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sabato 23 agosto 2008

ACQUA LIBERA


ROMA - Il destino della risorsa più preziosa del Pianeta, l'acqua, è legato a doppio filo anche al consumo di una tazza di caffé la mattina, che costa 140 litri di oro blu 'virtuale'. Quasi quanta ne serve per riempire una vasca da bagno. Perché per fare colazione non basta solo l'acqua della moka, bisogna considerare anche quella che serve per far crescere, produrre, impacchettare e spedire i chicchi di caffé. E in fatto di consumo di acqua 'virtuale' i più 'spreconi' sono gli americani, che usano in media circa 6.800 litri di oro blu al giorno, circa il triplo di un cinese. Una cifra che si spiega pensando semplicemente alla mole di beni prodotti, cibo in primis, ma anche con gli scambi commerciali, anche di beni e servizi. "Gli europei si piazzano all'incirca nel mezzo della classifica dei consumatori, con una media di 1.400 metri cubi l'anno" spiega Anthony Allan, docente del King's College London e School of Oriental and African Studies, che per la teoria dell'acqua 'virtuale' si è aggiudicato lo Stockholm Water Prize 2008, una sorta di Nobel della ricerca in materia di acqua, che verrà consegnato nel corso della Settimana mondiale dell'acqua in corso nella capitale svedese. "Tra gli europei, si può dire che l'Italia consumi più 'acqua virtuale' di una Gran Bretagna - precisa Allan - per via del clima e delle coltivazioni agricole, in particolare di riso", una coltura particolarmente idrovora. Nel bilancio generale dell'Europa poi, "conta anche il continuo scambio delle merci tra un Paese e l'altro" afferma Allan, secondo cui Paesi come Usa, Argentina e Brasile sono 'esportatori' di acqua virtuale ogni anno, mentre altri come Giappone, Egitto e Italia sono più 'importatori'. E poi conta la dieta. Per un hamburger occorrono ben 2.400 litri di acqua virtuale. Per questo, secondo l'esperto "sarebbe necessaria un'alimentazione più sostenibile", visto che ad incidere di più nel bilancio generale dell'acqua, reale e virtuale, sono i prodotti agricoli. "Il 90% dell'acqua si usa per il cibo" spiega Allan, secondo cui utilizzare l'import di acqua virtuale, attraverso il cibo, costituisce in sostanza una fonte di acqua alternativa, per ridurre la pressione su quella nazionale nelle regioni del mondo particolarmente a secco. "Per fortuna oggi i Paesi più popolosi, come India e soprattutto Cina, hanno un consumo di acqua 'virtuale' decisamente basso" afferma l'esperto, ma il punto adesso è capire cosa succederà quando queste grosse economie aumenteranno ancora la loro richiesta di beni e servizi. Nel bilancio dell'acqua virtuale intanto i consumi di acqua 'straniera' rimangono molto ridotti in Paesi come l'India e la Tanzania, mentre cominciano a salire in Brasile e raggiungono i livelli massimi negli Stati Uniti. E di fronte allo sviluppo delle bioenergie e alle battaglie per i rincari dei generi alimentari, è prevedibile che la politica sarà costretta a considerare anche i numeri dei consumi di acqua 'virtuale'. (da ansa.it)

Capri è rimasta senz'acqua da ieri notte e la società che gestisce la fornitura idrica in tutta l'isola provvederà a rifornire i comuni di Capri e Anacapri grazie all'arrivo di due navi cisterna. Lo stop all'erogazione è stato causato da un guasto molto serio all'impianto regionale vicino a Vico Equense (Napoli): non sono stati resi noti i tempi di ripristino del servizio. Per lo stesso motivo anche la penisola Sorrentina è a secco.
Dalle 2 della notte scorsa è dunque senz'acqua Capri, spiegano alla Gori, società che gestisce la fornitura dell'acqua in tutta l'area, a eccezione dell'ospedale e del centro; la distribuzione ad Anacapri è stata regolare fino a mezzogiorno: subito dopo per il comune dell'isola è scattata l'emergenza. Sono completamente a secco, invece, Massa Lubrense e le zone alte di Meta e Piano di Sorrento, S. Agnello e Sorrento.Garantita l'erogazione dell'acquaL'erogazione dell'acqua potrà essere ripristinata fino a garantire l'80 per cento del servizio, entro martedì mattina. Lo garantisce il responsabile del servizio ciclo integrato delle acque della Regione Campania, Gaetano Imperatore, spiegando l'entità del guasto all'impianto."Si tratta di un danno molto serio, dal momento che sono andati bruciati ben due dei tre trasformatori che lo alimentano. Il guasto è sorto probabilmente a causa di un corto circuito: il gran caldo dei giorni scorsi e l'aumento della pressione può aver contribuito a quanto accaduto". All'origine del problema, secondo Imperatore, non ci sarebbe una carenza di manutenzione: "Si tratta di un impianto nuovo, in un edificio costruito venti anni fa, dove la manutenzione è praticamente quotidiana, poiché viene utilizzato 24 ore su 24"."Per fortuna - continua - nonostante le difficoltà dovute al periodo estivo, siamo adesso in possesso di un nuovo trasformatore e saremo in grado di garantire l'80% dell'erogazione". Al momento, spiega ancora il responsabile regionale, il servizio viene garantito al 50 per cento: "Stiamo erogando 150 litri al secondo, invece dei 3-400 erogati in genere". Assessore Napoli: "Il sistema fa acqua..." Bisogna "ripensare" la gestione idrica. L'assessore provinciale di Napoli alla Protezione Civile Francesco Emilio Borrelli mette sotto accusa la rete idrica: "Fa acqua da tutte le parti"."Rispetto alla scorsa stagione ci troviamo di fronte a un allarme idrico nel nostro territorio. Per fortuna, quest'anno non abbiamo avuto grossi incendi nella regione. Altrimenti le autobotti che abbiamo inviato nei comuni del Vesuviano, sarebbero state destinate ai vigili del fuoco". Borrelli ha tracciato un quadro della situazione: oltre alle riparazioni all'acquedotto del Serino che lasceranno senz'acqua fino a domenica otto comuni vesuviani, ci sono i guasti delle condotte nella zona di Mergellina, registrati lunedì e la scorsa settimana, e lo stop all'erogazione, da stanotte, a Capri e nella Penisola Sorrentina. (da tgcom.it)

