Quickribbon

martedì 29 luglio 2008

L'Anonimato della Disperazione

Dramma dell'immigrazione in alto mare a largo di Lampedusa. Due bambini di 2 e 4 anni sarebbero morti di stenti durante il viaggio della speranza attraverso il Canale di Sicilia. Stipati su un gommone sotto il sole cocente, con poca acqua e pochi viveri per affrontare la traversata, i due fratellini non sono riusciti a farcela. L'arrivo dei soccorsi degli uomini della Capitaneria di Porto è avvenuto parecchie ore dopo la tragedia, quando ancora l'imbarcazione on era troppo distante dalla costa nordafricana. A raccontare la tragedia, in lacrime, è stato il padre dei bambini, che ha assistito impotente all'agonia dei suoi figli. L'uomo non ha poi potuto opporsi alla scelta di gettare i corpicini dei piccoli nelle acque del Mediterraneo, in cui li ha visti sparire. Nello stesso barcone altri 74 extracomunitari, fra cui 11 donne, in condizioni di salute non buone. Un uomo ferito ad un piede, al mmento dell'arrivo dei soccorsi in mare versava in gravi condizioni anche a causa delle carenti condizioni igieniche dell'imbarcazione. Giunto nella maggiore delle Pelagie è stato immediatamente trasportato in elisoccorso all'ospedale di Palermo.Si tratta dell'ultimo soccorso in ordine di tempo avvenuto davanti alle coste lampedusane. Nel frattempo sono stati trasferiti nel centro di accoglienza dell'isola i 73 clandestini soccorsi nella notte a circa 70 miglia a sud di Lampedusa. Gli extracomunitari, intercettati dal pattugliatore Pica a bordo di due barconi, sono stati trasbordati su una motovedetta della Guardia costiera che li ha condotti in porto. Altri 79 clandestini sono stati intercettati dalla Guardia di Finanza su un gommone alla deriva.


E' l'ex Casa di riposo per anziani di contrada Isabella la struttura che a Sciacca ospiterà 150 extracomunitari minori e rifugiati politici, 15 dei quali la sera scorsa non sono rientrati. L'immobile, di proprietà della società cooperativa "Agape", è stato affidato in gestione alla cooperativa "Arcobaleno" di Marco Mustacchia che da anni si occupa di minori disagiati italiani e stranieri e che ora potrà incrementare il numero di persone assistite. La cooperativa Arcobaleno ha avuto finanziato dal ministero dell'Interno un progetto per assicurare ospitalità ad immigrati che, giunti dal centro di prima accoglienza di Lampedusa, chiedono asilo politico. Sono 50 nella prima fase gli immigrati che vengono ospitati in città, e assistiti da 30 operatori sociali. Poi diventeranno 150 ed avranno la possibilità di circolare liberamente in città in attesa che le autorità definiscano la loro posizione. Molti dei giovani ospiti della cooperativa "Arcobaleno" hanno anche frequentato nei mesi scorsi le scuole locali con appositi progetti pomeridiani e alcuni si sono già inseriti nel tessuto sociale. Lunedì prossimo, alle 9,30, nei locali della struttura di contrada Isabella, sarà presentato il progetto alla presenza del prefetto di Agrigento, Umberto Postiglione.Oggi il segretario generale del sindacato di Polizia Uilps ha ricordato che quindici immigrati ospitati nella struttura non sono rientrati e che occorre un aumento della dotazione di personale di Polizia per incrementare i controlli. (Da Agrigentonotizie.it)

La tragedia del'immigrazione. La tragedia continua dell'immigrazione. Famiglie, anzi popoli, disposti a tutto pur di cercare di trovare una condizione migliore di vita e spesso, invece, troppo spesso, ecco la morte. La morte che si presenta sotto forma di stenti, di fame, di annegamenti in un mare che molti di loro, la quasi totalità, non ha mai visto. Un mare, simbolo di speranza e di terrore al contempo, che divide e unisce nell'attesa di un lavoro o di ricongiungere persone le quali erano andate via tempo prima ed adesso...chissà, staranno aspettandoci e fatto fortuna.

Chi parte sa cosa lascia ma non sa cosa trova, e molti trovano la morte. Chi parte è disperato, di quella disperazione consapevole del fatto di non avere più carte da giocare nel proprio paese e vende ogni cosa e vende la casa e sa bene che quel viaggio deve portare a qualcosa poichè più nulla è rimasto, neanche quel poco, speso per un barcone, biglietto pagato alla speranza.

Dinanzi alle tragedie tremendamente quotidiane della disperazione risulta vano discutere sulle organizzazioni criminali che mantengono in piedi questo traffico umano, risulta inutile parlare delle responsabilità degli Stati di partenza, i quali troppo poco fanno per evitare questi viaggi, i quali nulla fanno per appianare i problemi interni che li riguardano, risulta gioco retorico disputare su regole, leggi, impronte dettate da chi "accoglie", e nella maggior parte dei casi, accoglie vittime, salme, tombe senza nome... già, l'anonimato della disperazione non ha colore, non ha codice fiscale, non ha prezzo, anzi si: il prezzo della vita, il prezzo della nostra vergogna.

Nessun commento: