Quickribbon

giovedì 6 novembre 2008

Le contraddizioni della Sicilia, le contraddizioni dell'Italia

Padri e figli controllano le facoltà. Una Cupola di clan accademici si spartisce il sapere
Docenti parenti: 58 a Medicina, 21 a Giurisprudenza, 23 su 129 professori ad Agraria


PALERMO - Una Cupola dotta si spartisce il sapere di Palermo. Sono cento le famiglie che
hanno l'Università nelle loro mani, cento clan accademici fatti di figli che salgono in cattedra
per diritto ereditario, fratelli e sorelle che succedono inevitabilmente ai loro padri e ai loro zii,
nipoti e cugini immancabilmente primi al pubblico concorso. Regnano in ogni facoltà. Si riproducono nell'omertà. Docenti parenti. Cinquantotto a Medicina. Ventuno a
Giurisprudenza. Ventitré su appena centoventinove professori ad Agraria, la roccaforte dei
patti di sangue.
Se l'Ateneo di Bari è diventato famoso in Italia per la compravendita di esami e per i test
superati in cambio di sesso, quello di Palermo ha un primato assoluto che spiega come i
"soliti noti" spadroneggino in ogni disciplina. Ordinari, associati, ricercatori: tutti legati uno
all'altro da un intreccio parentale. In totale sono almeno 230. Cento famiglie.
Un altro record solo apparentemente innocuo di questa Università è per esempio il luogo di
nascita dei suoi docenti: il 54,7 per cento sono palermitani. Più della metà sono di qui e due
su tre vengono dalla provincia. Soltanto Napoli eguaglia la capitale della Sicilia in questa
performance. Ma il numero che svela fino in fondo la Palermo cattedratica è quell'altro sui
legami familiari. Sono piccoli grandi eserciti dislocati dipartimento dopo dipartimento, materia
per materia.
Somiglia tanto a un'occupazione militare, chi non fa parte di un clan resta quasi sempre fuori.
E tutto nel rispetto della legge e delle procedure. La regola per conquistare un posto in
università è solo una: non parlare. Qualcuno - è chiaro - si ritrova suo malgrado in questo
elenco nonostante meriti e titoli. Per molti però quello che conta è solo il nome che portano.
Ci sono delle vere e proprie dinasty anche a Scienze, ad Architettura, a Economia. In ogni
facoltà ci sono ceppi familiari dominanti, aule e laboratori di ricerca popolati solo da rampolli.
Uno scandalo dopo l'altro soffocati nel silenzio.
A Medicina le famiglie che comandano sono 24. Si ramificano dappertutto. Una è la famiglia
Cannizzaro. Il padre Giuseppe è ordinario di Scienze farmacologiche, nel suo dipartimento
c'è anche il figlio Emanuele (ricercatore), la cognata Luisa Dusonchet (associata) e la figlia
Carla che insegna a Farmacia. Ordinario di Scienze stomatologiche è Domenico Caradonna,
i figli Carola e Luigi fanno i ricercatori nello stesso dipartimento. Ordinario di Scienze
biochimiche è Giovanni Tesoriere, la moglie Renza Vento è a Biologia, la figlia Zeila è entrata
in Architettura dove c'è anche suo marito Renzo Lecardane. Zeila è stata nominata a soli 37
anni come associata "per chiamata diretta", il marito - che da un anno era impiegato al
Comune di Palermo dopo un'esperienza all'estero - ha conquistato un posto grazie alle
norme sul "rientro dei cervelli". Altri nomi eccellenti di Medicina con parenti al seguito: i
Salerno (Biopatologia), i Canziani (Neuropsichiatria infantile), i Ferrara (Otorinolaringoiatria), i
Piccoli (Neuroscienze cliniche). Dopo i parenti ci sono naturalmente schiere di compari. Li
piazzano per grazia ricevuta. A un favore fatto ne corrisponde sempre un altro. E' una catena
interminabile, un giro chiuso. Le carte sono sempre a posto, i concorsi a prova di codice
penale, un altro discorso è la decenza.
Come a Economia, il reame dei Fazio. Il capostipite è Vincenzo, ordinario di Scienze
economiche, aziendali e finanziarie. Nello stesso suo dipartimento ci sono altri due Fazio: i
suoi figli, Gioacchino associato e Giorgio ricercatore. Insegnano la stessa materia di papà. Il