La notte di Ferragosto i finanzieri della tenenza di Licata hanno fermato un agricoltore, G.F., di 38 anni, - che, grazie ad un particolare sistema idraulico, prelevava furtivamente 80 litri al secondo di acqua dalla conduttura della dissalata di Gela.I finanzieri sono giunti all'individuazione dell'autore del furto dopo attento monitoraggio dell'acquedotto della dissalata che da Gela arriva sino ad Agrigento, in attuazione di specifiche direttive impartite in sede di comitato provinciale per l'ordine pubblico e la sicurezza, disposte dal prefetto di Agrigento, Umberto Postiglione.L'attività della Gdf, coordinata e diretta dal comandante provinciale, Vincenzo Raffo, intensificata durante l'arco notturno, quando cioè si registrava una notevole diminuzione della portata dell'acqua, ha permesso di individuare nel comune di Licata un pozzetto di ispezione della dissalata che era stato manomesso e dal quale, con un particolare sistema di tubazioni, l'acqua prelevata abusivamente veniva convogliata in invasi di notevoli dimensioni di proprietà dell'imprenditore agricolo.Constatato il prelievo furtivo dell'acqua, i finanzieri si sono appostati per attendere che il responsabile si recasse nel pozzetto per disinstallare il meccanismo applicato durante la notte. Alle prime ore dell'alba, il ladro è stato fermato mentre era in procinto di disinstallare dal pozzetto manomesso il tubo in pvc che alimentava i propri invasi.L'operazione, eseguita anche con l'ausilio di tecnici della Siciliacque s.p.a., ha permesso di accertare che la manomissione del pozzetto di ispezione ha fatto ridurre la portata di acqua da 180 a 100 litri al secondo, creando notevoli disagi di approvvigionamento ai comuni di Licata, Palma di Montechiaro ed Agrigento.I militari hanno proceduto al sequestro dei suddetti invasi che contenevano oltre 800.000 litri di acqua, due pompe idrauliche, oltre 2000 metri di impianto idraulico composto da tubi in pvc, il meccanismo di prelevamento abusivo posto all'interno del pozzetto.Il fermato è stato accompagnato in caserma e dopo le formalità di rito è stato denunciato a piede libero alla Procura della repubblica di Agrigento.Sono in corso da parte delle fiamme gialle agrigentine specifici controlli, coordinati dal comandante della compagnia, capitano Fabio Seragusa, volti a quantificare l'ammontare dell'evasione fiscale scaturente dalla commercializzazione dell'acqua proveniente dai furti perpetrati nella condotta idrica dissalata Gela-Agrigento. (da agrigentonotizie.it)

La rescissione del contratto stipulato con la Girgenti Acque Spa viene chiesta dall'associazione di promozione sociale "L'Altra Sciacca” al sindaco Mario Turturici in una lettera aperta che fa il punto sulla situazione idrica in città, con riferimento ai disagi che si sono verificati in alcune zone a causa di una perdita alla condotta la cui riparazione è stata effettuata in ritardo. "Abbiamo molto apprezzato la presa di posizione sulla questione Girgenti Acque Spa del sindaco – scrive l'associazione - sulla possibilità di risolvere il contratto con la ditta inadempiente. La città sta vivendo in questi giorni delle carenze idriche senza precedenti e se a queste sommiamo le tariffe medie che si prevedono nelle prime bollette (1,65 euro al metro cubo) i cittadini saccensi oltre al danno subiranno anche la beffa. E' giusto verificare la volontà dei cittadini saccensi - conclude L'Altra Sciacca - sulla privatizzazione dell'acqua e sull'aumento dei costi da sopportare a fronte di un servizio uguale o peggiorato" (da agrigentonotizie.it)

