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mercoledì 11 novembre 2009

Quello che non vedrete mai... 1600 aquilani ancora nelle tende in Abruzzo...

Dopo sette mesi cosa sta accadendo a L’Aquila? La Protezione civile ha deciso che le tende vanno smantellate. Forse la spesa ora sta diventando esorbitante, forse il freddo ha fatto ammalare i vigili del fuoco e di conseguenza anche i volontari a servizio della Presidenza del consiglio. Intanto gli aquilani dove sono? A luglio Berlusconi aveva garantito un tetto per tutti a settembre. Fino ad oggi rimangono 1600 persone nelle tende e più di ventimila negli alberghi. Un tetto ce l’anno, ma non di una casa. Le abitazioni con danni leggeri ancora non iniziano i lavori. L’inverno è arrivato, se ne parla a primavera. Il piano C.A.S.E. è stato previsto solo per chi ha la casa classificata inagibile o nella zona rossa. Ma gli alloggi non bastano. A novembre si chiedono camper e roulotte, ancora stufe. La notte è fredda. Donatella ed i suoi due figli vivono in roulotte, il figlio di dieci anni le dice: “Mamma che bella invenzione la borsa dell’acqua calda”. Già, la stufa potrebbe essere pericolosa. Il 3 novembre Alfonso Tursini ha perso la vita, ucciso dal monossido di carbonio. La moglie è in gravi condizioni. La loro casa era nella zona rossa del paese Paganica. Dormivano in un camper. Chi ha paura dorme in macchina. Chi non ha un alloggio perché i campi di accoglienza sono stati chiusi è tornato nella casa inagibile. Oppure ha rifiutato la proposta della protezione civile di andare a cento chilometri da L’Aquila. sono state offerte località sciistiche come Roccaraso, Rivisindoli a due ore dal capoluogo. La vera emergenza è adesso. Adesso che tutti credono che per una volta non abbiamo messo i terremotati nei container. Invece questi ci sono. Carlo ne ha acquistato uno perché non poteva viaggiare, la moglie lavora in ospedale. Aspetta la casa, forse a dicembre. Chi vive nelle newtown, perché sono delle vere nuove frazioni con tanto di vie: Via Magnani, Via Gasman, (speriamo di non trovare via Patrizia, Noemi, ecc) racconta di case da weekend. Abitabilità zero. Tre persone in un appartamento con un angolo cottura e tinello, una camera ed un bagno (senza balcone). Qualcuno dorme sul divano. Qualcuno non ha un minimo di privacy. Qualcuno se studente non ha una scrivania. Ma la scrivania non c’è nemmeno per la seconda camera del nucleo familiare con quattro persone. Al presidente del consiglio gli italiani piacciono ignoranti. Così appendono cartelli come nel cantiere di Cese di Preturo: “L’unico uomo in grado di fare miracoli: Berlusconi” Eppure le case sono ancora tutte come il 6 aprile. Perfino le macerie sono tutte come allora, non si capisce se deve occuparsene la regione o il comune. Forse vedremo presto gli aquilani con i secchi a raccogliere ciò che resta del loro passato. Intanto si aspetta di gridare al miracolo dell’Aquila ricostruita.

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