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martedì 2 settembre 2008

Cosa Nostra? Imparate la vera vita

Le associazioni mafiose rappresentano una grave minaccia per la democrazia italiana.
Queste associazioni sono particolarmente forti in alcune regioni del Sud: la camorra, in Campania;
la ‘ndrangheta, in Calabria; Cosa Nostra, in Sicilia.
Parlerò solo di Cosa Nostra perché è l’organizzazione più pericolosa e perché negli ultimi anni si è imposta come un modello rispetto alle altre due.
Com’è la cerimonia con cui si entra in Cosa Nostra?
Che cos’è l’omertà?
Qual è l’origine della potenza di Cosa Nostra?
Come affronta lo Stato l’attacco dei Mafiosi?
Ora vi risponderò a tutte queste domande con brevi spiegazioni riassunte e testimoniate da chi si è pentito come Antonino Calderone e da chi è morto per la mafia, il giudice Giovanni Falcone.
Premessa:
Per molti anni la realtà di Cosa Nostra è stata avvolta dal mistero.
Coloro che ne fanno parte, gli uomini d’onore, sono tenuti a non rivelare a nessuno l’esistenza dell’organizzazione.
Tutto è cambiato nel 1984 quando un mafioso Tommaso Buscetta, ha deciso di collaborare con la giustizia e ha trovato un giudice, Giovanni Falcone, disposto a dargli credito.Da allora la nostra conoscenza di Cosa Nostra ha fatto grandi passi avanti, anche grazie al contributo di altri mafiosi.

LA STORIA DI COSA NOSTRA:

Le origini di Cosa Nostra risalgono al primo Ottocento. Ne è una conferma la cerimonia che segna l’ingresso all’organizzazione, assai simile a quella con cui nella stessa epoca si entrava nelle sette carbonare e nelle logge massoniche.
Fin dal 1838, inoltre, il procuratore generale di Trapani, P.Calà Ulloa, denunciava l’esistenza di “specie di sette,” guidate da un capo e dotate di una cassa comune alimentata dai furti e dalle estorsioni.”Sono tante specie di piccolo governi nel governo,” scriveva il magistrato.
In questa denuncia emergono già due caratteristiche fondamentali di Cosa Nostra:
- la natura criminale dell’organizzazione: non è mai esistita una “vecchia”mafia buona da contrapporre a quella attuale; Cosa Nostra ha sempre avuto come obiettivo l’arricchimento dei suoi membri e per raggiungerlo ha sistematicamente usato la violenza;
- il fatto che la forza della mafia dipende dalla debolezza dello Stato. Cosa Nostra cioè si è sviluppata utilizzando un potere (l’uso della forza) che dovrebbe spettare solo allo Stato. Cosa Nostra, infatti, è nata in una società ancora primitiva in cui i proprietari terrieri ricorrevano sistematicamente alla violenza per difendere i loro interessi. Essi assoldavano dei banditi per far reprimere i contadini e per farsi difendere dalla criminalità comune. In cambio, i proprietari terrieri, proteggevano questi banditi, grazie ai rapporti che avevano con le pubbliche autorità. Il ruolo di Cosa Nostra si è affermato soprattutto dopo l’unificazione nazionale. Le famiglie mafiose sono divenute sempre più potenti, giungendo a controllare completamente i loro territorio. I politici e i primi uomini di governo italiano spesso, piuttosto che reprimere la mafia, scelsero di utilizzarla: per reprimere le rivolte dei contadini; per controllare la criminalità comune; per garantirsi voti alle elezioni.Negli anni del fascismo Cosa Nostra subì la dura repressione guidata dal prefetto Cesare Mori. Ma l’organizzazione sopravvisse e tornò a prosperare dopo il 1945, occupandosi del contrabbando di sigarette e droga, pretendendo tangenti dai commercianti e dagli imprenditori, giungendo infine a controllare buona parte delle risorse pubbliche destinate a sostenere l’economia del Sud. Ciò è dipeso soprattutto dal fatto che gli uomini di governo hanno rifatto i vecchi errori; hanno sospeso le serie iniziative di repressione e hanno ripreso ad “utilizzare” i servizi che i mafiosi potevano garantire. Cosa Nostra così è divenuta potentissima e a partire dal 1979 ha scatenato un’offensiva terroristica contro le forse dello Stato che tentavano di contrastarla. Proprio questo attacco ha determinato una ferma reazione della società, delle forze dell’ordine, del governo che ha messo in seria difficoltà Cosa Nostra.