Manca la dimensione ''industriale'' per affrontare e risolvere i problemi idrici dell'Italia, che vanno oltre l'allarme per una stagione che si teme siccitosa, ed e' per questa ragione che si assiste a polemiche ideologiche un po' datate sulla gestione dei servizi idrici. Ne e' convinto Mauro D'Ascenzi, presidente esecutivo di Federutility, l'associazione che raggruppa tutte le local utilities italiane operanti nei settori dell'acqua, del gas e dell'energia. E D'Ascenzi getta un sasso nello stagno: per rinnovare gli acquedotti, a causa dei quali oltre il 40% dell'oro blu si disperde, servono capitali ingenti. Come e dove trovarli? La penuria di risorse - e' la risposta di D'Ascenzi - puo' essere superata ricorrendo all'utilizzo di fondi comuni e previdenziali. ''Investire nell'acqua puo' dare una giusta remunerazione, non speculativa, ma in grado di assicurare un ritorno medio-basso nel lungo periodo''. Dopo aver bacchettato il costume italiano ''di attendere l'arrivo dei problemi e delle difficolta' per superarli'', D'Ascenzi va dritto al cuore del problema. ''Questa crisi - spiega riferendosi alle preoccupazioni del governo - non fa altro che mettere in evidenza i problemi che noi denunciamo da anni''. Quali sono, si chiede D'Ascenzi, gli obiettivi e i problemi da perseguire: la distribuzione dell'acqua nel tempo e nello spazio. Vengono meno i nevai e i ghiacciai, avremo fenomeni meno distribuiti che non vuol dire avremo meno precipitazioni, ma saranno diversamente distribuite''. Tradotto: l'acqua c'e' e continuera' a esserci, il problema era e rimane lo stesso, vale a dire come conservarla. Il presidente di Federutility infilza poi un luogo comune: l'acqua e' un bene prezioso. ''Se una cosa e' preziosa - chiosa - sono disposto a pagarla, a non sprecarla, invece tutti la vogliono gratis''. Il punto rimane, a giudizio del presidente di Federutility, l'assenza di una visione, un progetto, una capacita' economica e tecnologica: e quindi i soldi. ''Da dove vengono? Che io sappia - e' la spiegazione di D'Ascenzi - o vengono dalle tasse o da un inasprimento delle tariffe. E poi una tecnologia per fare tutto questo. Noi abbiamo parlato sempre di industrializzazione ma occorre modernizzare l'intero settore. Sa chi avvertira' di piu' la crisi idrica quest'estate? Non le zone dove non ci sono state precipitazioni, ma quelle dove l'acqua non e' stata 'industrializzata'. In alcune zone c'e' un sacco d'acqua e la gente muore di sete. In California piove molto meno che in Sicilia, ma hanno quantita' incredibili d'acqua per attivita' irrigue''. Dove trovare i 50 miliardi di euro necessari per modernizzare il sistema idrico? D'Ascenzi non ha dubbi: bisogna reperire capitali agendo su diversi fronti ma senza dimenticare i fondi pensione. ''All'interno di piani ben precisi, l'acqua puo' essere un modo per investire, per renderla remunerativa, non a intenso sfruttamento. Pensiamo per esempio ai fondi pensione che non devono fare speculazione ma chiedono remunerazione sicura e medio-bassa''. Quanto alle polemiche nella maggioranza che vedono Verdi, Prc e Comunisti contrari alla liberalizzazione del mercato idrico, D'Ascenzi sdrammatizza. ''Non credo che Verdi e Rifondazione - spiega - siano in disaccordo sulla modernizzazione. Non e' un caso se le migliori realta' sono quelle delle nostre ex municipalizzate, magari miste, che garantiscono controllo pubblico e modernita' industriale''. (da affariregionali.it)

L'acqua rientra fra i beni che vanno considerati come un diritto fondamentale inalienabile e non unicamente come bene economico, per questo il suo uso e il suo sfruttamento deve essere ispirato al criterio della solidarieta' e di conseguenza ci deve essere equilibro fra settore pubblico e privato nella sua erogazione come servizio a disposizione di tutti.
E' quanto afferma Benedetto XVI nel messaggio inviato al cardinale Renato Martino, rappresentante della santa Sede all'Expo universale di Saragozza, in Spagna, in occasione della ''giornata della Santa Sede''; il Vaticano e' presente con un proprio padiglione dedicato al problema ambientale. (da beta.vita.it)

L'acqua problema mondiale... in ogni parte del mondo, di Italia, In Sicilia, a Sciacca, in tantissime conferenze che trattano l'argomento sotto ogni punto di vista si parla del tesoro blu... dobbiamo imparare a distribuirlo bene, a non consumarne tanto in malo modo, dobbiamo imparare a capire che l'acqua è un diritto di tutti e per tutti, è un bene non mercificabile, deve tornare ad essere un bene pubblico perchè la privatizzazione ha fallito... ACQUA LIBERA

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