WASHINGTON (Reuters) - Chi non vede l'ora di lasciarsi alle spalle il 2008 dovrà aspettare un attimo in più. Anzio un secondo, per festeggiare il Nuovo anno.
I responsabili mondiali dell'ora esatta hanno infatti aggiunto un secondo all'ultimo giorno dell'anno, per adeguare gli orologi al leggero rallentamento della Terra nella rotazione sull'asse, che avviene periodicamente in seguito a fenomeni come maree ed altri.
L'Osservatorio navale Usa, responsabile dell'orologio principale del Pentagono, ha detto che il secondo in più verrà aggiunto mercoledì prossimo d'intesa con gli orologi atomici mondiali alle 23, 59 minuti e 59 secondi del Coordinated Universal Time, o Utc, corrispondente all'ora di Greenwich (un'ora in meno rispetto all'Italia).
Si tratta della prima aggiunta di un secondo dal 1972, quando era iniziata questa pratica.
Utc è il sistema di alta precisione per il mantenimento dell'ora esatta attraverso orologi atomici in tutto il mondo.
La decisione di aggiungere o togliere un secondo spetta all'International Earth Rotation and Reference Systems Service, in base al monitoraggio della rotazione terrestre.
UN SINCERO AUGURIO
A TUTTI COLORO CHE PASSANO DAL MIO BLOG, AI MIEI LETTORI E NON, AI MIEI AMICI, AI MIEI AFFETTI PIU' CARI
DI UN SERENO, FELICE E PROFICUO 2009...
CHE SIA UN ANNO PIENO DI TUTTE QUELLE COSE BELLE CHE AVETE SEMPRE DESIDERATO..VE LO AUGURO DI CUORE...
BUON ANNO E AUGURIIIIIIIIIIIIIIII!!!
mercoledì 31 dicembre 2008
IL 2008 SI CONCLUDE: BUON ANNO A TUTTI VOI!
Sciacca ed un buco nell'Acqua...: disservizi, EAS, canoni di depurazione
Comune di Sciacca vs EAS
Da quanto si apprende (e la notizia ha del clamoroso) il nostro Comune non riesce a contattare l'EAS per quanto riguarda la questione delle ultime bollette le quali sono scadute per la seconda volta (lo scorso 11 dicembre).. Proroga fino a febbraio? altri 60 giorni? e poi? si naviga a vista? di proroga in proroga? i cittadini ancora non sanno cosa fare, c'è chi ha pagato tutto, c'è chi non ha pagato nulla, non si sa se i famosi canoni di depurazione devono essere ancora conteggiati o possono essere detratti dopo le ultime ormai famose sentenze della Cassazione in merito..il Comune non sa dire nulla al riguardo, (che fine ha fatto la Mozione d'indirizzo sull'argomento posta in uno degli ultimi consigli comunali?), non sa come contattare l'EAS e di conseguenza cosa consigliare ai propri cittadini, mentre per esempio allo stesso tempo il Comune è arcisicuro che il debito di 6 milioni di euro derivante dalla famosa transizione EAS sarà certamente saldato e tornerà nelle nostre casse. Delle due l'una: l'EAS la si riesce a contattare a seconda degli argomenti trattati? La prossima bolletta dell'acqua porterà la firma ancora dell'EAS o di Girgenti Acque? Chi si assumerà le colpe dei sicuri aumenti? I canoni di depurazione si devono o non si devono togliere? I rimborsi (che spettano ai cittadini sulla questione canoni di depurazione e retroattivi per 10 anni) saranno o meno saldati ai saccensi? E da chi? Dal Comune che non è in grado di contattare l'EAS o dall'EAS che è un ente in liquidazione? Avremo i nostri 6 milioni di euro dall'EAS? E quando? E chi ce lo garantisce? Massinelli o la Regione Sicilia? Dov'è scritto? In quale documento più o meno legale? Ma se l'EAS non riesce nemmeno a riscuotere i suoi!?! Al Comune, che non ha risposta, la risposta.
A proposito di Girgenti Acque e della privatizzazione delle nostre risorse idriche:
martedì 30 dicembre 2008
News dal cimitero di Sciacca
Oggi (27 dicembre, ndr), dopo il nostro dossier fotografico di alcuni mesi fa e gli articoli e servizi proposti sul “Giornale di Sicilia”, “Controvoce” e TRS, siamo tornati ad occuparti della situazione di degrado in cui versa il cimitero di Sciacca. Come era preventivabile alla ripulita messa in atto durante il periodo della festività dei Morti e di Tutti i Santi non si è più dato seguito. La situazione è rimasta tale e quale ed anzi in molte aree potremmo affermare che addirittura è peggiorata.
Le fila scoperte sono rimaste al loro posto, la sporcizia altrettanto, i lotti di loculi fatiscenti e degradi pure… insomma il tempo passa ma nulla è cambiato. E’ doveroso sottolineare ancora una volta che anche il singolo privato deve fare la propria parte, in coscienza e senso civico, per far sì che la questione venga risolta non sporcando ancora di più l’area ed agevolando la messa in sicurezza di tutta la zona.
Ieri il notiziario di TRS ed il giornalista Franco Iacch sono tornati ad occuparsi della vicenda confezionando un bel servizio che vi proponiamo di seguito nella speranza che il prossimo intervento sia quello che annuncia un cimitero finalmente pulito, sicuro e degno di quel culto che i nostri avi meritano.
“Il degrado del cimitero di Sciacca testimonia responsabilità non imputabili ne all’assessore di turno ne all’amministrazione in genere e i cumuli di cemento, le gabbiette di legno e quant’altro si trova per i viali, risultano abbandonati senza scrupolo da chi all’interno del cimitero ha attualmente lavori in corso per la realizzazione o per la manutenzione di loculi e cappelle”. E' quanto scrive, questa mattina, l’assessore al patrimonio del comune di Sciacca, Giuseppe Caruana, in merito al degrado in cui versa il cimitero di Sciacca . L’intervento di manutenzione sul lotto 1940 – dice Caruana – del costo di 3 mila euro, è stato effettuato compatibilmente alle risorse disponibili. Quest’ultime, ad oggi, risultano del tutto insufficienti per un intervento più ampio e complessivo, anche perché come uomo e come amministratore affermo il mio rispetto verso quel luogo e verso tutti coloro che vi riposano. Ogni singolo concessionario di loculo, tomba o cappella – precisa l’assessore al patrimonio del comune – ha l’obbligo di manutenzione e di tenere in buono stato il luogo di commemorazione dei propri cari. Verificherò – conclude Caruana – se il responsabile dell’ufficio patrimonio, ha inviato tutte le diffide inerenti il divieto all’abbandono e di quanto altro possa risultare dannoso all’immagine e al decoro del cimitero. Dalle parole dell’assessore al patrimonio del comune di Sciacca, quindi, apprendiamo che qualcosa si sta muovendo e che la situazione di degrado presente, che è comunque visibile ad occhio nudo da tutti, dovrebbe essere ad un punto di svolta. (da agrigentoflash.it)
Ottimismo, Questione Im...Morale e Costituzione da Mutilare
lunedì 29 dicembre 2008
Altre segnalazioni alla nostra Associazione



Nella notte tra il 24 ed il 25 dicembre alcuni automobilisti, per tagliare la testa al toro ed evitare di girare a vuoto, sono ricorsi al parcheggio sopra la piazza Scandaliato:
dove trovare un parcheggio in pieno centro più bello di questo?
