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martedì 23 settembre 2008

Intervista al Sindaco di Sciacca Mario Turturici

Iniziamo partendo dalle dichiarazioni dell’assessore Guardino riportate da “Controvoce” di essersi sentito solo ed abbandonato sul tema spinoso dell’acqua. Cosa si sente di rispondere in proposito?
Sia il sottoscritto che Guardino siamo sempre in trincea per tutte le emergenze. L’Assessore Guardino ha fatto tutto quello che doveva fare, ha comunicato ai carabinieri inadempienze e la constatazione di come ancora oggi ci siano tutte queste rotture. Sarà compito delle Forze dell’Ordine svolgere le dovute indagini per accertarne le cause. Guardino non è assolutamente rimasto da solo, ha lavorato alacremente tutta l’estate ed ha avuto solo due giorni di vacanza. Denunciare però questi fatti ai carabinieri non è la prova delle inadempienze altrui, se la Girgenti Acque ha commesso degli errori, la sola denuncia non basta a risolvere il problema. E’ fuor di dubbio che si devono cercare, insieme, dei percorsi paralleli. Una soluzione potrebbe essere data dal fatto che, laddove la Girgenti Acque non sarebbe in grado di intervenire, il Comune di Sciacca si farebbe carico di adempiere agli interventi più e meno urgenti addebitando le spese affrontate appunto alla Girgenti. Un po’ sulla falsariga di quello che accadeva ai tempi dell’EAS ma con una sostanziale ed importante differenza: quando la gestione dell’EAS era diventata ormai fallimentare, era il Comune ad intervenire a proprie spese senza riscuotere peraltro le relative bollette, oggi invece è la Girgenti Acque a pagare in prima persona i propri interventi sulla nostra rete idrica. Il Comune ha il dovere di tessere un rapporto istituzionale sia con l’ATO idrico sia con la ditta e solo per gravi inadempienze all’interno dell’ATO ed in tutti i 43 comuni che ne fanno parte potrebbe prendere in considerazione soluzioni più drastiche. Insomma ci muoviamo su strade diverse ma parallele che convergono verso la risoluzione di questa vicenda.
Col senno di poi, è ancora convinto che la privatizzazione dell’acqua sia stata la soluzione migliore da adottare?
Su questo argomento è in corso una grande opera di mistificazione. Nessuno afferma, per esempio, che anche l’Avv. Cucchiara nella precedente amministrazione aveva privatizzato la rete idrica della città. Solamente che quel progetto e quella gestione non venne autorizzata dall’ATO idrico e non se ne fece più nulla. Questi sono atti ufficiali che testimoniano come sulla vicenda ci sia parecchia malafede proveniente da più parti. Del resto, come tutti sanno, tutte le province siciliane hanno fatto degli appalti affidando la gestione della rete idrica ai privati. Perché ad Agrigento non si doveva fare? Perché contravvenire ai dettami della legge? Il Sindaco di Sciacca, in prima persona, non ha votato nulla. Il tutto è stato deliberato dalla Regione la quale aveva nominato una commissione ad hoc. La Girgenti Acque presentò l’offerta, l’unica pervenuta ai nostri tavoli, ed è stata valutata idonea da una commissione al cui interno, se non ricordo male, comprendeva anche docenti universitari ed un magistrato. L’offerta fu approvata ma i sindaci ancora non la deliberarono. L’assemblea infatti era molto critica al riguardo, si temeva un conflitto di interessi vista l’appartenenza contemporaneamente al Consorzio del Voltano, si pensava di aspettare inoltre delle offerte comparative. Ma la legge al riguardo è esplicita: anche in presenza di un’unica offerta, approvata e ritenuta giusta, si deve deliberare. L’Assemblea dei sindaci appartenenti all’ATO idrico di Agrigento non si decideva sul da farsi, così la Regione Sicilia, per non perdere ulteriore tempo e per non lasciarsi sfuggire importanti finanziamenti, decise di sostituirsi all’Assemblea e nominò quella commissione che in seguito approvò l’attuale stato delle cose. L’Assemblea fece addirittura anche ricorso al TAR ma esso è stato respinto sotto ogni grado di giudizio confermando la legittimità dell’intervento della Regione. La legge è chiara, impone che la rete idrica di ogni comune sia inserita nel consorzio e quindi nell’ATO. Ci vuole anche una buona dose di fortuna basti pensare che ero riuscito ad ottenere l’anno scorso 4 milioni di euro per realizzare una nuova rete idrica che avrebbe previsto anche nuovi invasi. La gara d’appalto era stata aggiudicata ma una delle ditte che avevano presentato l’offerta ha fatto ricorso ed a tutt’oggi siamo ancora fermi.
