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mercoledì 11 giugno 2008

Inno all'Amore

LETTERA DI SAN PAOLO

INNO ALL’AMORE

Se parlo le lingue degli uomini ed
anche quelle degli angeli,
ma non ho amore,
sono un metallo che rimbomba,
uno strumento che suona a vuoto.
Se ho il dono di essere un profeta
e di conoscere tutti i misteri,
se possiedo tutta la scienza
ed una fede da smuovere i monti,
ma non ho amore,
io non sono niente.
Se do ai poveri tutti i miei averi,
se offro il mio corpo alle fiamme,
ma non ho amore,
non mi serve a nulla.
Chi ama è paziente e generoso,
chi ama non è invidioso,
non si vanta né si gonfia d’orgoglio.
Chi ama è rispettoso, non cerca il proprio interesse,
non cede alla collera, dimentica i torti.
Chi ama non gode dell’ingiustizia,
ma la verità è la sua gioia.
Chi ama tutto scusa, di tutti ha fiducia,
tutto sopporta e mai perde la speranza.
Cesserà il dono delle lingue,
passerà la profezia,
finirà il dono della scienza,
ma l’amore non tramonterà mai.
Quando ero un bambino,
parlavo da bambino
e da bambino pensavo e ragionavo.
Ora sono un uomo e la mia visione è confusa,
come in un antico specchio.
Ma un giorno sarò di fronte a Dio,
che al presente conosco solo in parte,
e quel giorno lo conoscerò come lui mi conosce.
Ma già ora so quali sono le tre cose che contano:
la fede, la speranza e l’amore.
Ma più grande di tutte è l’amore.


Lettera di San Paolo


La fede di cui si parla è talmente completa da smuovere, sradicare, squarciare. Quindi una fede che fa miracoli. I sacrifici più eroici, i carismi stessi di assistenza fino alla rinuncia completa a tutti i propri beni ed alla propria vita in favore dell'Altro possono essere vuoti davanti a YHWH Dio se non sono ispirati dall’agape.
Non serve a nulla se la motivazione è ostentazione, desiderio di piacere, provocare l'approvazione degli altri. Perciò l'Amore (cosmico) 'è paziente',è lentezza alla collera, serena magnanimità, subisce le ingiurie senza restituirle, è vittoria sul risentimento e la vendetta, è benigno, clemente, affabile, fa del bene a chi gli fa del torto.
Mentre gli altri doni spirituali differenziano i possessori, l'Amore li unisce, questo amore dunque ripudia ogni gelosia. L'invidia nasce in effetti dal sentimento della propria indigenza mentre sì vede in altri quello che ci manca. Ma nella unità del corpo di Cristo ciascuno è infinitamente ricco di beni spirituali comuni tra tutti e conseguentemente l'invidia è esclusa. Non si mostra superbamente, l’amore si astiene da ogni ostentazione vana. Non agisce sconvenientemente, non viola le convenienze. Paolo ci parla della dimenticanza della decenza, dei riguardi, di mancanza di tatto, delle relazioni fraterne.
L'amore va di pari passo con il sentimento dell'onore e del rispetto dell'altro e di noi stessi. E’ disinteressato: preferisce il bene comune al bene proprio, ai fini personali, non cerca ciò che non gli appartiene. E' contento di consegnare ad altri anche ciò che gli appartiene di diritto. Di più l'amore non serba rancore: non fa entrare nei suoi calcoli il male che le viene fatto e, di conseguenza, non trama il male. L’amore rifiuta l’ingiustizia, il senso di superiorità. Gode di tutto ciò che è giusto, ha relazione alla fiducia, l'Amore è portato ad interpretare tutto in bene, non è reso credulo all'eccesso ma confida nel prossimo, in cui non perde mai la fiducia.
Paolo ci parla anche degli atteggiamenti del bambino.
Forse sottoindende anche alla sua condizione prima della chiamata in Cristo. La sua Fede in YHWH era già sbocciata ma mancava della completezza in Cristo. E’ implicita una maturazione, 'mi sono fatto uomo', non solo fisicamente. L'amore, in conclusione, è inseparabile dagli altri tre doni. Ma il più eccellente è l'amore perché è definitivo, perfetto e raggiunge YHWH Dio in se stesso. Gli antichi chiamavano questo amore completo... AGAPE.

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