerà un decreto per determinare ambiti operativi delle ronde, requisiti per l'iscrizione negli elenchi e modalità di tenuta di tali elenchi.
RISORSE PER 100 MILIONI DI EURO
Il decreto prevede nuove risorse per il presidio del territorio, come ha spiegato Maroni.
"Il piano straordinario di presidio del territorio... contiene anche l'assegnazione immediata al ministero dell'Interno di risorse per 100 milioni di euro".
Questo, ha precisato il ministro, consentirà entro il 31 marzo l'avvio delle "procedure di assunzione di circa 2.500 unità di polizia, carabinieri, forze dell'ordine da utilizzare per questo piano straordinario".
L'opposizione ha bollato il decreto come propaganda, mentre il Vaticano ha detto che il governo ha "abdicato allo stato di diritto" introducendo le ronde cittadine.
"Non è la strada da percorrere", ha detto monsignor Agostino Marchetto, segretario del Pontificio consiglio dei migranti.
"VIOLENZE DIMINUITE NEL 2008 ANCHE A ROMA"
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha sottolineato che il dl si è reso necessario per "il clamore di alcuni fatti (che) è stato grande".
Tuttavia, ha sottolineato il premier, "rispetto al 2006 e 2007, nel 2008 c'è stato un calo intorno al 10% di questi episodi di violenza anche a Roma, perché c'è stato un pattugliamento diffuso in zone pericolose e anche l'utilizzo dei militari".
IMMIGRATI, SALE A 6 MESI PERMANENZA NEI CIE
Il decreto varato oggi innalza a sei mesi, dagli attuali due, il periodo massimo di permanenza degli immigrati irregolari nei Centri di identificazione ed espulsione (Cie).
"Potremo trattenere nei centri fino a sei mesi i clandestini per procedere alla loro identificazione per ottenere il nullaosta al rimpatrio da parte dei Paesi di appartenenza", ha spiegato Maroni.
Il titolare del Viminale ha precisato che la norma anticipa il contenuto di una direttiva europea in materia di rimpatri che prevede il trattenimento nei Cie quando manca la collaborazione del cittadino straniero a fornire elementi certi di identificazione, o quando il Paese terzo ritarda la trasmissione dei documenti.
"Molto spesso l'identificazione avviene rapidamente, ma le procedure per il rilascio del nullaosta sono così lunghe che i due mesi non sono sufficienti", ha aggiunto il ministro.
(Da yahoonotizie)

VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA

sabato 21 febbraio 2009

Tanto per Ridere... Buon divertimento a tutti!!!



Sabato 21 Febbraio alla Skalunata Pub non poteva mancare la festa in maschera.Ammirate i carri ,ballate in piazza....e dopo la mezzanotte ci vediamo alla Skalunata Pub!!!
Ingresso free,drinkcards,copiose quantita' di gadget and free night shots!!!Dj Mercuio and J&G voice vi faranno danzare e cantare. Vi aspettiamo.
Inoltre...Proclamazione di Miss Facebook Carnevale di Sciacca 2009, ideato da sciacca.blogolandia.it.Venite a scoprire chi tra Katherine blò, Giovanna Marchese e Diana Toto sarà la reginetta della prossima edizione.Vi aspettiamo numerosi sotto il palco di Piazza Angelo Scandaliato DURANTE L'ESIBIZIONE DEL PEPPE NNAPPA
Sarà una lunga Notte... Buon divertimento a tutti!!!

venerdì 20 febbraio 2009

Sciacca su Rai2, alla "Storia siamo noi"

Nella puntata de “La Storia siamo noi” andata in onda ieri sera (giorno 18,ndr) in seconda serata su Rai2 e condotta dal giornalista Minoli è stata più volte citata la città di Sciacca.
Purtroppo non per aspetti positivi. La trasmissione infatti era dedicata alle numerose costruzioni incompiute presenti nell’Italia Meridionale.
Partendo dall’esempio macroscopico dell’autostrada che non c’è, la tristemente famosa “Salerno-Reggio Calabria”, si è giunti a parlare dei dissesti economici di molti Comuni, in primis quelli di Taranto e Catania, per arrivare infine ad analizzare i casi presenti in Sicilia.
Sciacca, al pari della città di Giarre, è stata più volte indicata come la città sovrana in materia di opere incompiute e finanziate con fondi pubblici.
E’ intervenuto il giornalista Alberto Montalbano e l’attenzione si è concentrata sulle piscine comunali, sull’ormai famoso Teatro Samonà, sulla Casa di Riposo per Anziani sita alla Perriera, sulla Chiesa collocata nello stesso quartiere, sullo Stadio “Gurrera” progettato per ospitare fino a ventimila persone (per una città che ha quarantamila abitanti) e mai entrato completamente in funzione, tutte opere in attesa di realizzazione da circa trent’anni.
Il fenomeno delle incompiute è stato ripetutamente presentato come “il simbolo dell’ingerenza della criminalità e della delinquenza presente nel territorio” e come “il simbolo dell’incapacità e della connivenza della politica”.
Sicuramente dei temi sui quali riflettere. Approfonditamente.