Com’è complicato raccontare la felicità...Difficile è definirla...E’un’entità molto personale.. A certuni è accordata di rado,ed è legata solamente a circostanze eccezionali. Per quanto mi concerne, piccoli eventi, comuni, talvolta, bastano a rendermi felice... L’amicizia sincera....Una passeggiata in mezzo alla natura, un abbraccio, una conversazione interessante..Il sorriso di un bimbo...Una nuova alba.....Cose semplici, insomma... Dal momento che ognuno di noi è unico e irripetibile, ciò che rende felice una persona può esercitare l’effetto opposto su un’altra..In amore, la felicità è qualcosa di più del semplice benessere, di una facile serenità...Non verrà mai trovata nel perseguimento di piaceri contingenti, nè ce la potremo assicurare facendo nostra la definizione che ne danno altre persone. La felicità che due innamorati scoprono l’un nell’altro è creata da loro stessi, grazie a uno sforzo deliberato e paziente....Molto spesso l’amore viene descritto come una forza inebriante, dotata del potere di trarci in inganno e momentaneamente di sedurci..... Si parla molto di piaceri duraturi, ma ben poco ci è offerto in questo senso. Questo non cesserà d’essere vero fino a quando la felicità verrà intesa come un’esperienza passeggera e nulla più...Se desideriamo che la nostra felicità sia molto più di un sentimento transitorio e intermittente,dovremmo votarci con grande e tenace determinazione al raggiungimento della stessa,elaborando in proprio questa condizione.Di conseguenza,sapere che siamo in grado di evocare e plasmare la nostra felicità, è una consapevolezza di enorme portata...Muovendo da tale certezza,impareremo ad arricchire la nostra vita di ciò che può renderci felici,e a conservarlo nel tempo,anzichè rassegnarci ad aspettare che la felicità ci faccia visita quando le pare e piace.....

dedicata agli uomini di Cosa Nostra affinchè trovino il coraggio di essere felici, affinchè trovino il coraggio nell'amore e dell'amore ed in esso riscoprano la vera vita.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Complimenti...complimenti davvero per il tuo blog...è UNICO!

Calogero Parlapiano ha detto...

grazie Anonimo, passa quando vuoi. a presto. ciao

Unknown ha detto...

...ma guarda che io passo da qui almeno 1 volta al giorno! Non lascio commenti, è vero... Ma ti seguo, ti seguo...

Luca Viscje Brasil ha detto...

Ciao Calogero,
bellissimo il tuo post!! Davvero bello.
Hai dato un'ottima descizione storica riguardo alla mafia e soprattutto hai offerto una "sorta di medicina" a cui tutti gli esseri umani possono aspirare e da cui possono trarre momenti, più o meno duraturi, di felicità, cioè l'AMORE.
Bellissimo.

Tra l'altro ti ripeto che passo di qua sempre molto volentieri per ascoltare, leggendo quello che scrivi, delle bellissime musiche. Si adattono perfettamente al tuo blog, forse sono un po' tristi, ma con una profonda carica interiore e un'anima viva e forte. A me piacciono molto.
Complimenti e stammi bene!

Luca

Calogero Parlapiano ha detto...

@ max: grazie per i tuoi passaggi, sai che sono sempre molto graditi.

@ luca: cerco di esprimere con semplicità quello che mi circonda. il tema della lotta alla mafia mi sta particolarmente a cuore, non si può abbassare la guardia, nè dimenticare.. la musica di Einaudi mi aiuta a scrivere e ad assoparore meglio ciò che scrivo.
grazie per il tuo commento e a presto.
ciao!!

Kaishe ha detto...

Caro Calogero... come si percepisce la passione dietro ai tuoi post!...
Spesso non posso far altro che leggerli e uscire in punta di piedi... perchè non so cosa potrei mai aggiungere alle tue parole...
Un abbracico per tutta la giornata...


(BRAVO!)

Calogero Parlapiano ha detto...

grazie anche a te Kaishe, sono contento che ciò che scrivo arrivi a te ed anche agli altri visitatori.
buona giornata e a presto.
ciao