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martedì 26 maggio 2009

La campagnata elettorale

Durante la campagna elettorale, soprattutto nei piccoli e medi centri, soprattutto per come siamo abituati a viverla noi saccensi, ogni occasione è buona per organizzare una mangiata sia essa prevista in luoghi privati, sia essa messa in atto in ristoranti e pizzerie. Sarà per la nostra vocazione allo schiticchio, sarà per la nostra profonda cultura carnascialesca ma riusciamo a trasformare un evento importante come la politica in un momento di aggregazione leggera e gioiosa.
Tutti i candidati, tanto quelli a sindaco quanto a maggior ragione quelli che si propongono per il consiglio comunale, organizzano momenti conviviali che naturalmente non sono aperti soltanto agli amici ed ai parenti ma a tutti quelli che vogliono condividere con loro l’esperienza elettorale, il cammino che li porti al 6 e 7 giugno. Queste feste, rinfreschi, cene, schiticchi, happy hour, hanno una duplice motivazione: da un lato quella di mettere in contatto il candidato con un potenziale elettore e dall’altro di miscelare il momento conviviale col momento dell’immancabile “discorso” durante il quale il candidato ringrazia sempre gli intervenuti, spiega brevemente i motivi che lo hanno spinto a candidarsi e chiede un deciso sostegno sia in termini di voto sia in termini di aiuto nel convincere quanta più gente possibile a votarlo.
Per l’elettore le feste aumentano a dismisura soprattutto durante i weekend all’interno dei quali non è impossibile imbattersi in quattro o cinque cene per volta sottoponendosi in pratica ad un vero tour de force della forchetta, cosa che provocherà una indigestione di promesse elettorali, carboidrati e caffè. Se consideriamo il fatto che in queste amministrative comunali i papabili candidati sono ben 369, capiamo bene che dobbiamo attenderci venti giorni di fuoco, in una costante maratona di comizi, incontri e scontri culinari.
La moda della festa elettorale, finanziata dal candidato e dalla sua famiglia o dal suo partito di provenienza, ha oramai radici lontane, è una pratica in uso da decenni e non mancano di certe le persone che vi partecipano non tanto perché gli preme conoscere un papabile consigliere o ascoltare e aderire al suo programma politico ma quanto per mangiare aggratis approfittando del fatto che nessuno in tempo di campagna elettorale ti proibirà di partecipare al momento di festa. Insomma anche fare buon viso a cattivo gioco ogni tanto paga: distribuire qualche fac simile ad amici e parenti vale una cena, sontuosa e divertente spesso accompagnata anche da della ottima musica.
La campagna elettorale si muove in tutte le direzioni possibili ed immaginabili e nulla viene lasciato al caso: così possiamo ritrovarci la città tapezzata di manifesti, osservare striscioni e bandiere sui balconi dei condomini, comitati elettorali aperti e sparsi in ogni dove, comizi a tutte le ore, spot elettorali mandati a rotazione continua dalle emittenti radiotelevisive, adesivi attaccati in punti visibili e strategici, siti internet, blog e face book infestati di santuzze e slogan elettorali nonché, come detto, i momenti di aggregazione, i momenti sicuramente più divertenti e leggeri per vivere la politica in modo più sereno, senza particolari diatribe, momenti durante i quali i toni esasperati e caldi del dibattito politico lasciano il posto al mangereccio, al chiacchiericcio e ai veloci sondaggi su chi siano i favoriti e perché mettendo in atto già le possibili alleanze e squadre assessoriali.
Naturalmente, così come in tutte le campagne elettorali, contano i numeri. I numeri più importanti, quelli fondamentali usciranno dall’urna degli elettori ma anche il numero dei partecipanti alle feste ricopre la propria importanza. Se alla festa del candidato X erano presenti 100 persone e alla festa del candidato Y invece erano 200, allora questo starà a significare che Y ha più amici, la sua festa è riuscita di più e probabilmente avrà più votanti dalla sua parte. L’occhio della gente sta attenta a tutto, guarda tutto e giudica tutto, sta all’intelligenza del candidato non commettere errori né tantomeno autogol e giocarsi le ultime carte a propria disposizione nei restanti giorni di campagna elettorale quanto tutti, ne siamo sicuri, si lanceranno anche nel cosiddetto “porta a porta”: le visite a casa di amici, amici di amici, parenti e parenti di parenti. Ogni singolo voto può risultare decisivo, specie durante le elezioni comunali.
Nell’attesa, buon divertimento a tutti.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

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