Dove trovare un parcheggio riqualificato da pochi mesi ed allo stesso tempo già in condizioni a dir poco misere e precarie nonostante il meraviglioso intervento operato con lo stucco nei giorni scorsi? Siamo consapevoli che è bene fare di necessità virtù ma forse così non è un po’ troppo?
Così aggiungiamo altre carne al fuoco dopo le nostre segnalazioni fotografiche delle settimane scorse che evidenziavano file di auto collocate su entrambi i lati della via Roma che quasi impediscono il regolare passaggio dei mezzi al centro della carreggiata ed il parcheggio selvaggio in piazza Duomo, tutte aree riqualificate e sulle quali vige il divieto di sosta.
Ma, dato che, abbiamo appreso, le telecamere poste per le vie del centro storico sono regolarmente funzionanti, forse da adesso in poi, potremmo terminare di imbarcarci in questo tipo di segnalazioni.
Sicuramente qualcuno più in alto e più competente di noi sarà collocato dietro quelle telecamere, vedrà questo tipo di immagini e magari crederà opportuno intervenire…
A proposito di segnalazioni, già che ci siamo, ci hanno mandato queste due foto che ritraggono un bel buco posto al centro della strada che ci immette nella Porta Palermo, all’altezza della via Goletta. Il buco è dell’acqua, viene utilizzato per chiudere o fare le deviazioni durante i turni del nostro prezioso liquido.
Prima che qualche ignaro pedone o qualche bambino camminando ci metta il piede dentro e possa cadere, prendere una storta o farsi male, forse e diciamo forse sarebbe meglio intervenire.
Obama va in Rete... e che goal!
Il presidente eletto Barack Obama ha fatto gli auguri di Natale agli americani dedicando un pensiero alle famiglie che hanno soldati al fronte in Iraq e in Afghanistan.
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IL MESSAGGIO - «Molte famiglie celebrano con una gioia silenziosa» perché un familiare sta servendo la patria all'estero, ha detto Obama nel messaggio via radio e su YouTube registrato alle Hawaii. «Ecco perché questa stagione di generosità dovrebbe essere anche un momento per rinnovare un senso di impegno comune e di comunanza tra cittadini», ha detto ancora Obama nel breve discorso augurale.
"Good morning. This week, Americans are gathering with family and friends across the country to celebrate the blessings of Christmas and the holiday season.As we celebrate this joyous time of year, our thoughts turn to the brave men and women who serve our country far from home. Their extraordinary and selfless sacrifice is an inspiration to us all, and part of the unbroken line of heroism that has made our freedom and prosperity possible for over two centuries.Many troops are serving their second, third, or fourth tour of duty. And we are reminded that they are more than dedicated Soldiers, Sailors, Airmen, Marines and Coast Guard they are devoted fathers and mothers; husbands and wives; sons and daughters; and sisters and brothers.This holiday season, their families celebrate with a joy that is muted knowing that a loved one is absent, and sometimes in danger. In towns and cities across America, there is an empty seat at the dinner table; in distant bases and on ships at sea, our servicemen and women can only wonder at the look on their childs face as they open a gift back home.Our troops and military families have won the respect and gratitude of their broader American family. Michelle and I have them in our prayers this Christmas, and we must all continue to offer them our full support in the weeks and months to come. .These are also tough times for many Americans struggling in our sluggish economy. As we count the higher blessings of faith and family, we know that millions of Americans dont have a job. Many more are struggling to pay the bills or stay in their homes. From students to seniors, the future seems uncertain.That is why this season of giving should also be a time to renew a sense of common purpose and shared citizenship. Now, more than ever, we must rededicate ourselves to the notion that we share a common destiny as Americans that I am my brothers keeper, I am my sisters keeper. Now, we must all do our part to serve one another; to seek new ideas and new innovation; and to start a new chapter for our great country.That is the spirit that will guide my Administration in the New Year. If the American people come together and put their shoulder to the wheel of history, then I know that we can put our people back to work and point our country in a new direction. That is how we will see ourselves through this time of crisis, and reach the promise of a brighter day.After all, that is what Americans have always done.232 years ago, when America was newly born as a nation, George Washington and his Army faced impossible odds as they struggled to free themselves from the grip of an empire.It was Christmas Day—December 25th, 1776 that they fought through ice and cold to make an improbable crossing of the Delaware River. They caught the enemy off guard, won victories in Trenton and Princeton, and gave new momentum to a beleaguered Army and new hope to the cause of Independence.Many ages have passed since that first American Christmas. We have crossed many rivers as a people. But the lessons that have carried us through are the same lessons that we celebrate every Christmas season—the same lessons that guide us to this very day: that hope endures, and that a new birth of peace is always possible." (Il discorso di Obama per Natale)
Caos alle Hawaii per la presenza del presidente eletto Barack Obama e famiglia. Obama ha portato le figlie Malia, 7 anni, e Sasha, 10, ad un parco acquatico a vedere uno spettacolo di delfini. La moglie Michelle è rimasta a casa. Al termine, il presidente degli Usa ha accompagnato le bimbe a mangiare in un centro commerciale. Intorno alla famiglia si è formata subito una folla di curiosi che ha bloccato la zona.
Chi c'era, descrive la situazione come surreale: il presidente eletto, le sue figlie Malia e Sasha, e un paio di amici di famiglia seduti a un tavolino a mangiare panini al tonno e formaggio e grattachecca circondati da una folla di curiosi e da nervosi agenti del Servizio Segreto.Poco prima Obama aveva attraversato il parcheggio del centro commerciale seguito da decine di curiosi e dagli agenti che cercavano di mantenere attorno a lui uno 'schermo' protettivo.
La vacanza hawaiana è gia' stata occasione per i paparazzi di fotografare un atletico Obama in costume da bagno e durante una visita a sorpresa a un parco acquatico dove ha assistito con le figlie a uno spettacolo di delfini. Fin dall'inizio il primo presidente nero degli Stati Uniti aveva annunciato di voler fare di tutto per non perdere il contatto con la vita quotidiana e mantenere un minimo di normalita' al di fuori della 'bolla' della Casa Bianca. (da tgcom.it)
Misteri di una nazione che si pone attraverso la Rete ed il contatto con la gente mentre in Italia la libertà viene umiliata da mille lodi anticostituzionali ed il contatto con i cittadini si risolve nel dono di una carity card o di un pò di zucchero filato... come diceva una canzone: "tristezza..per favore vai via.."
domenica 28 dicembre 2008
"Sciacca Allo Specchio"
Questa foto è stata scattata da Calogero Parlapiano. In questo scorcio del Porto si ammirano le paranze saccensi e la parte marinara della città ed è la stessa immagine scelta per la copertina del suo primo libro: “Vite senza Destino“.
Ecco alcune Foto tratte dalla serata della Presentazione del mio libro "Vite senza Destino"
sabato 27 dicembre 2008
Quando cercare "la verità" significa morire...
Il bilancio è disarmante. Ed è ancora più spaventoso quando si muore per amore del mestiere, per il rispetto del lettore da informare. «Non sarò mai abbastanza grato alla cronaca, nella quale anch’io mi sono formato, perché chi non è stato cronista non sarà mai un vero giornalista». Sono parole di Indro Montanelli. Le ha scritte nel contesto di un ampio articolo pubblicato in prima pagina dal Corriere. Era il 13 agosto del 1998.
