A Sciacca tutti, cittadini ed operatori della politica, si stanno preparando ed attrezzando per affrontare la prossima tornata elettorale ed ogni occasione è buona per verificare la compattezza delle vecchie alleanze o di quelle ancora non poste in essere.
Succede così per esempio che all’ultimo vertice di maggioranza durante il quale è stata salutata la nomina di Umberto Turturici, cugino del sindaco, a capogruppo di Forza Italia mancassero molti nomi dell’attuale squadra assessoriale cosa che ha fatto arrabbiare per l’ennesima volta Mario Turturici il quale ha dichiarato di non essere disposto a diventare il parafulmine dei problemi della città e che è sempre in tempo a sollevare dall’incarico assessoriale i non meritevoli del ruolo. Senza ombra di dubbio un buon assessore ha il dovere, oltre che il diritto, di seguire attivamente tutte le fasi della vita pubblica del comune per il quale è stato eletto ma ormai sembra chiaro che sia nella maggioranza, sia nell’opposizione, ed anche nella testa dell’attuale primo cittadino tutto sia rivolto alle vicine elezioni. E tutti a chiedersi in città perché se l’è presa tanto, se è solo per un fatto di doveri istituzionali e politici o perché qualcosa inizia finalmente a smuoversi nelle stanze dei bottoni dei partiti politici locali. Ma cosa?
L’elezione a capogruppo di Forza Italia del cugino del sindaco ha spiazzato un po’ tutti in quanto Umberto Turturici si ero posto spesso nel recente passato in posizione critica tanto nei confronti della maggioranza quanto del sindaco della città. Adesso invece il partito che li rappresenta entrambi si compatta attorno ai loro due nomi nella consapevolezza che si sia ben operato in questi cinque anni di amministrazione pubblica di Sciacca.
D’altronde è risaputo che anche all’interno dello schieramento del centrodestra locale non proprio tutte le idee sono concordi tra di loro, c’è chi pensa a proporre progetti alternativi alla ricandidatura di Mario Turturici, chi è alla ricerca di maggior prestigio e visibilità da scambiare al momento giusto sotto forma di incarichi assessoriali, chi si allinea alle volontà del sindaco: anche il centrodestra è in fermento e cerca quella compattezza programmatica da esporre in sede di campagna elettorale. Ma centrodestra non significa solo Pdl ma anche Mpa ed Udc.
Si tratta di due partiti parecchio in ascesa in città e sembra difficile che possano accordarsi per un candidato che li riesca a rappresentare tutti. L’Mpa del Presidente della regione Lombardo chiede spazio e visibilità anche a Sciacca ed allora potrebbe spuntare nuovamente una possibilità per il sempre verde Pippo Turco referente principale del partito in città. Più complessa forse la situazione dell’Udc che tanto a livello nazionale quanto a livello locale deve decidere cosa vuole fare da grande. L’Udc potrebbe scindersi in due parti: da un lato i manniniani con l’onorevole pronto a lavorare in prima persona per la crescita del partito a Sciacca e dall’altro coloro che sono rimasti fedeli all’attuale amministrazione. In molti comuni e province d’Italia, l’Udc si sta alleando e vincendo elezioni schierandosi compatto insieme al PD veltroniano: succederà anche a Sciacca? La possibile candidatura di Fabrizio Di Paola metterà tutti d’accordo?
Anche nel PD la situazione non è rosea. Il leader Angelo Capodicasa ha affermato che non è necessario che il PD presenti a Sciacca un proprio candidato di bandiera: ha dato il via libera ad alleanze fino a pochi mesi fa ritenute impensabili o ha messo le mani avanti consapevole del fatto che all’interno del centrosinistra locale si preparano a scendere in campo nuove liste civiche? Una voce importante del PD locale, Stefano Girasole, ritiene invece necessario avere una propria espressione politica alle prossime elezioni: l’unica certezza al momento è quella che mancano pochi mesi al voto ed il centrosinistra ancora non ha stipulato un progetto alternativo valido alla ricandidatura di Mario Turturici.
