Gli Stati Uniti d’America hanno scelto il loro quarantaquattresimo Presidente: Barack Obama è chiamato a guidare lo Stato che decide la politica sociale, economica ed estera del mondo.
Cosa centra l’elezione dell’uomo più importante del mondo politico con Sciacca, con le nostre vicissitudini civili e sociali? Tutto e nulla.
Spesso, ma non sempre, l’eco delle idee che vengono a prevalere a livello macro si ripercuotono e rimbombano a livello micro. Obama rappresenta il nuovo, la spinta al cambiamento che i cittadini americani hanno voluto sposare. Una folla eterogenea e multirazziale, diversa per cultura, stato sociale e potere economico ha salutato e reso omaggio con gioia alla nuova guida del paese.
A Sciacca tra pochi mesi si avranno le elezioni amministrative ed i cittadini ancora una volta saranno chiamati a scegliere, a decidere che cosa vogliono che la città diventi da grande, come diventarlo e con chi diventarlo. Sciacca dovrebbe prendere esempio dal coraggio degli elettori americani, un coraggio che è stato dimostrato non tanto nella scelta del candidato il quale ha avuto poi la meglio ma quanto per la voglia e la determinazione di fare proprie delle idee diverse, nuove o semplicemente più attuali rispetto al passato governo. La nostra città deve saper cogliere gli spunti nazionali e mondiali, deve cominciare a capire con le sole proprie forze cosa è davvero conveniente decidere e fare, nella piena coscienza civica e democratica che sicuramente le appartiene.
Parafrasando una celebre frase di Abramo Lincoln, dobbiamo dimostrare a noi stessi ed a tutta la provincia di Agrigento che non siamo soltanto una collezione di individui di tutti i tipi ma che siamo una città unita, che mette in campo forze condivise ed alleanze concrete e predefinite, che va al di là delle solite magagne di potere e spartizione delle poltrone, che è consapevole delle proprie potenzialità e sente il diritto ed il dovere di esprimerle in piena coscienza ed unità, una città che guarda ai fatti e non alle parole e soprattutto che torna ad indignarsi quando qualcosa non riflette il bene comune e che non si rassegna alle logiche di pochi.
L’America insegna all’Italia ed a Sciacca che le idee di cambiamento possono andare anche al di là delle persone che le esprimono, possono tornare alla ribalta con nuova forza ed avere finalmente successo. Molti infatti vedono in Obama la realizzazione concreta del “I have a dream” di Martin Luther King o della lotta fondata sul coraggio di Malcom X, degni martiri di un sogno di libertà.
Gli americani hanno votato il cambiamento e l’uomo che gli ha dato la speranza che noi possiamo metterlo in pratica, senza pregiudizi politici, senza lotte intestine di potere.
Obama ha vinto perché ha saputo parlare e toccare il cuore della gente, perché ha condiviso e riconosciuto il loro sogno e la loro speranza.
Anche in Sicilia ed a Sciacca attendiamo l’uomo che possa dare sfogo ai desideri reconditi della popolazione, alla voglia di riscatto morale, sociale e civile, attendiamo l’uomo che possa calare nella vita di tutti i giorni le idee dei magistrati Falcone e Borsellino, uccisi dalla mafia, e poter affermare finalmente anche noi: quest’uomo è la realizzazione concreta del loro progetto di giustizia e di stato. Il candidato saccense che verrà eletto o rieletto dovrà necessariamente avere in mano tutti i dati possibili per poter governare al meglio nell’interesse collettivo e nel dialogo reciproco tra le parti politiche e sociali, senza personalismi, con la logica di essere al servizio della gente, accanto alla gente e per la gente ma senza far sfociare questo amore filantropico nella solita bagarre del clientalismo politico. Dovrà essere il sindaco di tutti e non della sola parte politica che rappresenterà, dovrà ascoltare tutti tanto nella maggioranza quanto nell’opposizione, capace di mantenere la nave a galla pur nelle difficoltà, fare da timoniere e circondarsi allo stesso tempo dei cosiddetti “lavoratori della politica”, quelli che sono sempre di turno, in qualsivoglia circostanza, quelli che considerano un saccense per quello che è: un cittadino e non un votante da assoggettare alla regola del bisogno.
Oggi più che mai occorre recepire che la città vuole crescere e spiccare il volo, attraverso la trasparenza negli atti amministrativi, attraverso il turismo, attraverso gli investimenti, attraverso le nostre risorse, dal carnevale al mare, dall’arte al recupero delle terme, dalla spinta culturale ai servizi ed alle strutture alberghiere.
Per l’America ed i suoi elettori, il cambiamento è arrivato, un cambiamento che necessariamente dovrà passare attraverso la forza delle idee consci del fatto che nessun essere umano possiede la bacchetta o la formula magica per appianare tutti i problemi della gente ma che occorre prima o poi immettersi nel lungo percorso che ci vuole uniti, coesi, compatti e forti per affrontare insieme ogni minaccia.
Questo è quello che vogliono anche i saccensi, un sindaco di tutti, per tutti e con tutti.
Finora a Sciacca, le nostre speranze ed aspettative sono state finanziate solamente quando sono servite per rendere meravigliose le nostre opere di cartapesta, da maggio il compito del prossimo sindaco sarà quello di fare in modo che i nostri sogni possano perdurare tutti i giorni e non soltanto una settimana e dovrà credere con noi e più di noi che davvero “niente è impossibile”.