Com’è possibile ottenere e prendere visione del Piano d’Ambito?
Il Piano d’Ambito è il piano del consorzio dei comuni, dei 43 comuni facenti parte dell’ATO idrico. Si tratta, è bene chiarirlo, di un gran malloppo di carte e di informazioni. Per ottenerlo basta recarsi all’ufficio dell’ATO idrico di Agrigento a cui fa capo il nostro Presidente della Provincia Eugenio D’Orsi, fare la richiesta ed andare a prenderlo.
Quando il Comune riuscirà ad ottenere i 5 milioni di euro che gli spettano dall’EAS dopo l’ormai famosa transazione?
Durante il mio quinquennale l’obiettivo è stato sempre quello di non aumentare la pressione fiscale sui cittadini. E’ vero, mancano circa 4 milioni di euro da incassare ma sono somme già utilizzate e che evidentemente non potranno più essere prese in considerazione una volta subentrate. E’ un credito certo comunque. Ho avuto rassicurazioni dagli incontri avuti con il commissario liquidatore dell’EAS Massinelli e del resto si tratta di una transazione approvata anche dalla Regione. Questi soldi sicuramente porteranno maggiore liquidità nelle nostre casse ma, ripeto, si tratta di denaro già investito: servirà per pagare i creditori e non potrà essere riutilizzato.
Qual è la sua posizione nei confronti dell’iniziativa “Ridateci le Terme” portata avanti da numerose associazioni della nostra città?
Sicuramente tutte le iniziative che servono da stimolo alla città le accolgo positivamente. Se la raccolta firme serve da pungolo allora mi va bene e mi trova d’accordo. Posizione diversa invece se qualsivoglia iniziativa venga strumentalizzata da più parti. Noi siamo tranquilli, abbiamo tutte le carte apposto, anche noi faremo la nostra battaglia come la fanno le associazioni ma evidentemente su tavoli separati. Il mio obiettivo è risolvere il problema. Il CDA attuale ha ereditato obiettivamente una situazione dei conti disastrosa. Fin quando la Regione ottemperava finanziariamente ai debiti delle Terme, allora non c’erano problemi e tutti i manager facevano bella figura agli occhi della città. Dal 1999 invece la Regione decise di tagliare queste spese, decise che non c’erano più i soldi per coprire le perdite di gestione ed ha avviato la privatizzazione. Fino al 2004, anno del mio insediamento, non c’era traccia concreta di questa privatizzazione. La procedura in realtà si incagliò, probabilmente perché alla Regione si resero conto di aver fatto degli errori, primo fra tutti quello di sostituire la S.p.A. caricandola di debiti. Con l’aiuto del Dott. Misuraca, abbiamo ottenuto una legge, quella del Ruolo Unico, che salvaguardia i lavoratori e tutti i dipendenti delle terme. Hanno un contratto ed avranno giustamente i loro stipendi. Si pensava di fare in modo che le terme ottenessero una ricapitalizzazione per avere maggiore liquidità ma ciò non è stato praticabile a causa del contributo di stato che sarebbe stato previsto dalla norma. Giovedì prossimo (18 settembre,ndr) inoltre ho un importante incontro con il Dott. Bufardeci e sarà presente anche il nostro deputato regionale Marinello. Avremo un ruolo di pungolo, diremo chiaramente che questo procedimento è durato troppo a lungo. La nostra proposta è questa. Tenuto conto che la Regione non ha più i soldi per coprire i debiti delle nostre terme, occorre trovare un imprenditore e un gruppo internazionale, serio e preparato, che si assuma gli oneri e gli onori di riportare le nostre terme al vecchio splendore e di farne il nostro fiore all’occhiello. Aprire così l’Albergo sito a San Calogero, recuperare l’area dei Molinelli, investire sul Grand Hotel delle Terme che attualmente meriterebbe qualche stella in meno delle quattro che possiede. Sono sicuro che dei gruppi interessati all’acquisto ci siano anche grazie alla prossima apertura del Golf Resort di Rocco Forte prevista per il prossimo mese di maggio e che porterà un grande bacino d’utenza turistica. La mia idea è quella di creare il Circuito del Benessere coinvolgendo anche le strutture di Montevago, Acireale e Termini Imerese. E’ chiaro che occorre anche aumentare di molto i posti letto i quali al momento non sono sufficienti.