Poi c’è l’importante componente della Lista Messina. Dopo la conferenza stampa dell’onorevole Messina di qualche settimana fa è calato il silenzio sul gruppo che ha sostenuto l’attuale maggioranza: cosa sceglieranno di fare? Confermeranno il progetto politico locale fin qui portato avanti, si schiereranno nella parte che li vede coinvolti a livello nazionale come Italia dei Valori o andranno da soli con una propria idea programmatica? Ed eventualmente con quale candidato a sindaco?
Intanto c’è chi sussurra che il rimprovero del sindaco era rivolto soprattutto agli assessori della componente messiniana che ancora una volta potrebbe fare non solo da ago della bilancia ma risultare decisiva al momento di decidere il vincitore delle prossime elezioni.
Poi c’è da chiarire il ruolo che potrebbero avere le eventuali liste civiche, se intese come espressione del candidato ufficiale di partito o se invece ritenute movimento autonomo di cittadini ed idee. Su questa ulteriore possibilità verte la spada di damocle della nuova legge elettorale per gli enti locali che l’ARS si appresta a discutere: se approvata, per le piccole realtà cittadine o partitiche sarebbe alquanto complicato superare lo sbarramento del 5% condizione senza la quale non si può accedere ai piani alti del Comune di Sciacca.
E’ chiaro quindi come da una semplice ma decisa presa di posizione contro gli interpreti assessoriali si possa passare ad una disanima delle odierne condizioni politiche soprattutto quando mancano cinque mesi alle elezioni: tutto ormai fa campagna elettorale, le parole e le decisioni presenti si riflettono senza dubbio nei giochi di potere futuri ma che già sono cominciati per dare ancora un po’ di pepe a questi ultimi mesi di amministrazione della città.
Tante le idee ed i progetti in cantiere ma alla fine ne resterà solamente uno.
Succede così per esempio che all’ultimo vertice di maggioranza durante il quale è stata salutata la nomina di Umberto Turturici, cugino del sindaco, a capogruppo di Forza Italia mancassero molti nomi dell’attuale squadra assessoriale cosa che ha fatto arrabbiare per l’ennesima volta Mario Turturici il quale ha dichiarato di non essere disposto a diventare il parafulmine dei problemi della città e che è sempre in tempo a sollevare dall’incarico assessoriale i non meritevoli del ruolo. Senza ombra di dubbio un buon assessore ha il dovere, oltre che il diritto, di seguire attivamente tutte le fasi della vita pubblica del comune per il quale è stato eletto ma ormai sembra chiaro che sia nella maggioranza, sia nell’opposizione, ed anche nella testa dell’attuale primo cittadino tutto sia rivolto alle vicine elezioni. E tutti a chiedersi in città perché se l’è presa tanto, se è solo per un fatto di doveri istituzionali e politici o perché qualcosa inizia finalmente a smuoversi nelle stanze dei bottoni dei partiti politici locali. Ma cosa?
L’elezione a capogruppo di Forza Italia del cugino del sindaco ha spiazzato un po’ tutti in quanto Umberto Turturici si ero posto spesso nel recente passato in posizione critica tanto nei confronti della maggioranza quanto del sindaco della città. Adesso invece il partito che li rappresenta entrambi si compatta attorno ai loro due nomi nella consapevolezza che si sia ben operato in questi cinque anni di amministrazione pubblica di Sciacca.
D’altronde è risaputo che anche all’interno dello schieramento del centrodestra locale non proprio tutte le idee sono concordi tra di loro, c’è chi pensa a proporre progetti alternativi alla ricandidatura di Mario Turturici, chi è alla ricerca di maggior prestigio e visibilità da scambiare al momento giusto sotto forma di incarichi assessoriali, chi si allinea alle volontà del sindaco: anche il centrodestra è in fermento e cerca quella compattezza programmatica da esporre in sede di campagna elettorale. Ma centrodestra non significa solo Pdl ma anche Mpa ed Udc.
