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venerdì 2 ottobre 2009

I problemi della marineria saccense

Il quartiere della Marina a Sciacca rappresenta uno dei cuori pulsanti della città non solo dal punto di vista economico ma anche da quello sociale e civile in quanto la zona è frequentata massicciamente da cittadini nonché da turisti. Da anni si parla dei problemi che ogni giorno deve affrontare la nostra marineria. Parole come “crisi” o “difficoltà per il settore” sono ormai all’ordine del giorno ma ben poco si è fatto per appianare questa situazione.
Sciacca detiene la seconda marineria siciliana, dopo quella di Mazara del Vallo e la terza a livello nazionale dopo San Benedetto del Tronto. Numeri del genere dovrebbe fare di questo settore una delle perle economiche della città ed invece niente. Perché? Quali cause? Quali risposte?
Il caro gasolio, la presenza di due diverse cooperative di pescatori, divise anche politicamente, la chiusura, ormai datata, del mercato ittico, la piaga del lavoro in nero, la presenza di alcuni natanti vetusti, la grandezza delle maglie delle reti da pesca, il fermo biologico sono tutti elementi che vengono analizzati dagli operatori del settore che, di volta in volta, addossano le cause della crisi ora a questo elemento ora a quell’altro. Ma più che verificare le cause e gli effetti, dovrebbero essere studiate le soluzioni: serie, immediate ed efficaci.
Nelle settimane scorse si è appreso che l’amministrazione comunale ha trasmesso alla Regione Siciliana, con richiesta di finanziamento, i progetti definitivi per la manutenzione straordinaria del porto peschereccio di Sciacca. Tutti gli atti sono stati presentati all’Assessorato alla Cooperazione, Commercio, Artigianato e Pesca. I progetti dell’Amministrazione comunale di Sciacca parteciperanno al bando per la concessione dei nuovi fondi europei previsti nella misura 3.3 del FEP 2007/2013 “Porti, luoghi di sbarco e ripari di pesca”.
I progetti presentati dall’Amministrazione comunale di Sciacca prevedono: opere di consolidamento e messa in sicurezza della banchina San Paolo alla radice del molo interno di levante; opere di consolidamento e messa in sicurezza del tratto di banchina nel lato interno del vecchio molo di levante; opere per la realizzazione di un nuovo impianto di illuminazione lungo il molo interno di levante e completamento degli arredi portuali. Ammonta a 1 milione e 575 mila euro l’importo complessivo dei finanziamenti
richiesti per la realizzazione delle opere previste nei progetti presentati alla Regione Siciliana dall’Amministrazione comunale di Sciacca.
“Il porto – dice il sindaco Vito Bono – è una infrastruttura strategica per l’economia della città oltre ad essere un luogo di lavoro, un quartiere e un sito di attrazione turistica. I progetti presentati alla Regione dall’Amministrazione comunale intendono migliorare l’area per renderla più sicura, funzionale e accogliente”. Potrebbe trattarsi, in caso di finanziamento, di una bella boccata d’ossigeno per tutta l’area ma potrebbe non bastare.
Qualche giorno fa, proprio per affrontare la spinosa problematica della pesca, l’amministrazione comunale ed in particolare l’assessore al ramo Ignazio Piazza hanno organizzato un importante convegno "Pesca 2010 nuove normative e nuovi scenari" per parlare non solo delle normative che entreranno in vigore dall’anno venturo ma anche per disquisire sul settore, ascoltare gli operatori, affrontare il problema e cercare di venirsi incontro.
Si è parlato delle norme che entreranno in vigore dal 2010 ma che sono già legge dal 2006. Come al solito in Sicilia si sopravvive di proroga in proroga. Sicurezza a bordo, controlli igienico sanitari, rivendita dell'intero prodotto pescato e soprattutto la grandezza delle maglie delle reti che divenendo più grandi rischiano di mettere in ginocchio l'economia marittima locale in quanto le nostre tipologie di pesce rischierebbero di non venire più pescate. Proprio in un momento nel quale la domanda ed il consumo di pesce aumentano mentre la produzione diminuisce. Un danno economico enorme insomma. Si profila un inverno molto caldo quindi per la nostra marineria. Produttori, consumatori, gli stessi responsabili delle industrie ittico conserviere guardano già con preoccupazione all’avvento del nuovo anno, al giro di vite che la guardia di finanza potrebbe adottare e soprattutto alla crisi del mondo della marineria la quale rischia di subire il colpo fatale.
Infine ma non per ultimo c’è la questione atavica del mercato ittico.
La vicenda del mercato ittico rappresenta uno dei tasti dolenti per tutti gli operatori del settore i quali ribadiscono che l’apertura o meno del mercato dipende soltanto ed essenzialmente dalla volontà dell’amministrazione comunale. L’apertura del mercato ittico comporterebbe delle sostanziali modifiche nel lavoro di tutta la marineria saccense e lo stesso non potrà mai aprire se prima non si monitorano attentamente gli eventuali costi di gestione affinchè il comune naturalmente non possa trovarsi in perdita rispetto agli esborsi da effettuare.
Ma spesso si sente dire che, una parte degli stessi operatori, sarebbe contraria a questo mercato: insomma come sempre accade c’è chi la vuole cotta e chi la vuole cruda. Perfino la Festa di San Pietro del 29 giugno non è più quella di una volta: la crisi non risparmia nemmeno i santi.
L’indifferenza, tralasciata solamente nei periodi elettorali, a cui ormai sono abituati i pescatori non fa altro che aggravare la questione.
Intanto non ci sono novità in merito: il mercato ittico chiuso era, chiuso è e chiuso, soprattutto, rischia di rimanere. Ci auguriamo fortemente che nei prossimi mesi non si provvederà a chiudere anche l’intera marineria, poiché di questo passo il rischio c’è ed è tangibile.
Ma Sciacca e tutta la marineria devono reagire e non scoraggiarsi. In bocca al lupo. Ce n’è bisogno.

Calogero Parlapiano - tratto da "ControVoce"

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