Quickribbon

mercoledì 1 ottobre 2008

Intervista all'ex Sindaco di Sciacca Avv. Ignazio Cucchiara

Iniziamo dalle dichiarazioni del Sindaco Mario Turturici il quale dalle pagine del nostro settimanale ha affermato che è stato proprio lei a volere per primo, durante la sua precedente esperienza amministrativa, la privatizzazione dell’acqua e che quindi le sue rimostranze in merito non hanno motivo d’essere.
Cosa si sente di rispondere e qual è la sua posizione sull’attuale crisi idrica?
Assolutamente no. Io non ho voluto la privatizzazione dell’acqua. Il Sindaco non sa di cosa sta parlando. Attorno al 2002, la vicenda degli ATO era salita alla ribalta in tutto il suo clamore. La nostra preoccupazione era quella di cercare di evitare la gestione unitaria delle risorse idriche per fare in modo di non prestare il fianco all’utilizzo altrui delle nostre acque, basti pensare al Carboy e al Grattavoli. Abbiamo istruito quindi un cosiddetto Project Financing servendoci di una offerta della Conscoop per una gestione integrata del servizio idrico e fognario in pieno rispetto comunque della legge Galli. Con quel progetto, non solo avremmo potuto avere un prezzo ridotto dell’acqua utilizzando le nostre sorgenti, ma avremmo intercettato anche finanziamenti per dodici miliardi di vecchie lire. Il Sindaco invece di spiegare concretamente agli utenti le ragioni dell’aumento delle bollette dell’acqua si impegna a parlare di tutt’altro. La legge Galli stabilisce che la gestione idrica deve essere unitaria, io invece, insieme all’ora Sindaco di Menfi Dott. Lotà, avevamo proposto una deroga rispetto a questa gestione unitaria delle risorse idriche che avrebbe dovuto coinvolgere per l’appunto tutti quei comuni che avevano in corso una offerta di Project Financing. Lo statuto prevedeva questa deroga per i comuni di Sciacca, Menfi, Montevago e Caltabellotta. L’Assemblea dei sindaci invece modificò lo statuto e di conseguenza anche la deroga che ci avrebbe permesso di avere per trenta anni il controllo diretto e la gestione singola delle nostre acque e quindi delle spese inferiori nella bolletta. Altro che privatizzazione! Perché l’attuale sindaco non ha difeso questa iniziativa? La situazione attuale invece prevede, non solo i costi di gestione dell’ATO, ma anche le spese che comporta il soggetto gestore. Noi, in quel modo, avremmo potuto evitare anche le spese di gestione dell’ATO. E’ bene ribadire però che si abusa del termine “privatizzazione” in quanto l’acqua è rimasta fondamentalmente un bene pubblico.
Parliamo di Terme. Qual è lo scenario che lei auspica per il risanamento e la rinascita della struttura termale?
La mia posizione sulle terme di Sciacca è perfettamente in linea con il sentire della gente. La crisi è data dal fatto che continuano a coesistere due strutture parallele, l’Azienda e la S.p.A, quando invece la legge afferma che l’azienda doveva trasformarsi in Sp.A. E’ come se si fosse creato un mostro dalle due teste. La situazione è indubbiamente grave ed anche la Regione Sicilia ha le sue colpe. Ci troviamo nella condizione per la quale è difficilissimo tornare indietro mentre andare avanti significherebbe chiudere tutto. L’unico scenario che vedo possibile al fine di risollevare il nostro patrimonio termale è quello di scegliere un partner privato svincolandosi dalla Regione che non può più coprire i debiti causati dalla cattiva gestione della struttura. La mia idea è quella di provocare una offerta di Project Financing attraverso la quale collegare in maniera simbiotica il teatro Samonà alle Terme realizzando un centro benessere. Lo stesso soggetto economico quindi dovrebbe occuparsi sia delle Terme che del teatro collegandoli in un centro di unico interesse. Per quanto riguarda il CDA delle Terme per loro parlano i risultati, se si ritiene che abbiano raggiunto gli obiettivi prefissati allora possono anche continuare a lavorare, nel caso contrario no. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Il problema più urgente tuttavia è quello di individuare il Privato che possa occuparsi della struttura, non la rimozione del CDA. Del resto durante la mia amministrazione tutte le iniziative erano tese al reperimento delle risorse atte allo sviluppo del turismo. Basti pensare alla vicenda di Rocco Forte: fin quando ero sindaco io, tutti la dipingevano come una questione negativa, adesso le stesse persone se ne fanno vanto e la sbandierano senza ritegno. Sciacca ha subito un gravissimo danno di immagine a causa del problema terme, un danno che è cominciato quando non fecero passare il referendum cittadino per cambiare nome alla nostra città, un danno che continua ancora durante i nostri giorni nei quali dobbiamo subire l’umiliazione di veder pubblicizzate a casa nostra, con tutto il rispetto, le terme di Montevago.
