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domenica 18 ottobre 2009

Essere eletti democraticamente dal Popolo, pone un uomo al di sopra di tutte le leggi?

di Piero Ricca


“Quando il premier si rivolge alla magistratura perchè gli hanno dato del ‘buffone’ la magistratura dice che è stata una goliardata. Anche per questo occorre chiarire il rapporto tra istituzioni e magistrati”.

Così oggi il “premier” a Benevento. Falso.
La magistratura, assolvendomi dopo tre anni e mezzo di regolari processi, NON ha scritto che si trattò di una goliardata, ma dell’esercizio del diritto di critica politica, provata dal resto delle frasi che quel giorno rivolsi all’imputato in fuga: fatti processare, rispetta la Costituzione ecc. ecc.
Anche per questo occorre mantenere la funzione giudiziaria indipendente dal governo.
Di passaggio, è sempre bene ricordare che - al contrario di quel che il “premier” ripete ossessivamente da anni e ha dichiarato anche oggi a benevento - il presidente del consiglio dei ministri, secondo la Costituzione italiana, NON è eletto dal popolo. Ma designato dal presidente della repubblica e “fiduciato” dal parlamento. I cittadini votano una coalizione di partiti, NON il capo del governo. Il fatto che da qualche anno sulle schede elettorali si trovi il cognome di una persona (l’imputato eternamente in fuga dai processi), è una forzatura di marketing priva di valore giuridico e incompatibile con l’ordinamento costituzionale, visto che fino a prova contraria la nostra è una repubblica parlamentare, NON presidenziale.
Non solo. Anche sul piano numerico, dire che “il popolo” o “la maggioranza degli italiani” ha votato per l’attuale “premier” o per l’attuale maggioranza parlamentare è FALSO. La gran maggioranza degli aventi diritto al voto (tra voti dispersi per partiti senza quorum, voti all’attuale opposizione, astenuti, schede bianche e nulle) NON ha votato per la coalizione guidata da Silvio Berlusconi. (cfr. dati ufficiali elezioni europee 2009)
Infine, appellarsi al voto popolare o addirittura al surrogato dei sondaggi (che immancabilmente registrano un consenso straripante e perfino “imbarazzante”) per sottrarsi alla giustizia ed eliminare le mediazioni è contrario allo spirito della democrazia costituzionale. Perché in democrazia il principio di maggioranza NON è l’unica regola e nel rispetto delle altre regole (il principio di uguaglianza, la separazione dei poteri, la funzione delle istituzioni di garanzia, le prerogative del parlamento e dell’opposizione) risiede la fondamentale differenza fra governare e comandare.
E’ l’ABC, lo so. Ma oggi è tempo di abbecedario.
Sarebbe il caso che gli oppositori morigerati, oggi riuniti a congresso, lo riprendessero in mano per replicare colpo su colpo a tutte queste spudorate mistificazioni populiste.

di Marco Travaglio

Dopo due giorni di discussioni, minacce e pressioni, la Corte Costituzionale ha detto chiaro e tondo (si spera, vedremo la motivazione) che la legge è uguale per tutti. Sarebbe bastato un minuto per ribadire l'articolo 3 della Costituzione, ma siamo in Italia e dunque ci son volute 48 ore.
C'era qualche giudice costituzionale (6 su 15, si dice) che la pensava diversamente. Per fortuna è rimasto in minoranza.
Berlusconi ritorna al suo status naturale, quello di imputato. E forse il presidente Napolitano rifletterà su quella firma in calce a una legge incostituzionale, una delle tante.
E' bello avere un giornale libero per poterlo scrivere. E' bello sapere che abbiamo almeno un'istituzione di garanzia che non si è ancora venduta all'Utilizzatore finale.

http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it/?r=85820

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