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giovedì 4 dicembre 2008

Pro Acqua Pubblica: la provincia di Agrigento è assetata

Raffadali:convegno su privatizzazione acqua, organizza il deputato Pd Di Benedetto
“Privato sì, privato no. Privati dell’ acqua”? E’ il tema di un importante convegno che si è tenuto il 30 novembre, a Raffadali, su iniziativa del deputato regionale del Pd, Giacomo Di Benedetto. All’incontro, in programma alle 16,30 in un locale della principalissima via Nazionale, oltre all’onorevole Di Benedetto, interverranno il sindaco di Raffadali, Silvio Cuffaro, il capogruppo del Pd all’Ars, Antonello Cracolici, il capogruppo del Pd al Consiglio comunale di Raffadali, Aldo Virone. Ed ancora il responsabile di “Girgenti Acque”, Giuseppe Giuffrida, il responsabile di “Enna Acque”, Franz Bruno, Mariella Lo Bello, segretario provinciale della Cgil, e Ignazio Puccio in rappresentanza dell’Agenzia Regionale delle Acque e dei Rifiuti. Coordinerà i lavori Sabrina Mangione. “Ho voluto promuovere ed organizzare questo momento di confronto – spiega Giacomo Di Benedetto – per cercare di fare un po’ di chiarezza sulla gestione delle risorse idriche nel territorio agrigentino. La privatizzazione di questo bene primario non è stata mai valutata positivamente dalla mia parte politica e personalmente ho sempre manifestato contrarietà. Il convegno di domani si pone l’obiettivo – precisa l’onorevole Di Benedetto – di fare intanto il punto sull’attuale situazione e di sviluppare poi delle riflessioni sulla base di alcuni elementi. In particolare bisognerà focalizzare l’ attenzione sui costi del servizio a carico dei cittadini. Ma non solo, occorrerà anche capire se il servizio, che viene erogato alla popolazione agrigentina, risulta efficiente. Sarà importante inoltre conoscere l’esperienza che arriva da Enna. Un’analisi seria e costruttiva sulla gestione dell’acqua, che presenta tante sfaccettature, la ritengo quanto meno utile – conclude Di Benedetto – la gente ha, infatti, bisogno di sapere, così come tutti noi, dove porterà la strada, già imboccata, della privatizzazione”.


Porto empedocle:Vertice sull’acqua a Porto Empedocle
Era stato fissato per martedì 2 dicembre presso l’ufficio del Sindaco Firetto un vertice tra i rappresentanti del Comune, della Girgenti Acque e dell’EAS per affrontare le problematiche relative alla distribuzione idrica che negli ultimi giorni, a causa dell’interruzione da parte di Siciliacque dell’adduzione ai serbatoi comunali dei quantitativi di acqua assegnati, hanno messo in ginocchio la cittadina empedoclina. " In futuro bisognerà attivare valide alternative per tempo- dice l’ Assessore Burgio affinchè siano ridotte al minimo le disfunzioni sulla distribuzione che negli ultimi giorni hanno causato gravi disagi ai cittadini empedoclini " . "Chiederemo un piano straordinario ed urgente per riportare la distribuzione a livelli accettabili e la programmazione di un consistente intervento strutturale sulla rete idrica, ormai fatiscente e ridotta a un vero colabrodo - dichiara il Sindaco Firetto." (da agrigentoflash.it)

Sciacca:via Mazzini: Fogna a cielo aperto da otto mesi, i residenti si rivolgono alla Procura
E’ possibile convivere da più di otto mesi a stretto contatto con una fogna a cielo aperto? Sembra proprio di si. Succede a Sciacca, in via Mazzini (nelle foto), dove i residenti, disperati, questa mattina sono andati alla Procura della repubblica per denunciare questa situazione, ormai divenuta insostenibile. “Sindaco e assessori – dicono i residenti – non rispondono più al telefono e, addirittura, non passano più da qui”. Da più di otto mesi, infatti, sono costretti a vivere a stretto contatto con una fogna a cielo aperto e dalla quale provengono odori nauseanti e insopportabili. Questa situazione non solo è un rischio per la salute, ma danneggia anche le molte attività in zona, specialmente panifici e generi alimentari. I residenti di via Mazzini, disperati, hanno chiesto più volte un intervento da parte dell’amministrazione, della Girgenti Acque e di tutti gli organi preposti per risolvere questa sgradevole situazione, ma in questi mesi hanno ricevuto soltanto una risposta. “Interverremo lunedì”. Intervento di manutenzione che, però, non è mai avvenuto. Cosa bisogna dire in questi casi? Inutile fare sempre la solita dialettica o prendersela, per esempio, con i fondi stanziati per il carnevale o ribadire che non si è ancora pronti per il turismo, non avrebbe più senso. Vorremmo sapere, però, per quale assurdo motivo, si siano lasciati i residenti di via Mazzini, a convivere da otto mesi con una fogna a cielo aperto. Tra sette giorni, proprio dove in questo istante scorre dell’acqua putrida, si svolgerà la processione dei fedeli per l’immacolata concezione. Ma, ci chiediamo, in quale ottica pubblicitaria e di promozione del territorio, rientra la fogna di via Mazzini? (da agrigentoflash.it)