Siamo oramai agli ultimi mesi della sua attuale esperienza da Sindaco di Sciacca. Quale bilancio si sente di poter tracciare?
Mi sento di poter affermare che si sia trattata di un’esperienza positiva. Il ruolo di sindaco è molto complesso e difficile da affrontare. Bisogna avere passione, attrarre consensi, occorre avere la capacità di amministrare e ho messo a disposizione della città i miei quindici anni di attività politica. Ho cercato di tessere con tutti dei rapporti prima interpersonali e solo dopo politici, oggi posso ben dire di potere dialogare con tutte le parti con serenità. L’80% delle cose previste dal mio programma elettorale le ho svolte. Le cito solo alcuni dati. Il PARF è stato realizzato e finito, a fine anno si inaugurerà questo fondamentale servizio fognario, il centro storico è stato riqualificato ed abbellito, il Piano Isabella sbloccato con le prime concessioni edilizie già stabilite, il Piano Regolatore, il Teatro Samonà dove la ditta vincitrice della gara d’appalto per circa 9 milioni di euro dovrebbe cominciare a lavorare tra circa un mese e mezzo. Questo, è giusto dirlo, anche alla collaborazione del Dott. Michele Cimino. Il Cansalamone con la strada che collega la statale 115 al Porto sarà presto riaperta e sbloccherà il traffico cittadino, le Piscine comunali per le quali la gara d’appalto è stata già fatta ed aggiudicata, quindi presto si lavorerà anche in questa direzione, i capannoni per i carristi per i quali abbiamo un milione e mezzo di euro in bilancio ed entro fine anno faremo la gara d’appalto per aggiudicare i lavori, il Museo del mare di prossima apertura, gli interventi presso la Chiesa del Carmine e la Chiesa Madre, la ristrutturazione del complesso Sant’Anna, la stabilizzazione di 60 LSU e nei prossimi giorni avrò una nuova riunione per vedere di poter stabilizzare anche gli altri. C’è poi il progetto del completamento della banchina del porto il quale al momento è bloccato a causa del possibile impatto ambientale che potrebbe avere ma che ci priva in realtà di un vero e proprio lungo mare e il progetto che riguarda le aree industriali di Santa Maria.
Parliamo di Rocco Forte: a che punto è la famosa Legge sul Golf?
Rocco Forte è stato un progetto portato avanti con coraggio e che ha rischiato seriamente di non vedere la luce a causa delle proteste degli ambientalisti. Occorre avere la giusta dose di coraggio da abbinarsi al rispetto della legalità. Il progetto prevede anche le buche in prossimità del mare, prevede dei posti di lavoro perché molto del personale sarà scelto tra i saccensi, sarà una grande promozione per la città ed al contempo la sua non realizzazione avrebbe causato un notevole danno d’immagine. In tal senso ho avuto poco aiuto. La legge sul Golf nasce sostanzialmente dall’ignoranza tutta siciliana dei fatti, molti non sanno quello che dicono. Viene intesa come una Norma ad Personam per Rocco Forte ma non è così. Ci siamo accorti noi dell’esistenza di una norma regionale che assimila le buche alle opere edili. Essendo illogica la comparazione, oltre che anacronistica in quanto fu approvata quando i campi da golf in Sicilia neanche esistevano, abbiamo chiesto che tale norma venisse ammodernata, resa più chiara, al passo con i tempi e togliendo questo tipo di comparazione. Molti pensano e vogliono far credere che si cerchi di dare vantaggi e favori a Rocco Forte, sono gli stessi, per fortuna pochi, che preferiscono mantenere Sciacca e la Sicilia povera e soggetta al clientelismo, al bisogno, allo scambio in sede di campagna elettorale.