Ora, noi non sapppiamo se queste poche righe siano state una sorta di testamento professionale. E' certo, comunque, che è un omaggio a quel giornalista che ha trascorso in cronaca parte della propria vita. Un dono a chi è preso dalla passione di raccontare i mali della società, rischiando, qualche volta, di finire in un mare di guai. Insomma, c’è il pericolo di restare avviluppato in una rete dalla quale non è facile venirne fuori. E questo accade soprattutto a chi, per mestiere, è costretto a occuparsi di vicende scellerate, che, spesso, hanno a che fare con la malavita organizzata.
Il lutto stretto non lo portano ormai più, ma hanno ancora i volti tristi le vedove e gli orfani di cronisti come Mauro De Mauro, Pippo Fava, Mario Francese e Beppe Alfano. Qualcuno non c’è riuscito a sopportare la tragedia familiare e l’ha fatta finita. A giudicare dalle ultime indagini su questi delitti, De Mauro, Fava, Francese e Alfano erano arrivati a una verità. Avevano capito da quale parte stava il marcio e avevano deciso di denunciarlo. E lo avevano fatto alla vecchia maniera, avevano camminato a lungo, avevano parlato con gli investigatori, avevano ricostruito storie per lunghi anni rimaste nelle pieghe della cronaca, avevano riempito pagine e pagine di appunti. Si erano affidati alla memoria, avevano confrontato le interviste e poi avevano deciso di scrivere.
Di mafia si muore, è un viaggio senza ritorno, si dice. Lo sappiamo. E lo sapevano pure De Mauro, Fava, Francese e Alfano. E lo sapevano anche tutti quelli che hanno provato a combattere Cosa nostra: magistrati e investigatori, al pari dei giornalisti, tutti alla ricerca della verità. Beppe Alfano, che aveva la passione di raccontare i mali della sua città, andava solo alla ricerca di storie marce. E lo faceva pur sapendo di rischiare, nella consapevolezza che un giorno o l’altro sarebbe finito in un mare di guai, lungo una pista senza ritorno. È il prezzo che si paga quando si va a caccia di obiettività di giudizi, nel rispetto della cronaca e del lettore da informare. Il cronista è così, perché è il suo modo di vivere, di guardarsi intorno, è un entusiasta di questo strano mestiere. (Angelo Vecchio/Fuoririga)
Davanti ai magistrati della Dda, in uno dei tanti verbali da lui stesi, è sembrato più volte in difficoltà. Non si è confuso, non avrebbe operato nessun fraintendimento, Di Gati, ma con il cognome “Vento” ha indicato, più volte, due diversi soggetti. Di Gati non ha fatto altro che “inciampare”, almeno in un caso, in una “incuria”. “C’è un certo Pasquale Vento di Siculiana che lo badava nella latitanza … è un pecoraio” – Di Gati sta ricostruendo la fitta rete dei fiancheggiatori del superlatitante empedoclino Gerlandino Messina.
Queste dichiarazioni hanno portato lo scorso ottobre alla maxi retata “Marna” con 13 arresti. In data 19 gennaio 2007, Di Gati, dichiara: “I facenti parte degli associati mafiosi di Siculiana sono Roberto Renna, Pasquale Vento che ha una masseria di ovini …. Poi ho conosciuto tramite Stefano Fragapane tale Pasquale Vento, fratello di Angelo, quest’ultimo residente in Belgio … e questi sono vicini a Filippo Sciara. Questo Pasquale Vento era il tramite per i soldi che io davo alla famiglia di Sciara (detenuto all’ergastolo per mafia) per la detenzione ….L'ho conosciuto prima di incontrarmi con Gerlandino Messina – dice Di Gati - . Me lo portò Stefano Fragapane per dargli i soldi. La moglie di Filippo Sciara (detenuto all'ergastolo per mafia) è figlioccia di Pasquale Vento.
E' un uomo di onore di Siculiana, come il fratello Angelo. Quest'ultimo e un racalmutese costituiscono Cosa Nostra in Belgio. A me lo disse Salvatore Fragapane che questo Vento con la famiglia di Cosa Nostra del Belgio si occupa del traffico di armi dal Belgio. Attraverso lui Fragapane faceva avere i soldi alla moglie di Sciara. Questo Pasquale Vento si incontra anche con Gerlandino Messina, me lo diceva lui stesso. Vento lavora alla forestale o all'Eas". Il Pasquale Vento, 60 anni il prossimo 24 marzo, di cui narra Di Gati è stato arrestato dai carabinieri del reparto operativo di Agrigento lo scorso 7 gennaio.
E’ accusato d’aver fatto parte dell'entourage del superlatitante Gerlandino Messina. Ma ci sarebbe anche un altro Pasquale “Vento” che avrebbe fatto cadere in difficoltà Di Gati. E’ colui che Di Gati stesso ha scoperto avere un altro cognome davanti agli album fotografici della Polizia: è Pasquale Di Salvo, 52 anni, arrestato con il blitz “Marna”. E’ il 26 settembre del 2007 e parlando degli avvicinati a Gerlandino Messina, il racalmutese dice: “… io li ho trovati nella casa di Pasquale, quello che io chiamo Vento, che poi non si chiama Vento …ma Di Salvo”.
Il 1° gennaio 1957 entra alla Regione come cottimista, ma poi viene nominato capo ufficio stampa dell’assessorato ai Lavori pubblici. Dall’ottobre 1958 l’assunzione alla Regione diventa definitiva e il 30 ottobre si sposa con Maria Sagona, una ragazza di Campofiorito, un piccolo paese a poca distanza da Corleone. Dal matrimonio nascono ben quattro figli maschi. Alla fine degli anni ’50 Girolamo Ardizzone lo chiama al «Giornale di Sicilia» e, dopo un po’ di tempo, gli affida la cronaca giudiziaria, dove ben presto diventa una delle firme più apprezzate ed uno dei più profondi conoscitori del fenomeno mafioso.
Nel 1968, dovendo scegliere tra il posto alla Regione e il Giornale di Sicilia», non ha esitazioni: sceglie il giornale, diventando ben presto giornalista professionista. Dalla strage di Ciaculli (1963) all’omicidio del colonnello Russo (1977), non c’è fatto di cronaca giudiziaria di cui Mario Francese non si occupi. La mafia lo uccide con cinque colpi di pistola sotto casa sua, dov’era tornato dopo una dura giornata di lavoro.
«… Quella sera del 26 gennaio 1979, c’ero io, cronista agli inizi, e di fronte a me un cadavere, il primo che vedevo: Mario Francese, mio padre», scrisse il 3 settembre 1999vsul «Giornale di Sicilia» il figlio Giulio. Un articolo «liberatorio», scritto dopo vent’anni. «Quella sera – scrisse ancora Giulio Francese – cinque pallottole hanno spento la sua voce e in parte anche la mia. Da allora non ho più pronunciato la parola papà, e sento forte il bisogno di farlo ora…».
Giustizia e Buone Azioni...: Continuare a Fare Rete!
