Oggi l’Associazione di promozione sociale L’AltraSciacca è tornata a parlare dell’importanza dell’acqua e della sua ripubblicizzazione e lo fa con un documento rivolto all’intero consiglio comunale ed in particolare al suo Presidente, Fabrizio Di Paola. Ecco il testo che riportiamo integralmente:
“Gent.mo Presidente del Consiglio comunale di Sciacca, ci rivolgiamo oggi a lei nella qualità di cittadini saccensi e di rappresentanti locali del Forum nazionale dei Movimenti per l’acqua che combatte ormai da tempo affinché questo bene prezioso per la sussistenza umana non venga mercificato e assoggettato alle logiche di profitto di singoli privati.
Quello che oggi le inviamo è un accorato appello affinché Sciacca cominci ad assumere un ruolo importante nel processo che vede impegnati diversi Comuni della provincia di Agrigento nella battaglia per la ripubblicizzazione delle nostre risorse idriche. In questi otto mesi che sono trascorsi da quanto la nostra amministrazione ha consegnato le reti all’ente gestore privato Girgenti Acque, abbiamo tutti avuto modo di constatare che tale scelta, anche prescindendo dalle considerazioni morali legate alla questione, si è rivelata sbagliata. E’ chiaro e sotto gli occhi di tutti che la gestione dei nostri impianti da parte di Girgenti Acque si è rivelato un vero e proprio fallimento. I disservizi causati nel corso di questo primo periodo sono stati innumerevoli. Non esiste ancora un ufficio per il pubblico né un sito internet al quale far riferimento. E con le prime fatturazioni eseguite dalla suddetta ditta, che sta operando in assenza di un regolamento approvato dal Consorzio d’Ambito, abbiamo constatato che l’unico obiettivo che si sono prefissati è giusto quello di far profitto, a discapito di tutto il resto.
Ben venticinque Sindaci della provincia di Agrigento sono certi che la strada della ripubblicizzazione dei servizi idrici è perseguibile ma è necessario che questa battaglia, condotta sulle piazze della provincia, interessi anche la nostra cittadina, coinvolga i suoi abitanti e, non per ultimo, la sua amministrazione. Questa battaglia di civiltà, seppure Sciacca è al momento in disparte, interessa da vicino anche noi. Ricordiamo che il bacino di utenza saccense rappresenta il 7% dell’intera popolazione provinciale e che la stessa quota è riservata al nostro Comune all’interno dell’ATO idrico.
Sosteniamo quindi l’iniziativa della locale sezione di IDV che negli scorsi giorni ha richiesto la convocazione di un consiglio comunale aperto ai cittadini, alle associazioni ed a tutte le forze politiche della città in merito alle problematiche poste in essere dal servizio idrico gestito dalla Girgenti Acque e per verificare la volontà di tutta la popolazione nei riguardi della privatizzazione di un bene fondamentale quale è l’acqua.
Al contempo sollecitiamo anche noi, e la preghiamo di farsi carico di questa nostra richiesta, il Sindaco di Sciacca a prendere una posizione netta e chiara nei confronti della questione, di dichiarare fallimentare l’esperienza della Girgenti Acque e di schierarsi accanto ai sindaci già in lotta affinchè si possa presto giungere allo scioglimento del contratto posto in essere con la suddetta ditta.
In conclusione, vogliamo far notare come, a distanza di parecchie settimane dalla presentazione della nostra istanza in merito all’acquisizione del Piano d’Ambito dell’ATO idrico di Agrigento, sia impossibile venirne in possesso. Da quest’ultimo Ente ci è stata fatta pervenire la proposta risalente al 2002 e sul sito internet non hanno ancora provveduto all’inserimento. Anche questo aspetto dell’intera vicenda è assolutamente inaccettabile. Riteniamo che nessuno dei 43 Comuni abbia avuto modo di visionare attentamente il contenuto di tale documento e che nessuno abbia chiaro il piano degli investimenti e le modalità di gestione del servizio, dettati sempre da tale Piano. E’ anche questo, un ulteriore motivo per sollevare tutti dall’incarico per manifesta incapacità e lottare tutti insieme per un’acqua totalmente pubblica.”