Comunicato Stampa dell'MPA di Sciacca


Ricevo e pubblico il presente Comunicato Stampa redatto dalla sezione cittadina dell'MPA (Movimento per l'Autonomia)


COMUNICATO STAMPA

Il Movimento per l’autonomia di Sciacca, in considerazione delle elezioni amministrative, per il rinnovo del Consiglio Comunale e del Sindaco, e Politiche per il rinnovamento del Parlamento Europeo, ha esaminato il percorso politico da seguire affinchè la città di Sciacca abbia una amministrazione capace di rilanciarla ed un sindaco che sia espressione del sentire comune dei saccensi.
Lo stesso Sindaco, dovrà raccogliere i consensi di coerenza politica di appartenenza ad uno schieramento.
L’anomalia politica dell’ultimo quinquennio ha visto assieme il Centro Destra di Sciacca governare la città con gli assessori di IDV in contraddizione con la linea politica Berlusconiana e con la linea politica di Di Pietro.
Alla fine di questa esperienza amministrativa il Movimento per L’Autonomia di Lombardo che in Provincia è guidato dall’On.le Ass.re Roberto Di Mauro, ritiene di non voler partecipare a questa contraddizione politica.
Sentita inoltre l’intervista rilasciata dal Segretario Provinciale del Partito di Di Pietro e Messina, che fa seguito ad altre dichiarazione del Sindaco Turturici rilasciata alla stampa recentemente, dalla quale si evince di voler continuare questa anomala alleanza con il partito di Di Pietro (anche se mascherata dall’emblema della Lista Civica), il Movimento Per L’autonomia, ritiene che queste interviste costituiscono una lacerazione che ostacola ogni trattativa di compattamento per le prossime elezioni amministrative.
Il Movimento Per L’Autonomia, prende atto di quanto sopra, delle arroganti interviste e dichiara di voler intraprendere un percorso “AUTONOMO”, rispetto alle coalizioni in campo con un proprio candidato ed una propria coalizione, aprendo a tutte le forze produttive, sociali e democratiche, ponendo alla base la risoluzione di alcune problematiche che attanagliano la nostra città, come la mancanza di parcheggi, la riapertura delle Terme e la restituzione delle stesse alla città, la gestione comunale del servizio idrico per l’abbattimento dei costi, la definizione del PRG che è ancora bloccato da 5 anni, ecc.

Il segretario Avv. Carmelo Brunetto

giovedì 19 febbraio 2009

Benvenuti al Carnevale di Sciac... ops...di Cento!

Come ogni anno, scatta il count down per il carnevale, non solo per il nostro, ma anche per quello di Cento, per vedere quale carro di Sciacca sfilerà per le vie della città ferrarese.Siamo, infatti, ormai abituati a vedere nelle tv nazionali immagini di carri saccensi che sfilano durante il suddetto carnevale.
Da alcune foto di quest’anno, tratte da www.carnevale-cento.it:
e Da un attento esame, riusciamo a contare i pezzi di ben 4 carri di Sciacca (“Nelle mani di re scorpione”,”Reality show”,”Ieri, Moggi e domani” e “Siamo alla frutta”). C’è anche spazio per una vecchia conoscenza, il sub di “Tra il dire e il fare”.
Nel 2006 avevamo assistito ad una polemica sorta tra il nostro attuale primo cittadino, Mario Turturici, e gli organizzatori del carnevale di Cento, ben più rinomato del nostro. Tema centrale dell’accusa: l’acquisto da parte dei centesi (in particolare di una associazione) di pezzi, o addirittura interi carri di Sciacca e la successiva sfilata in quel di Cento. Non ci sarebbe nulla di male, anzi sarebbe motivo di orgoglio, se non fosse per il fatto che il visitatore non sa che realmente quei pezzi provengono dal nostro carnevale, ma sono presentati come made in Cento.Nei mesi precedenti la festa, infatti, si possono ammirare nei vari siti i preparativi, che in realtà consistono in ritocchi. Per di più lo stesso carnevale viene definito “carnevale d’Europa” e il visitatore paga un ticket d’ingresso, anche per vedere il nostro carro. A loro volta i centesi rivendono i pezzi ad altri carnevali del nord Italia.La suddetta polemica è caduta nel dimenticatoio, con la risposta centese che non c’è nulla di male e che comunque è sempre una buona pubblicità per i nostri carristi.Ci sorge un dubbio però, di quando in quando si fa pubblicità non precisando la provenienza?Effettivamente, in assenza di un vero regolamento, tutto ciò è lecito e non siamo contrari a tale compravendita, che permette ai nostri carristi di ripagarsi gli sforzi immani di mesi e mesi di lavoro in condizioni fatiscenti.Ma ci piace meno il fatto che il nostro carnevale non goda della giusta pubblicità, ma anzi che contribuisca alla pubblicità di altri. Tutto ciò, a nostro avviso, si potrebbe risolvere con l’introduzione del suddetto regolamento che imponga un marchio e chiunque voglia acquistare i nostri pezzi, dovrà precisarne la provenienza. Ci auguriamo anche che, una volta costruiti i fantomatici capannoni (da tempo annunciati), i nostri carri possano rimanere nella nostra città, esposti per tutto l’anno dentro tali strutture, per portare pubblicità al nostro carnevale.
(da laltrasciacca.it)

