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venerdì 13 giugno 2008

Basta Morti Bianche


Ansa - Mer 11 Giu - 22.31
''Basta con le stragi sul lavoro'', ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano di fronte al terribile incidente di Mineo in cui hanno perso la vita sei lavoratori. Gli operai sono morti mentre pulivano il filtro di una vasca all'interno di un depuratore consortile. E' accaduto in Sicilia, a Mineo, a 35 km da Catania. La nuova tragedia sul lavoro sembra sia stata causata dall'inalazione di sostanze tossiche. ''Questa ulteriore strage, quest'altro gravissimo episodio di carenza di tutele e di misure di prevenzione, da parte di soggetti pubblici e privati, ripropone l'imperativo assoluto di interventi e controlli stringenti per la sicurezza sul lavoro e per spezzare la drammatica catena di morti bianche''.
Una catena che conta oggi, in Italia, nove vittime. Altri tre lavoratori hanno perso la vita in varie parti d'Italia, oltre ai sei della Sicilia. A dare l'allarme, a Mineo, e' stato un collega, allertato dai familiari degli operai che non li avevano visti tornare per il pranzo. L'uomo e' andato sul posto e li ha trovati morti. Ha dato subito l'allarme e poi per lo choc e' stato colto da un malore. Ora sta meglio. Inalazione di sostanze tossiche, scossa elettrica o forse il fango riversato da una pompa che, per motivi da precisare, avrebbe riempito la vasca di una sorta di 'sabbie mobili' le ipotesi al vaglio degli investigatori.
STRAGE IN UN DEPURATORE DEL CATANESE, MORTI SEI OPERAI Sono morti dentro una stanza dell'impianto di depurazione probabilmente per l'esalazione di sostanze tossiche, anche se non viene esclusa l'ipotesi di una scarica elettrica. I corpi dei sei lavoratori erano uno sopra l'altro, come se ognuno di loro avesse cercato di salvare il collega di lavoro, senza farcela. E' il film dell'ultima 'strage bianca' consumatasi a Mineo, un paesino della piana di Catania. Le vittime sono due operai specializzati di Ragusa, Salvatore Tumino di 47 anni e Salvatore Smecca di 51, e quattro dipendenti del comune di Mineo (Giuseppe Zaccaria, di 47 anni, Giovanni Natale Sofia, di 37 anni, Giuseppe Palermo, di 57 e Salvatore Pulici, di 37. I cadaveri sono stati scoperti da un dipendente del comune che nel pomeriggio si e' recato nell'impianto, a circa quattro chilometri dal centro abitato, dopo che alcuni familiari dei lavoratori, non vedendo tornare i propri congiunti per l'ora di pranzo, si sono recati in municipio per avere notizie.
''Sono morti abbracciati uno con l'altro, quasi certamente nel tentativo di salvarsi a vicenda'', dice Don Mine' Valdini, parroco della chiesa di Sant'Agrippino, patrono di Mineo. ''Sono morti - aggiunge il sacerdote - con un gesto d'amore. Un atto di generosita' che purtroppo non e' servito a nulla''. Per il recupero dei corpi, avvenuto nella tarda serata, e' intervenuta una squadra speciale dei sommozzatori dei vigili del fuoco, la Saf (speleo alpino fluviale), che si sono calati nella vasca con bombole di ossigeno. Secondo una prima ricostruzione i due operai avrebbero calato una scala in alluminio nella vasca che ogni mercoledi' veniva ripulita e sarebbero entrati con un tubo che immette acqua ad alta pressione in un locale per pulire il filtro dai fanghi di depurazione che poi sarebbero stati caricati su un camion. A quel punto, per motivi che ancora non sono stati accertati e su cui indaga la Procura di Caltagirone, i due si sarebbero sentiti male e gli altri quattro sarebbero via via intervenuti per aiutarsi a vicenda. ''Li abbiamo trovati uno accanto all'altro, in fondo alla vasca, coperti da un sottile strato di fango - dice Salvatore Spano', comandante dei vigili del fuoco di Catania - Quasi certamente hanno tentato di salvarsi prima di rimanere intrappolati dentro quella 'camera della morte'. Stiamo facendo tutti i rilievi necessari, con l'ausilio del nostro nucleo specializzato in interventi chimici e batteriologici, per trovare una spiegazione''. E il colonnello Giuseppe Governale, comandante provinciale dei carabinieri, aggiunge: ''La situazione e' complessa, stiamo verificando con delle perizie tecniche per capire cosa puo' essere accaduto''. I sei operai vengono descritti come persone esperte. Giuseppe Zaccaria era rientrato proprio oggi dalle ferie appositamente per i lavori