Comitato dei sindaci agrigentini sulla richiesta di fallimento di Girgenti acque Spa
"E’ sempre più singolare la vicenda della privatizzazione del servizio idrico nella provincia di Agrigento". Così scrive il coordinatore del Comitato dei sindaci agrigentini, contrari alla privatizzazione del servizio idrico, Rosario Gallo. "Chi ha voluto la privatizzazione ha sempre sostenuto che i privati avrebbero portato capitali, efficienza, capacità manageriale, riduzione dei costi, al cospetto delle inefficienze e dei costi elevati della gestione pubblica. Invece, più passa il tempo, più la privatizzazione del servizio idrico agrigentino si rivela un’avventura irresponsabile, che rischia di aggravare tutte le criticità del servizio nella provincia più assetata d’Italia, per regalare agli agrigentini solo un risultato: l’aumento spaventoso dei costi. Alcuni mesi fa è stato deciso di stipulare il contratto per trasferire il servizio a Girgenti acque, nonostante non si sia esaurita la controversia pendente innanzi alla giustizia amministrativa (deve ancora svolgersi il giudizio d’appello innanzi al CGA). Recentemente, per una vicenda riguardante un comune palermitano, il CGA e lo stesso Tar Palermo hanno riconosciuto illegittimo il commissariamento dei Comuni da parte dell’Agenzia per le Acque ed i Rifiuti. Questo orientamento giurisprudenziale, del quale si attende conferma dalla decisione che il Tar assumerà a giorni sul ricorso presentato recentemente dal Consorzio Tre Sorgenti contro la nomina dell’ennesimo Commissario da parte dell’Agenzia, dovrebbe travolgere nel giudizio innanzi al CGA, per quanto riguarda la vicenda dell’Ato idrico di Agrigento, la nomina del commissario, gli atti da lui adottati e, conseguentemente, il contratto stipulato con Girgenti acque. Con ciò si appalesa l’arroganza ed insieme la fragilità della privatizzazione del servizio idrico in salsa siciliana e agrigentina. Negli ultimi mesi, il passaggio alla gestione privata in tanti comuni della provincia ha consentito di verificare la totale inaffidabilità del gestore privato. Ovunque è stata registrato il marasma nei servizi manutentivi, con un generalizzato peggioramento della situazione: il gestore non ha saputo garantire gli interventi urgenti per le riparazioni delle condotte, non ha avviato alcuna iniziativa per contenere le perdite e migliorare il servizio. Ovunque i disservizi sono aumentati, in taluni casi i cittadini hanno avuto difficoltà persino per segnalare problemi e stipulare un nuovo contratto. Per quanto riguarda i costi, nell’attesa delle amare sorprese che arriveranno con le prime bollette, un primo assaggio per capire cosa significhi la gestione privata si è cominciato ad averlo con i preventivi stratosferici dei nuovi allacci. Ora arriva questa bella notizia. Il nuovo gestore non paga l’acqua ricevuta e si è arrivati alla clamorosa iniziativa del Consorzio Tre Sorgenti, che vantando un credito, dopo sei mesi di fornitura, di oltre 1,2 milioni di euro e non essendo pagato, ha chiesto al giudice il fallimento di Girgenti acque. Non c’è che dire: le preoccupazioni di chi si è opposto alla privatizzazione e della stragrande maggioranza dei cittadini agrigentini crescono ogni giorno". Gallo, infine, conclude scrivendo che "cresce la determinazione dei sindaci contrari alla privatizzazione di andare fino in fondo nella battaglia per mantenere l’acqua, essenziale per la vita e l’economia, bene pubblico da gestire pubblicamente nell’esclusivo interesse della collettività, al di fuori di ogni logica di profitto. Con questi obiettivi, per fare il punto della situazione, giovedì 4 ottobre, alle ore 16, sindaci e amministratori di tutti i Comuni della provincia sono invitati all’assemblea pubblica che avrà luogo nel Comune di Burgio".
(da agrigentoflash.it)

