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sabato 23 maggio 2009

Giustizia e Ingiustizia italiana

Il TAR ha dato ragione a Clementina Forleo e ha sconfessato il Consiglio Superiore della Magistratura guidato dalla coppia diessina/biancofior e Napolitano/Mancino. Vorrei che questi due signori chiedano pubblicamente scusa alla Forleo. Vorrei che il processo Unipol sia riaffidato al più presto al magistrato Forleo. Vorrei che D'Alema non si rifugi dietro al Parlamento italiano e Europeo come sotto le gonne della mamma per evitare il suo coinvolgimento nel processo Unipol. Il PDmenoelle (in stretta collaborazione con il PDL) ha orientato il giudizio del CSM nei confronti di De Magistris, della Forleo, di Apicella. E' la fotocopia del PDL. Il gemello scemo. Le accuse di Rutelli a Genchi sono l'eco di quelle dello psiconano.
Clementina facci sognare, finisci il lavoro! Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

Testo intervista:

Blog: Clementina Forleo, magistrato, benvenuta per il blog di Beppe Grillo, intanto come sta?
Forleo: bene, tranquilla
Blog: lei attualmente lavora alla procura di Cremona...
Forleo: al tribunale ufficio gip di Cremona
Blog: abbiamo saputo di questa sentenza del Tar che che le ha dato ragione. Cosa ha provato quando ha letto questa sentenza?
Forleo: quando ho saputo quel giorno, ero in udienza, quando mi ha chiamato uno dei miei difensori per darmi questa notizia non ci volevo credere perché non le nascondo che negli ultimi tempi avevo un po' perso fiducia nella giustizia e questa secondo me è stata una pagina molto importante. Non per me, per la mia persona ma per il popolo italiano, che un magistrato indipendente e autonomo rappresenta nell'esercizio delle sue funzioni. E secondo me non è stato un caso, o meglio è stato un caso e nello stesso tempo è stato significativo che questa pronuncia che ha valutato negativamente il giudizio del Consiglio superiore della magistratura in diritto, senza scendere nel merito delle accuse che mi si erano rivolte, caduta in concomitanza con delle decisioni altrettanto importanti e se vogliamo parallele. Mi riferisco all'ordinanza di archiviazione del gip di Salerno che ha dato piena ragione all'operato di Luigi De Magistris e ha denudato determinati potentati purtroppo anche giudiziari di Catanzaro. Ed è venuta anche in concomitanza con la decisione del Tribunale del riesame di Roma che ha dato piena ragione a Gioacchino Genchi, ordinando la restituzione del famoso archivio, per cui Gioacchino Genchi consulente del dottor De Magistris era stato esposto al pubblico ludibrio da alcuni esponenti della nostra classe politica dicendo che era stato l'artefice e il protagonista di uno dei più grossi scandali della Repubblica. Io credo che queste decisioni siano molto importanti non per i singoli protagonisti, ma per le istituzioni tutte, in particolare per la gente, per i cittadini che hanno diritto di essere uguali tutti di fronte alla legge e per la salvaguardia di questo principio, a mio avviso, occorrono magistrati liberi, indipendenti e autonomi non solo dal potere politico ma anche dallo stesso potere giudiziario perché ques ta a mio avviso è la novità degli ultimi tempi. Io dico che il grosso cambiamento dal '92 in poi è stato questo: che mentre nel '92 occorreva difendere l'autonomia e l'indipendenza del magistrato o del giudice dal potere politico, occorre difenderla anche e soprattutto, se vogliamo, dall'interno cioè dal potere giudiziario perché il potere politico ha compreso che per andare avanti, per instaurare un regime, per instaurare quella che è stata definita Democrazia autoritaria, era fondamentale innanzitutto deviare l'informazione e poi, appunto, munirsi di un potere giudiziario servile e quindi inserire nei luoghi apicali della magistratura pesone che avrebbero dovuto fare determinati interessi sopprimendo l'autonomia e l'indipendenza del magistrato libero del giudice libero
Blog: l'inchiesta Unipol non è più continuata. Cos'è stata una sconfitta?
Forleo: guardi io so soltanto questo, che una delle più amare pagine - questa è una mia opinione - che una delle più amare pagine della magistratura sia stata scritta il 29 luglio scorso, quando ero ancora giudice di quel caso ed ero assente per qualche giorno per un incidente domestico, quando fu rispolverata dai cassetti della procura milanese dove riposava senza che io lo sapessi la richiesta che tornava dal Senato per il senatore Nicola Latorre fu rispolverata e fu mandata a un giudice di turno, il quale non attese come appunto si conviene in questi casi il mio rientro che sarebbe dovuto avvenire dopo qualche giorno ma decise appunto in due giorni come se si trattasse di una cosa particolarmente urgente quando appunto si poteva attendere due giorni. Credo che questa sia una pagina buia per la magistratura per certa magistratura che si era battuta appunto nel '92 per l'indipendenza e l'autonomia del giudice.
