I direttori dei principali tg, Tg1, Tg2, Tg5, non vogliono dire niente. «Il telegiornale lo faccio, non commento» rispondono all’unisono Gianni Riotta e Mauro Mazza. Mentre Clemente J. Mimun «ha altro da fare» e Enrico Mentana, che del notiziario a tutta cronaca fu l’inventore, si dice «non interessato all’argomento». Ad accogliere l’appello lanciato dal ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi affinché i telegiornali non siano più «una serie ininterrotta di notizie catastrofiche, di racconti dell’orrore, di fatti di sangue» è solo Emilio Fede, che giura di lottare da sempre per espellere la violenza dal Tg4 ed evitare «la morbosità, che non è necessaria». Tanto da non aver neppure dato nel suo tg la notizia sul Babbo Natale killer che ha fornito lo spunto a Bondi. Il suo figlioletto di 7-8 anni, venuto in Italia per le feste dagli Stati Uniti dove vive con la mamma, ne sarebbe rimasto molto impressionato. Il fatto indubbiamente raccapricciante è accaduto proprio il giorno di Natale in un sobborgo di Los Angeles, ed è stato dato come semplice notizia da alcuni tg della sera. Per essere ripreso l’indomani, raccontato con suspense narrativa e immagini nell’edizione delle 13 che più indulge sui fatti di cronaca. «Ha bussato alla porta vestito da Babbo Natale, carico di livore per il divorzio definito appena una settimana prima, dopo neanche un anno di matrimonio, un sacco nero sulle spalle. La bimba di 8 anni gli corre incontro felice aspettandosi un regalo, lui spara in faccia alle illusioni e apre il fuoco della sua vendetta sui presenti riuniti per il pranzo di Natale». Così, per esempio, il Tg5 dell’una. Morti e feriti non si vedono ma le immagini dell’incendio della villetta, appiccato col lanciafiamme dallo stesso assassino poi suicida, sono impressionanti. «Non ho potuto e saputo spiegare a mio figlio le ragioni di tanta cieca ferocia che non ha pietà dei bambini e avviene il giorno di Natale», spiega il ministro scandalizzato. E, auspicando un’informazione «che parli del bene che tante persone promuovono senza tornaconto», lancia il suo appello «per arrestare questo circolo vizioso della televisione. O non vi sarà fine al peggio, al brutto, al deteriore, al volgare, all’orrore». «Sono poco edificanti anche molti servizi positivi sui ricchi, le loro donne e i consumi di lusso. E non è certo tornando ai tg di un tempo, quando non si poteva usare la parola “membro” che si proteggeranno i nostri figli» reagisce Corradino Mineo, direttore di RaiNews24. Ma il sociologo Antonio Marziale che presiede l’Osservatorio sui diritti dei Minori, ricorda l’esistenza del Codice Tv e Minori e il protocollo recepito dalla legge Gasparri che prevede addirittura gravi sanzioni pecuniarie e perfino il ritiro della licenza: «L’Ordine dei giornalisti e le Autorità di garanzia lo facciano applicare». Da Sky Tg24 il direttore Emilio Carelli osserva quanto sia «sempre più sottile la linea di demarcazione fra dovere di cronaca e diritto dei minori». E difende il suo tg, che «ha sempre evitato di indugiare sull’orrore senza fine richiamato dal ministro. Anche oggi, davanti alle immagini cruente di morti e feriti arrivate da Gaza». Linea sottile che «può sconfinare in censura», avvisa Marco Rizzo del Pdci, paventando «notiziari del Mulino Bianco». L’opposizione la butta in politica. «Come mai Bondi si accorge solo oggi del fenomeno e non ricorda come la stessa cronaca nera fosse gettonatissima da molti tg, soprattutto privati, durante i governi di sinistra e alla vigilia delle elezioni?», chiede Giorgio Merlo, Pd. «Su quegli eccessi sono state costruite fortune elettorali», incalza Beppe Giulietti, portavoce di Articolo 21. Giulietti considera l’appello del ministro «nient’altro che la traduzione bondiana del concetto di informazione ansiogena che Berlusconi va denunciando da tempo: visto che non può governare povertà e recessione, prova a cancellarli o almeno ad attenuarli. Con l’occhio puntato a ben precise trasmissioni». (Lastampa.it)
Si..sono d'accordo: solo tette ed ottimismo... Grazie del consiglio, Bondi.
Pronto alla fuga
«Io continuo a telefonare normalmente», assicura il presidente del Consiglio, «ma il giorno che venisse fuori una mia telefonata di un certo tipo, me ne andrei in un altro paese, scapperei via». Resta convinto che le intercettazioni vadano permesse solo sui delitti più gravi, niente da fare invece per i reati cosiddetti contro la pubblica amministrazione poiché «ci sarebbe il rischio di iper-rubricazione, il pm avrebbe mille scuse per metterci sotto controllo». La Lega era contraria a tagliar fuori reati come la corruzione, «ma io ho parlato con Bossi che ha chiamato Maroni, le sfumature stanno scomparendo». Anche la sinistra dovrebbe essere d’accordo, «specie adesso che questo sistema si è rivolto contro di lei...».
Questione morale
Berlusconi si guarda dall’infierire sugli avversari. Preferisce parlare di Forza Italia che «non è mai ricorsa al finanziamento illecito perché spende in modo oculato il finanziamento pubblico, e poi perché tutti sanno che casomai i soldi ce li metto io». Glissa sulle inchieste a carico della sinistra: «Non ho approfondito il tema, provo una certa allergia nei confronti di queste cose». Una parola di troppo in verità gli era sfuggita, tempo addietro, ma è acqua passata, «anzi ho manifestato l’auspicio che le accuse al Pd possano essere ridimensionate. Nei loro confronti do prova di fair-play».