Marco Travaglio - Passaparola del 22-12-2008 - Associazione Nazionale Magistrati Strabici
"Caro Babbo Natale,nel 2008 non sono stato buono, anche quest’anno ho mandato a fanculo tanta gente. Ho trattato male i giornalisti, gli editori, i politici, gli imprenditori con le pezze al culo. Portami lo stesso qualcosa. Te lo prometto, l’anno prossimo cambierò. E’ un fioretto che ti faccio. Sarò ancora più cattivo, più fetente, non perdonerò più niente a nessuno. Il 2009 sarà il mio Vaffanculo Year. Tu che porti regali a tutti. Tu che hai trasformato la nascita di Gesù in un supermercato. Tu che sei il nonno dello psiconano e che gli hai suggerito la social card. Tu, con le tue renne, che fai il testimonial del consumismo. A te chiedo in questa notte di portarmi alcuni doni per l’anno che verrà.Non far morire più gli operai, 1.300 sono scomparsi nel 2008, hanno già dato. Cambia categoria, passa ai politici e ai direttori di giornali e delle televisioni. Un piccolissimo incidente sul lavoro a Riotta o a Vespa o a Giordano, una telecamera sul piede. Una disgrazia lieve a Cicchitto, a Gasparri o a D’Alema, una pensione minima e un monolocale in un ballatoio di periferia.Porta una sveglia con una suoneria eccezionale a Morfeo Napolitano e, se serve, anche un apparecchio acustico e un paio di occhiali. Forse si sveglierà e vedrà nella giusta luce giudiziaria il suo ex compagno Bassolino e si vergognerà del Lodo Alfano.Ai precari, ai disoccupati, ai padri di famiglia, alle madri single, agli extracomunitari finiti in questo delirio che è l’Italia regala la speranza di un Paese democratico e civile, nel 2009 oltre alla speranza non avranno altro.Allo psiconano regala dieci giudici della scuola di Paolo Borsellino dalle Procure d’Italia. Nella slitta non caricare avvocati, ne ha già troppi in casa e in Parlamento. Con loro passa i sabati e le domeniche a giocare a guardie e prescritti. Lui fa la parte del prescritto, è quella che gli viene meglio. Portagli anche un elicottero della marca di quello di Ceaucescu, nel 2009 può tornargli utile.A Tremonti non portare nulla. Lui gioca da sempre con i condoni e con le aste pubbliche dei titoli di Stato. Cerca di vendere i debiti della politica ai cittadini. Non dargli più i nostri soldi. Un’asta dei BOT deserta a primavera gli cambierà la vita. Potrà ritirarsi sotto falso nome nel Parco dello Stelvio insieme al figlio di Bossi.Alla Lega dai questo federalismo, sono trent’anni che Umberto Garibaldi lo vuole. Porta la Mafia e la Camorra e la Ndrangheta anche nelle valli bergamasche e nell’edilizia lombarda. Ognuno deve avere la sua Mafia federale. Ma questo lo hai già fatto, mi dimenticavo.A tutti gli italiani porta un muro. Alto come quello di Berlino. Lungo come la muraglia cinese. Più resistente delle mura di Gerico. E falli schiantare contro per risvegliarli prima che sia troppo tardi.Buon Natale a tutti gli italiani onesti."
Beppe Grillo
Ancora una volta il Presidente del Consiglio, in occasione della sua “autoincensatoria” conferenza stampa di fine anno, si è dimostrato per quel che è: uno spregiudicato venditore di illusioni.
Ha cominciato con la politica estera, arrogandosi il merito della soluzione della crisi tra la Georgia e la Russia, sostenendo spudoratamente di aver scongiurato una nuova guerra nucleare mondiale, affermando che è stato solo grazie a lui che la Banca Centrale Europea avrebbe provveduto al taglio del costo del denaro e addirittura “sbruffoneggiando” che tutti gli altri leaders mondiali (Obama, Sarkozy e Putin in testa) avrebbero seguito il suo esempio nell’affrontare la crisi economica.
Ha poi “sparato cazzate” che neanche Pinocchio avrebbe avuto il coraggio di dire, riferendo di inesistenti finanziamenti del governo che non stanno nemmeno sulla carta, in quanto non sono state messe risorse per gli ammortizzatori sociali, né per tutelari i precari, né per rilanciare il sistema delle imprese.
Ed ancora, si è sbizzarrito in materia di riforme istituzionali, paventando leggi elettorali a suo uso e consumo e riforme costituzionali per farsi eleggere direttamente dai cittadini come Presidente della Repubblica.
Infine, ha mostrato il nervo scoperto, che tanto gli sta a cuore: la riforma della giustizia pro domo sua, non solo annunciando che bloccherà l'uso delle intercettazioni (evidentemente perché non vuole che si scoprano i reati!) e che provvederà alla separazione delle carriere dei magistrati, ma soprattutto affermando che d'ora in poi le notizie di reato, le indagini e le istruttorie, in ordine a ogni fatto penalmente rilevante, dovranno essere svolte dalla polizia giudiziaria e non più dai Pubblici Ministeri (a cui invece dovrebbe rimanere solo una asettica attività notarile di qualificazione giuridica del reato e di illustrazione dell’accusa in sede dibattimentale). Orbene, come noto, gli organi di Polizia rispondono direttamente ai Ministri competenti (Interni, Difesa, Economia) e, quindi, al Governo. Le forze di Polizia, quindi, in quanto composte tutte da persone dipendenti direttamente dall' Esecutivo, potranno svolgere solo indagini che il Governo permetterà di effettuare. Qualsiasi studente di primo anno di giurisprudenza capirebbe che, così facendo, Berlusconi vuole attribuire al governante di turno, e quindi in questo momento a se stesso, non solo il compito di scegliere quali reati perseguire ma anche come fare le indagini (visto mai che potessero scoprire qualcosa di compromettente!). E al danno aggiunge poi la beffa finale: chiede il dialogo con l'opposizione.
Sono proprio curioso di sapere chi è quell’allocco dell’opposizione che abboccherà!
Infine Berlusconi – dopo essersi rifiutato di rispondere ad una giornalista dell’Unità che gli chiedeva le ragioni per cui si ostinava a candidare condannati in Parlamento – ha tuonato il monito “basta processi mediatici”, riferendosi alla trasmissione Annozero di Santoro a cui il sottoscritto giovedì 18 dicembre ha partecipato. Ebbene, almeno su questa ultima affermazione vorrei essere d’accordo con Berlusconi, a condizione però che torniamo a fare i processi in un aula di tribunale e tutti i cittadini, anche ai Presidenti del Consiglio e delle Camere. D’accordo, basta processi mediatici, ma – Presidente Berlusconi - lascia almeno che si compiano quelli giudiziari. ridici. Togli il Lodo Alfano, lascia stare la separazione delle carriere, dimentica il bavaglio alle intercettazioni, ripristina il falso in bilancio, da te depenalizzato, e torna in un’aula di giustizia e fatti processare come un comune cittadino. Delle due l’una, o ti lasci processare sui media o in un’aula di un tribunale ma non puoi pretendere che il cittadino sia “cornuto e mazziato”. Dopo tutto tu - tra le tue televisioni personali, quelle pubbliche dirette dai tuoi amici ed il tuo garante alla vigilanza Rai Villari - hai tutte le garanzie di vederti celebrato in quasi tutti i palinsesti.
(da antoniodipietro.it)
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A tutti i miei amici bloggers, a chi mi legge ed a tutti coloro che vogliono, se volete potete cercarmi ed aggiungere anche su Facebook...in alto il link della mia pagina facebook...con qualcuno ci siamo già beccati anche lì...quindi...forza....CONTINUIAMO A FARE RETE...
venerdì 26 dicembre 2008
La vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare...