Blog: lei è stata dipinta un po' come una pazza dalla varia stampa, pensa di essersi potuta difendere in tutta questa vicenda oppure no?
Forleo: mah, guardi io credo che proprio il fatto che il giudice scomodo che non si può annientare in altro modo lo si definisca pazzo è proprio dei sistemi autoritari. L'intellettuale, il giudice o la persona che è libera e che non la si può contenere in altro modo è pazza per definizione. Ma è tipico appunto dei sistemi autoritari. Quando non si hanno altri strumenti per sbaragliare il nemico lo si definisce un pazzo.
Blog: da quello che dice sembra di capire che la politica, o meglio il potere politico ha vinto sulla giustizia
Forleo: ha vinto sulla giustizia servendosi di apparati della giustizia
Blog: questo è molto grave!
Forleo: è molto grave che apparati della giustizia si siano venduti, abbiano ceduto a questo compromesso a questa mediazione, si siano dati la mano. Io sono d'accordo con Marco Travaglio quando dice che i giudici liberi come quelli di Salerno penso al dottor Apicella che è stato privato delle sue funzioni e dello stipendio, penso anche ai suoi sostituti Berasani e Nuzzi che sono stati trasferiti per aver esercitato un atto cha è stato poi avallato dal tribunale del riesame del luogo. Sono stati consegnati - dice appunto Marco Travaglio - dallo stesso potere giudiziario, cioè della serie "non ve li prendete voi ve li diamo noi". E' per questo che siamo secondo me alla vigilia di un regime se non proprio in un regime, basta leggere qualunque giornale anche il giornale più libero per vedere come l'informazione è deviata e deviante, basta accendere il nostro telev isore e ormai io sono dell'avviso che solo la rete - e se oscurano anche quella mi risulta che negli ultimi tempi ci stiamo avviando su quella strada - la rete ci salverà
Blog: con la riforma della giustizia che potrebbe passare un magistrato non potrebbe più avviare delle inchieste apprendendo notizie dai giornali. Come giudica questa novità?
Forleo: riformare la giustizia sicuramente serve ma non serve riformarla in questo modo. Non far passare alla gente al cittadino la conoscenza di quello che avviene ai suoi danni secondo me è scandaloso. La riforma delle intercettazioni telefoniche che cosa serve? Non certamente a risparmiare. Serve evidentemente ad evitare che la gente venga a conoscenza di telefonate che coinvolgono potenti, che coinvolgono potentati politici, economici e anche giudiziari, pensiamo per esempio alla famosa telefonata di Giuseppe Chiaravallotti, che era un alto magistrato che attualmente è vicepresidente dell'authority per la privacy, che parlando con la sua segretaria di De Magistris ebbe a dire "questo è un pagliaccio lo dobbiamo ammazzare? Non conviene! Gli faremo passare gli anni suoi a difendersi e diamo i soldi alla camorra." Sarebbe stata una battuta di pessimo gusto qualora poi i fatti non gli avessero dato ragione. Fu una profezia. Credo che questa riforma voglia proprio quello, voglia che la gente non sappia queste cose che avvengono evidentemente ai suoi danni
Blog: subisce ancora minacce?
Forleo: guardi minacce vere nel senso classico del termine come quelle che ho avuto ai tempi addietro non ne ho più avute. L'ultima lettera che ritengo inquietante l'ho avuta in concomitanza delle mie audiuzioni a Brescia subito dopo aver ricevuto quel proiettile che arrivò anche al dottor De Magistris. In questa busta recapitatami presso la mia abitazione c'era una mia fotografia ritagliata da un giornale con una scritta pesante. Siccome io in quel momento non stavo più trattando indagini particolarmente delicate evidentemente questo era un avvertimento che concerneva le mie dichiarazioni. Questo ovviamente e logicamente lo desumo, non ho certezze a riguardo, lo desumo logicamente era connessa appunto alle mie dichiarazioni a Brescia, che aldilà del contenuto, o meglio della penale rilevanza, sono dichiarazioni che hanno purtroppo messo a nudo personaggi chiave del sistema
Blog: quindi lei non ha paura?
Forleo: guardi io le dico che non ho mai vissuto nella paura, certo è da incoscienti non avere paura però la paura tradizionale non l'ho mai avuta. Del resto sono d'accordo con chi soddiceva, del resto più illustre di me, che chi ha paura muore ogni giorno. Io non ho paura per me. Ho paura in questo momento per la gente, per il popolo e ho paura anche per questa indifferenza che noto. Per questa rassegnazione. Ecco perché secondo me la rete è fondamentale, proprio per vincere la rassegnazione perché solo vincendo la rassegnazione e l'indifferenza si può vincere il buio della Repubblica. Perché a mio avviso siamo nella notte della Repubblica
Blog: l'incidente dei genitori suoi? E' stato detto di tutto. Lei si è fatta un'idea?
Forleo: guardi quell'incidente era stato profetizzato in una delle tante lettere che mi erano arrivate, una lettera che non era rozza, ma molto articolata però dalle indagini che sono state esperite non hanno portato a risultati di questo tipo. E' stata una coincidenza fortuita