Sul Pd
Il premier ricorda nostalgico quando provava «simpatia per la sinistra perché era garantista». Precisa di non averla mai votata: solo Pli, Dc e Psi «in quanto ero amico di Craxi». Ma con quella sinistra di una volta lui s’intenderebbe facilmente. Purtroppo oggi c’è di mezzo Di Pietro, «irrecuperabile, l’incarnazione del giustizialismo». Qualche ora prima aveva detto su Sky che «sono padre fortunatamente dei miei figli», non intendendo pronunciarsi su quello di Tonino. Il quale l’aveva presa come una «provocazione». Precisa Berlusconi davanti ai taccuini: «Non intendevo offendere nessuno, tantomeno sui figli». Comunque Di Pietro è il macigno da rimuovere se Veltroni vuole un rapporto con lui, tra i due «un divorzio è necessario".
(da lastampa.it)
Sono d'accordo anche qui..perchè pubblicare un intercettazione compromettente del premier? Occorre pubblicare solamente quelle degli avversari politici.. e quando dà prova di fair-play è solo per sperare che gli altri lo attacchino meno su temi quali la giustizia e la questione morale.. la tentazione sarebbe in realtà troppo grande..immaginate: finalmente sloggia e magari lo vanno a processare all'estero...
AAA Intercettazioni di Berlusconi cercasi...il Premio?: Se ne va.... eh eh
A proposito: non avevo dubbi che prima o poi avrebbero trovato qualche cosa illegale anche su Di Pietro & company..infatti ho vinto la scommessa.. finalmente a tacere anche lui... la questione morale non tocca solo il premier, tutti gli altri sì..e giù di lì a creare attrito tra le componenti del centrosinistra per manovrare meglio gli amici del PD... misteri di fine anno..misteri tipo un Villari..un Villari di troppo... con 6 televisioni in mano chi lo deve intercettare? ... intanto scrivete e fate vedere solo risate, culi ed abbronzati, altrimenti siete "brutti, appecoronati, coglioni e comunisti..."
Avanti con la modifica della Costituzione, con l’appoggio dell’opposizione se possibile e senza se necessario. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha confermato l’intenzione di cambiare la Carta. «Io penso che la Costituzione si cambierà soltanto per una certa parte», ha detto Berlusconi, «come è logico che sia saremo felicissimi di poter avere il consenso di tutte le forze politiche». «Non abbiamo mai detto che vogliamo cambiare la Costituzione da soli», ha aggiunto, «soltanto se saremo costretti per un comportamento irragionevole dell’altra parte, allora saremo nel dovere di farlo da soli perchè abbiamo avuto il mandato da una forte maggioranza dei cittadini, che come vedete ancora oggi c’è ed è diventata più importante di prima».
(da lastampa.it)
Giusto! Eliminiamo il Parlamento, aboliamo la concordia tra le parti politiche e sociali e facciamo tutto da soli, tanto dall'altro sono e saranno sempre irragionevoli...
Siamo quasi a fine anno, per oggi STENDO SOLAMENTE UN VELO PIETOSO...
1 commento:
IL NOSTRO MOVIMENTO
Finalmente ci siamo!
E’ nata l’Unione Nazionale Italiana degli Impiegati Statali: "U.N.I.STAT."
Un movimento libero, autonomo ed indipendente: lavoratori e pensionati dello Stato uniti per dare vita alle aspettative del "popolo delle buste paga".
Un popolo fatto di gente che “campa” di stipendio e che non ha la possibilità di adeguare autonomamente le proprie entrate al costo della vita.
Un popolo che non si sente adeguatamente rappresentato in parlamento da “questa” classe politica, nè sufficientemente tutelato sul posto di lavoro da “questi” sindacati che dovrebbero difendere il potere d’acquisto di salari e pensioni.
Un popolo che ha più volte palesato su queste pagine la necessità di un soggetto politico “nuovo”.
Ebbene, adesso, il movimento c'è, è nato!
L’UNISTAT si batte per il miglioramento della qualità della vita dei lavoratori dipendenti e dei pensionati.
Obiettivi primari ed inalienabili dell’UNISTAT sono la democrazia, l'uguaglianza, la libertà e la giustizia sociale.
L’UNISTAT avversa il tentativo di abbattere gli istituti di democrazia istituzionale vigenti che, anzi, vanno quotidianamente e senza soluzione di continuità, arricchiti di democrazia sostanziale e quindi di contenuto socialmente valido.
Accetta e difende i principi e le finalità della Costituzione Italiana e, pertanto, si proclama pluralista dal punto di vista ideologico, politico e religioso, nel convincimento che la persona umana non ha frontiere, nè barriere fisiche, nè psichiche e che l'individuo deve continuamente anelare alla pace, alla democrazia, alla giustizia ed alla libertà nel completo rispetto delle leggi, ma combattendo con fermezza tutto ciò che ad esse costituisca attentato.
Ai nostri amici, ai nostri lettori, a tutti i nostri sostenitori - iscritti e simpatizzanti - non verrà mai chiesto alcun contributo economico d’iscrizione, ma soltanto di “PARTECIPARE”!
La Segreteria Nazionale
Posta un commento