Cosa centra l’elezione dell’uomo più importante del mondo politico con Sciacca, con le nostre vicissitudini civili e sociali? Tutto e nulla.
Spesso, ma non sempre, l’eco delle idee che vengono a prevalere a livello macro si ripercuotono e rimbombano a livello micro. Obama rappresenta il nuovo, la spinta al cambiamento che i cittadini americani hanno voluto sposare. Una folla eterogenea e multirazziale, diversa per cultura, stato sociale e potere economico ha salutato e reso omaggio con gioia alla nuova guida del paese.
A Sciacca tra pochi mesi si avranno le elezioni amministrative ed i cittadini ancora una volta saranno chiamati a scegliere, a decidere che cosa vogliono che la città diventi da grande, come diventarlo e con chi diventarlo. Sciacca dovrebbe prendere esempio dal coraggio degli elettori americani, un coraggio che è stato dimostrato non tanto nella scelta del candidato il quale ha avuto poi la meglio ma quanto per la voglia e la determinazione di fare proprie delle idee diverse, nuove o semplicemente più attuali rispetto al passato governo. La nostra città deve saper cogliere gli spunti nazionali e mondiali, deve cominciare a capire con le sole proprie forze cosa è davvero conveniente decidere e fare, nella piena coscienza civica e democratica che sicuramente le appartiene.
Parafrasando una celebre frase di Abramo Lincoln, dobbiamo dimostrare a noi stessi ed a tutta la provincia di Agrigento che non siamo soltanto una collezione di individui di tutti i tipi ma che siamo una città unita, che mette in campo forze condivise ed alleanze concrete e predefinite, che va al di là delle solite magagne di potere e spartizione delle poltrone, che è consapevole delle proprie potenzialità e sente il diritto ed il dovere di esprimerle in piena coscienza ed unità, una città che guarda ai fatti e non alle parole e soprattutto che torna ad indignarsi quando qualcosa non riflette il bene comune e che non si rassegna alle logiche di pochi.
L’America insegna all’Italia ed a Sciacca che le idee di cambiamento possono andare anche al di là delle persone che le esprimono, possono tornare alla ribalta con nuova forza ed avere finalmente successo. Molti infatti vedono in Obama la realizzazione concreta del “I have a dream” di Martin Luther King o della lotta fondata sul coraggio di Malcom X, degni martiri di un sogno di libertà.
Gli americani hanno votato il cambiamento e l’uomo che gli ha dato la speranza che noi possiamo metterlo in pratica, senza pregiudizi politici, senza lotte intestine di potere.
Obama ha vinto perché ha saputo parlare e toccare il cuore della gente, perché ha condiviso e riconosciuto il loro sogno e la loro speranza.
Anche in Sicilia ed a Sciacca attendiamo l’uomo che possa dare sfogo ai desideri reconditi della popolazione, alla voglia di riscatto morale, sociale e civile, attendiamo l’uomo che possa calare nella vita di tutti i giorni le idee dei magistrati Falcone e Borsellino, uccisi dalla mafia, e poter affermare finalmente anche noi: quest’uomo è la realizzazione concreta del loro progetto di giustizia e di stato. Il candidato saccense che verrà eletto o rieletto dovrà necessariamente avere in mano tutti i dati possibili per poter governare al meglio nell’interesse collettivo e nel dialogo reciproco tra le parti politiche e sociali, senza personalismi, con la logica di essere al servizio della gente, accanto alla gente e per la gente ma senza far sfociare questo amore filantropico nella solita bagarre del clientalismo politico. Dovrà essere il sindaco di tutti e non della sola parte politica che rappresenterà, dovrà ascoltare tutti tanto nella maggioranza quanto nell’opposizione, capace di mantenere la nave a galla pur nelle difficoltà, fare da timoniere e circondarsi allo stesso tempo dei cosiddetti “lavoratori della politica”, quelli che sono sempre di turno, in qualsivoglia circostanza, quelli che considerano un saccense per quello che è: un cittadino e non un votante da assoggettare alla regola del bisogno.
Oggi più che mai occorre recepire che la città vuole crescere e spiccare il volo, attraverso la trasparenza negli atti amministrativi, attraverso il turismo, attraverso gli investimenti, attraverso le nostre risorse, dal carnevale al mare, dall’arte al recupero delle terme, dalla spinta culturale ai servizi ed alle strutture alberghiere.
Per l’America ed i suoi elettori, il cambiamento è arrivato, un cambiamento che necessariamente dovrà passare attraverso la forza delle idee consci del fatto che nessun essere umano possiede la bacchetta o la formula magica per appianare tutti i problemi della gente ma che occorre prima o poi immettersi nel lungo percorso che ci vuole uniti, coesi, compatti e forti per affrontare insieme ogni minaccia.
Questo è quello che vogliono anche i saccensi, un sindaco di tutti, per tutti e con tutti.
Finora a Sciacca, le nostre speranze ed aspettative sono state finanziate solamente quando sono servite per rendere meravigliose le nostre opere di cartapesta, da maggio il compito del prossimo sindaco sarà quello di fare in modo che i nostri sogni possano perdurare tutti i giorni e non soltanto una settimana e dovrà credere con noi e più di noi che davvero “niente è impossibile”.
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