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sabato 23 aprile 2011

Raffaele Lombardo in bilico?

Il Pd è pronto a mollare Lombardo che contrattacca: “O me o le urne”. E a sorpresa dichiara che potrebbe ricandidarsi col Terzo Polo. Situazione di stallo che rischia di paralizzare anche i lavori dell’Assemblea Regionale Siciliana

“E’ da escludere un cambio di maggioranza. La mia è una giunta tecnica in cui ognuno esprime le proprie competenze, quindi non c’è nessuna delegazione di partito da ritirare”. Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo, nel corso di una conferenza stampa convocata a Palermo per discutere del quadro politico regionale attuale alla luce dell’inchiesta antimafia della Procura di Catania che lo vede coinvolto.
“Non accetto lezioni di moralità da nessuno – ha aggiunto - e soprattutto da chiacchieroni che non sanno cosa sia la lotta alla mafia e alla criminalità, che il mio governo ha contrastato come mai successo in Sicilia. La sanità, il mondo dei rifiuti e dell’eolico: sono questi i settori dove abbiamo contrastato di più il malaffare”. Chiuse intanto le indagini per concorso esterno in associazione mafiosa. Lombardo: “Non intendo vivacchiare. O con me o si va subito al voto”. E guarda al Terzo Polo per ricandidarsi sebbene, fino a poco tempo fa, aveva dichiarato che non lo avrebbe fatto.
Veltroni nel frattempo chiede un referendum al pd per riconsiderare l’alleanza con il governatore mentre per Ignazio Marino il governatore si deve dimettere subito.
Raffaele Lombardo dunque è in bilico. Questo il quadro della situazione attuale. Il Pd regionale e nazionale è in crisi di coscienza e si chiede se è lecito proseguire un rapporto politico con una persona indagata per concorso esterno in associazione mafiosa. Anche se per il governatore tutti hanno verso di lui “una presunzione di colpevolezza”.
E’ chiaro che senza il Pd il governo regionale non avrebbe più i numeri per continuare. Non basterebbero Mpa, Api, Fli e Udc. Pessimi i rapporti col Pdl e con Forza del Sud: insomma non resterebbero che le urne con Cascio, Miccichè e Sergio D’Antoni in pole position come papabili candidati.
Lombardo dal canto suo rivendica i meriti del suo governo nell’azione riformatrice e contro la illegalità in una conferenza stampa convocata all’indomani delle dichiarazioni di Pier Luigi Bersani con le quali aveva annunciato di volere riconsiderare la situazione politica nel governo della Regione e il sostegno del Pd. Una stoccata arrivata dopo che la Procura di Catania aveva nei giorni scorsi notificato al governatore l’avviso di chiusura indagini su un’inchiesta in cui Lombardo è coinvolto con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. A questo si è aggiunta la bordata di Walter Veltroni: “In Sicilia occorre svolgere un referendum nel Pd per decidere sul sostegno alla giunta Lombardo. La mia opinione è che non si debba più sostenere l’esecutivo”.
“Veltroni è nostalgico dello zero a 61. Ha fatto la sua proposta, rispettabile anche questa, ma gli dico che non ci sarà bisogno di referendum”. Il governatore si riferisce a quando nel 2001 l’allora Casa della libertà conquistò alle consultazioni politiche tutti i 61 collegi uninominali in Sicilia. Con Veltroni si schiera invece il senatore del Pd Ignazio Marino. Posizioni non condivise dal capogruppo del Pd all’Ars Antonello Cracolici, uno dei sostenitori dell’appoggio alla giunta regionale: “Questo clima da caccia alle streghe che qualcuno all’interno del centrosinistra vuole istaurare, è insopportabile” afferma. Ed è proprio Lombardo a citare le mosse in nome della legalità messe in campo dal suo governo e cita lo stop ai termovalorizzatori e il risanamento della Sanità. Azioni che gli vengono riconosciute anche dal senatore del Pd Beppe Lumia, uno dei leader dell’antimafia e dalla presenza in giunta del magistrato Massimo Russo e dell’ex prefetto Giosuè Marino.
In ogni caso Lombardo non intende accusare i pm che lo hanno indagato. Entrando nel merito dell’inchiesta della procura di Catania afferma: “Leggerò gli atti e li leggeremo tutti. Io a questa gente non ho dato nè passaggi in macchina, ne assunzioni, nè incarichi, nè appalti e nè favori. Io...”. Il banco di prova della maggioranza sarà il voto delle prossime settimane sul bilancio. Se si dovesse arrivare ad elezioni anticipate il governatore afferma di guardare “con interesse al Terzo polo (Udc, Fli, Mpa, Api) un riferimento importante e un ancoraggio serio”. E lascia intendere che non esclude una sua ricandidatura.

Calogero Parlapiano - tratto da "ControVoce"

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