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mercoledì 23 settembre 2009

Per chi suona la Campan...ella

Nel 1940 lo scrittore statunitense Ernest Hemingway pubblicava il romanzo di successo internazionale “Per chi suona la campana”. In questi giorni a Sciacca, così come nel resto d’Italia, ricomincia la scuola e parafrasando quel titolo potremmo chiederci: “Per chi suona la campanella?”
Ad onor del vero alcuni studenti sono già da settimane dietro i banchi, sono tutti quelli che nel passato anno scolastico hanno riportato un debito formativo, debito che doveva essere saldato già durante i primi giorni di settembre con la frequenza di alcune ore di lezione e con un piccolo esamino finale. La scuola vera e propria comincerà ufficialmente venerdì 18 settembre ma naturalmente alcuni istituti saccensi, in piena autonomia, hanno deciso di anticipare il suono della campanella di qualche giorno.
Stiamo parlando non solo delle scuole superiori, licei ed istituti professionali ma anche delle scuole medie e delle scuole elementari. Intanto, a prescindere dal giorno in cui inizieranno le lezioni, siamo sicuri che si tratterà di un anno di passione sia per gli studenti che per il corpo docente. Le nuove leggi e disposizioni che riguardano la pubblica istruzione stanno fomentando tante polemiche e non è difficile immaginare che, sin dalle prime settimane di scuola, possano venire organizzate proteste, scioperi e manifestazioni. Naturalmente occorre rispettare tutti quegli studenti che vogliono fare regolarmente lezione, quegli studenti che non intendono perdere ore di lezione e che invece sono d’accordo con quanto sta accadendo ai piani alti dei ministeri. Il diktat del ministro Maria Stella Gelmini è stato chiaro: “I professori facciano lezione in classe e non politica”.
Finiti i tempi dunque quando si riteneva la scuola un centro imprescindibile di confronto e crescita culturale per tutte le parti in causa in un dibattito.
La scuola, così come veniva intesa fino a 15 o 20 anni fa, non esiste più, c’è chi affermerà che si sta tornando indietro, per altri invece si è andati così avanti da aver perso la giusta direzione.
Sta di fatto che gli insegnanti sono maltrattati, precarizzati e di conseguenza demotivati mentre gli studenti, nel pieno del loro fermento dovuto alla crescita, allo sviluppo, alla formazione in itinere, non ci stanno ad assumere delle conoscenze sotto forma di concetti nozionistici: vogliono essere stimolati, accompagnati durante il viaggio della loro adolescenza e spesso riescono ad imparare di più commentando la vita di tutti i giorni che non sfogliando libri su libri. La gestione dell’istruzione in Italia deve essere ripensata, non si tratta e non si deve trattare soltanto di parlare di tagli, incentivi, punteggi, classifiche e voti, occorre rivalutare e rivedere la didattica, il modo di far apprendere, riportare in auge alcune discipline: il mondo è cambiato, i bisogni sono nuovi, molteplici e diversi rispetto al passato e la scuola dovrebbe adeguarsi e non rimanere ancorata a determinati dettami. Questa dovrebbe essere la prima e principale riforma della scuola. Ma naturalmente a questo non si pensa mai.
Un altro tasto dolente è rappresentato dagli istituti scolastici, intesi come struttura fisica. A Sciacca, per esempio, sono decenni che non viene costruita o semplicemente progettata una nuova scuola, spesso ci troviamo innanzi edifici vecchi, ai quali mai è stata data una riverniciata, dove spesso ai bagni manca l’acqua, per non parlare poi delle misure riguardanti la sicurezza, uscite di emergenza e quant’altro o delle misure per i diversamente abili. E’ chiaro che la situazione non è dovunque la stessa. Per esempio il locale Liceo Classico “T.Fazello” è stato ristrutturato e si presenta anche piacevole e bello alla vista di chi lo frequenta. Alcuni istituti, tuttora, non hanno una sede propria ma sono collocati all’interno di edifici privati ai quali il comune (e/o la provincia di Agrigento) versano ogni anno ingenti somme per la locazione.
Nei mesi più piovosi non è complicato osservare edifici che lamentano infiltrazioni d’acqua piovana o umidità: i ragazzi dovrebbero essere messi nelle migliori condizioni possibili per poter apprendere meglio ed al contempo a loro spetta il compito di rispettare l’edificio, di non sporcarlo, di non rompere nulla, non solo per loro ma anche per tutti quegli studenti che subentreranno alla conclusione del loro ciclo di studi in modo da garantire minori esborsi alle esangui casse ministeriali.
Insomma la campanella è suonata ormai per tutti, docenti, alunni e genitori. Non si tratta soltanto della campanella della scuola ma anche di quella che segnala l’allarme, di tenere alta la concentrazione, di controllare la crescita del prezzo dei libri e di tutto il materiale occorrente per gli alunni, di verificare che lo Stato garantisca una scuola per tutti e che non finanzi solo gli enti privati, di non abbassare la guardia dei diritti e dei doveri all’istruzione, al sapere, alla cultura, all’informazione poiché non è in ballo soltanto questo anno scolastico, il 2009/2010, ma la formazione della futura società e di quelle generazioni che avranno il compito di far sviluppare in meglio Sciacca, la Sicilia e l’Italia.

Calogero Parlapiano - tratto da "ControVoce"

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