Credo che il volontariato sia uno dei pochi vanti del nostro Paese, credo che sia qualcosa che ci accomuna tutti. Lo scandalo della Missione Arcobaleno nel 1999 è stato un brutto colpo che ha messo a dura prova la fiducia di molti di noi verso la Protezione Civile.
A quasi 3 mesi dalla scossa di terremoto che ha rubato la vita di molti italiani e ha sconvolto quella di chi è sopravvissuto, questo blog, unitamente al gruppo di facebook e a chi vorrà sostenere questa causa, chiede che venga fatta chiarezza sugli sms solidali del costo di 1€ inviati per la ricostruzione in Abruzzo.
La domanda è semplice: Che ne avete fatto?
Le altre domande:
Perchè non è disponibile un sito dove si possa conoscere l'ammontare totale dei soldi raccolti con gli sms solidali inviati al 48580 ?
Perchè non sono disponibili le informazioni su come sono impiegati questi soldi, in che misura, e in quali progetti?
Perchè non è disponibile un sito con le informazioni sullo stato di avanzamento degli investimenti di questi fondi raccolti con la buona fede degli italiani?
Ripetete anche voi:
Che ne avete fatto?
G8: Vergogna tutta italiana
La sequenza delle immagini è stata pubblicata a mo’ di copertina dall’Unità giovedì scorso. Ritrae Barack Obama che, appena giunto nella caserma di Coppito per il G8 evita di stringere la mano al corruttore che gli corre incontro.
L’immagine censurata dalle televisioni italiane, sintetizza tutta la disistima e la sconsiderazione che il presidente degli Stati Uniti ha nei confronti del corruttore italiano da ” 7 righe”. Presidente forzato di turno del G8.
Obama in tutte le occasioni in cui è stato ritratto assieme al corruttore durante la 3 giorni del G8, ha sempre avuto un’espressione seria con una smorfia tesa a nascondere vergogna e imbarazzo.
Il corruttore ha fatto la parte dell’intruso fra i cosiddetti grandi della terra che si sono ritrovati all’Aquila. Le poche strette di mano che si sono viste fra il corruttore e altri leader come Sarkozy e la Merkel, sono state imposte dal copione dei cerimoniali. Carla Bruni, italianissima moglie del premier d’oltralpe, non ha retto nemmeno a quelli. Giunta all’Aquila si è data da fare in un percorso pubblico rigorosamente diverso da quello del vergognoso corruttore. L’unico dei leader del G8 che non si è concesso alle domande dei 3.600 giornalisti giunti all’Aquila da ogni parte del mondo.
Il tutto mentre i telegiornali italiani si sono fatti i film sul rapporto umano fra Obama e Berlusconi dipingendo un idillio che non esiste. Non solo clima, crisi economica e povertà. I telegiornali hanno parlato anche di un Obama in forma fare canestro nell’area della caserma militare appositamente adibita a campo di basket. Hanno spinto oltre ogni limite “sull’ottimo livello di organizzazione”. Hanno dipinto L’Aquila orgogliosa di ospitare il G8.
In realtà L’Aquila sfigurata dal sisma del 6 aprile scorso è una città fantasma. Indifferente agli onori della cronaca in cui è finita in questi giorni. Girare per le sue strade militarizzate ci si imbatteva in continui presidi di uomini in divisa incaricati di tenere lontano dal centro storico giornalisti e turisti. Come a Baghdad.
Le poche persone in abiti civili che si incrociavano per strada erano quasi tutti reporter stranieri armati di macchine fotografiche e videocamere, intenti a ritrarre le case sventrate dal sisma.
Pochi per non dire pochissimi gli esercizi pubblici aperti all’Aquila. Per l’arrivo del G8 molti suoi abitanti si sono rifugiati soprattutto lungo la costa di Pescara.
Gli aquilani accampati nelle tendopoli da ormai 3 mesi, invece hanno continuato la loro lotta, nella speranza (che serpeggia vana) di ritornare nelle proprie case in tempi ragionevoli. Sono tanti gli aquilani che non si illudono delle promesse del governo del corruttore. Lo slogan “Yes we camp“ ha fatto il giro del mondo perché gli esponenti del comitato terremotati “3 e 32″ lo hanno scritto in gigantografie sul dosso di una collina, in modo da renderlo leggibile sia dagli elicotteri che dalla città. Loro sono stati fra i pochi aquilani rimasti in città per rompere il silenzio spettrale che affligge il capoluogo abruzzese.
Sono gli accampati che per non far dimenticare gli orrori seminati dal sisma hanno sfruttato la presenza dei giornalisti esteri, gli unici a documentare al mondo con le parole giuste la situazione italiana e del suo corruttore che fa il presidente del Consiglio.
Gli esponenti del comitato terremotati erano tuttavia comuni mortali che non hanno avuto vie d’accesso preferenziali ai leader. Bloccati sul ciglio della strada dai poliziotti armati, hanno comunque tentato di esibire gli stricioni durante l’unico passaggio dalla caserma di Coppito verso la pietosa visita al centro della città.
La protesta ha vissuto qualche momento di tensione fra alcune militanti che si sono scagliate verbalmente contro il cordone di poliziotti. Intanto il corteo di auto dei leader è filato via senza intoppi assieme ai giornalisti al seguito che non hanno potuto documentare il lato B del G8. Quello dei cittadini invisibili come i terremotati, ai quali dopo la fugace vista ravvicinata con Obama non è rimasto altro che tornare nelle loro tende. Che vergogna. (Daniele Martinelli)
Intervista ad Antonello Zappadu, il fotoreporter sardo autore degli scatti a Villa Certosa e all'aeroporto Costa Smeralda di Olbia.
