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mercoledì 3 dicembre 2008

Scontri di potere: I conflitti interni al Pdl

Notizia di questi giorni. Forza Italia è confluito totalmente all’interno del Pdl sposandone appieno programmi, idee, intenzioni e riconoscendo la leadership dell’attuale premier Silvio Berlusconi.
Nei fatti però può anche accadere che vivaci scontri possano sorgere su diverse tematiche tra coloro che hanno visto nascere nel 1994 e sviluppare la compagine forzista, la cosiddetta Casa delle Libertà e coloro che invece hanno vissuto più da vicino il sorgere del Pdl, il Partito delle Libertà, schieramento assai più recente. Pur trovandoci quindi nei meandri del centrodestra, non è difficile trovare accese discussioni poiché a livello regionale e locale siamo ancora in una fase di assestamento e scegliere i propri soggetti politici di riferimento è un attività complessa e delicata. A Sciacca il Pdl, come qualsiasi altro partito sulla scena politica, si sta preparando a puntino per farsi trovare pronto alla prossima tornata elettorale. E’ risaputo che l’attuale sindaco Mario Turturici abbia tutte le intenzioni di ricandidarsi. Quello che ancora non si conosceva fino a pochi giorni fa era il fatto che, cogliendo il senso delle ultime dichiarazioni dell’onorevole Giuseppe Marinello, “chi, all’interno del Pdl, sta lavorando a progetti alternativi a quello del sindaco uscente Mario Turturici si pone fuori dal partito”. Dichiarazioni forti e decise, cha hanno fatto e faranno discutere. Sono la dimostrazione concreta, se ancora ce ne fosse bisogno, che, non tutti all’interno del Pdl, vedono di buon occhio la ricandidatura dell’attuale sindaco, vuoi perché pensano a personalità alternative sulle quali puntare, vuoi perché anche all’interno del centrodestra qualcuno preferisce cambiare e voltare pagina, vuoi perché qualche altro non è, tacitamente, convinto e contento di quanto questa amministrazione ha fatto per lo sviluppo della città. Sicuramente in una compagine politica che ripete fino all’ossessione il termine “libertà” e se ne fa costantemente garante, fa un po’ specie ascoltare questo diktat secondo il quale in pratica non si può aprire un proficuo confronto di idee in seno al partito ma si può solamente scegliere di appoggiare senza sé e senza ma la ricandidatura dell’attuale primo cittadino, pena l’esclusione dal gruppo.
In realtà in questa diatriba, i veri duellanti sono Giuseppe Marinello da un lato e Michele Cimino dall’altro, a loro volta supportati, Marinello dal ministro agrigentino Angelino Alfano e Cimino dal sottosegretario Gianfranco Miccichè, esponenti quindi di grosso calibro del Pdl.
Questo contrasto in seno al partito non è né nuovo né recente ma sicuramente contribuirà in maniera decisiva per indirizzare il futuro destino politico di Mario Turturici. Oggi sappiamo bene da che parte stanno le diverse componenti del Pdl locale e regionale. Sono le segreterie politiche regionali e nazionali che hanno in mano in pratica la possibilità di dipanare questa matassa e di appoggiare di conseguenza l’una o l’altra proposta elettorale. Una cosa è fuor di dubbio: i ciminiani stanno lavorando concretamente ed in modo sempre meno nascosto per trovare ipotesi alternative a quelle proposte da Marinello e per farlo sembrano avvicinarsi al mondo dell’associazionismo e delle possibili liste civiche. L’impressione è che questo conflitto interno potrebbe rientrare senza colpo ferire sulla base di accordi e vicendevoli scambi di poltrone oppure esplodere in maniera fragorosa con la possibilità concreta di avere alle prossime elezioni saccensi due candidati provenienti dal centrodestra: Mario Turturici, espressione netta del Pdl ed un altro nome ancora da scegliere che invece sia l’alfiere dei ciminiani, della parte più moderata del partito e di tutti coloro che vorranno appoggiare in sede di alleanze trasversali questa ipotesi politica.
Del resto altri importanti uomini del Pdl locale sembrano remare verso questa direzione basti pensare all’attuale consigliere comunale Giuseppe Bono che, frequentemente ormai, esprime con chiarezza il proprio malcontento sulla piega che sta prendendo il partito, o Sergio Indelicato, attuale assessore nella giunta provinciale presieduta da Eugenio D’Orsi e fino a poco tempo fa anche lui consigliere comunale, che si è avvicinato molto alle posizioni di Cimino. Miccichè aveva provato fino a poco tempo fa a reclutare dalla sua parte, dopo i tanti consiglieri, anche l’attuale sindaco di Sciacca ma era obiettivamente impossibile che Mario Turturici voltasse le spalle all’onorevole Marinello a cui deve sostanzialmente la sua elezione a sindaco avvenuta quasi cinque anni fa.
Tutto poteva immaginare Mario Turturici se non che la vera opposizione alla sua amministrazione ed alla sua ricandidatura dovesse giungere non dal Pd o in generale dal centrosinistra locale ma dai suoi stessi compagni di partito, i ciminiani, che lo rimproverano tra l’altro anche di non averli presi mai in considerazione sulle scelte più importanti per la città, di non aver assunto decisioni concertate tra tutte le correnti di partito e di essere stato lacunoso circa l’amministrazione ordinaria di Sciacca puntando soltanto sulle cosiddette “grandi opere”.
Una emorragia di esponenti del Pdl hanno tralasciato nel tempo la corrente marinelliana per accodarsi a quella ciminiana. Perché? Cosa c’è in ballo? Cosa succederà al Pdl locale? Tutto si taciterà in nome di un maxi rimpasto di partito o il Pdl si presenterà frantumato in due pezzi alle prossime elezioni? Ed in quest’ultimo caso, come dichiarato da Marinello, ci saranno esponenti di rilievo che saranno costretti ad uscire dal partito delle libertà?
Tra poco sapremo.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

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