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mercoledì 13 agosto 2008

Il conflitto in Georgia: Ossezia o risorse minerarie?


La Georgia ha bombardato l’Ossezia del Sud. Un piccolo Stato, una media provincia italiana. La stima è di 1300 morti. Quasi tutti civili. La Russia ha quindi invaso l’Ossezia con i suoi carri armati e bombardato Tbilisi, la capitale della Georgia. Nel frattempo Putin e Bush si scambiano convenevoli alle Olimpiadi dell’Ipocrisia e l’Unione Europea tace. E’ un’altra guerra che si combatte per l’energia. Dal Kazakistan petrolio e gas potrebbero arrivare in Europa senza passare in territorio russo. La Georgia è armata da Israele e dagli Stati Uniti. Il suo presidente si fa riprendere tra la bandiera nazionale e quella dell’Unione Europea, di cui la Georgia vuol entrare a far parte.L’Ossezia è un episodio della guerra mondiale per il petrolio iniziata con la prima invasione dell’Iraq nel 1991. Saddam attaccò il Kuwait e Bush padre intervenne. Non per liberarlo, ma per impedire a Saddam di controllare i flussi di petrolio del Golfo Persico. Bush figlio terminò il lavoro con la panzana delle armi di sterminio di massa. Pensate che agli americani interessi il destino degli abitanti del Kuwait o dell’Iraq, quando gli Stati Uniti non hanno mosso un dito per i genocidi del Ruanda e del Darfur?La Cina compra petrolio dall’Iran, probabilmente lo arma. L'Iran vuole imporre il petrol-euro al posto del petrol-dollaro. Israele minaccia di bombardare l’Iran per la sua politica di sviluppo nucleare. La Cecenia è strategica per gli oleodotti russi. Questo è il motivo dei massacri ceceni e della guerra permanente. Il mondo è diviso in zone d’influenza del petrolio. Dove ci sono pozzi di petrolio c’è una guerra o un’occupazione militare (quasi sempre). Dove è strategico il passaggio di petrolio c’è un conflitto armato (quasi sempre). I G8+1 (la Cina) e -1 (l’Italia) si riuniscono periodicamente per concordare le zone di influenza energetica. Tra loro la guerra non può scoppiare. Fanno massacrare i loro sudditi in guerre minori. Avamposti mascherati che comprano (anche) le loro armi. Business doppio: armi e petrolio.Beati i popoli senza pozzi di petrolio perché erediteranno la pace. (da beppegrillo.it)

