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martedì 17 febbraio 2009

Intervista a Fabrizio Di Paola: "Tutto da verificare."

Tutte le volte che ci si appresta ad una tornata elettorale, sia che si tratti di elezioni regionali, provinciali o locali, il suo nome torna sempre prepotentemente alla ribalta. Cosa c’è di vero nelle voci che la vogliono essere tra i possibili candidati a sindaco della città di Sciacca?
Allo stato attuale sinceramente non c’è nulla. Il tema non può essere affrontato personificando la questione ma spostandola sul piano politico. Urge la necessità di aprire un tavolo di discussione per verificare le alleanze e sceglierne i termini. Solo successivamente si potrà decidere.
Il consigliere comunale Alfredo Ambrosetti, esponente del suo stesso partito, ha affermato recentemente che “l’UDC a Sciacca è Mannino e Mannino non appoggerà la ricandidatura di Turturici”. Qual è la sua posizione in merito a questa questione?
L’UDC ha nel suo seno un rappresentante nazionale come l’onorevole Mannino ma il partito non è solo lui, comprende altre ed importanti componenti. La decisione della componente manniana del partito di andare all’opposizione è stata unilaterale e personalmente non mi ha trovato d’accordo poiché, a mio parere, l’esperienza all’interno di questa maggioranza andava conclusa anche nel rispetto del mandato sancito dagli elettori nel 2004. Sul futuro invece nulla è escluso, si può decidere di appoggiare l’attuale sindaco così come può accadere quello che ha dichiarato il consigliere Ambrosetti.
Da osservatore esterno, come giudica il conflitto politico che si sta venendo a creare a livello locale tra l’MPA e la Lista Messina? L’una esclude l’altra in merito alle future alleanze?
L’MPA ha posto e pone sicuramente un problema politica legittimo, è difficile fare coincidere certe alleanze quando invece a livello provinciale, regionale e nazionale si sta da tutt’altra parte, si è una forza di opposizione. E’ un problema politica che toccherà al sindaco risolvere.
Quali sono le direttive principali, a suo avviso, per poter salvare e rilanciare l’intero nostro patrimonio termale?
Sulle Terme bisogna intervenire urgentemente e dare corso, se si ritiene di dover proseguire sulla strada della privatizzazione, al disegno di legge che acceleri le procedure per trovare presto un partner privato e gli consenta di entrare presto nelle quote della S.p.A. Occorre fare in fretta anche perché, allo stato attuale delle cose, tutto si trova nel limbo: il CDA sta per decadere dal suo mandato, la maggior parte dei dipendenti delle terme sono già state trasferiti presso gli uffici regionali, non c’è e non si ravvede un programma chiaro sul futuro delle Terme.
Cosa pensa al riguardo dell’attuale gestione del nostro servizio idrico?
Purtroppo noi siamo tra quelli che hanno subito il processo di privatizzazione dell’acqua che non garantisce una gestione efficace delle nostre risorse o quantomeno non è in linea con le nostre aspettative. L’Acqua è per antonomasia un bene comune pubblico e temo che l’attuale stato di cose possa gravare sui cittadini sotto forma di aumento dei costi della gestione del servizio idrico. Tengo però a sottolineare che il nostro Consiglio Comunale in merito ha tenuto un ruolo di responsabilità ed ha espresso con chiarezza la volontà di una riforma della Legge Galli la quale al momento, certamente, non può soddisfarmi.
Qual è il bilancio che si sente di tracciare della sua esperienza alla guida della Presidenza del consiglio comunale di Sciacca?
Ho avuto spesso modo di dire che si è trattata sicuramente di una esperienza positiva. Il consiglio comunale è stato per lunghi periodi troppo ingessato a causa delle contrapposizioni politiche ed il dibattito ne ha risentito e si è spesso incancrenito. Abbiamo raggiunto tuttavia degli ottimi risultati, basti pensare al nuovo Statuto comunale o a quanto fatto per la regolamentazione dell’edilizia, per la consulta sullo sport, abbiamo migliorato la funzionalità dell’organismo in quanto istituzione. E’ fuor di dubbio poi che si poteva anche fare di più.
Come giudica la situazione della sanità locale ed i rischi spesso paventati di accorpamento delle aziende ospedaliere?
Mi sento di tracciare più una valutazione generale sulla sanità siciliana. Ritengo che sia un dovere provare a contenere o meglio a razionalizzare la spesa sanitaria. Per quanto riguarda invece l’accorpamento, esso da un lato non mi preoccupa ma dall’altro si creerebbero degli organismi troppo mastonditici per i quali non sempre i manager avrebbero la competenza o potrebbero essere attrezzati ad intervenire. La nostra USL territoriale per esempio contiene in sé un territorio già vastissimo e l’amministrazione attuale dello stesso non mi pare propriamente efficace.
Alla luce delle ultime tragedie successe sulle nostre strade ma non fermandosi solamente ad esse, non ritiene che siano urgenti degli interventi mirati per migliorarne la sicurezza?
Assolutamente sì. Occorre fare uno sforzo complessivo che riguardi la sicurezza delle nostre strade ma anche gli interventi statali devono essere concreti e decisi. La messa in sicurezza delle nostre arterie stradali è una questione antica, basti pensare che nella nostra provincia di Agrigento mancano le autostrade e le strade esistenti sono tra le meno sicure. La richiesta di interventi statali si scontra in maniera chiara con questo tipo di federalismo fiscale: la crescita del sud viene pregiudicata, la nostra stessa autonomia è in pericolo. La Regione Sicilia dovrebbe esaminare attentamente questo decreto legge e poi valutare come comportarsi di conseguenza.
Quanto lei è innamorato di Sciacca?
Si tratta, mi creda, di un amore non quantificabile così come lo è per ogni cittadino saccense che vive e lavora in questa città. Questo amore mi ha sostenuto nei miei venti anni di attività politica, dove ho sempre cercato di portare avanti gli interessi del territorio e della gente. Ed è sempre con lo stesso amore che, pur nelle alterne vicende, sono stato sempre ripagato dal consenso dei cittadini.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

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