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mercoledì 17 marzo 2010

"Quanto è difficile amministrare". Intervista al consigliere comunale Calogero Bono (Pdl)

Lei è alla prima esperienza da consigliere comunale. Com’è stato l’inserimento nella macchina consiliare?
Si, è la mia prima esperienza ma non sono un neofita. Nel senso che sono salito su una macchina in corsa ma conosco il suo funzionamento in quanto nel ’99 ho ricoperto per 6 mesi il ruolo di dirigente del dipartimento ragioneria e finanza mentre per 6 anni ho svolto la valutazione dei dirigenti. Quindi conoscevo già i ruoli, le competenze, le persone e la macchina comunale. Il ruolo poi del consigliere comunale di opposizione è quello di vagliare tutti gli atti che vengono portati in consiglio, è un ruolo di controllo, soprattutto dei bilanci.
Di quale commissione lei è componente e quali sono le principali attività che avete portato avanti?
Io faccio parte della seconda commissione Bilancio e Finanze presieduta dal collega Patti. Tra i componenti c’è un buon clima di cooperazione, abbiamo dato degli importanti pareri sul bilancio di previsione, sulla valorizzazione dei beni immobili comunali e sui debiti fuori bilancio che rappresentano un po’ la vera spada di Damocle per tutte le amministrazioni comunali in quanto spesso si ci ritrova ad amministrare un bilancio senza sapere dei debiti, i quali sono spesso degli imprevisti oppure sono debiti di lunga scadenza. Per esempio recentemente ne è stato portato all’attenzione uno di 2 milioni di euro che risale agli anni ’80 e che riguarda l’esproprio di un terreno privato sul quale successivamente è stata costruita una scuola pubblica. I fondi che ai Comuni arrivano da Stato e Regione sono sempre più pochi, vero è che la situazione finanziaria comunale è preoccupante ma i debiti ormai ce li hanno tutti i Comuni, non si può sempre gridare “al lupo, al lupo”, la crisi economica non deve diventare un pretesto ma, dopo aver preso visione in pochi mesi della situazione, ci si deve cominciare a muovere. Del resto le stesse cose le ha detto poco tempo fa anche il consigliere Simone Di Paola.
Qual è la sua opinione in merito alla gestione delle risorse idriche?
Quello dell’acqua è un tema scottante. L’acqua è un bene pubblico, un bene che va tutelato da tutti gli enti preposti. La mia opinione personale è che una buona gestione delle risorse idriche può essere sia pubblica che privata. Non si può scegliere sempre a prescindere. Però il controllo che il pubblico deve fare sul privato deve essere totale, pieno di paletti e con la possibilità di rescindere, nel caso di mala gestione ed inadempienze, subito il contratto. Fino a pochi anni fa a Sciacca la gestione dell’acqua era in mano all’EAS mentre a Menfi, per esempio, la gestione era in proprio, comunale. Nemmeno l’EAS forniva un buon servizio tanto che il comune era costretto a svolgere la manutenzione della rete idrica al loro posto, questo ha determinato poi l’accreditamento dei costi ed il famoso debito EAS che le casse comunali ancora vantano. In uno degli ultimi consigli abbiamo votato e deliberato per la ripubblicizzazione dell’acqua grazie al grande senso di responsabilità dell’opposizione poiché la maggioranza non aveva i numeri e quello era l’ultimo giorno utile per poter deliberare in materia. Non abbiamo fatto strumentalizzazioni. Detto che per me la gestione pubblica sarebbe quella ottimale.
C’è tra le sue interrogazioni presentate, un problema per il quale vorrebbe che si potesse trovare veloce risoluzione?
Io ricordo con amarezza la mozione che avevo presentato sulla crisi della marineria, quella la ritengo una delle pagine più brutte dell’attività consiliare. La mozione nello specifico riguardava il mercato ittico, i fondi POR comunitari ed il piano regolatore del porto. Ritenevo che fossero indirizzi condivisibili su questioni che interessano molto la città. Invece, in quella sede, la maggioranza si è chiusa a riccio e la mozione non è stata votata. Qualche consigliere di maggioranza aveva anche detto che loro “hanno mostrato i muscoli”. Quell’episodio sicuramente mi ha amareggiato molto.
La scorsa settimana dalle pagine del nostro settimanale il consigliere Grisafi ha lanciato all’opposizione un appello: “Lavoriamo Insieme”. Qual è la sua opinione in merito?
Mi sembra la stessa cosa di quando il sindaco si presentò in televisione affermando: “c’è un chiaro intendimento da parte dell’opposizione di non farmi lavorare”. Mi chiedo quando questo sia successo e soprattutto in questi mesi noi abbiamo già lavorato insieme. Grazie al ruolo determinante dell’opposizione e al lavoro del sottoscritto abbiamo consentito di anticipare la votazione di bilancio, l’11 agosto invece che il 17 agosto, cosa che ha permesso di poter realizzare un minimo di estate saccense, abbiamo votato il bilancio di previsione ed il piano triennale delle opere pubbliche, abbiamo votato la salvaguardia degli equilibri di bilancio, abbiamo votato il bilancio consuntivo, i piani di lottizzazione, i lotti minimi, la ripubblicizzazione dell’acqua, il documento sui parchi eolici, la mozione sul carnevale, festa per il quale entro un breve termine ci aspettiamo risposte in merito al progetto di realizzazione dei capannoni. Non abbiamo votato solamente il piano di valori e dismissione degli immobili comunali, che poi è stato ritirato in quanto mancavano alcuni documenti come il parere dei revisori e la possibile variazione di destinazione urbanistica, e la variazione dell’assestamento di bilancio del 30 novembre. Alla luce di questi fatti quando è che non abbiamo lavorato insieme? Cosa dovevamo fare di più? Quindi l’invito di lavorare insieme lo rispedisco al mittente in quanto lo abbiamo già fatto, con grande senso di responsabilità. Adesso spetta all’amministrazione muoversi.
Lei è stato eletto all’interno della lista del Pdl. Ma qual è la sua storia politica? Quali i politici di riferimento?
La mia storia politica attuale è legata, lo sanno tutti, all’amicizia con Giuseppe Marinello. Durante i periodi universitari ero vicino ambienti cattolici popolari mentre ho apprezzato tanto le vicende politiche e la storia di Moro, De Gasperi e Sturzo. Nel mio recente passato sono stato vicino al mondo del centro sinistra. Per esempio alle elezioni politiche nazionali del 2006 ho votato Romano Prodi. L’attuale evoluzione è stata recente ma frutto di un preciso convincimento. Mi sono avvicinato al centro destra dopo la caduta di Prodi, ho provato un senso di disaffezione verso il centro del centro sinistra. Sono convinto poi che è bene spendersi per il territorio nel quale si vive ed al quale siamo legati, secondo me è un dovere impegnarsi in prima persona attraverso ruoli pubblici. Ed invito tutti quelli che criticano, ad impegnarsi anche loro in prima persona per capire le tante e diverse difficoltà che si incontrano nello gestire la cosa pubblica. Capisco quindi Vito Bono, non è facile amministrare ma occorre essere consapevoli fin dal momento in cui si ci vuole candidare delle difficoltà a cui si andrà incontro. Amministrare è come essere catapultati quasi in un girone infernale dantesco, si è in continua emergenza e non si riesce quasi a fare programmazione. Per quanto mi riguarda invece sono molto contento di questa mia esperienza, anche perché mi ha permesso di conoscere meglio e confrontarmi con persone sia che fanno parte del mio stesso gruppo di opposizione che della maggioranza, in un continuo scambio di idee, non solo politiche.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

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