che si dovevano svolgere nel depuratore comunale. Era infatti il responsabile della sicurezza della struttura, assieme a lui e' morto anche il custode. Dopo avere appreso la notizia, i familiari delle vittime si sono recati nell'impianto, trasformato in un luogo di dolore e commozione. ''Voglio vedere Giovanni, e fatemi vedere subito mio figlio, non ci posso credere...'' ha urlato la madre di Giovanni Natale Sofia. La donna sostenuta da due familiari ha cercato di varcare il cancello, controllato da carabinieri e vigili urbani, ma inutilmente. Sulla stradina che si inerpica verso Mineo, tra rovi e fichi d'india selvatici e piccole strade sterrate il dolore dei parenti delle vittime e' stato evidente ma sommesso, quasi controllato. Tutti si sono abbracciati cercando di darsi inutilmente conforto e sostegno. La moglie di una delle vittime, giovanissima, ha urlato: ''Perche' proprio a me, mio Dio non e' possibile''. Al centralino del municipio una donna risponde in lacrime: ''Erano nostri colleghi, bravissimi colleghi''. Il sindaco di Mineo, Giuseppe Castania, si e' subito recato nel depuratore. ''C'e' troppo dolore, le vittime le conoscevamo tutti e il paese e' sconvolto - dice con la voce rotta - non so cosa fare ma credo che sia evidente a tutti che domenica prossima alle amministrative qui si dovranno annullare le elezioni, non so chi potra' andare a votare''.
SACCONI CONVOCA SINDACATI E IMPRESE Di fronte all'ennesima tragedia sul lavoro, il ministro del Lavoro sacconi ha convocato per domani pomeriggio le organizzazioni piu' rappresentative del mondo dei lavoratori e delle imprese. Per Sacconi e' urgente la predisposizione di ''un Piano nazionale di intensa collaborazione tra le parti sociali e le istituzioni per diffondere condizioni di sicurezza in tutti i luoghi di lavoro, attraverso i prioritari investimenti in prevenzione, formazione e informazione''.
Il segretario nazionale della Fiom-Cgil Giorgio Cremaschi parla di una ''nuova ThyssenKrupp questa volta a Catania''. ''Vogliamo uno sciopero generale e nazionale per la salute e la sicurezza del lavoro - annuncia Cremaschi - ed e' chiaro che nessuno puo' minimamente pensare di mitigare le leggi e il nuovo testo unico che anzi vanno applicate con tutto il loro rigore''.
''Alle famiglie dei sei lavoratori che hanno perso la vita va la vicinanza e l'aiuto concreto mio personale e del governo'', ha detto in conferenza stampa a Napoli il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dicendo di aver ''chiesto al ministro del Lavoro di recarsi sul posto per verificare la dinamica dell'incidente''.
Il Senato ha osservato un minuto di silenzio per i sei operai morti in Sicilia, su invito del presidente Renato Schifani. Dopo aver letto la notizia del grave incidente, Schifani ha ricordato l'urgenza di reistituire la commissione di inchiesta sulle morti bianche anche in questa legislatura. ''E' una tragedia orribile che colpisce e ferisce la coscienza di tutti noi. Sei operai, sei uomini morti cosi', uno dietro l'altro, devono essere un monito: lavorare non deve voler dire morire e quando succede significa che tante cose non hanno funzionato'', dice Walter Veltroni. ''Le leggi - aggiunge - anche per iniziativa del precedente governo, ci sono e occorre farle funzionare soprattutto per prevenire e controllare, per impedire situazioni di terribile pericolosita'. Ora il mio pensiero va a quei sei operai uccisi e alle loro famiglie''.

Cosa si può aggiungere ancora dinanzi a tragedie di questa dimensione e portata? Nulla, il dolore ed il silenzio vanno a prendere il posto della rabbia e della lotta. 6 Famiglie distrutte per sempre... tra un paio di giorni nessuno parlerà più di loro. L'onda emotiva, i decreti di legge paventati, le minacce a chi non fa rispettare le regole...questo dura solo pochi giorni... l'orrore e la vergogna, invece, non ci abbondonerà mai!
Manca la cultura della legalità, ognuno fa da sè, ognuno cerca e trova l'inganno, le leggi non vengono fatte applicare e non viene quasi mai fornita la possibilità di farle applicare, subentra la politica, l'amicizia partitica o personale e il tutto finisce con l'essere insabbiato. E' facile oggi dire "mai più morti bianche", molto più facile lasciare che nulla cambi, in attesa delle prossime tragedie.

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