(ANSA) - ROMA, 26 NOV - Nella mappa delle paure dei giovani che navigano sui blig la parola Aids non emerge ne' come tema d'attualita', ne' come area di allarme sociale intorno alla salute; si pensa al massinmo che riguardi solo l'Africa o le persone che hanno uno stile di vita 'sbagliato'''. Ad affermarlo e' l'antropologa Cristina Cenci, dell'istituto Eikon che ha curato una ricerca sulla presenza dell'Aids su Internet, presentata durante la cerimonia di premiazione del premio giornalistico Riccardo Tomassetti. ''Si e' creata una sorta di opacita' sociale attorno alla malattia - ha aggiunto Cenci - che genera un effetto paradossale: non si parla di Aids perche' si assume che rientri nella responsabilita' del singolo e non della collettivita'. Gli individui, non piu' esposti ad una comunicazione sociale diffusa, 'si dimenticano' dell'Aids. Il risultato e' l'aumento della diffusione e delle diagnosi tardive''. Dai dati della ricerca emerge che dei 4.127 messaggi dedicati all'Aids, la grande maggioranza (3.393) e' concentrata nei forum, e in particolare in quelli specializzati delle associazioni di riferimento (il 79% del totale), dove spesso coloro che pensano di avere avuto comportamenti a rischio esprimono la propria ansia e confusione. Nei blog invece l'Aids e' citato in misura nettamente inferiore rispetto al cancro: 600 sono i post che trattano di Aids-Hiv contro gli oltre 3.500 dedicati al cancro. Il riconoscimento per ricordare il giornalista scientifico Riccardo Tomassetti scomparso lo scorso anno all'eta' di 39 anni e' andato ad Andrea Vignolini per la categoria agenzie e quotidiani, Eros Fabrizi e Caterina Lucchini per la categoria periodici, Alessio Lasta per la categoria radio e tv e Francesco Maggi per la categoria web.(ANSA).
Ventiquattro esponenti del clan Santapaola-Ercolano di Catania sono stati arrestati nell'ambito di una vasta inchiesta su intrecci tra mafia, imprenditoria e politica. I reati contestati sono di associazione mafiosa finalizzata a estorsioni, rapine, furti, al controllo di attività economiche e appalti e a ostacolare il libero esercizio del voto in occasione di competizioni elettorali.
L'inchiesta di Catania avrebbe fatto luce anche su una serie di tangenti imposte a imprenditori edili che erano costretti a comprare il cemento da imprese 'amiche' della cosca. Le indagini dei carabinieri, durate due anni, avrebbero accertato anche i collegamenti tra la frangia del clan Santapaola che opera nella provincia e Cosa nostra di Catania. I provvedimenti restrittivi, in corso di esecuzione da parte di oltre 200 militari dell'Arma, sono stati emessi dal gip Antonino Fallone su richiesta del procuratore aggiunto Giuseppe Gennaro e dei sostituti della Dna, Carmelo Petralia, e della Dda, Agata Santanocito.