preside di Economia si chiama Carlo Dominici, suo figlio Gandolfo è anche lui in facoltà per
istruire gli studenti in Scienze economiche. Poi ci sono i due Bavetta, Sebastiano ordinario e
Carlo associato, figli di Giuseppe che lì a Economia c'era fino a qualche tempo fa. Ora è in
pensione. Un ultimo caso di padre e figli di quella facoltà: il docente di economia aziendale
Carlo Sorci e sua figlia Elisabetta - ricercatrice - che insegna Diritto commerciale.
A Giurisprudenza i docenti sono 137 e i nuclei familiari che dettano legge 10. Alfredo Galasso
è ordinario di Diritto privato, suo figlio Gianfranco insegna la stessa materia, nello stesso
dipartimento c'è anche Giuseppina Palmeri che è la moglie del fratello di Gianfranco. Anche
Savino Mazzamuto (Diritto privato, ora trasferito a Roma 3) ha lasciato un posto in eredità a
suo figlio Pierluigi. La figlia di Aurelio Anselmo, Alice, ha trovato sistemazione all'Università di
Trapani: ricercatrice di Diritto pubblico. Salvatore Raimondi, nome pesante, amministrativista
di grido ingaggiato per i suoi "pareri" anche dalla Regione siciliana, ha nel suo dipartimento di
Diritto pubblico il figlio Luigi. E Rosalba Alessi, ordinario di Diritto privato - e soprattutto
potente commissario degli enti economici siciliani, una carica che vale come tre assessorati
importanti - ha nello stesso suo dipartimento il nipote Enrico Camilleri.
Ad Architettura c'è una grande famiglia, quella dei Milone. Il preside Angelo è in compagnia
del fratello Mario (che è anche vicesindaco di Palermo e - attenzione - assessore ai rapporti
con l'Università) e due figli che sono ricercatori: Daniele e Manuela. A Lettere, i Carapezza
sono 4. I fratelli Attilio e Marco, il primo che insegna Scienze delle Antichità e il secondo
Filosofia e teoria dei linguaggi. Il loro cugino Paolo Emilio è ordinario di Musicologia, suo
figlio Francesco è ricercatore nello stesso dipartimento di Attilio. Poi ci sono i Buttita. Nino, il
vecchio, antropologo, è stato preside di Lettere. Il figlio Ignazio insegna all'Università di
Sassari ma ha supplenze a Palermo. La moglie Elsa Guggino è ordinaria nella stessa facoltà.
L'elenco dei padri e dei figli continua a Ingegneria, 18 famiglie e 38 parenti. Filippo Sorbello e
il figlio Rosario, Michele Inzerillo e la figlia Laura, Stefano Riva Sanseverino (cognato di Luca
Orlando) e la figlia Eleonora. A Scienze Matematiche Fisiche e Naturali si contendono il
numero dei parenti i Gianguzza e i Vetro. Mario Gianguzza, ordinario di Biopatologia a
Medicina, a Scienze ha come colleghi i fratelli Antonio (Chimica inorganica) e Fabrizio
(Biologia cellulare) e la figlia Paola (Ecologia). Uno dei loro nipoti, Salvatore Costa, è anche
lui in Biologia cellulare. L'altra famiglia, i Vetro, è tutta appassionata di matematica. Pasquale
Vetro, matematico. La moglie Cristina Di Bari, matematica. Il loro figlio Calogero, matematico.
La facoltà più piena di mogli e mariti e figli è però quella di Agraria. Su 129 docenti 23 sono
parenti. Un quinto. Divisi in 11 nuclei familiari. Il preside Salvatore Tudisca ha lì dentro come
associata sua moglie Anna Maria Di Trapani. L'ordinario Antonino Bacarella ha la figlia
Simona e il nipote Luca Altamore. L'ordinario Giuseppe Chironi ha la figlia Stefania,
l'ordinario in pensione Giuseppe Asciuto ha suo figlio Antonio, l'ordinario in pensione
Carmelo Schifani ha il figlio Giorgio, l'ordinario Salvatore Ragusa ha il figlio Ernesto,
l'ordinario Luigi Di Marco ha la moglie Antonietta Germanà, l'ordinario Vito Ferro ha la moglie
Costanza Di Stefano, l'ordinario Antonio Motisi ha la moglie Maria Gabriella Barbagallo,
l'ordinario Riccardo Sarno ha il figlio Mauro, l'ordinario Claudio Leto ha la moglie Teresa
Tuttolomondo. Cento famiglie. Di queste ce ne sono sessanta con "residenza" fissa in uno
stesso dipartimento. E' praticamente casa loro. (da LaRepubblica)