Case di pane, riunioni di rane vecchie che ballano nelle chadillac muscoli d'oro, corone d'alloro canzoni d'amore per bimbi col frack musica seria, luce che varia pioggia che cade, vita che scorre cani randagi, cammelli e re magi
... ed un simpatico video natalizio by Sciacca eh eh
giovedì 25 dicembre 2008
mercoledì 24 dicembre 2008
Molecole di Vita n°41 - Buona Vigilia a tutti Voi
S'io fossi il mago di Natale
farei spuntare un albero di Natale
in ogni casa, in ogni appartamento
dalle piastrelle del pavimento,
ma non l'alberello finto,
di plastica, dipinto
che vendono adesso all'Upim:
un vero abete, un pino di montagna,
con un po' di vento vero
impigliato tra i rami,
che mandi profumo di resina
in tutte le camere,
e sui rami i magici frutti: regali per tutti.
Poi con la mia bacchetta me ne andrei
a fare magie
per tutte le vie.
In via Nazionale
farei crescere un albero di Natale
carico di bambole
d'ogni qualità,
che chiudono gli occhi
e chiamano papà,
camminano da sole,
ballano il rock an'roll
e fanno le capriole.
Chi le vuole, le prende:
gratis, s'intende.
In piazza San Cosimato
faccio crescere l'albero
del cioccolato;
in via del Tritone
l'albero del panettone
in viale Buozzi
l'albero dei maritozzi,
e in largo di Santa Susanna
quello dei maritozzi con la panna.
Continuiamo la passeggiata?
La magia è appena cominciata:
dobbiamo scegliere il posto
all'albero dei trenini:
va bene piazza Mazzini?
Quello degli aeroplani
lo faccio in via dei Campani.
Ogni strada avrà un albero speciale
e il giorno di Natale
i bimbi faranno
il giro di Roma
a prendersi quel che vorranno.
Per ogni giocattolo
colto dal suo ramo
ne spunterà un altro
dello stesso modello
o anche più bello.
Per i grandi invece ci sarà
magari in via Condotti
l'albero delle scarpe e dei cappotti.
Tutto questo farei se fossi un mago.
Però non lo sono
che posso fare?
Non ho che auguri da regalare:
di auguri ne ho tanti,
scegliete quelli che volete,
prendeteli tutti quanti.
(Gianni Rodari - "Il Mago di Natale)
"MEGLIO MORIRE IN PIEDI CHE VIVERE IN GINOCCHIO"
Venerdì 12 dicembre si è svolto un interessante convegno nella chiesa Santa Margherita di Sciacca che ha avuto al centro del dibattito la lotta alla mafia e come i giovani giornalisti e pittori si rapportano con essa. Il convegno è stato anche l’occasione per mostrare a tutti i presenti le opere pittoriche di alcuni ragazzi che hanno rappresentato in vario modo la morte e l’uccisione di Accursio Miraglia, il noto sindacalista saccense che aveva fatto della lotta ai baroni il proprio principio di vita. I dipinti erano stati realizzati per l’appunto nel vicolo Orfanotrofio prospiciente alla vecchia abitazione di Accursio Miraglia.
Al convegno hanno partecipato, oltre a diversi esponenti delle forze dell’ordine, ragazzi delle scuole saccensi e giornalisti, anche il sindaco di Sciacca Mario Turturici, Pino Maniaci, noto giornalista di Telejato spesso vittima di intimidazioni mafiose per l’informazione che cerca di proporre in un territorio difficile come quello compreso tra Partinico e Corleone, Nico Miraglia, figlio del sindacalista saccense ucciso, da sempre in prima linea nel tentativo di continuare l’opera del padre e ricordarne sempre la memoria, il preside dell’IPSCT Salvatore Barbera, Gero Tedesco e Michele Ruvolo, giornalisti di Fuoririga, rivista che tratta ed informa sulla mafia, sui processi in corso, sui latitanti ricercati, sui casi principali di cronaca e Dino Paternostro, giornalista di Corleone. Al convegno sono intervenuti anche Valeria Ciaccio, coorganizzatrice dell’evento, ed il presidente dell’associazione L’AltraSciacca Pietro Mistretta.
La giornata è stata molto importante per cercare di far cogliere a tutti i presenti la visione reale e concreta di cosa sia la mafia e cosa invece sia la legalità. Nonostante le ultime operazioni antimafia, come per esempio quella “Scacco Matto”, il fenomeno è ancora molto radicato e presente nel territorio e causa diversi problemi allo sviluppo del nostro territorio. Uno dei problemi della mafia è quello che cerca di penetrare in tutti i finanziamenti pubblici, come spiega il sindaco di Sciacca, si adopera per il controllo di tutto il territorio anche attraverso ad operazioni criminali quali la richiesta di pagamento del pizzo a tutte le attività commerciali ed imprenditoriali, si fonda sull’intimidazione culturale e sulla microcriminalità. “Il coraggio dell’imprenditore è decisivo per smantellare queste attività mafiose non pagando il pizzo e denunciando chi glielo chiede. Occorre prendere esempio dalla Confindustria Siciliana che ha espulso coloro che non hanno voluto sfidare i mafiosi” dice Mario Turturici. La mafia si infiltra laddove c’è denaro, laddove non c’è controllo. I mass media hanno il dovere di dare ai cittadini anche un messaggio diverso rispetto a quello che forniscono fiction come “Il capo dei capi”, i mafiosi non sono eroi, sono e rimangono al di fuori delle leggi. Accursio Miraglia lo aveva capito molti decenni fa e tornare a farlo comprendere è fondamentale per chi vuole un paese onesto e corretto.
Serve assicurare degli investimenti puliti per la crescita della Sicilia e dell’Italia in quanto non c’è sviluppo senza legalità e non c’è legalità senza sviluppo.
Pino Maniaci è molto duro nel ricordare come lo Stato continui a fare poco in tema di lotta alla mafia, prova ne siano i tagli alla sicurezza e quelli alle intercettazioni telefoniche.
“Se solo la politica decidesse di fare qualcosa di concreto in materia di lotta alla mafia potrebbe sconfiggerla subito, invece per adesso non vuole fare neanche il minimo” recita durissimo Pino Maniaci rivolgendosi e guardando insistentemente il nostro sindaco che poco prima aveva accennato di fondi dell’Unione Europea per lo sviluppo della legalità e di un governo sempre attento alla macro e micro criminalità.
Michele Ruvolo afferma che da alcuni sondaggi forniti dal “Centro Pio La Torre” e dall’università di Palermo si evince che il siciliano ha ancora paura della mafia e pensa che essa sia più forte dello stato, perde la speranza, la fiducia e la cognizione dei propri diritti.
“In qualsiasi ufficio comunale per avere un certificato si cerca l’amico ed il favore, non si comprende che è un servizio dovuto e garantito, non si capisce che si tratta di doveri verso i cittadini e non di favori” anche per questo la nostra provincia di Agrigento è all’ultimo posto nella classifica della città maggiormente vivibili: come potrebbe esserlo una provincia ed una regione che non punta sui giovani e li costringe ad emigrare al nord o all’estero. Informare e far conoscere la storia dei fatti e la verità ai siciliani è il primo passo per far emergere la voglia di riscatto nei confronti di Cosa Nostra nella consapevolezza che occorre dare un futuro ai giovani e coinvolgerli maggiormente nelle decisioni importanti della vita pubblica tenendo presente che al giorno d’oggi si dovrebbe parlare di Mafie, al plurale, e non di un’unica mafia.“Meglio morire in piedi che vivere in ginocchio” era il motto sul quale si fondava la lotta di Accursio Miraglia. Se gli agrigentini torneranno ad avere presente questo principio assoluto, la nostra provincia e la nostra Sicilia allora torneranno ad avere una speranza.
martedì 23 dicembre 2008
Rifiuti per strada in Contrada San Marco




Un momento solenne per i residenti ed in generale per tutta la nostra città. Eravamo così sicuri che tutto andasse per il verso giusto che perfino i cassonetti della spazzatura erano stati rimossi in un impeto di ottimismo frutto dei nostri tempi.