"Saluto i presenti e Panepinto, che sicuramente da più tempo e con maggior competenza si occupano della questione. Sono qui stasera per vari motivi: anche io mi ero occupato del problema dell’acqua quando ero sindaco e perchè oggi vivo la questione Poi ,voglio dare il mio sostegno a tutti i sindaci che stanno lottando per l’affermazione di un diritto straordinariamente importante. Per parte mia ritengo che per agire ,purtroppo è necessario muoversi attraverso la legge. Ed allora ferme restando le cose che Giovanni Panepinto, da sindaco e da parlamentare regionale ha evidenziato, cose che sono assolutamente fondate, se non si arriva alla politica legislativa , allora alla fine fai fatica a dover procedere. E allora ci sono due cose in parlamento. Una è un disegno di legge di iniziativa popolare,e qui è presente questa sera Antonella Leto,tra i promotori, con il Forum Nazionale delle Acque, che io ho incontrato a Roma. Questo disegno di legge di iniziativa popolare, supportato da 400.000 firme di sottoscrizione, prevede la modifica complessiva dell’intero impianto della legge Galli. Accanto a questo ,io ho depositato ,proprio alla fine dell’anno scorso,un altra norma di legge, che prevede non una modifica dell’intero sistema , ma solo ed esclusivamente la riforma degli A.T.O. che vengono sostanzialmente eliminati almeno cosi come li intendiamo adesso. Mi sono anche confrontato con il forum nazionale delle acque ,anche per non lavorare in disaccordo, forum che ha lavorato molto più di me sul tema. Il principio ispiratore di questa cosa è che gli A.T.O non dovranno essere più un unione territoriale basata su scelte politiche ed amministrative,ma strettamente legati a quelli che sono i bacini ideologici che sono fondamentali, perchè alla fine si può disegnare una linea, ma in un territorio che non è assolutamente omogeneo e uniforme.
L’altra questione riguarda la pubblicità delle acque, quindi non soltanto la proprietà delle acque deve essere pubblica ma anche la gestione delle acque deve esserlo. In questo disegno viene detto espressamente detto che i Comuni, mettendosi insieme sulla base dei bacini idrografici, alla fine non possono gestire le acque con i privati. Il punto sostanziale è che i Comuni possono gestire l’acqua e la sua distribuzione anche in forma societaria ma partecipata al 100% dai Comuni .Quindi l’acqua viene considerata come un bene assolutamente primario. Questo è un po’ il senso della legge da me proposta
Volevo dire che questi strumenti ,possono essere utili e cioè sia il disegno di legge di iniziativa popolare, che l’altro disegno di legge da me presentato, per quello che valgono, perchè poi bisogna vedere se il governo li farà passare, non sarà una passeggiata, tutt’altro. Perchè come diceva Giovanni Panepinto c’è un problema economico,per cui di fatto delle norme di carattere finanziario hanno stabilito che la gestione delle acque deve essere privata. Comunque la battaglia deve essere fatta, partendo dai territori. Questi disegni di legge, possono essere degli strumenti utili, non so se è arrivato il collega Restivo, dicevo possono essere degli strumenti utili per fare i ricorsi avverso i commissariamenti. E un altro elemento a sostegno della battaglia dei sindaci , bada ( rivolgendosi ad un ipotetico legislatore ) che ci sono tutta una serie di disegni di legge all’attenzione del parlamento.Ho parlato stamattina con il segretario della commissione, proprio questa settimana , tali disegni di legge ,verranno incardinati in commissione per l’esame. Quindi questo dà forza alla nostra posizione, dunque possiamo dire Noi ci opponiamo alla consegna delle reti, ci opponiamo alla consegna ad una società che si è rivelata del tutto inadeguata, perchè c’è in itinere una possibilità di riforma legislativa.
Mi dispiace per Sciacca,che già la consegna l’ha fatta e questa sera per me questo è motivo di imbarazzo ,ma anche di intervento.
Proviamo dunque ad arrivare ad una soluzione positiva delle nostre vertenze, per il resto sono a disposizione e ribadisco di essere qui per confermare interamente la mia solidarietà a tutti i presenti."
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