TRAPANI - Maxi retata questa mattina a Trapani contro la mafia. Sono stati eseguiti 11 arresti e 10 avvisi di garanzia. Nella rete di polizia e carabinieri sono finiti, tra gli altri, anche il reggente della cosca di Alcamo e un politico locale. Sono il boss Ignazio Melodia e un consigliere provinciale dell'Udc. Tra i reati contestati, oltre all'associazione mafiosa, numerose estorsioni commesse sul territorio tra il 2006 ed il 2008.
Secondo quanto accertato dalle indagini, le responsabilità del politico, Pietro Pellerito dell'Udc, fanno riferimento alla disponibilità dimostrata nei confronti dei vertici del clan per la risoluzione di diversi problemi. A lui è stato imposto il divieto di dimora.
L'operazione, ha fatto luce su una numerosa serie di estorsioni e sul controllo da parte della mafia soprattutto del settore del calcestruzzo, attraverso l'eliminazione della concorrenza e l'imposizione dell'approvvigionamento nell'impresa gestita da Melodia.

PORTO EMPEDOCLE (AG) - La polizia ha eseguito 7 ordinanze nei confronti di una banda dedita a estorsioni, rapine, incendi e spaccio. Quattro persone sono state arrestate, mentre per agli tre è stato notificato il divieto di dimora. Gli arrestati sono i fratelli Alessio, Calogero e Francesco Migliara, di 21, 22 e 27 anni, e Giovanni Salemi di 28. I 3 divieti di dimora in Sicilia riguardano invece Calogero Strada di 21 anni e Gioacchino e Pierluigi Aleo, rispettivamente padre e figlio, di 45 e 20 anni.
I provvedimenti sono stati eseguiti dagli agenti del commissariato "Frontiera" di Porto Empedocle, coordinati dal dirigente Cesare Castelli. (da fuoririga.com)

Sicilia... appunti, notizia, cronaca, di un sistema corrotto... c'è del marcio avrebbe scritto Shakespeare... università in mano per la quasi totalità ai cosiddetti "baroni" con cattedre che passano di padre in figlio/a, con posti di lavoro decisi dai boss di turno, dell'area di appartenenza, con parole silenziose come omertà, paura, pizzo... Ma una regione che non è solo questo, è anche e per fortuna ben altro, gente che non ci sta, che si ribella, che vuole vivere davvero. Sicilia come specchio dell'Italia, paese dalle mille ed una contraddizioni, sempre sull'orlo ora del baratro ora del riscatto sociale e morale. Ma è il sistema che deve cambiare e deve farlo nell'essenza, nella politica, nelle istituzioni e nel coraggio di tutti.

4 commenti:

Paola ha detto...

Certo Calogero: la Sicilia non è fatta solo di "certe cose": ci sono tante persone come te, che non ci stanno e rifiutano compromessi, soprusi, abusi e quant'altro..mio marito è pure Siciliano, e anche lui non ha accettato quel genere di vita!
Che poi, si parla della Sicilia, ma è l'Italia tutta un po' così: è bello tuttavia sapere che esistono tante persone oneste e coraggiose, soprattutto tra i giovani....dà speranza e fiducia nel domani.
Ciao, buona giornata.

Calogero Parlapiano ha detto...

sono d'accordo con te, dobbiamo fare il possibile affinchè questo stato di cose possano davvero cambiare..buona giornata,ciao

Pellescura ha detto...

Un panorama devastante che toglie speranza

Calogero Parlapiano ha detto...

capisco Pietro, ma dobbiamo poter credere che un cambiamento sia ancora possibile in questo sistema.. forza...
ciao