Fonte: http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/... (video non andato in onda ad Annozero)
A quasi 3 mesi dalla scossa di terremoto che ha rubato la vita di molti italiani e ha sconvolto quella di chi è sopravvissuto, questo blog, unitamente al gruppo di facebook e a chi vorrà sostenere questa causa, chiede che venga fatta chiarezza sugli sms solidali del costo di 1€ inviati per la ricostruzione in Abruzzo.
La domanda è semplice: Che ne avete fatto?
Le altre domande:
Perchè non è disponibile un sito dove si possa conoscere l'ammontare totale dei soldi raccolti con gli sms solidali inviati al 48580 ?
Perchè non sono disponibili le informazioni su come sono impiegati questi soldi, in che misura, e in quali progetti?
Perchè non è disponibile un sito con le informazioni sullo stato di avanzamento degli investimenti di questi fondi raccolti con la buona fede degli italiani?
Ripetete anche voi:
Che ne avete fatto?
G8: Vergogna tutta italiana
La sequenza delle immagini è stata pubblicata a mo’ di copertina dall’Unità giovedì scorso. Ritrae Barack Obama che, appena giunto nella caserma di Coppito per il G8 evita di stringere la mano al corruttore che gli corre incontro.
L’immagine censurata dalle televisioni italiane, sintetizza tutta la disistima e la sconsiderazione che il presidente degli Stati Uniti ha nei confronti del corruttore italiano da ” 7 righe”. Presidente forzato di turno del G8.
Obama in tutte le occasioni in cui è stato ritratto assieme al corruttore durante la 3 giorni del G8, ha sempre avuto un’espressione seria con una smorfia tesa a nascondere vergogna e imbarazzo.
Il corruttore ha fatto la parte dell’intruso fra i cosiddetti grandi della terra che si sono ritrovati all’Aquila. Le poche strette di mano che si sono viste fra il corruttore e altri leader come Sarkozy e la Merkel, sono state imposte dal copione dei cerimoniali. Carla Bruni, italianissima moglie del premier d’oltralpe, non ha retto nemmeno a quelli. Giunta all’Aquila si è data da fare in un percorso pubblico rigorosamente diverso da quello del vergognoso corruttore. L’unico dei leader del G8 che non si è concesso alle domande dei 3.600 giornalisti giunti all’Aquila da ogni parte del mondo.
Il tutto mentre i telegiornali italiani si sono fatti i film sul rapporto umano fra Obama e Berlusconi dipingendo un idillio che non esiste. Non solo clima, crisi economica e povertà. I telegiornali hanno parlato anche di un Obama in forma fare canestro nell’area della caserma militare appositamente adibita a campo di basket. Hanno spinto oltre ogni limite “sull’ottimo livello di organizzazione”. Hanno dipinto L’Aquila orgogliosa di ospitare il G8.
In realtà L’Aquila sfigurata dal sisma del 6 aprile scorso è una città fantasma. Indifferente agli onori della cronaca in cui è finita in questi giorni. Girare per le sue strade militarizzate ci si imbatteva in continui presidi di uomini in divisa incaricati di tenere lontano dal centro storico giornalisti e turisti. Come a Baghdad.
Le poche persone in abiti civili che si incrociavano per strada erano quasi tutti reporter stranieri armati di macchine fotografiche e videocamere, intenti a ritrarre le case sventrate dal sisma.
Pochi per non dire pochissimi gli esercizi pubblici aperti all’Aquila. Per l’arrivo del G8 molti suoi abitanti si sono rifugiati soprattutto lungo la costa di Pescara.
Gli aquilani accampati nelle tendopoli da ormai 3 mesi, invece hanno continuato la loro lotta, nella speranza (che serpeggia vana) di ritornare nelle proprie case in tempi ragionevoli. Sono tanti gli aquilani che non si illudono delle promesse del governo del corruttore. Lo slogan “Yes we camp“ ha fatto il giro del mondo perché gli esponenti del comitato terremotati “3 e 32″ lo hanno scritto in gigantografie sul dosso di una collina, in modo da renderlo leggibile sia dagli elicotteri che dalla città. Loro sono stati fra i pochi aquilani rimasti in città per rompere il silenzio spettrale che affligge il capoluogo abruzzese.
Sono gli accampati che per non far dimenticare gli orrori seminati dal sisma hanno sfruttato la presenza dei giornalisti esteri, gli unici a documentare al mondo con le parole giuste la situazione italiana e del suo corruttore che fa il presidente del Consiglio.
Gli esponenti del comitato terremotati erano tuttavia comuni mortali che non hanno avuto vie d’accesso preferenziali ai leader. Bloccati sul ciglio della strada dai poliziotti armati, hanno comunque tentato di esibire gli stricioni durante l’unico passaggio dalla caserma di Coppito verso la pietosa visita al centro della città.
La protesta ha vissuto qualche momento di tensione fra alcune militanti che si sono scagliate verbalmente contro il cordone di poliziotti. Intanto il corteo di auto dei leader è filato via senza intoppi assieme ai giornalisti al seguito che non hanno potuto documentare il lato B del G8. Quello dei cittadini invisibili come i terremotati, ai quali dopo la fugace vista ravvicinata con Obama non è rimasto altro che tornare nelle loro tende. Che vergogna. (Daniele Martinelli)
Intervista ad Antonello Zappadu, il fotoreporter sardo autore degli scatti a Villa Certosa e all'aeroporto Costa Smeralda di Olbia.
Fonte: http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/... (video non andato in onda ad Annozero)
2 commenti:
mette i brividi questo articolo..
...già.. per questo l'ho riportato. a presto. ciao
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