La resa dei conti: Miss Facebook Carnevale di Sciacca 2009

E’ arrivato il primo momento tanto atteso per coloro che hanno seguito con interesse e divertimento il concorso online Miss Facebook Carnevale di Sciacca 2009.
Eccovi i nomi (in ordine alfabetico) delle tre finaliste, tutte saccensi, che saliranno sul palco di piazza Angelo Scandaliato sabato 21.
Kathrine Blò - Giovanna Marchese - Diana Toto.
Eccovi, inoltre, altre tre posizioni. Al quarto posto è arrivata la saccense Roberta Messina; al quinto l’ucraina Olga Carando ed al sesto un’altra saccense, Rosaura Di Caro.
Dopo l’annuncio del podio che salirà sul palco di Piazza Scandaliato per la proclamazione della reginetta, vi comunichiamo qualche dettaglio in più, venuto fuori dal conteggio e successiva verifica dei voti.
A tal proposito, ricordiamo che la giuria è stata di tipo popolare ed è stata composta da tutti gli utenti iscritti al relativo gruppo facebook.
In totale hanno votato circa 600 utenti per un totale di 763 preferenze. La terzina del podio, ripetiamo, è composta da (in ordine alfabetico) : Kathrine Blò, Giovanna Marchese, Diana Toto. Di queste ultime non possiamo dire il numero dei voti, altrimenti vanificheremo la proclamazione ufficiale di sabato, ma vi facciamo subito un resoconto per le altre candidate:
Roberta Messina 67 Olga Carando 55 Rosaura Di Caro 51 Alessandra Catanese 48 Maria Grazia Maniscalco 36 Eleonora Prigioni 14 Antonella Calascibetta 10 Elisabetta Alioto 9 Valentina Guzman 9 Maria Rita Saccone 7 Serena Randazzo 5 Arianna Quartararo 5 Debora Soldano 3 Ilaria Taglialatela 2 Ilaria Biondo 2 Adriana Friscia 2 Vali Gabrieli 0
Ci preme ringraziare tutte le ragazze che hanno partecipato, soprattutto quelle che non faranno parte del podio, che hanno colto lo spirito di gioco svoltosi tra virtuale e realtà, sfidando i timori e le critiche….a tutte loro un grande GRAZIE! da tutto lo staff.

Progetto Sciacca.blogolandia.it

mercoledì 18 febbraio 2009

Comunica col Palco durante il Carnevale di Sciacca 2009


Da un paio di anni, è stato istituito, su idea di Salvatore Monte (direttore di palco), un nuovo servizio che permette a chi non è presente alla festa di esserne partecipe ugualmente.
E’ possibile infatti contattare tramite email o msn il seguente indirizzo: carnevaledisciacca@hotmail.it
Risulta già essere attivo e può essere sfruttato per mandare saluti, commenti, comunicazioni ecc ecc.

Questi ultimi verranno poi letti nel corso della serata dai presentatori sul palco.
Un servizio innovativo e particolare che vi invitiamo a sfruttare!
Invitiamo tutti a divulgare tale contatto!