ROMA (10 agosto) - La Georgia chiede la tregua e annuncia il cessate il fuoco. Ma la Russia, prima di ogni cosa, esige «il ritiro totale» delle truppe di Tbilisi dall'Ossezia del Sud occupate giovedì notte. Il ministro degli esteri Serghei Lavrov ha «sottolineato la necessità assoluta di un ritiro totale di tutti i gruppi armati georgiani dalla zona di conflitto per ritornare alla situazione di (precedenti) accordi». Il presidente russo Dmitri Medvedev, al telefono con Nicolas Sarkozy, ha detto che Tbilisi, oltre al ritiro totale e incondizionato, deve anche firmare l'impegno formale a non attaccare più l'Ossezia. Medvedev ha fatto propria la definizione di usata da Putin, «genocidio», e ha ordinato una inchiesta giudiziaria per crimini di guerra.Il Caucaso in fiamme, la difficile tregua. Il ministero degli esteri georgiano ha annunciato di aver chiesto ufficialmente alla Russia una tregua e di avere ordinato il cessate il fuoco. L'annuncio dopo notizie confuse sul ritiro delle truppe georgiane dall'Ossezia del Sud, prima confermato, poi smentito dal governo di Tbilisi. La Russia conferma di aver ricevuto la nota, ma sottolinea che Tbilisi non ha smesso le azioni militari in Ossezia del sud. La situazione nel Caucaso non accenna a pacificarsi. L'Abkhazia dichiara lo stato di guerra e richiama i riservisti. La Russia impone il blocco navale sul Mar Caspio per impedire rifornimenti di armi alla Georgia. L'Ucraina annuncia che impedirà il rientro di navi russe in Crimea. Intanto la capitale della repubblica separatista è in mano ai russi che all'alba, secondo quanto denunciato dalla Georgia, hanno effettuato diversi raid. Sempre secondo Tbilisi Mosca ha inviato altri 10mila militari. Il Cremlino, infine, spiega che il dispiegamento di navi sulle coste dell'Abkhazia non ha fini offensivi, ma ha l'obiettivo di impedire «che si ripeta lì quanto è accaduto in Ossezia del sud».Saakashvili: carri armati russi in territorio georgiano. Il presidente georgiano Mikheil Saakashvili ha detto in serata che un numero imprecisato di carri armati russi si trova sul territorio della Georgia, al di fuori della repubblica dell'Ossezia del sud. In una conferenza stampa, a Saakasvili è stato chiesto se al di là dei confini dell'Ossezia del sud vi fossero carri russi. «Certamente - ha risposto - ben distanti dell'Ossezia del Sud. Osservatori Onu confermano bombardamenti in Abkhazia. Osservatori dell'Onu hanno confermato che in una zona di territorio dell'Abkhazia controllato dalla Georgia vi sono stati bombardamenti aerei. Gli osservatori dell'Onu in Georgia hanno detto che sono stati bombardati villaggi georgiani nella regione settentrionale a nord delle gole di Kodori, come confermato alle Nazioni Unite da Edmond Mulet, segretario generale aggiunto dell'Onu per le operazioni di mantenimento della pace. La zona delle gole di Kodori è l'unica parte del territorio abkhazo controllata dalle truppe georgiane. Mulet ha riferito anche che gli osservatori dell'Onu «hanno anche osservato movimenti, sul fronte abkhazo, di un gran numero di uomini e mezzi militari diretti verso le gole di Kodori».Mosca nega bombardamenti sui civili. L'aeronautica militare russa non ha effettuato bombardamenti sulla Georgia in zone dove vi erano popolazioni civili, contrariamente a quanto sostengono le autorità georgiane: lo ha detto il vice-capo di stato maggiore russo, generale Anatoli Nogovitsyn. «In piena responsabilità dichiaro che la parte russa non ha colpito nessuna località abitata, tanto meno delle citta». La tv pubblica georgiana ha annunciato che diversi civili sono rimasti uccisi da una serie di bombardamenti russi su Gori, la città natale di Stalin. I russi sono stati accusati anche di avere bombardato il porto di Poti, sul Mar Nero. Bombardato aeroporto internazionale. Poco prima dell'annuncio della richiesta di tregua la notizia del bombardamento dell'aeroporto internazionale di Tbilisi. Il governo georgiano parla di una bomba a 200 metri da una pista dell'aeroporto internazionale. Confermato l'attacco da un testimone della Reuters. Ma la Russia smentisce. Fonti del ministero della difesa parlano di «disinformazione diffusa dalla parte georgiana con l'obiettivo di indurre in errore la comunità internazionale sugli eventi in corso nell'Ossezia del sud». Mosca smentisce anche la notizia data in mattinata dal segretario del consiglio georgiano di sicurezza Aleksandr Khakha Lomaia, secondo la quale i militari russi si stanno dirigendo verso la città di Gori, in territorio georgiano.Affondata motovedetta georgiana. La guerra minaccia di estendersi al Mar Nero: unità della marina militare russa hanno oggi affondato una motovedetta lanciamissili georgiana che, secondo Mosca, si apprestava ad attaccarle. Un portavoce del ministero della Difesa russo ha detto all'agenzia Itar-Tass che «alcune motovedette georgiane hanno a più riprese tentato di attaccare navi da guerra russe, che hanno replicato aprendo il fuoco. Una delle due unità georgiane che avevano tentato di colpirci è stata affondata». Alcune unità della Flotta russa sul Mar Nero, di base nel porto ucraino di Sebastoopol, sono state inviate a sorvegliare le coste della Georgia per bloccare eventuali rifornimenti di armi. Non è chiaro se le navi siano rientrate in porto o se siano ancora di pattuglia ai margini delle acque territoriali georgiane. Risulta comunque che nessuna delle unità ha fatto ritorno a Sebastopol. Almeno due di esse, l'incrociatore lanciamissili Moskva e la nave di scorta Smetlivyi, sarebbero all'ancora nel porto di Novorossiisk, non lontano dalle coste della Repubblica separatista dell'Abkhazia. Oggi l'Ucraina aveva minacciato di impedire l'accesso al porto di Sebastopol alle navi russe utilizzate nelle operazioni militari contro la Georgia. La Croce Rossa: 40mila sfollati. Confermato intanto il bilancio diffuso ieri dall'ambasciata russa in Georgia di oltre 2.000 morti fra la popolazione civile dell'Ossezia del sud. È invece di 94 morti il bilancio delle perdite georgiane, 40 vittime sono civili. La Croce Rossa internazionale parla di circa 40.000 persone costrette a lasciare le loro case.Uccisi due giornalisti georgiani negli scontri in Ossezia del Sud. Le vittime sono Grigol Tchikhladze, inviato di Newsweek russia e il fotografo Alexandre Klimtchouk, in forze all'Agenzia di stampa russa Itar-Tass.L'Abkhazia dichiara lo stato di guerra e invia1000 uomini nella zona della gola di Kodori. Annunciata anche la mobilitazione dei riservisti per rinforzare le proprie posizioni. Da stamane la gola di Kodori, dove si trovano truppe georgiane, è sottoposta a pesanti bombardamenti dall'Abkhazia.Ucraina impedirà rientro navi russe in Crimea. L'Ucraina intende impedire il rientro in Crimea delle navi russe dislocate al confine marittimo georgiano, riferisce l'agenzia Interfax citando un comunicato del ministero degli esteri ucraino. Subito l'ammonimento della Russia: la minaccia ucarina «non favorisce le relazioni bilaterali di partnership», ha detto il viceministro degli esteri russo Grigori Karasin. La flotta russa del Mar Nero è basata a Simferopoli, in Crimea, penisola "regalata" nel 1954 all'Ucraina dall'allora leader sovietico Nikita Krushev. Ha con Kiev un accordo di affitto che scade nel 2017. Tbilisi: altri russi in Georgia. Il governo sostiete che diecimila soldati russi supplementari sono stati inviati in Georgia. Seimila entrati nell'Ossezia del sud attraverso il tunnel di Roki, dalla repubblica russa dell'Ossezia del nord. Altri quattromila arrivati a bordo di navi da guerra in Abkhazia.Sì a corridoi umanitari. La Russia e la Georgia hanno concordato di creare due «corridoi umanitari» per evacuare i rifugiati dall'Ossezia del sud.Raid russo all'alba. Secondo la Georgia all'alba aerei russi hanno bombardato una fabbrica per l'assemblaggio di Su-25 a 12 chilometri da Tbilisi, in direzione est, un altro sito militare vicino a Bolnisi, e la valle del Kodori, al confine con l'Abkhazia, dove sono stati colpiti due edifici del governo e due villaggi. La Russia ha invece smentito la notizia. (da IlMessaggero.it)