Evidentemente, come dimostrano le nostre immagini, non è andata propriamente così. Sia nelle foto scattate ieri sera, domenica 21 dicembre, sia in quelle scattate stamattina (22 dicembre, ndr) intorno alle ore 7,30 i sacchetti ed in generale i rifiuti fanno bella mostra di sé lungo la strada che porta a contrada San Marco e soprattutto nei pressi della traversa che porta in contrada Renella. E le immagini scattate stamani dimostrano che la quantità di rifiuti è aumentata sensibilmente rispetto alla sera precedente.
La quantità di sacchetti sta a verificare che non si tratta di un episodio casuale, né del frutto della cattiva abitudine di un singolo cittadino ma di un momento preciso della giornata del residente:
lo buttare la spazzatura.
Va da sé dire che proprio nei paraggi del sito oggetto delle nostre foto c’era fino a poco tempo fa un cassonetto della spazzatura: appunto c’era.
I residenti non hanno fatto altro che adeguarsi alle nuove tecnologie messe in atto e fare di necessità virtù. Come si sa una dimenticanza o un momento di sbadataggine sono sempre possibili ma è bene cominciare a fare i conti con la cruda realtà: il cassonetto non c’è più.
Perché aggrapparsi ai recenti ricordi?
Perché adibire quella frazione di strada a discarica pubblica?
Perché non aspettare che gli operatori ecologici vengano di buon mattino a ritirare il tutto?
O forse qualcosa non va in questo servizio da poco attivato e magari ancora bisognoso di tempo per ben olearsi?
Come scriveva il Manzoni: “Ai posteri l’ardua sentenza” ma è certo comunque che noi tutti siamo stufi di dover assistere ancora a tali spettacoli ed alla superficialità di una città che è solita definirsi turistica e riempirsi la bocca con questa frase.
I fatti e i dossier fotografici dimostrano che ancora c’è tanto da fare per i cittadini e per chi la amministra.
Intanto auspichiamo che quantomeno l’area venga rapidamente bonificata e che episodi di questo genere non vengano più a ripetersi.
I Fantastici 5... + 1
Qualche tempo fa avevamo giocato nell’ipotizzare su quali vip potessero aspirare a ricoprire la carica di primo cittadino della nostra città. Adesso, dato che il tempo che ci separa dalla prossima tornata elettorale diminuisce e il silenzio continua a farla da padrone incontrastato, ipotizziamo quali sono i personaggi politici nostrani che più di ogni altro potrebbero scendere in campo per assicurarsi la fascia di sindaco di Sciacca.
Il primo nome di diritto spetta al nostro attuale sindaco Mario Turturici che quasi certamente si ricandiderà nella speranza di proseguire il lavoro di questi primi cinque anni. La storia è nota però: con l’appoggio di chi potrebbe auspicare concretamente ad un bis amministrativo? La sua attuale maggioranza non sembra poi così solida come un tempo, il PdL, allo stessa maniera, subisce il traino delle varie correnti interne al partito: quella marinelliana e quella ciminiana. Chi la spunterà? La compagine di centrodestra appoggerà compatta Mario Turturici? E cosa deciderà di fare la Lista Messina? Darà un seguito all’alleanza sottoscritta alle scorse elezioni comunali o tornerà presso il proprio bacino naturale del centrosinistra? Da queste risposte potrebbero essere decise le sorti ed il futuro della nostra Sciacca.
Anche Vito Bono è sicuramente uno dei candidati più papabili. Dalla sua parte giocano l’esperienza accumulata in questi anni di consiglio comunale e la consapevolezza di avere tra le mani una ottima occasione per giocare adesso le proprie carte e le proprie chances. Insomma adesso o mai più, potremmo affermare. Anche per lui però decisive saranno le alleanze. Se riuscirà a far convergere sotto il suo nome i pezzi buoni dell’intelligenza e della politica saccense potrebbe sperare anche nel clamoroso colpaccio. Più le alleanze e gli accordi posti in essere saranno condivisi e duraturi e maggiori possibilità avrà, non solo Vito Bono, ma chiunque voglia tentare l’avventura di una candidatura a palazzo di città.
Alla pari di Turturici e di Bono, anche Pippo Turco nutre ambizioni più o meno segrete. Si tratta sicuramente di un nome importante della nostra città, l’ex sindaco possiede ancora un robusto seguito e l’affermazione del suo partito, l’Mpa, alle ultime regionali e provinciali fa ben sperare se davvero volesse spendere di nuovo il suo nome per la crescita culturale e turistica di Sciacca.
L’Mpa potrebbe trovare alleati fino a poco tempo fa inimmaginabili ma che adesso potrebbero risultare decisivi: per esempio ancora poco o nulla si conosce delle intenzioni dell’Udc locale.
Resterà un partito compatto e deciso nell’appoggiare questo o quel nome? Fabrizio Di Paola e l’onorevole Calogero Mannino come decideranno di spendere il loro bacino di voti? E Ambrosetti e Friscia? L’Udc avrà, a sorpresa, un proprio alfiere sul quale puntare o si farà promotore di un’alleanza più o meno compatta? Il partito centrista locale sembra soffrire delle stesse difficoltà di decisione che si riscontrano a livello nazionale: con Berlusconi o con Veltroni? O meglio soli?
Abbiamo detto di Turturici, di Vito Bono, di Pippo Turco, ma anche Fabio Leonte crediamo possa ambire a dire la propria. Sarebbe l’esponente di punta di un PD che a livello locale sembra avere un discreto seguito, sicuramente molto meglio di quello che si nota a livello provinciale o nazionale. Il PD però deve capire e scegliere: se avere o meno un candidato di bandiera, se puntare o meno su un centrosinistra unitario e compatto, se rinsaldare sotto le proprie bandiere anche parte delle liste civiche che si andranno a formare da qui ai prossimi tre mesi. E non è né decisione da poco né concetto sul quale perdere ancora molto tempo: occorre buttare giù un programma ed aprire il confronto veloce e paritario con tutte le forze, pena altra debacle elettorale.
E Giuseppe Bono? In questi mesi ha fatto sentire diverse volte la propria voce, una voce spesso fuori dal coro con l’esigenza di aprire un dibattito serrato e concreto all’interno del centrodestra locale e provinciale. Non sempre è stato ascoltato ma rappresenta ancora uno dei nomi candidabili e possibili per le prossime elezioni soprattutto se il Pdl deciderà di non appoggiare in maniera compatta la ricandidatura di Turturici e se qualche lista civica amica deciderà di dare adito alle ormai consuete, a livello locale, alleanze trasversali nelle quali conta più il nome e meno, molto meno, il partito di provenienza.
Questi i cinque probabili nomi. E la Lista Messina? Come per le altre compagini politiche, anche qui regna l’attesa ed “il guardarsi attorno” fino al momento grazie al quale sferrare l’attacco decisivo verso questo o l’altra alleanza, verso questo o l’atro progetto politico. Dopo gli accordi di cinque anni fa, molti cittadini sembrano curiosi di sapere dove deciderà di proseguire la propria esperienza politica locale l’onorevole Messina, pronto quindi a calare il jolly che potrebbe far saltare il banco.