(Sciacca.blogolandia.it)

VIA LA MASCHERA

A distanza di quattro mesi dalle prossime elezioni comunali, lo scenario politico locale non riesce ancora a ben delinearsi né a far cogliere ai futuri elettori le linee guide dei vari programmi da dedicare alla crescita ed allo sviluppo di Sciacca.
Se l’attuale primo cittadino, Mario Turturici, ha già più volte affermato di essere in campagna elettorale e di ricandidarsi a prescindere dalle scelte del proprio partito, la stessa cosa non si può dire per le altre compagini politiche saccensi.
Al di là delle voci e dei sentito dire, poco si muove di concreto e soprattutto di ufficiale.
La notizia principale riguarda il partito dell’MPA che ha recentemente deciso di non appoggiare Mario Turturici se questi non scioglierà la sua alleanza con la Lista Messina e di conseguenza con l’onorevole, inserito nel partito dell’Italia dei Valori. Questa diatriba politica sembra essere davvero insormontabile: “non appoggeremo mai un’alleanza che preveda la presenza di un partito che a livello regionale e nazionale si trova all’opposizione e si mostra lontano dalle esigenze dell’MPA”. Queste, nel sunto, le dichiarazioni dei leader autonomisti Di Mauro e Brunetto.
Dal proprio canto, la compagine alla quale fa capo l’ex sindaco Ignazio Messina non ha sciolto tutte le riserve: qualcuno è sicuro che l’alleanza con l’attuale sindaco proseguirà, altri che si cercheranno scappatoie per rinunciarvi, con grosso sollievo politico da una parte e dall’altra.
Si sta un po’ delineando, per quanto riguarda questo scontro tra MPA e Lista Messina, quello che avevamo scritto dalle pagine del nostro giornale qualche numero fa: sono gli indecisi, sono questi partiti che potrebbero far oscillare in maniera decisa e decisiva la bilancia delle prossime elezioni verso l’uno o l’altro candidato.
Al momento, nel gioco delle alleanze, si è dimostrato che un partito esclude l’altro: dovrebbe essere Mario Turturici a prendere la decisione definitiva e scegliere con quale dei due partiti andare avanti.
L’MPA non ha vissuto dall’interno l’esperienza amministrativa degli ultimi cinque anni ma sicuramente rappresenta un grosso bacino di voti come si è potuto verificare alle ultime tornate regionali e provinciali. La Lista Messina invece ha fatto parte dell’attuale maggioranza e si è dimostrata alleato sicuro ed affidabile ma il conflitto ideologico e politico sembra essere sempre più marcato a livello nazionale ed al di là dei rapporti interpersonali potrebbe risultare decisivo. Inoltre su temi fondamentali e che saranno oggetto di campagna elettorale quali la pubblicizzazione dell’acqua, le terme, il rischio di accorpamento della nostra azienda ospedaliera per quanto concerne la sanità locale, la gestione della quotidiana amministrazione, i due vecchi alleati sembrano pensarla, stando alle loro stesse dichiarazioni, in maniera diametralmente opposta.
Insomma, entrambi i partiti presentano dei pro e dei contro che nel programma elettorale del sindaco uscente dovranno certamente essere tenuti in conto.
A tutto questo potremmo aggiungere che Sciacca è in attesa di conoscere l’alternativa, di comprendere cosa vuole il PD locale e quando e come intende realizzarlo. I nomi anche in questo caso sono tanti ma non vogliamo dar seguito alle chiacchiere da bar, almeno fin quando non conoscere qualcosa di ufficiale al riguardo.
In tutto questo scenario politico, continuamente in itinere, si muovono anche le associazioni e quello che esse possono venire a rappresentare. Negli ultimi mesi e, in generale negli ultimi anni, l’associazionismo ha mostrato la parte attiva della cittadinanza, quella parte che, lontana dai giochetti delle segreterie politiche, preferisce muoversi, subito e nel concreto. Siamo curiosi di vedere e di stare a vedere quello che accadrà con queste compagini, se e da quali partiti saranno avvicinate, se e in che modo saranno affascinate dalla visibilità politica, quando e come intenderanno supportare un progetto che, lo ricordiamo, dovrà assolutamente scontrarsi con la nuova legge elettorale ed il famoso sbarramento del 5%.
Tale legge darà il colpo di grazia ai tentativi meno organizzati e tanta gente, nonché validi elementi di crescita politica, potrebbero venirsi a bruciare inutilmente: sta alla competenza ed all’intelligenza dei singoli capire quanto e come muoversi nella consapevolezza che sarà battaglia dura e senza esclusioni di colpi e ciò diverrà sempre più visibile non appena ci avvicineremo spediti alla data del 6 e 7 giugno, giorni delle votazioni previsti tanto per le nostre elezioni comunali quanto per il rinnovo del parlamento europeo.
Da qui alle prossime settimane, e soprattutto dopo la conclusione dell’edizione 2009 del carnevale nostrano, il dovere di tutti gli operatori politici sarà quello di gettare la maschera poiché tutta la cittadinanza saccense ha il sacrosanto diritto di venire informata prima e per bene di ogni singolo progetto politico e di valutare con lungimiranza e criticità ogni singola candidatura a sindaco.
Solo così Sciacca ed i saccensi potranno crescere, solo così potremo tutti far parte di una grande città, centro di dibattito e di sviluppo comune.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

martedì 17 febbraio 2009

Stanotte la proclamazione delle 3 finaliste di "Miss Facebook Carnevale di Sciacca 2009"