Presi a Palermo i broker della mafia
La polizia di Stato ha arrestato cinque professionisti accusati di aver utilizzato, per conto di boss palemritani, somme di denaro di provenienza illecita per investirli in attività imprenditoriali e in borsa. Si tratta di un'indagine che secondo l'accusa fa luce su una zona grigia del mondo della finanza siciliana che sarebbe stata a disposizione, in particolare del capomafia Antonino Rotolo, per riciclare denaro. I provvedimenti cautelari sono stati emessi dal gip del tribunale su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Palermo
L'omicidio di due "cani sciolti"
Roberto Faro, 19 anni, e Giuseppe Salvia, 29, furono assassinati l'11 giugno del 2006 a Paternò perché erano due ladri non 'inquadrati' nelle cosche locali che avevano messo a segno dei furti di materiale edile e di carburanti in cantieri 'tutelati' da Cosa nostra. E' quanto emerge dall'operazione 'Padrini' dei carabinieri di Catania. I sicari non esitarono a sparare contro gli obiettivi dell'agguato nonostante la presenza del figlio di Salvia, che allora aveva 7 anni, e che rimase gravemente ferito. Per quell'episodio sono indagate, tra mandanti ed esecutori, quattro persone, arrestate nei giorni successivi dai carabinieri: Salvatore Assinata, di 36 anni, figlio del presunto boss Domenico, Alfio Scuderi, di 35 anni, Giovanni Messina, di 44, e Benedetto Beato, di 26. Durante i due anni di indagini sulla cosca gli investigatori hanno anche impedito una vendetta trasversale nei confronti di un proprio affiliato 'colpevole' di avere un fratello collaboratore di giustizia. (http://www.tgcom.it/) La Dia di Roma ha posto sotto sequestro società, aziende, ville, terreni, conti correnti ed auto per valore complessivo di 5 milioni di euro riconducibili a clan mafiosi italo-canadesi che collaboravano con Cosa nostra. Il provvedimento è stato emesso dal gip di Roma su proposta della procura distrettuale antimafia della capitale ed ha riguardato Giuseppe Spagnolo, imprenditore di Cattolica Eraclea di 53 anni e Beniamino Gioiello Zappia, ingegnere di 70 anni originario della Calabria ma per anni in Canada e Stati Uniti. Il sequestro fa parte dell'inchiesta che vede coinvolti gli esponenti di spicco del clan mafioso dei Rizzuto, organico, spiegano gli investigatori della Dia, alla storica famiglia di narcotrafficanti Cuntrera-Caruana che hanno il loro raggio d'azione tra Montreal, Roma, Milano, Bari Reggio Calabria e Agrigento.L'indagine ha consentito di alzare il velo sui beni riconducibili alle 'cellule' operative italiane del clan Rizzuto che, nel 2005, aveva tentato di inserirsi nel mega appalto per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina.Tra i destinatari dei provvedimenti di sequestro, quattro esponenti dell'organizzazione mafiosa già indagati o arrestati durante l'operazione "Orso Bruno", conclusa ad ottobre del 2007. (da agrigentonotizie.it)
(AGI) - Palermo, 25 nov. - I carabinieri del Nas di Palermo hanno proceduto alla sospensione del numero di riconoscimento Ce per 15 stabilimenti ittico-conservieri nella zona di Sciacca (Agrigento). Il provvedimento cautelare, che comporta il fermo dell'attivita' di trasformazione e distribuzione degli opifici, si lega a precedenti accertamenti condotti dallo stesso Nas, che aveva riscontrato irregolarita' autorizzative in materia di scarichi e di prevenzione all'inquinamento ambientale. Sempre i militari del Nas di Palermo, in analoga attivita' di vigilanza sanitaria presso un deposito all'ingrosso in Mazara del Vallo (Trapani), hanno sequestrato 3 impianti di refrigerazione, contenenti 10 quintali di prodotti ittici, detenuti in carente stato di conservazione e prive di indicazioni di provenienza e varieta' del pescato. Insieme al sequestro operato a Giarre (Catania) dal Nas di Catania di oltre 300 quintali di prodotti ittici e contestuale chiusura del deposito irregolare, tali specifiche attivita' condotte dai Nas siciliani nell'ultimo mese hanno contribuito a sottrarre dal mercato complessivamente oltre 27 tonnellate di pescato e prodotti ittici non regolamentari. Gli alimenti sequestrati, per un valore stimato di oltre 300.000 euro, sarebbero stati destinati al circuiti distributivi dell'isola e del restante territorio nazionale.
Le paure dei bloggers in tema di salute,la lotta alla mafia che continua con arresti e sequestri in tutta Italia ma soprattutto al sud, la crisi delle industrie ittico-conserviere con posti di lavoro a rischio, impianti di depurazione inesistenti o non ancora a norma ed impianti chiusi per inadempienze varie... si cerca con volontà e nel rispetto delle istituzioni di risolvere le questioni che maggiormente ci riguardano... è una lotta lunga e difficile... lamafia esiste ancora purtroppo ma le forze dell'ordine fanno con serietà ed efficacia il loro dovere, speriamo che i tagli in materia di sicurezza non intacchino il loro lavoro... che il cittadino venga protetto e rispettato nella sua persona e nel suo lavoro, con la giustizia sempre vigile e solerte nell'intervenire. E' un diritto, è un dovere.
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