Quickribbon

venerdì 30 gennaio 2009

S.O.S. sicurezza dagli studenti fuori sede

Vi propongo questo interessante articolo circa la sicurezza degli studenti universitari a Palermo. A dire il vero, credo che alcuni di questi problemi riguardino un pò tutti gli studenti che vanno a studiare lontani dalla loro città natale. Attenzione ed occhi aperti. Ovunque.

Buona lettura.

Se non fosse per quei giovani che si muovono in gruppo portando in spalla zaini e borse, o che al venerdì vedi trascinare valigie a passi rapidi lungo le strade che conducono alla stazione centrale, sarebbe difficile immaginare che questo sia il quartiere universitario per eccellenza. Quello che da sempre viene considerato il trait d' union tra l' ateneo e il resto della città, il luogo su cui investire per promuovere l' economia palermitana. Ma che, a conti fatti, risulta piuttosto un dormitorio per i migliaia di studenti fuori sede che qui vivono. Sono lontani i modelli di San Lorenzo a Roma o della Bicocca di Milano, perché al quartiere Policlinico manca un po' tutto per elevarsi allo status di zona urbana universitaria, dai servizi pubblici agli studenti ai locali notturni, dagli spazi ricreativi e culturali a un giardino o una piazza come punto di ritrovo. Eppure, loro, gli universitari fuori sede, avrebbero tutti i diritti per chiedere maggiore attenzione alla città. Attenzione che, al momento, hanno suscitato solo tra i proprietari di case, che spesso gli affittano tuguri a prezzi gonfiati, e, purtroppo, presso la piccola criminalità. Già, perché da qualche tempo a questa parte, si sono moltiplicati i furti e le rapine ai danni degli universitari del Policlinico. Solo nell' ultimo mese, le forze dell' ordine hanno registrato almeno una decina di casi, l' ultimo dei quali martedì sera: tre studenti rapinati per strada in meno di mezz' ora. «Spesso i ladri adocchiano gli studenti alla stazione centrale, appena arrivati dai paesi - spiega Felice Montalbano, universitario fuori sede - Li seguono, rubano il bagaglio e infine, in alcuni casi, chiedono del denaro per restituirlo. Conoscono gli spostamenti degli studenti e sanno benissimo come derubarli». La piccola criminalità non agisce solo per strada. In molti raccontano di furti in appartamento portati a termine anche in presenza degli stessi inquilini. Ma tanto per i furti quanto per la rapine, si tratta per lo più di magri bottini: poche decine d' euro, un orologio o altri oggetti di poco valore. Anche perché a commettere i reati sono spesso dei ragazzi, coetanei delle vittime, come il rapinatore arrestato due settimane fa dopo aver sottratto 63 euro a tre studenti. Giovani che, come emerge dai rapporti di polizia e carabinieri, vivono nello stesso quartiere, in quelle sacche di disagio sociale ed economico che rappresentano l' altra faccia del Policlinico. Per questo, gli studenti hanno paura. Non essendoci pub, né cinema, né strutture universitarie in cui ritrovarsi la sera, alle 20, quando i negozi chiudono, il quartiere si spegne, viene avvolto da un silenzio rotto solo dalle sirene delle ambulanze. E per gli universitari scatta il coprifuoco. C' è addirittura chi non esce a meno che non sia in gruppo o in macchina. «Cerchiamo di essere più prudenti possibile - dicono Ada Parisi e Floriana Scordato, al primo anno d' università - Già alle otto di sera è tardi per stare fuori. Soprattutto le stradine dietro via Ernesto Basile sono molto pericolose e i controlli sono scarsi». L' allarme sicurezza, dunque, si lega inevitabilmente all' assenza di servizi pubblici e privati per gli studenti. A parte la mensa del pensionato universitario Chiaramonte e piazzale delle Cliniche (dove si trovano le tipografie e le librerie specializzate per gli studenti), non esistono altri punti di ritrovo, neppure di giorno. I mezzi pubblici lasciano a desiderare e quei pochi studenti che si possono permettere il lusso di un auto devono fare i conti con l' assenza di parcheggi in una zona quasi interamente coperta dalle strisce blu. Eppure, c' è chi tra gli universitari fuori sede non si vuole arrendere a questo stato di cose. Lo dimostra la battaglia intrapresa da Salvatore Giacobelli insieme ai suoi coinquilini, tutti studenti con residenza a Corleone, che hanno dato vita a un comitato per chiedere più servizi per il quartiere. «Tutto è nato per caso - raccontano - Noi siamo abituati a fare la raccolta differenziata, ma qui al Policlinico trovare gli appositi cassonetti è un' impresa. Addirittura, qualche giorno fa, l' unico contenitore per la carta della zona è scomparso. Così abbiamo scritto una petizione e raccolto le firme. In poco tempo abbiamo ricevuto quasi cento adesioni, tutte di studenti fuori sede come noi». La petizione è stata inviata al sindaco e all' Amia, ma i cassonetti non sono stati ancora ripristinati. «Noi comunque non ci arrendiamo - aggiunge Salvo - Continueremo questa battaglie e ne intraprenderemo altre. Vogliamo far sentire la nostra voce alle istituzioni. Perché anche noi ci sentiamo parte integrante di questa città». (La Repubblica)

2 commenti:

Ale ha detto...

coprifuoco...
dev'essere terribile per quei ragazzi..
ma ho paura che la stessa situazione è presente in molte altre città..
buon fine settimana

Calogero Parlapiano ha detto...

si, penso sia un problema che riguardi un pò tutti gli studenti nelle maggiori città italiche.
buon weekend pure a te.
ciao