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martedì 12 aprile 2011

G.Settecasi fonda il PID a Sciacca

Settecasi fonda il PID a Sciacca proprio mentre uno dei suoi fondatori, Calogero Mannino, lo rinnega. Aperte le trattative e possibili nuove adesioni per un partito che “rischia” di mettere a soqquadro alleanze e la stabilità della giunta guidata da Vito Bono

Gioacchino Settecasi è la nuova anima del PID a Sciacca. I Popolari di Italia Domani nascono dunque anche nella città termale e le adesioni a quanto pare cominciano a fioccare. Il giovane Settecasi, da tempo esponente dell’area che fa capo al parlamentare europeo Antonello Antinoro, era stato eletto durante le ultime elezioni comunali all’interno della Lista Autonoma Saccense contribuendo in modo sostanziale alla vittoria al primo turno dell’attuale sindaco Vito Bono. Dopo poche settimane dall’inizio dell’avventura in consiglio, Settecasi aveva annunciato di diventare un consigliere autonomo ed indipendente, non aderendo mai al gruppo dell’Udc dapprima costituito dai consiglieri Assenzo e Friscia.
Poi la sorpresa, doppia a dire il vero. L’ex ministro Calogero Mannino, insieme a Cuffaro, ai riberesi Ruvolo e Cascio, e al neo ministro Saverio Romano fonda il PID con il quale sancisce la definitiva spaccatura da Casini e dall’Udc accusati di avvicinarsi troppo al partito democratico. Assenzo e Friscia però, manniani convinti, decidono di non seguire il leader: lasciano l’Udc, non aderiscono al PID e passano alla maggioranza aderendo a Fli, Futuro e Libertà per l’Italia, il soggetto politico voluto da Fini e nato dalla spaccatura interna al Pdl berlusconiano.
Rimane libera dunque l’area centrista. E si inserisce lì Gioacchino Settecasi che decide di fondare il partito a Sciacca avvalendosi di un nutrito gruppo di collaboratori e simpatizzanti. Il PID è attualmente aperto a nuove adesioni. Si parla insistentemente di trattative in corso e di consiglieri comunali che potrebbero aderire presto al movimento capeggiato da Settecasi. Intanto però l’onorevole Mannino, dopo pochi mesi, ha rinnegato la sua creatura. Ha dichiarato nelle settimane scorse che “il PID non esiste, anzi non è mai nato”, in aperta polemica con Saverio Romano al quale Mannino ha ultimamente dedicato parole al veleno. In definitiva Mannino, attraverso il PID, voleva rimanere nell’area di centrodestra ed ha salvato Berlusconi a dicembre quando si doveva votare la fiducia alla Camera e al Senato ma non voleva che i suoi adepti entrassero nell’esecutivo né che si creassero gruppi e sottogruppi di Responsabili.
Anche Michele Catanzaro, coordinatore regionale del PID, ha dichiarato che a Sciacca c’è tutta l’intenzione di creare il partito. Al momento Settecasi è impegnato nella costituzione del direttivo del partito che molto probabilmente sarà formato da parecchi giovani. Poi toccherà alle possibili nuove adesioni. Ma, a conti fatti, sono pochi i consiglieri “sul mercato”. Sandullo e Gulotta fanno ancora parte dei Leali per Sciacca e sembrano più vicini al Pd che al centro, Michele Patti si è appena accasato a Forza del Sud, Salvatore Alonge è rimasto fedele alla lista Forza Sciacca poiché non ha mai dato adesione ufficiale al Pdl. Chi rimane? Nei giorni scorsi si è parlato con insistenza di Mariella Campo come possibile interessata al PID ma l’ex assessore della giunta Turturici ha smentito dichiarando di “essere e rimanere nell’Mpa”. Almeno per ora. E’ difficile per ora ipotizzare la collocazione politica in consiglio comunale del PID perché il peso, come sempre, è dato dai numeri: più consiglieri faranno parte del PID e più forte sarà l’ascolto che il sindaco Vito Bono dovrà dar loro. Non è detto che i popolari saranno all’opposizione così come non è detto che faranno parte della maggioranza. Presumibilmente Settecasi rimarrà ancora a guardare, in posizione neutra, in attesa appunto di nuove adesioni, prima di sferrare le eventuali trattative. Il quadro politico insomma è parecchio effervescente ed anche l’opposizione, oltre al Pd, ha le sue belle gatte da pelare, specie all’interno del Pdl dove le diverse anime (quelle rappresentate da Giuseppe Marinello, Angelino Alfano, Forza Sciacca e battitori liberi) continuano a farsi una “guerra” silenziosa e sotterranea, meno visibile rispetto a quella fatta da conferenze stampa e accuse pubbliche portata avanti all’interno di quello che resta del partito democratico.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

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