A mezzanotte è stato dichiarato lo stop alle votazioni. Oggi è il giorno dello “spoglio”, mentre stanotte saranno online qui e sul gruppo del social network le tre finaliste del concorso Miss Facebook Carnevale di Sciacca 2009, il cui podio sarà definito sul palco di piazza Angelo Scandaliato sabato 21. Ricordiamo che sarà il sindaco di Sciacca, Mario Turturici, ad incoronare la vincitrice.
La battaglia è stata molto accesa, soprattutto nei piani alti della graduatoria. Gli “exit-polls” testimoniano uno scarto di voti ridottissimo tra le prime candidate, per cui si è reso necessario il riconteggio dei voti in un solo giorno.
Sciacca.Blogolandia.It ne approffitta per ringraziare tutti coloro che hanno collaborato attivamente (con molto dispendio di tempo) all’organizzazione e alla moderazione del concorso online. C’è stato anche l’apporto di elementi esterni all’urban blog, che ricordiamo con piacere e cortesia: Salvatore Interrante, Gloria Perin, Silvia De Filippi e Alessandro Curreri.
E si ringraziano tutti i 1438 iscritti al gruppo e soprattutto le 21 candidate al concorso, che hanno dimostrato di avere carpito al meglio lo spirito goliardico dell’iniziativa, che ha voluto fare da apripista alla 109° edizione del Carnevale di Sciacca.
(Progetto Sciacca.blogolandia.it)

Intervista a Fabrizio Di Paola: "Tutto da verificare."

