Quickribbon

martedì 10 febbraio 2009

Un Carnevale da Ri...dire

Il carnevale di Sciacca è alle porte. Mancano ormai pochi giorni all’inaugurazione del corteo mascherato, fatto di carri e divertimento, confusione ed allegria. Un momento atteso da tutta la comunità saccense. A dire il vero quest’anno l’organizzazione della festa sta andando un po’ a rilento ed il tempo stringe. Gli enti organizzatori non hanno ancora cominciato a muoversi per la pubblicità e per veicolare l’evento in tutte le sedi appropriate mentre i ragazzi delle associazioni sono invece alacremente al lavoro per poter ultimare in tempo utile le loro opere di cartapesta.
Solo da pochi giorni si è appreso che, oltre ai fondi comunali, anche la provincia di Agrigento e la regione Sicilia daranno il loro contributo economico nell’ordine rispettivamente dei diciottomila e dei centosessantamila euro. In tempo di vacche magre ogni aiuto rischia di diventare un’ autentica manna dal cielo.
Il carnevale saccense che, può vantare ben 109 edizioni, è di certo una delle feste più tradizionali non solo della Sicilia ma dell’intero panorama italico e risulta complicato di conseguenza accettare una così lenta e poco risoluta macchina organizzativa. Tutti i carnevali più famosi non smettono mai, in qualsiasi momento dell’anno, la promozione, le iniziative legate alla festa, il lavoro certosino e dettagliato di ogni minuzia. A Sciacca invece, così come in tanti altri momenti della vita cittadina, si naviga a vista, si scruta l’orizzonte nella speranza di poter condurre in porto tranquillamente ogni cosa, senza pretese, senza eccellere.
Oggi la nostra festa è un’alcova per giovani volenterosi a cui dovrebbe andare incessante il nostro ringraziamento poiché è solo grazie al loro lavoro ed alla loro passione che la baracca viene tenuta in piedi. Le vecchie maestranze, colme di esperienza e consapevoli del disinteresse comune della classe dirigente, hanno rinunciato da tempo a prendere parte alla manifestazione: quando anche i giovani si porranno certe domande cosa resterà del nostro carnevale?
Le associazioni attualmente all’opera si muovono in un contesto difficile, in strutture fatiscenti, prive di qualsiasi confort e senza avere la certezza che gli sforzi posti in essere abbiano la gratificazione tanto materiale quanto metereologica dato che, per tradizione, a carnevale di rado mancano gli acquazzoni.
Altro dettaglio poco incoraggiante riguarda la gestione dei fondi. Che siano pochi e che ci sia dietro una lunga trafila burocratica per ottenerli è fuor di dubbio, a maggior ragione quindi ciò dovrebbe stimolare gli enti organizzatori a ben distribuirli, investendo magari più sui passaggi televisivi e meno su fantomatici ospiti che poco hanno a che fare con la nostra festa ma che anzi, il più delle volte, fanno scena quasi muta sul palco limitandosi a qualche complimento ed altrettanti autografi.
Proprio nell’anno della riscossa dell’evento, proprio nell’anno del tanto desiderato ritorno della festa nella location del centro storico saccense, tutto pare avvicinarsi all’ora X del 19 febbraio senza grossi sussulti come se il vecchio interesse ed entusiasmo sia a poco a poco scemato nel tempo.
L’analisi delle cause porta spesso a chiedersi se sia ancora accettabile portare avanti tale manifestazione pur in assenza di regolari capannoni ed al contempo spendere quasi cinquantamila euro per la realizzazione del palco dove i gruppi si esibiscono, se sia giusto lasciare gli operatori del carnevale al loro destino salvo far partire i lavori di realizzazione dei carri in evidente ritardo, se il tutto debba risolversi in una mega festa paesana dove difficilmente il comune recupera quanto, con enormi sacrifici, finanzia, se sia corretto finalizzare ogni cosa al vino ed al panino con salsiccia e cipolla, se questo evento possa continuare a sopravvivere così com’è, nell’approssimazione generale.
Non c’è futuro senza una massiccia opera di ristrutturazione della festa e della macchina organizzativa, i tempi cambiano per tutti ma è ancora possibile veicolare le passate tradizioni nei moderni contesti. Se Bivona riesce a far pubblicizzare sulle reti Rai e Mediaset la sua “Pesca”, com’è possibile che Sciacca non ci riesca col suo carnevale? Quali contatti ci mancano? A quali virtuosi collegamenti promozionali e politici non riusciamo a dar sfogo? A questo il nostro carnevale doveva giungere? E perché?
Nessuno negli anni del maggiore boom carnascialesco lo avrebbe potuto immaginare.
Il carnevale quest’anno si svolgerà dal 19 al 24 febbraio: che siano giorni felici, attimi di spensieratezza, ore attraverso le quali tutta Sciacca possa per un istante fermarsi e sognare, scordare i problemi e la crisi, volare con la fantasia pur vivendo la realtà.
Poi si ci fermi a riflettere. Con onestà intellettuale e politica, con coscienza critica e consapevolezza dei propri limiti, si riuniscano seriamente tutti gli attori protagonisti del mondo carnascialesco locale e si prendano delle decisioni, serie, equilibrate, condivise, risolute.
Perché così, signori, non si va da nessuna parte.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

4 commenti:

Silvia ha detto...

Ok, allora, appena scrivo qualcosa di adatto lo mando! Ho già segnalato a qualche amico il concorso!

:-)

Calogero Parlapiano ha detto...

ottimo!
ti ringrazio davvero...
a presto allora. ciao!

Ale ha detto...

mi aspetto un bel servizio su questo carnevale :D

Calogero Parlapiano ha detto...

eheh e lo troverai grande Ale.
ci sentiamo presto.
ciao!