Si tratta di due partiti parecchio in ascesa in città e sembra difficile che possano accordarsi per un candidato che li riesca a rappresentare tutti. L’Mpa del Presidente della regione Lombardo chiede spazio e visibilità anche a Sciacca ed allora potrebbe spuntare nuovamente una possibilità per il sempre verde Pippo Turco referente principale del partito in città. Più complessa forse la situazione dell’Udc che tanto a livello nazionale quanto a livello locale deve decidere cosa vuole fare da grande. L’Udc potrebbe scindersi in due parti: da un lato i manniniani con l’onorevole pronto a lavorare in prima persona per la crescita del partito a Sciacca e dall’altro coloro che sono rimasti fedeli all’attuale amministrazione. In molti comuni e province d’Italia, l’Udc si sta alleando e vincendo elezioni schierandosi compatto insieme al PD veltroniano: succederà anche a Sciacca? La possibile candidatura di Fabrizio Di Paola metterà tutti d’accordo?
Anche nel PD la situazione non è rosea. Il leader Angelo Capodicasa ha affermato che non è necessario che il PD presenti a Sciacca un proprio candidato di bandiera: ha dato il via libera ad alleanze fino a pochi mesi fa ritenute impensabili o ha messo le mani avanti consapevole del fatto che all’interno del centrosinistra locale si preparano a scendere in campo nuove liste civiche? Una voce importante del PD locale, Stefano Girasole, ritiene invece necessario avere una propria espressione politica alle prossime elezioni: l’unica certezza al momento è quella che mancano pochi mesi al voto ed il centrosinistra ancora non ha stipulato un progetto alternativo valido alla ricandidatura di Mario Turturici.
Poi c’è l’importante componente della Lista Messina. Dopo la conferenza stampa dell’onorevole Messina di qualche settimana fa è calato il silenzio sul gruppo che ha sostenuto l’attuale maggioranza: cosa sceglieranno di fare? Confermeranno il progetto politico locale fin qui portato avanti, si schiereranno nella parte che li vede coinvolti a livello nazionale come Italia dei Valori o andranno da soli con una propria idea programmatica? Ed eventualmente con quale candidato a sindaco?
Intanto c’è chi sussurra che il rimprovero del sindaco era rivolto soprattutto agli assessori della componente messiniana che ancora una volta potrebbe fare non solo da ago della bilancia ma risultare decisiva al momento di decidere il vincitore delle prossime elezioni.
Poi c’è da chiarire il ruolo che potrebbero avere le eventuali liste civiche, se intese come espressione del candidato ufficiale di partito o se invece ritenute movimento autonomo di cittadini ed idee. Su questa ulteriore possibilità verte la spada di damocle della nuova legge elettorale per gli enti locali che l’ARS si appresta a discutere: se approvata, per le piccole realtà cittadine o partitiche sarebbe alquanto complicato superare lo sbarramento del 5% condizione senza la quale non si può accedere ai piani alti del Comune di Sciacca.
E’ chiaro quindi come da una semplice ma decisa presa di posizione contro gli interpreti assessoriali si possa passare ad una disanima delle odierne condizioni politiche soprattutto quando mancano cinque mesi alle elezioni: tutto ormai fa campagna elettorale, le parole e le decisioni presenti si riflettono senza dubbio nei giochi di potere futuri ma che già sono cominciati per dare ancora un po’ di pepe a questi ultimi mesi di amministrazione della città.
Tante le idee ed i progetti in cantiere ma alla fine ne resterà solamente uno.
Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"
3 commenti:
Buona giornata Kalos... ciao , sono passata per un saluto.
Ciao Calogero,
belle frittate politiche vedo. L'importante sembra essere il mantenimento dello status...
Saluti.
Luca
@ Paola: un grande saluto anche per te da Sciacca...
@ Luca: già le frittate sono qui all'ordine del giorno, le poltrone del potere sono comode per tutti.. dovunque...
buona serata
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