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domenica 25 maggio 2008

Sciacca: tracce di storia e di tradizioni


Tra le città famose della Sicilia, Sciacca ha una storia ricca ed importante.

La sua antichità, con tante mutazioni di governo nelle varie epoche, il suo popolo e il suo agro, i fatti memorabili di cui è stata teatro, le molte istituzioni pubbliche di beneficenza e di culto che vi furono, e che vi sono, offrono un contributo di memorie storiche, da interessare non solo i suoi abitanti ma anche i forestieri.
Secondo gli storici (Licata, Ciaccio, Savasta, Scaturro), i primi ad imporvi il nome furono i greci ed i cartaginesi, i quali dalle sorgenti delle acque calde per uso termale, la denominarono Terma. Indi fu detta Xacca e poi dagli Arabi Saqqah o Sacca, nomi entrambi corrispondenti all'antica Terma, cioè acque calde e bagni. Ed infine, dalla diversità di pronunzia, ne venne il latino Sacca ed il volgare Sciacca, che è l'attuale nome.
Le origini di Sciacca sono antichissime, e per mancanza di reperti e documenti è difficile stabilire una precisa data di fondazione. Le recenti scoperte di numerose tombe, utensili in pietra, ciottoli lavorati, testimoniano la presenza dell'uomo già nel periodo paleolitico inferiore. Con la fondazione di Selinunte acquistò importanza dal punto di vista terapeutico per l'utilizzo delle acque termali e le stufe vaporose del monte Kronio.

Dopo la distruzione di Selinunte da parte dei cartaginesi nel 409 a.C., molti degli scampati si rifugiarono ad Agrigento ed in maggior numero a Sciacca, accrescendone la popolazione e dando un nuovo impulso a molte attività produttive. Il dominio cartaginese è attestato dalla scoperta di un centro punico fortificato del IV e III sec. a.C. situato sulla sommità e sulle pendici orientali della Rocca Nadore.

Dopo la prima guerra punica (264-241 a.C.) l'importanza del centro aumentò sotto i romani che lo chiamarono Therme Selinuntinae: dal suo porto partivano navi per riforniree l'impero di grano siciliano. Intorno al 340 d.C. al tempo degli imperatori Costante e Costanzo, diventò sede della più importante stazione postale della Sicilia, denominata Acquae Labodaes. Sciacca, data la posizione sul mare, subì le incursioni e devastazioni barbariche.



1. Il parco delle terme

Alla caduta dell'Impero fece seguito un periodo di decadenza con il dominio bizantino, che durò tre secoli, durante il quale è certa nel territorio la presenza di monaci eremiti fra cui San Calogero che, dopo aver introdotto il cristianesimo in vari paesi dell'isola, si fermò a Sciacca dove visse da eremita in una grotta ancora oggi venerata presso le stufe vaporose del monte Kronio, chiamato anche San Calogero. La città assunse importanza commerciale durante il lungo periodo della dominazione araba 827-1087, a cui seguì quella normanna. Nel 1101 il conte Ruggero la donò alla figlia Giulietta in occasione delle nozze. In questo periodo iniziò per Sciacca un'era di splendore, con la costruzione di chiese, palazzi e delle prime cerchie di mura. Dopo la morte di Giulietta e dei figli, Sciacca ritornò al Demanio Regio, cioè alla Corona.

2. Alcuni episodi storici

La popolazione era composta da Greci, Arabi, Normanni, Ebrei. Seguì un periodo Svevo (1189-1269) durante il quale Federico Il nel 1246 concesse a tutte le città demaniali la rappresentanza politica nei parlamenti. Nei primi del 1270 passò sotto il dominio angioino.

Durante la guerra successiva ai vespri, Sciacca, guidata da Federico Incisa resistette all'assedio degli Angioini, costringendo l'armata già decimata di Carlo di Valois a ritirarsi. Il 31 agosto 1302 fu firmata la pace detta di Caltabellotta. Dieci anni dopo riprese la guerra tra Napoli e la Sicilia che durò 60 anni. Nel 1316 Sciacca subì l'assedio degli Angioini che tuttavia, dopo numerose incursioni fuori delle mura della città, furono costretti ad abbandonare l’impresa. A quel periodo risale l'ampliamento della cerchia muraria, voluto da Federico Il d'Aragona, comprendendo anche i borghi Rabato, della Cadda, e di Mezzo.
Morto Federico III, gli successe la figlia Maria che divise l'Isola in quattro territori, affidandoli a quattro vicari. Sciacca divenne capitale di uno di questi territori ed ebbe come vicario Guglielmo Peralta (1377) che si schierò con i baroni ribelli contro il re Martino, quando questi, con la moglie Maria, cominciò a spadroneggiare in Sicilia.
A Guglielmo Peralta, successe Nicolò che mori nell'ottobre del 1399. Re Martino, nell'intento di assicurarsi l'appoggio della "casa Peralta, che era di altissima condizione e possedeva gran parte del regno", diede in sposa a Don Artale Luna, suo zio, la secondogenita di Nicolò: Margherita. Iniziò così quello che è noto come il "caso di Sciacca" nel quale furono coinvolte, in una lunga lotta che si trascinò per oltre un secolo, le due più importanti famiglie del luogo: i Luna, di origine catalana ed i Perollo, di discendenza normanna. Tale "faida" ebbe il suo tragico epilogo nel 1529 con l'uccisione dì Giacomo Perollo e di alcuni suoi fedeli da parte di Sigismondo Luna. Nel 1734 fu la volta della dominazione borbonica, e fino ai giorni nostri la storia di Sciacca coincide ad eccezione di qualche interessante episodio, con quella della Sicilia. Nel 1860 Garibaldi aveva programmato lo sbarco dei mille a Sciacca, ma la presenza delle flotte borboniche che incrociava nelle sue coste lo indusse a sbarcare a Marsala.

Quando, dopo la proclamazione del regno d'Italia, i siciliani ebbero la sensazione di essere passati dalla dominazione borbonica a quella piemontese, anche Sciacca visse un periodo di risveglio politico, grazie al quale ebbe un degno rappresentante al Parlamento: l'ex Mazziniano Saverio Friscia.


3. La scoperta del corallo


Nel 1875 si scoprì nelle acque di Sciacca un ricchissimo banco di Corallo che diede un nuovo impulso all'economia saccense. Esauritisi i banchi di corallo, nel 1881. iniziò un periodo di crisi economica che continuò per tutto il periodo fascista. Negli anni '60 anche a Sciacca si cominciano a sentire i benefici del boom economico. In questi anni furono avviate numerose attività commerciali e industriali. Nel 1968 una serie di scosse telluriche ha interessato tutta la valle del Belice, danneggiando anche parte del patrimonio monumentale di Sciacca.

Gli anni '70 hanno segnato l'inizio di un rilancio dell'attività turistico alberghiera e delle infrastrutture balneari, oltre che delle tradizionali attività legate alla ceramica ed alle produzioni ittico-conserviere.

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