ROMA - La felicità è contagiosa: si trasmette, infatti, da una persona all'altra, anche se l"untore'' felice non conosce direttamente gli individui destinatari della sua gioia. E l'effetto 'contagio' dura fino a un anno. Lo dimostra uno studio diretto da Nicholas Christakis della Harvard Medical School e dell'Università della California a San Diego: la ricerca mostra, infatti, che quando un individuo è felice contagia gli amici e gli amici degli amici, disperdendo la sua gioia su tre gradi di connessioni nella rete sociale. Pubblicato sul British Medical Journal, lo studio è stato condotto sul campione della precedente indagine 'Framingham Heart Study' sulla salute degli americani: 5124 adulti di 21-70 anni reclutati e seguiti tra 1971 e 2003. Gli autori dello studio hanno trovato 53.228 connessioni sociali tra i 5124 partecipanti, e si sono quindi concentrati su 4739 persone seguite dal 1983 al 2003. Ad essere fondamentale in questo meccanismo di trasmissione della felicità, hanno ossrvato i ricercatori, è la distanza tra i soggetti. Se due amici vivono infatti a mezzo miglio di distanza (800 metri circa) e uno dei due vive un periodo felice, l'altro ha il 42% in più delle chance di essere felice a sua volta. Le chance calano all'aumentare della distanza: due miglia (3,2 km circa) equivale a una probabilità di essere contagiato dalla felicità dell'amico del 22% in più. Fortunatamente, però, la tristezza non riesce a diffondersi così a macchia d'olio, sostengono gli autori del lavoro. (Ansa)
E se avesse ragoine "lui" con la storia dell'ottimismo? eh eh .. a quanto pare però possiamo ancora descrivere con realismo quello che accade, tanto la "tristezza" (ossia il realismo..) non è una malattia grave e non contamina nessuno....
ROMA - Scoperte le armi con cui alcuni fortunati sieropositivi riescono, da soli senza farmaci, a tenere a bada il virus Hiv e quindi a impedire la progressione della malattia: sono due molecole, una proteina "trapano" che buca le cellule già infettate e una proteina "killer" che penetra in esse e le uccide. La scoperta, di Stephen Migueles e Mark Connors, del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID), è stata resa nota sulla rivista Immunity. Gli individui naturalmente protetti dall'Aids quando si infettano tengono a bada il virus senza bisogno di terapia antiretrovirale. Su di loro sono puntati gli occhi di tutti i virologi a caccia di un vaccino o medicine contro l'Hiv. Finora si sapeva che questi fortunati che controllano il virus e dunque non arrivano all'Aids conclamato se non dopo molti più anni del paziente medio, godono di un tipo di una famiglia di cellule imunitarie, i linfociti T CD8, con una potenza killer senza eguali nei confronti delle cellule che portano dentro di sé il virus. Restava da capire perché i CD8 di queste persone siano più forti di quelli di altri sieropositivi che invece hanno bisogno degli antiretrovirali, che pure hanno a loro volta, sebbene in numero variabile, una scorta di CD8. Gli scienziati Usa hanno svelato l'arcano, nei sieropositivi resistenti i CD8 hanno una scorta enorme di due proteine: la perforina, che trapana le cellule infette, e il ganzima B che penetra dentro di essere attraverso il foro e le uccide. I C8 dei pazienti normali producono invece poca perforina. Un vaccino funzionante potrebbe dunque essere costituito da un preparato che stimoli la produzione di perforina e ganzima B nel corpo dei sieropositivi. (Ansa)
E' fondamentale che la ricerca, a qualsiasi livello ed in qualsiasi direzione, vada avanti.. questa è una notizia assai importante.. è chiaro che però servono fondi, strutture, cervelli e non tagli e conseguente fuga.. la salute e la scienza non può essere rimandata a tempi migliori, serve adesso, serve sempre.
ROMA - "Stavo pensando molto intensamente a mia madre, che era scomparsa da poco, quando ho sentito un vento caldo avvolgermi, e ho pensato 'questa e' la carezza di mia madre": lo ha raccontato Zucchero al Tg1 parlando di 'Una carezza', uno degli inediti del suo nuovo lavoro, Live in Italy, il primo vero lavoro live della sua carriera, appena uscito in tutto il mondo. Live in Italy è composto da due cd con 34 canzoni di cui 4 inedite e 2 dvd con 36 canzoni, in un unico packaging, registrate e riprese dai concerti all'Arena di Verona del 21, 22, 23 settembre 2007 e da quello allo Stadio di San Siro lo scorso 14 giugno. "E' difficile esibirsi a Verona, è anche difficile rifare un San Siro come l'ho fatto io", ha aggiunto ai microfoni del Tg1. Nel corso del World Tour 2007-2008, Zucchero in sette mesi si è esibito in 207 concerti, ha fatto 5 volte il giro del mondo e ha percorso 301.727 chilometri. "Non ho mai fatto un tour così lungo, e non ho mai fatto veramente un album dal vivo inteso come uno o più concerti registrati propriamente per poi farne un disco", ha affermato. Live in Italy, in una confezione speciale con un libro di fotografie e aforismi, esce anche in tutte le librerie. (Ansa)
Parole e musica di Zucchero, uno dei più grandi artisti italiani..."Una carezza" è l'espressione di un sentimento denso e partecipato come racconta lo stesso cantante.. una dolce emozione, una canzone "d'altri tempi".
Buona domenica a tutti
Zucchero - Una carezza
domenica 7 dicembre 2008
Salute e Musica: un duetto inscindibile
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