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mercoledì 18 novembre 2009

Coraggio e Salvataggio in Mare a largo di Lampedusa

Per Sciacca, ridente cittadina affacciata sul mare, parlare di porto, pesca, paranze, marinai sembra quasi normale, oserei dire naturale. Accade però qualche volta che il mare non sempre sia benevolo ma che, sospinto dai soffi di Eolo e dai moti della burrasca, metta in difficoltà tutti coloro che per vivere si imbarcano e sfidano le onde.
E’ quello che è successo ad alcuni marinai nella notte tra il 28 ed il 29 ottobre. Tutto avviene in poche ore, interminabili, nel canale di Sicilia e precisamente a 40 miglia a sud di Lampedusa.
Salvatore Bono, nostromo del peschereccio di Mazara del Vallo, Kleos ha rischiato di perdere la vita poiché è caduto in acqua sballottato dalla furia delle onde.
Il mare infatti era in tempesta, le condizioni erano avverse. Mare forza cinque si è stimato più tardi. Il capitano del Kleos, Angelo Randazzo, ha raccontato di attimi di autentico terrore e sconforto. Salvatore era ormai privo di forze, in acqua, e nessuno riusciva più a scorgerlo in quanto di notte la visibilità era molto approssimativa e certamente peggiorata dalla burrasca. “Lui gridava, chiedeva aiuto – racconta Randazzo - ma alla fine era ormai esausto e temevamo il peggio”.
Salvatore è caduto in mare perché si è sporto troppo e la forza di un’onda lo ha travolto. E’ stato recuperato grazie al coraggio di un suo compagno di lavoro, tunisino, che si è imbracato con una corda e si è gettato in mare sottraendolo a morte sicura. Nel frattempo naturalmente sono giunti sul posto anche gli uomini della Capitaneria di Porto di Lampedusa guidati dal tenente di vascello Antonio Morana, comandante della Guardia Costiera il quale ha coordinato in prima persona tutte le operazioni di soccorso, eseguite dalla motovedetta Cp 878 Sar.
Oltre agli uomini della Guardia Costiera, che erano tre, la motovedetta trasportava anche un medico ed un’infermiera.
A Salvatore Bono, una volta sottratto dalle onde, sono state praticate le prime operazioni di intervento medico dagli stessi compagni di lavoro ma il vero aiuto naturalmente è giunto con l’arrivo degli uomini della Capitaneria.
E’ stata una notte lunga ed agitata, basti pensare che la motovedetta per arrivare nel punto dell’incidente ha impiegato ben due ore tanto le condizioni erano avverse. Il malcapitato marinaio presentava seri problemi respiratori aggravati dal fatto che aveva bevuto tanta acqua riversatasi nei polmoni. A bordo le prime cure, i primi interventi di pronto soccorso e l’applicazione di ossigeno per aiutarne la respirazione.
Un altro momento molto difficile è stato quando gli uomini della motovedetta non riuscivano ad avvicinarsi al peschereccio in quanto la violenza delle onde non glielo permetteva. Questa circostanza poteva risultare molto pericolosa poiché il Bono aveva bisogno di cure urgenti ed i medici del Cisom non erano in grado di sbarcare a bordo del peschereccio se la motovedetta non si avvicinava abbastanza. Sono state fasi lunghe e concitate dove la paura, il terrore, la forza della natura hanno fatto il resto. Dopo momenti interminabili i ragazzi della Guardia Costiera, approfittando di un’onda favorevole, sono riusciti ad avvicinarsi quel tanto che è bastato per far scendere il medico e l’infermiera che si sono subito precipitati dal Bono.
Tutto questo è accaduto nei nostri mari, una notte che per molti di noi è trascorsa come tutte le altre, ma non per loro, non per i marinai, non per il Bono, non per i valorosi uomini della motovedetta Cp 878 Sar.
In fretta e furia Salvatore Bono è stato messo in sicurezza e trasportato d’urgenza presso il Poliambulatorio di Lampedusa, isola che è sprovvista di un vero e proprio ospedale.
Da lì con altrettanta celerità Bono è partito alla volta dell’ospedale di Palermo con un elicottero.
E’ stato tenuto sotto osservazione per un paio di giorni mentre adesso è a casa, a riposo e può raccontare a tutti i suoi amici e parenti le fasi drammatiche e spettacolari al contempo del suo salvataggio.
Questi sono gli scherzi, si fa per dire, che è in grado di mettere in scena il mare e la natura in generale. Purtroppo vicende di questo tipo sono accadute in passato e continueranno ad accadere. Tutti ci auguriamo però che abbiano sempre lo stesso lieto fine, quel lieto fine che ci permette a noi oggi di poterne parlare con più sollievo e di poter ringraziare sentitamente tutti coloro che si sono mossi affinchè Salvatore venisse salvato, dai suoi compagni di viaggio, agli uomini della Guardia Costiera di Lampedusa, dai medici del Cisom agli uomini dell’elicottero che ha trasferito d’urgenza il Bono a Palermo.
Nell’attesa e nella consapevolezza che presto il fortunato marinaio tornerà a lavoro, tornerà a sfidare quel mare che tutto gli dà ma che tutto rischiava di togliergli. Saprà sempre di aver potuto contare e di poter contare in futuro su dei ragazzi pronti a tutto per salvare una vita umana.

Calogero Parlapiano - tratto da "ControVoce"

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