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lunedì 9 novembre 2009

I Luoghi Dimenticati di Sciacca

A Sciacca talune volte siamo così bravi a complicarci la vita che successivamente non riusciamo più a trovare il bandolo della matassa. Parliamo dei tantissimi spazi inutilizzati della nostra città.
Quante volte abbiamo sentito dire: “mancano i locali” oppure “non sapremmo dove andare a collocare” questa o quella cosa.
Negli ultimi mesi a dire il vero stiamo assistendo ad un deciso cambiamento a tal riguardo: sono stati riscoperti luoghi un tempo abbandonati come il Castello Luna, il Castello Incantato e la Badia Grande. Si è trattato di investimenti di privati, di associazioni ma splendidi scenari sono stati rivalutati per la felicità di tutti i saccensi e della stessa amministrazione comunale.
Il Castello Luna ha trovato nuovo vigore grazie all’associazione culturale “Antiche Tradizioni”, il Castello Incantato invece si è avvalso del supporto della Cooperativa “Agorà”, infine il Complesso Monumentale della Badia Grande è tornato a nuova luce grazie alle associazioni “Vertigo” e “Cafè Orquidea”. Ma non basta.
Spazi inutilizzati dicevamo. Basta fare un semplice giro per le vie di Sciacca o anche nelle contrade appena fuori città. Cosa fare dell’enorme Complesso Monumentale di San Domenico sito in piazza Mariano Rossi? Quando verrà ultimato e donata alla città la Chiesetta della Raccomandata collocata in contrada Perriera dinanzi allo stadio comunale? Perché la Chiesetta della Madonna del Riposo, restaurata anni fa e sita lungo la valle dei Bagni, rimane costantemente chiusa? Perché il Centro Castellucci, anche questo situato in piazza Rossi, ospita solamente di tanto in tanto qualche conferenza stampa e null’altro? Perché il Complesso Monumentale Santa Margherita di via Incisa e l’Auditorium San Francesco di via Agatocle vengono resi fruibili soltanto raramente e aperti, spesso, unicamente ad Agosto? Perché, per esempio, il comune di Sciacca non smuove l’iter per l’acquisizione di entrambi i locali dall’azienda ospedaliera e dalle ormai defunte Terme s.p.a.?
Perché il comune non presenta progetti che magari tengano in considerazione il possibile supporto dei privati? La stessa situazione potrebbe venire applicata anche per tutti quegli immobili di proprietà comunale di cui, si è saputo nei mesi scorsi, è stata indetta la vendita perché non utilizzati, perché lontani dal centro storico, perché risparmiare anche sulla cura e sulla manutenzione degli stessi fa comodo a tutti. Ma tant’è. Poi però per contraltare si cercano locali per il Museo della Ceramica, per il Museo della Legalità e della Lotta Antimafia di cui si parla solamente in corrispondenza dell’anniversario della nascita e della morte di Accursio Miraglia, si cercano locali per la banda musicale saccense “Giuseppe Verdi”, da decenni alloggiata in un tugurio nei pressi di alcuni uffici del locale comando dei Vigili Urbani, si cercano locali ai quali affidare l’ufficio anagrafe che necessita di pronto trasferimento e chissà quante altre cose stiamo dimenticando.
Tra gli spazi inutilizzati non ci sono soltanto edifici storici e da ristrutturare ma anche locali nuovi, sistemati, abbelliti, arredati e chiusi. Basta dare un’occhiata all’Istituto Sant’Anna. Per qualche mese ha ospitato gli uffici dell’allora sindaco Mario Turturici, poi una volta terminati i lavori interni al comune, l’ufficio è ritornato nel Palazzo dei Gesuiti e di quelle stanze non si è fatto più nulla. Alla faccia dei tantissimi soldi, pubblici s’intende, spesi. Da qualche secolo si parla del fatto che presso quei locali andrebbe trasferita la storica biblioteca saccense ma ancora nulla è stato fatto e non si sa questa cosa avverrà mai nel concreto.
Un’occhiata anche al Museo del Mare. Restaurato, splendido e chiuso. Gli allacci elettrici sono stati ultimati ma ancora manca tutto il resto: l’allaccio telefonico e di conseguenza internet, nonché il ripristino della strada e di tutta l’area di Contrada Muciare. Anche in questo caso tempi biblici che a confronto gli scioperi dei tir lumaca vanno a mille all’ora.
E la cosa che preoccupa di più è il silenzio. Nessuno sa nulla, nessuno vuole o può dire nulla.
E il Museo del Carnevale? Altra barzelletta. Uno scherzo carnascialesco di pessimo gusto.
Struttura inaugurata lo scorso maggio in piena bagarre elettorale anche se sprovvista dell’allaccio elettrico nonché nuda e cruda, ossia dentro non c’era e non c’è nulla. A quanto pare, nelle ultime settimane qualcosa si è smosso in tal senso ma l’apertura vera e propria ancora non è stata annunciata.
Spazi inutilizzati? L’enorme e meraviglioso Istituto Amato Vetrano, nei pressi dell’attuale scuola Alberghiera quando verrà messo in sicurezza e salvato dall’incuria del tempo? Anche in questo caso se ne potrebbe fare un centro polifunzionale, in una location tra l’altro ancora vergine ed immersa nella natura.
E il museo Antiquarium sito accanto alla Basilica di San Calogero?
Restaurato, adeguato alle più nuove norme di sicurezza e beatamente chiuso senza tra l’altro che nessuno sappia dove siano andati a finire i reperti archeologici che una volta vi erano custoditi.
Per riaprirlo basterebbero, non so, tre – quattro giorni.
E chissà quanti altri luoghi semi o totalmente abbandonati stiamo dimenticando e per i quali facciamo ammenda. Luoghi che potrebbero venire salvati, acquisiti, restaurati anche col supporto di privati attraverso i cosiddetti project financing.
Luoghi del nostro tempo, della nostra storia, del nostro territorio, luoghi dimenticati insieme a quel tempo che ne cancella la memoria ed il ricordo.
Per questo quando sentiamo parlare di mancanza di spazi, la mente percorre simultaneamente la cartina di questi angoli neppure tanto nascosti.
Spesso non sono gli spazi ad essere inutilizzati ma sono le idee che mancano e sono assopite insieme alla volontà di metterle in pratica.
Tutto questo sempre circondato da quel silenzio. Vuoto ed assordante.

Calogero Parlapiano - tratto da "ControVoce"

2 commenti:

Ale ha detto...

ma c'è qualcosa di utilizzato a sciacca? :D

Calogero Parlapiano ha detto...

eh eh si si qualcosa si, ma quanto anche quanto sperpero di luoghi che potrebbero arricchirci ancora di più. ciao Ale