Tutte le volte che ci si appresta ad una tornata elettorale, sia che si tratti di elezioni regionali, provinciali o locali, il suo nome torna sempre prepotentemente alla ribalta. Cosa c’è di vero nelle voci che la vogliono essere tra i possibili candidati a sindaco della città di Sciacca?
Allo stato attuale sinceramente non c’è nulla. Il tema non può essere affrontato personificando la questione ma spostandola sul piano politico. Urge la necessità di aprire un tavolo di discussione per verificare le alleanze e sceglierne i termini. Solo successivamente si potrà decidere.
Il consigliere comunale Alfredo Ambrosetti, esponente del suo stesso partito, ha affermato recentemente che “l’UDC a Sciacca è Mannino e Mannino non appoggerà la ricandidatura di Turturici”. Qual è la sua posizione in merito a questa questione?
L’UDC ha nel suo seno un rappresentante nazionale come l’onorevole Mannino ma il partito non è solo lui, comprende altre ed importanti componenti. La decisione della componente manniana del partito di andare all’opposizione è stata unilaterale e personalmente non mi ha trovato d’accordo poiché, a mio parere, l’esperienza all’interno di questa maggioranza andava conclusa anche nel rispetto del mandato sancito dagli elettori nel 2004. Sul futuro invece nulla è escluso, si può decidere di appoggiare l’attuale sindaco così come può accadere quello che ha dichiarato il consigliere Ambrosetti.
Da osservatore esterno, come giudica il conflitto politico che si sta venendo a creare a livello locale tra l’MPA e la Lista Messina? L’una esclude l’altra in merito alle future alleanze?
L’MPA ha posto e pone sicuramente un problema politica legittimo, è difficile fare coincidere certe alleanze quando invece a livello provinciale, regionale e nazionale si sta da tutt’altra parte, si è una forza di opposizione. E’ un problema politica che toccherà al sindaco risolvere.
Quali sono le direttive principali, a suo avviso, per poter salvare e rilanciare l’intero nostro patrimonio termale?
Sulle Terme bisogna intervenire urgentemente e dare corso, se si ritiene di dover proseguire sulla strada della privatizzazione, al disegno di legge che acceleri le procedure per trovare presto un partner privato e gli consenta di entrare presto nelle quote della S.p.A. Occorre fare in fretta anche perché, allo stato attuale delle cose, tutto si trova nel limbo: il CDA sta per decadere dal suo mandato, la maggior parte dei dipendenti delle terme sono già state trasferiti presso gli uffici regionali, non c’è e non si ravvede un programma chiaro sul futuro delle Terme.
Cosa pensa al riguardo dell’attuale gestione del nostro servizio idrico?
Purtroppo noi siamo tra quelli che hanno subito il processo di privatizzazione dell’acqua che non garantisce una gestione efficace delle nostre risorse o quantomeno non è in linea con le nostre aspettative. L’Acqua è per antonomasia un bene comune pubblico e temo che l’attuale stato di cose possa gravare sui cittadini sotto forma di aumento dei costi della gestione del servizio idrico. Tengo però a sottolineare che il nostro Consiglio Comunale in merito ha tenuto un ruolo di responsabilità ed ha espresso con chiarezza la volontà di una riforma della Legge Galli la quale al momento, certamente, non può soddisfarmi.
Qual è il bilancio che si sente di tracciare della sua esperienza alla guida della Presidenza del consiglio comunale di Sciacca?
Ho avuto spesso modo di dire che si è trattata sicuramente di una esperienza positiva. Il consiglio comunale è stato per lunghi periodi troppo ingessato a causa delle contrapposizioni politiche ed il dibattito ne ha risentito e si è spesso incancrenito. Abbiamo raggiunto tuttavia degli ottimi risultati, basti pensare al nuovo Statuto comunale o a quanto fatto per la regolamentazione dell’edilizia, per la consulta sullo sport, abbiamo migliorato la funzionalità dell’organismo in quanto istituzione. E’ fuor di dubbio poi che si poteva anche fare di più.
Come giudica la situazione della sanità locale ed i rischi spesso paventati di accorpamento delle aziende ospedaliere?
Mi sento di tracciare più una valutazione generale sulla sanità siciliana. Ritengo che sia un dovere provare a contenere o meglio a razionalizzare la spesa sanitaria. Per quanto riguarda invece l’accorpamento, esso da un lato non mi preoccupa ma dall’altro si creerebbero degli organismi troppo mastonditici per i quali non sempre i manager avrebbero la competenza o potrebbero essere attrezzati ad intervenire. La nostra USL territoriale per esempio contiene in sé un territorio già vastissimo e l’amministrazione attuale dello stesso non mi pare propriamente efficace.
Alla luce delle ultime tragedie successe sulle nostre strade ma non fermandosi solamente ad esse, non ritiene che siano urgenti degli interventi mirati per migliorarne la sicurezza?
Assolutamente sì. Occorre fare uno sforzo complessivo che riguardi la sicurezza delle nostre strade ma anche gli interventi statali devono essere concreti e decisi. La messa in sicurezza delle nostre arterie stradali è una questione antica, basti pensare che nella nostra provincia di Agrigento mancano le autostrade e le strade esistenti sono tra le meno sicure. La richiesta di interventi statali si scontra in maniera chiara con questo tipo di federalismo fiscale: la crescita del sud viene pregiudicata, la nostra stessa autonomia è in pericolo. La Regione Sicilia dovrebbe esaminare attentamente questo decreto legge e poi valutare come comportarsi di conseguenza.
Quanto lei è innamorato di Sciacca?
Si tratta, mi creda, di un amore non quantificabile così come lo è per ogni cittadino saccense che vive e lavora in questa città. Questo amore mi ha sostenuto nei miei venti anni di attività politica, dove ho sempre cercato di portare avanti gli interessi del territorio e della gente. Ed è sempre con lo stesso amore che, pur nelle alterne vicende, sono stato sempre ripagato dal consenso dei cittadini.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

lunedì 16 febbraio 2009

Nulla In Italia è impossibile...