Pensa di riprensentare alle prossime comunali le cosiddette Larghe Intese come successe nel 2004 quando la sua candidatura venne appoggiata al ballottaggio dall’Onorevole Messina e dal Dott. Segreto?
L’Alleanza con Messina è stata positiva. Fino a poco tempo fa si gridava allo scandalo, del resto a Sciacca si soffre di personalismo, si soffre se non si va in TV, occorre gestire più serenamente la cosa pubblica e ciò è stato possibile anche grazie a questo accordo. Il 2009 sarà l’anno in cui si affermerà il progetto-soggetto politico che si dimostrerà più innamorato della propria città e che la vuole cambiare concretamente. I partiti devono essere considerati dei veicoli su cui salire per raggiungere determinati risultati, per interloquire meglio con Palermo e con Roma. Il Partito è un auto che serve a trasportare Sciacca verso un futuro migliore, la benzina deve essere prodotta da tutti i cittadini comprese tutte le associazioni le quali spesso si fanno garanti delle esigenze degli stessi. Il vero carburante di oggi è l’associazionismo, un mix che non si ferma a guardare gli steccati politici, un mix che, per quanto mi riguarda, può anche coinvolgere le forze di centro-sinistra avendo così maggiore forza e un progetto locale importante. Ho già la mia idea quindi, trasformare tutte queste istanze ed idee in una lista nella quale tutti possano trovare sfogo purchè sia lo sfogo non di chi avversa il partito ma di chi lo stimola pur nelle diverse concezioni politiche. Una grande coalizione quindi che sappia mettere assieme le migliori intelligenze al di là di qualsivoglia steccato politico e con le capacità di cui dispongono le varie associazioni le quali possono anche ambire ad un ruolo attivo in seno al consiglio comunale. La mia è una idea altamente democratica, una concezione ateniese della democrazia. Le larghe intese le ho concepite, hanno avuto successo e sono pronto a riproporle, senza ripudiare i partiti ma allo stesso tempo andando oltre le divisioni politiche in una comune condivisione di intenti.
Un ultima domanda: cosa il Comune può fare per alleviare la situazione che si è venuta a creare nel reparto di oncologia dell’Ospedale di Sciacca spesso costretto ad intervenire su un notevole bacino di utenza con una persistente carenza di personale e di attrezzature?
Al Dott. Verderame va tutta la mia solidarietà e stima, lui è un vero missionario che porta dentro di sé il dramma delle molte famiglie che hanno a carico malati terminali. Il Comune non ha le competenze necessarie, tocca alla Regione ed allo Stato ma anche noi faremo il possibile. Dobbiamo essere consapevoli del debito che detiene la sanità pubblica e dei tagli che si stanno compiendo nel settore. Chiederò un incontro a breve con l’Assessore Russo per parlare di oncologia e di sanità. Cercherò di ottenere il potenziamento dell’organico e delle attrezzature ma ci vuole anche l’impegno di tutta la città. Non si può tagliare anche sulla tutela della vita del cittadino, occorre quantomeno garantire i cosiddetti LEA, i livelli minimi di assistenza sanitaria ed i corrispettivi servizi. Dobbiamo cercare di essere ottimisti, l’Ospedale di Sciacca è diventato una bella realtà e se non ci fosse sarebbe sicuramente peggio. Alcuni reparti sono stati aperti in questi anni o potenziati, mi riferisco al reparto di oculistica, di riabilitazione, le cure specialistiche, la risonanza magnetica, l’emodinamica. Una cosa assurda è invece quella che costringe diversi nostri cittadini a recarsi a Ribera o Agrigento per comprare i medicinali adatti alle cure dei malati terminali. Contattando l’assessore Russo chiederò conto anche di questo ma ho già avuto rassicurazioni in merito in quanto molte di queste medicine saranno messe a disposizione nella farmacia dell’azienda ospedaliera. Anche il problema delle zanzare deve essere debellato ma per far ciò servono corposi finanziamenti.
In generale affronto questi ultimi mesi con la coscienza apposto. Sciacca diverrà la prima città della Sicilia come capacità di portare finanziamenti anche europei grazie ai progetti già approvati. Si passa finalmente dal sogno alla realtà.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

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