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lunedì 18 agosto 2008

Molecola di Vita n°31 - Questo Amore

Questo amore

Questo amore
Così violento
Così fragile
Così tenero
Così disperato
Questo amore
Bello come il giorno
E cattivo come il tempo
Quando il tempo è cattivo
Questo amore così vero
Questo amore cosí bello
Così felice
Così gaio
E così beffardo
Tremante di paura come un bambino al buio
E così sicuro di sé
Come un uomo tranquillo nel cuore della notte
Questo amore che impauriva gli altri
Che li faceva parlare
Che li faceva impallidire
Questo amore spiato
Perché noi lo spiavamo
Perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato
Perché noi l'abbiamo perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato
Questo amore tutto intero
Ancora così vivo
E tutto soleggiato
E' tuo
E' mio
E' stato quel che è stato
Questa cosa sempre nuova
E che non è mai cambiata
Vera come una pianta
Tremante come un uccello
Calda e viva come l'estate
Noi possiamo tutti e due
Andare e ritornare
Noi possiamo dimenticare
E quindi riaddormentarci
Risvegliarci soffrire invecchiare
Addormentarci ancora
Sognare la morte
Svegliarci sorridere e ridere
E ringiovanire
il nostro amore è là
Testardo come un asino
Vivo come il desiderio
Crudele come la memoria
Sciocco come i rimpianti
Tenero come il ricordo
Freddo come il marmo
Bello come il giorno
Fragile come un bambino
Ci guarda sorridendo
E ci parla senza dir nulla
E io tremante l'ascolto
E grido
Grido per te
Grido per me
Ti supplico
Per te per me per tutti coloro che si amano
E che si sono amati
Sì io gli grido
Per te per me e per tutti gli altri
Che non conosco
Fermati là
Là dove sei
Là dove sei stato altre volte
Fermati
Non muoverti
Non andartene
Noi che siamo amati
Noi ti abbiamo dimenticato
Tu non dimenticarci
Non avevamo che te sulla terra
Non lasciarci diventare gelidi
Anche se molto lontano sempre
E non importa dove
Dacci un segno di vita
Molto più tardi ai margini di un bosco
Nella foresta della memoria
Alzati subito
Tendici la mano
E salvaci.
(Jacques Prevert)

La poesia di Prévert è una poesia scritta per essere detta e quindi più parlata che scritta, fatta per entrare a far parte della nostra vita. Ciò che esce con prepotenza è il concetto di amore come unica salvezza del mondo, un amore implorato, sofferto, tradito, ma alla fine sempre ricercato. Una gioia che coincide con la nascita e con la vita, e a sua volta con la primavera "le grand bal du printemps" e anche con la figura del bambino, la sua semplicità e gioia che si ribella alle istituzioni, come la scuola, quel posto dove " si entra piangendo e si esce ridendo" . Come già detto il ribellarsi alle istituzioni e la voglia estrema di libertà si ritrova pienamente nell'immagine dell'uccello, più volte presente nella poesia di Prévert. L'amore non si può incatenare o forzare, è quanto di piu spontaneo esista al mondo, chiunque provi ad istituzionalizzarlo o a sottometterlo finisce inevitabilmente per perderlo " je suis allé au marché aux esclaves mais je ne t'ai pas trouvée mon amour", anzi quando si prova l'amore, quello vero non vi è neanche il desiderio di incatenarlo, è spontaneo, libero, come quello dei ragazzi che si amano. Il germe della gioia c'è sempre, il male, per quanto possa aver preso il sopravvento in tutte le sue forme, la guerra la prima, non riesce ad essere totalizzante, "tout le monde ne peut pas tuer tout le monde et alors tout saccagé qu'il est le grand bal du printemps peut-etre ne fait que recommencer", e il poeta lo fa notare.
Questa lirica rappresenta la summa dell'amore, la sua rappresentazione totale e mistica allo stesso tempo. Il poeta francese sembra muoversi con un moto perpetuo, ne descrive gli effetti, le conseguenze, le cause, i dolori con lucida magia... le sue parole si fanno frementi, impetuose e nulla sembra fermarlo nella sua totale descrizione. nel suo cuore riconosciamo anche il nostro, nella sua ansia e consapevolezza d'amare e d'essere amato riscontriamo la nostra ansia e il nostro desiderio. Un amore che è tutto e non è niente, che è portatore di gioia, felicità ma anche di fragilità, nostalgia, timore che ogni cosa possa svanire all'improvviso come un sogno da non ricordare al mattino. Quanti amori sono passati attraverso i suoi versi, quanti amori ancora ne passeranno: è una delle poesie più dedicate ed amate dagli innamorati.
Una lirica che termina nei suoi ultimi versi quasi con una invocazione mistica..."non lasciarci diventare gelidi....dacci un segno di vita....salvaci": è la crisi dell'uomo di oggi, un uomo sospeso a metà tra la volgia di dare e ricevere amore e l'inquieta paura che tutto passi in fretta o semplicemente sia vuoto e privo di senso. Un invito a riempire i nostri cuori e le nostre anime di sentimento, quello alto, puro, sincero, che dia vita e ci sazi dalle mancanze dei nostri giorni... un invito a sperare, a sperare nell'amore, nella sua forza distruttiva, nel suo moto rapido e ripido come l'incedere fresco di una cascata... poichè nulla è più potente dell'amore, nulla riesce a darci più gioia e senso di solitudine quando ne siamo privati. "Il nostro amore è là..." a spiegare quello che è stato di noi, a salvaguardare la memoria, a sceglierci un futuro che, senza amore, sarebbe senza futuro.
"Noi che siamo amati noi ti abbiamo dimenticato..."

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