Marco Travaglio - Passaparola del 09-02-2009 - La terza Repubblica di Berlusconi

Nel 2002 la Corte Costituzionale, più della Cassazione se così possiamo dire, ribadì per la seconda volta, dopo averlo già detto nel 1994, che i privati non possono avere più di due reti televisive generaliste sull'analogico terrestre, cioè sul telecomando normale che uno sintonizza accendendo la televisione, e che quindi Rete4 era eccedente rispetto alle reti Mediaset, e che quindi Mediaset la doveva vendere o mandare sul satellite.Già nel 1994 si era detto questo, ma nel 1994 la Corte sperava che i governi avrebbero eseguito quella sentenza senza batter ciglio.Invece, i governi di destra e di sinistra succedutisi da allora se ne infischiarono e la Corte nel 2002 tornò a fissare quella imposizione, mettendo anche un termine ultimo entro il quale si sarebbe dovuto rispettare tutto ciò. Mise come ultimatum il 31 dicembre 2003: se entro quella data Rete4 non fosse passata sul satellite liberando le frequenze sull'analogico terrestre, quelle che dovrebbero andare a Europa7 di Francesco Di Stefano, sarebbe stata spenta. Il segnale analogico di Rete4 sarebbe stato spento e Berlusconi avrebbe perso all'istante tutti i soldi della pubblicità incassata da parte degli inserzionisti che, ovviamente, la pubblicità su Rete4 la fanno perché sanno che la vedono tutti.Se sapessero che la vedono solo quelli che hanno il satellite evidentemente o non la farebbero o la pagherebbero molto meno, perché quelli che vedono il satellite sono pochi rispetto a quelli che vedono l'analogico.A quel punto, il governo Berlusconi II varò la legge Gasparri, che con un papocchio che non sto qui a ricordare – si basava sulla bufala del digitale terrestre di cui Grillo ci ha raccontato di tutto e di più con largo anticipo – sosteneva che, essendoci ormai il digitale alle porte che avrebbe moltiplicato i canali, che i media ormai erano talmente tanti da rendere quasi marginale la televisione analogica, quelle piccole tre reti di Berlusconi non facevano più problema perché erano una goccia nel mare.La legge era totalmente incostituzionale, Ciampi non la firmò. Era il 15 dicembre del 2003, mancavano 15 giorni alla scadenza ultima.A questo punto, il governo Berlusconi con la firma di Berlusconi proprietario di Rete4, varò un decreto legge che prorogava il termine per Rete4 sine die, in attesa che venisse varata la legge Gasparri bis che un po' impapocchiata e modificata rispetto a quella prima, comunque sarebbe passata perché Ciampi difficilmente avrebbe osato bocciarla la seconda volta, anche se avrebbe potuto farlo in quanto era stata cambiata e quindi non era più la stessa.Così, a Natale 2003, Berlusconi firmò un decreto che salvava la televisione di Berlusconi, neutralizzando una sentenza della Corte Costituzionale.Si può immaginare qualcosa di più incostituzionale? Un decreto che neutralizza una sentenza della Corte Costituzionale, firmato dallo stesso beneficiario del decreto.Apoteosi. Ciampi la firmò, il decreto entrò in vigore e così il 31 dicembre Rete4 continuò felicemente a trasmettere e così nei mesi successivi, fino ad Aprile 2004 quando la legge Gasparri 2, di nuovo firmata da Ciampi, cancellò definitivamente gli effetti della sentenza della Corte Costituzionale, consentendo l'ennesima fase transitoria illimitata a Rete4, in attesa del messia, cioè del digitale terrestre, che era previsto nel 2006 e non l'abbiamo ancora in vigore oggi. Per fortuna perché, come si è visto in Sardegna, non funziona, era una truffa.Questo c'è, come precedente. Già è successo che una sentenza definitiva della Corte Costituzionale sia stata neutralizzata, così come è stata neutralizzata quella della Corte Europea di Lussemburgo che aveva stabilito, un'altra volta, il buon diritto di Europa7 ad avere frequenze e il buon diritto dello Stato italiano a liberare il mercato delle frequenze dalla presenza, sull'analogico, di Rete4.Non è da oggi che Berlusconi annulla le sentenze sgradite. A furia di farlo, e a furia di non trovare ostacoli – adesso ha trovato il Quirinale – vedremo se il Quirinale firmerà o meno il disegno di legge.

Maurizio Crozza - Ballarò del 10-02-2009 - Chi vuol cambiare il Vangelo?


Vauro e le sue vignette ad Annozero, del 6-11-08

domenica 15 febbraio 2009

Il Mio Testamento B...erlusconico

" Io Sottoscritto Calogero Parlapiano, nato a Sciacca il 03-06-1983, persona Pigra, Sensibile ed a volte Incostante, nella Totalità delle mie capacità PsicoFisiche, allo scopo di salvaguardare la mia dignità di Cittadino residente in Paese PseudoDemocratico, provo con il Presente Scritto ad effettuare TESTAMENTO BERLUSCONICO.