Bufera su Girgenti acque:…e se «Girgenti acque» fallisse?
Bufera su «Girgenti acque», la società che si è aggiudicata la gestione del servizio idrico, al termine di una contestatissima gara, più volte finita questa estate sotto accusa per via degli umilianti turni di distribuzione che la città è stata costretta a subire.
Il Consorzio del «Tre Sorgenti» ha infatti chiesto che venga dichiarato il fallimento della società, perché non avrebbe in cassa il denaro necessario per pagare l’acqua che distribuisce. Si, proprio così. Lo ha fatto con una istanza presentata alla sezione fallimentare del tribunale di Agrigento, sostenendo di vantare nei confronti di «Girgenti acque» un credito di quasi un milione e 300 mila euro, per forniture d’acqua regolarmente fatturate. Altri 4 milioni di euro la società dovrebbe poi pagarli a «Sicilia acque». Davvero incredibile, anche se bisogna ora attendere la decisione dei giudici. Ma non c’è pendente la sola istanza di fallimento. Sempre il Consorzio, anche in questo caso assistito dall’avvocato Gigi Restivo, si è rivolto al Tar di Palermo per chiedere fra l’altro l’annullamento della provvedimento con cui l’ingegnere Ignazio Puccio è stato nominato Commissario ad acta al Tre Sorgenti «con il compito di porre in essere per conto degli organi del predetto Consorzio, gli atti necessari per la consegna degli impianti al soggetto gestore del servizio idrico Girgenti Acque». Tra le azioni legali avviate dal «Tre Sorgenti» la più clamorosa sembra comunque quella con la quale il Consorzio ha chiesto che venga dichiarato il fallimento di Girgenti acque. Il credito di 1 milione e 300 mila euro che il Consorzio asserisce di vantare si riferisce, si legge, alle forniture idriche effettuate dal «Tre Sorgenti» ai comuni di Licata, Racalmuto, Ravanusa, Campobello di Licata, Canicattì e Naro e per essi, si legge nel ricorso, al soggetto gestore Girgenti acque, dal mese di aprile allo scorso mese di ottobre. Al nostro sollecito di pagamento, si legge nell’istanza, Girgenti acque, con nota del 21 novembre, rispondeva restituendo le fatture lasciando velatamente intendere un operato scorretto del Consorzio riguardo alla lettura dei volumi di acqua fatturati. «Girgenti acque però ometteva di ricordare, viene spiegato, che la lettura dei contatori, ai fini della determinazione dei volumi di acqua erogati, è sempre avvenuta in contraddittorio con il personale Eas che risulta comandato proprio presso il soggetto gestore del servizio». Girgenti acque, poi, aggiunge l’avvocato risulterebbe debitrice anche nei confronti della «Siciliacque». di importi complessivi superiori ai 4 milioni di euro. Da qui l’istanza di fallimento. Come mai? Basti pensare, spiega l’avv. Restivo che le disponibilità liquide al 31 dicembre 2007, pari 999.997 euro non sono sufficienti nemmeno a saldare il debito nei confronti del Consorzio che ammonta per l’esattezza a €.1.228.978,13. Chissà come andrà a finire. Possibile che Girgenti acque non abbia le liquidità finanziarie necessarie a pagare l’acqua che distribuisce? Ai giudici della sezione fallimentare l’avvocato Gigi Restivo ha comunque pure rassegnato che nei confronti del Consorzio acquedotto Tre Sorgenti sarebbe stato sempre tenuto un comportamento «sempre improntato ad una pervicace ed abnorme volontà di prevaricare la legittima autonomia del Consorzio tentando in ogni modo di obbligarlo a compiere atti, seppur programmati dalle vigenti leggi in materia di gestione delle risorse idriche, in dispregio a quelle stesse norme invocate ed a tutte le altre che disciplinano i principi cui deve ispirarsi l’attività amministrativa».

La privatizzazione del servizio idrico nella provincia di Agrigento è ancora un tema aperto. Il consorzio Tre sorgenti, che ha un credito nei confronti della Girgenti acque di un milione e 200 mila euro, ha chiesto al giudice il fallimento di quest'ultima azienda.La preoccupazione di tutti quelli contro la privatizzazione cresce sempre di più, mentre i sindaci sono sempre più determinati a voler mantenere l'acqua un bene pubblico da amministrare pubblicamente.Proprio per fare il punto della situazione, giovedì 4 ottobre, alle 16, sindaci e amministratori di tutti i Comuni della provincia sono invitati all'assemblea pubblica che si terrà nel Comune di Burgio.
(da agrigentonotizie.it)

Torniamo a parlare della privatizzazione dell'acqua nella provincia di Agrigento. Leggendo questa esaustiva e completa rassegna stampa capiamo bene che è ancora un problema non risolto nè di facile risoluzione... la società che gestisce i nostri servizi idrici non è ben radicata nel territorio, mancano i loro uffici ed i relativi impiegati per i nuovi contratti, i disservizi a Sciacca e nell'hinterland abbondano (per non parlare della vergognosa vicenda della fogna a cielo aperto..), una società che come leggiamo è creditrice di ingenti somme di denaro e potrebbe rischiare il fallimento, una vicenda che ha del grottesco e che rischia di far pervenire a tutti gli utenti delle bollette salatissime al pari di un servizio a dir poco scadente.. eppure parliamo di acqua, di un bene comune, primario, fondamentale... ACQUA PUBBLICA: PER TUTTI, DI TUTTI

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