Molte voci la indicano come di nuovo candidato alla carica di Sindaco della nostra città. Cosa c’è di vero e quali sono i suoi progetti?
Non mi ricandido e la mia decisione è questa anche se mutassero gli attuali scenari politici. Anch’io faccio parte del fronte del rinascimento della nostra Sciacca. Oggi non sentiamo più l’orgoglio di affermare di essere saccensi. Occorre riscattare Sciacca e riportarla al posto che le compete, occorre avere meno demagogia, meno parole poiché solamente parlando non si fa nulla, meno immagine, meno passerellismo e pensare maggiormente ad una gestione migliore della cosa pubblica. E’ importante anche che il cittadino si renda conto da solo di quello che accade sotto i propri occhi. Io sicuramente posso far sentire la mia voce quando necessario e posso dare il mio contributo d’esperienza, ma niente di più di questo. Auspico che il centrosinistra torni ad essere veramente compatto ma è fondamentale anche un certo cambiamento di uomini in seno allo schieramento. Un centrosinistra che si apra anche verso i moderati, un centrosinistra nel quale potrebbe anche rientrare l’Onorevole Messina nel caso in cui decidesse di riportarsi verso la sua vera collocazione politica, del resto il fiume va sempre verso il mare, non verso i monti. La vera tristezza oggi è sentirsi chiedere: “Come si fa a stare a Sciacca?” Dinanzi a questo disagio, i partiti devono essere secondari. Bisogna andare oltre gli schieramenti, ritrovare la compattezza nel centrosinistra è importante ma non è sufficiente in questo momento di emergenza. Le faccio l’esempio del governo nazionale del dopo-guerra che, in un momento di grande crisi, vedeva al proprio interno sia gli esponenti della DC sia i comunisti. Ancora oggi, tra le varie cose di cui questa amministrazione si è resa colpevole, mi chiedo: Come è stato possibile non far rimanere a Sciacca il Dott. Carmelo Burgio, il migliore Segretario Generale che esista nella Sicilia occidentale? Se è stato allontanato per questioni politiche, per quale motivo in questi anni ha collaborato con tre amministrazioni diverse di centrodestra? Ecco, molti pensano a comandare, non ad amministrare. Un altro esempio importante è il Piano Isabella. Quando, diversi anni fa, il Piano fu approvato, alcuni cittadini rispettarono la legge, altri invece decisero di costruire abusivamente. Col nuovo Piano Isabella, non solo si premiano gli abusivi, già appoggiati da una legge infame che sana tutti coloro che non rispettarono le regole, ma penalizza ulteriormente i tanti corretti. Col Nuovo Piano Isabella infatti sono state escluse molte aree edificabili mortificando i proprietari dei terreni ed è stata ridotta la densità edilizia, cosa che permette di salvaguardare il maggior volume delle costruzioni abusive. E’ un Piano assolutamente iniquo ma di cui chi amministra continua a farsi vanto.
Qual è il ricordo più bello che conserva dei suoi cinque anni a Sindaco della città di Sciacca?
Un buon sindaco deve necessariamente saper essere un sindaco di tutti, che presti a tutti la propria attenzione senza lasciarsi vincolare dalle appartenenze politiche. Tra i ricordi più belli le cito quello di essermi sentito anche il sindaco delle minoranze, il sindaco dei diversamente abili, il sindaco di coloro che professano anche altri credi religiosi. E questo lo constatavo tutti i giorni nel rapporto diretto con la gente. Degli anni della mia amministrazione ricordo l’apertura del ponte sul Cansalamone che era chiuso da anni e che noi, dopo pochi mesi, riuscimmo a riaprire. Era come uscire da una fase negativa di immobilismo, del resto un buon politico deve saper gestire anche la fase tecnica di ogni procedura. Ricordo i tanti avvenimenti culturali che ero sempre ben disposto, non solo ad attenzionare, ma inoltre a seguire in ogni loro fase fino alla loro esposizione pubblica al quale mai decidevo di mancare anche per una mia precisa passione. Ricordo sul piano personale l’incontro con Sua Santità Giovanni Paolo II il quale, dal punto di vista umano, mi lasciò la profonda sensazione di un uomo, non di potere, ma che si poneva alla pari con ogni persona. E quello che ho cercato di fare io durante la mia amministrazione, e quello che dovrebbe fare anche il prossimo sindaco di Sciacca.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

2 commenti:

GattaNera ha detto...

Interessante questo blog.
Scambio link accordato ^^

Calogero Parlapiano ha detto...

grazie a te Francesca per lo scambio e per il tuo passaggio.
spero a presto, ciao