Perché qualora domani subissimo attacco alieno o si sciogliesse un Iceberg di troppo, vorrei avere in qualche modo ufficializzato il mio ribrezzo nei confronti dell' Esecutivo Bananas.
Non considero Dignitoso il Lodo Alfano, ottenuto anche grazie al ricatto della "Ti blocco 100.000 Processi", e sfregio gravissimo al volto della Costituzione Italiana. Ferita tutt'ora viva, se in fase di medicazione ce lo dirà la Consulta.
Non considero Dignitose molte delle continue esternazioni del Cavaliere. Non ho potuto tollerare la Barzelletta sui Lager Nazisti (peraltro in pieno conflitto Israelo Palestinese). Non l'affibiazione del termine "Sovietico" alla gloriosa Costituzione Italiana. Non, e tutt'ora sono vittima d'improvvisi conati di vomito, la dichiarazione secondo cui la Englaro, dopo 17 anni di stato vegetativo, avesse "un bell'aspetto ... dotata di funzioni vitali come le Mestruazioni, e quindi ancora in grado di concepire un figlio ... con la capacità di potersi risvegliare".
Non considero Dignitosi i Tagli Miliardari alle Forze dell'Ordine, per poi trovarci 4 Militi in Piazza, all'Università ed alla Ricerca, vorticosamente risucchiate nella Prima Regressione Culturale dell'Italia repubblicana.
Non dignitosa la Malefica Gestione di Alitalia. Non dignitosa la capacità del Premier di tarpare le ali ad un Imprenditore Onesto, Di Stefano, e bloccargli, sono oramai 10 anni, l'acquisito diritto di mandare in onda il proprio canale televisivo (e magia delle magie, a noi la Multa!).
Non dignitoso il fatto che al posto di Europa 7 ci sia Emilio Fede, che nonostante l'abusività e la quotidiana inadeguatezza intellettuale e professionale, si prende persino le libertà di ironizzare sulla Scorta di Saviano o sulla futura Carriera di Beppingo Englaro.
Non considero Dignitosa la "Politica del Tentativo": una condotta istituzionale che consente al Premier ed alla sua Corte di lanciare bombe legislative, per poi ritrarre la mano qualora scatenassero la collera popolare. Mi riferisco alla già citata "Blocca Processi", alla "Salva Manager", alla "Salva/Chiudi Blog" alle "Classi Separate" per gli studenti immigrati, alle "Impronte ai bambini Rom".
E relativamente all'operazione "Xenofobia nascosta", tutt'ora in atto, non considero Dignitosa la possibilità per i medici di "Denunciare i Pazienti Clandestini", nè l'aumento per il rinnovo del Permesso di Soggiorno, il "Reato di Clandestinità", nè la voglia di "Cattiveria" del Ministro Maroni nei confronti dello Straniero (non vorrà mica nascondere il fatto che con il suo Esecutivo PdLeghista i clandestini siano quasi raddoppiati nel giro di un anno?)
Non considero Dignitoso il continuo rimando e depotenziamento della Class Action, al fine di salvaguardare gli interessi di una stretta cerchia di persone, e non quelli della collettività.
Non dignitoso l'attuale progetto per Riformare la Giustizia. Che tende a ridicolizzare il lavoro del Pm, ingabbiandolo in una dipendenza da Polizia Giudiziaria, e quindi da Esecutivo, incancrenendone la proverbiale indipendenza.
Non dignitosa la futura normativa in materia di Intercettazioni, che burocratizza e bagna le polveri di questo eccezionale strumento d'indagine. Non considero Dignitosa, in Repubblica Parlamentare, la patetica situazione in cui versa il Parlamento Italiano. Privato de facto della funzione legislativa (sulle 45 leggi totali 44 sono dell'Esecutivo, di cui 25 Decreti Legge ... e 11 fiducie), infettato da Deputati e Senatori (c'è uno studio) mai così anziani, con un mai così basso livello di istruzione, mai così pregiudicati ed indagati, mai così poco effettivamente scelti dal cittadino, dal Dopoguerra ad Oggi.
Non dignitosa la spesa di 500 mila euro per bacchettare le dita dei molti Pianisti con un sistema di voto ad impronte digitali, non dignitose le mortadelle in aula ed il costante disinteresse dei Parlamentari, sempre meno presenti, sempre più annoiati.
Ed infine, non considero Dignitoso il fatto che per riassumere 10 mesi di disastri ci voglia molto più spazio, e che questo Testamento non ci riesca pienamente.
Non dignitoso il fatto che concetti come "Conflitto di Interessi" e "Monopolio Mediatico", appaiano al cittadino come obsoleti, noiosi, virtuali, mentre agiscono REALMENTE sulle sue tasche, sul suo intelletto, sul suo quotidiano.
Non dignitoso che tutto questo, e molto di più, non basti ad un Popolo unico, acuto ed intelligente, a cambiare direzione.
S...Fiducioso per il Futuro, Calogero. "

se vi va, fate il vostro Testamento Berlusconico. Il nostro sdegno dev'essere ufficiale.