Quindi. Ci risiamo. Ecco un'altra guerra. La questione torna molto indietro nel tempo. L'Ossezia è una regione caucasica che, al crollo definitov dell'URSS, è stata divisa in due aree politiche differenti: la parte nord fa parte dell'attuale Russia, la parte meridionale dell'attuale Georgia anche se in pratica è un piccolo stato autonomo perchè il governo di Tbilisi non è mai riuscito ad imporsi in quell'area. Inoltre la popolazione si sente culturalmente russa e il governo moscovita protegge le idee e le risorse minerali degli osseti. A ciò si aggiunge il fatto che la Georgia spinge politicamente ad un avvicinamento all'Unione Europea ed alla Nato mentre l'Ossezia è chiaro segue i dettami russi e orientali. Dalla regione osseta e dalla Georgia passano inoltre molte condotte petrolifere e di gasdotti che approviggionano buona parte dell'Europa centrale e che Mosca, naturalmente, rivendicherebbe per sè. Il conflitto, come tutti gli altri, prende spunto da motivazioni economiche, le risorse minerali fanno gola a tutti gli stati e l'America segue con attenzione l'evolversi della questione.
E' doveroso sottolineare che a farne le spese è come sempre la povera gente, i civili o i soldati mandati al macello, si mettono in crisi aree e stati già abbastanza poveri. E' doveroso tornare al dialogo, a far funzionare gli apparati diplomatici e la politica, è doveroso un ritorno rapido alla PACE.

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