Per tutti incombe la nuova legge elettorale che impone lo sbarramento al 5%: gli accordi saranno più probabili ma allo stesso tempo molto più complicati, nessuno vuole rischiare di perdere la faccia e soprattutto si rischia un elezione al primo turno, senza alcun ballottaggio nonostante il possibile corposo numero di candidati a sindaco.
Su quale ruota uscirà il numero vincente?
lunedì 22 dicembre 2008
LA QUESTIONE DEI VESTITI ABBAN...DONATI



Sono passati ormai diversi mesi da quando la Cooperativa agrigentina Sanlorè è stata sollevata dall’incarico di ritirare questi indumenti e con essa sono spariti anche se non soprattutto i famosi cassonetti gialli (clicca qui “Il giallo dei cassonetti gialli”) che una volta erano il terminale locale di tutti coloro che volevano donare il vestiario a più bisognosi. Ebbene da allora, nessuno ha avuto più nulla da aggiungere sull’argomento con la triste conseguenza che i saccensi, non sapendo più dove andare a collocare questi vestiti, li ammassano sul ciglio delle strade, soprattutto accanto alla chiesetta di San Sebastiano sita in contrada perriera considerata ormai alla stregua di un centro di stoccaggio fai da te.
Le immagini poste in alto sono davvero esemplificative:
C’è un divieto palesemente ignorato, c’è un marciapiede, sottostante a quel divieto, adibito a pattumiera a cielo aperto, c’è un decoro urbano e un senso civico non presi in considerazione ma soprattutto non c’è alcuna indicazione da parte delle istituzioni locali e degli enti preposti sul come, dove e quando fronteggiare questa situazione. Soltanto il silenzio, lo stesso silenzio di tutti coloro che nel segreto della notte vanno a frugare tra quei vestiti alla ricerca di qualcosa ancora buono da utilizzare, dimostrazione che i bisognosi non sempre abitano lontani dalle nostre case ma sono quelli della porta accanto, quelli di cui non ci accorgiamo o a cui non diamo nessuna risposta.
Tutti gli indumenti lasciati dai saccensi potrebbero essere riutilizzati in maniera più consona rispetto a quello che accade adesso, potrebbero essere coinvolte sulla questione le diverse associazioni di volontariato che operano in città, si potrebbe fornire tanto ai cittadini che intendono donare quanto a quelli che vorrebbero ottenere qualche vestito, un posto sicuro, garantito, ben gestito nel quale organizzare bene tutta la procedura.
Se prima il problema erano i cassonetti gialli che, di rado svuotati, diventavano piccole isole di vestiti, adesso quella stessa situazione non è stata né migliorata né risolta ma è stata aggirata attraverso il silenzio.
Cosa dobbiamo rispondere a tutti quei cittadini che ci chiedono dove e come donare i loro vestiti? Cosa dobbiamo rispondere a tutti quei cittadini che ci segnalano il poco decoro urbano di quelle aree?
Cosa dobbiamo rispondere a tutti quei cittadini bisognosi che ci chiedono se è giusto il fatto che loro sono costretti ad andare a reperire quei vestiti, divenuti sporchi e bagnati di pioggia, dalla strada?
Per tutti loro, ci auguriamo una rapida e decisa risoluzione della questione nella speranza che il decoro urbano, umano ed amministrativo non debbano mai più venir meno.
NATALE CON..ABIO SCIACCA ONLUS
Si tratta di una festa dedicata ai bambini ricoverati ed a quei bambini affetti da patologie croniche che nel corso dell’anno usufruiscono delle cure mediche.
La novità di questa iniziativa sta nel fatto che ad essa parteciperà la seconda classe elementare della scuola di Sant’Agostino di Sciacca sia per fare in modo di accrescere nei più piccoli il desiderio di solidarizzare con chi è meno fortunato sia per portare in ospedale i canti della festa di Natale che la scuola ogni anno organizza. Si tratta quindi di trasmettere il quotidiano espresso da una festività così importante in un contesto difficile come può essere quello del reparto di pediatria.
Oltre a considerare questo aspetto positivo ed innovativo, occorre ricordare che tutto questo è possibile grazie allo spirito d’iniziativa di ABIO Sciacca ed alla disponibilità e sensibilità dimostrata dall’intero reparto di pediatria, dal dott. Barcellona e dall’azienda ospedaliera.
La festa vivrà parecchi momenti ludici e conviviali tra i bambini che saranno seguiti da tutti i volontari ABIO che prestano la loro opera in maniera continua e gratuita.
I giochi, i canti natalizi, i regali che Babbo Natale vorrà donare a tutti i piccoli ospiti, il lancio dei palloncini, un ricco e gustoso buffet, saranno questi i momenti attraverso i quali condividere in allegria l’esperienza dell’ospedale e del reparto di pediatria in particolare.
Non ci resta quindi che sottolineare l’importanza di una iniziativa che si ripete già da due anni e che sicuramente si cercherà di protrarre nel tempo per far sì che lo spirito di solidarietà giunga nel cuore dei più piccoli ed, attraverso di loro, in tutti coloro che vorranno continuare a sostenere ABIO ed i bambini del reparto di pediatria.
domenica 21 dicembre 2008
Sciacca – Televisione, il 23 dicembre a Vesper si parlerà di nuove forme di comunicazione
A Vesper, il talk-show di approfondimento settimanale di Massimo D'Antoni, si discuterà di nuove forme di comunicazione. Ospiti: Walter Giannò (blogger: sciacca.blogolandia.it, palermo.blogolandia.it e waltergianno.it), Rosaura Di Caro (studentessa in scienze della comunicazione), Salvatore Monte (attore di teatro), Antonio Di Marca. Si parlerà di blog, blogosfera, internet, comunicazione, evoluzione (o involuzione) del giornalismo tradizionale che si adegua ad internet, televisione, cinema, teatro, Social Network, YouTube.Per chi risiede nella zona di Sciacca, sarà possibile guardare la trasmissione, sintonizzandosi sulle frequenze di Tele Radio Monte Kronio, e come anticipato in questo post di tre giorni fa, ecco le date e gli orari delle messe in onda:
Martedì 23 alle 15
Mercoledì 24 alle 20.10
Giovedì 25 alle 23.10
Venerdì 26 alle 20.10
Domenica 28 alle 15
E per chi non abita dalle parti di Sciacca?
