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giovedì 3 dicembre 2009

Illusioni sportive?


Fin dalla notte dei tempi si parla a Sciacca della realizzazione di un palazzetto dello sport che vada ad integrare, o meglio, a sostituire le strutture esistenti. I giovani della nostra città, fino ad oggi, sono costretti ad utilizzare impianti privati a pagamento oppure il pallone tenda che non sempre è il massimo che la vita possa offrire.
Due settimane fa è stata indetta una riunione a tal fine alla quale hanno partecipato gli assessori preposti, alcuni consiglieri comunali e diversi tecnici e progettisti. E’ stato analizzato l’articolo 60 della legge regionale del 16 aprile 2003, numero 4. Secondo queste direttive il comune di Sciacca può decidere o il miglioramento dello stato degli impianti sportivi esistenti attraverso l’adeguamento delle strutture alle nuove normative sanitarie e di sicurezza oppure può scegliere di realizzare nuovi impianti sportivi. La Regione Siciliana, in accordo con l’Istituto per il Credito Sportivo ed il Comitato Olimpico Nazionale Italiano ha il compito di svolgere un ruolo propositivo, di indirizzo e coordinamento degli interventi proposti. Possono chiedere i contributi regionali e del Coni gli Enti Pubblici, le Federazioni sportive nazionali, le Società e le Associazioni Sportive praticanti attività sportiva senza fini di lucro, gli Enti di promozione sportiva, i Centri di aggregazione giovanile o anche gli Enti religiosi.
Nel caso di impianti sportivi già esistenti possono chiedere il contributo i titolari dell’impianto sportivo esistente oppure chi ne detiene la gestione; nel caso invece di realizzazione di nuovi impianti possono chiedere il finanziamento i titolari della proprietà dell’area sulla quale si dovrà creare l’impianto.
L’Istituto per il Credito Sportivo esercita il credito sotto qualsiasi forma ma, al contempo, i mutui non possono avere durata maggiore ai 20 anni. L’ammontare del finanziamento regionale corrisponde al contributo in conto interessi a valere sull’importo di mutuo stipulato con l’Istituto: per progetti fino a 500 mila euro è previsto un contributo mediante abbattimento del tasso di interesse praticato dall’Istituto nella misura del 100% dello stesso; nel caso invece di progetti che superano l’importo di 500 mila euro, è previsto un contributo corrispondente al 50% del tasso di interesse praticato sempre dall’Istituto.
Le istanze di realizzazione devono essere presentate entro 120 giorni dalla pubblicazione del bando all’Assessorato regionale del Turismo, delle Comunicazioni e dei Trasporti, dipartimento Turismo, Sport e Spettacolo.
Insomma la legge fornisce tutte le possibilità legali per poter accedere alla realizzazione di un palazzetto dello sport che rappresenta un vero e proprio sogno per generazioni di giovani saccensi.
Il comune da tempo possiede già un progetto in proposito, adesso devono decidere se rinnovarlo apportando le dovute modifiche o se invece decidere di realizzarne uno ex novo.
L’area ipotizzata dove andare a costruire questo impianto dovrebbe essere quella in prossimità dell’attuale Stadio “Luigi Riccardo Gurrera”, quasi a creare in quella zona una piccola cittadella dello sport: stadio, palazzetto, pallone tenda, piscine e campi da tennis.
Sogno o son desto? Oserebbe chiedersi qualcuno.
Di certo non si tratta di qualcosa che si possa realizzare in breve tempo, l’assessore allo sport Ignazio Piazza a tal proposito è stato onesto e chiaro. Con le esangui casse comunali non c’è altra strada se non quella di accedere ai contributi del Coni e della Regione, portando avanti un mutuo.
Seppur si tratti di cose assolutamente differenti, c’è da aspettarsi l’opposizione dei carristi: perché accendere il mutuo per il palazzetto dello sport ed invece non farlo per la realizzazione dei famosi capannoni per i quali invece sarebbe già tutto pronto dal punto di vista burocratico – formale?
Anche le aree sarebbero attigue in quanto pure i capannoni dovranno sorgere – progetto dixit – vicino allo stadio e precisamente alle sue spalle.
Certamente occorre soprattutto un po’ di ottimismo, se un iter non si comincia mai avremo da aspettare all’infinito. Ci sono giustamente le logiche finanziarie, politiche, sociali ma Sciacca non può più attendere altre. Serve programmare, muoversi, agire, guardare avanti, alla programmazione, ai progetti di lunga realizzazione, serve andare a bussare presso gli uffici provinciali, regionali, nazionali e sportivi, in questo caso, giusti. Non si può vivere ancora di rendita elettorale. I tempi sono maturi e sono compiuti. La gente ha saputo aspettare, capire le difficoltà della “prima volta”, attendere la composizione della squadra di lavoro. Ora il dado è tratto.
Non è possibile stare ancora fermi. La città attende risposte e le attende non soltanto nelle piccole cose ma anche nelle grandi.
Il tempo delle vacche magre è presente per tutti e ad ogni livello ma aspettare che il frutto cada dall’albero o dal cielo non serve a nessuno. Occorre allungare la mano…


Calogero Parlapiano - tratto da "ControVoce"

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