Blog: venendo ai tempi nostri, dopo questa sentenza del Tar ha vinto il popolo italiano?
Forleo: ha vinto il popolo italiano, ripeto, è molto importante il fatto che puntualmente il Tar un organo amministrativo sbugiardi l'operato del Consiglio superiore della magistratura è significativo! Perché io non posso pensare che il Consiglio superiore della magistratura composto da magistrati, composto da persone di un certo spessore sia praticamente così ignorante da ledere puntualmente determinati principi. E questa pronuncia ne è stata la prova perché non si è entrato nel merito delle accuse, si è detto che aldilà della veridicità o meno tra virgolette accuse, di quello che avrei fatto e di quello che non avrei fatto, quelle accuse non consentivano il trasferimento. Cioè non c'erano proprio i presupposti per l'applicazione di quella norma. Purtroppo, ormai, nel Consiglio superiore della magistratura agiscono, non lo dico io ma lo dicono ormai tutti, purtroppo dominano delle logiche clientelari e logiche di spartizione del potere perfettamente analoghe e sovrapponibili a quelle che dominano in altri palazzi. In palazzi appunto della politica e questo a mio avviso in magistratura non dovrebbe assolutamente avvenire. Ma questo non solo in negativo, cioè quando si punisce tra virgolette un magistrato, ma anche in positivo. Ormai le nomine per il conferimento di incarichi direttivi importanti non avvengono secondo dei criteri di trasparenza, vengono a seconda delle logiche spartitorie. Se non si è agganciati a una corrente difficilmente si fa carriera. Ripeto non lo dico solo io, è un dato di fatto
Blog: appunto, ha citato le correnti, in magistratura esistono anche queste correnti
Forleo: infatti io, prima si parlava di riforma della giustizia, io ho sempre detto e mi rendo conto...
Blog: ...lei non è iscritta a nessuna corrente?
Forleo: io non sono iscritta a nessuna corrente, anzi, ho preannunciato ciò per cui non ho ancora avuto il tempo materiale per formalizzare, le mie dimissioni dall'Associazione nazionale magistrati, perché ritengo che in questo contesto avrebbe dovuto assumere un atteggiamento completamente diverso da quello che ha assunto in questi casi particolari sempre nell'interesse dei cittadini e non nell'interesse dei singoli magistrati. Mi rendo conto che nel breve periodo è un po' difficile però nel medio e lungo periodo occorra una riforma della giustizia che parta dalla liberazione del potere giudiziario, quindi del Consiglio superiore della magistratura dalle cosiddette correnti perché si viene a minare il principio dell'autonomia e dell'indipendenza del magistrato. Si parla di meritocrazia però poi alla fine chi riveste dei ruoli direttivi e quelle famose telefonate ce lo hanno appunto detto senza mezzi termini, non sono persone che certamente hanno meriti nel senso letterale del termine
Blog: una giustizia senza intercettazioni come sarebbe?
Forleo: sarebbe la fine
Blog: il magistrato che si butta in politica?
Forleo: io credo che ogni cittadino e quindi anche ogni magistrato ha il diritto di andare in politica o di scendere in campo come si suol dire, ho sempre creduto e continuo a credere che questa scelta deve essere però irreversibile, nel senso che una volta che si entra in politica poi non si debba tornare in magistratura perché si minerebbe poi la immagine di autonomia e indipendenza che deve connotare un magistrato. Mi meraviglia solo questo - voglio essere un po' provocatoria - mi meraviglia che il problema si sia posto con la discesa in campo tra virgolette di Luigi De Magistris perché tanti magistrati di diverso colore politico sono scesi in politica e sono tutti tornati a fare i magistrati, penso primo fra tutti il grande accusatore di Luigi De Magistris Vito D'Ambrosio, penso a Felice Casson e ad altri. Ritengo che il problema si sta ponendo adesso se som mi i vertici del potere politico e del potere giudiziario incluso Nicola Mancino, si siano affrettati a dire che un magistrato che entra in politica poi non deve tornare in magistratura e speculare sul fatto che probabilmente questa discesa in campo è un po' pericolosa. L'ho considerata e la considero una rivoluzione che Antonio Di Pietro ha avuto il coraggio di compiere. Cioè Antonio Di Pietro ha compreso che i magistrati, come le stagioni, non ci sono più quelli di una volta, ci sono magistrati da difendere e magistrati da non difendere, non certamente secondo le logiche dell'Associazione nazionale magistrati
Blog: lei non ha mai pensato di scendere in politica?
Forleo: non ci ho mai pensato
Blog: e non lo farà?
Forleo: questo ovviamente non si può dire nel senso che io ritengo di non avere le doti di un politico che sono quelle del compromesso e della mediazione, se poi la politica con la P maiuscola potrà avviarsi ad un discorso che la svincola dal compromesso e dalla mediazione mai dire mai. Ci terrei però a indossare la toga serenamente per il resto della mia vita. (dal sito di Beppe Grillo)

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