Tele Radio Monte Kronio trasmette anche online, basta accedere al sito. Inoltre, il programma sarà trasmesso in alcuni blog, la cui lista sarà comunicata progressivamente. A tal proposito: i blogger che hanno intenzione di trasmettere la puntata di Vesper sulle nuove forme di comunicazione, possono richiedere l'embed da inserire nel codice del post al seguente indirizzo di posta elettronica: walter.gianno@email.it
La corruzione inconsapevole che affonda il Paese
La cosa enormemente tragica che emerge in questi giorni è che nessuno dei coinvolti delle inchieste napoletane aveva la percezione dell'errore, tantomeno del crimine. Come dire ognuno degli imputati andava a dormire sereno. Perché, come si vede dalle carte processuali, gli accordi non si reggevano su mazzette, ma sul semplice scambio di favori: far assumere cognati, dare una mano con la carriera, trovare una casa più bella a un costo ragionevole. Gli imprenditori e i politici sanno benissimo che nulla si ottiene in cambio di nulla, che per creare consenso bisogna concedere favori, e questo lo sanno anche gli elettori che votano spesso per averli, quei favori. Il problema è che purtroppo non è più solo la responsabilità del singolo imprenditore o politico quando è un intero sistema a funzionare in questo modo. Oggi l'imprenditore si chiama Romeo, domani avrà un altro nome, ma il meccanismo non cambierà, e per agire non si farà altro che scambiare, proteggere, promettere di nuovo. Perché cosa potrà mai cambiare in una prassi, quando nessuno ci scorge più nulla di sbagliato o di anomalo. Che un simile do ut des sia di fatto corruzione è un concetto che moltissimi accoglierebbero con autentico stupore e indignazione. Ma come, protesterebbero, noi non abbiamo fatto niente di male! E che tale corruzione non vada perseguitata soltanto dalla giustizia e condannata dall'etica civile, ma sia fonte di un male oggettivo, del funzionamento bloccato di un paese che dovrebbe essere fondato sui meccanismi di accesso e di concorrenza liberi, questo risulta ancora più difficile da cogliere e capire. La corruzione più grave che questa inchiesta svela sta nel mostrarci che persone di ogni livello, con talento o senza, con molta o scarsa professionalità, dovevano sottostare al gioco della protezione, della segnalazione, della spinta. Non basta il merito, non basta l'impegno, e neanche la fortuna, per trovare un lavoro. La condizione necessaria è rientrare in uno scambio di favori. In passato l'incapace trovava lavoro se raccomandato. Oggi anche la persona di talento non può farne a meno, della protezione. E ogni appalto comporta automaticamente un'apertura di assunzioni con cui sistemare i raccomandati nuovi.
Non credo sia il tempo di convincere qualcuno a cambiare idea politica, o a pensare di mutare voto. Non credo sia il tempo di cercare affannosamente il nuovo o il meno peggio sino a quando si andrà incontro a una nuova delusione. Ma sono convinto che la cosa peggiore sia attaccarsi al triste cinismo italiano per il quale tutto è comunque marcio e non esistono innocenti perché in un modo o nell'altro tutti sono colpevoli. Bisogna aspettare come andranno i processi, stabilire le responsabilità dei singoli. Però esiste un piano su cui è possibile pronunciarsi subito. Come si legge nei titoli di coda del film di Francesco Rosi "Le mani sulla città: "I nomi sono di fantasia ma la realtà che li ha prodotti è fedele". Indipendentemente dalle future condanne o assoluzioni, queste inchieste della magistratura napoletana, abruzzese e toscana dimostrano una prassi che difficilmente un politico - di qualsiasi colore - oggi potrà eludere. Non importa se un cittadino voti a destra o a sinistra, quel che bisogna chiedergli oggi è esclusivamente di pretendere che non sia più così. Non credo siano soltanto gli elettori di centrosinistra a non poterne più di essere rappresentati da persone disposte sempre e soltanto al compromesso. La percezione che il paese stia affondando la hanno tutti, da destra a sinistra, da nord a sud. E come in ogni momento di crisi, dovrebbero scaturirne delle risorse capaci di risollevarlo. Il tepore del "tutto è perduto" lentamente dovrebbe trasformarsi nella rovente forza reattiva che domanda, esige, cambia le cose. Oggi, fra queste, la questione della legalità viene prima di ogni altra. L'imprenditoria criminale in questi anni si è alleata con il centrosinistra e con il centrodestra. Le mafie si sono unite nel nome degli affari, mentre tutto il resto è risultato sempre più spaccato. Loro hanno rinnovato i loro vertici, mentre ogni altra sfera di potere è rimasta in mano ai vecchi. Loro sono l'immagine vigorosa, espansiva, dinamica dell'Italia e per non soccombere alla loro proliferazione bisogna essere capaci di mobilitare altrettante energie, ma sane, forti, mirate al bene comune. Idee che uniscano la morale al business, le idee nuove ai talenti. Ho ricevuto l'invito a parlare con i futuri amministratori del Pd, così come l'invito dell'on del Pdl Granata ad andare a parlare a Palermo con i giovani del suo partito. Credo sia necessario il confronto con tutti e non permettere strumentalizzazioni. Le organizzazioni criminali amano la politica quando questa è tutta identica e pronta a farsi comprare. Quando la politica si accontenta di razzolare nell'esistente e rinuncia a farsi progetto e guida. Vogliono che si consideri l'ambito politico uno spazio vuoto e insignificante, buono solo per ricavarne qualche vantaggio. E a loro come a tutti quelli che usano la politica per fini personali, fa comodo che questa visione venga condivisa dai cittadini, sia pure con tristezza e rassegnazione. La politica non è il mio mestiere, non mi saprei immaginare come politico, ma è come narratore che osserva le dinamiche della realtà che ho creduto giusto non sottrarmi a una richiesta di dialogo su come affrontare il problema dell'illegalità e della criminalità organizzata. Il centrosinistra si è creduto per troppo tempo immune dalla collusione quando spesso è stato utilizzato e cooptato in modo massiccio dal sistema criminale o di malaffare puro e semplice, specie in Campania e in Calabria. Ma nemmeno gli elettori del centrodestra sono felici di sapere i loro rappresentanti collusi con le imprese criminali o impegnati in altri modi a ricavare vantaggi personali. Non penso nemmeno che la parte maggiore creda davvero che sia in atto un complotto della magistratura. Si può essere elettori di centrodestra e avere lo stesso desiderio di fare piazza pulita delle collusioni, dei compromessi, di un paese che si regge su conoscenze e raccomandazioni. Credo che sia giunto il tempo di svegliarsi dai sonni di comodo, dalle pie menzogne raccontate per conforto, così come è tempo massimo di non volersela cavare con qualche pezza, quale piccola epurazione e qualche nome nuovo che corrisponda a un rinnovamento di facciata. Non ne rimane molto, se ce n'è ancora. Per nessuno. Chi si crede salvo, perché oggi la sua parte non è stata toccata dalla bufera, non fa che illudersi. Per quel che bisogna fare, forse non bastano nemmeno i politici, neppure (laddove esistessero) i migliori. In una fase di crisi come quella in cui ci troviamo, diviene compito di tutti esigere e promuovere un cambiamento. Svegliarsi. Assumersi le proprie responsabilità. Fare pressione. È compito dei cittadini, degli elettori. Ognuno secondo la sua idea politica, ma secondo una richiesta sola: che si cominci a fare sul serio, già da domani.
Roberto Saviano (da repubblica.it)
Arezzo, 19 dic. (Adnkronos) - L'ex venerabile della 'P2', Licio Gelli, e suo figlio Maurizio sono stati rinviati a giudizio, per usura, dal gup del tribunale di Arezzo, Simone Salcerini. La vicenda risale al 1998, quando una nobildonna fiorentina accusa i Gelli di averle prestato 3 miliardi di lire a tassi usurari, e denuncia l'ex venerabile.Un primo processo per la vicenda si svolse a Livorno, ma per i Gelli cadde l'accusa, presentata dalla donna nella denuncia, di circonvenzione d'incapace. Restò invece l'accusa di usura, visto che, secondo stime dei periti, sul prestito sarebbe stato applicato un tasso del 15%. Il processo non si svolse per un'eccezione di incompetenza territoriale. Il nuovo processo si svolge ad Arezzo.
Video un pò inquietante sul fenomeno Facebook....