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martedì 13 gennaio 2009

Patti & Fatti a Sciacca

Lo scorso 23 dicembre è stato tempo di bilanci per il sindaco di Sciacca Mario Turturici. Nella consueta conferenza stampa di fine anno si sono tracciati i momenti ed i risultati più salienti del 2008 appena passato. Ma non sono mancati gli accenni alle opere ancora da realizzare e definire. Una cosa è certa, come ha affermato lo stesso sindaco: Mario Turturici si ricandida ed è già in campagna elettorale. Poco importa che ancora non sembra esserci nessun accordo al riguardo all’interno del suo partito, poco importa l’invito al dialogo, al confronto, alle decisioni condivise auspicate dalla maggioranza che attualmente amministra. Come dichiarato dal sindaco durante la sua conferenza stampa: “il partito della libertà si chiama così perché ognuno è libero di fare come gli pare”, ossia “io mi ricandido e basta”.
Non avevamo alcun dubbio di trovarci già in campagna elettorale ma trovarsi dinanzi a scelte e pensieri così netti e decisi è stata un po’ una sorpresa. Alla lunga però è chiaro che servirà un proficuo confronto tra le parti in causa, tanto nel PdL locale e regionale quanto tra i principali esponenti dell’attuale maggioranza.
Sempre in questi giorni di festa e bontà natalizia, si sono ascoltate le dichiarazioni di Mario Lazzano, esponente autorevole della politica saccense, che chiede appunto più dialogo e più confronto a Mario Turturici. Afferma che la ricandidatura dell’attuale sindaco non è stata già prescritta da alcun medico ed invita l’onorevole Messina a fare scelte definitive in materia di accordi elettorali per evitare il ripetersi della situazione che lo vede appoggiare il centrosinistra in politica nazionale ed il centrodestra nell’aula consiliare. In un certo senso, quest’ultimo più che un invito è sembrato un diktat o quantomeno un modo per far comprendere a Messina che il centrodestra locale potrebbe non avere più bisogno di lui e della componente alla quale fa capo, che il centrodestra locale potrebbe compattarsi e fare squadra solamente con gli uomini che già annovera tra le sue fila e che a Lazzano non piacciono gli accordi eccessivamente trasversali.
Entrambe le dichiarazioni, quelle di Turturici e quelle di Lazzano, sono molto forti, importanti e sicuramente scateneranno, o hanno già scatenato, una lunga scia di dibattiti e polemiche.
Il problema che però naturalmente affligge di più i saccensi non è quello degli accordi, delle tacite alleanze, dei confronti che saranno appianati o decisi dalle varie segreterie politiche presenti sul nostro territorio, ai cittadini interessa sicuramente di più se e quando saranno ultimate le numerose incompiute nate e morte a Sciacca, se la città avrà finalmente un nuovo piano regolatore generale che vada a sostituirsi a quello vecchio di trentanni, se e quando gli alberghi del Verdura Golf Resort entreranno in funzione e come sarà gestita l’assunzione del personale, quando e come inizieranno i lavori dei nuovi alberghi extralusso voluti dal colosso spagnolo Sol Melia in località Monterotondo, se e quando saranno rimborsati i canoni di depurazione dell’acqua pagati negli ultimi dieci anni, se i turisti che verranno nel nostro bel paese si accontenteranno solamente di leggere che Sciacca ha il certificato di città turistica o vorranno vedere pure servizi decorosi, strade degne di questo nome e spettacoli in centro, se lo stadio rimarrà chiuso ad eternum, se un palazzetto dello sport sarà il sogno inconfessato di generazioni di giovani locali, se e quando saranno cominciati ed ultimati i lavori per i capannoni da utilizzare per costruire i carri a carnevale, se le nostre spiagge e il nostro mare subiranno ancora l’onta della non balneabilità nonostante i lavori del Parf, se e quando saranno aperti ai visitatori il museo del mare e quello del carnevale, se dovremo rassegnarci alla scomparsa, all’abbandono, al degrado, alla chiusura delle nostre gloriose terme di Sciacca.
La città ha vissuto così tanti anni alla ricerca di un proprio alfiere, di un paladino che si facesse promotore delle istanze e dei desideri più reconditi della cittadinanza che non chiede un partito solido, qualunque esso sia, o un’alleanza da spendere sotto o sopra il gioco delle poltrone assessoriali, cerca un progetto, cerca un nome ed un cognome valido, competente, sicuro a cui affidarsi, che non rinnovi il bluff della “sedotta e abbandonata”, che la conduca nella realtà di tutti i giorni senza dimenticare le aspettative ed i sogni di una generazione che vuole uscire dall’anonimato.
La nuova legge elettorale approvata dall’ARS renderà più difficili le manovre politico-elettorali, lo sbarramento al 5% e la diminuzione delle cariche assessoriali a 6 unità farà aumentare le tensioni e le diatribe tra le fazioni in gioco.
Il tempo stringe, il nuovo anno è già arrivato, i mesi che ci porteranno all’analisi elettorale si fanno sempre più corti. Finora l’unico nome e cognome, ufficiale, secondo le dichiarazioni del sindaco, ufficioso, secondo le affermazioni di Lazzano, è quello di Mario Turturici che ha cominciato a tirare la volata già dalle ultime settimane del 2008.
A quando gli altri progetti politici? E soprattutto a quando gli altri nomi e cognomi?
Per tutti però vale lo stesso accorato invito: fatti e non campagna elettorale.


Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

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